Sono sempre lì che guardano le stelle

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    Atto I
    È davvero impossibile avere una risposta chiara da un centauro. Sono sempre lì che guardano le stelle. Di quel che succede quaggiù, non gliene importa un fico secco.



    «Tu lo conosci?», domanda distrattamente Lilac, impegnata a fare e disfare mille e più volte uno zaino magicamente espanso. All'interno, l'occorrente per la sopravvivenza, come si diverte a definirlo. Nella pratica, avrebbe potuto contenere la metà delle cose e andar bene lo stesso, ma questo Lilac Scamander non lo rivelerà ad anima viva. Al massimo a Sam. «Voglio dire - è una persona alla mano? Giusto per arrivare preparata.», si riferisce a Griffith Morgenstern, chiaramente. E' il fratello di Tris? Il fratellastro? Il cugino? - non ne sa un fico secco, Lilac, ma il cognome del ragazzo indiscutibilmente lo precede. E Sam, dato lo stretto legame all'alfa di Inverness, è il candidato ideale ad estrapolare informazioni utili alla suddetta sopravvivenza. Perché di questo si tratta, dovendo i tre affrontare una missione speciale insieme. Consapevole di aver trascinato Sam in una vocazione che probabilmente non è la sua, la Serpeverde non può fare a meno di tirare un sospiro di sollievo, rassicurata all'idea di non esser sola di fronte ad un compito dalla portata mastodontica, e per di più in presenza di uno sconosciuto. Non che non si fidi di lui - Beatrice lo fa e il resto è storia; tra l'altro Griffith è uno dei vertici delle operazioni lycan - solo, dal minuscolo punto di vista di Lilac Scamander, lei che è sempre stata sfrontata e senza peli sulla lingua, impulsiva come se non ci fosse un domani, trovarsi a collaborare con qualcuno di cui non si conoscono né le attitudini né le strategie risulta particolarmente difficile. Soprattutto ora, ora che Lilac percepisce di avere qualcosa da perdere. Perché quando si gioca al monopoli della strafottenza, fondamentalmente poco importa se per una volta non si sbancano gli altri concorrenti - è un po' il mistero della sorte, no? Si tende ad osare di più, ad agire di pancia, se comunque non si ha nulla da proteggere. Quando però questo accade, quando si avverte di conoscersi meglio, di aver trovato il proprio posto nel mondo - se non definitivamente, almeno in parte -, pianificare e riflettere diventa una necessità. E se una cosa è certa, è che i Morgenstern sanno tutto di lei - un leader tiene sempre sotto controllo la propria squadra, o non sarebbe tale. Al contrario, è lei a non conoscere appieno i Morgenstern - uno in particolare: Griffith. E per quanto possa essere giusto così, Lilac si premura ugualmente di preparare il terreno, ponendo qualche domanda fugace sul presunto fratello di Tris, con l'obiettivo di raccogliere informazioni basiche ed essenziali. Frattanto, non manca di stritolare le dita delle mani in un moto di nervosismo. Il volume di Animali Fantastici e dove trovarli pesa più dell'insieme di appunti, contro-appunti e qualsivoglia altro elemento didattico o meno all'interno dello zaino - ma da quello, Lilac non si separerebbe mai. Al cento per cento non lo userà - e comunque lo conosce a memoria, da brava saccente in materia tanto quanto carente nelle altre, con l'eccezione del Volo -, ma qualcosa, che di fatto la Serpeverde definisce come legame affettivo, le suggerisce di tenerlo a portata di mano. Non in grado di prevedere quanto ci vorrà, né tanto meno se la puntata andrà a buon fine, Lilac si addentra al di là del limitare della Foresta Proibita, dopo essersi separata da Sam poiché poco plausibile trovarsi entrambi sul territorio scolastico nello stesso momento, per così dire. Un sottile senso di colpa le attanaglia le viscere, consapevole di aver messo in difficoltà il cugino anche in questo: che motivo avrebbe, Samuel Scamander, che di fatto non frequenta il college, di trovarsi nella Foresta Proibita? Comunque se la caverà - si ripete Lilac, fermamente convinta delle sue capacità. Scommetto che mi sta già aspettando al punto di incontro, dove per l'appunto arriverò tra tre, due, uno... «Beccat..», beccato, avrebbe voluto dire, se non avesse preventivamente notato la presenza di Griffith Morgenstern accanto a Sam. Beccati. «Perfetto. Ci siamo tutti.», non ci resta che vagare senza meta per la Foresta Proibita nell'attesa di incontrare qualcuno, per poi domandargli di schierarsi dalla nostra parte e convincerlo della nostra causa. Improvvisamente, la missione in cui Lilac si è tanto identificata, si presenta in tutta la sua complessità, difficoltà e persino scarsa probabilità di riuscita. Iniziano a camminare, i tre, e trascorre del tempo prima che un qualsiasi evento si verifichi. Le parole scarseggiano nell'aria, le ultime luci del giorno si spezzano nella fitta vegetazione della Foresta, i secondi, i minuti e le ore si dilatano, mettendo a dura prova la pazienza della Scamander. Finché non accade. Una voce alle loro spalle. « Era destino che le nostre strade si incrociassero. », è un Centauro dalla pelle scura come la corteccia degli alberi a farsi avanti. Nessuno risponde, avendo la Creatura tutta l'aria di voler continuare il discorso. Quasi come se li stesse aspettando. « Taumante l'ha visto nelle stelle. », asserisce in modo solenne. « Curioso - », pausa. Una pausa molto lunga. Lilac mantiene il contatto visivo con il Centauro di cui ancora non conosce il nome. Né si prefigge di chiederglielo - Creature orgogliose, i Centauri. Bisogna lasciar loro i dovuti spazi, specialmente in termini di comunicazione. Attendere che concludano il parlato, ammesso che sia nel loro interesse di farlo. Mostrarsi calmi, padroni della situazione e razionali, senza mai sfociare nell'arroganza. Questo quanto ha imparato dall'esperienza del bisnonno. « - Che la storia si ripeta. », siamo decisamente d'accordo. « Diverse le parti, i termini e i tempi. », pende dalle labbra di quella personalità, Lilac. « Unico il movente. Anche questo, Taumante, l'ha visto nelle stelle. », si avvicina al gruppo, il misterioso interlocutore. Poco dietro di lui, altri due Centauri ascoltano in religioso silenzio. C'è una gerarchia - nota subito la Scamander. O gli altri sarebbero intervenuti. « Melchiorre il mio nome. Il mio re è luce. », il mistero, infine, si fa carne. E' l'etimologia del suo nome? Una frase di saluto? Cosa... Cosa vuol dire? Cala lievemente la testa, Lilac, in una forma d'inchino che, per i Centauri, ha il significato di un segno di pace. Anche questo l'ha letto nel libro del bisnonno. Così come la buona norma di presentarsi, subito dopo il saluto, in segno di rispetto. «Lilac Scamander.», le pare di scorgere una forma di sorriso sulle labbra del Centauro Melchiorre. Ma certo. Sanno già chi siamo. Taumante... L'ha visto nelle stelle. « Umani. », commenta dunque, a sottolineare quanto per lui non faccia differenza che siano Purosangue, Mezzosangue, Babbani, Vampiri, Licantropi, Lycan e chi più ne ha più ne metta. Sono comunque umani. « Taumante ha accordato di ascoltare la vostra delegazione. », sanno letteralmente già tutto. A quel punto rimane in silenzio, Lilac, in attesa che sia Griffith a prendere la parola. Se così non fosse, se lei lo scavalcasse, i Centauri la percepirebbero come offesa ed oltraggio. Anche la nostra delegazione ha una gerarchia. Ignorarla non farebbe piacere a Melchiorre, che vedrebbe sovrastata la propria autorità - come se uno degli altri due Centauri presenti potesse fare le sue veci. E invece no: è lui a parlare. Perché lui è stato direttamente incaricato da Taumante. E aspetterebbe, Lilac, aspetterebbe tutto il tempo necessario - ma è un attimo, un lampo di luce che infrange il silenzio. C'è qualcuno nella Foresta. Anche Melchiorre lo percepisce. Si guardano. « Seguitemi. », ed è così che Lilac si lancia in una corsa dietro il rapido galoppare di Melchiorre e dei suoi compagni. Le sembra quasi di correre per secoli. Le iniziano a bruciare i polpacci e lo zaino, quel maledetto zaino che ha riempito di cianfrusaglie, pesa come un macigno sulla schiena. Rivoli di sudore le imperlano la fronte - nonostante il freddo gelido della Foresta Proibita. Finché non mette piede in una radura - solo allora le è concesso di fermarsi. Alza dunque lo sguardo. E' circondata da Centauri: sono almeno una ventina, se non di più. « Umani nella Radura. », si limita a commentare uno di loro. Non vi è segno di disprezzo in quel tono di voce soave e al contempo fermo. Ma di certo non vi è neanche benevolenza. Solo una pura constatazione dei fatti. « Questo poiché gli Auror hanno varcato il perimetro. » « Inammissibile. » « Sfidare la legge della Natura, questo gli Auror osano fare. », e via dicendo. « E questi Umani? A loro è concesso di visitare la Radura? », un Centauro si riferisce specificatamente a loro tre. Lilac deglutisce, ma lo sguardo è fermo. Orgogliosa come i Centauri, non di più e non di meno: solo così nutriranno anch'essi rispetto nei nostri confronti. « Melchiorre ha agito secondo quanto le stelle hanno predetto. I tre Umani rappresentano la delegazione. Sono le stelle ad avermi chiesto di ascoltarli. », spiega il Centauro al centro della Radura. Sicuramente si tratta di Taumante. «Melchiorre ci ha protetto, indicandoci una via sicura.», si introduce Lilac. Se coinvolti nelle azioni di un Centauro, è possibile prendere parola a suo sostegno - anche questa conoscenza, la giovane Scamander, l'ha ereditata. E' così che le risulta lecito parlare, senza per questo commettere oltraggio nei confronti di Griffith e delle gerarchie, quanto meno di fronte all'occhio vigile dei Centauri. «Stavamo per presentargli la nostra causa.», aggiunge, poiché ormai l'attenzione è sulla sua minuta figura.
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    «Abbiamo tre storie diverse.», continua, riferendosi al fatto che i tre presenti, invero, siano giunti lì dove sono in modi effettivamente disparati. Griffith, dentro Inverness, per quanto Lilac ne sappia, ci è nato. Sam si è scoperto sin eater. Lilac ha compreso solo dopo. Eppure ci sono arrivati tutti e tre, e adesso sono lì, uniti, con un unico obiettivo. «Ma Beatrice Morgenstern le ha unite.», se si esclude il legame familiare tra i due Scamander, è davvero così. «Se siamo qui, lo dobbiamo a lei.», o la nostra storia si sarebbe già conclusa alla prima manifestazione della Loggia Nera, anni fa. «Non c'è nulla di nuovo in ciò che sto per dirvi..», così come nelle stelle era scritto che le nostre strade si sarebbero incontrate, altrettanto bene saprete del ritorno di ciò che è Tenebra e Oscurità. «Eccetto questo. Una proposta. Quella di ristabilire la legge della Natura.», sa di far breccia nel cuore dei Centauri, con quella frase enigmatica. Frase che, per inciso, è esattamente ciò che il gruppo ha intenzione di proporre. Un ritorno alle origini. Hogwarts e Hogsmeade come le abbiamo conosciute. Nella pacifica convivenza di tutte le loro preziose realtà. Centauri compresi. E dopo di loro: Maridi, Elfi, Folletti... «Lascio la parola ai miei compagni per le specifiche. Samuel è..», mio cugino. Un Lupo Mannaro. Un sin eater. E' così tante cose che non basterebbe un secolo per definirlo. E' la personificazione del Coraggio. Dell'Amore. Di ciò che è Casa. «Uno Scamander. E' la persona di cui più mi fido al mondo.», so che non è un'argomentazione valida, ma non sono mai stata brava a parlare da Grande Saggia. C'è solo il mio cuore in quello che dico. «E' un alleato che non volterebbe mai le spalle al proprio compagno.», Mai. Che sia Umano, Elfo o Centauro. «Griffith Morgenstern è il nostro vertice, qui.», lo conosco quanto voi, ma mi fido di lui. « Non abbiamo bisogno di un nuovo vertice. », chiaro. Non mi sarei aspettata altrimenti. «Non di un vertice. Di un alleato. Inverness.», perché siamo dalla stessa parte. Vogliamo le stesse cose.
     
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