"Ma secondo te almeno il camioncino ce lo mettono a disposizione per traslocare?" Domande lecite in quel di Grifondoro, quando Dean si trovò a buttare ciò che poteva dentro il baule. Sì, perché si penserebbe che - in teoria - quello che hai in stanza è quello che ti sei portato dietro da casa e che quindi tutto ci entri dentro. E invece no, non se siete Dean Moses e avete architettato la vostra stanza a mo' di serra abusiva per le piantine di erba allegra. Non poteva portarle con sé, ormai era chiaro; anche perché dubitava fortemente di poter convincere quei pali in culo dell'inquisizione che si trattasse di basilico e rosmarino. Si ritrovò dunque a guardare
le sue bimbe con fare sconsolato, allungando un dito ad accarezzarne delicatamente una foglia; quale crudeltà, chiedere a Dean di distaccarsi dalle proprie creature, quelle che aveva cresciuto con tanto amore e sacrifici: era un po' come strappare un figlio alla madre.
"Ti prenderai cura di loro?" chiese a Ryan, il compagno purosangue che fortunatamente sarebbe rimasto nella torre Grifondoro. Quello, in tutta risposta, annuì solennemente, portandosi una mano al cuore.
"Sei un amico, Ryan. Ti ho lasciato sulla scrivania tutte le istruzioni. Cercherò di sgattaiolare qui il prima possibile, ma non prometto niente con quei tizi in giro per il castello." Storse il naso, grattandosi la nuca mentre il pensiero andava dritto agli affari: con l'inquisizione in giro sarebbe stato nettamente più difficile. Tuttavia la fortuna era stata quella di essere un tipo fin troppo previdente quando si trattava di erba, e infatti ne aveva una buona scorta, quanto bastava per se stesso e per tirare su qualche spicciolo fino a quando non avrebbero trovato il modo di aggirare la sorveglianza. E lo avrebbero trovato, ovviamente, perché l'impegno che Dean avrebbe dovuto mettere nelle materie scolastiche andava tutto a canalizzarsi sulle bravate balorde.
Così, fatti i bagagli e sceso in fretta e furia verso i nuovi
magnifici alloggi, il giovane Moses si sbrigò a infilare una canna e un paio di sigarette già pronte in tasca, avvicinandosi a passi felpati verso l'area adibita alle ragazze. Dean, il ritardatario per eccellenza, si era fatto fretta come mai prima di allora per un semplice motivo: doveva arrivare prima di chiunque altro, prima ancora dell'inquisizione, per non incappare in note disciplinari già dal primo minuto. Il piano era quello di fare una sorpresa a Malia: aveva visto la sua espressione al banchetto, aveva visto quanto ci fosse rimasta male per quei provvedimenti - e in fin dei conti, come darle torto? - ed era piuttosto certo che avrebbe avuto solo bisogno di una faccia amica per affrontare quella batosta. D'altronde, si sa, il primo approccio è sempre il più traumatico, e chi meglio di Dean poteva smussare gli angoli di quella triste ambientazione? Lui e il suo sorrisone da mille galeoni avrebbero tranquillamente potuto sostituire le lampade a olio messe qua e là.
Porto lo splendore anche nei sotterranei, Eddy King, non crederti tanto furbo. Così, tra un pensiero e un altro, andò a stendersi bellamente sulla brandina assegnata a Malia, posizionandosi come una modella d'arte.
La Maya Desnuda me fa na pippa. Era convinto che sarebbe stato divertente, in quella penombra, far prendere un po' di paura alla Stone. Il classico trucco: spavento e poi gioia. E' così che si fanno le sorprese, signori e signore. E infatti, quando intravide una figura femminile farsi largo nell'ambiente, si schiarì la voce solo per piegarla in un'intonazione ironicamente profonda.
"Un po' di Schweppes..solo io e te?" E giù a ridere. Bravo il coglione.
