I don't wanna act like there's tomorrow

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  1. Jossshua
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    Non ho mai voluto essere un mostro. Te lo giuro, Nil. Se l’avessi saputo non avrei insistito così tanto, non avrei cercato la sua pelle oltre i tessuti, slacciato ogni cintura, strappato quasi via ogni bottone. In una foga che mi ha visto predatore nel peggiore dei modi.
    Io non sono un mostro, Nil. Non mi sarei fatto un ragazzino in questo modo se avessi saputo che cosa si annidava in lui, che neanche era lui quello che avevo tra le mani.
    Ma i suoi baci, li ho voluti come si vuole l’ossigeno, li ho cercati appena ho capito che neanche aveva voglia di guardarsi attorno, che la sua disperazione era confondibile con la fame.
    Ho creduto fosse fame ed a quella ho risposto con ogni fibra del mio cazzo di corpo. E dio se l’ho divorato. Le spalle, le dita a percorrergli le scapole, gli ansimi a scavallare ogni argine.
    Ho cercato la mia presa non sapendo di avere davanti a me un agnello sacrificale, immolato nel suo altare di puro dolore.
    Non sapevo con chi avevo a che fare quando, nudi, l’ho sollevato contro di me tanto da strappargli quelle mani così salde alle mie lenzuola. L’ho voluto in ansimi sempre più pesanti fino a sentire il corpo tremare dalle fiamme vive che stavamo alimentando.
    Nil, anche se non mi crederai, ti giuro che non lo sapevo. Non sapevo di avere a che fare con un vaso spezzato, con un ragazzo infranto, fatto a pezzi da un passato di orrori che non era poi così diverso dal nostro, mh?
    Se l’avessi saputo non l’avrei desiderato con tutto me stesso, fino a ringhiargli all’orecchio ogni gemito che il suo corpo contro il mio sapeva provocare. Io questo ragazzino sento di averlo fatto a pezzi, con le dita di una mano salde contro le natiche e le ginocchia piegato per lasciargli almeno la schiena appoggiata al materasso. Solo perché così avrei affondato in lui in un moto che avrebbe fatto godere entrambi.
    Per questo non mi sono accorto di un cazzo nel primo affondo, solo dei brividi che strappavano a me dei gemiti mentre lui nascondeva singhiozzi di cui non sapevo niente. Non ci ho badato perché sono sempre così stupidamente affamato da non aver fatto i conti con un cazzo di essere umano.

    Ma poi, in lui, muovendomi come a reclamare uno spazio così concessomi, ho continuato a baciarlo. Finché non mi sono reso conto di una cosa. Una che vedo ora che riapro pianissimo gli occhi.
    Una che prima di tutto sento con il pollice che - nel bacio - finisce a premersi troppo contro la sua guancia, sfilandogli via una… lacrima?

    Cazzo ansimo ma rallento, la mano non ferma la sua corsa ma io un po' mi fermo. Gli occhi nei suoi, ancora lo sovrasto ma con una fottuta attenzione. Non pensavo di fargli male, non l'ho sentito rigido per.. insomma con qualcuno magari ci sono andato pesante ma, ma non così. Ehi, stai bene? avrò anche una fame che sa farsi cieca, ma non sono uno stronzo, e non sono una merda tale da insistere lo stesso se qualcosa non va. Scopare con me non dovrebbe far piangere. Mi sfilo con calma ma resto qui, qui a capire che cos'ha. Gli sfioro il viso come i gatti.




     
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