Sleeping beauty

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  1. Mischief
         
     
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    «Charles è davvero bellissimo». La ragazza si avvicinò al suo petto per vedere meglio il tatuaggio, il respiro caldo sulla pelle gli causò un brivido lungo la schiena e non poté fare a meno di arrossire un po'. Lasciò cadere la maglietta appena lei alzò gli occhi e a quel punto passò a guardare lei con curiosità. «Ne ho tre». Sbarrai gli occhi, sinceramente sorpreso. Era raro che ragazzi della nostra età avessero già tatuaggi, figuriamoci tre. La guardai arrotolarsi la manica, leggermente sollevato dal fatto che non fosse in un posto imbarazzante o avrei fatto fatica a reggere il suo sguardo. «Wow! Avevi il permesso di tua zia, quindi?» Una scritta rossa, sembrava marchiata a fuoco sulla pelle del su braccio: "teine". «Significa fuoco, è in gaelico». Il sorriso lasciava intendere molto, del significato di quel tatuaggio. Le si addiceva molto. Poi la ragazza alzò il piede per mostrare la caviglia, mettendosi in una posizione buffa. Sulla caviglia era disegnata una spirale aurea: il numero phi, la proporzione divina, roba affascinante, ma che non riusciva a collegare in nessun modo con la ragazza. «Questo invece rappresenta una spirale aurea. So che può sembrare strano, ma sono sempre stata un asso in matematica». Era una sorpresa per davvero, ma secondo la sua esperienza la gente veramente brava in matematica era sempre una personalità un po' particolare. Da quel punto di vista Scout rientrava perfettamente nella categoria. «Una spirale aurea. Non l'avrei mai detto, ma puoi insegnarmi qualcosina io sono una frana». Ridacchiai, ma non avevo messo in conto il terzo tatuaggio. Quando iniziò a estrarre la camicetta dalla gonna, le mie guancie avvamparono quasi immediatamente. La alzò il giusto per far vedere la volpe stilizzata quasi nella posizione dove aveva lui il tatuaggio. «Mi ha aiutato mia zia a disegnarlo. Non so il tuo, ma questo ha fatto un male cane, ma almeno ne è valsa la pena». Era bellissimo, ma non riuscii a godermelo a pieno. Cercai di non soffermarmi troppo a fissare la pelle diafana della ragazza, alzai quasi immediatamente lo sguardo. «Sono meravigliosi, la volpe ti rappresenta perfettamente». Affermai con un sorriso. Aspettai pazientemente che la ragazza si reinfilasse la camicetta nella gonna poi la vidi sbadigliare e stiracchiarsi. «E' ora di andare Scout, ti accompagno in sala comune». La mia ronda era praticamente finita, avrei potuto andare a letto anche io subito dopo aver accompagnato la rossa alla torre dei grifondoro.
     
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