As High as Honor

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    Pulvis et umbra sumus.

    E' appena scoccata la mezzanotte quando il cellulare di Theo Watson segnala con un cinguettio l'arrivo di un nuovo messaggio.

    @morsomniasolvit - Theodora Watson? Devo ammettere, cara Theo, di essere sempre stata una grandissima fan della vera amicizia - e quella tra te e Greg mi ha colpito molto. Il modo in cui gli sei corsa dietro, dopo l'assemblea, è ammirevole: hai subito capito la necessità di sostenerlo in un momento del genere. In fin dei conti non è mistero che il giovane Olivander abbia sempre tenuto molto alla propria casata, e un atto come quello di abbandonare spilla e studi deve essere certamente stato maturato da una grande delusione. Sarà difficile sostituire un Senior del suo calibro..ma non impossibile, con le giuste leve. E tu sei una Watson, no? Di sicuro i mezzi non ti mancano. In queste ore la casata Corvonero si sta riunendo per indire una votazione su chi subentrerà alla guida della casata insieme ad Eris MacBride; nell'aria aleggiano già alcuni nomi, ma noi non crediamo che siano i più adatti. In fin dei conti non è semplice sostituire uno come Olivander, e tu non vuoi che l'incarico cada nelle mani della persona sbagliata - l'hai visto con i tuoi stessi occhi, quali personalità raccolgano consensi ultimamente. Il tuo compito sarà molto semplice, se sarai disposta a collaborare. Ma ti devo avvertire: un tuo rifiuto potrebbe avere gravi conseguenze sulla vita lavorativa del tuo amico. Con tutto quel legno bisogna stare attenti anche alla più piccola scintilla, no?



    Se Theo dovesse accettare la sfida, il suo telefono squillerà con un nuovo messaggio - una nuova sfida.

    @morsomniasolvit - Theodora Watson? Non avevo dubbi che avresti fatto la scelta giusta. Sono fiera di te. Seguimi passo per passo e all'alba di domani mattina, tutti si sveglieranno soddisfatti. Ti chiedo solo di andare alla Stamberga Strillante: lì dentro, nell'ingresso, troverai un pacco con dei vestiti e una pozione. Indossa gli abiti e ingerisci il contenuto dell'ampolla fino all'ultimo goccio. Quando l'avrai fatto, attendi nuove istruzioni.


    Nella scatola si trova una divisa da studentessa Corvonero di circa due taglie più grande rispetto alla tagli indossata da Theo. La pozione è una polisucco che la trasformerà in Jenna Trevor, studentessa del settimo anno di Corvonero.


     
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    « Diosanto, Greg» Theo Watson commentò così la lunga chiacchierata avuta col suo migliore amico, non appena riagganciò la telefonata durata all'incirca tre ore. Con le gambe incrociate sul materasso e gli occhi gonfi, ancora stentava di credere che non avrebbe più visto Greg a scuola: le loro pause allo Starbucks sarebbero diventate solo un lontano ricordo e la loro quotidianità non avrebbe più viaggiato parallelamente così come aveva fatto fino a quel momento. Si asciugò uno zigomo, la mora, tirando su il capo nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime e mettere a tacere il singhiozzo che non voleva saperne di fermarsi, si sentiva a dir poco disorientata. Theo, Aveva cercato di far ragionare l'amico, lo aveva quasi implorato di rimanere per lei, ma lui aveva categoricamente espresso il proprio rifiuto riguardo l'eventualità di tornare fra i banchi. Dopotutto un lavoro lo aveva già, una laurea non gli avrebbe di certo cambiato la vita o stravolto il futuro. Olivander sarebbe rimasto per sempre un Olivander, titolo di studio o meno. Staranno meglio senza di me, si scegliessero un Senior cretino come loro, ora possono farlo! La telefonata non era terminata nel migliore dei modi visto che Greg era alterato, altrettanto lo era Theo, e benchè la seconda dell'accoppiata il più delle volte fosse accomodante, questa volta si sentì di dover far valere il proprio punto di vista. Aveva paura di rimanere da sola in quella giungla di conoscenti, che tutto erano fuorchè suoi amici. Sue spalle. Aveva riagganciato con un ti odio sfuggitole rabbiosamente fra le labbra, ma nel giro di cinque secondi già se ne ritrovava pentita. Aveva voglia di richiamarlo solo per scusarsi e tornare a contrattare, stavolta pacificamente, forse addirittura iniziando a dare ragione alla scelta che Greg aveva preso. Lo aveva sempre sostenuto, perchè questa volta sarebbe dovuto essere differente? Si lasciò cadere sdraiata sul letto, ancora stringendo il cellulare fra le mani quando questo vibrò silenziosamente: che Olivander le avesse scritto? Magari per scusarsi, o per sistemare la faccenda con più diplomazia. Ed invece no, sorpresa delle sorprese, non appena Theo sbloccò lo screen si trovò a dover fare i conti con l'inconfondibile icona dello Shame a lampeggiare in cima al cellulare. C'è una nuova sfida per te! «...In fin dei conti non è semplice sostituire uno come Olivander, lo so » mugugnò con un certo sarcasmo mentre leggeva il messaggio sullo schermo, allarmandosi particolarmente all'ultima frase. Bisogna stare attenti anche alla più piccola scintilla, no? Lo Shame voleva dar fuoco alla bottega? Sembrava meglio non correre il rischio visto che la Watson, da ciò che aveva sentito dire in giro, sapeva che lo Shame manteneva particolare fede alle proprie promesse. L'amico non le avrebbe mai potuto perdonare una cosa simile semmai, anche stavolta, l'ex serpe si fosse rifiutata di affrontare la sfida. Neanche lei stessa se lo sarebbe potuto perdonare. L'indice magrolino andò a pigiare la spunta verde sulla destra dello schermo, accettando così la sfida. Dopotutto non sembrava niente di che, ed in qualche modo sarebbe potuto anche tornarle utile.
    [...] Raggiungere la Stamberga Strillante non fu per nulla semplice, non fu semplice evadere da casa con la costante presenza di Holden in soggiorno, pronto a snocciolare un "dove vai piangendo?" poco interessato pur di sfuggire all'insonnia che sicuramente lo attanagliava in serate come quella, quando si ritrovava a dover correggere plichi di compiti in classe. Diceva di non essere mai contento di disegnare enormi x rosse sugli errori ortografici di alunni più che vaccinati che ancora non sapevano mettere le h al posto giusto, in modo corretto. Difatti, Theo, lo aveva sentito borbottare animatamente a distanza, quando scelse di uscire dalla finestra sulle scale invece di dover necessariamente passare dalla porta d'ingresso: ho già avuto una giornataccia, Holden posso anche risparmiarmelo. Camminò per circa un'ora lungo una stradina sterrata prima di raggiungere la casa infestata, con le mani ficcate in tasca e il cappuccio della felpa tirato sul volto ancora provato. Aveva continuato a singhiozzare per tutto il tragitto seppur avesse finito le lacrime da versare; alla mora era rimasto il fiato corto e gli zigomi le bruciavano per quante volte aveva passato i polpastrelli ad asciugare la pelle ormai arrossata. Varcata la soglia dell'entrata, velocemente si mise alla ricerca dello scatolone che, a detta dello Shame, l'attendeva proprio lì. Setacciò tutto il soggiorno prima di trovarlo: era poggiato sul divano, proprio lì dove Sebastian Grindelwald l'aveva fotografata e poi baciata. Scosse il capo, risoluta, sedendosi sulle ginocchia per aprire il cartone che aveva avvicinato a sè, tirandone fuori una divisa corvonero ed un'ampolla. Liquido arancione, è sicuramente una polisucco. « Esattamente cosa dovrei farci con una divisa di tre taglie in più? Cioè...» Biascicò mentre si infilava il maglione sulla testa, alzando le braccia e guardando i bordi delle maniche sbrindellate che penzolavano oltre le mani. « Che schifo, puzza anche di sudore.» L'espressione era più che disgustata mentre si cambiava e, alla fine, la collegiale si ritrovo a roteare gli occhi al cielo mentre si specchiava all'interno di una cornice particolarmente lucida, posata su un mobile. Guarda cosa mi tocca fare per te, e tu mi abbandoni. Col naso arricciato, successivamente Theo stappò anche la piccola ampolla che adesso tratteneva vicina alle labbra, ma ad una certa distanza di sicurezza. Semmai lo Shame avesse voluto avvelenarla, quella sicuramente sarebbe stata una delle più brutte morti che avrebbe mai desiderato di fare. Morta in un posto dove le persone si infrattano, in una divisa che non appartiene alla mia casata e che oltretutto sa già di cadavere ancor prima di essere indossata da uno. Prese un grosso sospiro prima di buttare giù, tutto d'un fiato, la pozione che nel giro di un battito di ciglia sembrò risucchiarla dall'interno. Improvvisamente avvertì le ossa allungarsi come gomme da masticare, ed avvertì più peso sul petto, a tal punto che dovette sbilanciarsi all'indietro per non cascare in avanti. Quando riaprì gli occhi, l'unica certezza che Theo aveva, era quella di aver abbondantemente riempito i vestiti che aveva addosso, tanto che adesso le stavano stretti. Gli occhi sbalorditi corsero di fretta a cercare la snella figura mora all'interno della cornice posata sul comò, ma tutto quello che incontrarono fu una faccia paffuta circondata da una cascata di boccoli biondi. « no...nononono» Iniziò a toccarsi il volto di fretta, poi i capelli e si girò di fianco per osservare le condizioni del suo nuovo corpo: condizioni che non le piacevano affatto. Quasi non ricominciò a piangere per i nervi già deboli. « 'fanculo.» Rovesciò a terra la scatola, ricadendo seduta sul divano nel vano tentativo di calmarsi mentre afferrava nuovamente il cellulare tra le dita, in attesa di qualche direttiva che avrebbe giustificato il suo stato. Conosceva fin troppo bene quel corpo, dopo averlo deriso per mesi interi. Quello stesso settembre, Jenna, aveva tentato di entrare nella sua squadra di Cheerleader, ma Theo molto finemente le aveva detto che gli ippopotami al massimo potevano fare le mascotte delle squadre di quidditch. E poi, depilati la prossima volta. « Sarebbe plausibile se dietro a tutta questa faccenda ci fossi tu, Trevor. Magari ti stai vendicando con tutti quelli che ti hanno fatto un torto, mh?» Alla fine si ritrovò a parlare con lo schermo del proprio cellulare, sbuffando frasi sconnesse ed assolutamente concordi col flusso di pensieri che aveva preso a risuonare nella sua testa. A questo punto avrei preferito morire avvelenata.



    Edited by the soul of morthacci yours. - 12/4/2019, 18:47
     
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    @morsomniasolvit - Theodora Watson? Bravissima Theo! Devo dire che il tuo aspetto ha visto giorni migliori, ma siamo tutti belli a modo nostro, no? E poi per ciò che devi fare, fidati, anche io vorrei avere il volto di qualcun altro. Tuttavia per il momento sarà meglio non mostrarlo, per questo se guarderai bene nell'armadio di fronte a te troverai un altro mio regalo. Indossalo in modo che nessuno possa vederti e toglitelo solo quando avrai raggiunto il dormitorio Corvonero. Come ben saprai, per entrare dovrai rispondere a un indovinello: confido nel fatto che una Watson non veda la cosa come un problema, ma nel caso in cui dovesse esserlo, potrai chiedere il mio aiuto e io non te lo negherò. Ci risentiremo quando avrai completato questo compito.


    Nell'armadio Theo troverà un mantello dell'invisibilità piuttosto comune, di quelli che si potrebbero acquistare tranquillamente in un qualunque negozio di scherzi. Non essendo tuttavia l'originale, l'effetto durerà solo qualche ora.
    Dal momento in cui avrà accettato la sfida, sul suo schermo compariranno due pulsanti: dammi una mano e fatto il misfatto. Potrà cliccare sul primo nel caso in cui non riuscisse a rispondere correttamente all'indovinello posto dal battente, mentre sul secondo in caso contrario. Se dovesse richiedere l'aiuto, lo Shame darà la risposta corretta.


    @morsomniasolvit - Theodora Watson? Ci siamo. Ti prometto che dopo questa ti lascerà libera..per il momento ;) In mezzo alla sala comune dovrebbe trovarsi un banchetto con un'urna sigillata. E' protetta da incantesimi antiscasso, motivo per cui ti chiedo di concentrarti e lanciare il tuo miglior Confundus. Sei una studentessa di DCAO d'altronde, no? Dovrebbe essere il tuo pane quotidiano. Vedilo come un esame; solo che questa volta, se non lo passi, le conseguenze potrebbero essere un po' più gravi di una semplice bocciatura.
    Una volta lanciato l'incantesimo ti basterà cercare nella tasca della divisa e inserire nell'urna ciò che vi troverai. A quel punto sarai libera di andartene senza alcuna interferenza da parte mia.

    Nella tasca della divisa troverà un plico di cartoncini su cui vi è scritto il nome di Hugo Weasley in tante calligrafie diverse.


     
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    « Ah, quindi adesso dovrei anche ringraziarti per avermi dato le sembianze di Ippojenna» Per un paio d'istanti Theo si era ritrovata a pensare che, un nuovo messaggio, non sarebbe proprio comparso sul suo cellulare. Era passato decisamente troppo tempo dalla sua trasformazione, ed ingenuamente s'inorridì all'idea che quella potesse essere la conclusione della sua stessa esistenza sulla faccia del pianeta. Dio, fa che non sia una polisucco permanente, ma a pensarci bene era assolutamente ridicolo che lo fosse, perchè nessuno, nella storia dell'intero mondo magico, era mai riuscito ad arrivare a nulla del genere. La mora trovò un leggero conforto in quella cieca consapevolezza e, con determinazione, si fece coraggio riflettendo sul fatto che avrebbe potuto benissimo aspettare dentro alla stamberga, almeno finchè l'effetto della polisucco non fosse completamente svanito. Quando però il silenzio si fece troppo opprimente addirittura per lei, ecco che il cellulare tornò nuovamente a squillare, mostrando una nuova notifica che Theo lesse e commentò con modi davvero poco femminili ed eleganti. Con fare piuttosto scocciato, seguì le indicazioni dettate dallo Shame, aprendo le ante dell'armadio ed afferrando il mantello dell'invisibilità che era celato al proprio interno; almeno non dovrò vergognarmi di girare in queste condizioni. Theo, ancora non aveva ben chiaro il motivo per cui dovesse raggiungere la sala comune dei corvi e, più ci rifletteva, meno idee le venivano in mente. "Per ciò che devi fare, fidati, anche io vorrei avere il volto di qualcun altro", quella frase risuonava talmente tanto ambigua nella sua testa che iniziò davvero a temere un epilogo vergognoso, magari lo Shame l'avrebbe fatta mangiare fino ad esplodere, oppure, ancora più assurdo, le avrebbe chiesto di intrufolarsi nella stanza di qualche ragazzo per tentare uno stupro: "ora facciamo divertire un po' Jenna". Dopo aver indossato il mantello, l'ex Serpeverde scelse la strada più breve per raggiungere Hogwarts, ossia un passaggio segreto che in pochi conoscevano e che, tra stretti cunicoli e bui corridoi, le fece raggiungere in fretta al quarto piano del castello. Da lì il gioco era fatto, perchè bastava prendere le scale per la torre di Astronomia e si sarebbe subito trovata faccia a faccia con il batacchino di bronzo della sala comune corvonero. Non era la prima volta che Theo accedeva nei dormitori bronzo-blu, difatti il dover risolvere un indovinello era la cosa che la spaventava meno di tutta la faccenda - e poi, anche se fosse, lo Shame mi darà la risposta corretta in ogni caso. A dirla tutta la serpe non era molto favorevole all'idea di farsi aiutare, perchè sicuramente lo Shame le avrebbe fatto pagare qualsiasi tipo d'aiuto con una generosa dose d'interessi - lo Shame non aiuta, lo shame ti affonda - ma aveva già largamente imparato a proprie spese quanto la statua degli indovinelli fosse resistente ai confundus ed a qualunque altro incantesimo, o pozione magica. « La mia vita può durare qualche ora, quello che produco mi divora. Sottile sono veloce, grossa sono lenta e il vento molto mi spaventa. Chi sono?» Perfetto, iniziamo bene. Col corpo ancora nascosto dal mantello e la testa scoperta, che sembrava volteggiare a mezz'aria come quella di un fantasma, Theo iniziò a fare i conti con una capacità che proprio non le apparteneva: la pazienza. La ragazza era una di quelle persone che tendeva a volere tutto e subito, mentre l'attesa riusciva solamente ad innervosirla. « ...ma che ne so» Sbuffò, tentando di scavare nei propri ricordi nel vano tentativo di trovare la soluzione al quesito: Greg si divertiva a fargliene una volta ogni tanto. La risposta è sempre contenuta nell'indovinello! « Non ho assolutamente voglia di perdere tempo, questa cosa sta già durando più del dovuto» Ed infatti, velocemente, si sfilò il cellulare dalle tasche, chiedendo aiuto allo Shame benchè, il primo impulso, fu quello di scrivere a Greg per farsi mandare la soluzione: "Ehy, ciao, sono le due passate e stranamente mi è venuta voglia di risolvere un indovinello, mi aiuti?", la cosa non reggeva, senza poi contare il fatto che lei e Greg avessero litigato nemmeno un paio di ore prima e che, quindi, l'amico sicuramente l'avrebbe ignorata. In un battito di ciglia, la risposta comparve sullo schermo del cellulare e Theo, senza pensarci più del dovuto, la sussurrò alla statua. Una candela, potevo benissimo arrivarci da sola. Quando la porta finalmente si spalancò, Theo fece il proprio ingresso, leggendo il nuovo messaggio dello Shame. « Lumos!» Non fu difficile per la mora trovare la scatoletta citata, ma si arrestò ancor prima di poter buttare la bacchetta su quest'ultima, andando subito a tastarsi le tasche: ne tirò fuori una quantità assurda di bigliettini. Stranita, accennò ad aprirne alcuni, arricciando il naso nel leggere il nome riportato al loro interno: Hugo Weasley. « E' questo che vuoi fare, quindi? Boicottare i voti?» Chiese fra sè e sè, retorica, mettendosi a sedere sul divano mentre cercava di riflettere lucidamente. Che interessi aveva lo Shame di mettere Hugo come senior? E perchè lo stava facendo fare proprio a lei? Sospirò, Theo, affondando i denti nel labbro inferiore e guardandosi attorno, puntando lo sguardo verso la scala che conduceva ai dormitori maschili. Quante probabilità ci sono che ci rivedremo? Se siamo destinati a salvarci a vicenda, succederà ed avremo avuto ragione entrambi. Così le aveva scritto Hugo, la prima ed ultima volta in cui le inviò un gufo, dopo lo speed date di sanvalentino. Entrambi si erano detti che, se fosse stato destino, si sarebbero incontrati di nuovo, e nemmeno Theo ricordava perchè fossero giunti ad una conclusione tanto stupida quanto quella. Erano passati tre mesi da quel giorno, tre mesi in cui nessuno dei due aveva avuto occasione di impattare nuovamente con l'universo dell'altro: era normale, dopotutto, che fosse andata a finire così. Weasley e Watson, da sempre, avevano vissuto in due mondi diametralmente opposti e, forse, quella loro volontà di lasciare le cose al caso, era stata solamente una scusa bella e buona per la quale far rimanere le cose così come stavano, senza complicare il normale corso degli eventi. Se solo entrambi fossero stati più piccoli, se solo quello e quest'evento fossero capitati un paio di anni addietro, la mora non c'avrebbe pensato minimamente due volte ad andare a cercare Hugo nel dormitorio maschile dove, adesso, non occupava più nessun letto. Non ho nemmeno il suo numero, e non aveva la benchè minima idea di come avrebbe potuto rintracciarlo rapidamente senza brancolare nel buio. Si chiese se quella capitatole fra le mani fosse un segno del destino o, semplicemente, fosse l'ulteriore conferma di quanto lei e l'ex corvonero si sarebbero per sempre sfiorati, senza di fatto incontrarsi mai più. E non sarebbe stata la prima volta che capitava, così com'era accaduto all'assemblea, settimane prima, quando si erano salutati senza però interagire direttamente. E' anche vero, però, che ogni volta che t'incontro sei insieme a quella biondina dello speedate, quindi può essere questione di destino quanto vuoi, ma al novanta percento è pure questione di preferenze. « Confundus» Non le rimase altro da fare che agire e seguire le direttive dello Shame, ficcando con una certa cattiveria e sciatteria i bigliettini all'interno della scatoletta che poi richiuse con un leggero sbuffo. Si alzò dal divano, infine, ritornando sotto al mantello per poi andarsene di lì e tornare finalmente a casa.

     
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