i solemnly swear that i am up to no good

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    « Sai tutto sommato il campeggio non è stato male, non capisco perchè tu te ne sia voluto andare. Tu, Malia, Olympia e Maelys, voglio dire. Che avete fatto, una roba a quattro? Eh no Rudy cazzo, due sono tue cugine. E una è la mia migliore amica. Per Merlino non puoi vederle le tette prima che lo faccio io! Okay sì siamo cugini ma sulle tette non si scherza, pure Albie lo dice. » Sta parlando da ore ormai. Fred parla sempre da ore. A volte parla così tanto che non si accorge nemmeno, alla fine, di esser rimasto solo. Ma quando lo fa, continua a parlare comunque. « Va beh, comunque ti perdono. Stavo dicendo..Il campo è stato abbastanza carino. Ragazze, ragazze su ragazze. E alcool, alcool su alcool. Ho dei video di Albus che non puoi capire. » Sorride al pensiero. Sì, quella era stata un'estate piacevole. A parte ciò che era successo sul finire, quella che si prospettava essere la peggiore vacanza di sempre, non si era rivelata tale. Strano a dirsi e ancora più strano da credere, ma era andata così. Si era divertito in quei giorni, e ad esser sincero l'isola gli mancava un po'. Quella stessa isola in cui aveva messo piede il primo giorno con un broncio così grande da coprirgli l'intero viso, ma dettagli. Eddyking non gli piaceva. E così come non gli piaceva lui, non gli piacevano le sue decisioni. Il campo gli era sembrata una prigione travestita da vacanza. Fatta coi fiocchi, per questo tanto di cappello, ma non cambiava comunque le cose. Il fatto che Rudy, Olympia e Malia se la fossero scampata, poi, non aveva certo migliorato il suo umore iniziale. Questa a Malia l'avrebbe rinfacciata per un bel po'. Non passava giorno in cui Freds non pensava a quanto questa cosa sarebbe stata meglio con Malia. Tipo riempire la mano di panna ad Albus e pizzicargli il naso, roba vecchia scuola, o scommettere una sbronza con un bagno nudi al laghetto. Ah quello sì che sarebbe stato meglio con Malia, perdonaci Albus. « E niente..Tu invece cosa hai fatto? ..Rudy? » E a proposito di parlare da solo, cosa dicevamo? Si guarda attorno, cercando il cugino inutilmente. Niente. E' solo, completamente solo in quella camera. E annoiato, completamente annoiato. Quelle segrete fanno schifo. Non basta mettere qualche quadro qua e là e qualche piantina grassa per rendere delle prigioni meno prigioni. Eddyking avrebbe potuto sforzarsi di più, l'aveva sempre pensato. Un biliardo di qua, una macchinetta di dolci di là..Un televisorino al plasma attaccato al muro e passa la paura. E invece niente. Niente di niente e lui continua ad essere lì, da solo. Le gambe incrociate e lo sguardo rivolto verso quel libro che ormai conosce a memoria. Il quidditch attraverso i secoli, a cura di Kennilworthy Whisp. Che poi che cazzo di nome era Kennikdmkjm? Non lo sapeva, però il libro era bello. Gliel'avevano regalato alcuni compagni di squadra durante il suo ricovero in ospedale. Era certo ci fosse lo zampino di Malia poi, in quella dedica in prima pagina che lo esortava tanto dolcemente a muoversi ad alzare le chiappe da quel letto e tornare a giocare. Fred però, a giocare, non c'era più tornato. I dottori glielo avevano sconsigliato sin dal primo momento. La sua schiena era ancora troppo debole per tornare a montare una scopa, e se fosse incappato in un altro incidente, questa volta non sarebbe potuto tornare a camminare tanto facilmente. Così erano passati giorni, e poi settimane, e poi ancora mesi in cui Freddie, l'iperattivo Freddie, era rimasto rintanato in quella dannata stanza d'ospedale, paralizzato dalla vita in giù. I suoi amici lo avevano riempito di lettere alle quali aveva risposto con leggerezza. Ai "torna presto" aveva risposto "ci puoi contare", e mai bugia era stata più grande. Era sempre stato un ottimo bugiardo, Freds, ma quella volta era una leggera quanto debole vena di speranza a nascondersi dietro quelle parole trascritte con quella sua solita calligrafia disordinata ed a tratti incomprensibile. Speranza che non aveva tardato a morire quando, finalmente tornato in piedi con l'ausilio di tutte quelle dannate medicine, Angelina Johnson gli aveva fatto promettere che non avrebbe fatto pazzie. Sua madre era rimasta accanto a lui per tutto il tempo. Non l'aveva mai vista così, con gli occhi perennemente gonfi e l'espressione di chi sa cosa vuol dire perdere qualcosa. E così Fred aveva promesso. Ma sapete cosa? Il rosso era un tipo furbo. ..Okay, non sembra, ma lo è sul serio. Aveva promesso di non fare pazzie, è vero, ma non aveva specificato quando. Chissà, forse un giorno di pazzie non ne avrebbe fatte davvero. Ma non era questo il giorno. E proprio perchè non è questo il giorno, eccolo che balza giù dal letto.
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    "Campo di Quidditch, ore 6 p.m.
    Sii puntuale perchè poi sennò mi metto a piangere.
    Attenta al gufo, non morde.
    LECCA.
    Il che è ancora peggio.
    Freddie"


    Non metteva piede in quel campo da troppo tempo. Dopo l'incidente l'aveva quasi completamente abbandonato. Tante erano le volte in cui i suoi amici avevano provato a convincerlo a tornare, ma Weasley, testardo come un mulo, aveva sempre ignorato la questione. Si era limitato in tutto quel tempo a guardare dagli spalti qualche allenamento o qualche partita, ad agitare la bandierina dei Grifondoro e gridare a squarciagola il nome dei suoi ex compagni, ma niente di più. Quella era una cosa che lo rendeva infinitamente triste, e Fred Weasley odiava esser triste. La morte di Abigail l'aveva risvegliato. Gli aveva fatto capire che la vita non durava per sempre, e che andava sfruttata, giorno dopo giorno. Quindi eccolo lì, le braccia incrociate ed il regale culo poggiato ad uno degli spalti, ad aspettarla. Malia Stone, la persona che più di tutte aveva provato a convincerlo. Quell'Estate non l'aveva vista, e nonostante non lo avrebbe ammesso mai -no okay, l'avrebbe ammesso- gli era mancata. Aveva tante di quelle domande da farle, tante di quelle cose da raccontarle, che se avesse ritardato anche soltanto un minuto sarebbe andato lui personalmente a prenderla. Che poi, ad onor del vero, loro poveracci vivevano tutti sotto lo stesso tetto, quindi avrebbe potuto semplicemente dirglielo a voce di incontrarsi ed andarla a prendere. Ma hey, dov'è l'enfasi, in questo modo? Bisogna essere un po' teatrali nella vita, è questo il trucco.« Ah cavolo finalmente! » Annuncia non appena la vede arrivare. La solita Malia di sempre, con quei capelli corvini ad incorniciarle il bel viso e quel sorriso a piegarle le labbra carnose. Ha sempre pensato che Malia avesse delle belle labbra. ..E diamine perchè lo sta pensando? « Pensavo mi avresti friendzonato. Che poi come faresti a friendzonarmi se siamo già amici? Boh non lo so, comunque hey, ciao! » Classico saluto alla Freddie Weasley: pieno di stronzate. Le cinge un braccio attorno alla vita per stringerla a sè in un gesto affettuoso per qualche istante, prima di tornare al proprio posto. Non è la prima volta che la rivede da quando sono tornati a scuola, ma non è ancora riuscito ad abbracciarla come si deve. E questo è un male. « Hai letto la lettera? ..Beh sì che l'hai letta, altrimenti non saresti quì. Tranne se non sei una veggente...Cavolo se lo fossi potrei sfruttarti un sacco! » Hai finito con le cazzate? « Va beh, comunque, ciancio alle bande, ti ho chiamata perchè...Voglio tornare. Voglio anche farti una predica per avermi abbandonato da solo al campo, ma quella me la tengo per dopo. » Si finge offeso per qualche istante, prima di indietreggiare di qualche passo per avvicinarsi alle due scope sapientemente prese in prestito (e cioè rubate) dal magazzino. « E sì insomma ho bisogno di una rispolverata e chi meglio di Malia Stone? » Le sorride, prima di calare lo sguardo verso la sua nimbus. Protrae una mano verso quest'ultima « Su! » incitandola ad obbedirgli. Ma la scopa rimane ferma, appena tremolante. « O andiamo non prendermi per il culo, su! » Niente, iniziamo bene. « Su, brutta stronz- Mai fare arrabbiare una nimbus, questo l'aveva dimenticato. La scopa si alza all'improvviso, andandogli a sbattere dritta contro...-D'OH! » Beh, i suoi gioielli di famiglia. Si para entrambe le mani sul cavallo dei pantaloni, accasciandosi vergognosamente. « Ok, ok...nel frattempo che io muoio, tu pensa a cosa possiamo fare... » Si butta di schiena per terra, a pancia in su. Ah Freds...e non hai neanche cominciato.
     
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    Campo di Quidditch, ore 6 p.m.
    Sii puntuale perchè poi sennò mi metto a piangere.
    Attenta al gufo, non morde.
    LECCA.
    Il che è ancora peggio.
    Freddie


    Quel biglietto l'ha fatta sorridere. Probabilmente è stato il primo, vero, sorriso da quando è arrivata a Hogwarts, ma d'altra parte poche sono state le occasioni. Per quanto possa essere stata contenta di aver rivisto i propri amici, una volta tornata al castello la sua attività preferita è stata quella di nascondersi sotto le coperte del proprio letto brandina e far finta di non esistere più, nel pieno della depressione più totale. Un atteggiamento decisamente poco da Malia, è vero, ma questo è quello che succede se la prendi così tanto in contropiede. E lei fino a qualche giorno fa era certa di essere libera, che non avrebbe mai più rimesso piede a scuola, e invece le era stata tesa una trappola. Le piacerebbe raccontare di sé che ha già superato tutto, che stringe i denti ed è capace di adattarsi di fronte a qualunque cambio di programma - e probabilmente è quello che dirà in giro - ma in questi giorni è riuscita a trovare tempo soltanto per stare sotterrata tra le coperte a ripensare all'umiliazione subita a King's Cross, a tutti quegli occhi curiosi puntati su di lei mentre il padre la trasportava di peso, nonostante il suo continuo urlare e dimenarsi, sul treno fermo al binario nove e tre quarti. E quindi, da quando ha messo piede su quel treno, è rimasta in silenzio, annegando nella più totale solitudine, fatta eccezione per una chiacchierata avuta con Albus, in Guferia.
    Il gufo di Fred, seppure la faccia sorridere, non la entusiasma come dovrebbe, o, per lo meno, non come avrebbe fatto un paio di mesi prima. È perfino tentata di rispondergli e rifiutare l'offerta, troppo comoda in mezzo a quelle lenzuola leggere per vestirsi e raggiungere il Campo di Quidditch. Tutto quello che vorrebbe fare, quest'anno intero, è rimanere chiusa nella sua camera e lasciare che la vita vada avanti, là fuori, senza il suo apporto: sarebbe tutto molto meno frustrante, anziché dover sopportare tutte le angherie del preside sulla propria pelle. Però si tratta pur sempre di Malia, e lei non può davvero star ferma a tutti gli effetti. Quindi, esattamente alle cinque e cinquantanove del pomeriggio, decide di scostare le coperte dal letto e darsi una sistemata veloce: un paio di leggins comodi, una maglia larga ed è pronta.
    È un tantino in ritardo, e per questo da Fred si presenta con un sorriso di scuse, che presto si trasforma in un'espressione un po' interrogativa nel momento in cui nota due scope posate al muretto, appena sotto gli spalti della tifoseria. Fred non vola su una scopa ormai da un po' di tempo, dopo l'incidente dell'anno precedente, e tutti i medimaghi che l'avevano visitato avevano espresso il loro dissenso di fronte alla sua idea di riprendere a giocare a Quidditch. Mentre si avvicina di più, incuriosita, Malia sposta lo sguardo dalle scope al Grifondoro.
    « Ehilà! Scusa il ritardo, ma il mio letto era fin troppo comodo » gli sorride, sincera. Ecco un altro motivo per cui ha deciso di abbandonare la sua stanzetta nei sotterranei, questa sera, nonostante la depressione acuta per il ritorno ad Hogwarts: perché Freddie Weasley è una delle poche persone nella sua vita che riesce a metterle il buonumore in ogni situazione, qualunque sia il suo stato d'animo di partenza. E oggi aveva decisamente bisogno di un po' di buonumore.
    « Pensavo mi avresti friendzonato. Che poi come faresti a friendzonarmi se siamo già amici? Boh non lo so, comunque hey, ciao! » Ride, scuotendo la testa per la sua battuta insensata, e poi lascia che lui la stringa, cingendogli a sua volta la vita con le braccia. In questi giorni si sono visti troppo di sfuggita, senza avere l'opportunità di salutarsi come si deve. Malia appoggia una guancia al suo petto, chiude gli occhi per qualche istante, inspirando quel profumo tanto familiare, che ormai sa di casa, e si abbandona completamente in quell'abbraccio. Per un attimo lascia andare via tutte le tensioni, tutta la tristezza e la frustrazione che hanno caratterizzato queste sue ultime giornate. Fred le è mancato così tanto, in questi mesi. Lui, Olympia, Albus e gli altri sono l'unico motivo per cui in questi quattro giorni non ha già tentato di fare qualche follia, lì dentro. Sapere che avrà per lo meno modo di condividere quest'anno con loro, nonostante tutto, la rasserena come non mai. Quando l'abbraccio si scioglie fa qualche passo indietro, senza smettere di sorridergli.
    « Non potrei mai farlo, lo sai. Cioè, magari potrei fare una friendzone nella friendzone, sai, tipo Inception. In quel caso ti friend-friendzonerei. Ma con te non lo farei mai! » Il problema di Freddie e Malia, fondamentalmente, è che quando sono insieme hanno la capacità di legittimarsi a vicenda le cazzate che s'inventano, e forse per questo sono tanto micidiali come accoppiata. Perché nessuno dei due è la parte razionale del duo. Ma d'altra parte è anche questa la cosa bella che li caratterizza, che li rende sempre così pieni di vita e pronti a scherzare su tutto. « La verità è che ho visto il tuo invito scritto nelle stelle, Fred Weasley Jr. Tu non lo sai, ma io mi preparo per quest'incontro da mesi, ormai. » Ecco, appunto.
    « Va beh, comunque, ciancio alle bande, ti ho chiamata perchè...Voglio tornare. Voglio anche farti una predica per avermi abbandonato da solo al campo, ma quella me la tengo per dopo. » Malia fa per esultare alle sue parole, contenta per la sua decisione, ma la sua ultima frase la lascia per qualche istante a bocca aperta. Sa bene che l'amico sta scherzando, eppure non può ignorare quella battuta sul momento. Semplicemente perché è Malia, e l'ultima cosa che, nella vita, vorrebbe mai fare è proprio lasciare i suoi amici senza pensare a loro. Ma il contesto di giugno era diverso: c'era la folla, c'era rumore, una confusione generale che non permetteva di capire nulla, e a stento era riuscita a non perdere nessuno dei suoi effetti personali. Non c'era stato il tempo di valutare le proprie azioni, pensare ad una strategia o calcolare i propri movimenti; solo un momento irrisorio in cui compiere una decisione: dentro o fuori. E lei, ovviamente, aveva scelto fuori. Peccato che non sia servito a nulla, però.
    Sospira, abbassando leggermente il capo, fingendosi frustrata. « Non ti ho abbandonato, lo sai Freddie... Ti avrei portato sicuramente con me se solo avessi visto ad un palmo dal mio naso » ci tiene a precisare, guardando il rosso dal basso, mettendo su un finto broncio e degli occhi da cucciolo a suo parere irresistibili. « E poi ho sentito che ti sei divertito comunque al campo, no? Credimi se ti dico che Londra non è stata per niente divertente. Molto meglio così, davvero. »
    Decide di lasciarlo continuare, e lo guarda mentre si avvicina per recuperare le due scope, un sorriso sulle labbra che riesce a nascondere sempre di meno, perché ha già capito cosa voglia proporle - e istintivamente ringrazia se stessa per aver deciso di raggiungerlo, oggi. « E sì insomma ho bisogno di una rispolverata e chi meglio di Malia Stone?
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    »
    E lei non gli lascia quasi nemmeno il tempo di completare la frase che sta già saltellando sul posto, mentre batte le mani ripetutamente quasi come una forsennata.
    « Sì sì sì sì SÌ. Oddio Freddie mi è mancato un casino giocare con te. Ma sei sicuro di riuscire? Che non ti fai male? » chiede alla fine, una punta d'apprensione che però non riesce a smontare per nulla il suo entusiasmo. Non gioca a Quidditch da troppo tempo, non vola da troppo tempo, e questa è una delle poche cose che era certa le sarebbe mancata come l'aria, nel caso in cui non fosse tornata al castello.
    Lascia che il compagno disponga le due scope per terra, e lo osserva pazientemente tentare di tirare su una delle due. Incrocia le braccia al petto e deve sforzarsi di non ridere nel notare la lentezza che la scopa sta mettendoci nel raggiungerlo. Quando però il manico lo colpisce esattamente dove non batte il sole, la mora non può proprio più trattenersi, e scoppia in una delle sue risate rumorose, difficile da smettere. Ride talmente tanto che deve tenersi la pancia con entrambe le mani, e a un certo punto si ritrova pure ad asciugarsi delle lacrime dagli occhi, mentre il povero Fred se ne sta agonizzante a terra a morire dal dolore. « Non ci credo Freddie... Non ci credo... » dice ancora, in preda alle risate, mentre gli porge una mano per aiutarlo ad alzarsi. « Cioè, questa è tipo la prima lezione di volo del primo anno, prendere una scopa. Sei davvero ridotto così male? » ride ancora, mentre a lei basta un Su secco per impugnare la sua. Prende anche quella di lui, e gliela porge. Di certo non possono trascorrere tutto il pomeriggio a guardarlo prendersi dei manici di scopa sui gioielli (anche se, deve essere onesta con se stessa, a lei la visione non dispiacerebbe più di tanto). Si mette a cavalcioni sulla scopa, per poi sollevarsi a qualche metro da terra, in attesa che lui faccia lo stesso. « Facciamo un paio di giri di campo e poi magari prendiamo una pluffa per fare qualche tiro. Che ne pensi? » gli chiede, guardandolo dall'alto, un sorriso ancora divertito sulle labbra.
     
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    « Non potrei mai farlo, lo sai. Cioè, magari potrei fare una friendzone nella friendzone, sai, tipo Inception. In quel caso ti friend-friendzonerei. Ma con te non lo farei mai! » Se vi stavate ancora chiedendo -e se lo state facendo, siete proprio dei Corvonero incompresi- perchè Freds adorasse così tanto Malia, ecco spiegato il motivo. Si completano. L'hanno sempre fatto e probabilmente sempre lo faranno. Non nel senso romantico del termine, intendiamoci (seppur quì c'è qualcuno che non si lamentereb-), ma in un legame ancora più forte di qualsiasi accezione amorosa. Lì al castello ormai li conoscevano tutti. Dove c'era il duo Weasley-Stone, state pur certi che ci sarebbe stato di che ridere. A dirla tutta Fred non ricordava nemmeno quale fosse stato il loro primo incontro. Malia era entrata a far parte della sua vita in maniera così radicata che era come se la conoscesse da sempre. Ride dunque alle sue parole, Freds, come sempre d'altra parte. E' fatta così, l'amica, seppur far ridere uno come Weasley non sia un'impresa tanto ardua, Malia ci riesce meglio di chiunque altro. E' per questo che si appresta a stringerla a sè, sorridendo non appena lei poggia il capo sul suo petto. « La verità è che ho visto il tuo invito scritto nelle stelle, Fred Weasley Jr. Tu non lo sai, ma io mi preparo per quest'incontro da mesi, ormai. » Si poggia una mano sul petto con fare teatrale, proferendo l'espressione più sconvolta che abbia in repertorio. « Mamma mia, ma queste cose che mi dici così senza preavviso? Prima il "non ti friend-friendzonerò mai", poi il nostro invito scritto nelle stelle. Mi vuoi far innamorare Stone? » La punzecchia in un botta e risposta tipico. Sono fatti così Fred e Malia, non vi è mai stata la parte razionale tra i due. Un'esplosione di energia, energia anche un po' idiota alle volte ma pur sempre energia, ecco cosa sono. La vede calare lo sguardo al sentire nominare il campo estivo, e piega appena la testa di lato per poterla osservare bene. Sembra frustata. In realtà non si è mai nemmeno chiesto perchè Malia avesse deciso di andarsene, quell'estate. L'attacco a King's Cross, in fin dei conti, li aveva destabilizzati un po' tutti. Fortunatamente nessuno delle persone che conosceva era rimasto ferito, ma ciò nonostante aveva compromesso le cose comunque. Disgregandoli. La possibilità di scappare si era palesata anche di fronte ai suoi occhi, quel giorno. Lo ricordava ancora fin troppo bene. Non si era lasciato prendere dal panico, tirando a sè sua sorella e chiunque si trovasse sotto mano per sfuggire dalla coltre di fumo e detriti che si era creata. In una situazione del genere, scappare sarebbe stata la scelta migliore. Ma sapete una cosa? Fred è un eroe. Forse non è ancora forte abbastanza per esser definito effettivamente tale, ma ce l'ha nel sangue. Anche solo una piccola traccia di ciò che era stato suo padre, morto durante la prima battaglia di Hogwarts, scorreva nelle sue vene, e questo faceva di lui ciò che era. Fuggire e salvarsi era la soluzione più adatta, è vero, ma non la riteneva quella più giusta. Il suo pensiero era stato o tutti o nessuno. E sapendo che non sarebbe riuscito a trascinarsi dietro tutti coloro a cui teneva, aveva deciso di restare. Per Albus, per Hugo, per Roxanne, per Betty..E anche un po' per Malia. Perchè in fondo “Deve sempre esserci uno Stark a Grande Inverno” ..No okay, detto sbagliato, ma insomma, deve sempre rimanerci qualche malandrino ad Hogwarts. « Non ti ho abbandonato, lo sai Freddie... Ti avrei portato sicuramente con me se solo avessi visto ad un palmo dal mio naso. E poi ho sentito che ti sei divertito comunque al campo, no? Credimi se ti dico che Londra non è stata per niente divertente. Molto meglio così, davvero.» La guarda inarcando un sopracciglio, prima di venire completamente annientato dalla letale combinazione di occhi da cucciolo e broncio. Ah Malia, Malia, tu sì che ci sai fare. Scuote la testa rassegnato dinnanzi a cotanta maestria nell'arte della manipolazione, ridacchiando. « Lo sguardo da cucciola non vale, però vabene. Perdonata. Cioè ti avevo perdonata già prima, ma ti perdono doppiamente. L'importante è che non mi dici che in quest'estate ne hai approfittato per recuperare i compiti che sennò lì sì che mi arrabbio sul serio. » Si sforza di proferire l'espressione più minacciosa di sempre -con scarsi risultati- prima di posizionare le scope sul prato. Decide di non ribattere sull'essersi divertito o meno al campo. Non ha idea di quanto ne sappia Malia del suicidio di Abigail, seppur la sua morte sia ancora in prima pagina sulla gazzetta del profeta, ma non vuole parlarne. Non adesso per lo meno. Non si vedono da troppo tempo, e rovinare il momento con un argomento del genere non gli pare il caso. Per fortuna Malia lo distrae, non appena la vede saltellare battendo le mani. Scoppia a ridere, poggiandosi una mano sulla pancia. Per tanto tempo l'amica aveva provato a convincerlo a tornare. Erano state tante quelle volte in cui Fred aveva cambiato apertamente discorso per evitare di ribatterle con un no secco. Quello era un argomento che aveva fatto male. Tornare a giocare era la cosa che più desiderava, ma la paura di non farcela, di dover tornare in quella dannata stanza d'ospedale collegato a tutte quelle macchine lo aveva bloccato. Almeno fino ad oggi. « Sì sì sì sì SÌ. Oddio Freddie mi è mancato un casino giocare con te. Ma sei sicuro di riuscire? Che non ti fai male? » Annuisce, stringendosi nelle spalle. Non è sicuro per niente, ma questo Malia non deve necessariamente saperlo. E' mancato tanto anche a lui giocare con lei. Tante, troppe volte si era seduto sugli spalti accontentandosi di guardarla da lontano sfrecciare su quella scopa e fare il culo a chiunque. Nonostante si fosse sempre vantato di esser più bravo, sapeva quanto la Stone lo superasse. Lei era nata per il Quidditch. Lo si vedeva dal modo in cui fendeva l'aria con il suo manico di scopa, e la grinta che ci metteva ad ogni partita. « Sì mamma sono sicuro. » Ridacchia, prendendola in giro per tutte quelle domande. « E' mancato tanto anche a me...- Momento romantico -Farti mangiare la mia polvere. » Come non detto.

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    Le risate di Malia accompagnano tutta la sua lenta agonia, mentre continua a dondolarsi su sè stesso accasciato sul prato. « Non ci credo Freddie... Non ci credo... Cioè, questa è tipo la prima lezione di volo del primo anno, prendere una scopa. Sei davvero ridotto così male? » Riesce a rialzarsi con l'aiuto dell'amica, ma gli ci vuole qualche altro minuto ancora prima di riuscire a mettersi in posizione eretta. E anche oggi si possono avere dei figli domani. Non che la famiglia dei Weasley abbia bisogno di nuovi componenti, è vero, ma...« Evidentemente...E ora non sono più tanto sicuro di poterci ancora montare sulla scopa, sai com'è » Si lamenta, mentre osserva impotente -e anche abbastanza invidiosetto- l'amica impugnare la scopa a primo colpo. Gli porge anche la sua, e nonostante quella sia una gran bella batosta per il suo orgoglio, si appresta a montarvi sopra a sua volta. Insomma, quando rischi di perdere i gioielli di famiglia un po' dell'orgoglio te ne freghi. La vede alzarsi di quota e ridacchia, prima di fare lo stesso. La scopa traballa un po', e Freddie ha bisogno di serrare le gambe e stringere forte il manico con le mani per riacquistare equilibrio. « Facciamo un paio di giri di campo e poi magari prendiamo una pluffa per fare qualche tiro. Che ne pensi? » La raggiunge annuendo, e senza dire nulla la supera salendo di quota sempre di più, calando lo sguardo verso di lei. « Ne penso che così è noioso. Facciamo che chi finisce prima questi due giri di campo vince. Se vinco io appena finito l'allenamento ci facciamo un bagno al Lago Nero, chiaramente senza vestiti. Reggiseno e slip te li concedo. Se vinci tu...Beh cosa scegli? » Sale ancora di più, facendole la linguaccia. « Ma ti conviene sbrigarti se vuoi vincere! Inizia a sistemarti il reggiseno cara! » Ed eccolo che sfreccia. Sempre molto corretto questo Weasley.
     
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    Con Malia e Fred è sempre così: a loro basta guardarsi negli occhi un istante, in qualunque momento, per poter leggere uno nei pensieri dell'altra. Si tratta di una di quelle connessioni misteriose, quasi enigmatiche, probabilmente nata dalla somiglianza di carattere. Il Grifondoro è in tutto e per tutto la controparte maschile della ragazza - possiede lo stesso modo di pensare, gli stessi gusti e perfino le stesse battute squallide che cerca di propinare ai compagni in tutte le salse. Oltre all'affinità caratteriale, c'è da aggiungere che i due hanno alle spalle anni di amicizia fatta di scorribande notturne per i corridoi del castello, partite di Quidditch clandestine fatte nella Stanza delle Necessità, quando fuori faceva troppo freddo per allenarsi al campo, e festini alcolici organizzati alla torre di Grifondoro da fare invidia ai party più in voga di Las Vegas. Insieme sono sempre stati un'accoppiata atomica, una di quelle che tutti gli insegnanti erano costretti a separare in due banchi ben lontani durante le lezioni, onde evitare che troppo chiasso li disturbasse.
    « Mi vuoi far innamorare Stone? » gli sorride, divertita, prima di dargli una leggera gomitata al braccio. Poi all'improvviso assume un'espressione incredibilmente seria, degna delle migliori attrici di Hollywood.
    « Accidenti, hai scoperto il mio piano. Fred Weasley, sono perdutamente innamorata di te ormai da cinque anni. » Dal basso, lo guarda fisso negli occhi per un paio di secondi, serissima, prima di scoppiare a ridere sonoramente. Presto però si ritrova a mordersi la lingua, per impedire a se stessa di andare avanti. Spero tanto che Abigail non se la prenda troppo, stava per aggiungere con fare ironico, d'istinto, ma fortunatamente ha fatto in tempo a bloccarsi - e ad evitare quella che sarebbe stata la più colossale figura di merda della sua vita. Una semplice gaffe dettata dall'abitudine, certo, ma che se fosse uscita dalla sua bocca le avrebbe fatto venir voglia di sotterrarsi almeno tre metri sotto il suolo. È che non ci ha fatto ancora l'abitudine, a questa cosa: fino a tre mesi fa Abigail Green se ne andava in giro per Hogwarts come nulla fosse, serena, sorridente, mano nella mano con Fred, e poi... e poi all'improvviso più niente. Non l'ha mai conosciuta davvero, Malia, ma le era sempre sembrata una ragazza abbastanza tranquilla, per i suoi standard. Non le era mai davvero andata a genio, è vero (ma d'altronde, a dover essere sinceri, nessuna delle ragazze di Fred le è mai andata a genio), ma in fin dei conti ha sempre pensato che, tutto sommato, fosse una brava ragazza. Mai l'avrebbe resa capace di un atto del genere. E quando, per la prima volta quell'estate, aveva visto quell'articolo sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta, non aveva saputo come reagire. Avrebbe voluto mandare una lettera a Fred, ma gli era sembrato fuori luogo - e poi, cosa diavolo avrebbe dovuto scriverci, oltre che "Mi dispiace"? Era ovvio che le dispiaceva. Aveva dunque deciso di temporeggiare, di aspettare il momento giusto per parlarne, e adesso, che finalmente si trova sola con lui a tu per tu, capisce che forse di momenti giusti per cose così dolorose non ne esistono proprio. E lei con le parole non ci ha mai saputo fare davvero, ha sempre lasciato che fossero le sue azioni a parlare per lei. Quando non sa cosa dire, o si trova di fronte ad un problema che non sa come affrontare, semplicemente decide di ignorarlo, e rimandarlo all'infinito, proprio come sta accadendo adesso con Abigail. Se non ne parla non è successo nulla. E loro stanno ridendo e scherzando come se nulla fosse, quindi magari non è obbligatorio toccare quel tasto dolente.
    « Ma mi hai vista? Figurati se mi metto a recuperare i compiti io, d'estate... Onestamente non so più nemmeno come si tiene un libro in mano » gli risponde divertita, mentre sta osservando le sue varie prove di tirar su la scopa dal terreno. In realtà, a essere proprio del tutto onesti, la sua intenzione era quella di non dover più toccare un libro per il resto della sua vita, ma evidentemente il fato aveva per lei altri programmi. A volte ci pensa, a tutte queste robe: al destino e a quelle cose che stanno scritte in cielo, chissà, da qualche parte. Sì, insomma, tutta quella roba che dice la Branwell a lezione. Ha cominciato a rivalutare quella materia da quando ha scoperto la verità su Sam - e ha constatato che le sfere di cristallo non mostrano menzogne. Magari un fondo di verità c'è davvero; magari è finita per tornare ad Hogwarts perché doveva farlo, perché quest'anno di insegnamenti potrebbe risultare importante per il suo percorso di vita e- cazzate. Ci prova davvero, a raccontarsi questa roba, per star meglio con se stessa e vivere in modo più sereno questo anno nuovo, ma è tutto estremamente inutile.
    Una volta superato il piccolo incidente di percorso, resta a guardare Fred mentre si alza all'impiedi, ancora incapace di mantenere una faccia del tutto seria al pensiero della scena alla quale ha appena assistito. « Evidentemente...E ora non sono più tanto sicuro di poterci ancora montare sulla scopa, sai com'è » Sbuffa in una risata divertita, mentre lo guarda ancora piegato in due. Quanto sono tragici, gli uomini, pensa tra sé e sé.
    « Andiamo Weasley, e tu dovresti farmi mangiare la polvere? Smettila di fare il drammatico e mettiti a posto che non ti sei fatto niente! » rotea gli occhi al cielo nel rifilargli un pugnetto sulla spalla, a mo' d'incoraggiamento (e sì, un po' anche per prenderlo per il culo). Per carità, è consapevole del fatto che un impatto del genere per un uomo sia decisamente doloroso, ma al contempo la diverte approfittare della cosa e riderci su.
    Una volta libratasi in aria, aspetta che il suo amico la raggiunga per fare la sua proposta. Le sembra una buona idea di allenamento ma, come sempre, Fred ha qualcosa da ridire, o meglio, qualche elemento da aggiungere. « Ne penso che così è noioso. Facciamo che chi finisce prima questi due giri di campo vince. Se vinco io appena finito l'allenamento ci facciamo un bagno al Lago Nero, chiaramente senza vestiti. Reggiseno e slip te li concedo. Se vinci tu...Beh cosa scegli? » Le labbra di Malia si distendono in un mezzo sorriso. In fin dei conti non sarebbe stato Fred, se non avesse cercato un modo per rendere divertente e più competitivo il loro pomeriggio.
    Ovviamente, la mora non ci pensa due volte prima di rispondere con un cenno d'assenso. « Ci sto. Ma se vinco io mi fai tutti i compiti per le prime due settimane di scuola. E voglio almeno una E da tutte le parti, ti avverto! » ci tiene a precisare, irrigidendo di più le gambe in modo da rimanere in equilibrio senza l'aiuto delle gambe, così da permetterle di cominciare a raccogliersi i capelli.
    « Ma ti conviene sbrigarti se vuoi vincere! Inizia a sistemarti il reggiseno cara! »
    « Okay aspetta un attimo che st- »
    Ma Fred non aspetta, e lei avrebbe dovuto immaginarselo. Il Grifondoro parte veloce come un bolide lasciando dietro di sé solo una scia di vento che colpisce Malia, scompigliandole i capelli. Senza indugiare oltre, lascia cadere l'elastico che aveva tra le mani e impugna saldamente il manico, prima di partire alla rincorsa. Vorrebbe urlare qualcosa al compagno, ad esempio un INFAME! a squarciagola, ma è troppo concentrata nel mantenere una posizione più aerodinamica possibile, così da aumentare la propria velocità. È completamente sdraiata sulla scopa, a più di un paio di metri di distanza da lui. Sente il vento infrangersi sul suo volto e farle svolazzare la maglia larga, mentre fende ogni curva con estrema precisione. In meno di un minuto hanno già completato il primo giro, ed è riuscita ad avvicinarsi parecchio a lui. Assottiglia lo sguardo, come a volersi concentrare maggiormente sulle proprie prestazioni, i piedi fermi sui pedali mentre cerca di spingersi ancora di più in avanti. Mentre avverte l'aria di settembre accarezzarle il volto, un sorriso nasce spontaneo sulle sue labbra. Il volo le era mancato più di ogni cosa. A un certo punto sente perfino la sua voce tirar fuori un urlo di gioia, liberatorio, come se nel corso degli ultimi mesi una parte di lei fosse rimasta costretta in una gabbia. Volare la fa sentire di nuovo libera, a tutti gli effetti.
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    Conclude il secondo giro appena qualche istante dopo Fred, per poi scendere giù in picchiata, frenando solo alla fine. « Bagno al Lago Nero UN CORNO! » urla, mentre, una volta a terra, il manico della scopa tra le mani, lo raggiunge, unicamente per riservargli uno spintone in pieno petto. « Sei partito prima di me. E ti ho comunque raggiunto » ci tiene a puntualizzare, le sopracciglia corrugate in un'espressione ben poco amichevole. Non le piace perdere. E al contempo sa che non può non tener fede alla parola data, anche se si tratta di una cosa scema come una scommessa - con loro è sempre così.
    Lascia la presa della scopa, che si adagia lentamente per terra, mentre il suo sguardo si addolcisce un poco, nell'incontrare quello di lui. « Allora, com'è stato questo primo giro? Ti mancava volare? Com'è la sensazione di vincere pur sapendo che HAI BARATO LURIDO TRADITORE! VILE. » e gli rifila un altro paio di colpi secchi sul braccio. Così, giusto per far arrivare meglio il messaggio.


    Edited by chärlie - 3/9/2017, 11:10
     
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    « Accidenti, hai scoperto il mio piano. Fred Weasley, sono perdutamente innamorata di te ormai da cinque anni. » « E me lo dici così, senza prima invitarmi a cena? » Sapete? C'è stato un tempo in cui Fred Weasley ha seriamente creduto di essere innamorato di Malia Stone. Non era mai stato un esperto in questo genere di cose. Sua madre (perchè ormai avrete capito che Fred Weasley è un inguaribile quanto vergognoso mammone) gliene aveva parlato qualche volta, dell'amore, incalzata dalle scomode domande del figlio. Gli aveva detto che amare qualcuno significava non riuscire a reprimere il desiderio di vederlo ogni giorno. Non riuscire a non sorridere in sua presenza, ed esser incapace di arrabbiarsi, anche in prossimità dei peggiori guai. E Fred, tutte queste cose, le aveva sempre provate nei confronti di Malia. Quindi sì, c'era stato davvero un periodo in cui si era convinto di esserne innamorato. Un periodo alquanto scomodo, dove Freds, spaventato dalla prospettiva, stava cominciando ad allontanarsi. Ma col tempo, aveva capito. Aveva capito che no, non era innamorato di Malia. No, perchè l'amore era un sentimento sin troppo circoscritto e specifico per esprimere al meglio ciò che provava per lei. Il suo era un affetto che andava ben oltre la concezione base d'affetto. Un amore che andava ben oltre la concezione base d'amore. Malia faceva parte di Fred come Fred faceva parte di Malia. Inseparabili. Ride dunque alle sue parole, le stesse che un tempo l'avrebbero fatto ammutolire calandolo in una letale coltre d'imbarazzo, il quale, oggi non lo sfiora neanche. Non c'è imbarazzo tra Malia e Fred. Appartengono a quella rara categoria d'amicizia vera in cui ogni parola vien detta senza alcun filtro. Potranno anche battibeccare talvolta, è vero, scontrarsi perchè entrambi troppo testardi ed orgogliosi per sottomettersi, ma alla fine, torneranno sempre al solito punto di partenza. « Andiamo Weasley, e tu dovresti farmi mangiare la polvere? Smettila di fare il drammatico e mettiti a posto che non ti sei fatto niente! » Lo prende in giro, con tanto di pugnetto sulla spalla, mentre Fred si sforza per rimettersi dritto. Col suo equilibrio precario -tanto da sembrare perennemente ubriaco (quindi figuratevi quando ubriaco lo è sul serio!)- ed il suo essere terribilmente impacciato, di colpi ai gioielli ne prende praticamente ogni giorno. Ricorda ancora quella volta in cui assieme a Malia ed il resto dei Malandrini aveva avuto la felice idea di provare uno skateboard magico brevettato dalla W&W proprio sulla ringhiera delle scale di Hogwarts che, siccome a loro piace cambiare, si erano mosse nel momento più sbagliato, facendolo precipitare a gambe aperte proprio sul marmo della ringhiera. Era meravigliato che gli funzionasse ancora tutto l'apparato dopo un incidente del genere. « Facile parlare per te che sei femmina eh! ..Cioè quanto meno d'aspetto. » Stronzetto. Aspetta quel poco che basta per darle tempo di pensare ad un premio degno di nota, mentre inizia ad immaginarsi già le peggio porcate, come è giusto che sia. Non è nemmeno colpa sua, ma è fatto così. Una mente addormentata durante le verifiche e le lezioni, ma ben sveglia per quanto riguarda i pensieri loschi. Aaaah, che piccolo genio incompreso questo Weasley. « Ci sto. Ma se vinco io mi fai tutti i compiti per le prime due settimane di scuola. E voglio almeno una E da tutte le parti, ti avverto! » Ma se sono uguali in tutto, loro due, c'è qualcosa che riesce comunque a dare uno strappo alla regola. E sapete qual'è? Sapete qual'è questo piccolo, futilissimo dettaglio? Che Malia è una ragazza. Ed in quanto tale non pensa ad una cosa, come Freds. Quindi mi spiace, Weasley, niente ricatti infuocati per questa volta! Sospira, facendo il broncio. « Okay anche se ti facevo più fantasiosa, devo dire. Ma al massimo, comunque, potrai prendere O. Ho sempre pensato che il mio voto fisso debba essere Oltre ogni previsione. Perchè è oltre ogni previsione che io faccia davvero i compiti! » Ed ora, stronzata detta, eccolo che sfreccia. Gli è mancato tutto del quidditch. Gli è mancato il vento a scompigliargli i capelli, l'adrenalina che esplode nelle vene. Gli è mancata persino quella paura perenne di cadere e farsi male, quel rischio mortale ad ogni curva. E' nato per quello, Freddie. E' nato per fendere l'aria sulla sua fidata nimbus, per farsi sferzare il viso dal vento. Si sente libero dopo mesi di prigionia. Libero dopo mesi in cui è stato costretto a sottostare ai voleri di tutta quella dannata gente. L'amica lo raggiunge dopo qualche istante, e senza neanche accorgersene stanno già percorrendo il secondo giro. Si volta verso di lei, calandosi ulteriormente sulla scopa per mantenere la posizione più adatta al volo possibile. Le sorride, riuscendo a distinguere a stento la sua sagoma tanta è la velocità con cui stanno volando. Conclude il giro con tanto di giravolta su sè stesso, osservando il mondo catapultarsi attorno a lui e ridendo sguaiatamente. L'ultima volta si è trovato a testa in giù sospeso nel vuoto, è stata durante la sua ultima partita. In un attimo la scopa non era più stretta tra le sue mani, e lui stava precipitando al suolo così velocemente da non accorgersi neanche di cosa stesse succedendo. Aveva sentito le urla dei suoi compagni di squadra, quelle degli insegnanti che annunciavano di sospendere ogni cosa, poi il viso preoccupato di Malia che planava verso di lui, ed infine il buio. Lo sognava spesso quel momento. L'aveva sognato ogni notte durante i primi mesi all'ospedale. La paura di quegli attimi si era impossessata di lui in maniera così radicale che per qualche istante aveva pensato sul serio che non avrebbe mai più volato. Ed invece eccolo quì, oggi, lo stesso Freddie che ha passato mesi e mesi in terapia intensiva, a balzare giù dalla sua scopa con espressione soddisfatta ed eccitata. Sta per agguantare la sua scopa quando Malia, atterrata appena qualche secondo dopo di lui, lo spinge con forza. « Bagno al Lago Nero UN CORNO! Sei partito prima di me. E ti ho comunque raggiunto » La osserva, trattenendo a stento una risata. E' arrabbiata, e quando Malia è arrabbiata qualsiasi individuo dotato di un minimo di intelligenza e razionalità penserebbe bene di scappare. ..Appunto, non Fred.
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    « Io partito prima? Ma dico, ma mi hai visto? Con questa faccia d'angelo farei mai una cosa del genere? Su, accetta la sconfitta Stone! » La punzecchia, dandole una piccola gomitata sul braccio. Sa quanto lei abbia ragione, in realtà, ma non lo ammetterà mai. Una scommessa è pur sempre una scommessa e quelle sono cose su cui non si scherza, per uno come Fred. E poi cavolo, sulla prospettiva di vedere la Stone in intimo vi sembra il caso di scherzare? No. « Allora, com'è stato questo primo giro? Ti mancava volare? Com'è la sensazione di vincere pur sapendo che HAI BARATO LURIDO TRADITORE! VILE. » Scoppia a ridere, lasciandosi picchiare, prima di schiaffarsi una mano sul braccio ed accasciarsi improvvisamente sulle ginocchia. « Ahia, ahia cazzo che male » Se c'è una cosa in cui è sempre stato bravo, è la recitazione. Quante volte è morta e resuscitata nonna Molly durante i rimproveri dei suoi professori per non aver fatto i compiti? (E quante se ne è prese botte sul culo, a tal proposito?) Rimane qualche altro minuto ad agonizzare, la mano stretta contro il braccio e gli occhi strizzati, prima di scattare in piedi e, dopo averla stretta tra le braccia, sollevare di peso l'amica mettendosela in spalla. « Basta, ho deciso che non solo il bagno al Lago Nero lo devi fare, ma lo facciamo anche adesso seduta stante! » Annuncia, ben attento a non farla divincolare. Indietreggia di qualche passo, non ricordandosi delle scope ancora adagiate per terra, e infatti inciampa, volando letteralmente per terra. In pochi istanti, eccolo che si ritrova abbracciato a Malia, sotto di lei. La guarda sconvolto per qualche istante, prima di scoppiare a ridere. « Non ci siamo nemmeno salutati bene che già ti sto sotto. Sono così irresistibile per te, Stone? » Ridacchia ancora, allentando la presa. Ha bisogno di qualche minuto prima di riprendersi, e per qualche istante si blocca a guardarla. Nonostante non l'abbia mai guardata sotto quel punto di vista (o meglio, ha sempre fatto finta di non farlo), l'ha sempre considerata una gran bella ragazza. A volte anche fin troppo bella per i suoi gusti, tanto da ingelosirsi di ogni minima occhiata indiscreta. Quell'estate sembra averla cambiata, nonostante sia sempre la solita Malia di sempre. Il suo viso è a tratti più maturo, le labbra più carnose e rosee, gli occhi ancora più magnetici. Sì, è bella, ed è tremendamente vicina. « Sì, mi era mancato.. Grazie. E' importante per me il tuo aiuto e la tua presenza, sai, dopo tutte le cose che sono successe...Non pensavo sarei mai tornato » Mormora, sovrappensiero, quasi addirittura serio « E mi eri mancata tu. Sì, sì, non fangirlare, lo so, lo so. Ti ho pensata spesso quest'estate, il campo sarebbe stato ancora meglio assieme a te. » Le sorride, scostandole alcune ciocche di capelli dal viso. « Tu...Come stai? Intendo sul serio. So che non volevi tornarci quì, e so anche che probabilmente Kingsley ti farà passare qualche guaio...Lo sai che puoi sempre contare su di me, vero? »
     
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    « Io partito prima? Ma dico, ma mi hai visto? Con questa faccia d'angelo farei mai una cosa del genere? Su, accetta la sconfitta Stone! » Malia Stone, una sconfitta, anche se una vera e propria sconfitta non è, se si tratta di Quidditch, non potrà accettarla mai; e questo Fred Weasley lo sa fin troppo bene, tanto da scegliere accuratamente le proprie parole, così da ottenere dalla giovane una determinata reazione - che non tarda ad arrivare, ovviamente. Ed ecco che il giovane Grifondoro si becca un altro pugno in pieno braccio, sferzato con tutto il vigore che aveva in corpo. Sempre troppo poco, è ovvio, in confronto a quello che potrebbe percepire un ragazzo, e in special modo Fred, che è fin troppo abituato agli scatti di violenza di Malia, ma lei ci prova lo stesso.
    « Sai cosa? Sei solo fortunato ad essere nella mia stessa casata, perché questa te l'avrei fatta pagare direttamente in campo » e Freddie lo sa, eccome se lo sa, che una cosa è allenarsi serenamente con Malia, e cosa completamente diversa è giocare contro di lei ad una partita del torneo scolastico. Quando indossa i colori rosso-oro ogni traccia di pietà o compassione vengono automaticamente eliminate dal suo corpo, ed è presente soltanto una cosa, per lei: la pluffa. Diversi sono stati gli scontri corporei avuti a mezz'aria con i suoi compagni, che spesso e volentieri le hanno guadagnato anche qualche penalità, oltre che numerose slogature e ossa fratturate. Ma niente di troppo grave, tutto sommato - di certo non come quello che aveva dovuto sopportare il povero Fred.
    Quest'ultimo, approfittando delle sue fantastiche doti recitative, non esita un istante a inscenare una delle sue classiche tragedie greche, gettandosi a terra in preda al dolore non appena la ragazza lo sfiora. « Ahia, ahia cazzo che male » si lamenta con fare scenico, e la mora solleva gli occhi al cielo, mostrandosi esasperata. Ricorda benissimo quella volta in cui, a dodici anni, dopo che avevano litigato pesantemente per qualcosa di stupido come una partita di scacchi, lui, per fare pace, aveva finto di essersi rotto una gamba; si era fatto trovare da lei sdraiato su uno dei letti dell'infermeria, con un paio di bende addosso e un'espressione così pietosa che la povera ragazzina era scoppiata a piangere per il dispiacere, per poi scoprire - solo mesi dopo - che si era trattato di un'enorme farsa. Che volete farci, Malia è un po' lenta per queste cose. Ma, sebbene dopo molto tempo, alla fine impara le lezioni, e di certo questa volta non è sul punto di farsi abbindolare da un paio di piagnistei improvvisati sul momento.
    « Lo sai che non attacca. Ormai lo so benissimo che non fai che-aaahhh! » non riesce a completare la frase perché, prendendola completamente alla sprovvista, Fred la solleva dal basso e la carica in spalla, tutto determinato a raggiungere il Lago Nero immediatamente. « Ma come? » chiede lei, confusa, mentre si aggrappa meglio al collo del ragazzo, consapevole che tentare di divincolarsi equivarrebbe a compiere uno sforzo inutile. « E l'allenamento di Quidditch? Abbiamo fatto a mala pena due giri! "Voglio ritornare, sono pronto, ti farò mangiare la mia polvere"... come no! » ride, e mentre parla si sforza di utilizzare un tono più greve e cupo, per imitare la voce di lui. E, in fin dei conti, neanche questo suo cambio di programma è una sorpresa così grande, per lei. Dopo anni di amicizia, Malia pensa di poter affermare di conoscere Fred forse meglio di chiunque altro, e sa bene che, esattamente come lei, è un tipo fin troppo iperattivo per portare a compimento un'attività, anche se si tratta di qualcosa di piacevole e intrattenente come il Quidditch. No, sono sempre stati così loro due, con il cervello a macchinare nuove idee in continuazione, sempre pronti ad inseguire le novità non appena si presentano sotto al loro naso. E in fin dei conti, se ci riflette, per quanto avrebbe voluto passare più tempo ad allenarsi, dopo mesi di distanza dal manico di scopa, forse è anche meglio così, in modo da dare la possibilità a Fred di ricominciare a giocare gradualmente, senza stancarsi troppo. Sospira. E allora andiamoci a fare questo bagno.
    Adocchia l'uscita del Campo che dovrebbe essere più vicina al Lago, e sta per suggerirla a Fred, ma quando allunga un braccio per indicarla sente l'equilibrio sotto di lei crollare, ed è un attimo, non fa nemmeno in tempo a cacciare un urlo che si ritrova per terra, e precisamente addosso al compagno, i capelli corvini sparsi in giro e probabilmente un futuro livido sul braccio. « Ahio » mormora piano, il suo respiro ancora soffocato dalla maglietta leggera di lui. Si solleva un poco, facendo leva sul suo petto per sollevarsi leggermente e guardarlo in faccia. Ad una distanza del genere - e in una posizione del genere - si sentirebbe a disagio e arrossirebbe come un peperone con qualunque ragazzo, ma si tratta di Fred, per cui appena lo mette bene a fuoco si ritrova a ridere, divertita, e anzi si sistema meglio su di lui, come a voler cercare una posizione più comoda. E fortuna che sono Fred e Malia, perché con chiunque altro questo sì che sarebbe stato imbarazzante. « Mamma mia Weasley, ma esiste al mondo una persona più imbranata di te? Io non credo proprio. Mi hai appena fatto guadagnare una dozzina di nuovi lividi » si lamenta, mentre si massaggia una spalla.
    « Non ci siamo nemmeno salutati bene che già ti sto sotto. Sono così irresistibile per te, Stone? » Lo guarda dall'alto, senza accennare a muoversi, ancora più divertita dalla situazione.
    « Pensa se ci vedono da lontano, che cosa penseranno. » ridacchia, spostando lo sguardo sulle colline che guardano al Campo da Quidditch. Eh sì, in lontananza una situazione del genere deve essere decisamente facile da fraintendere. Abbassando leggermente il viso, punta gli occhi su quello di Fred, di cui ormai conosce ogni sfumatura. L'ha visto mutare da quello di bambino a quello di adolescente e prendere le forme, negli ultimi anni, di ragazzo, con conseguente comparsa di barba e mascella più squadrata. Per lei che lo conosceva da piccolo era sempre stato difficile immaginarlo come un potenziale ragazzo, uno di quelli che sta sulla piazza, insomma: per questo le aveva fatto così tanta impressione quando Freddie aveva cominciato ad accaparrarsi i primi appuntamenti con ragazze della scuola che, con sua enorme meraviglia, sembravano trovarlo addirittura carino. Per lei il viso di Fred resta un viso come un altro. Bello, per carità, bello davvero, ma è pur sempre un viso amico. « Comunque sì, oggi poi sei davvero irresistibile » gli dice, l'indice che gli carezza la guancia distrattamente, prima di bloccarsi all'improvviso, quando nota nel viso di lui un particolare a cui non aveva fatto caso prima. « ODDIO FRED. Oddio oddio oddio. C'è un brufolo ENORME. Ti prometto che ci metto proprio cinque secondi » Niente da fare, quando si tratta di questi casi, la giovane Malia non è proprio in grado di trattenersi. Forse è perché, come una dolce mamma apprensiva che vuole i suoi figli sempre perfetti e bellissimi, ha voglia di vedere la perfezione anche nei suoi amici, o semplicemente perché per lei è fin troppo soddisfacente schiacciare brufoli. Non sa dirlo. Ovviamente il giovane prova a divincolarsi, ma lei fortunatamente è in una posizione avvantaggiata e le bastano giusto un paio di attimi. Cerca di tenerlo fermo con i gomiti, mentre con le mani gli tiene fermo il volto e, il più delicatamente possibile, si libera dell'impurità all'altezza della sua fronte. Una volta fatto questo, recupera un fazzolettino dalla propria tasca e si ripulisce le mani, finalmente soddisfatta.
    « Sì, mi era mancato.. Grazie. E' importante per me il tuo aiuto e la tua presenza, sai, dopo tutte le cose che sono successe...Non pensavo sarei mai tornato. E mi eri mancata tu. Sì, sì, non fangirlare, lo so, lo so. Ti ho pensata spesso quest'estate, il campo sarebbe stato ancora meglio assieme a te » Il sorriso di Malia si addolcisce, a quelle parole. Ci sono tante di quelle cose che vorrebbe dirgli. Vorrebbe scusarsi, per essere stata così egoista a giugno da abbandonarli tutti quanti, senza pensarci due volte. E vorrebbe scusarsi per aver pensato di non tornare più a scuola, preferendo la solitudine alla sua compagnia, e a quella degli altri. Vorrebbe davvero dire queste cose, ma non ci riesce, perché in cuor suo non può pentirsi di quello che ha fatto.
    « Ehi, gli amici servono a questo, se no a che cosa? » ride leggermente, mentre lui le sistema qualche ciocca di capelli dietro le orecchie. E meno male che sono Fred e Malia, perché con chiunque altro sarebbe capace di arrossire come non mai, per un gesto del genere. « Anche tu mi sei mancato decisamente troppo, Weasley. E mi dispiace per... tutto quanto. Avrei voluto poter passare l'estate con voi ma non ce l'avrei mai fatta. Credo che sarei impazzita in quel posto » Come credo che impazzirò qui, quest'anno, d'altronde.
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    « Tu...Come stai? Intendo sul serio. So che non volevi tornarci quì, e so anche che probabilmente Kingsley ti farà passare qualche guaio... Lo sai che puoi sempre contare su di me, vero? »
    Sorride a quelle parole, davvero intenerita dal ragazzo. C'ha pensato più volte, in questi giorni, a quello che ha intenzione di fare Kingsley con loro, e più ci pensa e meno riesce a immaginare qualche possibile punizione. Quindi si è detta che l'unica cosa sensata potrebbe essere aspettare, e semplicemente scoprire cos'ha in serbo per loro il preside delle follie. Prende un grosso sospiro, prima di cominciare a parlare, le dita incrociate sul petto di Freddie ed il mento poggiato su di esse. « Io sto... così. Non volevo tornare quest'anno, ed è andato tutto a puttane. Potessi mi sotterrerei piuttosto che aspettare la sentenza di EddyKing per me. E non ce la faccio a stare un altro anno chiusa qui dentro, non sapendo quello che sta succedendo là fuori... Non ce la faccio proprio. E mi dà un fastidio cane il fatto di non poterci fare niente di niente, di dover essere ancora costretti in quelle celle sotterranee del cazzo, neanche fossimo animali. Di non poter portare in giro le nostre bacchette. Lo trovo tutto così ingiusto e penso che impazzirò davvero prima di poter completare un altro anno qui dentro » Ecco come sto, sul serio. Si solleva con le braccia, per poi rotolare accanto a lui e mettersi seduta sul prato, in modo da evitare che lui possa continuare a guardarla negli occhi, che si stanno facendo più lucidi. Chissà perché, ma in questi giorni piangere sembra essere diventata una cosa così naturale per lei. Avvicina le gambe al petto, guardandolo poi dall'alto. « Fred io... Non ho avuto occasione di dirtelo prima. Cioè sì, magari ce l'ho avuta ma, onestamente, non sapevo da dove cominciare. Lo sai che faccio schifo in queste cose e avrei voluto mandarti una lettera quest'estate ma non ce l'ho fatta. Per Abigail, io... » s'interrompe, chiaramente a corto di parole. Un'estate intera per pensarci, alla frase perfetta da dire in questo momento, e adesso eccola che fa scena muta. Deglutisce. « Era una ragazza fantastica. Io non capisco come abbia potuto- Mi dispiace così tanto » conclude, un po' tentennante, mentre incrocia lo sguardo di lui.
     
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    « Ahio » Ridacchia ancora, Freds, lasciando che le braccia, finora strette attorno alla vita dell'amica, vadano a finire sul prato. La vede alzarsi quel poco che basta, poggiandogli le mani sul petto. Con due soggetti diversi ed un contesto differente, quella sarebbe stata una situazione oltremodo imbarazzante. Certo, Weasley non è mai stato un tipo timido, quando si trova una ragazza addosso sa sempre cosa dire o specialmente cosa fare, ma non con Malia. No, con lei il pensiero di lasciarsi andare in una delle sue solite porcate non lo sfiora neanche. Non per adesso per lo meno. Sa che se si concentrasse troppo si dimenticherebbe di quanto lui e Malia siano amici ed il suo corpo reagirebbe di conseguenza (perchè andiamo, è pur sempre di Freddie che stiamo parlando), ma per adesso si sforza di non farlo. Ricorda ancora tutte quelle volte in cui lui e Malia hanno riso di gusto di fronte alle domande scomode di qualche compagno di scuola. Sono sempre stati così inseparabili, sempre stati così perennemente appiccicati l'uno con l'altra, che per un periodo la gente aveva creduto che stessero assieme. « Mamma mia Weasley, ma esiste al mondo una persona più imbranata di te? Io non credo proprio. Mi hai appena fatto guadagnare una dozzina di nuovi lividi » Ridacchia, ricordandosi soltanto in quel momento di quanto gli faccia male l'osso sacro per la caduta, ed anche un po' la testa. Ma figuratevi, nulla di grave, in fondo scemo già lo è, cosa potrebbe mai fargli un trauma cranico? « Scusa, sei tutta intera? » Le chiede dunque, l'espressione appena preoccupata. Sa che l'amica è molto più forte e resistente di quanto non sembri visto il suo fisico minuto, ma ciò nonostante non si perdonerebbe mai di esser stato lui a farle male. Ricorda ancora tutte quelle volte in cui si sono ritrovati su dei lettini adiacenti in infermeria, a contarsi i lividi a vicenda e ridere come due scemi. Tante volte sono finiti coinvolti in risse, Fred e Malia. E, anche lì, i due amici hanno sempre avuto una coordinazione a dir poco incredibile. Certo, Fred è sempre stato convinto che Malia menasse ancor peggio di lui, ma questo non diciamolo a nessuno. « Pensa se ci vedono da lontano, che cosa penseranno. » Segue il suo sguardo, piegando la testa per poter guardare al di là degli spalti, ma la posizione in cui si trova gli permette di vedere ben poco. Quindi torna a guardarla, sorridendo. Quegli occhi gli sono sempre piaciuti. Li ha sempre trovati caldi e rassicuranti. Li ha sempre guardati sotto forma d'amico, Fred, ma per qualche istante si domanda cosa possano vederci attraverso gli altri ragazzi. Un pettegolo come lui, si è sempre informato sottobanco di cosa pensasse la popolazione maschile del castello riguardo l'amica. Non poche volte ha rischiato di sbattere al muro i suoi informatori, ma questi son dettagli. Immaginarsi Malia con un fidanzato è un pensiero che non riesce proprio a concepire, nonostante sappia che qualche attenzione la ragazza sia riuscita a suscitarla lì ad Hogwarts, specie negli ultimi tempi. E non a caso, se vogliamo proprio esser sinceri. E' cresciuta, il suo viso sembra aver tralasciato molti di quei tratti leggermente infantili che l'hanno accompagnata sino a poco tempo fa. E' rimasto ovale, ma appena più scavato e ben delineato. Per anni Fred l'ha sempre considerata una compagna di giochi, un vero e proprio maschiaccio, tanto che alle volte si è trovato meglio con lei in certe situazioni ben poco eleganti piuttosto che con Albus ed Hugo. Eppure eccola quì Malia, a riemergere dalle sue stesse ceneri, coi capelli neri ancora più luminosi e quel sorriso pronto a stenderti. Al momento non biasimerebbe chiunque la trovi carina. Eeeeeee lui non dovrebbe pensarci ad una cosa del genere. « Che non sei riuscita a resister per tutto questo tempo senza vedermi e che il desiderio chiama, ovunque ed in qualsiasi momento, persino in un campo da Quidditch in pieno giorno davanti a chiunque dovesse avere la malaugurata idea di oltrepassare quella porta. In sostanza: che sono troppo bello per non saltarmi addosso! » Schiocca la lingua al palato, prima di ammutolirsi sotto la carezza di lei sulla guancia. « Comunque sì, oggi poi sei davvero irresistibile » Annuisce con espressione rassegnata, come a dire "mi hanno fatto così, che posso farci?" prima di percepire le dita dell'amica soffermarsi sulla sua fronte. Il suo sguardo si riempie di terrore. Non sarà mica... « ODDIO FRED. Oddio oddio oddio. C'è un brufolo ENORME. Ti prometto che ci metto proprio cinque secondi » Panico. Non ha mai capito perchè Malia (assieme a sua madre) abbia sempre avuto questa malsana mania di perseguitare i suoi dannati brufoli. Sarà forse che con la sua alimentazione a dir poco oscena Freds ne ha sempre prodotti una miriade, ma cavolo, questa non è una giustificazione! Inizia a divincolarsi sotto di lei, tentando di sgusciare via, ma la presa della ragazza è fin troppo salda sul suo viso. « No, no, no fermaaaaaa! » Si lamenta inutilmente, mentre lei preme sulla sua fronte. Fortunatamente Malia è sempre stata più delicata di Angelina per un certo tipo di cose, ma Freds è un coglione, ed in quanto tale.. « Ahhh, la mia faccia! » Annuncia, schiaffandosi entrambe le mani sul viso non appena liberato « Mi hai sfregiato per sempre! Ora inizieranno a chiamarmi tutti Sandor Clegane! Non ci vedo, come fa-....Ah okay non fa poi così tanto male. » Dr Jekyll e Mr Hyde chi? Si tasta con due dita la bonanima del brufolo, proprio vicino alla cicatrice in mezzo alle sopracciglia.

    « Ehi, gli amici servono a questo, se no a che cosa? » « A questo ed a spremerti i brufoli. Mi spieghi perchè questa fissazione? » Scherza, lasciando nuovamente andare le braccia ai lati dei fianchi e soffermandosi per guardarla. « Anche tu mi sei mancato decisamente troppo, Weasley. E mi dispiace per... tutto quanto. Avrei voluto poter passare l'estate con voi ma non ce l'avrei mai fatta. Credo che sarei impazzita in quel posto » Annuisce, stringendosi appena nelle spalle. Non ha mai condannato Malia per ciò che ha fatto. E' vero, si era preoccupato in un primo momento a non vederla, spaventato di vedere spuntare il suo nome tra i feriti dell'attentato, ma quando aveva potuto accertarsi della sua incolumità, tutto era passato in secondo piano. Conosceva l'amica, la conosceva abbastanza bene da capire quanto fosse impossibile metterla in gabbia. Kingsley ci aveva provato e ci provava ogni giorno da quando era arrivato. C'era chi, come lui, si lasciava modellare per quieto vivere e chi, come Malia, non avrebbe mai abbassato la testa. Ed in fondo Fred le voleva bene proprio per questo. « Tranquilla, lo so, l'ho saputo sin dall'inizio » Mormora, con tono rassicurante. Le poggia entrambe le mani sulla schiena, accarezzandola mentre ascolta in religioso silenzio le sue parole. « Io sto... così. Non volevo tornare quest'anno, ed è andato tutto a puttane. Potessi mi sotterrerei piuttosto che aspettare la sentenza di EddyKing per me. E non ce la faccio a stare un altro anno chiusa qui dentro, non sapendo quello che sta succedendo là fuori... Non ce la faccio proprio. E mi dà un fastidio cane il fatto di non poterci fare niente di niente, di dover essere ancora costretti in quelle celle sotterranee del cazzo, neanche fossimo animali. Di non poter portare in giro le nostre bacchette. Lo trovo tutto così ingiusto e penso che impazzirò davvero prima di poter completare un altro anno qui dentro » Sospira osservandola scostarsi da sopra di lui e rannicchiarsi con le gambe strette al petto. Conosce quell'atteggiamento. E' triste, Malia, e mentre si mette a sedere anche lui, nota quella leggera patina lucida nei suoi occhi.
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    Si morde il labbro inferiore, guardandola di sottecchi, prima di avvicinarsi a lei e stringerla in un abbraccio, scoccandole un bacio sulla guancia. « Mi dispiace che tu stia così, però hey, pensa questo. Se te ne fossi andata avresti fatto vincere Kingsley. Avrebbe avuto sempre meno studenti con le palle a dargli contro ed Hogwarts non so che fine avrebbe fatto. Invece sei quì, e qualsiasi punizione ti darà sono sicuro che gli farai il culo comunque. Andiamo, crede davvero di esser capace di fermare Malia Stone con qualche sgabuzzino da lavare? » Le sorride, scostandosi quel poco che basta ma continuando a stringerla « Anche a me non piace stare quì dentro mentre là fuori c'è la guerra. Ma se ci pensi siamo un po' in guerra anche noi. Kingsley è ambiguo, ma abbiamo capito che noi mezzosangue non gli stiamo molto simpatici. Si stanno iniziando a creare già i primi gruppi di chi lo appoggia e chi no. In più siamo senza Caposcuola, governati soltanto da quei palloni gonfiati dell'Inquisizione. Per quanto pensi che la situazione durerà tranquilla e pacifica tra queste mura? E andiamo, non puoi abbandonarci. Ci serve gente come te per non venire sopraffatti da tutta la merda che sono sicuro arriverà presto. » Le dà un buffetto sulla guancia, scostandosi. « Fred io... Non ho avuto occasione di dirtelo prima. Cioè sì, magari ce l'ho avuta ma, onestamente, non sapevo da dove cominciare. Lo sai che faccio schifo in queste cose e avrei voluto mandarti una lettera quest'estate ma non ce l'ho fatta. Per Abigail, io... » La guarda, mentre lei è visibilmente a disagio e a corto di parole. La conosce, sa quanto non sia mai stata brava in un certo genere di cose. Un po' come lui, d'altra parte. « Era una ragazza fantastica. Io non capisco come abbia potuto- Mi dispiace così tanto » Sino a quel momento ha parlato con ben poche persone dell'accaduto. Perchè Fred è fatto così, a volte preferisce ignorare le cose che lo rendono vulnerabile per auto convincersi che non siano mai successe. Ma la verità, prima o poi, risale sempre a galla, e quindi sospira, stringendosi nelle spalle e sforzandosi di sorriderle. La morte di Abigail è ancora un tasto assai dolente, caldo, ma non vuole mostrarsi debole di fronte all'amica, che di certo in un momento del genere non ha bisogno delle sue ulteriori lamentele. « Io..Grazie. Lo so, non ti preoccupare » Borbotta, distogliendo lo sguardo. « Forse Abigail non era ciò che credevamo.. » Ripensa a ciò che ha letto suoi giornali ed alle parole di Amunet « Ma non si meritava comunque...beh, quello che è successo. Dispiace tanto anche a me, le volevo bene e non capisco proprio perchè abbia.. - Non lo so. Forse è colpa mia, forse no. Però hey » Si gira di nuovo verso di lei, dandole una leggera gomitata « Non voglio musi lunghi, e non ti voglio vedere così. Quindi forza, alza le chiappe. » La guarda serio per qualche istante, prima di alzarsi ed indietreggiare di qualche passo verso la sua scopa. Questa volta riesce a farla lievitare a primo impatto, montandovi sopra e porgendo la mano verso Malia, in un invito a salire assieme a lui. « Ce lo facciamo uno dei nostri giri assieme che termineranno in qualche punizione esemplare? » Sorride.
     
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    « Che non sei riuscita a resister per tutto questo tempo senza vedermi e che il desiderio chiama, ovunque ed in qualsiasi momento, persino in un campo da Quidditch in pieno giorno davanti a chiunque dovesse avere la malaugurata idea di oltrepassare quella porta. In sostanza: che sono troppo bello per non saltarmi addosso! » Impossibile mettere freno alla voglia continua di scherzare e ai toni sarcastici di Fred, nato e cresciuto a pane e battute di ogni tipo. Di sicuro è una delle qualità che preferisce del ragazzo, il fatto che non prenda niente quasi mai davvero sul serio, un po' perché ammira tantissimo la leggerezza nelle persone, e un po' perché ci si ritrova. Inutile dire che, quando si ritrovano ad essere insieme, poche sono le cose serie che riescono a dirsi.
    « E d'altronde come si fa a starti lontano, Weasley? Hai fatto palestra quest'estate, vero? Ti vedo più muscoloso » scherza, mentre una mano si stringe intorno al suo braccio, come a voler toccare con mano quella massa muscolare tanto incredibile, e mentre lo fa mette su un'espressione scioccata. In effetti, se proprio vuole essere onesta, ha notato quanto Fred negli ultimi tempi sia ben piazzato, forse per merito di esercizio fisico o semplicemente per via della crescita. Qualunque sia il caso (probabilmente entrambi) deve ammettere che sta parecchio bene, così.
    « A questo ed a spremerti i brufoli. Mi spieghi perchè questa fissazione? » le chiede lui, quasi scherzosamente, ma lei si impegna a dargli una spiegazione degna di nota.
    « Ma ti rendi conto che con un faccino così carino » e a questo punto cattura il viso di lui con una mano, premendo sulle guance in modo da costringerlo ad una strana smorfia « non puoi proprio permetterti di avere imperfezioni? Io lo faccio per te, Freds! Non lo dimenticare mai! » ridacchia soddisfatta, mentre ride.
    E come è tipico della loro amicizia, dal parlare di argomenti leggeri e felici come lo schiacciare i brufoli, ecco che si ritrovano su temi più spinosi e tristi. L'idea di averli lasciali soli, quest'estate, al campo, rattrista Malia moltissimo, ma non ha più modo di rimediare alla cosa. Il fatto che Fred, per lo meno, insieme ad Albus, capisca le sue motivazioni, la rincuora un po' di più. « Tranquilla, lo so, l'ho saputo sin dall'inizio » Gli sorride, grata. Ecco perché sono amici, loro due. Perché anche se trascorrono un'estate intera senza parlarsi, anche se succedono cose tanto improvvise come l'attentato a King's Cross di giugno, anche in quei casi in cui sono costretti ad agire d'impulso senza aver modo di consultarsi, sono capaci di comprendere a vicenda l'uno le azioni dell'altro, senza bisogno di alcuna spiegazione. Semplicemente perché si conoscono così tanto bene da leggersi quasi nel pensiero, da immedesimarsi e capire automaticamente i ragionamenti che hanno portato a determinate scelte.
    « Mi dispiace che tu stia così, però hey, pensa questo. Se te ne fossi andata avresti fatto vincere Kingsley. Avrebbe avuto sempre meno studenti con le palle a dargli contro ed Hogwarts non so che fine avrebbe fatto. Invece sei quì, e qualsiasi punizione ti darà sono sicuro che gli farai il culo comunque. Andiamo, crede davvero di esser capace di fermare Malia Stone con qualche sgabuzzino da lavare? » Le sue labbra si inclinano leggermente verso l'alto, a queste parole. È consapevole dell'immagine che solitamente trasmette agli altri di sé, come quella di una ragazza forte, che non si lascia abbattere dalle difficoltà, che non si piega di fronte a niente e a nessuno. In questi giorni sono tante le persone che provano a ricordarglielo, eppure più se lo sente dire e meno ci crede. «La Malia Stone che conosco io, quella nemmeno un esercito può buttarla giù.» Gliel'ha detto Albus, con convinzione, era evidente che lui in quelle parole ci credeva sul serio. Lei in questi giorni si sente un'altra Malia. Non sa spiegarlo. È come se per distruggere la Malia Stone di oggi bastasse un solo soldato, di quell'esercito: uno solo e la farebbe fuori con un colpo di lancia, o anche semplicemente con uno schiaffo. E non ha nemmeno voglia di fingersi forte, di fronte a tutta questa merda, le va benissimo anche chinare il capo e ammettere di non sapere cosa aspettarsi da Kingsley e, soprattutto, di temerlo. Perché Malia sarà pure una Grifondoro, sarà coraggiosa, audace e tutto quello che volete, ma non è più così sconsiderata da non sapere cos'è la paura. L'ha provata tante di quelle volte, ormai, la paura vera: quella notte di Natale, a quella fiera di Londra, durante l'esplosione, mentre era malata, con l'attacco a King's Cross. Ha provato così tanto terrore, in alcuni momenti della sua vita, che ormai le sembra di doverselo aspettare a prescindere, specie se deve aspettare qualcosa da uno come Kingsley. « Anche a me non piace stare quì dentro mentre là fuori c'è la guerra. Ma se ci pensi siamo un po' in guerra anche noi. Kingsley è ambiguo, ma abbiamo capito che noi mezzosangue non gli stiamo molto simpatici. Si stanno iniziando a creare già i primi gruppi di chi lo appoggia e chi no. In più siamo senza Caposcuola, governati soltanto da quei palloni gonfiati dell'Inquisizione. Per quanto pensi che la situazione durerà tranquilla e pacifica tra queste mura? E andiamo, non puoi abbandonarci. Ci serve gente come te per non venire sopraffatti da tutta la merda che sono sicuro arriverà presto. » Sospira, Malia, sollevando lo sguardo su Freddie. Sa che ha ragione. Sa che presto arriverà anche da loro, una qualche guerra. Sarà piccola, forse in miniatura, ma è certa che non sarà possibile vivere in modo pacifico, non con le disposizioni crudeli di Kingsley a zittirli in continuazione. E in fondo lo sa, lei, che a Hogwarts non sono tutti senza spina dorsale, malleabili come creta. Lei non è la sola ad avere voglia di ribellarsi, sa che a scuola sono in tanti a nutrire odio nei confronti del nuovo preside e delle sue politiche così discriminatorie.
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    « Forse dovremmo... riunirci, tutti quanti. Non so, fare un fronte comune, in qualche modo. Siamo in tanti quelli a cui questa situazione sta stretta, come hai detto tu. E forse non servirebbe a nulla, perché non abbiamo davvero i mezzi per ribellarci ma... magari ci sentiremmo meno soli, in tutto questo. » si stringe nelle spalle, incerta. Lei sa che non avrà mai modo di sentirsi sola, con i suoi amici, ma all'improvviso si ritrova a chiedersi se esitano altri ragazzi, all'interno della scuola, che si sentono come lei: che detestano tutto quello che sta succedendo, a cui prudono le mani inevitabilmente al solo pensiero di dover sottostare ancora alle regole di Kingsley, ma che non hanno nessuno con cui parlarne, per un motivo o per un altro. L'unione fa la forza, si dice di solito, e questo detto tanto antico dovrà pur valere qualcosa. Si stringe nelle spalle. « Comunque grazie, Freds. Lo so che posso sempre contare su di te per qualunque cosa. E tu puoi contare su di me. Adesso ci siamo dentro insieme, nonostante tutto. » Solleva il viso e punta gli occhi nei suoi, seria. Vuole che lo sappia, e che se ne ricordi, nel corso dell'anno: che sono insieme, che devono rimanerlo e che non deve mai dubitarne - qualunque cosa possa succedere. « Forse Abigail non era ciò che credevamo... Ma non si meritava comunque...beh, quello che è successo. Dispiace tanto anche a me, le volevo bene e non capisco proprio perchè abbia.. - Non lo so. Forse è colpa mia, forse no. » Scuote la testa ripetutamente, Malia, a quelle parole. Una mano si allunga per stringersi saldamente intorno alla spalla del ragazzo, mentre l'altra prende una delle sue mani tra le sue.
    « Non devi dirlo neanche per sogno, Fred » dice, con tono incredibilmente serio. « Quello che è successo non è stato colpa tua. Come potrebbe? Tu l'hai sempre voluta bene e trattata splendidamente. Se Abigail ha fatto quello che ha fatto... è stato per una decisione sua, e sua soltanto. Capito? » e adesso si abbassa leggermente per catturare il suo sguardo, nella ricerca di una conferma da parte sua, come una mamma premurosa che cerca di dare una lezione al proprio figlio e vuole vederlo annuire sicuro dopo il suo rimprovero, accertarsi che abbia capito. Non può sopportare l'idea di Fred che pensi una cosa del genere di sé stesso.
    « Però hey. Non voglio musi lunghi, e non ti voglio vedere così. Quindi forza, alza le chiappe. » Solleva lo sguardo, incuriosita, e lo guarda dirigersi verso una delle due scope. Gli rivolge un breve applauso di complimenti quando lo vede riuscire a tirar su la scopa al primo colpo - d'altronde non aveva dubbio che ci sarebbe riuscito presto, si trattava solo di riprendere la mano - e sorride. « Ce lo facciamo uno dei nostri giri assieme che termineranno in qualche punizione esemplare? »
    Lascia che lui le porga la mano e si alza, osservando per qualche istante la scopa su cui ha montato il ragazzo. « E io dovrei fidarmi di salire con te? » dice indicando il manico, e fingendosi per qualche istante disgustata anche solo all'idea. « E se mi fai cadere? E se ci ritroviamo spiaccicati contro a un muro? E se prendi una curva troppo veloce e ci ritroviamo a testa in giù? Sei sicuro di non poter evitare nessuna di queste evenienze? » scherza, ovviamente. E la prova più che ovvia sta nel fatto che mentre parla si sistema anche lei a cavalcioni sulla scopa, esattamente alle sue spalle, per poi stringere le braccia intorno alla sua vita, per tenersi. È ovvio che stanno per fare qualcosa di completamente illegale. Kingsley a stento accetta che si corra nella sua scuola, figuriamoci se approverà vagabondare su una scopa al di fuori del Campo di Quidditch in due, per giunta. Un vero e proprio suicidio, e decisamente non l'idea migliore se si considera la posizione un po' precaria di Malia.
    Ma lei gli dà il via e partono lo stesso, alla volta di una punizione certa. E senza preoccuparsene troppo, come fanno sempre.


    Edited by chärlie - 6/9/2017, 09:00
     
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