SECRET SANTA PARTY 2021

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    June riuscì a nascondere a stento un sorrisetto divertito mentre, reggendo una teglia piena di crepes in una mano e una bottiglia di spumante nell'altra, affiancava Emi nell'entrare al Toyland.« Sì, in effetti hai proprio ragione. Scommetto che siamo ancora in tempo per andare a cena all'Orion con zia Josephine e i suoi amici ultraottantenni, che ne dici? » Gli diede di gomito scherzosamente, prima che una smorfia seguita da una risata divertita tradissero quel finto teatrino. Conosceva Emile abbastanza bene da sapere che, nonostante gli piacesse fare lo spavaldo, non avrebbe mai rinunciato alla possibiltà di rivedere i suoi amici per le feste. June aveva accettato di accompagnarlo al Toyland proprio su richiesta di sua zia, ma non aveva avuto cuore di rivelare al cugino di essere lì in quanto chaperon. D'altronde, nemmeno lei stava passando un periodo splendido e la compagnia di Emile, ricordandole i fratelli tornati in Francia per le vacanze, le aveva già strappato più di un sorriso. « No vabbè, scherzo dai. Andiamo a salutare un po' di gente! » Ancora bardata con sciarpa e piumino, infagottata al pari di uno gnomo da giardino, Juniper si lasciò trascinare in direzione di alcuni collegiali, ai quali sorrise calorosamente. « Veronica, giusto? Io sono June, la cugina di Emi. » Il sorriso si allargò. « Scusa per l'improvvisata, ho portato qualcosa per farci perdonare. Posso appoggiarle sul tavolo là in fondo? » E sollevò la teglia e la bottiglia, per mostrargliele. Nel mentre, Emile si era già fondato in direzione del buffett, strappandole una risata. « Emii, non ti abbuffare! » Gli sussurro, affiancandoglisi per non farsi udire dal resto dei presenti. Appoggiò la teglia e la bottiglia sul tavolo, scoccando al cugino un'occhiata complice. « Se mi prometti che non dici nulla ai tuoi genitori, dopo ti faccio bere un bicchierino di spumante. Ma deve rimanere tra noi, ok? Croix de bois, oui? » E' Natale, un brindisi se lo merita. Si allontanò momentaneamente dal cugino per liberarsi del giubotto, decisamente meno impacciata nei movimenti. Nel farsi largo nella sala del Toyland, graziosamente adobbata per le feste, incrociò lo sguardo di Lily, a cui rivolse un saluto con la mano. Sapeva che anche Daffy era lì da qualche parte, ma prima di cercare i suoi coetanei, doveva assicurarsi che Emi si comportasse responsabilmente. « Sai stappare la bottiglia? » Gli domandò, divertita, armeggiando con la gabbia di sicurezza. Prima che potesse sfilarla completamente e passare la bottiglia ad Emi, però, il tappo
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    schizzò via da solo, attraversando la sala alla velocità della luce e, prima che June potesse assicurarsi di non aver accidentalmente ucciso nessuno, un'ondata di bollicine e spumante la investì insieme ai poveri malcapitati al suo fianco. « No no no no! Merde! » Chiuse il collo della bottiglia con la mano, ma ormai il danno era fatto. « Mi dispiace! » Abbandonò la bottiglia sul tavolo e afferrò dei tovagliolini a tema natalizio, tentando di asciugare il/la pover* sconosciut*. « Mi dispiace tantissimo, mi ero scordata che abbiamo preso la passaporta. » E che quella bottiglia si è praticamente trasformata in un'arma di distruzione di massa. « Uhm, posso almeno offriti un bicchiere per farmi perdonare? » Sempre che tu non sia minorenne, ovviamente. Altrimenti vengo pure accusata di istigazione al consumo di alcol, non solo di tentato omicidio.




    FACCIAMO PARTIRE LA SERATA COL BOTTO!
    Junie ha interagito con Emicuoredipanna, ha salutato Ronnie, Lily (a distanza), rischiato di accoppare qualcuno con il tappo dello spumante (Se vi serve) e ha inondato un povero sconosciuto/a.
     
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    Daphne lanciò via il mozzicone solo quando fu a pochi metri dall’ingresso di Toyland. Si era interrogata fino all’ultimo se partecipare o no a quella festa. Alla fine si era decisa solo perché, a quanto pareva, si era davvero impegnata ad essere i Secret Santa di qualcuno e, si sa, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Non sapeva dire da dove fosse venuto fuori questo spirito così avventuroso, quando la cosa più pericolosa e tosta che aveva fatto negli ultimi mesi era uscire di casa senza sciarpina rischiando di prendersi il raffreddore. Forse aveva semplicemente bisogno di obbligarsi a fare qualcosa, qualcosa che non fosse allenarsi o mangiare schifezze nel divano. Aveva perciò indossato un orrendo maglione natalizio che in confronto
    BRIDGET JONES SCANSETE PROPRIO. Si sentiva un po’ così: uno stereotipo di qualche commedia americana dove la tipa si trova sola a natale e diventa protagonista di una serie di rocamboleschi colpi di sfortuna. E il primo eccolo là: all’ingresso della sala era appeso un vistoso festone che spiegava come, durante la serata, un ramoscello di vischio avrebbe importunato qualcuno senza levarglisi di torno fino al momento in cui il malcapitato non avrebbe baciato qualcuno a cui teneva. Meraviglioso, si ritrovò a pensare con non poco sarcasmo. Proprio quello che ti ci voleva, Daphne Baker. Entrò, venendo subito investita dall’aria calda all’interno della sala giochi che parve farle riacquistare immediatamente la sensibilità alla punta delle dita, stretta tra le quali portava un sacchetto di plastica del supermercato. Dentro c’erano delle birre e dei sacchetti di patatine. Si guardò intorno per cercare un viso amico, qualcuno a cui potesse chiedere dove mettere tutta quella roba, ma c’era un mucchio di gente, la maggior parte della quale la conosceva solo di vista. Sapeva che anche Junie era alla festa, ma al momento il suo radar sembrava non intercettarla. Non erano venute insieme perché Daffy era andata ad allenarsi quel pomeriggio. O almeno questo era quello che si diceva la ex Grifondoro. Erano successe un sacco di cose nell’ultimo periodo e lei e Juniper non parlavano tanto come prima. Questa cosa la riempiva di tristezza. Avvistò un bancone sul quale erano posate leccornie di ogni tipo e ci svuotò sopra il sacchetto. Si guardò ancora intorno, cercando di individuare Alena Gauthier, la giovane studentessa di Corvonero di cui era la Secret Santa. Prima di pescare il suo nome non conosceva la ragazzina. Perciò, si era chiesta, cosa si regala a chi non si conosce? Per fortuna il profilo Wiztagram della ragazza le era venuto incontro e lei aveva passato un paio di ore a sbirciarci, cercando di capire cosa la giovane avrebbe potuto gradire. Era una Corvonero, le piacevano i libri, lavorava da Madama Piediburro e faceva dei biscotti davvero carini. Non era stato facile, ma alla fine credeva di aver trovato un bel pensierino. Magari non sarebbe stata la miglior Secret Santa della festa, ma era soddisfatta. «Daffy Una voce femminile richiamò la sua attenzione e lei si voltò di scatto. Camila. Era un’amica di Fawn e si erano conosciute alla festa del Ringraziamento l’anno precedente. «Hey, Cami.» la salutò con un enorme sorriso. Era felice di vedere un viso amico. In qualche modo si sentì più leggera. «Cercavo proprio te. Lei è.. Pimkie. Ehm.. E' il tuo regalo di Natale perché... Insomma... Spero ti piaccia, io...Ho pensato fosse una buona idea per aiutare queste creaturine e... Perché sono così dolci e carine, e il Natale è una festa dol..ce.» Una Puffola Pigmea. Dopo la dipartita di Loki, il rospo che l'aveva accompagnata per tutto il percorso scolastico ad Hogwarts, avvenuta qualche mese fa, non aveva più preso un animale. Aveva già Nacho a cui badare, un cagnolone meraviglioso che condivideva con Junie e non pensava di aver bisogno di altro.. Almeno fino a quel momento. Non piangere.. Baker non piangere, perfavore.. «Ehm.. ecco. Ti piace?» NON. PIANGERE. «E'..» allungò le mani, accogliendo nei palmi la piccola Puffola che emise un versetto acuto. La vista le si affuscò appena. Aveva le guance arrossate. «E' stupenda..» Alzò lo sguardo verso la giovane davanti a lei, sorridendole. «Grazie.» Una parola che le sembrava troppo poco. Sistemò l’animaletto sulla spalla e quella subito si accoccolò. «Non ho parole. E’ dolcissima. E Pimkie è davvero un bel nome.» constatò non riuscendo a smettere di sorridere. Poi qualcuno attirò l’attenzione di Camila e Daffy le posò una mano sulla spalla, come a volerle dire ci vediamo dopo. Scorse Lilac e Karma tra la folla. La prima la stava chiamando lungo la pista da bowling. Si sarebbe precipitata di corsa se solo non avesse scorso un viso che aveva visto parecchio sul Wizta negli ultimi tempi. «... A-Alena Si. Era lei. Non c’erano dubbi. Almeno non hai sbagliato persona.. «Ciao, sono Daffy e.. A quanto pare sono il tuo Secret Santa!» Mi dispiace per te. «E ecco.. Questo è per te..» Allungò un pacchetto contenente una scatola colma di stampini per dolci. «Ho visto nel tuo profilo che hai fatto dei biscotti e magari con questi ne farai altri..» Le piacerà, non le piacerà. Questo è il dilemma. «Bhè, ti auguro di passare davvero un buon Natale.» La saluta con la mano e fa per tornare dalle due amiche quando qualcosa la distrae. Un riflesso. Il suo riflesso nel vetro del gioco con il braccio meccanico che afferra i peluche. Cosa diamine aveva in test.. VISCHIO. Si fermò di scatto. Un tuffo al cuore. Baciare qualcuno a cui tiene. «Cazzo..» sospirò, scuotendo appena la testa. «Oh, scusa, Pimkie.. Non imparare parolacce.» Qualcuno mi salvi.. Sarebbe stato più facile se avesse dimenticato. Sarebbe stato più facile se fosse riuscita ad andare avanti. Non si riconosceva neanche più. Prese una birra dal tavolo delle bevande e ne bevve un lungo sorso. Si fiondò nella pista da bowling, dove salutò Karma e Lily. «Sono ancora in tempo per una partita?» Silenzio. «Oh.. Non fate caso a questo..» indicò il ramoscello di vischio incantato sopra la sua testa. «Temo che starà qui per tutta la sera..» ... visto che non bacerò nessuno..


    Citata Junie.
    Interagito con Cami, Lily e Karma (salutate prima e interagito alla fine), Alena.
    Qualcuno la aiuti!
     
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    La voglia che ha Zip di andare a quella festa è direttamente proporzionale alla voglia che ha di scovare Peter per dirgliene quattro, preferibilmente con i pugni. E' da quando gli è arrivato il messaggio della Rigby che non può fare a meno di pensare al nome di chi l'ha iscritto a quella pagliacciata. Se dapprima ha pensato a Led, Tony o Ember, il nome di Peter Paciock, meglio conosciuto come il coinquilino peggiore della storia, gli è da subito sembrato il più probabile per averlo iscritto ad una roba del genere. Perché le sorelle sanno perfettamente quanto Zip detesti il Natale. E non si tratta nemmeno di essere un Grinch, no, il ragazzo non sente minimamente lo spirito natalizio per quanto le madri facciano di tutto per renderlo quanto più speciale per ognuno dei Trambley. Ma per quanto si sforzi di essere contento di tutte quelle attenzioni, Zip non fa altro che ripensare ai fantasmi dei vecchi natali, quelli in cui se andava bene, riusciva a portare tutte al Mc, per strappare un pasto caldo e vagamente decente offerto da Tara. E per attimi di pura gioia intorno a lui, l'umore cupo torna sempre a fargli compagnia prima o poi. Per questo motivo, non gli è passato nemmeno per l'anticamera del cervello di iscriversi ad una cosa del genere, così lontana dalla sua idea di divertimento. Ma ora ci sta andando, per un altrettanto unico motivo. Ma ci vado giusto perché tra tre ore attacco. Scrolla le spalle nell'entrare nel salone principale del Toyland con i suoi soliti vestiti, una felpa, jeans scuri e una giacca di jeans imbottita - è grasso che cola che non si sia infilato un paio di pantaloncini corti, giusto perché in effetti è fin troppo freddo, anche per uno come lui. Si guarda intorno, con gli occhi piuttosto torvi di chi sta cercando la sua preda. Che gli scappa da giorni, perché tra lavoro e specializzazione non è praticamente mai a casa e quando rientra, non c'è mai lui. Che gran figlio di puttana. « Zip! Ti hanno obbligato? » Si fissa su Griffith roteando gli occhi prepotentemente. « Incastrato. » Risponde veloce. Che poi non si sarebbe posto nemmeno il problema di andare - non l'avrebbe fatto e basta, zero rimorsi - se non fosse per il nome che gli è stato assegnato. Una smorfia che sembra tanto un ghigno si dipinge sul suo volto quando nota che anche l'amico ha un regalo. « Eri sotto Imperio quando ti sei iscritto? » Ridacchia della sfiga che pare accomunarli. « A me è capitata una tale Camila Davis. Dovrebbe fare il tuo stesso corso. La conosci? Sa giocare a beer pong? » Fa mente locale, alla ricerca del volto di Camila Davis. Oh sì, la santa timorata di Carson che sa ogni risposta. Sempre. « Non ci metterei la mano sul fuoco sinceramente. » Commenta con un sorrisetto. « Mi è sempre parsa una precisina, tutta a modo, fru fru...se riesci a farla bere, ti offro un giro al Suspiria quando capiti. » Annuisce poi alla sua proposta, salutandolo e voltandosi nuovamente verso la gente che gli vortica intorno. Intanto una birra. Mi sembra più che doverosa. Prende una bottiglia, ne fa saltare il tappo sbattendolo contro il tavolo - facendolo letteralmente tremare - e ne prende un gran sorso. Fa un occhiolino poi in direzione di Lily e un altro rivolto a Mia, poco più in là, prima d'intercettare la chioma biondiccia della sorella. Quando il caso ha voluto affidarle lei, oltre a pensare che la Rigby lo stesse prendendo per il culo per la sua iscrizione mai avvenuta, ha pensato che fosse una cazzata anche quella di Tonya. Cioè ma figurati se si mette a fare ste cazzate, lei..è come me. Ed è invece il pensiero che lei si sia iscritta volontariamente che l'ha fatto pensare e ripensare. Perché lei ha sofferto come un cane per la loro situazione e, forse, il Natale dopotutto l'ha sempre affascinata. Quello sano, tradizionale, normale. E ha saputo fin da subito che si sarebbe presentato a quel teatrino per non saperla delusa nell'essersi messa in gioco per poi ricevere zero, come sempre. « Vedi vedi chi si becca a certe festicciole. » La sorprende così da dietro, sorridendole nello scivolarle al fianco. « Sigaretta? » Annuncia poi, aspettando di essere seguito prima di raggiungere la porta d'emergenza più vicina. La apre e vi infila il piede in mezzo per non farla chiudere. « Sono stato iscritto. Da quel coglione di Peter deduco. » Gli occhi sono comunque illuminati dal divertimento, non più tanto accigliati ma comunque desiderosi di darle una spiegazione plausibile. E, dopo essersi infilato la sigaretta in bocca, le passa la bustina che ha tra le mani. Torna poi ad accendersi la sigaretta. Aspetta che lei la apra per rinvenire un piccolo kit da alchimista, abbastanza usurato dal consumo che ne è stato fatto da far dedurre quanti anni abbia. « E' di Carl. » Guarda altrove mentre glielo rivela perché è forse la prima volta che parla così apertamente del padre biologico con sua sorella. « E' l'unico regalo che ricordo mi abbia mai fatto. » Il kit che era stato regalato a Carl Trambley da suo padre e che gli aveva permesso, per un po', di essere il genio che sarebbe stato destinato ad essere, se non si fosse bruciato ogni neurone nel
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    mentre. « Credo fosse tuo fin dall'inizio. » Sbuffa fuori il fumo rivolgendole poi un sorriso di sbieco. In fondo sei te la piccola alchimista di casa. Alla fine le dà una spallata, che sa di un qualcosa di goffo atto a camuffare l'imbarazzo del momento. « Credo mi stia andando in cancrena il piede. » Sbotta poi con una risata, gettando il mozzicone ormai concluso per farle poi cenno di rientrare. « Tranquilla, non ti rovinerò la piazza perché non starò ancora tanto, tra poco attacco il turno. » La sbeffeggia prima di farsi serio. « Ma comunque ci vedo benissimo. » La saluta così mentre decide di avviarsi verso il tavolo che gli ha indicato Griffith. E fortuna vuole che abbia gli occhi puntati di fronte a sé perché altrimenti non avrebbe visto il tappo che lo beccherebbe in piena faccia se non fosse pronto di riflessi per schivarlo. « Ma che cazz- » «Ciao Zip! Come stai?» « Ho appena rischiato di essere accoppato da un proiettile volante, tu? » scherza su mentre gli occhi vagano alla ricerca della fonte di quel tappo. Poi torna a guardare Camila e subito dopo passa a Griffith. E bravo Morgenstern. Si rende però conto che sono tre, serve il quarto. « Chung.. » non è certo che sia veramente questo il suo nome, ma bazzica abbastanza per casa per poterlo salutare comunque passandogli il braccio sopra le spalle. « Ti vedo che sei bello carico per una partita a beer pong. Sono americanate importate, lo so, ma che ci vuoi fare con questi qua. » Ridacchia complice prima di posizionarsi al suo lato del tavolo, aspettando il lancio di Camila. Che non va a buon fine e che la porta a bere. Sorride beffardo al moro al suo fianco. « We Davis, parti col botto proprio! » Prende a sua volta la pallina e la lancia prendendo il bicchiere più vicino a Griffith. « Ragà, c'ho la mano ferma, che posso farci. » Scherza su scrollando la testa. « Comunque il giocare in squadra dovrebbe essere per tutto. Si vince insieme e si affonda insieme. » Guarda i tre ragazzi con un'alzata di sopracciglia. « Secondo me la squadra che non becca il colpo o che subisce il colpo centrato, deve bere al completo. » C'è una punta di malizia in quella proposta? Forse. Ma in fondo Griffith aveva fatto intuire di avere un bisogno estremo di bere per sopportare quella serata. E che bravo amico sono che tento in tutti i modi di aiutarlo?

    Lo so post corti ma qua dovevo scrivere un po', sksate.
    Interagito con Griffy, Tony, Cami e Chung-Hee. Salutate Lily e Mia (alla ricerca dello stronzio Paciock).
    Schivato il colpo mortale ad opera della Rosier assassina.


     
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    « Ah ma quindi non sei tu la stronza che ha fatto le regole, sei tuuu! » Fece spallucce, sollevando lo sguardo con aria fintamente angelica. « Potrei non averla fermata.. anzi.. » E lì ridacchiò, sciabolando le sopracciglia in direzione sia di Tony che di Mia. « Coooomunque. Vedi perché non potevo fare a cambio di bigliettini? Mica potevi farti il regalo da sola. Altro che "bono della situazione". » E lì, l'espressione di Ronnie cambiò totalmente, passando dalla confusione alla comprensione e alla sorpresa. « No vabbè.. il bono della situazione. » Rise di gusto, scuotendo leggermente il capo. « Posso dire in giro che sono io il bono della situazione? Tipo Cher che fa "mom, I am the rich man". Stesso sentimento. » Diede all'amica una spallata affettuosa, scartando il pacchetto che le aveva messo tra le mani per trovarvi dentro una fiala. Nel leggere gli ingredienti, il sorriso sulle sue labbra si allargò, portandola a ridacchiare ancora. « Alla faccia di chi dice che i regali di Natale sono sempre inutili. Grazie mille, Tony. Ne farò sicuramente buon uso nel periodo a venire. » « Per una sessione d'esami proficua. Da usare.. Al posto del caffé la mattina. » Si avvicinò quindi all'amica per stringerla in un abbraccio affettuoso, premurandosi di riporre la fiala in una tasca della pochette ampliata per evitare di romperla durante la serata. A quel punto, subito dopo aver assistito a un bacio appassionato tra Tony e un ragazzo che non conosceva, il colorito della giovane Rigby passò presto a fare pendant col vestito. « Oh, ciao Veronica! Bellissima festa! Ciao Mia! » Lily Scamander, ovvero una dea scesa dal Monte Olimpo per graziare i comuni mortali con la propria presenza, non solo era alla sua festa, ma le stava anche rivolgendo la parola. « Ehyyyy ciaooo. Grazie mille. Sicuramente ne avrai viste di migliori.. di feste, intendo. » Inserire risata isterica. « Però mi fa piacere il complimento. » A quel punto rivolse lo sguardo alla ragazza che la accompagnava, ovvero Karma Paciock, che conosceva di vista in quanto Senior eletta. « Veronica. Piacere di conoscerti. » le disse con un sorriso, allungando una mano nella sua direzione. « E-ei, è un sa-sacco carino qui. Hai organizzato tutto be-benissimo! -Oh ciao Mia! C-co-come stai? » « Ehy Jessie! Bravo che non hai dato buca. » Salutò il ragazzo con una pacca fraterna, voltandosi a guardarlo con gli occhi appena sgranati e indicandogli Lilac con un millimetrico cenno del capo. Sì, erano tutti grandi fan in famiglia. « A-ahm..C-ciao, io- sono s-suo fratello. Sono..S-sono un tuo fan. Tantissimo fan. Ho la camera tappezzata di tue foto! » Sì però che cazzo, Jess! Questo potevi evitare di dirlo. Si schiarì la voce per mascherare il lieve imbarazzo, scoccando un velocissimo sguardo truce al fratello prima di sciogliersi in un sorriso che sperava stemperasse un po' la tensione che si sentiva addosso. « Io e la mia amica stiamo formando delle squadre per giocare a bowling. Vi va? » In altre circostanze avrebbe pagato galeoni pesanti per farsi una partita a bowling con Lily Scamander, ma tra l'arrivo di Raiden, il fatto che Jessie le avesse messo voglia di scavarsi una fossa e non uscirne mai più, e lo spasmodico bisogno di controllare che la festa procedesse per il meglio, la Grifondoro scosse leggermente il capo. « Io ho qualche faccenda da sbrigare, ma se più tardi sarete ancora qui, mi unisco volentieri. Buon divertimento, ragazzi! » Così si dileguò dal gruppetto con un saluto generale, avviandosi verso i tavoli delle vettovaglie per buttar via bottiglie vuote e piatti sporchi lasciati lì, sostituendoli con dei nuovi. Quando si trovò una bustina rossa dondolare di fronte al suo naso, si arrestò di colpo, aggrottando la fronte in un'espressione interrogativa. Ma la risposta arrivò prima ancora che facesse in tempo a voltarsi. « Ti ho finalmente trovata, bambola. O forse dovrei dire manine di fata? » Incrociò lo sguardo di Eren, sollevando un sopracciglio e arricciando le labbra per trattenersi dal ridere. « A voce suona ancora più cringe. Non pensavo fosse possibile, ma eccoci qua. » E quindi lo sapevi che ero io. Ne deduco che la caduta dal seggiolone sia l'ipotesi corretta. C'è da dire che ti diverti con poco. « Carine le tue fantasie. » Con le braccia conserte al petto, si strinse leggermente nelle spalle. « Ho di meglio in repertorio, ma non mi piace sparare tutte le cartucce insieme. » « Sarebbe stato davvero maleducato da parte mia non esaudire i tuoi desideri. » Sospirò, leggermente scocciata, mentre scartava quel regalo che già il suo intuito sapeva benissimo cosa potesse contenere. E infatti, quando si ritrovò di fronte ai famosi boxer musicali, la sua espressione non fu affatto sorpresa, ma una breve risata uscì comunque dalle sue labbra. « E che non si dica che non sono un uomo generoso. » « Meh.. su questo avrei da ridire. È tua abitudine esaudire i desideri a metà?
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    Povere ragazze! Ci credo che poi una finisce a farsi chiamare manine di fata. »
    Si strinse ancora una volta nelle spalle con aria fintamente angelica, ficcando i boxer nella loro busta. Cosa ci avrebbe mai fatto, questo non lo sapeva neanche lei. « Peccato che io non abbia un regalo con cui ricambiare questa gentilezza. Purtroppo ho scambiato il tuo biglietto, sai. A proposito.. piaciuto il regalo del tuo Secret Santa? » chiese sarcastica, lanciandogli un'occhiata allusiva di sbieco mentre si riempiva di birra un bicchiere. « Utile, no? » Sciabolò le sopracciglia, prendendo un sorso della bevanda. « Buon divertimento. Di nuovo. » Nemmeno si premurò di contraccambiare, rivolgendogli un semplice cenno del capo in risposta. Ma evidentemente il giovane Ackerman non aveva finito. « Dimenticavo.. Anche il pollice era importante. Però magari dalla tua prospettiva è scomodo.. non so. Ci può stare. » Beh sì un po' di allegro mansplaining su come funzionano le mie parti intime effettivamente mancava. Per coronare un po' tutto, ecco. E infatti stese al ragazzo un sorriso affettato, sbuffando una risata dalle narici. Lo fissò per qualche istante in silenzio, assottigliando leggermente la palpebre. Schiuse le labbra per rispondere, ma venne presto tagliata da due avvenimenti simultanei. Il primo fu il tragico arrivo di un vischio a piazzarsi sulla sua testa, e il secondo la risposta quasi provvidenziale a quella stessa tragedia. « RONNIE! Ehilà! » Sgranò gli occhi, individuando niente meno che « Emi! Ma.. ma quando sei tornato? » « Chi non muore si rivede. » Abbracciò l'amico in una stretta calorosa, scoppiando a ridere per la contentezza di rivederlo. Ovviamente lo avrebbe sottoposto a un bell'interrogatorio in seguito, ma in quel momento era solo felice di vederlo, e per un istante sembrò dimenticarsi persino del vischio e del problema che poneva. « Cazzo, mi devi raccontare tutto. Che fai? Sei in vacanza oppure torni in pianta stabile? » Una domanda la cui risposta avrebbe comunque approfondito nei giorni a venire. « Veronica, giusto? Io sono June, la cugina di Emi. » « Proprio io! Piacere di conoscerti. E lui è il mio carissimo amico Eren. Per gli amici, bambolo. » disse, avanzando una mano in direzione di niente meno che Juniper Rosier. Oggi morirò, me lo sento. Sto incontrando tutti i miei idoli. « Scusa per l'improvvisata, ho portato qualcosa per farci perdonare. Posso appoggiarle sul tavolo là in fondo? » « Certo certo, dove vuoi! » « Uhhhh ci sono i bastoncini di zucchero! June tu ne vuoi uno? » Per un istante rimase a guardare Emi allontanarsi, salutandolo con un sorriso spensierato. Poi si ricordò. « NO EMI, ASPETTA!! » gli gridò dietro, rischiando di rovesciare metà del bicchiere di birra per terra nel mentre di acciuffare l'amico per il colletto, tirandolo a sé per stampargli un bacio sulle labbra. Quando si scostò, gli rivolse un sorriso, stringendosi leggermente nelle spalle mentre gli sistemava l'outfit che aveva un po' sgualcito. « Così a favori siamo pari. » disse, dandogli due pacchette leggere sul petto prima di lasciarlo andare. Probabilmente il giovane Carrow non aveva la più pallida idea di quale favore le avesse fatto in quel momento, ma era sufficiente a risarcire il tempo trascorso come sua finta fidanzata. A quel punto, col bicchiere un po' più vuoto per il movimento brusco, prese un sorso di birra e ruotò sui tacchi per porsi di fronte ad Eren con sguardo angelico mentre il vischio le volava via dal capo in cerca di un'altra vittima. Si passò il pollice sul contorno delle labbra, fissandolo divertita mentre si ripuliva eventuali sbavature di rossetto. A quanto pare il pollice può essere importante sul serio. Fatto ciò, schioccò la lingua contro il palato. « Vedi, bambolo.. nella mia esperienza, chi chiacchiera tanto tende ad essere un po' tutto fumo e niente arrosto. » Inclinò il capo di lato. « In certe situazioni, uno dovrebbe fare, piuttosto che dire. » Sospirò, ironicamente tragica. « E tu, caro mio.. chiacchieri davvero davvero tanto. » Sollevò la busta contenente i boxer, sventolandogliela davanti al naso con sguardo eloquente, prima di fargliela cadere tra le mani, esasperando un finto broncio sul proprio volto. « Non ho sentito le campane. Deludente, viste le aspettative. Ma immagino che sia la prova del nove, no? »

    Interagito con Tony, Mia, Lily, Karma, Jessie, Eren, Emi e June



    Edited by psychomachia - 27/12/2021, 16:40
     
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    Non si era impegnata poi molto per il suo outfit natalizio. Comprare un maglione rosso le era sembrato sufficiente per l'occasione. Si era fatta aiutare a intrecciare una treccia a spina di pesce, mettendoci qualche mettendoci qualche fermaglio luccicante reperito in un piccolo negozietto a Hogsmeade assieme al maglione, chiudendo così la faccenda. « Ok.. ammetto che potrei aver barato giusto un pochino su questa cosa del Secret Santa. Ma giuro che la casualità degli eventi è stata abbastanza ironica. Comunque sappi che questo non è il tuo vero regalo di Natalo - OVVIAMENTE! » Inclinò appena la testa di lato, la mora, osservando la migliore amica con un'espressione eloquente. « Ah quindi non volevi dirmi niente, e hai pure barato per giunta. Non ci si può proprio fidare di nessuno. » Scoppiò a ridere, tuttavia, nell'apprendere che Veronica era il suo Secret Santa, e abbassatasi un po' sulle ginocchia, le permise di posarle sulla testa il cerchietto. « Questo è per celebrare la tua grande idea di sguinzagliare il drama alla festa. Buon Natale, socia! » «Ah ma quindi non sei tu la stronza che ha fatto le regole, sei tuuu!» Salutò Tony con un sorriso raggiante, stringendosi nelle spalle con finta aria di modestia. « In realtà l'idea me l'ha data Raiden. » Non direttamente, però potete considerarlo il vero fattore problematico di questa roba. Posò un braccio attorno alle spalle di Nessie e l'altro attorno alle spalle di Tony. « Amiche mie, noi non abbiamo capito niente del Natale. A quanto pare in Asia è una specie di San Valentino ma peggio. Praticamente una vera e propria festa per accoppiarsi, di base. Ho pensato perché no. Sogno un mondo in cui diventiamo una tristissima comitiva di sole coppie. » Ridacchiò divertita, prima di scuotere la testa. Era proprio l'opposto di ciò che Mia auspicava. Le comitive erano belle proprio perché varie, e la sua in particolare era davvero bella proprio perché ciascuno aveva le proprie esigenze e le proprie diversità. Sciabolò con eloquenza le sopracciglia prima di sfiorare il proprio cerchietto, allungo la guancia in direzione di Veronica per farsi stampare un bacio sulla guancia. « Mi ringrazierete quando vi beccherete un limone dure a testa. » E infatti, la prima vittima fu proprio la giovane Trambley a cui Mia sorrise eccitatissima. « Prego, il palcoscenico è suo, madame. Non mi deludere. Scegli uno bono. » Vennero intercettati poco dopo da Lily e Karma che la mora salutò ancora con una leggera pattina da fan girl. « Oh, ciao Veronica! Bellissima festa! Ciao Mia! Io e la mia amica stiamo formando delle squadre per giocare a bowling. Vi va? »
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    « Ciao Lily! Come stai? Alloooora in tanto io sono Mia. Yagami. E tu sei Karma. Piacere di conoscerti e congratulazioni per la carica.. in super ritardo.. ritardissimo.. va beh - non abbiamo avuto l'occasione. » Ma cosa cazzo sto dicendo. Il party si allargò ulteriormente quando a raggiungerli furono anche Jessie e Raiden. Salutò il fratellino di Ronnie, con un bacino sulla guancia, prima di saltellare appena sul posto presa alla sopravvista dall'arrivo del giovane Yagami. « Ciao amore. Che ti hanno regalato? Il mio Secret Santa ancora non si è palesato: si accettano scommesse. » Minimo è una del primo anno. Ci metto la mano sul fuoco. Alzò comunque il mento fiera e gli indicò il suo cerchietto scoppiando a ridere. « Ogni regina del drama con idee geniali ha bisogno di una coroncina adatta. » Posò il dorso della mano sotto il mento, emulando una posa da fashion blogger prima di scoppiare a ridere divertita. « Posso unirmi al bowling anche se non tifo squadre inglesi o devo vendere prima la mia anima ai Cannons? » « Preparatevi a sentirvi pizzicare lo spirito competitivo. » Asserì a mo di scherzo, incollandosi al suo braccio prima di annuire con convinzione. « Certo! Giochiamo. Tutti insieme vero? Ci sono diverse piste ancora libere. » Chiese conferma a Karma, Lily, Nessie e chiunque si trovasse lì nei dintorni, afferrando per il colletto anche Jessie che pensava di poter scappare in bagno, poi prendere a guardarsi intorno alla ricerca dei suo Secret Santa. Non conosceva Chung-Hee di persona. Aveva quindi dovuto cercarlo su Wiztagram e capire più o meno che tipo fosse. « Uuuhm.. facciamo così: ci vediamo tra dieci minuti alle piste. Che ne dite? Devo consegnare il mio pacchettino. Ci vediamo a breve. » Si rivolge a Raiden prima di stampargli un bacio sulle labbra, spostandosi infine nella folla, alzandosi di tanto in tanto sulle punte dei piedi per poter vedere meglio. Non è un tipo così comune, lo trovo di sicuro. Lo trova dopo un po' in mezzo a un gruppo di ragazzi intento a giocare a beer pong, tra i quali individua anche Zip. Alza gli occhi al cielo sbuffando, ben consapevole di essere assolutamente impossibilitata di bere per ovvi fattori fisiologici. Un'americana che rifiuta il beer pong non si è mai vista. Picchettò sulla spalla di Zip mollandogli un leggero pungo sul braccio. « Tu sempre a bere, ve? Ciao ragà! Tutto bene? » Si gira verso il giovane Hyun sorridendogli con gentilezza. « Tu devi essere Hyun Chung-Hee.. giusto? L'ho pronunciato bene? » Una domanda piuttosto lecita, considerato che Mia non era poi tanto abituata con le sonorità dei paesi asiatici. Raiden stava tentando di insegnarle un po' di giapponese, ma era una lingua più complessa di quanto si aspettasse. Inoltre, era stato proprio lui a farle notare che il suo secret santa era palesemente coreano. Il cognome quanto meno, a detta del giovane Yagami riconduceva a quella nazionalità. « Mia. » Disse indicandosi, prima di allungare la mano in direzione del ragazzo. « Il tuo secret santa. Buon Natale. Spero ti piaccia. » All'interno del piccolo pacchetto color blue elettrico, il ragazzo avrebbe trovato un set di orecchini che aveva reperito assieme al resto delle compere fatte in quei giorni. « Ho visto su Wiztagram che li indossi parecchio. Spero ti piacciano. Approvo un sacco! » E infatti si girò scoprendo a sua volta l'orecchio destro per mostrargli a sua volta la fila di orecchini che portava con un certo orgoglio. « Tra l'altro ho sentito la tua musica. Molto figa. Ma tipo.. - e non prendermi per una di quelle che pensa che tutti gli asiatici nel campus sono imparentati.. hai qualche connessione con l'altro Hyung? il modello.. » Un bono rarissimo, però questo non diciamo troppo, perché non è più aria. Vorrebbe approfondire ulteriormente la questione, Mia, ma viene improvvisamente urtata andando a sbattere contro Chung-Hee sentendo improvvisamente un senso di umidiccio e appiccicoso sulla schiena, rovesciando a sua volta parte del succo di frutta addosso al ragazzo. « Cazzo.. scusa.. » La mora che l'ha urtata non si cura neanche di chiederle scusa, ma non appena si gira per osservare divertita la scena, Mia la riconosce all'istante. Judith Lawrence, del suo stesso corso. Si porta la mano dietro la schiena, rendendosi conto che il suo maglione è completamente inzuppato e ormai puzza pesantemente di birra. « OH! Ma guardi dove metti i piedi? » La prende di petto Mia, non curandosi della platea attorno al tavolo. « Mia! Non ti ho proprio vista. » Il suo tono di voce è accondiscendente, ma lo sguardo colmo di malizia, che saetta dalla figura di Mia al piano leggermente rialzato delle piste da bowling, la portano a voltarsi istintivamente nella direzione in cui la Lawrence sta continuando a rivolgere parte delle sue attenzioni. Là sopra, assieme a Karma, Lily e Raiden ci sta niente meno che la sua amichetta del cuore. Jane Dawson. « Una vera sbadata. » Una vera sbadata eh! Per un istante la giovane Yagami stringe i denti e avanza un passo in direzione della compagna. « E com'è che adesso hai questo tono così docile eh? Mi avete messo contro mezzo corso di Strategia e poi vuoi farmi credere che è stato un incidente? » « Mio dio, Mia! Quanto sei suscettibile. Sei sicura di aver preso l'antilupo questo mese? Non so proprio di cosa parli. Abbiamo pure studiato un sacco di volte insieme, noi due. Certo.. poi tu ci hai mollate perché non ne hai più bisogno, vero? L'hai sposato il professore. Non hai bisogno di studiare.. Ma va bene così. Perché non giochiamo tutti a beer pong e facciamo le pacine? È una festa! Divertiamoci! Griffith - sei Griffith vero? ..posso stare in squadra con voi? Mia, tu puoi stare nell'altra. Empatizzi molto con la gente esotica » Ma a quel punto Mia è rossa in viso come un peperone. Non è affatto suscettibile; è solo stanca, e anche volendo sorvolare sull'ignoranza dilagante che domina ormai il mondo magico, le insinuazioni della ragazza sono troppo gravi. « Io sono suscettibile? » In tutta risposta Jane si stringe nelle spalle e sfodera un sorriso a trentadue denti guardando gli altri come se Mia fosse un po' fuori di testa. « Oppure tu e le tue amiche avete un po' rotto il cazzo. » Questa volta però, un po' stanca di quegli atteggiamenti, Mia la spintona, facendola finire contro il tavolo del beer pong che barcolla appena. E a quel punto afferra un bicchiere di birra e poi un altro e glieli versa entrambi in testa, lasciando la povera Dawson completamente sconvolta. Ok. Forse ho esagerato. Ma ho davvero esagerato? « Che sbadata! Mi è proprio sfuggito. » Pausa per poi afferrare un terzo bicchiere versandoglielo con la stessa veemenza. « Anche questo. » A quel punto però, diverse altre amiche della Lawrence si erano avvicinate, andandole in soccorso, inveendo contro il gruppetto evidentemente a detta loro complice di quella palese violenza.


    Interagito principale con Ronnie, Tony, Nessie, Lily, Karma, Raiden, Zip e Chung-Hee e chiunque stia attorno al tavolo del beer pong.
    Fatto casino al tavolo del beer pong. Potete usare i PNG delle amiche di questa scappata di casa come vi pare.




    Edited by « american beauty » - 26/12/2021, 20:04
     
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    Karma si sta ancora rimangiando le mani per non aver visto il post di Veronica abbastanza in tempo da potersi iscrivere, immersa com'era in quei giorni tra varie riunioni con i professori e lo studio matto. Perché okay, sarà di certo una pigrona quando si tratta di dover adempiere alle varie tradizioni di famiglia riguardanti gli addobbi a casa Paciock - fortuna c'è Cedric - ma lo spirito natalizio la riempie sempre di una strana e frizzante gioia che si rispecchia nell'euforia che la coglie non appena lei e Lily si affrettano fuori dall'emporio con la busta ticchettante che dimostra quanto effettivamente sia piena di bottiglie di alcolici, dai più classici ad alcuni amari particolari, quello alla cannella di sicuro il preferito della mora. « Hai appena disintegrato il sogno di qualcuno con le intenzioni battagliere di sfasciarsi proprio con del gin. Sentiti in colpa. » L'ammonisce, ritrovandosi a ridere non appena pensa a quanti, in effetti, sarebbero pronti a bere il gin direttamente dalla sua gonna. E quel pensiero si palesa evidentemente sul suo volto tanto da non riuscire a dissimularlo se non con un'ulteriore risata. « Se te pensi sempre male io che colpa ne ho? Sono un angelo. » Sfarfalla prepotentemente le ciglia mentre saluta a destra e manca i vari collegiali che ha potuto conoscere in quegli anni - soprattutto durante il suo pernottamento allo studentato. Getta un'occhiata intorno a loro quando, dopo aver sistemato il proprio bottino sul tavolo delle bevande, guarda Lily che, con tutta l'innocenza del mondo, sta poggiando il vassoio dei suoi biscotti. « Ma che dici..ce lo lascio un bigliettino sopra? » Le lancia uno sguardo beffardo, di chi sta trattenendo una risata a stento. « Del tipo "Siate certi che il vostro magiortodontista lavori anche sotto le feste prima di addentarne uno". » Le fa una linguaccia per poi offrirle un bicchierino del sopracitato amaro, ottimo come digestivo post sushi. «Che ne dici, giochiamo a bowling? Ovviamente in squadre opposte perché, altrimenti, la competizione non avrebbe gusto Annuisce con fare tranquillo. « Certo. Fuori dal campo devi pur perdere a qualcosa per rimanere con i piedi per terra. » Ridacchia mentre la ancora a sé prendendola a braccetto, dirigendosi con lei alla pista più vicina e libera. « Ma quindi, se sono un Autunno, questi colori mi stanno bene o no? » Le chiede poi, indicando con la mano il proprio outfit, giusto per cercare di capirci
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    qualcosa in quella disciplina che, lo sa bene, non è decisamente nelle sue corde. A malapena ha capito la differenza, sulla carta, tra colori freddi e caldi, senza comunque essere mai riuscita a distinguerli veramente nella realtà. «Oh, ciao Veronica! Bellissima festa! Ciao Mia! Io e la mia amica stiamo formando delle squadre per giocare a bowling. Vi va?» Sorride ad entrambe le ragazze allungando la mano per presentarsi ad entrambe. « E io sono Karma, grazie mille Mia. » Fa in tempo a dire prima di trattenere a stento una risata nel fare la conoscenza con il fratello di Veronica che sta iperventilando davanti a Lily. « Oddio secondo te ci vorranno i sali a fine conversazione? » Indirizza la battuta verso Mia per poi scrollare il capo. « Vabbè, ci buttiamo sulla scelta dei nomi? » Di sicuro la parte più pallosa di una partita a bowling, per quanto la riguarda. Ma l'attenzione della ragazza viene catturata dall'arrivo del professor Yagami tra di loro. Si costringe a fissare lo schermo di fronte a sé per non farli sentire osservati, mentre decide di testa sua che ognuno avrà il nome di un personaggio Disney. Per lei Megara, per Lily Trilly. « Raiden, piacere. » Gli stringe la mano che le sta offrendo con un sorriso pieno. « Quindi posso darti del tu qui? Grazie al cielo, mi hai salvato da una più che sicura e imbarazzante figuraccia. Karma. » Commenta prima di tornare a fissare la levetta magica con la quale sta scrivendo i vari partecipanti sullo schermo. « Solo se scegli un personaggio della Disney e non mi rovini l'aesthetic di questa lista. » Sbuca fuori da oltre la spalla di Lily per rispondere al ragazzo e poi fissare Mia. « Non mi hai ancora detto chi scegli tu. » « Uuuhm.. facciamo così: ci vediamo tra dieci minuti alle piste. Che ne dite? Devo consegnare il mio pacchettino. Ci vediamo a breve. » Annuisce alla mora con un sorriso, guardandola andare via prima che sia qualcun altro ad arrivare. «Sono ancora in tempo per una partita?» Lo sguardo della Paciock si sposta sulla figura di Daffy, appena arrivata tra di loro. Con un vischio che le pende sulla testa come una spada di Damocle a cui sembra essersi rassegnata. «Oh.. Non fate caso a questo..Temo che starà qui per tutta la sera..» In tutta risposta, la mora non ci pensa su due volte, salta in piedi e le si avvicina incastonandole le guance con le dita per stamparle un bacio in bocca. « Stai in squadra con me e ti avrebbe deconcentrato ad ogni tiro. » Le dice, lasciando che il sorriso bonario infonda nella ragazza la giusta carica a smettere di pensare al perché avrebbe preferito tenersi il vischio in testa tutta la sera invece che baciare, anche per gioco, qualcuno. « Allora.. separare le due giocatrici professioniste mi sembra più che doveroso. » Si volta verso il resto della ciurma prendendo le redini della situazione com'è nel suo spirito fare. « Mentre aspettiamo Mia.. » prosegue guardando un po' tutti. « Potremmo pensare a come rendere più interessante la sfida mettendo delle penitenze che danneggino il gioco altrui? » Sciabola le sopracciglia mentre lo schermo indica che è il suo turno di aprire le danze. « O una posta in gioco per la squadra vincitrice. » « Magari un voto sopra la A all'esame di Strategia? » La ragazza che si è presentata come Jane del corso Auror, entrando a gamba tesa nel gruppetto, guarda fisso Raiden, sbattendo le ciglia. « Beh..no, decisamente no. » La mora rivolge un'occhiata strana a Lily, molto alla "Ma fa sul serio?" Poi il vischio arriva di gran carriera e si posa sulla testa della ragazza, lasciando Karma indifferente fin quando non sente un mormorio alzarsi al di sopra della musica. Si volta, la mora, non riuscendo a capire bene cosa stia succedendo intorno ad uno dei tavoli. « Che sta succedendo? » Domanda prima a Daffy per poi spostare lo sguardo nuovamente sul capannello, individuando poi Mia al centro. « Oddio, Judithhhhh! » Jane gracchia fuori, impanicata. Karma la osserva per qualche istante, domandandosi se sia sincera o stia effettivamente fingendo, sembrandole un po' troppo sopra le righe. Guarda poi con la coda dell'occhio Raiden, aspettandosi una sua qualche reazione da un momento all'altro. Disorientata, sa bene che non devono mettersi in mezzo, non quando c'è già tutta quella gente coinvolta. « Okay..» mormora guardando le due ragazze di sottecchi. « Mi sa proprio che il bowling sia d'accantonare. » « Certo, chi vorrebbe mai giocare dopo che Judith è stata presa così deliberatamente di mira? » Si guardano le due, con Karma che la squadra mentre lei accenna un piccolo broncio. « Oh ma fammi il piacere, Madre Teresa farlocca. » Lei si porta una mano al petto con le labbra aperte a formare una O. « Ma come ti permetti, io..ti ho pure votata. » Accenna una risata, Karma guardando altrove. « Beh, wow..grazie, ottima scelta come quella di non prendere Arte e Spettacolo. Ora perché non vai dalla tua amica per cui sei tanto preoccupata? » Con la testa accenna palesemente al prendere il volo prima di roteare gli occhi per rincontrare poi quelli di Lily. « Ohh, mi è sempre piaciuta l'aria delle feste. » Così briosa e frizzantina.

    Interagito con Lily, Veronica, Mia, Raiden e Daffy. Menzionato il crollo del povero Jessie e usata Jane.

     
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    Alena era emozionata oltre misura per quella serata. Non capitava così spesso di poter partecipare ad un evento organizzato da collegiali, e proprio per questa ragione quel pomeriggio la piccola Gauthier aveva finito per trascorrere più tempo del necessario di fronte allo specchio del piccolo bagnetto della sua camera da letto, tra un colpo di mascara ed un'ultima sistemata ai boccoli. Per un evento del genere, era essenziale essere perfetta: nulla poteva essere lasciato al caso. Dopo le oculate considerazioni di quella settimana, la scelta dell'outfit era ricaduta su una gonna in plaid rosso, molto natalizia, ed un maglioncino scuro e sagomato, la cui scollatura aveva cercato di rendere più profonda con qualche colpo di bacchetta, « giusto per non sembrare una suora ridicola », si era detta tra sé e sé. La faccenda delle calze era stata una gatta da pelare a parte: per quanto l'obiettivo fosse essere presentabile, e arrivare a mescolarsi con dignità tra gli studenti del college, era pur sempre dicembre inoltrato, faceva un freddo cane, e la tentazione di infilarsi nei collant da trecento denari della recita di Natale delle elementari era quanto mai invitante.
    Alla fine, dopo svariati ripensamenti al riguardo, la vanità e la determinazione avevano prevaricato sul buonsenso, e così la giovane Corvonero si ritrovava ad attraversare le strade innevate di Hogsmeade coi denti che battevano, dei collant dal tessuto quasi inesistente ed una sola frase nella testa: chi bella vuol apparire, tanto deve soffrire. E se tutti i suoi sforzi ed il suo quasi-congelamento fossero stati ripagati, quella sera, con l'incontro del principe azzurro, Alena sarebbe stata pronta a morire di freddo per altre cento notti, questo era certo. D'altronde, quello giusto per lei non poteva che essere uno del college.
    Non poté fare a meno di pensare a cosa avrebbe potuto pensare il suo Prince Charming nel vederla arrivare ad una festa di Natale con un benjo che le penzolava dalla schiena. Forse non era la cosa più convenzionale da fare, ma era convinta che cantare una canzoncina al destinatario del suo regalo potesse essere un'idea carina, oltre che renderla protagonista di un momento. Sperava che fosse l'occasione di farsi notare anche da qualcun altro, oltre che dalla persona a cui quel regalo era destinato.
    « Nessie! Ciao! » Agnès fu la prima persona che riconobbe tra gli invitati. Avvolse l'amica in un abbraccio, sistemandosi poi meglio la cinghia del benjo sulla spalla. « Come stai? È tutto bellissimo! Hai già ricevuto il tuo regalo? Chi è il tuo Secret Santa? Io sono curiosa, non vedo l'ora. » Non aveva fatto altro che parlarne per tutta la settimana. Nella sua testa, Alena aveva già scritto la sceneggiatura di un film romantico, dove i due protagonisti si conoscevano per caso, ad una festa di Secret Santa. Essere lì, finalmente, in mezzo a tutti quegli sconosciuti, non faceva che rendere la sua fantasia sempre più reale, ampliandone le potenzialità e arricchendola di dettagli: magari, dopo averle dato il suo regalo, il suo Secret Santa avrebbe alzato lo sguardo e avrebbe visto correre sulle loro teste un vischio volante, e a quel punto non ci sarebbe stato niente da fare... « Devo ringraziare Veronica, tu l'hai vista? Ah no, scherzavo, eccola lì! » Proprio mentre parlava riuscì ad individuare la ex Grifondoro, che pareva parecchio presa da una conversazione con un ragazzo che Alena non aveva mai visto. Aveva i capelli scuri ed i lineamenti così delicati, quasi angelici. Restò a fissarlo qualche momento, come ammaliata. Immagina se fosse lui, il tuo Babbo Natale Segreto. Immaginalo sorriderti così da vicino... Si ritrovò a sospirare, sognante, appena prima che la realtà la trascinasse di nuovo coi piedi per terra, forse nel modo più brusco.
    « A-Alena? Ciao, sono Daffy e.. A quanto pare sono il tuo Secret Santa! » Era una ragazza. Il suo Babbo Natale Segreto era una ragazza. Alena non aveva nemmeno mai varato l'ipotesi che un essere privo di cromosoma Y potesse pescare il biglietto con il suo nome. Non era minimamente contemplabile uno scenario del genere. Negli occhi di Daphne Baker, una ragazza tra l'altro famosa nel mondo sportivo magico, e che Alena conosceva e ammirava, la giovane Corvonero vide infrangersi tutti i propri sogni romantici per quella serata. Incredibilmente delusa, fissò qualche istante di troppo gli adorabili stampini per biscotti che la ragazza le aveva preso, e quando se ne accorse avvertì immediatamente il senso di colpa. Che stai facendo? « Oh, sono adorabili! » si affrettò a dire, posando nuovamente gli occhi sulla Baker. « Ti ringrazio, sei stata gentilissima. Mi piacciono moltissimo. » Stava per dire qualcos'altro, ma la ragazza fu colta dall'improvviso arrivo del vischio sulla sua testa, che la distrasse completamente da qualsiasi altra cosa. Alena la salutò debolmente, per poi
    dirigersi, risoluta, dall'altra parte della stanza, dove aveva già intravisto il destinatario del suo regalo.
    Si dovette allungare sulle punte per bussare sulla spalla del professor Tarrant Crouch e attirare la sua attenzione. Quando aveva scoperto di essere il suo Babbo Natale Segreto era rimasta interdetta, perché come si fa un regalo al proprio prof di Erbologia? Poi, però, aveva cominciato a pensare a cosa lui avrebbe potuto apprezzare, e per qualche ragione l'immediata risposta della sua mente era stata quella di dedicargli una canzone scritta da lei. Ci aveva dedicato tempo e cura, ma alla fine era soddisfatta del risultato. Era convinta di essere riuscita a veicolare, tramite quel messaggio, l'affetto ed il rispetto che portava nei confronti del prof Crouch; e senza dubbio sperava, attraverso quel piccolo esercizio, di entrare finalmente nelle sue grazie, considerato che fino ad ora, nonostante gli sforzi continui, al massimo era riuscita a spillargli un Oltre Ogni Previsione. Era convinta di meritarselo, quell'Eccezionale, e se serviva una canzone per raggiungere i propri scopi, Alena di certo non aveva paura di sporcarsi le mani un po'.
    Guardò l'uomo per qualche istante, non sapendo bene come presentare quel suo insolito regalo. Decise, più semplicemente, di non farlo, e dopo avergli sorriso strinse la cinghia del proprio strumento e la fece scivolare fino a quando non poté raggiungere con le mani il piccolo benjo. Non era mai stata particolarmente brava, ma si era esercitata tanto nell'ultima settimana, e sperava che i propri sforzi sarebbero stati ripagati con questa piccola performance. Iniziò ad accarezzare con le dita le prime corde, fino a comporre una melodia leggera, allegra e dai toni acuti, che presto accompagnò anche con la propria voce.
    « Noi due bene non ci conosciamo,
    in classe a volte dimentica il mio nome,
    e, in effetti, la cosa che più bramo
    sarebbe la sua preziosa approvazione.
    Sotto il suo albero, quest’anno
    nessun micio, occhiali o liquore
    ma una Corvonero che, senza inganno
    è qui per dichiararle il proprio amore. »

    A quel punto strimpellò un accordo più lungo, e si permise di rivolgere un ampio sorriso all'uomo. Notò in quell'istante che intorno a loro cominciavano ad avvicinarsi alcuni presenti, incuriositi da quella piccola performance improvvisata.
    « Ok, dire “amore” forse è too much,
    ma, col cuore, questa mia canzone
    la dedico a lei, caro professor Crouch
    con tutta la mia profonda adorazione.
    Perché grazie a lei ho scoperto il mondo vero,
    giù, nelle magiche serre del castello
    dalle foglie del più maestoso albero,
    fino al più piccolo ramoscello. »

    Era arrivato il momento del ritornello. Aveva a lungo riflettuto sul miglior modo in cui veicolare l'importanza degli insegnamenti di Crouch. Voleva che fosse evidente il suo amore per l'Erbologia, e quanto stesse imparando grazie a lui. All'inizio non era proprio certa che elencare una sfilza di piante magiche recentemente studiate in classe fosse la scelta giusta, ma, alla fine, a fronte dell'arrangiamento e dell'intonazione, reputava che quello fosse davvero il pezzo forte dell'intero brano.
    « Bubo-tuberooohhh
    Asfo-deh-eelooo
    Bella-Belladonna!
    Di-di-di-di… Dittamo! »

    Questa sì che è una hit. Ne era convinta, la giovane Gauthier, mentre ripeteva il ritornello per la seconda volta e qualcuno nel piccolo cerchio di gente iniziava a seguire il ritmo della canzone con il battito di mani. Ed ora, il gran finale.
    « Sotto il vischio e tra le ghirlande
    in quest’atmosfera di festosità
    trovo non ci sia regalo più grande
    che dar concime a questa nostra complicità.
    E quindi, col cuore, le dico sincera,
    e spero alla fine possa esserne lieto,
    che lei è l’insegnante di cui vado più fiera!
    Con affetto, dal Suo Babbo Natale Segreto. »

    Allungò di poco l'ultima nota, per poi completare il tutto con un assolo strumentale: niente di particolarmente complicato, ma il benjo sapeva rendersi affascinante anche tramite le melodie più semplici. Una volta completata la propria prestazione, lasciò scivolare lo strumento lungo il suo fianco, in attesa di una reazione dal prof Crouch. « Buon Natale! Mi chiamo Alena Gauthier, comunque. » E magari cerchi si ricordarselo, la prossima volta che corregge un mio saggio di Erbologia.



    [spoiler_tag][/spoiler_tag]Interagito con Nessie e Daffy, fissato guardato da lontano Eren
    Ha suonato e cantato una canzone per Terry, ho scritto che un po' di gente si è fermata ad ascoltare, se volete tiratele pure i pomodori
     
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    Comunicazione di servizio: i tre vischi ripartono e si fermano sopra le teste di Zip, Nessie ed Ember



    undercover anesthæsia¸ murphylaw‚

    A livello temporale, ovviamente i tre vischi si sposteranno sulle nuove vittime non appena i precedenti malcapitati li avranno mandati via.
     
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    Inutile specificare che ad Asa, il Natale, aveva sempre fatto schifo. Gli addobbi, i regali, qualsiasi odiosissima canzoncina a tema, gli avevano sempre provocato un discreto senso d'orticaria. Quell'anno però, per chissà quale astro allineato, il nostro Grifondoro di nome ma non poi così tanto di fatto, aveva deciso di partecipare a quell'evento. Secret Santa: fino a quel giorno, non sapeva nemmeno cosa diavolo fosse. E quando poi l'aveva scoperto, si era effettivamente chiesto che merda doveva essersi sparato quella sera, per aver preso quell'insolita decisione. Fatto sta che, polemiche a parte, eccolo lì Asa, in attesa della sua immancabile +1. Brunhilde Zabini ed Asa King, la coppia che scoppia anche a Natale sui nostri schermi, signori. « Ehi, bellissima » Annuncia dunque il gigante, chinandosi sulla piccoletta per lasciarle un bacio a stampo sulle labbra. Lì all'ingresso del Toyland, sono già tutti su di giri. « Ti hanno lasciato un attimo di respiro almeno per Natale, a scuola? » Le avvolge un braccio attorno alle spalle, mentre si incamminano. « Agnes D'arcy.. - Mormora, lasciando dondolare una bustina argentata tra loro - La conosci? » Sapeva chi fosse, ma non si erano mai rivolti la parola, se non forse durante qualche progetto scolastico. « Boh, prima sbrigo sta roba del regalo.. - E meglio è, sta per aggiungere, quando però la sua attenzione vien catturata da uno striscione all'ingresso della sala da bowling. Inarca un sopracciglio, poi si volta verso la Corvonero. « Se qualcuno ti viene a baciare, sappi che lo pesto, caposcuola » Sono le ultime parole che le rivolge, prima di entrare. Dentro, è tutto così natalizio che, se non fosse per il tavolino degli alcolici, avrebbe solo voglia di spararsi in bocca. « L'hanno presa sul serio, questa roba del dress code » Commenta, lo sguardo che si sposta su questo o quel viso, più o meno conosciuto che sia. Lui, ovviamente, non ha indossato nulla di neanche lontanamente festivo. « Cerchiamo Agnes così posso darle questo? » Domanda alla Corvonero, prima di guardarsi attorno. C'è qualche viso familiare, ma -in perfetto spirito natalizio- lui non ha la ben che minima voglia di avvicinarsi. L'unica su cui si sofferma qualche istante più del dovuto, è Zelda, dall'altro lato della sala, che gli rivolge un sorriso diremmo..
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    Diplomatico. E si ritrova a ricambiare, il Grifondoro, seppur con leggero disagio. Da quando gli ha ceduto il posto di Capitano, la situazione tra loro si è rivelata abbastanza..strana. Non perchè si siano visti o chissà cos'altro, è tutto semplicemente.. Strano. Sì, strano, niente di più, niente di meno. Si schiarisce la gola, distogliendo lo sguardo immediatamente, quando si rende conto di esser rimasto fin troppo tempo a fissare l'ex Grifondoro, ormai intenta a fare altro. « L'hai..uhm, vista? Agnes, intendo - Pausa - Hai visto Agnes? Di là non c'è, quello stavo guardando » Oh sì, certo. E pensa quasi di essersi salvato, Asa, persino quando quel simpaticissimo vischio decide di svolazzare sulla sua testa. Una risata gli scuote il petto « Mandiamolo via subito! » Annuncia a gran voce, chinandosi sulla ragazza per lasciarle uno schioccante bacio sulle labbra. E le sorride poi, stringendola a sè come è abituato a fare ogni volta, quando si accorge che..Beh, il vischio è ancora lì. Lo osserva, Asa, in quei secondi di tentennamento che gli sembrano ore. Che cazzo fai, andiamo, vattene. Ed alla fine se ne va, sì, ma solo dopo qualche istante. Minuti di troppo. « Nemmeno un fottuto incantesimo natalizio, sanno fare, eh? »
    Interagito con Hilde, nominata Nessie e Zelda
     
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    Col Natale alle porte, i turni al Toyland non mancavano e per Valerie, conscia di non voler lasciarsi travolgere dalla follia collettiva delle feste, lavorare era stata la scelta più ovvia. Non si era lasciata tentare nemmeno di fronte all'innaturale entusiasmo del coinquilino che invece, sembrava voler prendere quell'occasione come una nuova esperienza da vivere come un turista in vacanza. Così, si era recata sul posto di lavoro, evitando di sana pianta ogni contatto con lo spirito natalizio. Ne avrebbe avuto a sufficienza quando durante le vacanze, sua madre l'avrebbe costretta per l'ennesima volta a passare un Natale in pieno stile too much. Si era recata al solito posto alla cassa del cinema, con la connaturata gioia che la contraddistingueva. Il suo capo l'aveva persino costretta a mettere un orrendo maglione natalizio e un fiocco rosso tra i capelli, così da sembrare più natalizia. Sulla solita targhetta col suo nome, compariva adesso un pattern coi fiocchi di neve e persino tutte le confezioni del pop corn e dolciumi vari erano stati incantati affinché avessero una parvenza più natalizia, in tinta con i pomposi addobbi voluti dalla gestione. Praticamente hanno addobbato anche me. Un pacco di Natale sono diventata. Seppur in molti avessero scelto il cinema come meta per quell'ultimo pomeriggio prima delle feste, Hogsmeade si era in parte svuotata. Molti collegiali avevano raggiunto le proprie famiglie già da qualche giorno, il che rendeva l'atmosfera più tranquilla e gestibile. La chiamata di Eliphas giunse poco prima della fine del suo turno quando, Valerie stava ormai contando i minuti per tornare a casa e continuare la lettura di quel fumetto interattivo che aveva comprato a Diagon Alley un paio di settimane prima. « Valerie, ho ammazzato il Natale. » La bionda alzò gli occhi al cielo sospirando. « Come fai ad ammazzare qualcosa che è già morto? » Il tono svogliato interruppe la chiara emergenza nella voce dell'amico. Giocherellava con la ghirlanda posata sul bancone, alzando di tanto in tanto gli occhi al cielo. « Cioè ho fatto fuori l'albero. Ti giuro che l'ho solo toccato. Pensavo fosse finto.. e adesso è morto. Puoi venire qui a fare.. le tue cose? Non voglio rovinare il Natale! » Lo sguardo di lei assunse una sfumatura più stranita. Hai sempre un'idea molto distorta de "le mie cose". « Ma cosa dovrei fare.. » Si fermò a metà sospirando ancora una volta. Non ti si può lasciare un attimo da solo che già iperventili. « Sono qui. Arrivo a breve. Tenta di non ammazzare anche il bambinello nel presepe. Saresti in anticipo di quattro mesi. » Dicendo ciò attaccò e prese le sue cose. « Svitato. » Salì le scale fino alla sala della festa, trovandosi immersa in una tipica atmosfera festante natalizia. Diversa gente ubriaca, qualche dramma qua e là e un albero di Natale decisamente morto. Oh.. ma quella è una svitata con una chitarra. Benissimo.
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    « Ehi tu! Si tu.. » Disse indicando un ragazzo che prese nella mischia tra tanti altri. « Hai visto per caso uno spilungone che si aggirava iperventilando da queste parti? » Inclinò la testa di lato osservandolo con un'espressione interrogativa. « Il bibliotecario.. Eliphas, hai presente? Quello che attacca sempre bottone, dice un sacco di stramberie e sembra uscire da un fumetto di Alan Moore. » Proprio lui. Non puoi sbagliarti. « Va beh se lo vedi, digli di chiamarmi. Mi chiamo Valerie.. Harmon. » Si indica le guance osservandolo un po' stranita. « Comunque dovresti fare qualcosa per quel rossore nelle guance. Anche tu stai iperventilando un pochino. » Tenta di chiamare Eliphas diverse volte, prima di riuscire a beccarlo in mezzo alla folla alzando gli occhi al cielo. Picchetta sulla sua spalla e inclina la testa di lato. « Ti sei già fatto riconoscere? Te l'avevo detto che le feste di Natale sono un trauma. Dovevi vedere quella nel Lockdown. Un vero spasso. » Da allora, Valerie aveva sempre associato il Natale a qualcosa di davvero terribile. Il ricordo della nausea persistente che l'aveva tormentata per giorni, chiusa in una delle stanze della torre Corvonero, continuava a tornarle in mente anno dopo anno. « Su andiamo. Poniamo rimedio a questo trauma. Svitato. » Sbuffa pesantemente, afferrandogli il polso per tornare di gran carriera nei pressi dell'albero, dove diverse persone stanno osservando lo scempio compiuto da Eliphas decisamente straniti. Valerie aveva osservato per diverso tempo gli equilibri intestatisi negli ambienti che condividevano. La loro magia sembrava annullarsi a vicenda, ma per un po' si era chiesta se fosse possibile addirittura invertirla. Sollevò infatti lo sguardo negli occhi dello spilungone, e allungò una mano nella sua direzione per farsela afferrare. « Se ci rinchiudono al CIM per questa cosa, giuro che ti ammazzo. » La solita Valerie un po' svoglia e scontrosa, intrecciò le dita a quelle del warlock, chiudendo gli occhi. « Avanti.. toccalo. » Per un po' non successe nulla. Ma appena anche Valerie sfiorò alcuni rametti, ispirando profondamente, i rami rinsecchiti ripresero lentamente vita. Un sempreverde un po' secco, ma decisamente in condizioni migliori di quelle in cui lo aveva lasciato Eliphas, riprese a splendere sotto gli occhi increduli di diversi partecipanti. Non appena interruppe il contatto, e altrettanto fece il moro, l'albero rimase esattamente in quelle condizioni. Lo stomaco di Valerie dal canto suo, prese ad agitarsi di colpo, costringendosi a portarsi una mano all'altezza delle labbra. « Devo andare in bagno. » Osservò Eliphas con un'espressione impanicata. Non qui. Non ora. Non così. L'ennesimo Natale in preda ai conati di vomito. Potrebbe quasi diventare un'abitudine.

    Interagito con Emi ed Eliphas.



     
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    Dopo un intera mattinata trascorsa a sistemare gli addobbi natalizi, la sala del Toyland era quasi irriconoscibile - o, per lo meno, abbastanza festosa da rendere Nessie soddisfatta del risultato finale, frutto della maniacale attenzione con cui aveva sistemato ogni piu' piccolo dettaglio. La stessa ragione per cui, solo poche ore più tardi, aveva indossato un outfit chiaramente natalizio, in pandant con le festività, ed aveva strizzato il povero Hamlet in un costumino da aiutante di Babbo Natale. « Ecco, Hamlet. Puoi restare comodo comodo qui. » Accarezzò delicatamente il nasino del maialino nano, comodamente sistemato su una sedia munita di cuscino imbottito, prima di rivolgersi in direzione del gruppetto di amiche. « Amiche mie, noi non abbiamo capito niente del Natale. A quanto pare in Asia è una specie di San Valentino ma peggio. Praticamente una vera e propria festa per accoppiarsi, di base. Ho pensato perché no. Sogno un mondo in cui diventiamo una tristissima comitiva di sole coppie. » Stretta nell'abbraccio di Mia, lanciò un'occhiata incuriosita a Tonya Trembley, prima di scoppiare in una risatina divertita. « Ci stai forse invitando ad andare in Asia per le feste di Natale del prossimo anno per trovare un buon partito? » E, nel caso di Nessie, per buon partito si intendeva un vero e proprio Principe Azzurro. Nel dirlo allungò una mano a sfiorare il cerchietto che Mia indossava, chiaramente divertita. « Torno subito, ho dimenticato il mio regalo nella borsa. » Che razza di stupida! Si scusò e si allontanò momentaneamente dal piccolo gruppetto, guardando qua e là se riusciva ad intercettare Asa King. Ma anziché intercettare il Grifondoro, s'imbattè in Alena Gauthier. « Alena! » Le rivolse un sorriso raggiante, felice che l'amica avesse deciso di partecipare, prima di stringerla in un abbraccio. « Sono contentissima che sei riuscita a venire! Oh, hai portato il benjo! » Gli occhi verde oliva si illuminarono, mentre sfiorava con la punta delle dita lo strumento. « Comunque no, non ho ancora incontrato il mio Secret Santa. » Ridacchiò, leggermente nervosa. « In realtà sono un po' nervosa, non sono sicura di aver scelto il regalo giusto. » Le confidò, in un sussurro, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore. « Devo ringraziare Veronica, tu l'hai vista? [...] » Prima ancora che Alena terminasse la frase, Nessie si voltò nella direzione in cui aveva intravisto la sua coinquilina solo pochi minuti prima. « Sì, certo. E' lagg- » Le parole le morirono in gola nel riconoscere la figura familiare di Emile Carrow accanto a Ronnie. Emi? Quando è tornato? Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che si erano visti, prima che il giovane Carrow venisse spedito a Beauxbatons per aver infranto le regole di Hogwarts adottando Marv, il purvincolo più bruttino che Nessie avesse mai visto. Si schiarì leggermente la voce e si raddrizzò, pronta a raggiungere il Tassorosso per dirgliene quattro per non averla avvertita del suo ritorno. Ha ragione nonna quando dice che è un villano! « NO EMI, ASPETTA!! » D'un tratto, Ronnie - la sua coinquilina Ronnie - si slanciò verso Emi - il suo migliore amico Emi - e gli stampò un bacio sulle labbra, un siparietto a cui Nessie assistette dalla prima fila, congelata sul posto. Forse per la sorpresa, forse perché non aveva mai realmente concretizzato l'idea dei due assieme, nonostante Emile le avesse confessato di una loro breve relazione qualche tempo addietro, il suo stomaco si strinse in una morsa fastidiosa, con la spiacevole sensazione che fosse stato risucchiato un centinaio di metri sotto terra. In quello stesso istante, almeno un centinaio di pensieri diversi le affollarono la mente, per poi delinearsi in una certezza indiscutibile: Emi le aveva mentito. Lui e Ronnie non sono mai rimasti solo amici. O forse ha spezzato il cuore di Ronnie quando l'ha lasciata, é sicuramente per questo che al diploma era così triste. Tutto torna. Nell'incrociare casualmente lo sguardo di Emile, gli scoccò un'occhiataccia furente, ormai rossa come un peperone. E poi hai avuto anche il coraggio di baciarmi! La giovane D'Arcy si allontanò in tutta fretta, in preda alla smania di sistemare il buffet delle bevande, dalla parte opposta della sala per sfogare un misto di rabbia e indignazione che, se repressa, l'avrebbe presto fatta scoppiare in un pianto isterico. Afferrò le bottiglie, sparpagliate qua e là, e le sistemò in ordine crescente, prima di gettare nel bidone della spazzatura tutti i bicchieri abbandonati sul tavolo. Troppo disordine, troppo. Così non va bene, no. Non va proprio bene. Muoveva appena le labbra, ripetendo le parole tra sé e sé senza emettere un suono, muovendosi con gesti rapidi e nervosi. A complicare le cose, uno stupidissimo rametto di vischio aveva iniziato a ronzarle intorno con insistenza crescente, punzecchiandola sul capo per attirare la sua attenzione. Stupido vischio e stupido Natale! Ormai stizzita, Nessie lo scacciò più volte inutilmente e, afferrato un bicchiere pulito, lo riempì con una generosa quantità di spumante, sorseggiandolo inquieta. « King! » Trillò, con un po' troppa enfasi, raggiungendo Asa e Brunhilde. Rivolse ad entrambi un sorriso leggermente tirato, seppur cordiale. « Mi piace molto il tuo vestito, ti dona tantissimo. » Si complimentò con Hilde, tentando al contempo di evitare la fastidiosa seccatura del vischio. « Non ne vuole sapere di lasciarmi in pace. Cioè, è un'idea carina, ma è fastidioso quando non c'è assolutamente nessuno che vorrei baciare. » Ridacchiò, con una nota di isterismo appena percettibile. « Voi siete sicuramente più fortunati. » Con un ultimo sorriso, affondò la mano nella borsetta e ripescare un involucro avvolto in carta natalizia costellata da unicorni, Lo porse ad Asa. « Sono il tuo Babbo Natale segreto, spero che ti piaccia. » All'interno, il ragazzo vi avrebbe trovato una camicia dalla4118942c3c4a260e8393fb811ff09a109dec3915 fantasia fluo, i cui colori sgargianti cambiavano a seconda della luce che vi si rifletteva contro. Imperterrito, il vischio la colpì con più decisione, rifilandole persino un buffetto deciso sul nasino alla francese. « Adesso basta. » Scolò il bicchiere di champagne in un solo sorso, in una mossa azzardata per una ragazza tanto esile, troppo emozionata per ingerire qualcosa sin dall'ora di colazione, e attraversò la sala a passo deciso, soffermandosi in prossimità del gruppetto del beer pong. Si schiarì la voce e picchiettò delicatamente sulla spalla di Griffith Morgenstern, un collegiale molto carino con cui non aveva mai avuto il coraggio di parlare. Non è certo uno stupidissimo Tassorosso. « Morgenstern, ti spiace? » Indicò il vischio, che le ronzava intorno con insistenza febbrile, e senza attendere una vera e propria risposta lo afferrò per il colletto del maglione, attirandolo a sé per stampargli un bacio deciso sulle labbra.

    Interagito con Mia e Tony, Alena, Asa e Hilde, Griffith (sks). Menzionata Ronnie e (guardato malissimo) Emi.

    Chiedo venia, prossimo posto più breve giuro.
    Also, vvb.
     
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    Il Natale non era esattamente la festa preferita di Ember, non ricordava di aver mai addobbato un albero di Natale con tutti i suoi fratelli e men che meno con i suoi genitori. Se per gli altri significava gioia e famiglia per lei non era altro che una profonda e incolmabile malinconia. Malinconia che voleva dimenticare e lasciarsi alle spalle. Forse proprio per questo aveva deciso di iscriversi all'iniziativa del Babbo Natale segreto, era un modo come un altro per non rimanere da sola, avvolta nel suo pigiamone di pile a divorare cioccolata. La misteriosa pesca era stata più che fortunata per lei, avrebbe dovuto fare un regalo a Zelda; un vantaggio che non avrebbe sprecato. Mostrò il pacchetto a Elvis, il suo petauro dello zucchero. « E' abbastanza natalizio secondo te? » Oppure si notano le mie scarse abilità di impacchettatrice?! Il piccolo roditore si nascose nella sua casetta a forma di albero, ignorandola completamente. « Tante grazie! Potevi almeno farmi i complimenti per il mio outfit natalizio... » Aveva preso il costume da elfo in prestito, dopo che durante i week end aveva distribuito volantini ai passanti vestita da piccola aiutante di Babbo Natale. « Piccolo ingrato... » Purtroppo Elivs non amava l'inverno, passava gran parte delle sue giornate nascosto nella sua casetta o al caldo nelle tasche delle sue felpe. Dopo avergli lasciato un tocco di mela lasciò la sua stanza nella torre dei corvonero per raggiungere la festa. Per l'occasione aveva preparato delle barrette croccanti al riso soffiato e cioccolato, che aveva decorato con cappellini e alberelli di pasta di zucchero. Poco impegnativi e gustosi.
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    La sala da bowling era un'esplosione di lucine e decorazioni, mentre il colore che andava per la maggiore sembrava essere il rosso. Lasciò i suoi semplicissimi dolci artigianali insieme al resto e si confuse tra la folla alla ricerca dei volti conosciuti. Dove ti sarai mai cacciata? Allungò il collo alla ricerca di Zelda, ansiosa di liberarsi del pacchetto custodito nella sue tasche. Quando la vide impegnata a saltellare sulla pedana luminosa a tempo di musica non poté fare a meno di rimandare ad un secondo momento la consegna del regalo. Si voltò all'improvviso, convinta di aver intravisto suo fratello Zip, ma cozzò contro un'altra ragazza. « No no no no! Merde! » Una piccola fontana di spumante investì il suo bellissimo costume da elfo. « Mi dispiace tantissimo, mi ero scordata che abbiamo preso la passaporta. » Sorrise alla ragazza, tamponando al meglio la chiazza di spumante. « Non ti preoccupare, mi hanno riversato addosso di peggio...e per peggio intendo un'indigestione da zuccheri di un bambino di 4 o 5 anni. » Lo spumante era senza ombra di dubbio un passo avanti a quel punto. « Uhm, posso almeno offriti un bicchiere per farmi perdonare? » Scosse la testa con un sorriso. « Ti ringrazio ma passo...però potresti spiegare a mio fratello che non mi sono scolata una bottiglia. » Indicò con nonchalance il suo unico fratello, Zip. « Speriamo almeno mi porti fortuna! » Fece un piccolo cenno di saluto alla ragazza e si dileguò, lasciando che i campanelli cuciti al suo vestito tintinnassero ad ogni suo passo. Prima ancora che potesse raggiungere il fratello e la sorella venne raggiunto da un fastidioso quanto impertinente ramo di vischio. Piccolo stronzetto. Non aveva niente contro il vischio in sé, piuttosto con i ricordi che le suscitava. «Oh andiamo, lui nemmeno c'è alla festa! » Per mia fortuna. Altrimenti si sarebbe ritrovata a fare i conti con sentimenti che nemmeno lei riusciva a comprendere. Cercò di scacciarlo, ma imperterrito si rifiutava di lasciarla in pace. Strappo veloce no?! Via il dente, via il dolore. Prese il gomito della persona al suo fianco, concedendosi giusto il tempo di alzarsi sulle punte per poggiare le proprie labbra sulle sue; impedendo a sé stessa di comportarsi come una codarda. Si allontanò in una frazione di secondo e quando riconobbe il destinatario del bacio non poté fare a meno di voler sparire. « Professor Yagami... » Bella figura di merda! « Così come quel dannato vischio io mi dileguo...» Si lasciò inghiottire dalla folla, sottraendosi dallo sguardo del professore fresco fresco di nomina. Si abbassò, camminando con le gambe piegate, decisa a sfuggire allo sguardo di chiunque fino a quando non riuscì a raggiungere suo fratello e sua sorella. « Ehi voi due! » Si avvicinò all'orecchio di sua sorella Tonya. « Ho fatto una figuraccia, una pessima figura...la figura dell'idiota. Pensi che posso chiedere il trasferimento a Durmstrang? O iniziare a studiare da privatista? » Forse esisteva una scuola di magia al Polo Nord, perfetta per chi come lei voleva sparire dalla circolazione.

    Interagito con June, Raiden, Zip e Tonya bella bellissima <3

     
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    Ancora paralizzato per il bacio, Chung tutto si aspettava fuorché un braccio intorno alle spalle da parte di Zip, che lo trascinò verso il tavolo da ping pong.
    Ancora un po’ intontito Sun cercò di riprendersi, perché, insomma i suoi amici erano lì, non poteva mica fare la figura del fesso. Sicché schiarendosi la voce, provò ad attaccarsi alle parole di Zip, che a quanto pareva era convinto che in Corea non esistesse il beer pong. Beh, magari non proprio uguale perché aggiungevano il soju per renderlo più forte, ma di sicuro le regole erano le stesse.
    “Zip, c’ho giocato mille volte a beer pong, potrei farlo ad occhi chiusi, siamo in squadra insieme, vero?” sottolineò il ragazzo, cercando di riprendersi dalla botta de vita appena ricevuta, per poi focalizzarsi, sugli altri partecipanti, sfoggiando un sorriso. “We, ciao ragazzi” salutò Chung accennando un movimento con la mano, per poi soffermarsi sul volto della ragazza, che gli sembrava vagamente familiare.
    “Ah! Ciao! Come sta Reddie?”
    Lampo di genio. Doveva essere per forza la ragazza che aveva incontrato al Serraglio. I lineamenti erano gli stessi, l’altezza uguale. Magari se avesse visto la puffola, non avrebbe avuto dubbi fin dall’inizio, ma sicuramente lei sarebbe riuscita a riconoscerlo, visto che Chung teneva ancora la piccola scompigliata bianca e rossa sulla spalla con lui.
    Comunque la partita era iniziata per il meglio, anche se la regola in cui lo sbaglio valeva la bevuta gli era estranea. Tanto che nel vedere la Davis finire l’intero bicchiere, Sun rimase un attimo attonito, sia perché la ragazza sembrava particolarmente entusiasta, sia perché si stava immaginando quante volte avrebbero dovuto bere lui e Zip ma soprattutto lui per quanto facesse schifo la sua mira. Però non sembrava molto importante, visto che il compagno aveva la mano più ferma del west, un cazzo di chirurgo.
    “Wooooo! Fortissimo”
    Urlò Chung, alzando la mano in aria per avere un high five. è così che si gioca.
    “Ok, a me va bene? Credo? Direi che faccio abbastanza schifo a tirare, però possiamo farcela”
    Affermò Chung, alzando le mani come per dire “colpevole”, prima di essere messo in pausa, letteralmente, da una ragazza che, una volta vicina al bancone da ping pong, tra l’altro voleva parlare proprio con lui.
    “Certo, ma non ti preoccupare, puoi chiamarmi Sun”
    Rispose con un sorriso timido Chung, mettendosi una mano dietro la testa per l’imbarazzo, mentre la prima cosa che pensò fu proprio “Che straminchia sta succedendo, portatemi via di qui.” Però Sun fece bene a non sparire completamente dal mondo, perché Mia si rivelò essere il suo Secret Santa, tanto che un piccolo pacchettino gli si palesò davanti. Ovviamente, il suo viso diventò dello stesso tono di rosso del cappello di Babbo Natale, ma invece che essere a disagio, anche se un minimo lo rimaneva sempre, un sorriso molto eccitato si palesò sul suo volto, perché se c’era una cosa che amava, erano le sorprese.
    “Noo, grazie mille, non dovevi davvero. Sono molto belli.”
    Disse Chung mentre apriva la scatolina, per poi prendere uno degli orecchini così da indossarlo subito per farlo vedere alla ragazza. Insomma l’aveva comprato, di sicuro avrebbe voluto vedere come gli stava no?. Panico.
    “Cosa? Davvero? Ti piace?”
    What? Ma allora esiste davvero qualcuno che ascolta le sue canzoni, oltre a lui stesso e qualche ragazzo della Corea.
    Chung spalancò le palpebre, stupito, anche se la bella sensazione durò proprio poco perché suo fratello entrò, metaforicamente, nella conversazione, riportandolo alla realtà. Infatti Sun, dal ragazzo timido qual era, passò ad essere la persona più seria di tutta la festa. Forse un tasto dolente?
    “In realtà sì, siamo fratelli. A proposito, mica l’hai visto?”
    Già…dove straminchia è quel fuori di testa?
    Si chiese Chung tra sé e sé, mentre con lo sguardo cercava tra le persone presenti per intravedere Lèon, anche se non era sicuro che una festa di natale al bowling fosse proprio il suo genere.
    Comunque Sun non fece in tempo a ringraziare Mia per…beh tutto, ma soprattutto per ascoltare la sua musica, che vide una stronza atomica, scusate ma anche Sun ha dei sentimenti, spintonare la ragazza, che perse l’equilibrio rovesciando del succo sul suo costume appena uscito di lavanderia. Per fortuna, Chung era un vero e proprio santo, perché riuscì non solo a reggere Mia, ma anche a non arrabbiarsi per il liquido appiccicoso arrivatogli sul giubbotto. Piuttosto Sun rimase con la bocca quasi aperta, stupito e fece qualche passo indietro per non ricevere secchiate di birra o succo dalle due ragazze fin troppo prese dalla discussione, per poi rivolgersi verso Zip ed a bassa voce informarlo che…non ritornerà per un po’
    “Direi che vado un attimo in bagno, torno però eh, devo levarmi questo appiccicume”
    E così signori e signore Chung esce di scena, con un inchi…ah no, non con un inchino. Tanto che, mentre si avvia verso il bagno, nonostante in quel momento stesse pensando alla sua povera maglia ed a come non farsi più vedere in giro fino a che le acque non si fossero calmate, la sua attenzione si rivolse anche alla bestiolina sopra la sua spalla, che di sicuro era rimasta impressionata a vita. Ecco uno dei vari motivi per cui Sun di solito non portava Spike in giro.
    Però, a quanto sembrava, la sua avventura non doveva finire lì, perché, mentre dedicava la sua attenzione alla piccola puffola, Sun andò a sbattere per sbaglio contro una ragazza, con cui si scontrò battendo la spalla e facendo quasi cadere la creatura, che riprese al volo. Cazzo..
    “Oh! Scusami tantissimo, non ti ho minimamente vista.”
    Affermò Chung, cercando di essere il più gentile possibile, per poi, come prevedeva la cultura coreana, piegarsi a 90, per dimostrare il rispetto ed il dispiacere che provava per averla urtata.
    “ Stai bene?”
    E la domanda non era riferita solo alla ragazza ma anche alla povera puffola, che di sicuro prima della fine gli avrebbe staccato un morso che drago spostati.
    Intergito con Zip ed i ragazzi del beer pong, Mia, la povera puffola e Valerie, posto sbagliato al momento sbagliato.


    Edited by Zkdlìn - 28/12/2021, 21:06
     
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    « Come.. ti chiami? » « Perdonami, non mi sono presentato. » O per meglio dire: dava per scontato che più o meno chiunque sapesse chi lui fosse. Molto umile. « Griffith Morgenstern, piacere. Sono contento che il regalo ti sia piaciuto. » disse, allungando una mano in direzione di Camila per stringerla come da prassi. « Oh. Sì! Certo! So - so giocare, sì. » Annuì, stirandole quindi un sorriso più deciso. Beh, almeno non mi è toccata una guastafeste. Non che Griffith fosse l'anima del party - non di quel tipo, quanto meno -, ma le skills sociali per amalgamarsi in ogni contesto non gli erano mai mancate; difficilmente il giovane Morgenstern sarebbe risultato un pesce fuor d'acqua. A quel punto si diressero verso il tavolo scelto per il beer pong, e Griffith cominciò subito a sistemare i bicchieri e riempirli di birra, intrattenendo nel frattempo Camila con qualche domanda e chiacchiera di circostanza per conoscerla meglio e non farla sentire a disagio. « Ho appena rischiato di essere accoppato da un proiettile volante, tu? » Inclinò il capo di lato, mostrando una smorfia come a dire che poteva andare peggio, sciogliendosi poi in una breve risata. « Ok, quindi le squadre sono.. io e Camila contro Zip e..? » Rivolse uno sguardo interrogativo al quarto ragazzo (Chung-Hee), stirando un sorriso come ad invitarlo a dire il suo nome. « Griffith, piacere. » rispose di rimando, congiungendo poi le mani in uno schiocco per segnalare l'apertura delle danze. La prima a tirare fu Camila, che mancò per poco il bicchiere, a differenza del lancio precisissimo di Zip - da cui non si aspettava nulla di meno. Ridacchiò, prendendo il bicchiere incriminato per scolarselo senza troppe mezze misure. « Ragà, c'ho la mano ferma, che posso farci. » « Dottore. » ironizzò il giovane Morgenstern, mettendo di lato il bicchiere ormai vuoto. « Comunque il giocare in squadra dovrebbe essere per tutto. Si vince insieme e si affonda insieme. Secondo me la squadra che non becca il colpo o che subisce il colpo centrato, deve bere al completo. » « Concordo. » Si affrettò a dire, rivolgendo lo sguardo ai tre. « Lo spirito di squadra è importante. Coronerei il tutto con un bello shot doppio per il team perdente. Al tavolo delle bevande ho adocchiato una bottiglia d'assenzio che ha bisogno di amore. » Chi sia lo scoppiato che l'ha portata, questo non lo so. « Ok, a me va bene? Credo? Direi che faccio abbastanza schifo a tirare, però possiamo farcela. » Rise divertito alle parole del ragazzo. « Perfetto, allora le squadre sono pure ben mischiate. I pro con gli scarsi. » Una presa in giro bonaria, la sua, che sottolineò con un occhiolino amichevole alla propria compagna di squadra. Diede comunque seguito a quelle parole, lanciando la pallina con una certa nonchalance e facendola piombare dritta nel primo bicchiere del triangolo avversario. Sorrise, stringendosi nelle spalle. « Le skills di Inverness sono spendibili ovunque. » A quel punto sarebbe toccato a Chung-Hee tirare, ma l'arrivo di Mia mise momentaneamente in pausa il gioco, facendo apprendere al giovane Morgenstern una notizia decisamente inaspettata: quel ragazzo era il fratello di Léon Hyun. Hyun il modello, quello che Griffith seguiva su wiztagram con tanto di campanella attiva per ogni post, storia o diretta. Quello a cui metteva mi piace in maniera quasi religiosa. In realtà sì, siamo fratelli. « A proposito, mica l’hai visto? » È qua? Si voltò istintivamente a cercare quel viso noto tra la folla, non trovandolo. Tsk, ma ti pare che è qua?! I suoi sogni di gloria vennero comunque interrotti da un susseguirsi di eventi in pieno stile domino, il tutto a partire da uno spintone inaspettato. Seguì lo scambio tra Mia e l'altra ragazza in silenzio, passando lo sguardo dall'una all'altra con le palpebre leggermente assottigliate, intento a capire cosa di preciso stesse accadendo. Una frase, tuttavia, lo prese
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    decisamente per il verso sbagliato. « Sei sicura di aver preso l'antilupo questo mese? » Griffith non era un lycan; tra i cacciatori ci era finito solo per adozione e puro colpo di fortuna, ma quelle persone gli avevano dato una casa e lo avevano nutrito. Forse molti non lo avevano mai visto come un vero Morgenstern, specialmente in seguito all'attivazione dei geni lycan - la quale aveva reso piuttosto evidente chi fosse chi e chi non lo fosse -, ma Griffith ci si sentiva lo stesso. Era iperprotettivo nei confronti della sua gente, e forse lo era anche perché sapeva di non essere del tutto come loro - di doversi guadagnare un posto che ad altri era già dato, dimostrando di poter appartenere a quella società. Serrò quindi la mascella nell'udire quelle parole denigratorie, per giunta arrivate in seguito alla nota già dolente di tutte le limitazioni imposte dalla scuola e dirette chiaramente ad Inverness, i suoi appartenenti e i suoi sostenitori. « Perché non giochiamo tutti a beer pong e facciamo le pacine? È una festa! Divertiamoci! Griffith - sei Griffith vero? ..posso stare in squadra con voi? Mia, tu puoi stare nell'altra. Empatizzi molto con la gente esotica. » « La xenofobia e l'ingratitudine però sempre di casa, giusto? » Stirò le labbra in un sorriso affettato. « La nostra squadra è al completo. » La reazione di Mia, a quel punto, fu quanto mai incendiaria, spingendo la ragazza a crollare sul tavolo e rovesciare conseguentemente diversi bicchieri di birra. I restanti, invece, finirono dritti sulla testa della sconosciuta e fungendo da richiamo per uno stormo di galline gracchianti, tutte prese ad accusarli di aver fomentato quella rissa. Roteò gli occhi, il giovane Morgenstern. Rissa. Che parolone. Mi sa che le azzuffate vere non le avete viste. « Ovvio che ci siete di mezzo voi! » gracchiò stridula una delle nuove arrivate, indicando Mia e Griffith. « Per colpa di voi riottosi ci hanno messo tutte queste nuove regole del cazzo! Dovrebbero buttarvi fuori da scuola, selvaggi del cazzo! » Gli occhi color lavanda del ragazzo si puntarono glaciali sulla rossa, fissandola come a volerla magicamente incenerire sul posto. Percepì distintamente quel secondo battito contro il proprio petto, quella pulsazione esterna proveniente dal medaglione che teneva sotto i vestiti. La sentiva spesso, specialmente in momenti del genere. Si avvicinò di qualche passo alla ragazza e all'amica innaffiata di birra, fissandole in silenzio con la punta del naso alzata in superiorità. E poi si sciolse in un sorriso. « A Natale siamo tutti più buoni. Quindi, anche se voi ignoranti galline non ve lo meritate, vi farò un regalo. » Siamo selvaggi fino a un certo punto. Certe tradizioni non vanno perse. Senza perdere il contatto visivo con la seconda che aveva parlato, estrasse un pugnale d'argento dalla manica, conficcandolo con precisione a una distanza decisamente esigua dalla mano della prima arrivata, la quale emise un urlo stridulo di spavento. « Un altro Natale nel lockdown non me lo auguro, specialmente per chi come voi può solo nascondersi e pregare che qualcuno si dimentichi di prendere l'antilupo. Ma non si può mai sapere, no? » Si strinse nelle spalle, con leggerezza. « Fossi in voi ne farei buon uso. Sapete.. nel caso in cui i selvaggi dovessero decidere che le vostre vite sono insignificanti. » Detto ciò, prese dal tavolo uno dei bicchieri di birra rimasti intonsi, portandoselo alle labbra per prenderne un sorso mentre indietreggiava di qualche passo. « Buon Natale. » « HA PORTATO UN'ARMA! ALLA FESTA DI NATALE! SEI UN PAZZO. SIETE TUTTI DEI PAZZI E PRESTO FINIRETE A MARCIRE AD AZKABAN. MIO PADRE È UN AUROR! » Stirò un altro sorriso affettato. « Digli che li stiamo aspettando, allora. » Chissà se scapperanno a gambe levate come l'ultima volta. Sentendosi picchiettare sulla spalla, si voltò aspettandosi di trovarsi di fronte a qualche altro contestatore, oppure al fidanzato basic di una delle galline arrivato a fare l'eroe stupido. Rivolse uno sguardo scettico alla giovane che si trovò di fronte (Nessie), pronto a sorbirsi una lunga invettiva sulla propria inciviltà o sul fatto che "gnegne non è opportuno portare le armi alle feste gnegne". Nemmeno lo notò, quel vischio fluttuante sulla testa della mora. « Morgenstern, ti spiace? » Schiuse le labbra, pronto a rispondere con un altro commento sarcastico, ma venne presto tagliato dal modo in cui lei lo prese per il colletto, attirandolo in un bacio sulle labbra che lo lasciò decisamente interdetto. Beh, meglio della Catilinaria di sicuro. Quando si scostò, e il suo sguardo riuscì finalmente ad individuare il vischio, un sorriso si stese sulle labbra del ragazzo, trasformandosi presto in una risata. « Ecco, questa ad esempio è una reazione più appropriata al contributo di Inverness. » ironizzò, scoccando uno sguardo divertito alle galline ancora urlanti, tornando poi a guardare la baciatrice della notte. « Posso sapere il tuo nome o vuoi condannarmi alla tragica fine del sedotto e abbandonato? » Scoccò un'occhiata al tavolo da beer pong, su cui sembrava essere esplosa una bomba atomica, e sospirò. « Mi sa che la partita è un po' andata a monte. Vuoi ballare? » gli occhi violacei del ragazzo si posarono interrogativi sul viso della mora. « Così magari sento pure quello che dici. Sai.. le urla di terrore e abominio mi distraggono un po'. » E sinceramente non voglio dare ulteriori attenzioni a un branco di cadaveri in permesso. Ne ho avuto già abbastanza di questo schifo.



    Interagito con Cami, Zip, Chung-Hee e Nessie
    Citata Mia. Terrorizzato un po' Judith e una sua amica



    Edited by psychomachia - 31/12/2021, 02:27
     
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    « Questo coso prude. » La sua agente alzò gli occhi al cielo, chiaramente scocciata dalle sue lamentele. « Però si illumina, inoltre è per una buona causa... » Sulla schiena c'era stampato in bella vista l'e-commerce della fondazione benefica presso cui si potevano comprare capi d'abbigliamento natalizi; tutto il ricavato sarebbe andato in donazione ad un orfanotrofio della periferie di Londra. «Posso far beneficienza senza dover sviluppare un rush cutaneo? » Si tolse il maglione pruriginoso e indossò il successivo. Blu, con i bordi rossi e un bellissimo albero di Natale sul fronte, ma il pezzo forte erano i pon pon che adornavano l'abete stilizzato. La donna se la rideva sotto i baffi alla vista del buffo maglione indossato da Oliver, ma come aveva detto in precedenza era per una buona causa; inoltre il ragazzo non aveva nulla in contrario a mettersi un po' in ridicolo. Lui e la sorella, durante le feste di Natale, facevano spesso a gara a chi indossava il maglione più assurdo a tema natalizio. « Una foto per il profilo dell'Istituto. » Senza far troppe storie sfoderò il suo miglior sorriso, sfoggiando con orgoglio il suo maglione natalizio. « E' sempre un piacere lavorare con te... » « Lo dici solo perchè raramente ti dico di no. » Il ragazzo era cresciuto in un ambiente in cui la beneficienza era importante, i suoi genitori avevano sempre insistito sull'importanza di aiutare gli altri; soprattutto quando ci si trovava in una posizione privilegiata. Proprio per questo motivo la sua agente sapeva che raramente Oliver si sarebbe rifiutato di partecipare ad un'iniziativa benefica. « In realtà hai bocciato l'asta degli scapoli d'oro del quidditch... » La guardò di sbieco, rifiutandosi di tornare nuovamente sul discorso. « Non tirare la corda... » La minacciò bonariamente il ragazzo. « ...vado alla festa, buona serata. » Si dileguò grazie all'uso di una delle passaporte create per raggiungere il Bowling. All'interno l'atmosfera era più che calorosa, con la sala adornata di lucine e decorazioni natalizie.
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    Scrutò la festa alla ricerca di volti conosciuti, come quello della sorella o dei suoi compagni di squadra. Quando scorse il volto famigliare di Daffy non poté fare a meno di sorridere alla vista del suo maglione, certe cose non cambiavano mai. Conosceva la maggior parte dei volti che circondava la sorella, motivo per cui si mosse tra la folla per raggiungerla. « Buon Natale! » Racchiuse la sorella in un abbraccio e si abbassò verso l'orecchio della stessa. « Direi che per quest anno hai vinto tu. » Strizzò l'occhio alla sorella, dopotutto non poteva competere con un maglione con il faccione di Gesù. Si voltò verso il resto del gruppo e salutò tutti. « Signorine. » « Mi sa proprio che il bowling sia d'accantonare. » Segue distrattamente lo sguardo di Karma, ritrovandosi ad osservare quello che sembra un piccolo dramma in piena regola. « Certo, chi vorrebbe mai giocare dopo che Judith è stata presa così deliberatamente di mira? » Fortuna che è Natale. Non aveva seguito l'intera baruffa, ma Judith e Jane non era esattamente note per il loro buon cuore. « Oh ma fammi il piacere, Madre Teresa farlocca. » Oliver nascose il volto dietro la testa della sorella, soffocando la risata spontanea provocata dalla frecciatina della Paciock. Non appena la ragazza si dilegua non può fare a meno di lasciar andare un lungo fischio. « Ohh, mi è sempre piaciuta l'aria delle feste. » « Che dire signorine, l'atmosfera sembra si sia proprio riscaldata. » In realtà sembrava che qualcuno avesse versato benzina sul fuoco, lasciando che le fiamme divampassero senza freni. « Se non volete giocare posso invitare qualcuna di voi a ballare? » Così da godersi l'atmosfera a cui le organizzatrici della festa avevano tanto lavorato. « Altrimenti sarò più che felice di fare rifornimento al tavolo degli alcolici. » Giusto per riscaldare l'atmosfera ulteriormente.

    Interagito con Daffy, Karma, Lily e in generale il gruppetto lì intorno, scusate ma più ho letto i vari e più mi sono confusa su chi fosse presente. Nel caso siate presenti anche voi nel gruppetto considerate che Oliver si sia rivolto a tutti <3



     
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