Almost home

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  1. spleen;
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    "Non hai mai provato a smettere di fumare?" la domanda di Lydia arrivò come un fulmine a ciel sereno, colpendo l'amico alla sprovvista. Era difficile che la ragazza si interessasse a tali cose, anzi, spesso sembrava evitare deliberatamente quel genere di argomenti, convinta che altrimenti avrebbe turbato la sfera privata del prossimo. Eppure quella volta la sua curiosità sembrava genuina, riflettendosi nel suo consueto modo di aggrottare appena la fronte quando poneva una domanda importante o rifletteva su qualcosa a livello profondo. Troppo taciturna per riempire lo spazio del silenzio con conversazioni vuote e circostanziali, fissava il viso dell'amico con quel suo sguardo ceruleo che sembrava sempre capace di sviscerare l'animo di chi aveva di fronte per indagarne la natura più recondita. "No, perché non voglio." rispose semplicemente il Grifondoro, alzando le spalle "Mi piace, ma non la considero una dipendenza: sarei capace di smettere del tutto dal giorno alla notte se volessi." Leggere i pensieri di Lydia non era difficile in certi casi, non richiedeva nemmeno il padroneggiamento della legilimanzia: quella ragazza sapeva essere a tratti un vero e proprio libro aperto che rifletteva nello sguardo ogni più piccola emozione. E lei di emozioni era piena fino a scoppiare: troppe e molto caotiche, si affollavano in quegli occhi che erano la vita stessa. Non credeva che Mike fosse realmente capace di tener fede alle proprie parole, non ci credeva semplicemente perché lo conosceva e aveva tutte le caratteristiche di qualcuno che ha una forte dipendenza: ripeteva il suo vizio in maniera abitudinaria e programmata, organizzava le proprie finanze in funzione di esso, si innervosiva se non aveva la possibilità di fumare e tendeva ad acquistare pacchetti di sigarette in modo preventivo, così da non trovarsi mai senza. "Che c'è? Vuoi convincermi a smettere?" Il ragazzo pose la domanda con tono scherzoso, dandole una leggera spinta con la spalla e distraendola in tale maniera dai suoi pensieri. In tutta risposta sorrise, abbassando lo sguardo con tenera malinconia sulle proprie gambe pallide distese sull'erba. La schiena appoggiata contro il tronco della grande quercia e il libro di incantesimi stretto al petto, Lydia rifletteva, saltava da un pensiero all'altro approdando a lidi più o meno desiderati. "No, non mi permetterei mai..e comunque non credo di esserne in grado." Credeva a quelle parole più di quanto potesse sembrare, ed esse assumevano nella sua testa un significato più profondo di quello apparente. No, non si sarebbe mai permessa di intromettersi negli affari dell'amico: ogni dipendenza ha un'origine privata e ben radicata nel subconscio, spesso legata a bisogni e necessità ben differenti. Mike aveva quel modo di anestetizzare i suoi problemi, Lydia ne aveva altri. Sospirò, quindi, facendo per alzarsi dall'erba umida della tenuta mentre lo sguardo saettò veloce verso un cielo che il tramonto colorava di arancione, come se si aspettasse di veder comparire la luna piena da un momento all'altro pur sapendo che non era quello il periodo del mese. "Va bene, ti lascio alla tua tossicodipendenza. Mi raccomando, non rovinare troppo i miei appunti e riportameli entro la fine del mondo, ok?" Sorrise appena nel dire quelle parole, sventolando una mano a mo' di saluto e avviandosi verso gli interni del castello.
    Prima di rientrare in sala comune fece un veloce salto in guferia, lì dove da giorni si appostava in attesa dell'arrivo di quel pacco che aveva ordinato ormai da settimane tramite la gazzetta del profeta. Rispondevi a un indovinello e, se lo facevi correttamente, ti veniva recapitato una bella scatola di dolciumi assortiti direttamente convenzionati con Mielandia: una sfida imperdibile, ovviamente, soprattutto per una Corvonero. Lydia poi era stata tra i fortunati vincitori, avendo risposto tra i primi tre, e così il pacco le avrebbe dovuto essere recapitato da un momento all'altro. Quello, evidentemente, fu il giorno fortunato.

    "Io direi di iniziare da queste, che dici?" chiese tutta allegra a Charles, mostrandogli un pacco di caramelle con proprietà magiche di ogni genere. "Credo che il ragionamento sia lo stesso delle Tutti i Gusti, solo che a cambiare non è il sapore ma l'effetto." Disse quelle parole mentre il suo sguardo correva velocemente tra le righe sul retro della scatole, le quali spiegavano in parole spicce il funzionamento e gli ingredienti utilizzati. Aveva invitato proprio lui a condividere quella piccola gioia intanto perché aveva ben pochi amici, e in secundis perché dall'inizio dell'anno non avevano ancora avuto modo di festeggiare in maniera appropriata la nomina di Prefetto che il ragazzo aveva ottenuto. "Avanti, comincia tu, pezzo grosso." Nell'appellarlo così gli mostrò un grosso sorriso divertito, lanciandogli tra le mani il pacchetto di caramelle misteriose.
     
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  2. Mischief
         
     
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    Aveva appena dato la sua prima punizione. In biblioteca due ragazzini grifondoro del secondo anno, avevano strappato le pagine di un libro e non contenti della prima infrazione, non essendo in grado di riparare il libro, avevano tentato di nasconderlo nel reparto proibito. Un altro giorno probabilmente avrebbe semplicemente redarguito i due, riparato il libro e la cosa sarebbe finita lì. Quel giorno, era andata un po' diversamente. Spuntò con la bacchetta sguainata da dietro i ragazzi e riparò il libro con un colpo di bacchetta facendolo svolazzare fino al tavolo più vicino. Dopodiché li aveva portati dalla bibliotecaria, riferendole della punizione, che lei avrebbe scelto.
    Il motivo del suo umore era Aleksandra, tutte le volte che era con lei a malapena riusciva a spiccicare parola. Una parte di lui desiderava semplicemente tornare al periodo in cui non era cotto di lei, per riuscire a passare del tempo con una delle sue più care amiche senza che fosse imbarazzante, ma per lui Aleksandra era speciale, da più di un anno provava qualcosa per lei e lei non sospettava nulla, anche perché se avesse saputo cosa prova Charles per lei, quella mattina non l'avrebbe invitato a Hogsmeade, loro due soltanto per un'uscita. Charles sapeva benissimo che non era un appuntamento, eppure il suo cuore aveva perso un battito quando lo aveva invitato. Era un codardo, non aveva il coraggio di chiederle di uscire, come farebbe un qualsiasi ragazzo della sua età. No, i due grifondoro, in fondo, non erano stati molto fortunati a incontrarlo proprio quel giorno.

    «Avanti, comincia tu pezzo grosso». Lydia gli lanciò fra le mani il pacchetto di caramelle e lui cominciò a leggere per capire meglio di cosa si trattava, a quanto pare l'effetto doveva essere imprevedibile e durare al massimo qualche minuto. La guardò inarcando un sopracciglio. «E io che sognavo delle semplici api frizzole». Dissi con una finta voce affranta. Lydia aveva vinto una scorta di dolciumi di mielandia, probabilmente aveva scelto il dolce più pericoloso del pacco e glielo aveva lanciato. Prese una caramella, perfettamente tonda e nera, dalla scatola e la mise in bocca, dubbioso. Sapeva di cioccolato, ma non riuscì a goderselo a pieno, tenné gli occhi chiusi per qualche secondo aspettando l'effetto, ma non percepì nulla. «Non è mica successo... Oh». Mentre parlava, gesticolando, aveva notato la sua mano che era azzurra. Si scoprì le braccia per controllare e sì, era diventato azzurro. Non moriva dalla voglia di vedere quali altre parti del suo corpo avevano assunto quel colore azzurro pastello, quindi non controllò oltre. «Ok sapientona, vediamo che succede a te». Le lanciò una caramella, questa era cubica e di un rosso intenso.
     
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1 replies since 22/2/2017, 19:00   35 views
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