{CHAPTER FIVE 2.0} you shoud see us in a crown

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    10 marzo
    La florida Città Santa non vedeva indire un'assemblea così numerosa da molto tempo. I Lycan di ogni dove avrebbero assistito alla riunione in contemporanea. Le passaporte adibite al ritorno in patria, di cui ogni cacciatore poteva disporre in qualunque momento per tornare nella culla del Credo - le stesse tra l'altro di cui Tris si era servita per dare appuntamento ai ribelli di lì a poco - avrebbe permesso a chiunque di assistere dal vivo a quell'incontro indetto in fretta e furia nel giro di pochi giorni; lycan o sin eater che fossero, tutti erano stati informati, e per coloro che non potevano abbandonare il proprio avamposto, il legame che li teneva insieme sotto la stessa bolla avrebbe permesso loro di partecipare al pari di chiunque altri, con l'unico inconveniente legato al fatto che i sin eater non sarebbero stati in grado né di vederli, né di sentirli. Che Inverness, e il Credo al completo, si stessero muovendo, era stato ampiamente anticipato a chiunque fosse rimasto in ascolto. Troppi erano gli indizi di quanto in fretta stessero precipitando le cose, e l'arresto di Byron Cooper e James Potter erano solo la punta dell'iceberg. Le situazioni estreme richiedono misure estreme. E dopo aver visto la sua patria cadere sotto l'umiliazione di governi e fazioni, dopo aver assaporato sulla propria pelle l'odore rancido della morte, restare a guardare non era più un'opzione per Tris. Di fronte a tutto il Credo al completo - fatto di sin eater e lycan, così come degli alleati più prossimi - la giovane Morgenstern non aveva mai parlato. L'alfa aveva sempre lasciato che lontano da casa sua le comunità si gestissero secondo le proprie religioni e usanze, imponendo solo lealtà verso se stessi e verso le persone che volenti o nolenti erano chiamati a proteggere. Era la prima volta che si trovava nella posizione di dover arrivare a parlare di fronte a tutti loro, e nonostante non provasse né paura, né imbarazzo, la tensione che avvertì alla bocca dello stomaco l'aiutò a comprendere quanto lontana fosse dall'essere pronta a dare inizio a una guerra. Il Credo, il Branco, avevano esaurito la loro utilità. Così credeva. Eppure eccoci qua a lottare nuovamente contro nemici invisibili. Il posto in cui si trovano era una delle piazze sotterranee della città; molti di loro indossano le tipiche divise dei cacciatori e bisbigliano sottovoce in attesa del momento collettivo. Beatrice scruta l'ambiente buio, illuminato da centinaia di torce, osservando con nervosismo, i tanti partecipanti seduti qua e là oppure in piedi. Controllata l'ora sull'orologio, mezzogiorno in punto, fa un passo avanti e si schiarisce la voce. Sono in molti ad essere accorsi a Inverness - persino più di quanti si aspettasse.
    « Mi dispiace avervi richiamati con così poco preavviso. » Asserisce di scatto lasciando volteggiare la bacchetta all'altezza del collo per ampliare la portata della sua voce. « So che molti di voi sono indaffarati, non solo per via di faccende private ma anche e soprattutto perché senza la vostra presenza molte delle nostre roccaforti non funzionerebbero senza il vostro costante impegno. Non potevo però esimermi dal parlavi di persona. » Compì una breve pausa prima di inumidirsi le labbra e continuare. « Purtroppo la nostra condizione sta di nuovo cambiando, e noi non possiamo più volgere lo sguardo dall'altra parte. Al di là dei nostri rapporti con diversi governi che si stanno sgretolando, in ultima analisi sarà diventato ormai lampante a tutti voi che qualcosa non va. Inverness è stata messa sotto attacco già più di un anno fa quando Edith Cornelia Brown è venuta a mancare nel Villaggio dei Sin Eater - un evento che ha messo a soqquadro la vita di Byron Cooper. » Fece una leggera smorfia sollevando le sopracciglia. Era ormai evidente a chiunque potesse entrare nella diretta sfera emotiva dell'ex Comandante dei Ribelli che era completamente estraneo alle accuse. « Da allora, mattone dopo mattone, tutto ciò che abbiamo costruito è venuto meno, non solo qui, in patria, ma anche e soprattutto altrove. Il legame che ci unisce si è riattivato. Forse molto prima di quanto immaginiamo, ma è diventato lampante a tutti noi a partire da settembre. » Resta per qualche istante in silenzio e abbassa lo sguardo. « Semmai la Loggia Nera ha smesso di produrre effetti tra noi, di certo a partire da settembre è diventato evidente che non è così. Alcuni dei nostri hanno rischiato di rimanere incastrati nell'Upside Down. Abbiamo decine di Sin Eater che stanno tornando a riattivarsi. » Un'altra pausa tempo in cui si morde il labbro inferiore. « Alcuni dei nostri muoiono in circostanze misteriose. » Un leggero brusio attraverso la piazza. « E ne moriranno altri. Molti altri. E' scritto e accadrà. » E noi non possiamo farci niente se non aggrapparci alla speranza di esserci mossi abbastanza in fretta da poter impedire una carneficina. « La Loggia Nera opera oggi in modi che non comprendiamo.. ha mutato pelle, forse anche obiettivi. L'ultima volta era legata a doppio filo ai governanti, a persone a noi care.. non possiamo escludere che possa accadere anche questa volta. Vi ho chiamato quindi qui per informarvi che da oggi Inverness torna a muoversi. Su due piani. » Si sfregò le mani tentando di restare calma. « Da una parte tenteremmo di ricostruire la nostra società, dare un luogo sicuro alle persone che ne avranno bisogno qualora la situazione dovesse degenerare. Resteremo vigili e cauti, e insieme cercheremo nuovi modi per combattere la piaga della Loggia. Inverness tornerà a espandersi - a discapito di quanto deciso dal governo di Eurus Flamel che ci aveva privati delle terre attorno a Loch Ness. » E questo ci metterà in netta contrapposizione non solo col Governo Inglese, ma anche con i governi di tutto il Patto Scandinavo. « Dall'altra creeremo una rete sotterranea sulle ceneri della società dei Ribelli di tutti i Paesi del Patto Scandinavo. » Compì un piccolo passo in avanti e allargò appena le braccia. « I Ribelli sono arrabbiati e non accettano l'idea che Byron è stato arrestato ingiustamente. Questo sovrappone in parte i nostri interessi. Lasciare che queste persone operino tuttavia in autonomia, significa avere delle mine vaganti a piede libero. Non sappiamo cosa potrebbero fare o come potrebbero muoversi, motivo per cui ho deciso di prendere temporaneamente le redini. » Qualcun altro ci penserà. Presto o tardi Byron tornerà a casa e sarà lui a decidere il da farsi. « Nel frattempo, finché non sarà chiaro se i nostri interessi e i loro potrebbero allinearsi, noi faremo la nostra parte. Man mano che i custodi della città amplieranno le aree delle difese, costruiremo nuove case, nuovi spazi per tutti noi e per chiunque dovesse aver bisogno di essere accolto dalla nostra culla. » Abbassò lo sguardo ponendosi nei confronti di tutti con umiltà, empatizzando con chi già in prima battuta non era mai stato d'accordo con l'idea che il Credo potesse immischiarsi nelle faccende puramente terrene. « Vorrei però essere certa che siamo tutti sulla stessa lunghezza d'onda e che condividete questa linea di azione. Ribelli e Branco manterranno i loro affari il più possibilmente separati finché non dovessero essere pronti a collaborare come la prima volta. Voglio però capire da subito se ci sono obiezioni o se qualcuno pensa che Inverness dovrebbe restarsene in disparte. » Cosa che non possiamo comunque fare. Se anche il problema fosse solo un arresto, le Logge sono comunque attive. « Parliamone insieme e parlatevene tra di voi. Tra un'ora la metteremo ai voti per alzata di mano. » Attese quindi gli interventi di chiunque volesse dire la sua, allontanandosi dal piccolo palchetto rialzato, andandosi a sedere su uno degli spalti al fianco di Percival. « E ora aspettiamo. » L'ora più lunga della sua vita.

    - L'assemblea è indetta nei sotterranei della città all'interno di un grande foro. Solo lycan e sin eater possono accedervi - nel mentre la vita del resto della città continuerà indisturbata.
    - La role si svolge sul modello delle quotidiane. Più sono brevi i post meglio è. Fate scorrere la role con interventi brevi e senza fare troppe interazioni a post. Potete ruolarvela come preferite; interagendo con diverse persone, intervenendo e rivolgendovi direttamente al resto del Branco e dei Sin Eater oppure non parlando con nessuno. Fate vobis.
    - Chiederei a tutti di fare almeno un post per ciascun pg entro la data prestabilita (essendo breve non dovrebbe essere un problema); all'interno del posto deve evincersi anche solo genericamente qual è il pensiero del pg circa la questione presentata. Può avvenire con un intervento pubblico, con discorsi e dialoghi con i pg con cui interagite, oppure anche solo mentalmente.
    - Questa prima fase - che ci teniamo a precisare, è di storia, e ci farà capire come coinvolgere le risorse - finisce l'8 aprile 2021.
    - PER GLI STUDENTI DI HOGWARTS! Pervinca scorterà fuori gli studenti dal castello, quindi aspettate lei per postare.
    - NON FORMALIZZATEVI! Se vi viene un post di quattro righe, va bene lo stesso, purché postiate entro i termini stabiliti!





    Edited by blue velvet - 4/4/2021, 20:23
     
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    Presentare una giusta ragione - finta forse, ma dipende tutto molto da come si vuole vederla - per portare fuori, non solo dal castello ma dai territori strettamente connessi ad esso, un gruppetto di studenti: niente di più facile per Pervinca. Certo, il giorno che ricade proprio in mezzo alla settimana ha reso più ostica la sua ricerca di un qualcosa di valido da presentare al preside Bauldry, ma alla fine la scusa di accompagnare alcuni suoi alunni in una ricerca divinatoria da presentare proprio per il corso di recupero della sua disciplina è sembrato sufficiente per l'uomo che l'ha liquidata con un sorriso cordiale. In fondo c'è solo una lycan oltre me e tutti gli altri sono ragazzi qualunque agli occhi di chiunque altro. Si sente frizzantina e leggermente eccitata da quell'uscita fuori porta. « Ma quindi se il preside ci ha prenotato delle Passaporte, come facciamo ad andare ad Inverness senza che ci scopra? » Ah, certo, c'è anche Stanley Branwell in tutta la sua saccenteria a tratti irritante. Lo stesso Stan che Pervinca ha provato in tutti i modi a far rimanere al castello, seppur la chiamata, chiaramente, è stata rivolta anche a lui. « Mi vuoi far pentire del fatto che ti ho portato con me? » Gli lancia un'occhiata di sbieco prima di lanciare un'occhiata a Mia e Lyssa, portandosi una mano a nascondere la bocca per indirizzar loro un "Pensateci bene prima di fare figli". Aggiungerebbe anche un "Controllate sempre bene prima le protezioni che usate" ma alla fine sorride soltanto al figlio, per fargli capire che per lei il discorso è chiuso. « Mi ha chiamato Beatrice. » « E se sei qua è solo perché te l'ho permesso io. » Sguardi truci quelli che si rivolgono i due Branwell prima che Stan scrolli la testa sapendo che il solo continuare a parlare avrebbe portato ad una guerra fumantina senza fine, Scorpione com'è Pervinca fino al midollo. « Bene, come il signor Branwell ha osservato, prenderemo le Passaporte come d'accordi. » Dice lasciando che tutti passino di fronte a lei all'interno della stazione di Hogsmeade. « E poi? » Il volto di Pervinca si riempie di quella tipica rabbia materna che, se avesse una ciabatta a portata di mano, state pur certi che la tirerebbe in testa al figlio. « E poi se non la fai finita ti tolgo pure la paghetta e poi vediamo come fai quei tuoi regalini segreti a Lizzie. » Lo dice a bassa voce, rivolto solo a lui, con gli occhi del biondino che si spalancano per lo stupore, prima di invitare tutti a riunirsi intorno ai due vecchi scarponi che sono stati prenotati per loro. Un guizzo e si ritrovano alle porta di un villaggetto magico in cui abita un famoso profeta dalle doti divinatorie magistrali. « Da qui si procede a piedi. In marcia. » Dice tutta elettrizzata rivolgendosi alla ciurma mentre batte le mani. « Su, forza, respirate a fondo e ossigenate bene le vostre cellule. » Continua mentre prende a camminare di gran carriera, avendo avuto la giusta intuizione di mettersi gli stivali comodi per quella scampagnata. « C'avevate creduto, dite la verità. » Sbotta così dopo appena qualche minuto di tragitto, entrando in una piccola piazzetta, lì dove è parcheggiato un pulmino dall'aria abbastanza scassata, dal colorito spento, che Noah stesso ha lasciato lì per lei. Lo indica, tutta felice, aspettandosi la stessa reazione dai ragazzini. « Okay, salite veloci che è già tardissimo e io non so guidare nemmeno così bene con il cambio manuale. » Sorride, angelica, prima di salire dalla parte del guidatore, andando ad accendere lo stereo per poi trovare Heartbreak Hotel di Preasley. « Toh, che cul-fortuna. Come cominciare alla grande il viaggio. E per proseguirlo su questa onda facciamo un gioco.
    Su, non fate i timidi che è un attimo a perdere punti casata. »
    [..] Il viaggio è durato più del previsto, ma essendo partiti in anticipo, riescono ad arrivare in tempo. « Mi raccomando: finita l'assemblea, mi venite a cercare e torniamo immediatamente. Chi pensa di fare il furbetto, beh, dirò che il sottrargli punti sarà solo il primo passo nella discesa del suo personalissimo inferno. » Sguardo serissimo e torvo che abbraccia tutti prima di sciogliersi in un sorriso dalle venature pazze. « A dopo! » Ultime raccomandazioni al figlio prima di intercettare la figura di Erin, che raggiunge a grandi falcate, con la gonna che le carezza le gambe. « Sono il supervisore di un gruppetto di ragazzini ormonati e ho raccontato una cazzata al preside per portarli qui: quanto sono fottuta da uno a Pervinca Branwell? » Si annuncia così, per poi lasciare un bacio sulla sua guancia, poco prima che l'assemblea cominci con la voce di Tris che si propaga per tutta la piazzetta sotterranea. Man mano che lei parla, Pervy si ritrova soggetta a brividi freddi che la percorrono da capo a piedi. Tris parla della Loggia Nera nuovamente aperta, di nemici che hanno cambiato pelle, dei Ribelli che tramano nell'ombra e il suo unico pensiero va ai propri figli, gli stessi per i quali ha creduto fortemente nella Restaurazione, per i quali è passata sopra al fatto che la pace che ne è conseguita potesse essere per molti apparente. Pervinca non ha dimenticato ma è semplicemente andata avanti, però pronta in ogni momento a difendere Carrie e Stan da ogni possibile pericolo. Ed è per questo che il sentire parlare di nuove guerre all'orizzonte, effettivamente, le mette non poca ansia addosso, tanto da cominciare a tamburellare la gamba sinistra contro il pavimento. « Mi tesoro, calmade! » Respira a fondo quando sente la mano di Jo scivolare sopra la sua mano. Lui non è lì, non fisicamente, ma riesce perfettamente, ancora una volta, nell'impresa di darle forza e arrestare il movimento fastidioso della sua gamba. Si appoggia a lui, la testa che scivola nell'incavo del suo collo per sussurragli un "Certo che potevi pure alzare il culo e farti vedere davvero da queste parti eh!" prima di alzare la mano, mettendosi poi in piedi, la bacchetta puntata alla gola per un Sonorus. « L'idea di dover forse scendere nuovamente in guerra mi terrorizza. » Non ha alcuna vergogna ad esplicitare quella sensazione che le fa contorcere in quel momento lo stomaco come tutte le volte in cui vaga per i corridoi di Hogwarts, con la costante paura che risbuchi fuori un demagorgone da un momento all'altro e non poter fare effettivamente qualcosa per proteggere tutti gli studenti. « E se devo dire la mia a riguardo, le nostre forze dovrebbero essere canalizzate nel capire come combattere questo antico nemico dalle nuove vesti. Non per minimizzare il livore giustissimo dei Ribelli, Byron è uno di noi e dovremmo pensare a come salvarlo, ma scatenare un'altra guerra civile al momento non ha alcun senso e non è lontanamente la risposta giusta dato che sappiamo bene che non c'è alcuna battaglia umana che terrà quando la Loggia Nera dispiegherà le sue armate. » Non ci sarà nuovamente alcuna divisione in Terra quando l'Inferno calerà il suo asso. Il tono è grave e carico di pathos. « Per questo motivo credo sia il caso di capire anche come muoverci per non ritrovarci ad Hogwarts come quattro anni fa, con la Loggia Nera che proliferava tranquilla sulla pelle di ragazzi che non hanno più visto la luce del sole. » Un'ulteriore scarica adrenalinica le attraversa la schiena. « Mi metto a completa disposizione, sia che ci siano già delle idee di difese o eventuale evacuazione per il castello, sia per pensarle insieme. Solo, non dimentichiamocene. »

    Interagito con il gruppetto di scappati di casa di Hogwarts + Erin e nominato Noah (se volete usare Stan fatelo pure che è un rompicoglioni quindi ficcanaserà sicuro un po' ovunque)



    Edited by anesthæsia¸ - 3/4/2021, 21:24
     
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    what would david bowie do?
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    Occhiali scuri, capelli scompigliati, tazzona di caffè Starbucks e voglia di vivere sotto i piedi: era così che Alyssa Carter si era attrezzata per affrontare la giornata che l'aspettava. Essere convocati ad Inverness, d'altronde, non presagiva nulla di buono, specialmente per una che le proprie responsabilità nei confronti del ruolo di sin eater cercava di evitare come la peste più o meno dal giorno zero. Unica consolazione: la presenza di Pervinca, Mia e Asa. Eppure, anche lì, non era certa di quanto loro potessero esserle d'aiuto qualora la situazione fosse andata a vertere su lidi che lei poco gradiva. E questa, se lo sentiva, era una possibilità talmente concreta da stagliarsi nella sua mente come una mezza certezza. Ma Alyssa era il tipo che di cose serie non voleva parlarne nemmeno sotto tortura, così, al suo solito, fece finta di nulla, avvicinandosi al gruppetto con passo svelto e baldanzoso. « Ditemi che qualcuno ha portato l'erba. » proferì ironica, prendendo un sorso di caffè e passando lo sguardo sui presenti fino a posarsi sull'unico individuo più basso di lei. « Ciao Stan. » Come se nulla fosse, stirò un sorriso al bambino e prese un altro sorso della bevanda, rivolgendosi ancora agli altri. « Allora? » [..] Alla fine quella loro gita si era dispiegata in un viaggio in pulmino - un tocco che Alyssa sembrò apprezzare particolarmente, prendendosi ben due posti per stendere le gambe su uno e sedersi sull'altro, poggiando la schiena contro il finestrino del trabiccolo. Partecipò anche al gioco proposto da Pervinca per passare il tempo, eppure per tutto il viaggio sentì distintamente una sensazione spiacevole alla bocca dello stomaco, come se a livello istintivo sapesse che quella giornata non sarebbe andata a finire bene. Non disse tuttavia niente, fingendosi allegra e sopra le righe come se nulla fosse. « Mi raccomando: finita l'assemblea, mi venite a cercare e torniamo immediatamente. Chi pensa di fare il furbetto, beh, dirò che il sottrargli punti sarà solo il primo passo nella discesa del suo personalissimo inferno. » Si drizzò sull'attenti a quelle parole, rivolgendo a Pervinca l'imitazione di un saluto militare prima di sciogliersi, calandosi gli occhiali scuri sul naso per rivolgere un'occhiata eloquente a Mia sull'orlo di un sorriso malizioso. « Niente giochini oggi, eh? » Sciabolò le sopracciglia, allusiva. Mia avrebbe capito. A quel punto, toltasi gli occhiali una volta per tutte, si voltò in direzione di Asa, assestandogli una pacca sul culo senza troppi complimenti. « We, stangone, trovaci un posto dal quale anche io possa vederci qualcosa, ok? »
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    I discorsi seri iniziarono prima di quanto Alyssa avrebbe voluto, portandola a starsene in silenzio con le braccia strette al petto quasi in un inconscio moto di rifiuto nei confronti di tutto ciò che sentì dire a Beatrice Morgenstern. « Semmai la Loggia Nera ha smesso di produrre effetti tra noi, di certo a partire da settembre è diventato evidente che non è così. Alcuni dei nostri hanno rischiato di rimanere incastrati nell'Upsidedown. Abbiamo decine di Sin Eater che stanno tornando a riattivarsi. » A quel punto del discorso, la giovane Carter, che teneva i grandi occhi sgranati e fissi sull'alpha, si portò alle labbra l'indice, cominciando a mordicchiarne nervosamente l'unghia e torturarne le pellicine. E da quel punto in poi, per lei fu solo una lenta discesa nell'oblio. Più Beatrice parlava, più ad Alyssa montava nel cuore quel senso di panico che le prendeva quando si sentiva messa con le spalle al muro, ingabbiata in una situazione che non voleva affrontare e posta di fronte a dei traumi su cui non aveva mai nemmeno provato a lavorare. La Serpeverde aveva chiuso tutto in un cassetto, fingendo semplicemente che non esistesse. Le Logge si erano chiuse, tutti erano salvi e non c'era alcun pericolo all'orizzonte. Non voleva saperne di guerre, drammi politici o altro. Delle Logge, poi, si era tenacemente impegnata a ignorarne del tutto l'esistenza. Nemmeno si rese conto del fatto che il suo fiato avesse iniziato a farsi corto o che sulla sua lingua si stesse insinuando il sapore ferroso del sangue ad indicare che si stesse spingendo un po' troppo oltre nel mangiucchiarsi quelle unghie. Quando Pervinca prese parola, gli occhi della moretta cominciarono a saettare qua e là nella stanza, come se stesse tentando in tutte le maniere di individuare le vie d'uscita da quel dedalo sotterraneo pieno di gente. « Per questo motivo credo sia il caso di capire anche come muoverci per non ritrovarci ad Hogwarts come quattro anni fa, con la Loggia Nera che proliferava tranquilla sulla pelle di ragazzi che non hanno più visto la luce del sole. » Bianca in volto come la carta, Alyssa cominciò ad avere la vista annebbiata da pallini grigiastri. Brevi flash di memorie seppellite si accavallarono nella sua memoria in maniera sconnessa, richiamando immagini e suoni che avrebbe solo voluto dimenticare. Si sentiva soffocare. Non c'è aria. Non c'è aria qui dentro. Si guardò intorno ancora una volta, muovendo la testa a scatti per individuare l'uscita mentre il panico le montava in petto. Devo uscire. « Ho bisogno d'aria. » disse velocemente, in un filo di voce appena percettibile, rivolgendosi a chiunque fosse accanto a lei senza riuscirne tuttavia a focalizzare i tratti. Nemmeno si diede tempo di capire con chi stesse parlando, né tantomeno di farsi rispondere: girò i tacchi e cominciò a sgomitare tra la folla, procedendo dritta verso l'uscita e muovendosi a passi spediti in direzione della superficie mentre cercava di prendere profondi respiri per combattere l'attacco di panico e ricacciare indietro le lacrime.

    Interagito con Pervinca, Mia, Asa e (alla fine) con chiunque le si trovi accanto in quel momento.
    Niente, è uscita in preda ad un attacco di panico, #poorstar


     
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    Quando bussa alla porta dell'appartamento di Benji la mattina del dieci marzo, Valerie sembra uno straccio. Pesanti occhiaie stanno circondando i suoi occhi. Non ha dormito molto la notte prima; l'insonnia ha avuto la meglio su di lei. Non appena il ragazzo apre la porta, Valerie stira un leggero sorriso meccanico, alzando le chiavi della macchina al lato del viso. « Ho trovato un passaggio di tutto rispetto. Su. Muoviamoci. » Finiamo con questa burinata il prima possibile. E' piuttosto tesa all'idea di un'assemblea nella Città Santa. Tanto lei quanto Benji, essendoci vissuti da una vita, sanno che i cacciatori non indicono assemblee così allargate a meno che qualcosa di molto grave sia accaduto. Percorrono la strada fino a fuori dal villaggio in silenzio e, una volta giunti di fronte alla macchina, Val getta le chiavi all'amico, immettendosi sul posto del passeggero davanti. « Mi raccomando guida piano. Oggi non è proprio giornata. » Con l'umore altalenante della bionda, chi la conosce già da tempo è abituato. Allunga le gambe sul cruscotto e si abbassa gli occhiali da sole scuri sul viso, appoggiando la testa contro il finestrino. « Ah senti.. sta roba ha il GPS. Aspetta un secondo. » E quindi, sfoderata la bacchetta, fa esattamente come le è stato detto per ovviare al problema. « Mio marito pensa che me ne sto andando a spasso. » Pensa quanto sarebbe bello se in seguito, per qualche ragione, pure le gite a Inverness diventassero un problema. Certo, Valerie a Inverness ci viveva, quindi non sarebbe stato comunque un problema. Per tornarci, tanto lei quanto Benji avevano tutte le scuse del mondo. Parcheggiarono non molto lontano dalle porte della città, dopo un viaggio fatto di supposizioni e ipotesi senza senso. Ad un certo punto le elucubrazioni di Valerie erano diventate talmente macabre e pessimistiche che avevano virato sul discorso scuola, parlando del Golden Match e di quanto accaduto nell'ultimo periodo. Valerie non sembrava avere un'opinione molto formata in merito, né sembrava essersene interessata particolarmente, ma James Potter era pur sempre il fratello del migliore amico di Benji. Il coinvolgimento doveva essere decisamente differente. Giunti in città passarono a casa di Ellie; saggiamente, a differenza di quei due zucconi, la giovane lycan aveva deciso di restare in città. « Detto tra noi, hai fatto bene a restare qui. Avrei fatto la stessa cosa se non vivessi con mia madre. Sinceramente se vivere a Inverness significa farmi rompere le palle pure quando vado al bagno, thank you, next! » Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. Che la signora Harmon fosse particolarmente apprensiva era abbastanza evidente sin da quando la bionda era poco più che una bambina. « Ah.. a proposito. Se la beccate, ora vivo con Cael, sia chiaro. Così almeno smette di dirmi che vivo con un branco di animali. » Non approvava molto il fatto che la figlia volesse vivere nel campus quando aveva una casa a poco più di un'ora dal castello di Hogwarts. [...] Presero posto sugli spalti in alto, un po' più in disparte. Valerie si portò le ginocchia al petto e ascoltò il discorso della giovane leader di Inverness con una leggera apprensione. Il discorso sulle Logge non la stupì affatto, specie dopo le esperienze che l'avevano vista protagonista alla Vigilia di Natale. Fu tuttavia il discorso di Pervinca Branwell a metterla maggiormente sugli attenti. Si voltò quindi di scatto verso Benji. « E' successo anche a te? Dico.. vomitare.. quante sono queste decine di sin eater attivati? » Chiese di scatto spostando lo sguardo da Ellie a Benji, cercando di capire cosa sapessero di preciso loro. « Credevo fossero casi isolati.. » Io credevo di essere un caso isolato. Di scatto si guardò attorno con fare più vigile. Non erano pochi i sin eater presenti. Quanti di loro hanno avuto esperienze di questo tipo? Di scatto provò un profondo nervosismo, realizzando che qualunque caso isolato non doveva più essere così isolato. Alcuni dei nostri hanno rischiato di rimanere incastrati nell'Upside Down. « Beatrice ha parlato del Sottosopra. E' mai possibile che le cose siano già così serie da esser andati incontro a quelle robe lì? » I mostri. Il gelo. Le trappole. Nessun è morto, quindi chiunque ci abbia avuto a che fare forse è già qui. Per un istante rabbrividì. A questo punto la domanda non è se dobbiamo agire, ma perché non abbiamo agito fino ad ora. « A me qualcosa è successo.. ma non era il Sottosopra. Era.. diverso. » E ora ne porto un pegno bello significativo che non so più come nascondere. Mi divora dall'interno.

    Interagito con Benji ed Ellie.



     
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    L'unica cosa che Benji riesce a pensare, il dieci di Marzo, è quanto diavolo gli faccia paura Beatrice Morgerstern. Per Morgana se gli fa paura. A confronto Mia Wallace è un agnellino - e fidatevi, non lo è affatto. Ma secondo te cosa ci dirà? C'entra il discorso di James? - invia all'amica una dozzina di messaggi identici, tutti con un unico mantra: dimmi in che modo mi devo preparare, che qua non siamo molto bravi a improvvisare, grazie. Il flusso di pensieri del giovane Bellow viene interrotto ben presto da Valerie Harmon e dalla sua proposta assolutamente... Benji non saprebbe neanche come definirla. Folle è riduttivo. In breve: secondo la Harmon lui dovrebbe mettersi a guidare fino a Inverness. Lui. Con la fortuna che si ritrova, come minimo, si vanno a schiantare contro un Platano Picchiatore nel giro di cinque minuti. «Val, non è che tipo -», potremmo prendere una Passaporta o qualsiasi altra cosa non dia nell'occhio - per favore - ti supplico? « Mi raccomando guida piano. Oggi non è proprio giornata. », no, a quanto pare l'opzione autovettura Cousland rimane l'unica presa in considerazione dalla ragazza. «Certo che vado pian -», mentre lo dice - e mentre, contemporaneamente, allaccia la cintura - pigia col gomito il clacson. Le guance si fanno rosso fuoco. Guarda la Harmon e spalanca gli occhi: sei ancora sicura? - e siccome lei non risponde alla domanda, gira la chiave e mette in moto. [...] « Detto tra noi, hai fatto bene a restare qui. Avrei fatto la stessa cosa se non vivessi con mia madre. «- ma non vivi con -» Sinceramente se vivere a Inverness significa farmi rompere le palle pure quando vado al bagno, thank you, next! », Benji ammutolisce. Stava per creare un casino sollevando l'ipotesi "ma non vivi con tuo marito?", però per fortuna si trattiene. Fissa Elaine e implora, con gli occhi: non è che vi va di cambiare discorso? - o qualunque altra cosa possa esorcizzare la paura che prova addosso, alla sola idea di dover entrare in azione com'è accaduto al rave. Thank u next anche per me, qualunque cosa sia - e nella testa di Benji è un cocktail, così, per dire. « Ah.. a proposito. Se la beccate, ora vivo con Cael, sia chiaro. Così almeno smette di dirmi che vivo con un branco di animali. » «- mkay.», bofonchia, puntando lo sguardo sul terriccio e cercando di estraniarsi finché la Morgerstern non affronta i presenti. « Alcuni dei nostri muoiono in circostanze misteriose. E ne moriranno altri. Molti altri. E' scritto e accadrà. », questo a riprova del fatto che Benji avesse ragione a cagarsi sotto dalla paura. Mai stato un Grifondoro nel cuore, quasi percepisce il vomito risalire, pronto a dare spettacolo e a togliergli la salute. E la serenità. E il sonno. E tante altre cose. « E' successo anche a te? Dico.. vomitare.. quante sono queste decine di sin eater attivati? » «Io...», sto per svenire. Diventa pallido come un cencio, ma inspiegabilmente le gambe lo sorreggono. «Ho bisogno...»,
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    di andare via. Di salvare James. Ma anche di non affrontare questo pericolo. Ma anche di salvarlo perché è giusto così, per la sua famiglia, per il rapporto coi Potter. Ma anche di chiudermi in stanza, mettere le cuffie e scomparire. Ma anche di... Guizza con gli occhi da Valerie ad Ellie, che probabilmente si staranno chiedendo se c'è o ci fa. Fondamentalmente la risposta è: nessuna delle due. «... Val... che intendi per...», si concentra sulle ultime parole della ragazza, particolarmente preoccupato dall'uso curioso di quella definizione. «...d-diverso?», diverso in senso buono, vero? - perché nulla può essere peggio della sensazione di totale smarrimento che si prova di fronte alla riattivazione del gene sin eater. «Val. Credo che quello... NontigirareperMorgana. Credo che quel tipo - ti ho detto di non girarti, Val! - ti abbia sentita.», cento per cento che anche lui vorrà sapere cosa significhi "diverso". «Ehm.», Benjamin Bellow che prende la parola per disperazione, perché ormai il danno è fatto e alcuni occhi si sono puntati in direzione del gruppetto. «Sì.», lo sguardo incontra quello di Beatrice. «Q-q-q», quello che ha detto lei, sì, sono d'accordo - «Sì.», salviamo Potter. Lo dobbiamo alla sua famiglia. E poi vi prego - scappiamo tipo in una nuova isola dimenticata da Morgana e da tutti gli dei e rinchiudiamoci lì per sempre gettando la chiave e creando una nuova civiltà che nessuno conosce e conoscerà mai, sì. «Ci allontaniamo solo un secondo?», e trascina Val con sé, al riparo da occhiate lycan - cosa che da sola basta a sintetizzare l'angoscia che Benji prova sulla pelle -, finché non sbatte contro un'altra ragazza palesemente in lacrime. L'azione più giusta da fare sarebbe consolarla e dirle che tutto andrà bene - menzogna -, ma è risaputo quanto Benji sia la persona meno adatta a portare conforto agli altri. Così se ne sta impalato, in attesa che una luce divina risolva quel problema per lui.

    Interagito con Val, Ellie, osservata Alissa
    Citate Mia e Tris



    Edited by bello(w) - 5/4/2021, 18:36
     
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    Se lo aspettava che prima o poi quel momento sarebbe arrivato: quello in cui Inverness li avrebbe chiamati tutti a raccolta. Una parte di sé sembrava aver quasi atteso quell'adunata, trovandolo preparato quando le sue aspettative si realizzarono. Fu dunque piuttosto veloce a prendersi la giornata libera dal lavoro, organizzando quanto necessario sia al Gruppo Peverell sia in casa per dare la sua presenza al cento percento in quell'assemblea. E infatti Albus era arrivato con un discreto anticipo - il che era piuttosto singolare, date le sue abitudini. Aveva salutato Tris con un cenno del capo, porgendole una delle due tazze di caffè che aveva acquistato nel percorso verso la città sotterranea. « Dici che si presenteranno? » aveva chiesto lei, col tono velato da una scettica preoccupazione. La gente ha voluto dimenticare. Forse giustamente. Ha voluto voltare lo sguardo altrove e dirsi che era tutto finito, che era tutto a posto. Una convocazione ad Inverness, però, era già per definizione uno stracciare completamente quell'idea che alcuni di loro avevano già accantonato da diverso tempo. Sospirò, volgendo lo sguardo alla parabatai e sciabolando le sopracciglia. « Buona fortuna! » disse, prima di unirsi ai primi che iniziavano ad affluire nell'ambiente, prendendo posto tra le prime file.
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    Quando Tris iniziò a parlare, le sue parole non lo lasciarono sorpreso. Quello che non sapeva già, lo aveva comunque preventivato, aspettandosi che la linea della Morgenstern non potesse essere diversa da quella appena esposta. Era solo giusto tenere Inverness e la Ribellione separati fin quando sarebbe stato possibile. Lo stesso Albus sapeva che presto o tardi la propria posizione avrebbe iniziato a vacillare dal punto di vista politico, e di certo non aveva intenzione di portare a fondo con sé le persone che lo avevano ospitato nel momento in cui più ne aveva avuto bisogno, dandogli modo di chiamare casa quella città. Si limitò quindi ad annuire con un certo vigore, rimanendo in silenzio anche quando fu Pervinca Branwell a prendere la parola. « È vero.. » prese parola, appena la sua ex professoressa di Divinazione ebbe finito di parlare « ..non vogliamo ritrovarci con un altro lockdown che potrebbe decimare ulteriormente le giovani leve del mondo magico. » Già dal primo non siamo stati in molti a sopravvivere, e chi ci è riuscito si è anche portato dietro traumi indelebili di cui probabilmente non riuscirà mai a disfarsi. « Ma tenere il fronte umano ben presente tanto quanto quello delle Logge è essenziale. » fece una pausa, guardandosi intorno per scrutare le reazioni dei presenti. « La Loggia è potente e agisce nelle maniere più subdole..ma c'è sempre stata e sempre ci sarà. » Quindi perché proprio ora? Perché questo periodo storico e non prima? Domande, quelle, a cui Albus non poteva avere risposte certe, ma almeno delle relative spiegazioni sì. « È stata la sete di potere di alcuni, ad aprirle le porte per imperversare su di noi come le pareva. È stato Edmund Kingsley a pianificare lo scempio del lockdown con la connivenza di Norwena Zabini e chissà quanti altri di cui non sappiamo nulla e che sono ancora a piede libero. » Quei morti sono stati seppelliti da tempo, ma non erano soli, e di certo non erano gli unici responsabili di ciò che è accaduto. « Chiudere le Logge è sicuramente la priorità, ma è altrettanto importante assicurarci che chiunque le appoggi - o anche solo che le favorisca inconsapevolmente - non ne esca con le mani pulite come l'ultima volta. Anche a costo di un'altra guerra civile. » Perché questo è l'esatto risultato dei compromessi che abbiamo accettato per un quieto vivere che si è rivelato solamente fittizio. Sospirò, inclinando il capo di lato. « Per il momento, tuttavia, sono d'accordo con il tenere gli affari separati. Propongo comunque di agire d'anticipo, cercando di pensare anche alla peggiore delle ipotesi e tenerla a mente come una concreta possibilità. » Ovvero l'upside down. « Potremmo pensare a creare nuovi santuari. Hogwarts in primis, per evitare che si verifichi un'altra carneficina come quella del lockdown, che ha colpito i più impreparati nella nostra società. »

    Interagito con Tris. Citata Pervy.

     
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    « Tris, io ci farei comunque un bel pensierino sopra all'idea di costruire un bello Starbucks dalle parti del Jailbreak's. » Inarca le sopracciglia nell'avvicinarsi all'amica e al suo parabatai, lasciandosi crollare al suo fianco prima di lanciare un saluto ad Albus. Immancabili occhiali scuri calati sugli occhi, una tazza di cartone contenente caffè in una mano portata alle labbra. « Cioè figurati, questo caffè è delizioso eh, ma vuoi mettere piazzare ad Inverness una bella roba mainstream? Oltre ad essere comunque posti di lavoro in più, immaginati gli anziani a farci colazione insieme alle nuove leve dei cacciatori. Arte moderna! » E' così che Samuel Scamander affronta l'ansia e le situazioni dalle atmosfere cariche di aspettative come quella in cui si ritrovano: con il suo solito carico di battute non richieste, giusto per provare a riscaldare un po' gli animi prima dell'impatto. Pian piano, la piazzetta sotterranea si riempie di gente, come mai aveva dubitato il moro - cioè, chi è il pazzo che non risponderebbe alla chiamata della Morgenstern? - e lui si ritrova ad alzare una mano non appena intravede Rudy, per fargli cenno che ha tenuto dei posti di fianco a lui. « Ben svegliati raggi di sole! » Saluta l'amico e Raiden con un cenno della testa prima che all'assemblea venga dato il via con Tris che prende parola. Si ritrova ad annuire a molte delle sue parole, interrogandosi poi su altre. "Abbiamo decine di Sin Eater che stanno tornando a riattivarsi." Soppesa ogni parola, cercando di elaborarle nel momento in cui si abbassa gli occhiali e si mette a scrutare i volti che ha intorno. Si domanda chi, tra i sin eater che effettivamente conosce, si sia riattivato, chi ha passato un pomeriggio tra le pene dell'inferno, pensando di non rialzarsi più dal pavimento del bagno, come lui, chi era talmente terrorizzato da rivedere quella melma fuoriuscire dalla bocca, lasciandogli le labbra sporche di un appiccicoso nero, che ha sperato di morire in quel momento, sapendo bene cosa volesse presagire un avvenimento del genere. Non è mai finita e io ho sperato per mesi di averla scampata. Ha sperato che tutti quegli indizi di cui si è andata riempendo la storia dell'ultimo anno e mezzo fossero solo semplici casi isolati. Perché se cerchi di non vedere una cosa, se guardi dall'altra parte, ci speri con tutto te stesso che non ti toccherà, che non si avvicinerà in alcun modo. Un po' come fanno i bambini quando giocano a "Bubusettete", quando chiudono gli occhi, è impossibile che gli capiti effettivamente qualcosa, ma lo spavento arriva solo quando sono costretti a riaprirli. Ascolta i vari interventi e aspetta che Albus finisca il suo per lanciargli un'occhiata, mentre si morde il labbro inferiore. Si allunga verso di lui con la schiena affinché lo possa sentire. « Nel giocare d'anticipo forse si dovrebbe pensare a qualcosa anche per i sin eater. » Dice senza avere un'effettiva idea di partenza ma una che si costruisce, man mano che parla. « Tipo una roba come addestrarli, aiutarli a capire che hanno anche un vero potere oltre allo schifo che c'è di mezzo. » Lancia uno sguardo a Percy e Tris a mo' di "Scusate ma è così!" « Soprattutto i più piccoli che hanno ancora il trauma non solo del Lockdown ma anche di come abbiamo dovuto sperimentare la nostra comunione la prima volta. » Il ricordo di quel lento e micidiale affogare, senza che servisse a nulla dimenare i piedi per provare a risalire in superficie, gli fa sentire ancora una strana sensazione a livello del petto, come se i polmoni fossero ancora pieni di quella feccia in cui si erano ritrovati a galleggiare, inermi, fin quando una forza ancestrale non aveva dato loro la spinta di reagire al non sapere assolutamente cosa stessero facendo. « Insomma qualcosa per prepararli alla peggiore delle ipotesi. » Perché un sin eater fuori fuoco, in negazione o che non sa quello che deve fare vuol dire una forza in meno sulla quale contare per aprire i varchi. E una possibilità per qualcun altro di morire, nel frattempo.

    Interagito con Tris, Percy, Albus, Rudy e Raiden.

     
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    Percy aveva fatto esattamente ciò che ci si aspettava da lui: si era presentato all'assemblea e lo aveva fatto al fianco di Tris, entrando assieme a lei prima che i primi arrivati cominciassero ad arrivare. Era vestito bene, forse pure un po' troppo per l'ambiente in cui si trovava, ma anche quella era stata una scelta piuttosto oculata da parte sua, che al caso non lasciava mai davvero nulla. Rivolse un sorriso a Sam quando si avvicinò a loro. Forse dovrei parlarci, presto o tardi. Sulla scia di quei pensieri, lanciò una veloce occhiata a Tris, conscio del fatto che lei potesse seguire il suo filo mentale e dargli consiglio a riguardo. In fin dei conti è pur sempre il mio sin eater. Sarebbe il suo ruolo e io non posso nemmeno continuare a evitare per sempre di avere una discussione più seria con lui. D'altronde c'erano stati tempi in cui Percy aveva ritenuto che una discussione seria con Samuel Scamander fosse possibile solo in un delirio febbrile. Ma da quei giorni ormai lontani erano cambiate fin troppe cose e il loro rapporto aveva preso forme e strade ben diverse.
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    Quando fu chiaro che l'assemblea stesse per iniziare, Percy prese posto accanto a Sebastian Morgenstern in prima fila, ascoltando con attenzione quel discorso di cui entrambi conoscevano già il contenuto. Per tutto il tempo, il giovane Watson tenne il contatto lycan chiuso, sganciandosi da tutti gli altri come ormai era solito fare con crescente frequenza. Lasciò parlare tutti coloro che decisero di farlo, attendendo che Sam finisse di parlare prima di prendere parola con fredda pacatezza. « Voglio riallacciarmi a ciò che ha detto Pervinca. Non per fare il disfattista, ma per essere semplicemente realistico. Al momento non solo non abbiamo bisogno di una guerra civile, ma non sarebbe neanche saggio inimicarci le istituzioni. Sulla base di cosa? » Sollevò un sopracciglio, scettico. « Di affetto e simpatia nei confronti di Byron Cooper e James Potter? » Scosse il capo, stringendosi leggermente nelle spalle. « Credere nella loro innocenza non prova alcunché sul Progetto Minerva. E agire sulla base di questo spirito è solo un ottimo modo per mettere Inverness e tutto il branco in cattiva luce. » Sospirò. « Se devo essere completamente onesto..io sarei per lasciare la rivoluzione » e sottolineò quella parole con un'alzata di occhi al cielo e un tono vagamente canzonatorio « al quando e soprattutto al se ci sarà mai davvero qualcosa da rivoluzionare. » Fece una pausa, scrollando le spalle con semplicità. « Non mi fido di quelle teste calde. Credo che associarci a loro potrebbero portare solo guai - a noi, quanto alle effettive possibilità di scagionare i due imputati. » Se tuttavia Percy avesse parlato davvero in completa onestà, questo poteva saperlo solo lui, dato il lucchetto chiuso a doppia mandata sul legame lycan. Prese dunque un sospiro per passare alla seconda parte del proprio intervento, una che a prescindere da tutto il resto, gli premeva davvero di più. « Dovremmo piuttosto concentrarci a ritrovare gli Strumenti Mortali. Per chi non ne fosse ancora al corrente: sono spariti dal Ministero a Giugno di due anni fa e ovviamente il Governo Flamel si è ben guardato dal farne parola. » Si sarebbe scatenato il chaos. E forse potrebbe scatenarsi anche ora, ma è giusto che ne siano tutti al corrente per capire l'entità del pericolo che incombe su di noi. L'upside down non è una questione di se, ma di quando, a meno che non riusciamo a trovare quegli oggetti per tempo. Non rese noto, tuttavia, come quegli Strumenti fossero spariti. « Dubito che chiunque se ne sia impossessato volesse tenerli per puro spirito da collezionista. Quindi ogni secondo che passa è un secondo in più durante il quale quegli strumenti potrebbero essere utilizzati. » Non per mettere fretta. « Attualmente l'unica pista che abbiamo è quella del Big Ben, da dove si è sprigionato l'Upside Down di Londra tre anni fa. Ma ovviamente dopo la Restaurazione è stato sotto costante sorveglianza degli Auror, quindi non sarà semplice avvicinarci senza un permesso. Ed è solo logico che anche il permesso non sia semplice da ottenere. » Pausa. « Insomma: ci serve un piano. Possibilmente legale. »

    Interagito con Tris e Sam. Citata Pervinca.

     
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    Sbadiglia, Asa, stropicciandosi gli occhi mentre sopraggiunge al luogo d'incontro prestabilito dalla professoressa Branwell. « Che palle » Borbotta, a nessuno di preciso, uno sbuffo a fuoriuscirgli dal petto. « Avevo gli allenamenti, oggi » E per la Kane, lo so, ogni scusa è buona per buttarmi fuori dalla squadra da un momento all'altro. Sospira, prendendo poi a camminare, per seguire a lunghe falcate la figura sinuosa e longilinea della professoressa. « Boh, vabeh » Asserisce, affiancandosi ad Alyssa, di giusto qualche metro poco più distante da lui. « Almeno da qui c'è un bel panorama. » Sussurra, lo sguardo fisso sul..beh, sul sedere della Branwell, che sculetta loro davanti. Metti che ci mettevano la Bibliotecaria dai vestiti in flanella ed il monociglio, come guida. Lì sarebbe stato tutto ancora più triste. « Vuoi un morso sul collo, King? Ti assicuro che no, non è sexy e non ci acchiapperesti di più come pensi. » « Chi ha parlato? Non ti vedo! » Fa finta di guardarsi attorno, il Grifondoro, prima di rivolgere lo sguardo sulla figura minuta del piccolo Branwell. « Oh, scusa! » Annuncia, piegandosi su sè stesso in maniera piuttosto esagerata, giusto per fargliela pesare ancora di più. « Non ti avevo proprio visto. Ti sei perso? - E chi non lo conosce abbastanza, potrebbe addirittura crederci, all'espressione fintamente preoccupata che si palesa sul suo viso. - La tua mamma lo sa che sei qui? » « Oh sì, fai tanto il simpatico. Voglio proprio vedere quanto riderai quando..- » « Sttttt! Ragazzi! Non fate arrabbiare la prof!!! » E' un Tassorosso, -Rigby?- a placare quel loro battibecco. O meglio, a provarci, perchè alla fine, è la Branwell a parlare. « Da qui si procede a piedi. In marcia. » « Andiamo, su. Dammi la manina Stan! » « Vattene a fanculo. »
    [...] « Okay, salite veloci che è già tardissimo e io non so guidare nemmeno così bene con il cambio manuale. » « Vabbeh prof! Ma sa anche guidare i mezzi pesanti! Ma lei si impegna ad essere così eccitante o le viene naturale? » Dice, lecchino come non mai, affiancando la donna prima di salire sul pulmino. Per poco non sbatte contro il tettuccio, ed è costretto ad abbassarsi un po', per potersi incamminare. Faccenda che gli ruba minuti preziosi, tanto che, quando finalmente giunge in fondo, è soltanto un posto, ad esser rimasto libero. Quello accanto alla Wallace. Che culo. « Mi dispiace, è l'unico » Asserisce, senza aspettare una risposta, prima di sedersi. Ci mette un po', a sistemarsi, le gambe che non gli entrano attraverso il poco spazio che lo divide dai sedili anteriori. Fanculo. « La Morgenstern ha richiamato anche te? » Dice, senza guardarla, lo sguardo che vaga sullo schermo del proprio cellulare, visualizzando questa o quella notifica. « Certo che staranno proprio con le pezze al culo, per convocare.. - noi. » Si stringe nelle spalle « O è stato Black dei Falcons, ad invitarti? So che al Golden Match.. - » Lascia la frase in sospeso, piena zeppa di sottintesi « Le tette di fuori hanno funzionato, allora! »
    [...] « Mi raccomando: finita l'assemblea, mi venite a cercare e torniamo immediatamente. Chi pensa di fare il furbetto, beh, dirò che il sottrargli punti sarà solo il primo passo nella discesa del suo personalissimo inferno. A dopo! » Sospira, il Grifondoro, mentre si guarda attorno. Inverness. Quel luogo non gli riporta alla mente ricordi particolarmente piacevoli. E allora, pian piano, tutto quel suo solito menefreghismo, misto ad un'arroganza fuori dal comune, inizia a mutare. Agitazione. « We, stangone, trovaci un posto dal quale anche io possa vederci qualcosa, ok? » Sobbalza, quando quella che si rivela essere un'effettiva pacca sul culo, lo distrae -fortunatamente- da quei suoi pensieri. Si schiarisce la gola, lasciando che quel velo d'inquietudine scivoli via. Almeno per il momento. « Mmmh..La vedo un po' difficile » Commenta, punzecchiandola, prima di avvolgerle le spalle con un braccio. « Ma puoi sempre sederti su di me. Dici che funziona? » Un sorriso che ha del malizioso, prima di rivolgersi verso Mia, poco distante da loro. « Vieni anche tu, Wallace? Tranquilla, con King ce n'è di roba da condividere! »
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    Ma una volta dentro i sotterranei, tutto cambia. La Morgenstern inizia a parlare prima del previsto, ed assieme a lei, altre voci intervengono, chi più, chi meno conoscente. Ed il Grifondoro resta lì, le braccia incrociate, mentre se ne sta poggiato al muro. Quel luogo non gli piace. E' poco illuminato, cupo. Ed Asa ha paura del buio. Ma ostenta indifferenza, seppur sia ormai più che visibile l'agitazione che imperversa sul suo viso, resa ancor più opprimente dai discorsi che stanno uscendo fuori. La Loggia Nera. Il solo sentirla nominare, lo fa rabbrividire. Perchè se li ricorda come fossero ieri, quei momenti. Quel mese che gli è sembrato un'eternità, intrappolato nell'Upside Down. Da solo, al buio. A fargli compagnia soltanto voci, spettri ed ombre. Cazzo. Le mani gli tremano, e allora decide di riporle nelle tasche, tentando disperatamente di darsi un contegno. « Ho bisogno d'aria. » Quella voce, flebile e tremante, lo strappa via da quel limbo crescente. E allora scappa via Asa, tentando di lasciarselo alle spalle, mentre si fa spazio tra la folla per seguirla. « Alyssa! » La chiama, ma lei sembra non sentirlo, continuando spedita verso l'uscita. « Ehi - Dice, una volta raggiunta, affrettando il lungo passo. - Ehi. Che succede? » Domanda, guardandola in viso, per poi stringerla a sè, d'istinto. « Vieni, usciamo » E dicendo ciò rivolge uno sguardo eloquente alle altre due figure lì presenti (Benji&Valerie). « Voi che fate? Venite? » E' solo quando escono, che Asa si scosta. « Respira profondamente. Siamo fuori » Lo fa anche lui, inspirando ed espirando a fondo, più di una volta. « Vuoi allontanarti? Cerchiamo..mmh, qualche locale? C'è uno Starbucks di merda in questo posto? » Si guarda attorno, un'espressione preoccupata sul viso. Davvero, questa volta. « Tu mi dici di cosa hai bisogno ed io lo faccio »
    Interagito con Mia e Alyssa (& Pervinca e Stan all'inizio)
    + Val e Benji alla fine che erano lì vicino


    Edited by boys don't cry - 9/4/2021, 09:49
     
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    « Sono il supervisore di un gruppetto di ragazzini ormonati e ho raccontato una cazzata al preside per portarli qui: quanto sono fottuta da uno a Pervinca Branwell? », Erin viene risvegliata dalla voce frizzantina della sua migliore amica, capace di provocarle un sorriso di gioia nonostante i tempi bui che corrono. Possibilmente, la piccola di casa Scamander non chiude occhio da giorni. Con Lily a metà tra l'incazzato e l'intrattabile e la pressione psicologica degli eventi, è davvero impossibile riuscire a mantenere i nervi saldi. «Fottuta livello Heroncosa - ti giuro che appena inizia a rompere le palle le vomito in faccia.», se ne esce così, con un'accusa gratuita ai danni di Bobbie, quella che per lei è stata praticamente una mezza anima gemella - non per altro, Erin è proprio il suo sin eater - prima che tutto si disfacesse come carta velina quando si tira troppo da un lato o dall'altro. Eccome se hanno tirato troppo. Erin convinta che avrebbe dovuto agire diversamente, Barbara del pensiero opposto: impossibile trovare un punto d'incontro. «Frega un cazzo se ti sente: le sta bene, guarda! Anzi, diglielo, utilizzando Pervinca come tramite delle proprie maledizioni, Erin Scamander piega le braccia sul petto e scocca un'occhiata fulminea in direzione della platea, in attesa che le venga spiegato per filo e per segno perché non possa fare querela - o comunque presentare un qualsiasi rimborso - alla sovranità di Inverness. Io sta roba che si vomita e si soffre mentre i lupi ballano anche meno.
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    « I Ribelli sono arrabbiati [...] Nel frattempo, finché non sarà chiaro se i nostri interessi e i loro potrebbero allinearsi, noi faremo la nostra parte. », cala la testa più volte, Erin, fiera Ribelle assolutamente vecchio stampo. Ignora il signor Watson che proclama di non fare il disfattista quando invece fa proprio questo. Gli rivolge un'occhiataccia da mancata mamma chioccia qual è, quasi vorrebbe urlargli: grazie, mica hanno sbattuto dietro le sbarre tua sorella. Quando poi la pone sul discorso simpatia per Byron Cooper e James Potter, la Scamander quasi non ci vede più. Ha le scintille negli occhi. Anzi, ha il tremore nelle dita, che iniziano a immaginarsi avvinghiate alle spalle del ragazzo per scrollargli di dosso quell'aria da maestrino perfettino. Il fatto che Pervinca sia grosso modo della stessa opinione la ferisce, in parte. Per quanto si potrebbe addurre come spiegazione il suo essere una madre, e dunque il rischio di perdere molto, rispetto ad Erin, ad ogni modo si potrebbe anche controbattere col fatto che la stessa Erin, proprio durante la guerra, abbia perso qualcuno. E questo, lei e Bobbie, lo sanno bene. «Non per fare la testa calda -», no ma tranquilla, Erin, vai pure con l'aggressività, non ti trovi mica in un covo di lycan che potrebbero sbranarti al primo passo falso, così per dire, «- ma a furia di aspettare senza fare niente, tipo, viene l'atrofia muscolare.», cioè raga, ma io non lo so, non l'avete visto Hunger Games? C'è bisogno di una ghiandaia imitatrice. La gente ne ha necessità, per Morgana! «Quindi, dato che si sta parlando di fare la propria parte, io mi dico d'accordo con la proposta di Beatrice. Collaborare.», subito dopo, dimentica dello spirito combattivo con cui si è fatta avanti, Erin si rivolge al suo nipotino bellissimo, domandandogli: «Ciao amore di zia. Pronto a fare il vomitino con me come ai vecchi tempi??

    Interagito con Pervy e Sam
    Citati Bobbie e Percy

     
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    « Val. Credo che quello... NontigirareperMorgana. Credo che quel tipo - ti ho detto di non girarti, Val! - ti abbia sentita. » Si però stai calmo, Ben; che cazzo, sei proprio un cagasotto. Si ricompone, Val, e alza gli occhi al cielo, sospirando, mentre altri interventi si susseguono, tra cui quello di Albus Potter, di fronte al quale, la giovane Harmon aizza le orecchie. Se c'è qualcuno che prima di tutti loro ci ha capito qualcosa su tutta la questione dei sin eater è di certo lui. E' stato il primo. Ci ha guidati nel lockdown. E' il sin eater dell'alfa. Per quanto non gradisse molto la pomposità di cui si tingeva costantemente la sua presenza, doveva ammettere che era una delle persone con cui avrebbe voluto parlare, specie alla luce di ciò che la Morgenstern aveva appena riferito loro. « Ci allontaniamo solo un secondo? » « Porca puttana, Ben! Vivi in casa coi lycan da una vita e ancora te la fai addosso quando ne vedi uno? » Sospira passandosi la mano tra i lunghi capelli color grano. « Va beh, mi ha sentita. E quindi? Diverso può anche essere che ho sognato mia nonna in vesti di demogorgone. » Forse è troppo dura con l'amico. E' chiaro sia in ansia. E a tutto quello siparietto decisamente amorevole, si aggiunge la piccola Carter - si chiama Carter quella lì, giusto? - seguita poco dopo dal bestione di Grifondoro. « Voi che fate? Venite? » Per un istante, Val è genuinamente confusa. Ma perché. Che le interessi ben poco degli scompensi che si stanno diramando attorno a lei è evidente. Che non provi un briciolo di empatia nei confronti di quella improvvisa mini follia collettiva è altrettanto evidente. « Passo. » Caustica e lapidaria. « Ma forse tu dovresti andare. Stai iperventilando, Ben. Magari fatti accompagnare da Ellie. » Asserisce in direzione dell'amico con una pattina di indifferenza. Temo che potresti inciampare nei tuoi stessi piedi. « Ti raggiungo dopo. Ho da fare. » E dicendo ciò stira un sorriso del tutto innaturale rivolgendogli le spalle e muovendosi nella folla nella direzione opposta, vicino al palchetto dove si trova Albus. Si siede non molto lontano dal gruppo che gli gironzola attorno attendendo che finiscano di parlare. Le è impossibile non carpire una parte del discorso di Samuel Scamander. « Tipo una roba come addestrarli, aiutarli a capire che hanno anche un vero potere oltre allo schifo che c'è di mezzo. Soprattutto i più piccoli che hanno ancora il trauma non solo del Lockdown ma anche di come abbiamo dovuto sperimentare la nostra comunione la prima volta. » Ed ì in quel momento annuisce, senza tuttavia voltarsi verso i due ragazzi; inizia a parlare come se fosse stata parte del discorso per tutto quel tempo. Non è certo una novità che le risulti difficile mantenere il contatto visivo con le persone.
    « Concordo. » Asserisce di scatto, mentre si sfrega le mani senza sosta e lascia vagare lo sguardo senza una meta specifica tra i partecipanti. « Non abbiamo neanche cominciato ma alcuni di loro stanno già piagnucolando. » Sarà un po' difficile chiudere le Logge con l'asilo magico al seguito. Solleva appena il mento e rotea la testa prima di stiracchiarsi con naturalezza. « Beatrice ha parlato di sin eater che si sono attivati. Io ho avuto un piccolo episodio.. ma era una roba davvero stupida. Per quanto ne so il tipo con cui ero potrebbe avermi confessato senza rendersene conto di aver rubato delle caramelle ai bambini. » Sdrammatizza così l'evento della Vigilia di Natale, seppur porti ancora il pegno di quella serata sotto la manica della giacca di pelle che tiene ben riparato il morso. E in fondo, a quel conato di vomito, Valerie non aveva davvero dato un gran peso. Fino a quel momento. « Insomma.. voi avete notizie su chi si è attivato e perché? » Non erano notizie di ordine pubblico. Nessuno d'altronde era pronto a urlare in mezzo alla piazza principale di Inverness di aver vomitato melma. A me non mi rende fiera, né lo trovo piacevole. Ma evidentemente non tutti la pensavano come lei. Strabuzzò appena gli occhi, pur non voltandosi verso la nuova arrivata, così come non lo aveva fatto con gli altri, alzando piuttosto gli occhi tra se e se. « Ciao amore di zia. Pronto a fare il vomitino con me come ai vecchi tempi?? » Certo che la Loggia Bianca ci sceglie col lanternino. Ignora quell'intervento a detta di Val decisamente fuori posto per poi incalzarli ancora una volta a darle una qualche risposta. « Vorrei avere qualche informazione in più. Se devo guardarmi le spalle e probabilmente finire per stare dietro a un branco di ragazzini con gli ormoni a palla - e sia chiaro a Hogwarts non se ne salva nemmeno uno -, vorrei sapere quanto meno se c'è qualche pattern. » Oh è i pattern erano estremamente importanti per una come Valerie. Attende per un po', prima di voltarsi finalmente verso il giovane Potter. Ora lo sta guardando in volto per la prima volta. « Vorrei vederti dopo. O subito. Come ti pare. » Se è una cosa che si dice o meno a una persona con cui non ha poi tutta questa confidenza non sembra essere affare di Valerie. « Se sei da solo a casa passo da te. Altrimenti scegli tu. » La delicatezza.

    Interagito con Benji, Asa, Albus, Sam e Erin; nominata Alyssa.



     
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    Il passo da cadetta non l'abbandona mentre si avvia verso la platea nella quale Beatrice ha richiamato l'intera popolazione lycan e sin eater. Il colore scuro della tuta da cacciatrice sembra andare perfettamente al passo con l'umore plumbeo in cui cade non appena percepisce la connessione con la sua sin eater formicolarle lungo la nuca. Non ha bisogno di cercarla nella folla, il suo corpo reagisce naturalmente alla sua presenza. Ah, quindi quando ti gira te lo ricordi che sei chiamata a fare il tuo dovere? Che sorpresa. Si gratta la pelle, più per stizza che per avere un effettivo risultato di soddisfazione nel non sentire più quel brulichio. E' mentre sta per dire al gemello di cercare un posto - preferibilmente dal capo opposto rispetto al duo più biondo della piazza- che si staglia nel suo campo visivo la figura longilinea di Kira. Fa un cenno del capo a Noah prima di scivolare, silenziosa come un gatto, al fianco della mora, l'anima con la quale si è sentita da subito affine, non appena l'ha percepita nella confusione che la prima trasformazione ha generato nella sua testa. « Ti è stata puntata contro una pistola per farti essere qui? » In mezzo a tutta questa gente. Sorride sghemba, lasciandole capire immediatamente lo scherzo con cui sta caricando le sue parole. « Noah, Kira, Kira, Noah. Immagino vi sia già capitato di incontrarvi. » In fondo chi è che non si è ritrovato a finire nella testa altrui durante quell'Agosto? Prima di capire effettivamente dove si trovasse il tasto per spegnere il collegamento. E soprattutto prima di capire come si utilizzava il suddetto bottone. Lo stesso che non sembra tenere premuto nell'istante in cui le arriva parte di una conversazione, tramite le orecchie di Pervinca. «Fottuta livello Heroncosa - ti giuro che appena inizia a rompere le palle le vomito in faccia.» Irrigidisce istintivamente la mandibola, gli occhi fissi sulla testa della donna che ha davanti, quasi a volergliela perforare con i raggi laser che sente di avere al posto delle pupille. All'istante, chiude qualsiasi collegamento esterno. « Certo che Barbie girl se le sceglie sempre poco loquaci, per niente fuori luogo e molto sveglie le compagnie, non c'è che dire. » Indirizza la constatazione al gemello senza guardarlo in faccia. Perché in fondo lo conoscono bene entrambi il tasso di amarezza che scorre tra lei e Pervinca. « Ero convinta però che avessi trovato un modo di tapparle la bocca. » Dopo tutti questi anni. C'è un sorrisetto sornione ad apparire sulle sue labbra prima che il silenzio cali sull'intera assemblea con l'intervento di Tris. Mentre parla, si ritrova a pensare alla pietra lunare che le è stata consegnata a casa, proprio per conto della stessa matriarca a questo punto, si annota mentalmente. Dalla ricezione della stessa, Bobbie ha avuto modo di pensare, pensare a come collocarsi in quel nuovo assetto che le viene reso sempre più chiaro dalle parole della mora. Inverness e Ribelli coesisteranno senza tangenze, su due rette parallele, fino quando e se sarà opportuno far coincidere le vie. Si ritrova ad annuire. Dopo i primi mesi di trasformazione, la lealtà che non pensava di avere se non nei riguardi di se stessa e della propria famiglia, nel tempo si era modulata, si era trasformata, plasmandosi alla perfezione su quel modello di unione perfetta che ha provato nell'istante in cui non era più solo un "io" ma un "noi". Quello stesso attaccamento dal quale ha provato a sfuggire, inizialmente, prima di ritrovarsi ad espandere il suo personalissimo concetto di fedeltà, per agglomerare tutta Inverness. Per questo motivo si ritrova a scuotere la testa sentendo l'intervento della Branwell ma è altresì incuriosita da quello di Percival, sul suo non voler avere nulla a che fare con i Ribelli. Lo fissa mentre parla, come alla ricerca del di più che non dà a vedere. « Attualmente l'unica pista
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    che abbiamo è quella del Big Ben, da dove si è sprigionato l'Upside Down di Londra tre anni fa. Ma ovviamente dopo la Restaurazione è stato sotto costante sorveglianza degli Auror, quindi non sarà semplice avvicinarci senza un permesso. Ed è solo logico che anche il permesso non sia semplice da ottenere. »
    Riapre il collegamento solo per scoprire che da parte sua, invece, tutto tace. Volge lo sguardo intorno a sé, aspettando a capire se qualcuno prenderà parola, avendo pochi dubbi sul fatto che Erin si alzerà in piedi, tutta indispettita, da brava sentimentale qual è. Che poi persino Bobbie si trovi d'accordo con le sue parole è un altro conto. Per questo, senza pensarci troppo, si alza in piedi per prendere parola. « Rimanere in disparte, per quanto possa allettare qualcuno, credo sia fuori questione. Non da meno per la missione che è stata affidata ad ognuno di noi qui presenti. » Una missione che va onorata, volente o nolente. Si guarda intorno, fino a fissare le iridi chiare sulla figura della Scamander. Una breve pausa prima di scivolare allora verso Percival. « In questo momento, tutti coloro che gravitano intorno al Quartier Generale Auror, che sono parenti e/o sono stati associati a Byron e Potter in passato o nello stesso presente, e quindi ritenuti soggetti sensibili, verranno allontanati dai loro casi. » E' normale prassi, dopotutto. « Per questo motivo sarebbe opportuno usare le conoscenze che si hanno all'interno, sia per far fronte alle informazioni centellinate che da qui ai processi verranno rilasciate ufficialmente, sia per scoprire cosa effettivamente gli Auror sono riusciti a carpire dal Big Ben. Se in qualche modo quella porta si è riaperta. » E se è così, probabilmente staranno brancolando nel buio con tutti i lycan fuori dai piani alti del QGA. Vorrebbe aggiungere altro sì, dire quello che sa, ma con un fastidioso senso di protezione nei confronti del soggetto in questione, semplicemente stringe le labbra e si siede. Poi, senza pensarci due volte, la sua proiezione si fa avanti, ritrovandosi in un secondo alle spalle di Tris. « Ho un contatto all'interno. » Le comunica, scivolandole di fianco, frapponendosi tra lei e Albus per poi farsi più vicina a lei affinché altri in ascolto non possano effettivamente sentirla. « Si chiama Marian Dixon, era una mia compagna in Accademia ma non è riconducibile a me in nessun modo, allo stato attuale. » La mia parabatai quando ancora non ne conoscevo nemmeno il significato. « Non so quanto sia interessata alla causa ma le ho fatto vincere un golden ticket per rientrare nella cerchia ristretta di Collins e quindi mi deve un favore. » Inarca un sopracciglio, scostandosi un po' all'indietro. « Posso lavorarci sopra. » Che ne pensi?

    Interagito con Noah, Kira, Tris.
    Nominati Erin e Percy



    Edited by anesthæsia¸ - 6/4/2021, 19:40
     
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    « Sicuro che non vuoi ti passi a prendere? » Domanda Rudy, il telefono all'orecchio, richiudendosi la porta di casa dietro le spalle. « -..Okay. Abbastanza cringe » Ne conviene, da solo. L'importante è rendersene conto, no? « Muovi il culo che Tris si incazza, se ritardiamo » Io abito pure qua, tipo. Come minimo mi apre il culo, se non arrivo in orario. Dall'altro lato del telefono, il suo amico Raiden. Hanno deciso di incontrarsi a metà strada, per evitare al giovane Black di andarlo a recuperare ad Hogsmeade, beccandosi chissà quanti giornalisti pronti ad un assalto mediatico. « Okay sì, ti vedo, arrivo » Annuncia in una nota vocale, soltanto dopo aver individuato la figura del giapponese tra tante altre. « Sei quello che sta guardando il culo alla Branwell? Non te la raccomando, uomo avvisato mezzo salvato. » Lo prende in giro -sperando in effetti che Pervinca non sia in ascolto, impegnata per com'è a badare agli studenti del castello, se vuole evitarsi una ginocchiata in posti poco piacevoli- prima di staccare, posare il telefono in tasca e, infine, avviarsi verso di lui. « Hai perso tempo ad incipriarti il naso? » E' il suo saluto da maschio alpha, con tanto di spallata virile. Si scosta, in un sorriso quasi addirittura visibile. « Andiamo, dai »
    Una volta dentro, il lupo si guarda attorno, adocchiando più di un viso conoscente. Con un cenno del capo saluta Tris e Percy, assieme poi a Pervinca, prima di adocchiare Sam, di qualche metro distante da loro. Gli fa cenno verso i posti che deve aver riservato, e allora si incammina, Black. « Ben svegliati raggi di sole! » « Owww, sei stato troppo romantico a tenermi il posto accanto a te.. » Asserisce, poi si siede. « Sto io in mezzo. Così non fate le fidanzatine gelose » Prende in giro entrambi gli amici, con una risata -seppur sommessa- a scuotergli il petto. Non che abbia voglia di scherzare, il lupo, in una situazione del genere, ma con soggetti come Sam accanto, è impossibile mantenere il broncio per tanto tempo. Persino per uno come Rudolph Black. Sì.
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    Alla fine, è Tris che inizia a parlare. Cose terribili fuoriescono dal discorso dell'alpha, seppur non del tutto inaspettate. Sospira, Rudy, nel sentire quelle parole, lo sguardo che vaga tra i presenti. Vede volti conosciuti, tanti, ma altrettanti sono anche quelli che proprio non riconosce. E sono ragazzini. Ragazzini come lo erano loro quando sono stati costretti ad affrontare quel fottuto incubo, crescendo fin troppo in fretta. Prima del loro tempo. Cazzo, non è giusto. Non di nuovo. Si dice, mentre la paura che quell'Inferno possa riaprirsi, e possa farlo ad Hogwarts, laddove si trova sua sorella -ignara- e tante altre persone che conosce, lo rende irrequieto. « Parliamone insieme e parlatevene tra di voi. Tra un'ora la metteremo ai voti per alzata di mano. » La lupa termina il suo discorso, ed altre voci intervengono. Dapprima Pervinca, Albus, ed infine persino Sam, lì di fianco a lui. Lo guarda, Rudy, aspettando che finisca, prima di rivolgergli una domanda. Una punta di preoccupazione a colorare il suo tono di voce « Tu hai avuto qualche..attacco, ultimamente? Come stai? » si mordicchia l'interno della guancia, attendendo una risposta dell'amico. Quando poi è anche Percy, a parlare, ed assieme a lui Bobbie e quella che riconosce come la zia di Sam, il lupo decide di intervenire. « Sono d'accordo con loro. » Asserisce, Rudy, lo sguardo rivolto verso Erin e Bobbie. Si alza, la bacchetta rivolta verso il collo, per amplificarne il tono di voce « Scusa, Percy, ma non sono d'accordo. » E quando mai. « Non abbiamo agito fino ad ora, e questo è stato il risultato: Byron e James in gattabuia. Se non facciamo nulla, se lasciamo perdere la rivoluzione - Cita le stesse parole del ragazzo. Non che ce l'abbia effettivamente con lui, questo è chiaro, ma tutta quella situazione di merda lo pone sulla difensiva. - chi sarà il prossimo? Beatrice? Io? Chiunque altro in questa sala solo perchè al Governo conviene che sia così? Non so voi, ma io non ci sto. » Scuote la testa. « Unirci ai Ribelli, secondo me, non è da escludere. Più siamo, meglio è. Più occhi abbiamo, più braccia abbiamo, meglio è. Per non parlare del fatto che, molti di loro, hanno contatti diretti col Governo, in qualche modo. Se abbiamo bisogno di una breccia nel Corpo degli Auror..Io credo questa potrebbe rientrare tra le soluzioni. » E a quel punto si estranea, la sua proiezione che si rivolge solo e soltanto verso i suoi compagni. « Qualsiasi cosa ne uscirà fuori da questo concilio, io con le mani in mano non ci sto. » E a quel punto ritorna in sè, voltandosi verso Raiden. « Tu pensi di poter fare qualcosa, al Quartier Generale? »
    [..] Quando è una ragazza dai capelli biondi ( Valerie) a parlare, Rudy si guarda attorno. E' sicuro di averla vista allontanarsi con Benjamin, qualche momento prima, ed ora lei è lì. Ma Benji no, a quanto pare. Ma possibile che combini sempre guai, Bellow? Sbuffa, già pronto ad alzarsi per andare a recuperarlo. Ma è quando lo fa, facendosi spazio tra la folla, che urta qualcuno. « Ehi » Mormora Mia. « Ci sei anche tu.. » Borbotta poi. E la fissa per qualche momento, un leggero disagio a colorargli il viso. Si schiarisce la gola, distogliendo lo sguardo nello stesso momento in cui incrocia quello della Serpeverde. Ma che cazzo, Black..? « Stavo andando a recuperare Benjamin. Lo hai visto da qualche parte, per caso? » Una mano a poggiarsi tra i capelli, mentre dondola su sè stesso. « Se stai cercando un posto..Ecco..- ce n'era qualcuno libero, dov'ero. C'è anche Raiden! » Annuisce, facendo un cenno col capo a Sam e Raiden, un po' più distanti. « Io vado a menare quel coglione di Bellow. Appena finisce la riunione..Possiamo - Esita - Possiamo parlare un attimo? Da soli, intendo » Parlare di cosa, Black? Per il momento, a dire la verità, non lo sa nemmeno lui.
    Salutati a distanza i conoscenti, interagito con Raiden, Sam e Mia.
    Intervenuto nel discorso, citando specialmente Percy
    Nominati Tris, Pervy, Bobbie, (Ella), Valerie, Erin e Benji
     
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    E' il dieci di Marzo. E' stata appena confermata docente di Babbanologia. Il vento è freddo, ma il cielo sembra abbastanza sereno. I ragazzi le fanno battutine sulla giovane età, cosa che spinge Virginia a ripromettersi di farli sudare sino all'ultima fibra del loro Accettabile, prima di promuoverli. Non fare la bonacciona! - si ripete a manetta, anche se puntualmente tratta tutti con un occhio di riguardo. Persino il fastidioso Paul, vicino di casa che si ostina a non fare la raccolta differenziata, provocandole non pochi impulsi di saltargli al collo tirando fuori le zanne. Quelle famose zanne che non sempre ricorda di avere - è come se tra lei e alcuni anni addietro ci sia una sorta di patina spessa, una parete che accentua la miopia e che le rende davvero stancante vedere al di là. Sa cosa è successo, quanto meno a grandi linee. Ma non ricorda di averlo vissuto. Ed è come pesce fuor d'acqua che prende parte alla riunione indetta da Beatrice Morgerstern, sorridendo di qua e di là incoraggiante, ma non avendo reale contezza della gravità della situazione. Certo, sa perfettamente che il problema delle Logge sia serio, imminente, impellente. Ma non riesce a ricordarne la forma, a percepirne il dolore - a immaginarsi là dentro. Tutto quel buio, gli incubi, gli spettri si presentano solo attraverso il legame al branco, solo nella loro testa. Ma nessuno di quei ricordi è il suo. « L'idea di dover forse scendere nuovamente in guerra mi terrorizza. », Ginny riesce a sentirlo, quel terrore. Sprofonda temporaneamente in uno stato di silenzio, mentre nel suo animo si sommano tutte le emozioni negative suscitate da Pervinca nei lycan presenti. In molti sono d'accordo. La stessa Virginia lo è. Non voglio una guerra - va contro tutto quello che ha sempre sostenuto. Va contro il suo carattere, il suo essere vitale, tutto. La guerra è nemica della vita. Alla voce della docente di Divinazione si antepone quella delle famose teste calde, gente smaniosa di agire al punto da peccare d'impulsività. Ginny scuote la testa energica, manifestando il proprio dissenso. «Non fare nulla con le bacchette non significa non fare nulla e basta.», le guerre non si combattono solo sul campo - anche perché a quest'ora sarebbero morti tutti. «Siamo dalla stessa parte.», chi più, chi meno. «Fare la guerra al Progetto Minerva, invece, significa perdere tempo e risorse. Risorse che potrebbero essere concentrate sulla questione Byron Cooper e James Potter. Motivo per cui attaccare il governo non serve, se non a farci un nemico fondamentale nella stessa possibilità di tirarli fuori.», questo per quanto riguarda i Ribelli. Dà un rapido sguardo ai presenti, abbastanza d'accordo con l'idea di Watson di concentrarsi sul pericolo degli Strumenti Mortali e con quella della Herondale di sfruttare il contatto personale. « Nel giocare d'anticipo forse si dovrebbe pensare a qualcosa anche per i sin eater. Tipo una roba come addestrarli, aiutarli a capire che hanno anche un vero potere oltre allo schifo che c'è di mezzo. Soprattutto i più piccoli. »,
    alle parole di uno dei sin si rivolge a Pervinca, quasi sottovoce, sia perché lei ha molta più esperienza nel campo, sia perché Ginny non vuole effettivamente esporsi da quel punto di vista. Ha già difficoltà lei stessa a capire, figuriamoci a spiegare. «I più piccoli, per certo, frequentano Hogwarts. Potremmo provare a dare una mano noi, Pervy.», dalle più banali questioni logistiche del dove ritrovarsi e come, alle eventuali assenze ingiustificate che si troverebbero a presentare con inspiegata... frequenza. Quanto all'argomento "accesso al Big Ben", anche lì Ginny ha un'idea - o meglio, una possibilità. Non la dice ad alta voce, perché sa che Adam la può percepire. E l'idea della svedese riguarda proprio lui, il fratello. Sei abbastanza insospettabile. E lavori al Centro Igiene Mentale - è persino plausibile che tu stia facendo ricerca e nient'altro. «Oh.», rammenta subito che quella particolare emozione - l'incitamento nei confronti del fratello - sia di pubblico dominio per tutti i presenti. Un sottile senso di colpa incupisce Ginny, che non ha affatto intenzione di mettere Adam nei guai, soprattutto senza che quella precisa spinta parta da lui.

    Interagito con Pervy
    Citati Percy, Bobbie, Sam e Adam
    Scusate ma m'andava troppo di muoverla anche se la scheda non è stata ancora ri-convalidata vabbìììì, è una lycan ciau, perdonatemi vivibi :c


     
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    the devil inside;

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    Una gita. Di recupero. Era umiliante arrivare in quella maniera a casa propria, ma in fondo, non poteva fare altro se non sottostare. Per fortuna, la compagnia di Stan fu di gradimento di Mia, tant'è che prese l'ometto quasi subito in simpatia. Io e te dobbiamo parlare di più a Hogwarts, Stan. Decisamente. Sarai il mio degno erede. « Andiamo, su. Dammi la manina Stan! » « Vattene a fanculo. » Appunto. Mia gettò uno sguardo di sbieco al biondino, affiancandolo in proiezione, mentre continuava a marciare assieme agli altri senza mostrarsi particolarmente interessata a fare salotto. Ogni tanto si lamentava con Alyssa, senza tuttavia dire nulla di rilevante. « Ascolta qua, un lycan non lascia mai i suoi compagni indietro. » Dicendo ciò la proiezione mentale di Mia allungò il pugno in direzione del ragazzo, che toccò le sue nocche in proiezione con quelle della mora. « A questo qua ci penso io. » « Non sarò contento se non si becca una testata sul muso. » Mia sorrise scomparendo dal fianco di Stan, rimettendosi gli occhiali da sole sul naso e sistemandosi il giacchetto di pelle che aveva indossato per l'occasione. Si era vestita tutto sommato bene; un figurino per i suoi standard. « Ho un'idea migliore. » Tu fidati. Fidati, Stan! Dopo poco, il mistero di come sarebbero arrivati a Inverness venne svelato, e il sorriso di Mia si allargò istintivamente. Madò che figata! Un cazzo di pulmino. « Okay, salite veloci che è già tardissimo e io non so guidare nemmeno così bene con il cambio manuale. » « Vabbeh prof! Ma sa anche guidare i mezzi pesanti! Ma lei si impegna ad essere così eccitante o le viene naturale? » Ma questo qua è proprio un coglione. Mia e Stan si scambiarono uno sguardo d'intesa, mentre salivano a bordo del pulmino. Come sempre andò a sedersi in fondo; in ogni situazione l'ultimo posto era sua prerogativa, un po' come l'ultimo banco. Come volevasi dimostrare, il posto accanto a lei rimase fuoco, mentre Stanley e Jesse presero i sedili singoli di fronte. Asa King si ritrovò quindi accanto a sé, per la gioia di Mia che non vedeva l'ora di passare un bel pezzo di viaggio al suo fianco. Accavallò le gambe cercando di entrare il meno possibile a contatto con lo stangone, continuando a sfogliare distrattamente l'ultimo numero di Strega Moderna. « La Morgenstern ha richiamato anche te? Certo che staranno proprio con le pezze al culo, per convocare.. - noi. O è stato Black dei Falcons, ad invitarti? So che al Golden Match.. Le tette di fuori hanno funzionato, allora! » Mia lo osserva perplessa per qualche secondo, inclinando la testa di lato. Si schiarisce la voce e lascia cadere di lato il suo noiosissimo numero di Strega Moderna pieno zeppo di notizie di terza fascia. Di scatto gli posa una mano sulla coscia; gliela accarezza con lentezza posando il mento sulla spalla di lui mentre gli passa un braccio attorno alla schiena. Sbatte le palpebre con un'aria leggermente maliziosa e getta uno sguardo verso il posto del conducente. Pervinca è troppo concentrata al volante per far caso a loro. Di scatto la mano scivola più in basso sul cavallo dei suoi pantaloni.
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    Lo osserva e si inumidisce la labbra. E alla fine di colpo stringe le dita attorno alla sua zona più sensibile. Stringe decisamente troppo. La mano attorno alle sue spalle si avventa sui suoi capelli e di colpo le labbra di Mia si avventano sul suo orecchio. « Vorrei ricordarti che per fare il sin eater hai bisogno solo della fogna, non del cazzo, coglione! » Pausa. E la pressione aumenta. Se ti lascio senza eredi faccio un favore all'umanità. « Se ci tieni al tuo cazzo, Asa, se non altro per poter continuare a ficcarlo ancora dove ti pare, ti consiglio di non dare fiato alla bocca tanto per, che dici.. » Sorride e stringe ulteriormente la pressione tanto sui suoi capelli quanto sulle sue parti basse. « E ti prego non segarti troppo su questo episodio, altrimenti poi non vedi più alla lavagna dall'ultimo banco. » E dicendo ciò gli mollò un pugno sulle parti basse, rimettendosi gli occhiali da sole e alzandosi dal posto di fianco ad Asa. « Fammi spazio, Stan. Là dietro si respira un odore acre. » E così, viaggiò più scomoda del previsto, ma anche con un sassolino in meno nella scarpa. [...] « Mi raccomando: finita l'assemblea, mi venite a cercare e torniamo immediatamente. Chi pensa di fare il furbetto, beh, dirò che il sottrargli punti sarà solo il primo passo nella discesa del suo personalissimo inferno. » Mia accolse le istruzioni con un sorriso, prima di affiancare Alyssa sospirando tra se e se. « Certo poteva lasciarcelo un po' di tempo però. Volevo passare all'Alveare dopo. » Si lamenta mentre tenta di sistemarsi i capelli passandosi velocemente il burrocacao sulle labbra. « Niente giochini oggi, eh? » La giovane Wallace rimase interdetta per un istante. « Ma no.. ma che hai capito! Volevo allenarmi un po'.. dai smettila, ci stanno pure i miei oggi. » Alzò gli occhi al cielo e sospirò. Certo che ti diverti con poco, Carter. « We, stangone, trovaci un posto dal quale anche io possa vederci qualcosa, ok? » « Mmmh..La vedo un po' difficile. Ma puoi sempre sederti su di me. Dici che funziona? » Ma allora sei proprio un coglione. « Vieni anche tu, Wallace? Tranquilla, con King ce n'è di roba da condividere! » Niente allora non ce la fai proprio. « Boh.. secondo me non ce n'è abbastanza. Dico così.. a naso! » Gli mostra il dito medio prima di lasciare Alyssa in compagnia di Asa spostandosi nella folla poco prima che l'assemblea inizi. [...] « MIA! » Una nanerottola dai lunghi capelli castani le va incontro travolgendola sul colpo. Grace è cresciuta. Terribilmente. Ora ha quasi dieci anni anni e un temperamento che per poco non la butta a terra. « Trottolina! » Asserisce di scatto mentre il cuore le si scalda sul colpo. « Dove.. » « La nonna e zio Gabe mi hanno dato il permesso di venire a cercarti. La nonna ha detto di non perderti d'occhio. » Figurati! Di scatto si abbassa sulle ginocchia mentre le scosta i capelli dal viso per osservarla meglio. Le somigli così tanto. Somiglia a Brian, sì. Ogni giorno sempre di più. « Mi sei mancata un sacco, lo sai si? » « Perché tu non vieni più a trovarmi.. » Per un istante lo sguardo di Mia sembra cedere. E allora abbraccia la piccola Grace stringendola forte a sé mentre l'assemblea inizia. « Mi porti dalla nonna? » Si siede accanto a Gabe, stampandogli un bacio sulla guancia. « Ciao ma'! » Dà una spallata al fratello e scoppia a ridere mentre Grace si posiziona al suo fianco. La mora le passa un braccio attorno alle spalle posando la testa sulla spalla del fratello. Mi sei mancato, cazzo. E sa che anche lei è mancata a lui. Ascolta gli interventi con attenzione, cercando di carpire il più possibile delle comunicazioni che si susseguono sul palchetto e tra le persone che conosce. Di scatto si alza. « Dove vai? » « Saluto qualche amico. Vuoi farmi compagnia? » La bambina annuisce e Mia sorride, facendo l'occhiolino al fratello e alla madre con la promessa di rivedersi a breve. [...] Va a sbattere contro qualcuno mentre è ancora intenta a chiacchierare del più e del meno con Grace. « Ehi! Ci sei anche tu.. » Panico! Sgrana gli occhi per un istante prima di stirare un largo sorriso in direzione del ragazzo. « Si beh.. la Branwell.. » « Stavo andando a recuperare Benjamin. Lo hai visto da qualche parte, per caso? Se stai cercando un posto..Ecco..- ce n'era qualcuno libero, dov'ero. C'è anche Raiden! » Grace intercorre nel discorso con fare piuttosto invasivo. Degna parte integrante della famiglia, avanza un passo in direzione di Rudy e lo squadra dalla testa ai piedi. « Sono loro gli amici che dovevi salutare? Io sono Grace piacere. » Mia si morde il labbro inferiore abbassando lo sguardo, mentre Grace allunga la mano in direzione di Rudy. « Mia nipote.. » Ficcanaso. « Comunque non ho visto Benji, ma sarà qui da qualche parte. » Si alza sulle punte per vedere se riesce a individuarlo, gettando solo un veloce sguardo nella direzione dei posti che Rudy le ha indicato. « [...]Appena finisce la riunione..Possiamo - Possiamo parlare un attimo? Da soli, intendo » Resta di sasso. Superpanico. Oddio. Fate spuntare la Loggia dentro Inverness. Uscite i demogorgoni. Aprite tutto, fanculo. Deglutisce Mia, ormai pronta a un disastro annunciato. « La Branwell ha detto che dobbiamo andare.. non so.. » Si schiarisce la voce abbassando lo sguardo, mentre si sfrega le mani. « Uhm.. si.. insomma. » Non è certa di essere pronta al dobbiamo parlare che sospetta possa arrivare, ma al contempo l'idea di restare col dubbio la macina dentro. « Magari se ci lascia un po' di tempo.. certo. » « Di cosa dovete parlare? Posso venire pure io? » Si ti prego. « Adesso vediamo. » Stira un sorriso teso in direzione di Rudy e si fa da parte per lasciargli campo libero. « Beh, Benji non si farà trovare da solo. Ci aggiorniamo tra un po'.. » [...] Alla fine aveva deciso di acconsentire alla richiesta di Grace giusto per non rendere tutto ancora più strano e ambiguo. « Tu cosa ne pensi di tutta questa roba? » Grace al suo fianco si schiarisce la voce. « Ah si, perdonami. Grace ci teneva un sacco a conoscere tutti i miei amici. Raiden Grace, mia nipote, Grace Raide » La moretta allunga la mano nella direzione del ragazzo con fierezza. « Ciao! » Di scatto si schiarisce la voce cercando di sembrare molto vaga e naturale. « Ma per curiosità.. hai detto qualcosa a Rudy? » Così, giusto per capire di che morte devo morire. In virtù dell'amicizia che ci lega come minimo spero che non mi farai fare altre figure di merda. « Ah! Mi madre è troppo contenta del voto a Storia della Magia. Ti farebbe una statua! Mi ha messo un bonus sul conto per questa grande impresa. Ti devo una birra. »



     
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