Lo studente perfetto ecco cosa rappresentava Damian, un insieme di capacità logico cognitive che avrebbero potuto mettere in imbarazzo molti luminari. Sin da bambino aveva dimostrato di avere una marcia in più rispetto agli altri bambini; sempre precoce nei tempi e troppo poco fanciullo. Spesso Led scherzava nel definirlo un
nato vecchio, ma niente era più vicino alla realtà. Le sue capacità erano talmente sviluppate che spesso i suoi genitori non sapevano come comportarsi con lui, era il più piccolo di una famiglia numerosa e nonostante ciò passava gran parte del suo tempo da solo rinchiuso nella biblioteca di famiglia. Suo padre era un uomo severo, inflessibile e intollerante; aveva cresciuto i suoi figli con una ferrea disciplina dov'era contemplato solamente il bastone e mai la carota come ricompensa. Forse proprio quella rigida disciplina li permetteva di rimanere così calmo e tranquillo in presenza di Malia. Definirli agli antipodi sarebbe stato minimizzare le loro differenze; Malia era frizzante e piena di vita, mentre lui era spesso imbronciato, troppo impegnato a rimuginare su sé stesso per prestare attenzione a ciò che lo circondava. La loro relazione era stata breve e indolore, il serpeverde aveva forse sperato di lasciarsi contagiare dalla sua positività, ma alla fine non aveva fatto altro che rischiare di trascinarla nella sua stessa oscurità. L'aveva evitata per non metterla in difficoltà, ma allo stesso tempo per non darle a vedere quanto la fine della loro storia l'avesse lasciato indifferente; niente infatti sembrava in grado di smuoverlo dalla fredda apatia in cui era cresciuto. Anche in questo momento, mentre sono uno di fronte all'altra, Damian riesce a percepire ogni suo movimento, a comprendere quanto la ragazza stia trattenendo sé stessa per non lasciar scorrere un fiume di parole inarrestabili; mentre lui non vuole far altro che terminare quel compito e tornare nella sua maledetta stanza.
«Allora, uhm... ti ricordi qual è la pagina?» Per la prima volta da quanto si sono seduti uno di fronte all'altro Damian si ritrova ad alzare gli occhi dal suo libro, senza esitazione allunga la mano verso il libro della ragazza aprendolo sulla pagina a cui avrebbero dovuto dedicarsi.
«Questo è quello che ha spiegato la Volkov in classe però se vuoi ho qualche approfondimento tra i miei appunti.» Gli allunga una pergamena, frutto
di una ricerca personale tra i libri disponibili nella biblioteca di Hogwarts. Quando la Volkov li aveva messi in coppa a lavorare avrebbe voluto ribellarsi, ma perchè fosse stato messo in coppia con Malia, ma per il semplice fatto che lui lavorava meglio da solo. Non gli piaceva interagire con le persone, a detta di molti ne era addirittura incapace; come se fosse privo di empatia. Fortunatamente la sala duelli era vuota, eccetto per la loro presenza, la biblioteca era piena e presto sarebbero stati sotto gli occhi di tutti, curiosi di sapere se quell'incontro sarebbe sfociato in una reunion sentimentale o in un regolamento di conti. Damian dal canto suo non amava essere al centro dell'attenzione, preferiva di gran lunga passare inosservato.
«Fattura Anti-Smaterializzazione, era questo l'argomento su cui fare la ricerca... o sbaglio?» Annuisce di fronte alla domanda della ragazza, forse da parte sua era l'ennesimo tentativo di spezzare quel pesante silenzio che si era instaurato tra i due dall'inizio; Damian non lo faceva volutamente dopotutto era un ragazzo di poche parole, suo padre gli aveva insegnato a parlare solamente quando era richiesto poiché le chiacchiere inutili erano superflue. Forse però avrebbe dovuto fare uno sforzo in più per rendere l'atmosfera meno carica e più leggera.
«Non so, onestamente. Ho solo capito che non fa smaterializzare le persone in certi posti. Funziona così, vero? Cioè, lo so, è una spiegazione grossolana, ma...» Quasi gli scappa un sorriso di fronte a quella domanda, un sorriso che si trasforma in una smorfia nel momento in cui viene definito cervellone; la sua intelligenza è sempre stata una sorta di barriera con i suoi coetanei. Alcuni erano straniti dal suo rendimento e di come si mostrasse sempre preparato di fronte a qualsiasi domanda dei professori, molti lo trovavano addirittura fastidioso.
«Sì grossolanamente funziona così, ricordati che serve anche ad impedire la smaterializzazione in un certo lasso di tempo. Inoltre è un incantesimo non verbale e di conseguenza di alto livello.» Prese il libro della ragazza e sottolineò una piccola nota a piè pagina, una curiosità che molti studenti non leggevano neanche.
«E' anche uno degli incantesimi che protegge Hogwarts e si estende fino alla fine della foresta proibita.» Serviva per proteggere la scuola da eventuali intrusi, ma allo stesso tempo non permetteva la smaterializzazione al di fuori di esso. L'incantesimo non era complesso nella teoria, ma per loro fortuna era l'unica cosa richiesta da parte della professoressa Volkov; ora che erano stati privati le bacchette non avrebbero neanche avuto modo di esercitarsi per un eventuale test pratico. I cambiamenti all'interno di Hogwarts avevano lasciato tutti un po' sgomenti, ma Damian era uno di quelli che capiva il punto di vista del nuovo preside. Le crescenti tensioni nel modo magico e non avrebbero presto minato il rapporto tra gli studenti, il preside lo sapeva e aveva messo in atto quelle misure per proteggerli e tutelarli. Molti probabilmente avevano solamente visto una divisione in base al sangue e non un tentativo di metterli al sicuro.
«Come vi trovate nei sotterranei?» La sua domanda era di sincero interesse, dopotutto conoscendo Malia sapeva bene che lei non aveva accettato la cosa di buon grado; era una grifondoro fino in fondo e molto probabilmente a lei tutto ciò era sembrato una grande ingiustizia.
«Lo sai che questa separazione è ben al di là del semplice sangue vero?» Forse lo avrebbe definito pazzo, ma Damian ci teneva a chiarire la sua di posizione senza essere etichettato come il classico razzista purosangue.