save a broomstick, ride a slytherin

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    776
    Reputation
    0
    Location
    Durmstrang

    Status
    Anonymes!
    Riguarda il fogliettino che ha stretto tra le dita, ancora una volta. Martedì pomeriggio. Ore 17,30. Campo da Quidditch. Un sorriso divertito gli dispiega le labbra. Ha una bella grafia. Elegante, sinuosa, attenta ai particolari semplici, come le gobbe delle g perfettamente arrotondate e i puntini su tutte le i, nessuna esclusa. E' proprio una Corvonero si ritrova a pensare, ridacchiando tra sé e sé, prima di buttare un'occhiata all'orologio. Manca poco all'appuntamento e stranamente, quel giorno Sam non è in ritardo. Per chi lo conosce davvero, sa quanto al ragazzo piaccia arrivare in ritardo, facendo aspettare anche ore le persone con le quali ha preso accordi. Ma non quel giorno. Quel pomeriggio ha deciso di essere in perfetto orario. E' passato, con largo anticipo, a prendere tutto l'occorrente nell'aula che i Serpeverde usano come ripostiglio. E' riuscito anche a recuperare una vecchia Nimbus 2000, non in perfette condizioni a dire il vero e proprio per questo motivo sa già che sarà a lui a cavalcarla. Non può permettersi di far fuori la sorella di Vanderbilt durante un amichevole allenamento. Non può permettersi di farla fuori e basta, in tutta onestà. Sarebbe un vero spreco, tutta quella bellezza sfiorita per colpa di una brutta caduta dalla scopa. Sam non conosce a pieno le capacità della ragazza a cavallo della scopa. Potrebbe rivelarsi la nuova promessa del Quidditch, come essere semplicemente un disastro annunciato che non reggerà più di cinque minuti sopra la scopa. Per questo motivo ha deciso che lei userà la sua scopa. Sì, avete capito bene. La sua preziosissima scopa. La scopa che la ragazza più figa di Durmstrang gli ha fatto trovare impacchettata sotto l'albero di Natale, insieme a lei (con i fiocchi fantasiosamente attaccati sui suoi seni, ma questa è un'altra storia). L'unica ed inimitabile Firebolt limited edition 2013. La scopa sopra il quale non ha fatto salire nemmeno Dean, nemmeno per provarla. Nemmeno una volta. Mai. Il manico di scopa che pulisce ogni mattina, passandovi sopra tutti i possibili unguenti presenti in natura affinché risulti più lucido e il legno abbia sempre la giusta levigatura. La sua fedele scopa da cui non si separa mai. Proprio lei. E sta per essere usata da una ragazza, che ha ammesso di non sapercisi destreggiare assolutamente. Scuote la testa, mentre passa velocemente l'entrata della Sala Grande, per raggiungere il portone principale. Carico come un mulo, chi deve intercettare? Un Dean Moses che lo guarda sghignazzando. Un Dean Moses a cui Sam ha raccontato di quello strano appuntamento riuscito a scagliarlo nel posto più impensabile dove trovare uno Scamander. La biblioteca. "Eh, cosa non si fa per un po' di gnocca, vero Sam?" Il moro ride, di rimando, non riuscendo a trattenersi. «Quanto sei superficiale, Moses. Mi offendi se pensi questo di me.» Vorrebbe portarsi il pugno al cuore, per fargli intendere quanto sia effettivamente offeso da quella maliziosa domanda, ma ha fin troppe cose tra le mani e dopo qualche tentativo inutile, ci rinuncia. "Lo vuoi un "In bocca al lupo"?" Un angolo delle labbra di Sam si tende verso l'alto. «Manici di scopa, Quidditch e una ragazza...dici che ne ho bisogno?» E così dicendo, si allontana, salutando l'amico, che se la continua a ridere, con un cenno di mano, prima di scomparire oltre il portone possente.

    tumblr_nh9r4pOxJj1s710zro6_250
    L'attende dentro il campo da Quidditch, controllando di tanto in tanto l'orologio. Sistema il pesante baule, tira nuovamente su le scope, ricontrollandole una ad una, un paio di volte, si passa tra le mani i parastinchi e i copri-ginocchia che è riuscito a recuperare, sperando che siano della sua misura. Ammazza il tempo controllando minuziosamente ogni dettaglio, mentre pensa che non si è mai impegnato tanto per nessuno. Nemmeno per suo padre. Ma in fin dei conti si parla di Quidditch e lui a quello sport darebbe pure la vita, quindi giustifica a se stesso le sue azioni così, superando a pie' pari quelle domande. E' in quel momento che la vede. Si è fatta aspettare. Sam sa che nel manuale segreto delle ragazze, sotto il paragrafo "Appuntamento" la regola numero 1 è "Fai la preziosa, arrivando in ritardo di qualche minuto. Così il tuo lui comincerà a capire subito come gira il mondo." E' una regola che solitamente osserva pure lui, pur non essendo una ragazza e per ragioni ben differenti, ma la osserva. Perciò sorride nel vederla, picchiettando l'indice sul quadrante dell'orologio. «Non c'era bisogno di far ritardo per farti bella, sai?» La saluta, non aggiungendo il chiaro e matematico proseguimento della frase "perché tanto sei già bella così". Per quella volta, decide di risparmiarsela. «Allora, ti sei torturata tutta la notte, preparandoti psicologicamente a questa esperienza Le domanda, lasciandola avvicinare alla piccola montagna che si è andata formando con l'equipaggiamento che si è portato dietro per l'occasione. Non precisa a quale esperienza di preciso si sta riferendo, lasciando che quella possa risultare così una provocazione, ma al tempo stesso una semplice ovvietà. «E ti prego dimmi che non hai avvertito nessuno di questo nostro incontro. Sai, in caso che tu cada dalla scopa e a me poi tocchi disfarmi del tuo corpo.» La prende in giro, dandogli una leggera spintarella con il gomito, prima di abbassarsi ad aprire il baule. Davanti ai loro occhi si presentano i tre oggetti senza i quali i giocatori sarebbero soltanto dei coglioni sopra una scopa. «Bene, è arrivato il momento di dar prova delle tue doti da Corvonero, sempre che il cappello non sia sbagliato..questo è ancora tutto da provare, come è stato già appurato in precedenza.» La guarda dal basso, piegato sulle ginocchia per poi indicargli le tre palle con l'indice. «Voglio i nomi, a cosa servono e se mi sai dire anche di cosa sono fatte, hai un giro di alcol pagato questo sabato. Il modo per aggirare Eddy lo troviamo, tranquilla Un occhiolino accompagna la sua risata roca.


    Edited by ¬ sense8. - 24/5/2017, 23:27
     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    122
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Sei proprio sicura? domandò a se stessa mentre sbirciava dalla vetrata della camerata corvonero oramai deserta. Al di là dei vetri colorati, oltre la distesa di verde, le torri del campo da Quidditch spiccavano come fiori colorati in quel pomeriggio particolarmente grigio. Scosse la testa, come per allontanare di se stessa che volteggiava nell'aria a cavallo di una scopa, poco prima di precipitare rovinosamente. Rabbrividì ancora una volta, mordendosi il labbro, dubbiosa. Era stata una pessima idea probabilmente, ma Fawn non aveva resistito e la colpa era certamente di quegli occhioni verdazzurri che non era riuscita a schiodarsi di testa. Era strano, davvero strano, che qualcuno riuscisse a rimanerle tanto impresso. Solitamente, pensò vanesia, è il contrario. Fawn lo sapeva fin troppo bene, aveva consapevolezza dello strano effetto che era in grado di esercitare sugli altri. Sua madre l'aveva definita magnetica una volta, parlando con lo psicanalista che all'epoca era solita vedere due volte a settimana. Lo aveva definito un passatempo, tutte le sue amiche andavano in terapia. Fawn aveva prontamente alzato gli occhi al cielo davanti all'ennesima trovata chic di sua madre, per essere sempre sulla bocca di tutti. Strano però che quando si era trattato di mandare Fawn in terapia, il tutto non era stato più così alla moda, anzi. Sua madre l'aveva nascosto come si fa con la polvere, sotto al tappeto. Fawn si sente un po' giù. In questo periodo è piuttosto cagionevole. La sfilza infinita di scuse che sua madre aveva inventato per non rivelare al mondo il casino che era diventato la sua splendida bimba erano un elenco indelebile nella mente della ragazza. In realtà le era grata, e l'aveva dimostrato più volte, perché tutto sommato quella donna aveva cercato di proteggerla, come faceva ancora, dalle male lingue, che Fawn conosceva fin troppo bene. Sbuffò, spostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso mentre l'orologio puntava quasi le 17:30. Era stata falsamente fiscale, ricordava anche di aver detto al suo nuovo amico di essere puntuale. Ma lei non lo sarebbe stato, era una questione di principio, benché in realtà non sopportasse troppo i ritardatari. Certo era che in determinati casi l'attesa risultava necessaria. Le grandi star si fanno sempre attendere. E un po' lei si era sempre sentita tale. Una giovane diva, mascherata dietro il faccino dai lineamenti delicati, alla spruzzata di lentiggini che iniziavano a sporcarle il naso, dietro a quei brillanti occhioni chiari. Perciò nonostante il tempo scorresse velocemente, Fawn aveva deciso di fare le cose con calma. Anche perché, semmai fosse morta quel pomeriggio, spiaccicata al suolo come una mosca sul parabrezza, quanto meno sarebbe dovuta essere carina.

    Aveva l'irritante abitudine di saltellare quando era allegra e contenta, ma i suoi saltelli erano sempre stati lenti, calcolati, l'oscillare preciso ed armonico della gonna della divisa doveva seguire sempre un ritmo preciso, e benché avesse indossato qualcosa di più comodo il suo modo di camminare non era cambiato. In vergognoso ritardo, forse Fawn se l'era presa anche troppo comoda, ma non riusciva a mascherare il sorrisetto soddisfatto dal suo viso. Il Quidditch non le era mai piaciuto, o meglio, preferiva guardarlo, perché quel gioco caotico aveva sempre avuto delle sfaccettature che non era mai riuscita a comprenderle. Forse è la volta buona. aveva pensato affacciandosi al limitare del campo da
    tumblr_inline_o5qukcuU1d1sotrar_500
    Quidditch. Era rimasta ferma qualche istante, lo sguardo fisso sulla figura del serpeverde tutto concentrato e in attesa. Chissà da quanto. Un po' aveva perso il senso del tempo quel pomeriggio e sebbene una parte di lei non riuscisse a fare a meno di sentirsi in colpa, d'altra parte era stato quello il suo piano da principio. E poi, a dirla tutta, Sam non le aveva dato l'impressione del ragazzo puntuale, ma iniziava a ricrederci. « Quasi non ti riconoscevo» gli disse, avvicinandosi saltellando con un sorriso sulla faccia nel vederlo picchiettare l'indice sul quadrante dell'orologio da polso. «Non c'era bisogno di far ritardo per farti bella, sai?» Sorrise di rimando, alzando appena le spalle e guardandolo con aria innocente. « Ops, non tarderò mai più» promise mentre staccava lo sguardo da quello di lui per posarsi sulla catasta di materiale di dubbia utilità «Allora, ti sei torturata tutta la notte, preparandoti psicologicamente a questa esperienza?» sospirò, scuotendo un po' la testa « E' stato il mio incubo fisso per notti intere» disse, fingendosi affranta, mascherando un'ansia assolutamente reale per quello che stava per fare. Fawn e le altezza erano sempre state piuttosto in disaccordo, non aveva mai capito il perché. Ma del Quidditch proprio l'altezza non era la cosa più spaventosa, piuttosto stare seduti a cavallo di una scopa e scorrazzare in cielo alla ricerca di palloni di forme strane non l'aveva mai ispirato grande fiducia. Se suo fratello fosse stato in grado di leggerle la mente e conoscere le sue opinioni sul Quidditch, molto probabilmente non le avrebbe mai più guardata in faccia. « La prossima volta faccio io da insegnante» la buttò lì, vagamente ammiccante «danza classica, ed esigo che tu metta il tutù.» Seguì i passi di Sam, che realizzò, aveva proprio l'aria di uno a proprio agio, immerso nel proprio elemento. . «E ti prego dimmi che non hai avvertito nessuno di questo nostro incontro. Sai, in caso che tu cada dalla scopa e a me poi tocchi disfarmi del tuo corpo.» In effetti, nessuno sapeva di quell'incontro potenzialmente mortale pericoloso. « Dal momento che conosco poche persone qui al castello, saresti comunque fra gli indiziati» disse Fawn, poggiandogli appena una mano sulla spalla. «Bene, è arrivato il momento di dar prova delle tue doti da Corvonero, sempre che il cappello non sia sbagliato..questo è ancora tutto da provare, come è stato già appurato in precedenza.» disse il ragazzo abbassandosi sulle ginocchia e mostrandole con un plateale gesto della mano il contenuto di quel vecchio baule. «Voglio i nomi, a cosa servono e se mi sai dire anche di cosa sono fatte, hai un giro di alcol pagato questo sabato. Il modo per aggirare Eddy lo troviamo, tranquilla.» Il Quidditch non era il suo sport, ma crescere con Sebastian l'aveva forgiata ed istruita alla conoscenza di quella disciplina molto meglio di quanto si aspettasse. Accolse l'occhiolino del serpeverde come segno di sfida. « Allora inizia a pensare allo stratagemma per confondere il nuovo preside» Si chinò anche lei per osservare meglio le tre palle. « Quella lì» disse, indicando quella centrale, dalla forma leggermente ammaccata « è una pluffa, sembra di cuoio, la usano i cacciatori» lo guardò, per avere conferma delle sue parole « per segnare punti in quelle porte proprio lì sopra» alzò la testa ed indicò gli enormi cerchi bianchi. « Le altre due» tornò a guardare il ragazzo negli occhi « sono dei bolidi, di ferro» Uno dei due scosse violentemente la cassa « e se non ricordo male, i battitori» portò un indice verso il petto del ragazzo « come te dovrebbero occuparsene, per evitare che facciano danni alla squadra disse, un po' incerta. Non avrebbe mai confessato di aver ripassato il manuale di Volo poco prima, quella mattina. «E poi dovrebbe esserci il boccino, no?» indicò la piccola pallina dorata le cui ali erano ancora avvolte attorno alla sua circonferenza. «<b> Buon sangue non mente» disse allusiva « Qui finiscono le mie conoscenze in fatto di sport magici» ammise, mentre tentava di rimanere goffamente in equilibrio. Poggiò una mano sul suo ginocchio per non cadere, sorridendo un po' imbarazzata. « Quindi tocca a te. Insegnami.»

    Edited by conundrüm - 4/9/2017, 22:56
     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    776
    Reputation
    0
    Location
    Durmstrang

    Status
    Anonymes!
    Samuel Scamander non è mai stato particolarmente bravo a scuola. Non perché non ci arrivi, come tutti i professori si sono sempre limitati a credere, ma perché fondamentalmente non gliene mai fregato nulla. Non gli è mai interessato sapere la percentuale di succo di fagiolo sopoforoso da aggiungere al calderone per ottenere un perfetto Distillato della Morte. Non gli è mai interessato sapere a memoria tutte le date della Prima Battaglia Magica oppure quante e quali costellazioni formano la volta celeste. Potrebbe essere tacciato come uomo dalle ristrette vedute, da un ignorantone a cui non frega altro che di avere un bel paio di labbra da baciare e un po' di alcol con il quale sbronzarsi fino alla mattina successiva. Un ragazzo semplice, con poche pretese, tanti sogni, ma poca voglia di raggiungerli, in fin dei conti. Tutto fin quando non aveva visto sfrecciare in aria quei manici di scopa. Ricorda ancora la prima volta in cui ne aveva cavalcato effettivamente uno. Fino a quel momento li aveva potuti soltanto ammirare al di là delle vetrine colorate di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch. Ma al suo secondo anno di Durmstrang aveva avuto l'effettiva possibilità di poter provare a domarne uno e, ad oggi, quella è l'esperienza che più gli ha cambiato la visione del mondo. L'esperienza che, volente o nolente, l'ha costretto a guardarsi intorno e darsi delle priorità per arrivare ad una e una sola meta: il giocare a Quidditch da professionista. Per questo è tanto euforico nel poter condividere quella parte di sé con qualcuno, in questo caso Fawn, una ragazza che sembrava essere tabula rasa, quando si parla di questo sport. L'idea di poterlo illustrare ai suoi occhi, dipingendone i tratti tanto da farglielo apprezzare anche solo in parte, gli risulta assolutamente esaltante. Come un insegnante con la sua nuova studentessa. Sorride, mentre quell'immagine decisamente pittoresca e assai poco candida si insinua nella sua mente, cambiando velocemente l'aggettivo da attriburle da esaltante ad eccitante. « Quasi non ti riconoscevo» La squillante voce della biondina lo coglie alle spalle, costringendolo a girarsi per guardarla. Una ninfa, con quei capelli color del grano e quegli occhi chiari tanto vividi da riuscire ad intrappolare qualsiasi sguardo nella loro fitta trama. Fa una smorfia divertita in risposta a quella sua constatazione, come se fosse effettivamente possibile non riconoscerlo. E lui sa che non è così, o perlomeno è ciò che spera. « E' stato il mio incubo fisso per notti intere» Arriccia il naso, mentre gli si fa vicina. «E' il tuo modo enigmatico e contorto per dirmi che non hai fatto altro che pensare a me queste notti?» Gli lancia un'occhiata eloquente, mentre inclina la testa di lato, come per poterla osservare meglio, nel suo insieme. Non ha la tenuta adatta per provare a cavalcare la scopa. La gonna non è mai la compagna fidata di un allenamento di Quidditch, ma è pur sempre una sua ottima amica, data la porzione consistente di pelle candida che le lascia scoperta. «Perché se così fosse, potrei quasi dirti che è stato lo stesso per me.» Accenna una risata, fissandola. «Ma questo non te lo dirò mai.» E' sempre facile per lui buttarsi in quelle battutine che vogliono dire tutto e niente. Gli è sempre venuto estremamente naturale, mai imbarazzante, ma anzi, estremamente stimolante. La cosa che più gli piace del farle è osservare la reazione che ottiene in risposta dalle sue interlocutrici. Genericamente può quasi scommettere in un purpureo imbarazzo che dipinge loro le gote, impreziosendole di un certo pudore - finto o meno - che è sempre piaciuto al ragazzo. Non può però mettere la mano sul fuoco con la ragazza che ha di fronte. Non può perché sembra essere una santa, con la sua pelle tanto chiara da dare un ampio spettacolo dell'intricato reticolo di vene bluastre che vi è al di sotto di essa. Con i suoi occhi svegli che a volte tendono a socchiudersi, fingendo - qui Sam ne è abbastanza certo - un candore che l'aiuta spesso a proseguire sulla strada per perseguire i suoi intenti e i suoi desideri. Sam non ha ancora inquadrato alla perfezione Fawn. Non l'ha fatto perché una sola volta non è abbastanza per conoscere una persona complessa come
    tumblr_inline_nj5nklfx1m1szaa83
    appare la ragazza. Ma una cosa l'ha capita: è scaltra ed è per questo che è finita dritta dritta nella casata dell'arguzia e l'intelletto. Non sarebbe potuto essere altrimenti. « La prossima volta faccio io da insegnante..danza classica, ed esigo che tu metta il tutù.» Strabuzza gli occhi, vagamente divertito da quell'inaspettato rigirare le carte in tavola. Inclina la testa, guardandola dal basso, facendo particolare attenzione al risalirle il corpo con lo sguardo, fino a fissarsi nel suo, con un sorriso sornione. «Oh signorina, ti piacciono le cose strane? Non hai la più pallida idea di quali mosse ho nel mio bagaglio» accenna un movimento di fianchi che non ha decisamente nulla a che fare con la danza classica che vorrebbe propinarle lei. «Ma devo ammettere che non sono affatto stupito, è così ovvio che tu sia una ballerina classica. Una bambolina che finisce a Corvonero ed è una ballerina da carillon. Un grande cliché Un'occhiata basta a farle capire che sta scherzando, mentre lei comincia a rispondere sapientemente alla sua domanda. « Quella lì è una pluffa, sembra di cuoio, la usano i cacciatori per segnare punti in quelle porte proprio lì sopra» Annuisce in silenzio. « Le altre due sono dei bolidi, di ferro e se non ricordo male, i battitori» La ragazza allunga un dito verso di lui e Sam si ritrova a seguire la sua traiettoria con gli occhi. Lo vede collidere contro il proprio petto, prima di rialzare lo sguardo verso di lei. « come te dovrebbero occuparsene, per evitare che facciano danni alla squadra Ancora una volta il capo va in su e in giù come a darle ragione. Proteggere la squadra è sempre stato il suo compito. Quello e ferire gli avversari con un tiro abbastanza forte da fargli fare un botto bello grosso, se abbastanza fortunato. Ma questo evita di precisarlo. Gli occhi si posano sul boccino che se ne sta intrappolato in un cerchio di ferro. « Buon sangue non mente .Qui finiscono le mie conoscenze in fatto di sport magici» Perde l'equilibrio e la sua mano si poggia sul ginocchio di lui. Lascia scivolare lo sguardo dalle sue dita affondate nella sua carne e i suoi occhi, prima di far scivolare la propria mano sopra quella di lei. La stringe appena, prima di alzarsi, trascinandosela dietro. « Quindi tocca a te. Insegnami.» Gli piace quell'insegnami. Si sente stimolato da quel verbo perentorio. Quasi un obbligo. Si prende il piercing tra i denti, prima di abbassarsi nuovamente a prendere il proprio manico di scopa. Il suo fidato e lucente manico di scopa. Prende un profondo respiro, prima di porgerglielo, tenendolo tra le mani come una reliquia sacra. «Okay. Questa è la mia scopa. Esatto, è proprio lei.» Accarezza il manico, socchiudendo appena gli occhi. E' liscio e assolutamente perfetto, come sempre. «Dal momento che preferirei non essere sbattuto in prima pagina per aver ammazzato l'astro nascente del Quidditch - le fa l'occhiolino - avrai l'onore di cavalcare la mia fidata. E posso assicurarti che è una gran cosa per entrambi Indica prima se stesso e poi la scopa. «E' la prima volta che verrà usata da una persona che non sono io. E questo è un avvertimento. O forse una minaccia su quello che potrei farti, in caso di danneggiamento.» Lo dice con serenità, come se fosse la cosa più naturale del mondo. E nel mentre gli vengono già in mente un paio di modi per punirla per quella possibile negligenza. Ma tace nuovamente. Alla fine decide di recidere anche l'ultimo filo di dubbio che lo tiene legato alla scopa e gliela passa, senza guardarsi indietro. Andrà tutto bene, Sam. Non preoccuparti. Non succederà niente alla scopa. E nemmeno a Fawn, se hai abbastanza fortuna. Raccoglie da terra l'altra scopa che ha trovato nel magazzino del materiale, una vecchissima Nimbus 2000, dalla coda ormai quasi completamente andata. La migliore scopa che ha trovato nella stanza. «Come forse già saprai, non c'è bisogno di un allenamento vero e proprio. E' indicato un po' di stretching, qualsiasi tipo di stretching...» Finge di non guardarla, ma l'osserva con la coda dell'occhio per catturare la sua reazione, senza essere effettivamente scoperto. «Ma non ci stiamo preparando per una partita importante, quindi andrà benissimo partire dalle basi.» Le basi, perciò la posizione iniziale. Si porta la scopa tra le gambe, impugnandola bene per il manico. «Ora, non basterà altro che darti una piccola spinta con i piedi - accompagna le sue parole con i gesti e in un attimo si stacca da terra di qualche centimetro - e il gioco è fatto. Volerai senza problemi.» Con una spinta di reni, appoggia nuovamente i piedi sul prato erboso, avviandosi verso di lei. La guarda replicare i suoi gesti, fin quando non è pronta a darsi la spinta. Ma vede che qualcosa non va. L'aiuta a migliorare la postura, toccandola qua e là per non più di qualche secondo. Passa le mani sui suoi fianchi, ruotandoli appena. Dei tocchi delicati. Quel tipo di tocco fugace che ti fa volerne di più. Desiderarne di più. Poi si allunga in avanti, avvolgendole le braccia con le proprie, prima di muoverle le mani sopra il manico, affinché la presa sia ben salda. «Non spostarle mai da così e reggiti forte per non cadere.» Seppur sia alle sue spalle e non può vederlo, le sorride. «Non voglio la morte della sorella di Vanderbilt sulla coscienza, come abbiamo già appurato..»
     
    .
  4.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    122
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Con il tempo Fawn era diventata estremamente consapevole. Consapevole del proprio corpo, delle proprie capacità, dell’effetto che lo sfarfallio di ciglia riusciva a suscitare nel sesso opposto e di quanto poco bastasse per rendere situazioni assolutamente piatte e banali decisamente più interessanti. Sebbene così giovane era venuta piuttosto presto, addirittura precocemente, a patti con quella realtà e aveva iniziato ad usarla a suo vantaggio. Era diventata talmente tanto un’abitudine che anche quando non ci provava nemmeno un fare vagamente civettuolo, mai troppo accentuato, si insinuava nei suoi modi da brava ragazza e dava un pizzico di vivacità in più ai suoi occhi brillanti. Era consapevole di se stessa quanto lo era degli altri. Un’osservatrice attenta come lei non si era mai lasciata sfuggire i minimi dettagli che fanno di una persona quello che è in verità. Sono i piccoli gesti, le nostre movenze, l’imperdonabile cadenza della nostra parlata o anche la maniera di arricciare gli angoli della bocca che ci rendono noi più di qualsiasi altra cosa. Era diventata attenta a tutte queste minuzie, come un cercatore d’oro setaccia la terra alla ricerca della pepita che gli renderà la vita un paradiso e gli rimpinzerà il conto in banca. Fawn sembrava fare lo stesso con le persone, forse spinta da quell’indole tendenzialmente filantropa che l’aveva sempre distinta dai suoi genitori. Fawn cercava nelle persone quella pepita d’oro e grazie a quella le sembrava così facile riuscire ad entrare in sintonia con gli altri e ad essere ciò che i loro occhi volevano che fosse. Perciò quella malcelata malizia dietro la sua piuttosto evidente innocenza stava lì bella esposta per essere osservata dagli occhi del giovane serpeverde come si osserva un’inestimabile opera d’arte. Una come lei avrebbe mai dimenticato di cambiarsi la gonna se non per creare qualche divertente equivoco e suscitare ilarità nel prossimo? Avrebbe mai rischiato di fare la figura della tonta, dopo aver ripassato un manuale di storia del Quidditch sul quale le sue dita magre e sfilanti si erano posate ben poche volte, senza volerlo realmente? L’aveva notato lo sguardo del giovane Samuel Scamander e se ne era beata, dando al suo ego quel contentino utile per mantenerlo forte e vigoroso. Ma una filantropa come lei non era stata avida, lei stessa non era stata in grado di staccare mai del tutto gli occhi dal ragazzo che aveva conquistato così facilmente il suo prezioso interesse. «E' il tuo modo enigmatico e contorto per dirmi che non hai fatto altro che pensare a me queste notti? Perché se così fosse, potrei quasi dirti che è stato lo stesso per me.» Si passò la lingua sulle labbra morbide e inclinando appena la testa di lato iniziò a scuoterla aprendosi in un sorriso vagamente sardonico. «Oh Scamander » disse, dando un tono quasi trasognante alle proprie parole «se avessi pensato a te tanto intensamente te ne saresti accorto» Lasciò che gli occhi aggiungessero il resto, un sguardo vagamente malizioso raccolse quello del serpeverde mentre le labbra della corvonero si increspavano in una leggera smorfia divertita. A dire il vero Sam era stato frequentemente nei suoi pensieri in quel lasso di tempo, per quanto breve, che aveva separato il loro primo incontro. L’aveva colpita e non poco, ma questo il ragazzo lo avrebbe dovuto sapere a piccole dosi, per non alimentare un ego, sospettava la ragazza, grosso quanto la persona che ne faceva capo.
    A suggerirle le sproporzionate misure dell’altrui ego? La naturalezza di certi movimenti e l’assoluta audacia nel parlare agli altri come se non ci fosse niente e nessuno in grado di poter sminuire le proprie parole. Inoltre l’azzardato movimento di bacino che il ragazzo accompagnò alla propria risposta all’offerta di Fawn furono l’assoluta conferma di quello che pensava. «Ma devo ammettere che non sono affatto stupito, è così ovvio che tu sia una ballerina classica. Una bambolina che finisce a Corvonero ed è una ballerina da carillon. Un grande cliché.» Si finse offesa, come aveva fatto altre volte, come faceva spesso quando doveva suscitare negli altri un briciolo di senso di colpa. Ma le sue parole erano quanto mai vere, benché il tono scherzoso e l’espressione del ragazzo volessero evidenziare un pensiero assolutamente diverso. Eppure Fawn rimaneva un cliché, con tutti i piccoli drammi e segreti che una ragazzina all’apparenza perfetta come lei doveva avere. Un cliché circondata da cliché che vive la sua vita perfetta come un vero e proprio cliché. Anche il più assurdo dei deragliamenti che la sua giovane vita aveva preso si era rivelata il luogo comune dei luoghi comuni. Sorrise appena e poi si lasciò sfuggire un finissimo sospiro. « E pensa che dovrò convivere con questi cliché per tutta la vita. » Divertita, lasciò che la mano poggiata sul ginocchio del ragazzo per mantenere l’equilibrio, affondasse appena, abbracciando lo sguardo di lui come per chiedergli il permesso, ostentando sempre quell’innocenza che sembrava essere diventata ormai un marchio di fabbrica, una maschera comoda da indossare.
    «Okay. Questa è la mia scopa. Esatto, è proprio lei.» si ritrovò poco dopo nuovamente in piedi al fianco di un Sam che sembrava in uno stato di apprensione nel presentarle il suo manico di scopa. WOW sillabò la ragazza simulando grande meraviglia. Un manico di scopa era sempre stato solo un manico di scopa, perciò non riusciva pienamente a comprendere il tono del ragazzo e la sua espressione a metà fra l’orgoglioso e l’addolorato «Dal momento che preferirei non essere sbattuto in prima pagina per aver ammazzato l'astro nascente del Quidditch avrai l'onore di cavalcare la mia fidata. E posso assicurarti che è una gran cosa per entrambi. E' la prima volta che verrà usata da una persona che non sono io. » Apprezzò, in segreto, la totale dedizione del ragazzo, l’attaccamento ad un oggetto poteva sembrare stupido, ma lei era pur sempre cresciuta in una società assolutamente materiale, in cui più si possiede e meglio si sta, la sua famiglia ne era l’esempio lampante. Tutto era dato sempre per scontato, ma l’attaccamento affettivo ad un oggetto del genere in fondo non era la stessa cosa, era piuttosto qualcosa di più profondo, perciò si sentì veramente onorata. «E questo è un avvertimento. O forse una minaccia su quello che potrei farti, in caso di danneggiamento.» Storse il naso, incuriosita mentre tese le braccia magre verso il ragazzo per prendere in custodia il prezioso mazzo di scopa. « Sarò responsabile.» disse, tenendo il manico di scopa come fosse una preziosa ceramica cinese che mai andrebbe fatta cadere. « e non perché lei tue minacce mi intimoriscono » Piuttosto, mi incuriosiscono pensò fra se e se .
    «Come forse già saprai, non c'è bisogno di un allenamento vero e proprio. E' indicato un po' di stretching, qualsiasi tipo di stretching...» Seguì con lo sguardo il ragazzo
    IoNfUZa
    mettersi di fianco a lei. « Sono una maga dello stretching » disse lei, aggiustandosi la gonna e mimando qualche strano esercizio di riscaldamento, attenta a non scoprirsi mai troppo.
    «Ma non ci stiamo preparando per una partita importante, quindi andrà benissimo partire dalle basi.» Lo vide mettersi la scopa fra le gambe e lo imitò, come un bambino imita il proprio genitore o l’allievo imita il maestro. «Ora, non basterà altro che darti una piccola spinta con i piedi e il gioco è fatto. Volerai senza problemi.» Lo vide prima sollevarsi appena e poi con la maestria di un esperto, tornare a terra in pochi secondi, come se quella scopa non fosse altro che l’estensione del suo corpo, talmente in sintonia con i suoi gesti da risultare di una naturalezza disarmante. Quasi facile. Non era la prima volta che Fawn provava a salire a cavallo di una scopa, ricordò la ragazza mentre con le mani sottili stringeva il manico legnoso. Ma tutte le volte che ci aveva provato non era mai andata a buon fine. La colpa era stata sua quanto quella del suo istruttore e quanto delle circostanze. La sua ansia aveva avuto la meglio, ma Sebastian, che si era offerto di insegnarle le basi di quello sport tanto amato dalla comunità magica, non era stato d’aiuto nel rilassare i suoi nervi già eccessivamente tesi. Attenta a questo, non fare quello. Le era sembrato di tornare alle prime lezioni di danza classica quando la sua insegnante la costringeva e tenere la stessa posizione per intere ore fino a farle dolore le gambe. Sam accorse subito in suoi aiuto per migliorare il suo primo approccio. Se lo ritrovò alle spalle ad un palmo dalle proprie. Le stesse mani che prima l’avevano aiutata ad alzarsi ora le sistemavano la presa sul manico, poi si spostavano lungo i fianchi e poi dietro la schiena, cercando di farla stare un più dritta. «Non spostarle mai da così e reggiti forte per non cadere.Non voglio la morte della sorella di Vanderbilt sulla coscienza, come abbiamo già appurato..» La ragazza si voltò appena per vederlo sorridere e istintivamente inarcò il sopracciglio. « Quindi non vuoi che cada solo perché sono la sorella di Sebastian?» domandò sorridendogli. Lasciò cadere il proprio sguardo verso il basso, risalendo lentamente verso il suo viso per incontrare gli occhi verdi azzurri che sapeva la stavano ancora guardando. « O perché poi non potresti approfondire la mia conoscenza? » lo disse quasi ridendo, voltandosi di nuovo verso il manico e serrando bene le mani attorno al legno levigato. Girò appena la testa per guardarlo di nuovo, poggiandosi il mento sulla spalla. « Vuoi spostarti o hai intenzione di rendere le cose più complicate rimanendo qui dietro?» Si inumidì le labbra e poi sfoggiò un sorriso sincero e divertito. «Giuro solennemente di non fare il minimo graffio al tuo manico di scopa, puoi fidarti di me» lanciandogli un'occhiata sincera con i suoi grossi occhi da cerbiatta.

    Edited by conundrüm - 4/9/2017, 22:56
     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    776
    Reputation
    0
    Location
    Durmstrang

    Status
    Anonymes!
    «Oh Scamander se avessi pensato a te tanto intensamente te ne saresti accorto» Assottiglia lo sguardo, mentre la sente dire certe cose. Osserva la sua occhiata che lascia poco all'immaginazione e si sente quasi lusingato da essa, tanto da costringerlo a sorridere, scrollando il capo e guardare altrove. La bambolina sa giocare. Sa difendersi ma soprattutto sa come sferrare un attacco. «Vorrà dire che avrò a breve le orecchie pieni di fischi. Per colpa tua.» Lascia volteggiare quella delirante sicurezza tra di loro. Perché per quanto sia soltanto un desiderio quello di vorticare insistentemente tra i suoi pensieri, è quasi certo che diventerà una cosa certa, da lì a breve. Sam, per quanto non si applichi a scuola, sa fare una cosa, molto ma molto bene: capire i segnali del gentil sesso. Li sa captare, li sa decifrare e riesce anche a risponder loro con altrettanta sicurezza. E la biondina che ha di fronte, la dolce Fawn Vanderbilt, gli lancia segnali su segnali, fin dal loro primo incontro. « E pensa che dovrò convivere con questi cliché per tutta la vita. » Sta per risponderle, quando lei affonda le sue dita affusolate nella sua carne. I loro sguardi si incontrano e per un attimo Sam si domanda se non sia quello il momento per fare un passo in avanti. Per mostrarle quell'ulteriore interesse. Ma no, decide che non lo è, non è quello giusto. Non ancora. «Che vuoi farci? E' la dura vita di incarna alla perfezione uno stereotipo. Te sarai sempre la graziosa ballerina da carillon e io sarò sempre il bello inarrivabile. Dobbiamo farci carico di questi pesi e provare ad andare avanti...- le scocca un'occhiata prima di proseguire - magari potremmo anche scoprire di avere qualcosa in comune da far fruttare. Chissà.» Sciabola le sopracciglia verso l'alto, per sottintendere tutto e niente di quella frase pacata e ambigua allo stesso tempo.
    tumblr_inline_ok7c3dA7Qt1qlt39u_250
    In pochi minuti, si passa dalla frivolezza di quella danza del corteggiamento, alla serietà dell'attività pratica. Perché quando si parla di Quidditch, Sam Scamander diventa serio. Anche se lo sta spiegando ad una ragazza che ne sa poco o nulla. Anche se non è un allenamento ufficiale, ma un semplice appuntamento, celato sotto le spoglie di una lezione privata. In effetti, al di là delle volte che si è allenato al campo con Tris o Malia, quella è la prima volta che spiega per filo e per segno le basi di quel gioco ad una ragazza. Le sue amiche di certo non avevano bisogno di spiegazioni, visti i loro ruoli nella squadra Grifondoro e per la prima volta, si sente indispensabile. Per una volta è lui il secchione a cui le persone vanno a chiedere aiuto. Per una volta è lui il Corvonero della situazione perché gioca nel suo territorio. Suo padre dovrebbe essere fiero di lui, dopotutto. Ha trovato la sua strada, senza nemmeno saperlo. « Sarò responsabile. E non perché lei tue minacce mi intimoriscono» Inclina la testa di lato, come a voler suggerire un non detto touché. «Sempre meno Corvonero, noto con estremo piacere.» E non le sta dando di certo della stupida, che non sta usando il suo cervello, ma piuttosto della coraggiosa nel non avere paura delle possibili ripercussioni se alla sua piccola verrà fatto del male. « Sono una maga dello stretching » Accenna una risata, mentre le si posiziona vicino, con la propria scopa ben stretta tra le dita. «Dovremmo proprio aggiornarci sulle tecniche che usiamo per riscaldarci. Mettere in tavola le nostre carte, discuterne e forse potrebbe venir fuori anche qualcosa d'interessante.» Lascia cadere il discorso, mentre cerca di risistemarle la postura, affinché non faccia la fine di Dean, durante la loro ultima partita assieme: volo a corpo morto da un'altezza considerevole con conseguente caduta a terra, supino, con le braccia e le gambe larghe come quando si fa l'angelo in mezzo alla neve d'estate. « Quindi non vuoi che cada solo perché sono la sorella di Sebastian?» La lascia giocare. Si lascia guardare, seguendo il suo sguardo, dal basso fino a quando non coincide nuovamente con il suo. A quel punto le labbra si piegano agli angoli, rivelando un'espressione che del bravo ragazzo ha davvero poco. « O perché poi non potresti approfondire la mia conoscenza? » Altro punto per la sempre più modesta Corvonero. Sono molti i pensieri decisamente poco eleganti che gli affollano la mente, mentre cerca di darsi un contegno, giusto perché stanno parlando di Quidditch e si trovano entrambi a cavalcioni della sua scopa. «Sono certo che tu sappia già la risposta da sola in quella testolina dagli ingranaggi fin troppo veloci. E io non ti darò di certo la soddisfazione di bearti nel sentirmela esporre ad alta voce.» Alza un sopracciglio, divertito, mentre si stacca leggermente da lei, dopo aver controllato per l'ultima volta il suo approccio alla materia. Vuoi spostarti o hai intenzione di rendere le cose più complicate rimanendo qui dietro?» Alza le mani, a mo' di resa e sguscia via, tornando a recuperare quella sottospecie di scopa che gli è capitata in sorte. «Non pensavo fossi così impaziente di cominciare - dice, mentre si posiziona sopra il suo manico. Si dà una leggera spinta con i piedi e si alza di qualche centimetro da terra, con naturalezza. - o di starmi lontana.» Le fa l'occhiolino, arricciando le labbra in una smorfia quasi dispiaciuta, prima di salire di qualche altro centimetro. «Ma va bene così. Ogni tuo desiderio è un ordine. Basta chiacchiere, basta sguardi allusivi e basta sorrisetti. Testiamo le tue capacità fisiche ora.» Indirizza il manico di scopa verso i tre anelli a nord. «Tutto quello che devi fare è partire da quegli anelli - le indica le porte a sud. - per arrivare a quelli laggiù.» L'indice si sposta ad indicare gli anelli opposti. «Io ti aspetto laggiù.» E detto questo sfreccia verso il lato nord, lasciandola in balia di se stessa. «Non farti prendere dall'ansia. Rimani nella posizione che ti ho detto e vedrai che la scopa seguirà il tuo volere. E' molto fedele al giudizio di chi la cavalca» le urla una volta presa la sua posizione. Le indirizza un sorriso confortante, abbastanza certo che non lo capterà mai, vista la lontananza. Ma tentar non nuoce.
     
    .
4 replies since 24/5/2017, 21:48   208 views
  Share  
.