Shitheads

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    Il silenzio completo dei corridoi di Hogwarts, di notte, è quasi assordante. Malia ride, di gusto e in un tono decisamente troppo elevato considerati l'ora ed il rischio che stanno correndo in questo momento, ma non è propriamente nelle condizioni di rendersene conto. Non riesce proprio a smettere di ridacchiare come una bambina, e farfugliare cose molto probabilmente stupide anche per una persona con il quoziente intellettivo di molto inferiore alla media; in alcuni punti del percorso addirittura saltella, in modo infantile, proprio come se stesse giocando a campana. È tutto un gioco, all'improvviso. I lunghi corridoi bui e quasi spaventosi, il percorso infinito e pieno di ostacoli da attraversare prima di giungere alla meta, la possibilità di essere beccati da un adulto e passare dei guai seri... Tutto un grande gioco, una bellissima e incredibilmente avvincente caccia al tesoro. Lo dice pure, ad un certo punto, e ad alta voce, una parte del suo cervello, al momento troppo lontana dal controllo del suo corpo, che tenta di ricordarle quali sono i rischi di questa stupida bravata. « Se ci scoprono... Siamo finiti! » si ferma all'improvviso a guardare il compagno, e i suoi occhi spiritati si spalancano ancora di più, se possibile. La bocca si apre e le labbra formano una piccola "O" sorpresa, prima di scoppiare a ridere sonoramente. Tutto quanto un grande e divertentissimo gioco. Il premio? Il bagno dei Prefetti, e la possibilità di goderne i privilegi prima di qualunque altro appena spillato a scuola. Battere tutti quanti sul tempo, come in una gara.
    Avanza nella penombra a passo ben poco cauto, decisamente rumorosa, una mano che regge la piccola lanterna che hanno recuperato da uno sgabuzzino, in modo da farsi luce durante il percorso, e l'altra ben salda in quella di Fred; un po' perché quando è così ubriaca diventa particolarmente affettuosa, e poi per cercare di evitare a se stessa una caduta rovinosa che potrebbe procurarle un paio di ginocchia sbucciate e qualche livido. Ormai si conosce troppo bene da questo punto di vista, e anche quando non è nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali è capace di riconoscere gli evidenti tentativi di suicidio verso cui il suo corpo la spinge. « Mi hai pestato il piede » si lamenta ad un certo punto, voltandosi verso il rosso, e poi senza motivo ecco che il più totale silenzio dell'ala Est del terzo piano di Hogwarts viene riempito dalle risate di entrambi.
    Il giudizio di Malia al momento è annebbiato, certo, ma pensa di essere quasi certa di non aver mai bevuto e fumato tanto come durante questa sera. D'altra parte, probabilmente mai come di questi tempi l'alcol e l'erballegra sono stati necessari per affogare i dispiaceri. Concluso il banchetto, lei e Fred hanno trascorso la serata in Sala Comune insieme agli altri Grifondoro, a parlare, scherzare e, ovviamente a mettere in atto le nuove disposizioni obbligatorie del governo Weasley, vale a dire: nessuno si azzardi a tentare il raggiungere il proprio letto se è ancora in grado di camminare su due piedi. E per quanto eccessivi possano essere i controlli messi in atto dal caro Kingsley, nessuno può davvero frapporsi fra un Grifondoro e una buona ubriacatura, quando vuole: se necessario, sarà in grado di muovere mari e monti per trovare una bottiglia di buon Odgen invecchiato. Difficile, dunque, far desistere l'intera casata di Godric dal proprio intento di far festa: sono state sufficienti le giuste conoscenze nelle cucine, e nel giro di pochi minuti di fronte a loro si sono materializzati un paio di Elfi Domestici fidati a consegnare tutto l'occorrente necessario a trascorrere una bella serata, in tipico Gryffindor style. Si sono seduti per terra in cerchio, tutti quanti, a bere, fumare e cantare canzoni stupide, per poi passare alle imitazioni sceme di Kingsley e di tutti i professori, e infine ad un paio di giochi scemi. E gli altri sono ancora tutti lì, probabilmente, dopo tutto non è nemmeno così tardi - devono essere non più tardi delle tre del mattino, da quel che riesce a immaginare. Non è certa di come lei e Fred abbiano deciso di allontanarsi dal gruppo per mettersi a vagare pericolosamente per i corridoi del castello: ricorda soltanto di aver appena finito uno spinello, accoccolata all'amico, la testa sulla sua spalla e le palpebre quasi cadenti e un po' annoiate, e ad un tratto si era allungata per farfugliargli qualcosa all'orecchio che nessun altro aveva sentito. Poi entrambi si erano guardati ridendo, e senza dire nulla agli altri presenti erano lentamente sgusciati via dalla festa con fare discreto.
    E adesso stanno avanzando per i corridoi, con tranquillità, chiacchierando del più e del meno come se fosse in pieno giorno. « Dovrebbe essere sempre tutto così. Dovremmo andare in giro di notte ed essere sempre ubriachi in questo modo. E le lezioni - le lezioni dovremmo farle tutte dopo esserci fatti almeno una canna. Non sei d'accordo, Fred? Tu che ne dici? Io dico che dovremmo trasformarci in vampiri e vivere di notte tutto il tempo, come adesso. » Prende un grosso respiro, Malia, mentre stringe un po' di più la mano del Grifondoro e ricomincia a parlare, un barlume d'ilarità nascosto negli occhi scuri. « Sai che bello che sarebbe, no? Essere sempre così giovani e così belli come siamo ora. Certo, poi dovremmo bere sangue per vivere. Quello non sarebbe altrettanto piacevole. »
    « Potreste fare un po' di silenzio? Stiamo cercando di dormire, qui! » urla ad un tratto una voce appena di fronte a loro, ed un paio di passi in avanti rivelano a Malia il volto irritato di Lady Tarrenhunt che, all'interno della cornice dorata che la ospita, si copre gli occhi con entrambe le mani. Malia, ormai libera da qualsiasi inibizione, e forse un po' infastidita dal tono usato dalla donna del quadro, le consiglia molto gentilmente di andare a sfogare le sue frustrazioni con il protagonista del quadro vicino, che, si sa, non disprezzerebbe tale unione. La donna, che non prende bene quello spassionato consiglio, comincia a urlare sempre più forte, come a voler chiamare all'attenzione gli altri quadri e, probabilmente, qualche membro dello staff della scuola, ed è solo a questo punto che i due giovani avventurieri devono pregarla di fare silenzio, minacciandola di vendicarsi con un pennarello magico indelebile in futuro, altrimenti. Solo questa cosa sembra essere capace di zittirla una volta per tutte, così da permettere ai due Grifondoro di proseguire il loro percorso.
    « Ed eccoci qua » annuncia, un paio di metri più in là, una Malia cantilenante e decisamente molto più allegra dei suoi soliti standard, con un sorriso che va da un'orecchia all'altra e le braccia aperte in aria, a indicare la piccola porta scura. Bagno dei Prefetti. « Ta daaaan! » esclama, emozionata, abbassando la maniglia di quest'ultima e spingendo la porta in avanti, lasciando però spazio al compagno di farvi ingresso per primo. In fin dei conti, è lui ad averne l'effettivo diritto. Lei, dal suo canto, ci è già stata un paio di volte con Olympia, e l'ha già riconosciuto come uno dei posti migliori all'interno di tutta Hogwarts in cui farsi una canna senza essere sgamati - anche in pieno giorno. Stone Certified. Certo, questi piccoli esperimenti lei e la Potter li avevano condotti in tempi diversi, in cui il regime a scuola era molto meno rigido, e dubita che oggi come prima sarebbe altrettanto facile trasgredire alle regole ferree del Preside così alla luce del sole. Una volta dentro, appena dopo Fred, si preoccupa di chiudere la porta alle loro spalle, per poi avanzare di qualche passo e raggiungere il compagno, con fare un po' barcollante. « Hai visto? » dice, sorridente, indicando con una mano ciò che li circonda. « È tutto così posh e... guarda che lavelli! E gli specchi con queste cornici dorate? E la vasca! »
    Il bagno dei Prefetti è, senza dubbio, un gran bel bagno. Ben decorato e rifinito, probabilmente nemmeno i servizi di certe case lussuose sono tanto belli. Per carità, esistono senza dubbio luoghi più piacevoli di questo, al castello, ma di certo non è un postaccio. Senza pensarci troppo si avvicina all'enorme vasca al centro della stanza e, dopo essersi accovacciata, comincia a far ruotare, ad una ad una, tutte le maniglie degli enormi rubinetti che lo circondano. Una volta in piedi, si volta a guardare Fred, un sorriso enorme dipinto sulle labbra. « È per questo che siamo venuti qui, non è vero Freddie? Qualcuno doveva provarla no? » lo guarda e ride, come non le sembra di fare da secoli, con le labbra, con gli occhi, col viso intero, con la pancia e col cuore. Si sente ridere dentro, come se tutto il suo corpo all'improvviso avesse voglia di dare sfogo e liberarsi di tutte le negatività che l'hanno tenuta in gabbia, spogliarla di tutto lo schifo che le si è appiccicato addosso ultimamente. E allora lei comincia a spogliarsi davvero, quasi all'istante, in un secondo elimina l'enorme felpa grigia che la copriva, e quello dopo anche i jeans sono sul pavimento chiaro del bagno. Adesso ricorda, più o meno, la proposta che gli ha sussurrato all'orecchio quand'erano ancora in Sala Comune con gli altri. Dovevano per forza farsi un bagno lì, o la serata non poteva dirsi completa. Solleva lo sguardo sul ragazzo, studiandolo per qualche secondo, prima di azzerare le distanze con qualche passo in avanti.
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    « Dopo tutto non succede mica tutti i giorni che vieni nominato Caposcuola, no? Dovevamo festeggiare. » E chissà perché, ma in quest'ultima frase, sebbene non sia effettivamente specificato, sembra quasi voler sottintendere l'aspetto intimo della cosa. Dovevamo essere noi due a festeggiare. Non sa perché lo dice, e non sa nemmeno perché mentre parla stia giocando con l'orlo della maglietta di lui, facendo quasi fatica a non ridacchiare. In realtà, se ci pensa bene, sa che si tratta dell'alcol, ma ora come ora non è capace di frenarsi più di tanto. « Dai, sei lentissimo » lo incoraggia dunque, prima di sfilargli la maglietta dalla testa. La getta a terra senza curarsene troppo, concedendo a se stessa un'occhiata (forse troppo prolungata? Non ne è sicura, il fattore tempo è troppo confuso nella sua testa, in questo momento) all'addome scolpito del ragazzo. Si morde leggermente il labbro inferiore, come in segno di apprezzamento (cosa che, ve lo garantisco, non farebbe mai da sobria) e poi passa a slacciargli la cintura, con estrema calma. Passante dopo passante, lascia che scivoli via anche questa fino a terra, la coda dell'occhio che controlla il livello dell'acqua nella vasca. Poi sposta le mani sul bottone dei suoi jeans, pronta a sbottonarlo, ma si blocca all'improvviso. Solleva lo sguardo verso di lui per qualche secondo, quasi in attesa, poi « L'ultimo che si butta è un Kingsley » urla all'improvviso, dal nulla, e senza neanche lasciargli il tempo di finire di svestirsi, corre verso la vasca e si butta in acqua.
     
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    « Se ci scoprono... Siamo finiti! » Le risate di Malia riecheggiano per i corridoi del castello, seguite a ruota da quelle del ragazzo, che proprio non ne vuole sapere di darsi una calmata. Cammina barcollando, stretto all'amica, le gambe che talvolta lo tradiscono costringendolo a zigzagare in una traiettoria irregolare. Non è ubriaco, no..E' completamente andato. Ci vede doppio, triplo e persino quadruplo, e si sente la testa leggera come un palloncino. Bere a quel modo non era stata una gran bella idea. E neanche fumarsi quelle canne, lo era stato. Aggiungiamoci pure lasciare tutto quel bordello in sala comune..E insomma, era fortunato se l'indomani quella spilla Eddyking non l'avrebbe costretto a mangiarsela. Ma in fin dei conti, è pur sempre di Fred Weasley che stiamo parlando, e se credevate bastasse una spilletta lucidata a nuovo per fargli mettere la testa a posto..Beh, credevate male. Se il caso, la nuova carica l'avrebbe istigato ancora di più a fare un certo tipo di cose perchè, andiamo, un caposcuola non poteva certo punire un altro caposcuola. Codice d'onore, no? « Mi hai pestato il piede » Si gira verso l'amica, e non appena scorge la sua espressione, non riesce a trattenere una risata sguaiata che esplode fragorosamente, inondando il silenzio di quei corridoi. « Scusa..E' che siete troppe. Una Malia, due Malie, tre Malie e oh ciao, quarta Malia! » Alza una mano per salutare l'ipotetica ragazza (che altro non è se non la proiezione della sua amica dovuta alla vista distorta dall'alcool), con un sorriso assai poco discreto ad allargargli le guance. Perchè sì, ovviamente tutte quelle Malie lui le sta vedendo in bikini o giù di lì. « E quindi niente, io mi confondo a camminare tutti assieme. Quindi sì, scusa! » Fa il broncio per qualche istante, prima di avvolgerle di nuovo le spalle con un braccio e tornare a camminare. Ogni problema sembra esser sparito, mentre le loro risate cristalline riecheggiano ovunque. La guerra, Kingsley, la morte di Abigail, sembrano soltanto dei ricordi lontani. Fino a qualche ora prima, Fred stava lì, seduto a quel tavolo in quell'enorme tendone, a pensare al sorriso i Abigail che andava dissolvendosi in quella foto bruciata. Stava lì a pensare a come Amunet lo avesse completamente ignorato, o a quali sarebbero potuti essere i provvedimenti del preside contro i suoi cugini e Malia. Tutti dispiaceri e preoccupazioni che, adesso, sembrano esser sfumati completamente lasciandolo solo con la sua vista appannata e Malia. La stessa Malia che gli aveva sussurrato all'orecchio di completare quella serata con un bagno lì dov'erano diretti. La vasca dei prefetti, probabilmente il sogno proibito di ogni studente lì ad Hogwarts. Fred c'era stato qualche volta, ovviamente illegalmente, ma non c'era mai stato assieme a lei. Ed il prospetto gli piaceva, gli piaceva parecchio. Non sapeva perchè, e forse l'indomani avrebbe riso di fronte ad una tale eccitazione alla prospettiva di farsi un bagno assieme a Malia, ma al momento non voleva comunque pensarci. Sono lì, e lo sono adesso. Sono lì, completamente fatti, ma continuano ad esserlo adesso, senza un passato nè un futuro, soltanto il loro presente. « Dovrebbe essere sempre tutto così. Dovremmo andare in giro di notte ed essere sempre ubriachi in questo modo. E le lezioni - le lezioni dovremmo farle tutte dopo esserci fatti almeno una canna. Non sei d'accordo, Fred? Tu che ne dici? Io dico che dovremmo trasformarci in vampiri e vivere di notte tutto il tempo, come adesso. Sai che bello che sarebbe, no? Essere sempre così giovani e così belli come siamo ora. Certo, poi dovremmo bere sangue per vivere. Quello non sarebbe altrettanto piacevole. » Scoppia a ridere, mentre assimila lentamente le parole dell'amica. Si blocca per qualche istante, poggiandosi due dita sotto il mento come se stesse pensando a qualcosa di altamente intelligente. « Dico che una volta un compito dopo essermi fumato una canna l'ho fatto...ed ho disegnato una donna nuda sul foglio. Era astronomia, l'ho soprannominata "la costellazione della gnocca". Al prof non è piaciuto il mio estro artistico, tuttavia..Sono un genio incompreso... » Singhiozza teatralmente « Per il vampirismo non sarebbe male come idea sai? Cioè hai visto Twilight? Se brillassi alla luce come una Winx pure io sai che figata? Risparmieremmo un sacco d'elettricità a casa di nonna. Per il sangue ci si organizza...Vendono i lecca lecca gusto gruppo zero da Mielandia. Una volta l'ho assaggiato con una scommessa...Ho vomitato alla prima leccata » Rabbrividisce al ricordo. Non era stata una gran bella mossa quella, perchè quel pomeriggio aveva rigettato tutto ciò che aveva mangiato a pranzo, e fidatevi, vomitare il polpettone di nonna Molly non è una cosa bella. Una voce improvvisa lo fa sobbalzare, e Fred si stringe a Malia, lanciando un urletto spaventato assai poco virile. « Ommioddio un infarto! » Squittisce, prima di decifrare da dove possa provenire quella voce. Lady Tarrenhunt li osserva con un cipiglio infastidito, all'interno di quella grossa cornice dorata. Cerca di trattenersi dallo scoppiare nell'ennesima risata mentre Malia risponde a tono alla donna, fin quando non si ritrova costretto a pregarla assieme all'amica di non risvegliare tutto il castello. Alla minaccia del temibilissimo pennarello indelebile Lady Tarrenhunt si zittisce, e Fred non riesce a contenere un « Peccato, pensa che figata disegnarle un pene sulla faccia » Roba di classe insomma, Weasley. Normalmente non direbbe cose del genere di fronte a Malia (..cazzate, le direbbe eccome), ma l'alcool riesce ad intaccare persino quei pochi freni che abbia mai avuto.

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    « Ed eccoci qua. Ta daaaan! » Ridacchia Fred, sgusciando attraverso la porta ed aspettando che l'amica lo segua. Si guarda attorno una volta dentro, un sorriso da ebete a dipingergli il viso. « Hai visto? È tutto così posh e... guarda che lavelli! E gli specchi con queste cornici dorate? E la vasca! » Osserva l'amica saltellare mentre gli indica le varie tappe di quel bagno. Lui, dal canto suo, lo conosce già. Ma deve ammettere di non esserci mai stato da così ubriaco,quindi ciò che ha già visto, sembra ai suoi occhi qualcosa di completamente differente. Gira, gira tutto. E lui ride, non curandosene, poggiandosi una mano sulla pancia. « Mi sono sempre chiesto perchè ai prefetti è toccato tutto questo e a noi i bagni con Mirtilla Malcontenta. Che per la cronaca, sappi che mi perseguita, potrebbe spuntare da un momento all'altro. » Fa una breve pausa, sintomo che sta per dire l'ennesima stronzata grossa quanto una casa. « Beh se spunta le proponiamo una cosa a tre. Con un fantasma non l'ho mai fatta! Che dici? » Un Fred sobrio scapperebbe di fronte ad una prospettiva del genere. No, non la cosa a tre, quella è sempre stata un sogno che nonostante l'impegno non è mai riuscito a coronare, ma sì insomma, fare roba con Mirtilla, ci siamo capiti. Chiamatelo razzista ma le ragazze morte non l'hanno mai attirato particolarmente, che ci possiamo fare. « È per questo che siamo venuti qui, non è vero Freddie? Qualcuno doveva provarla no? » Annuisce, stringendosi nelle spalle mentre la osserva ruotare tutte le maniglie dei rubinetti. Lo scroscio dell'acqua lo distrae per qualche minuto, lo sguardo perso nel vuoto. Fin quando, in quel vuoto, non vede precipitare la felpa di Malia. Alza gli occhi e la osserva mentre si spoglia, mordendosi istintivamente l'interno della guancia. In una situazione normale, probabilmente starebbe arrossendo. Non che Fred sia mai stato un tipo timido, anzi diremmo tutt'altro, ma Malia è la sua migliore amica e..Insomma, potete capire il disagio che ne scaturirebbe dalla situazione. Ma ci troviamo di fronte ad un Freddie ed una Malia completamente strafatti e ubriachi, senza spazio alcuno per scrupoli inutili. « Dopo tutto non succede mica tutti i giorni che vieni nominato Caposcuola, no? Dovevamo festeggiare. » Quelle ultime parole suonano quasi ambigue al suo orecchio, mentre i suoi occhi sono fissi sull'amica, ormai completamente seminuda, intenta a giocherellare con il bordo della sua maglietta. Si morde il labbro inferiore mentre vaga con lo sguardo attraverso il corpo di lei, setacciandolo con particolare interesse. Sa che non dovrebbe pensare una cosa del genere, perchè lei è Malia e lui è Fred, ma..Gli piace. E' cresciuta, e lo ha fatto particolarmente bene. Per la prima volta dopo anni, forse per colpa dell'alcool o forse no, riesce a vederla sotto una luce diversa. « Ed esattamente, com'è che vuoi festeggiare? » Le domanda, decisamente ambiguo, mentre si avvicina ulteriormente a lei. Le sue mani si poggiano sulla pelle nuda dei suoi fianchi, mentre alza le braccia per aiutarla a sfilargli la maglietta e lascia poi che le dita di lei vaghino sulla cintura dei suoi pantaloni. Rimane in silenzio per qualche minuto che sembra durare un'eternità, perdendosi nei suoi occhi scuri in attesa di qualcosa, fin quando.. « L'ultimo che si butta è un Kingsley » Sobbalza, indietreggiando di qualche passo e coprendosi il viso con un braccio dagli schizzi d'acqua. Scoppia a ridere, e senza pensarci due volte si sfila i pantaloni, prima di gettarsi in acqua a sua volta, riaffiorandole accanto, così vicino da urtarla col proprio petto. Si passa una mano tra i capelli per scostare alcuni ciuffi umidicci dal viso, e, di nuovo, scoppia a ridere. « Non vale, sai? Non vale proprio. Prima mi distrai con gli sguardi ambigui e poi mi tradisci così! » Squittisce, stringendole le braccia contro il corpo esile per sollevarla. Un Freddie sobrio la lancerebbe dall'altro lato della vasca con una mossa di wrestling in piena regola, ma un Fred ubriaco si distrae fin troppo facilmente. E così eccolo, pericolosamente vicino al viso di lei, come non lo è mai stato prima d'ora. Si inumidisce le labbra, lo sguardo fisso sulle sue. « Sai cosa stavo pensando? Che se davvero vogliamo invitare Mirtilla per una cosa a tre, dovremmo prima fare una cosa a due... » Viva Fred Weasley ed i suoi modi di flirtare Si avvicina di più, sempre di più, fin quando non si ritrova a sfiorarle la bocca con la propria, rimanendo per qualche istante fermo,mentre un sospiro vi si infrange sopra. Poi..scoppia a ridere, lo sguardo improvvisamente rivolto alle spalle della ragazza. « Guarda cosa c'è là! » Sghignazza, alzando un braccio per indicare un punto non ben definito della vasca, laddove le sue mutande stanno galleggiando in mezzo alla schiuma. Devono essersi sfilate quando si è lanciato in acqua, senza che lui se ne accorgesse. Che gran peccato, non c'è che dire. « Ommioddio, aah che vergogna! » Urlacchia, ironico, scostandosi da lei per girarle attorno, immerso completamente fino alle spalle. « Oh beh, non ho mai visto nessuno farsi in mutande. » Cosa Fred? « Ops, farsi un bagno volevo dire! » Trattiene a stento una risata, prima di fermarsi davanti a lei e fuoriuscire dall'acqua sino al petto, le braccia incrociate. « Dai, sei lentissima. »
     
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    « Mi sono sempre chiesto perchè ai prefetti è toccato tutto questo e a noi i bagni con Mirtilla Malcontenta. Che per la cronaca, sappi che mi perseguita, potrebbe spuntare da un momento all'altro. Beh se spunta le proponiamo una cosa a tre. Con un fantasma non l'ho mai fatta! Che dici? » Si ritrova a ridacchiare, Malia, più forte e in modo più sguaiato di quanto dovrebbe. Continua a fare quei risolini un po' stupidi per tutto il tempo, senza fermarsi mentre ondeggia in modo un po' ambiguo di fronte all'amico. Un'ochetta, ecco cosa diventa la Stone quando è così ubriaca da non capirci più niente: un'ochetta giuliva in cerca di attenzioni e capace di fare qualunque cosa, perché del tutto senza controllo. Se in questo momento ci fosse, accanto a lei, una Malia sobria intenta ad osservare le sue azioni, questa probabilmente la trascinerebbe via da quel bagno per evitarle di fare una stronzata colossale, di cui senza dubbio si pentirà il giorno dopo. Ma è da sola, è ubriaca e Freddie nell'ultima estate si è fatto particolarmente carino, e questo non può ignorarlo - non se si trova in questo stato, per lo meno.
    « Vuoi dirmi che se non l'hai fatto con un fantasma prima, l'hai fatto con... altre persone? » e ridacchia ancora, nemmeno una traccia di imbarazzo che la sfiora al pensiero di Fred che fa cose a tre con gente. Non ci sono più freni, nella sua lingua così come nei suoi pensieri, pensa e dice qualunque cosa senza percepire necessariamente un qualche ostacolo. « E io non le faccio certe cose, poi. Ma per chi mi hai preso? Nonononononono » e così dicendo scuote la testa ripetutamente e si copre gli occhi, quasi come una bambina. « Non mi piacciono i fantasmi. Cioè mi piacciono, Nick-Quasi-Senza-Testa è pure simpatico, ma non mi piacciono in quel senso. No, mi piacciono solo le persone vere. » Ribadisce ancora, guardandolo dal basso, l'aria quasi preoccupata di fronte all'idea. È come se, in questo stato, non fosse più in grado di cogliere né il sarcasmo né l'ironia: tutto sembra estremamente serio, all'improvviso. Perfino l'idea di una notte di passione con Mirtilla Malcontenta per poco non la terrorizza.
    « Ed esattamente, com'è che vuoi festeggiare? » Sulle prime quasi non fa caso alle parole del rosso, troppo intenta a far scorrere lo sguardo avido sul suo petto nudo e sulle braccia muscolose. È solo Fred, le ricorda una parte di lei, ormai remota, lontana anni luce, e infatti non riesce propriamente ad ascoltarla. Perché, sebbene si tratti solo di Fred, avverte qualcosa di diverso in quello scambio di battute, di nuovo. È come se non fossero più Fred e Malia ma qualcun altro, all'improvviso. Forse sono le inibizioni che l'alcool abbatte, o forse è qualcos'altro. Però, per un motivo ancora sconosciuto, si ritrova a far passare gli occhi sulla sua figura, in modo decisamente poco discreto, e sorridere leggermente.
    « Non lo so. Non lo so proprio » dice, quel sorriso malizioso che si allarga di più sulle sue labbra mentre comincia già a fare qualche passo indietro verso la vasca, quasi a voler avere una visione d'insieme del suo corpo. « Ma è la tua serata, d'altronde. Sei tu che hai preso la spilla. Tu come vorresti festeggiare, Freddie? » chiede allora, inarcando un sopracciglio, senza smettere di osservarlo.
    Anche quando si trova all'interno della vasca, appoggia gli avambracci al bordo di essa, ed il mento su un polso, attenta a tutti i suoi movimenti. Lo guarda spogliarsi degli ultimi indumenti che gli rimangono, così da restare in mutande, per poi vederlo tuffarsi nell'enorme vasca, ed essere quasi completamente travolta dagli schizzi e dalla schiuma che provoca il suo arrivo lì dentro. Ride, divertita, e si spota verso quella direzione, solo per poi vederlo riaffiorare proprio accanto a sé. « Ops, scusa » ride ancora, divertita, quando si scontra inavvertitamente con lui, e ruota leggermente il busto per poterlo fronteggiare. È tutto così strano. La testa le gira fortissimo e perfino all'interno di quella vasca, completamente immersa nell'acqua calda e profumata, sente di star quasi per perdere l'equilibrio. Tutte sensazioni fittizie, create dalla sua mente, certo, eppure per un istante crede davvero di poter cadere da un momento all'altro.
    « Non vale, sai? Non vale proprio. Prima mi distrai con gli sguardi ambigui e poi mi tradisci così! » Aggrotta le sopracciglia, incuriosita, e sta per rispondergli ma lui la interrompe, stringendola a sé con le braccia forti e sollevandola in alto, tanto da farle scappare un gridolino acuto, che presto si trasforma in una risata divertita. Appoggia entrambe le mani alle sue spalle, pronta per il volo che è sicura Fred le farà fare da questa posizione, ma si ritrova a stare ferma per più di qualche istante.
    « Aaahhh! » urla ancora, per manifestare la sua contrarietà nei confronti di quella posizione in cui l'ha costretta, dove la testa le gira molto di più, tanto da riuscire a vedere l'intero bagno intorno a sé avvicinarsi e allontanarsi, quasi come un'ipnosi... Abbassa lo sguardo, incrociando il suo, e si sorprende nel ritrovarselo tanto vicino. Si chiede se non sia l'alcool a distogliere ogni percezione, eppure le basta un movimento quasi impercettibile della testa per avvertire il proprio naso scontrarsi con quello di lui e, quasi istantaneamente, si ritrova a rabbrividire. « Di quali sguardi ambigui... » sussurra a bassa voce, le mani che senza quasi accorgersene si ritrovano ad accarezzargli il collo e la nuca, delicatamente « ...stai parlando? »
    « Sai cosa stavo pensando? Che se davvero vogliamo invitare Mirtilla per una cosa a tre, dovremmo prima fare una cosa a due... » A quelle parole Malia inarca leggermente le sopracciglia. Fosse sobria, molto probabilmente si allontanerebbe di due metri come minimo da lui per poi scoppiare a ridere e cominciare a schizzargli addosso un sacco d'acqua; ma non lo è, per nulla, e la sua reazione alla richiesta velata di lui è soltanto una risatina leggera, non di scherno bensì maliziosa, quasi interessata a portare avanti quel contatto. E infatti, quando le labbra di lui sfiorano le sue, avverte quasi una stretta allo stomaco, ma dura un istante perché Fred se la sta già ridendo per qualcos'altro, lasciando andare la presa di lei, così che si ritrova di nuovo più in basso rispetto a lui.
    « Guarda cosa c'è là! Ommioddio, aah che vergogna! » Aggrotta le sopracciglia, voltandosi nella direzione che l'amico le sta indicando, rimanendo interdetta per qualche istante quando nota, a galleggiare in mezzo all'acqua e alla schiuma, i boxer del ragazzo. E anche lei a questo punto si ritrova a ridere, in modo quasi isterico, tirando la testa all'indietro e dovendosi tenere la pancia con una mano per il dolore.
    « Infame, l'hai fatto apposta! » si lamenta ridendo, schizzandogli un po' d'acqua. Lo sguardo cade nuovamente su quel pezzo di biancheria poco più in là, e nuovamente sul ragazzo di fronte a sé. Vorrebbe sforzarsi di tenere lo sguardo fermo sul suo viso ma, quasi inavvertitamente, si ritrova ad abbassarlo sul suo petto e sulla schiuma che per il momento lo copre. E ride di nuovo, sistemandosi meglio i capelli bagnati dietro la testa.
    « Oh beh, non ho mai visto nessuno farsi in mutande. Ops, farsi un bagno volevo dire! Dai, sei lentissima. » E queste probabilmente sono le uniche parole, durante la serata, di fronte a cui la mora probabilmente si ritrova ad arrossire. Non è certa del motivo, eppure quel riferimento così poco velato le fa colorare le guance di porpora, anche se solo per qualche istante. Lo guarda, dal basso, e lo segue con gli occhi mentre le vortica intorno, rivolgendosi a lei con fare provocatorio. Ride.
    « Lentissima a fare cosa, scusa? Non capisco proprio di che parli » ridacchia, continuando a fare la finta tonta. Gli si avvicina piano, quasi avesse paura di vederlo allontanarsi all'improvviso, e quando è abbastanza vicina appoggia le mani alle sue braccia, per poi farle scorrere con delicatezza lungo di esse. E stavolta non lo fa come quando erano al Campo di Quidditch, quando gli aveva tastato i muscoli divertita con fare amichevole, suggerendo che si fosse allenato durante quell'estate. Adesso il suo intento è puramente provocatorio, e mentre lo carezza con fare delicato si avvicina di più, tanto da arrivare a sfiorargli il petto bagnato con le labbra. Vi deposita un bacio caldo, e un altro ancora, con calma, per poi risalire fino all'incavo del collo, le mani che nel frattempo si dedicano ai muscoli sulla schiena, alternando carezze leggere a graffi provocatori. Le labbra, nel frattempo, sono intente a torturargli il collo, lasciando una scia di baci delicati, e a risalire sempre più su, con calma, fino alla mandibola, sulla guancia, a pochi centimetri dalle labbra. Le mani scendono piano più giù, fino alla vita di lui, e sembrano stare avanzando, ma è proprio lì che si bloccano. « Oddio, Fred » soffia a pochi centimetri dalle labbra di lui. « C'è Mirtilla Malcontenta dietro di te » e con queste parole parte anche uno schizzo d'acqua rivolto alla sua faccia, prima che la mora si allontani visibilmente dalla sua figura e cominci a schizzargli ancora addosso, ridendo.
     
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    « Vuoi dirmi che se non l'hai fatto con un fantasma prima, l'hai fatto con... altre persone? » Fa per rispondere, con tanto di indice alzato, gesto che lascia presagire che abbia qualcosa di intelligente da dire -cosa assai rara!- ma rimane in silenzio tuttavia, boccheggiante. Perchè in fondo, Freddie Weasley, di cose a tre non ne ha mai fatte. Non ricorda neanche come diavolo ci sono arrivati a questo argomento a dirla tutta, non che se ne vergogni, questo è chiaro ma ecco...E' strano. Se non fosse ubriaco quanto lo è -e fidatevi, è veramente molto ubriaco- non vi dico che starebbe arrossendo, ma quasi. Malia è la sua migliore amica, è vero, talvolta si dimentica persino che lei sia una ragazza e inizia a parlarle di metodi per conquistare le sue nuove fiamme...Ma, quando tenta di darsi un minimo di contegno -e quanto meno ci si sforza a farlo, e l'impegno è la cosa che conta di questi tempi- ha sempre cercato di non cadere in particolari scabrosi in sua presenza. Ma ecco, al momento qualsiasi rara traccia di autocontrollo esistente nell'animo esplosivo del piccolo ma grande Weasley è andata a farsi benedire, quindi preparatevi ad aspettarvi il peggio. O forse il meglio, chi lo sa. Ride dunque alle parole della ragazza, prima di decidersi per risponderle. Vorrebbe imbrogliare che uuuuh quante volte ho fatto cose a tre, proprio, come lavarsi i denti la mattina! ma decide di esser sincero. O quasi per lo meno. « E tutto questo interesse lo devo a qualcosa? » Domanda ambiguo « Comunque no, purtroppo. Ma mai dire mai nella vita, metti che un giorno Albus decide di ammettere che mi ama... » Scherza dunque, stringendosi nelle spalle per poi passarsi una mano tra i capelli con un gesto plateale. Il nostro Freddie ubriaco è un Freddie attore. Un attore di quelli scadenti e di quinta categoria, ma pur sempre tale. Ci accontentiamo. « Non lo so. Non lo so proprio. Ma è la tua serata, d'altronde. Sei tu che hai preso la spilla. Tu come vorresti festeggiare, Freddie? » Il tono di voce di lei è mellifluo, mentre lo osserva con sguardo malizioso. I suoi occhi vagano lungo il suo corpo e, inutile ammettere il contrario, quelli di Fred fanno lo stesso. Non v'è traccia dei soliti Malia e Fred, quelli che in una situazione del genere urlerebbero un "che schifo, copriti, ho appena mangiato". No, sarà forse l'alcool, saranno forse desideri nascosti e mai considerati più di tanto perchè troppo imbarazzante farlo, ma quelli non sono i soliti ragazzi che Hogwarts conosce. I due inseparabili Malia e Fred, tanto appiccicati tra di loro da non riuscire a pensare ad uno senza, automaticamente, pensare anche l'altro. Quelli sempre pronti a prendersi in giro da un momento all'altro, senza mai offendersi più di tanto. Ma adesso...Freddie non riesce a ridere della situazione in cui si trova. Non riesce ad ignorare il corpo esile ma ben formato di Malia che si erge seminudo sotto il suo sguardo. Non è capace neanche di nascondere quel desiderio che, siamo sinceri, ha iniziato a crescere in lui sin da quando si sono alzati da quel divanetto in sala comune per sgattaiolare al bagno dei prefetti. « Io uno o due modi per farlo ce li avrei, in mente » Dice allora, palesemente ambiguo, ed è altrettanto ambiguamente che si inumidisce le labbra con la lingua, lanciandole un'occhiata generale che ben poco ha di amichevole e discreto. Una volta in vasca, se la ritrova vicina, particolarmente vicina. Scherzano e ridono, ridono e scherzano come solo loro sanno fare, ma c'è qualcosa di diverso nell'aria. Si riesce a fiutare, e lo si vede pure. Con uno sguardo più attento ed una percezione particolarmente empatica -ma neanche poi tanto!- si potrebbero notare gli sguardi che si lanciano. Sono occhiate incandescenti, calde ed avvolgenti. Si uniscono ai loro sospiri facilmente percepibili in quei momenti di silenzio per poi culminare nell'inevitabile scossa che si insinua sotto la loro pelle ogni volta che si sfiorano. « Di quali sguardi ambigui... » Lei gli sfiora il naso col proprio, tremendamente vicina al suo viso, ma Fred, che proprio non ne vuole sapere di scostarsi, ricambia facendo lo stesso. « ...stai parlando? » Non le risponde tuttavia, mentre le sue mani vanno a vagare attraverso la sua schiena. Fin quando lei non scoppia a ridere, nel notare le sue mutande galleggiare alle loro spalle. Lo schizza con l'acqua ed entrambi scoppiano a ridere, prima di guardarsi nuovamente. Sente il proprio respiro irregolare mentre la osserva, nel silenzio di quel bagno che ormai li vede come unici protagonisti di un qualcosa che forse, l'indomani si pentiranno di aver fatto. O forse no. Ciò nonostante continua a guardarla, senza perdersi gli occhi di lei non appena vagano lungo il suo corpo sino a fermarsi alla parte nascosta dalla schiuma. Inarca un sopracciglio, mentre un sorriso carico di malizia gli illumina il viso. « Cos'è che guardi? » Domanda mellifluo. Non dovrebbe rigirare così tanto il coltello nella piaga, sa che non dovrebbe, ma al tempo stesso non riesce a smetterlo di farlo. E' un gioco di provocazioni pericoloso, quello nel quale sono precipitati. Un gioco del quale, una Malia Stone particolarmente brilla, sembra conoscerne ogni regola. Lascia infatti che lei gli stringa le braccia attorno al collo, sgusciando automaticamente verso di lei, mentre l'acqua accompagna i suoi movimenti avvolgendoli nel suo caldo abbraccio. Sente le sue mani scorrergli lungo i muscoli delle braccia e della schiena, e sospira sotto a quel contatto, mentre i baci caldi di lei rendono la sua pelle incandescente. Ogni suo tocco risveglia in lui una marea di impulsi che non avrebbe mai neanche immaginato d'esplorare in una situazione del genere e proprio con lei. Ciò nonostante, la cosa gli piace. Vorrebbe negarlo, potrebbe pure farlo conoscendo, ma non lo fa perchè così non è. Malia Stone gli piace, forse gli è pure sempre piaciuta. Ed al momento, tutto ciò che vuole fare è lasciarsi andare. Fottersene dei pettegolezzi che sa arriveranno -perchè insomma, Freddie e Malia?!-, dell'imbarazzo che li coglierà di sorpresa entrambi l'indomani, e di tutte quelle dannate regole che vietano a due migliori amici di andare oltre. In quel momento ci sono soltanto loro, Fred e Malia, stretti dalla morsa avvolgente dell'acqua tiepida e soggiogati dal calore di quei sospiri che si infrangono sulla loro pelle. E continua a sospirare, mordendosi il labbro inferiore mentre lei continua a lasciargli dei baci lungo il corpo, mentre le sue carezze gli percorrono la schiena alternandosi a qualche graffio. Lo sta provocando, e lo sta facendo anche particolarmente bene, c'è da dire. Le sguscia con le proprie mani dietro la schiena, accarezzandola a sua voglia, per poi posizionarle sui suoi fianchi per poterla stringere ulteriormente a sè. Aderisce al suo corpo con il proprio, e quel contatto lo fa rabbrividire, tanto quanto percepire le dita affusolate di lei farsi strada sottacqua, sfiorandogli dapprima il petto, poi il busto, ed infine sempre più giù. E mentre lei continua in quei gesti che, Fred lo sa, non ci metteranno poi tanto a fargli perdere la testa completamente, lui ricerca le sue labbra sfiorandole con le proprie, mentre le sue dita si soffermano per qualche minuto di troppo sulla chiusura del reggiseno. Sta quasi per sigillare ogni cosa con un bacio, che sembra essere la cosa che più spera sin da quando si sono alzati dalla sala comune, quando...
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    « Oddio, Fred! C'è Mirtilla Malcontenta dietro di te » Sobbalza, scattando sul posto per poi girarsi su se stesso per guardarsi attorno. « Ma cosa... » Mormora, ma non fa in tempo a girarsi verso di lei, che una marea di schizzi lo investe in pieno, costringendolo a chiudere gli occhi, fin quando non scoppia a ridere. « No, no, andiamo ferma! » Urlacchia, tentando di coprirsi il viso con le braccia. Ma sia mai che uno come Weasley rimane impassibile sotto una presa in giro bella e buona, quindi eccolo che in pochi secondi si getta letteralmente sull'amica, tentando di immobilizzarle le braccia ai fianchi. « Poi sarei io l'infame che fa le cose apposta! » Annuncia ridendo, e, di nuovo, pericolosamente vicino alla sua faccia. E questa volta, sarà l'impeto del momento, sarà che non trova metodo più efficace per farla smettere di bagnarlo, o sarà forse che lo vuole e basta..Il rosso si spinge in avanti, rapendo le labbra di lei in un bacio improvviso. Tutto gli suggerisce di staccarsi prima che sia troppo tardi, ma non ci riesce, ed è così che il gusto di lei, Malia Stone, sempre così vicina eppure perennemente così lontana, si fa spazio nella sua bocca. E gli piace. Gli piace e allora continua a baciarla, approfondendo sempre di più. La stringe a sè con le braccia, pressandole le dita sulla pelle dei fianchi tanto da imprimerne l'impronta. Aderisce poi al suo corpo col proprio, quasi a non volerla fare scappare, mentre le mani cominciano a risalire lungo la schiena di lei, lasciandole carezze di fuoco. Fin quando poi le dita non si soffermano sulla bacchetta del reggiseno, esitando qualche istante prima di sbottonarne i ganci. E' a quel punto che si scosta appena per riprendere respiro. Un Fred lucido starebbe arrossendo, con ogni probabilità, ma questo Fred del momento non riesce neanche a pensare. L'unica cosa che sa è che vorrebbe di più. Quel di più che non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato. La guarda allora negli occhi, mordendosi il labbro inferiore in un gesto che ha ben poco d'innocente mentre sussurra su quelle di lei. « Nell'eventualità che un Fred ed una Malia ubriachi dovessero fare una gran cazzata, assieme, questa notte, una Malia lucida quanto picchierebbe un Fred innocente l'indomani? » Scostandosi a quel punto dalla sua bocca per lasciarle qualche bacio caldo lungo la guancia sino a scendere lungo il collo. « No perchè, comunque, potrebbe non interessarmi. »
     
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    Le gira la testa. Quell'acqua calda e rilassante che li avvolge entrambi, il vapore sovrastante la vasca che annebbia la vista, e quel profumo di fiori, emanato dall'abbondante saponata che riempie il bagno, contribuiscono di gran lunga a quella sensazione di confusione mentale che guida ogni suo movimento ormai dalla Sala Comune di Grifondoro. Non crede di essere in grado di definire con lucidità quello che sta accadendo: lei e Fred sono vicini, pericolosamente vicini, e sembrano intenti nel fare quello che, ad un occhio esterno, chiunque che non li conosce come Fred e Malia, gli amici di una vita, inseparabili e per niente ambigui, definirebbe come flirtare. Chi invece li conosce bene, ed è consapevole di quel forte legame che li unisce sin dalla pre-adolescenza, nel vedere una scena simile potrebbe indicare le loro azioni con una sola definizione: errore madornale. Ma sono confusi entrambi, appunto, dal fumo e dall'alcol, e da quel tipico sprazzo di gioia giovanile che è peggio della migliore droga in giro, che entra in circolo e coinvolge tutto il corpo con quella veemenza propria di chi è fatto di risate, di spontaneità e di vita. « Io uno o due modi per farlo ce li avrei, in mente » E continuano così, a punzecchiarsi con fare malizioso e decisamente ambiguo, senza preoccuparsi troppo delle parole che vengono fuori dalle loro bocche, senza nessun tipo di filtro. Parlano e si guardano come fossero due sconosciuti, come se non ci fosse nient'altro a questo mondo che li lega, se non quei corpi seminudi che si bramano a vicenda, in modo sempre più palese. Si guardano in un modo nuovo, diverso, senza vergogna né preconcetti, come due estranei che non vedono l'ora di fare conoscenza l'uno dell'altro.
    Stranamente, non c'è traccia di nervosismo, nei movimenti di Malia. Accarezza la pelle di Fred con disinvoltura, tenerezza, e con la giusta dose di sensualità che la circostanza richiede. Si è trovata in una situazione simile solo una volta, prima d'ora, eppure i presupposti erano completamente diversi. Quella volta era importante; ed era normale sentire i brividi lungo la schiena, una leggera tensione in tutto il corpo, e le mani tremare ad ogni movimento. Adesso è Fred, e già solo queste quattro lettere sono sufficienti a spazzare via ogni tipo di preoccupazione che la sua mente potrebbe decidere di far sorgere da un momento all'altro; adesso non è importante, si dice, sono un mucchio di risate e l'istinto più puro a guidarli in quei movimenti, e a far sì che siano attratti l'uno dall'altro come due magneti. E quella sintonia che li ha sempre legati, nelle battute, nelle scorribande notturne tra i corridoi del castello, negli scherzi infami progettati per far morire di paura Albus, quell'intesa così autentica ora pare volerli legare ad un livello completamente diverso, del tutto inesplorato, più corporeo che spirituale. Malia non sa e non vuole sottrarsi a questo desiderio, che forse è rimasto sopito in un angolo della sua mente, ma che è parso così manifesto perfino in Sala Comune, poco fa, mentre si sorridevano e si sussurravano all'orecchio, quasi completamente estraniati dal resto del gruppo. Non è certa di cosa sia successo con esattezza, e del perché tutto questo stia succedendo con queste tempistiche, proprio stasera, proprio così, e probabilmente a tutto c'è un motivo. Forse stanno entrambi cercando di scacciare via la solitudine, oppure sono alla ricerca di qualcosa di semplice, gioioso, un motivo per dimenticare le sofferenze dell'ultimo periodo. Un motivo deve esserci, da qualche parte, perché due amici tanto vicini non mandano tutto all'aria per rendere ogni cosa più confusa senza una qualche ragione, ma la Grifondoro al momento non è in grado di trovarla. Riesce solo ad avvertire quella forte connessione con lui, quella vibrazione ancestrale che fa scattare una scintilla nei loro sguardi, e che rende le loro risate così diverse, cariche di attesa e di tensione.
    « Poi sarei io l'infame che fa le cose apposta! » Solleva lo sguardo nella sua direzione e gli sorride, nel ritrovarsi bloccata dalle sue mani, un po' per l'ilarità generale del momento e un po' perché si aspetta quello che viene dopo. E non viene delusa, quando le labbra di Fred incontrano le sue, avide di quel contatto, di apprezzare quel sapore nuovo e del tutto estraneo. E allora dischiude le labbra, mentre le braccia di lui scendono a cingerle la vita, e quelle di lei risalgono fino a sfiorargli la nuca, e lascia che quel bacio s'intensifichi di più, che i loro corpi aderiscano maggiormente, che il suo cuore picchi sempre con forza maggiore dentro al petto. E mentre continua ad assaporare quelle labbra morbide, e a mordicchiarle leggermente con fare sempre più provocatorio, avverte che è tutto così sbagliato. Loro due - proprio loro due - così attaccati, da soli, mentre si baciano, di nascosto da tutti quanti... è normale ritrovarsi a pensare che non è così che dovrebbe essere. Avverte addosso le mani di lui, incandescenti, più dell'acqua calda che li avvolge entrambi, e gode di quel contatto, di quelle dita impresse nella pelle, le stesse che l'hanno sempre sfiorata nel modo più innocente possibile, senza mai secondi fini. Si ritrova a pensare che vuole sentirsi sbagliata, per una notte, fare esattamente tutto quello che si sono sempre imposti di non fare, per via di norme sociali e in virtù di un rapporto d'amicizia troppo bello per essere rovinato da un desiderio passeggero. E se anche questa è una di quelle cazzate belle e buone, di cui si pentirà amaramente, lei ha voglia di commetterla, perché in questo istante, stretta tra le sue braccia e con il suo profumo inebriante sotto le narici, che le dà sempre di più alla testa, le pare impossibile provare rimorso per qualcosa di tanto piacevole.
    Socchiude leggermente gli occhi, mentre le loro labbra si distaccano, per guardarlo, le mani che dalla sua nuca scendono leggermente ad accarezzargli il petto; si accorge, nel compiere questo movimento, di una libertà eccessiva che le è concessa, e si ritrova a sorridere divertita, nel capire che è stato lui a sganciarle il reggiseno. « Nell'eventualità che un Fred ed una Malia ubriachi dovessero fare una gran cazzata, assieme, questa notte, una Malia lucida quanto picchierebbe un Fred innocente l'indomani? No perchè, comunque, potrebbe non interessarmi. » Le mani della ragazza scendono a carezzare i fianchi del rosso, mentre le sue labbra si piegano leggermente all'insù, e non riesce a soffocare una risata sommessa, che si mischia ad un sospiro di piacere nell'avvertire i baci caldi di lui sul proprio collo. Scuote leggermente la testa, scostando i lunghi capelli scuri bagnati da una parte, come a volergli concedere più spazio su cui lavorare, mentre le dita di una mano si stringono intorno al suo braccio, con energia.
    « Sul serio non ti importa di essere picchiato da me? » gli domanda in un sussurro, piegandosi di più in avanti, le labbra che gli sfiorano causalmente l'orecchio. Deposita un bacio leggero sul suo lobo mentre, per tutta risposta alla sua domanda, lascia scivolare il reggiseno lungo le braccia magre, per poi liberarsene completamente, gettandolo da una parte, senza farci troppo caso. Le sue mani si posano sull'addome di lui, un sorriso malizioso che colora la sua espressione, mentre lo spinge verso il bordo della vasca, fino a quando le sue spalle non aderiscono completamente con esso. Si avvicina a sua volta, fino a quando i loro volti non sono a pochi centimetri di distanza. « Non te l'hanno detto che certe cazzate si fanno in due, Freddie? » ride, con fare provocante, quel nomignolo da sempre amichevole ora assume un suono completamente diverso, mischiato a quei sussurri maliziosi. Torna a torturargli le labbra con le proprie, ne traccia il contorno con la lingua mentre le mani gli accarezzano prima le spalle, poi il petto, poi l'addome, e poi sempre più giù, in territorio inesplorato. A completare quello che aveva lasciato in sospeso prima del suo scherzetto su Mirtilla Malcontenta. E così lo accarezza, come non ha mai fatto, e come mai avrebbe pensato di fare, delicatamente, con quella gentilezza e quella prudenza che la contraddistinguono. Senza mai smettere di baciarlo. È strano, si ritrova a pensare, mentre con le labbra scende sul suo collo, è una sensazione che mai avrebbe immaginato di provare, ma in questo frangente la fa stare bene, l'idea di provocargli piacere. È soddisfacente sentire la tensione del suo corpo al proprio tocco, ed i suoi sospiri brevi, che si mischiano così perfettamente a quelli di lei. Gli bacia la spalla, le mani che ora risalgono lentamente sul corpo di lui, le labbra che vi concedono attenzione prolungata. Alterna baci delicati a piccoli morsi, facendosi strada sul suo addome piano, verso la superficie dell'acqua, fino al suo basso ventre, le dita che ora si aggrappano ai suoi fianchi, fino a graffiargli la pelle. Le labbra morbide che indugiano qualche istante, prima di lasciare qualche altro bacio all'altezza dei fianchi, quasi a voler aumentare l'attesa. Solleva lo sguardo per un istante, come per spiare la reazione di lui, ed un sorriso scaltro appare sulle sue labbra, appena prima di sparire sott'acqua.
     
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    Se, chissà per quale motivo al mondo, un giorno qualcuno gli avesse presagito o anche solo nominato per scherzo una cosa del genere, Fred Weasley sarebbe scoppiato a ridere di gusto. Lui e Malia in quel senso? Andiamo, no! L'idea non l'aveva mai neanche lontanamente sfiorato. Certo era che, di situazioni propense, ne avevano avute davvero tante, anche in passato. Si conoscevano ormai da così tanti anni che Fred aveva persino perso il conto. Era successo un sacco di volte che si fossero ubriacati, o che avessero fumato un po' troppo. Era accaduto altrettante volte che Fred avesse riportato Malia in spalla nella sua camera (ricavandosi non pochi calci e pugni della ragazza che di farsi trascinare come una donzella indifesa non ne aveva mai voluto sapere) e, adagiandola sul materasso, lei gli si fosse arpionata al collo facendolo precipitare. Si erano ritrovati allora vicini, i loro visi l'uno contro l'altro ed i loro corpi a strofinarsi reciprocamente, ma mai niente di più spinto era successo. No, perchè Malia e Freddie, tutte quelle volte che le loro labbra arrivavano quasi a sfiorarsi in quei momenti di delirio totale, finivano sempre per scoppiare a ridere, rotolandosi nel letto. Lei gli mollava un pugno (o talvolta una ginocchiata colossale alle parti basse che il ragazzo avrebbe, volente o nolente, ricordato la mattina dopo nonostante la sbronza), lui qualche pizzicotto, e la storia finiva lì. La storia di Malia e Freddie, quelle due inseparabili canaglie che di rovinare quell'amicizia speciale che avevano instaurato in tutti quegli anni con una stronzata del genere come baciarsi o chissà cos'altro, proprio non ne volevano sapere. L'aveva sempre reputata come una sorella, Freds, tanto che a volte si dimenticava persino che fosse una ragazza. Come quelle serate in cui, dopo averla invitata alla Tana dei Potter-Weasley, e dopo una giornata di allenamento intensivo sulle scope nel cortile, le si spogliava di fronte senza vergogna alcuna per mettersi il pigiama ed andare a dormire. Avevano persino dormito assieme, svariate notti, e non era mai successo nulla! ..Okay forse non proprio nulla nulla. Ecco, c'erano quelle volte in cui Fred si ricordava, diciamo involontariamente, che Malia beh..Una ragazza lo era eccome. Tutto regolare, in fin dei conti, tranne quando se lo ricordava mentre dormivano assieme. Sul divano del salone o nel proprio letto. Incidenti mattutini di percorso, quelli, del tutto involontari! Questo però Malia non sembrava volerlo capire, quanto meno le prime volte, e quante cuscinate e testate si era preso, il povero Weasley. Ma alla fine lui le chiedeva scusa, lei faceva altrettanto, ed ecco che il giro ricominciava tranquillamente. Ma questa volta è diverso. C'è qualcosa di diverso nell'aria. C'è qualcosa di diverso nel modo in cui si comportano. Negli sguardi che si scambiano, nei sospiri che emettono e nel modo in cui si toccano. Le mani di lei, che mai l'hanno sfiorato per altri motivi che non fossero di gioco o affetto, vagano lungo il suo corpo. Setacciano i muscoli delle sue braccia, lo accarezzano, si stringono ai suoi fianchi. E Fred sorride, sorride come un idiota mentre la testa gli gira e la stanza si fa sempre più calda. « Sul serio non ti importa di essere picchiato da me? » Le sta ancora baciando il collo, percorrendo la sua pelle avidamente, quando quelle parole lo distraggono per qualche momento. Si alza appena per guardarla, un sorriso che gli piega le labbra quando si accorge del fatto che ormai, anche lei, è completamente nuda. Si mordicchia il labbro inferiore, mentre lo sguardo vaga attraverso il suo corpo e si spinge anche fin sotto il pelo dell'acqua, senza vergogna alcuna. L'ha vista altre volte, seminuda, ma mai completamente. Mai così. Normalmente arrossirebbe, le lancerebbe qualcosa addosso per farla coprire e solo dopo scoppierebbe in una fragorosa risata. Ma non adesso. Adesso vaga con lo sguardo lungo il suo corpo, in maniera assai poco discreta, ed apprezza ciò che vede con un certo desiderio. Scuote la testa allora, e quando le mani di lei si poggiano sul suo busto, spingendolo verso il bordo della vasca, un sorriso malizioso gli colora il viso. La sua schiena aderisce contro la parete gelida della vasca, ed un sospiro trapela dalle sue labbra.
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    « Non te l'hanno detto che certe cazzate si fanno in due, Freddie? » Inarca un sopracciglio, e fa per dire qualcosa, quando le labbra di lei ritornano ad inglobare le sue. E ricambia quel contatto, il rosso, poggiandole entrambe le mani sulle guance mentre intreccia la propria lingua con la sua, fin quando un leggero singulto non si infrange sulla bocca di lei, quando sente le sue mani vagare lungo il proprio corpo per soffermarsi infine lì, proprio lì. Lo accarezza, donandogli attenzioni che mai avrebbe immaginato di ricevere proprio da lei, e Freddie sospira, visibilmente compiaciuto. E' una sensazione nuova, decisamente inaspettata, acuita dall'effetto dell'alcool. « Sì, hai ragione, si fanno in due » Sussurra ad un certo punto, tra un bacio e l'altro, muovendo la mano sott'acqua per insinuarla in mezzo alle sue gambe, ricambiando il favore. Il tocco è delicato, ma al tempo stesso deciso mentre esplora quei territori proibiti ed entrambi si perdono in quelle carezze che mai avrebbero pensato di dedicarsi un giorno. Ma Malia non si lascia distrarre, senza interrompere quella scia di baci bollenti e provocatori che continua a fargli tendere i muscoli sotto le sue labbra e proferire quei sospiri a tratti spezzati. E' strano, pensa. Probabilmente l'indomani non ricorderanno nulla di tutto ciò, e se lo ricorderanno, si paralizzeranno dalla vergogna per ciò che hanno fatto. Ma poco gli importa, al momento. Si sono già spinti troppo oltre, ed adesso mente e corpo si riuniscono in un unico desiderio comune. Averla. Le sue mani si allontanano lentamente dal proprio operato per poggiarsi sulle spalle di lei non appena la percepisce fin troppo vicina al suo punto più debole, e cala gli occhi per guardarla, sorpreso da quello che sa -e che in un certo senso spera- sta per succedere. Si morde il labbro inferiore con una certa foga, giusto in tempo per cogliere l'ultimo sguardo malizioso di lei prima di sparire con la testa sott'acqua. Ed è allora che ha inizio, quella stronzata dalla quale non potranno più tirarsi indietro l'indomani. La stronzata più bella che abbia mai fatto, visti i preamboli. Ha inizio con le labbra di lei a contatto col suo corpo, ed i sospiri di lui che si intensificano sempre di più. Le poggia una mano tra i capelli, mentre l'altra la passa tra i propri, umidicci, per scostarseli dalla fronte. Chiude gli occhi allora, mentre col bacino si spinge leggermente in avanti, nella sua direzione. Certo è che questo non se lo aspettava, decisamente. Ed è strano. Strano che tutto quel piacere lo stia provando proprio con lei, Malia, la stessa Malia che ha sempre riempito le sue giornate coi loro guai ed i loro scherzi. Ma non vuole pensarci, al momento, ed in un certo senso non può nemmeno farlo. Perchè la sua mente è già andata in standby da qualche minuto, mentre innumerevoli scariche elettriche gli percorrono il corpo intero ed uno strano quanto incontenibile calore confluisce tutto in quella direzione. Infine, quando i suoi sospiri si trasformano in ansimi, e gli sembra di arrivare a sfiorare le vette di quel peccaminoso paradiso con la punta delle dita, la aiuta a risalire, Freds, scostandole i capelli umidi dal viso e cercando le sue labbra nell'ennesimo bacio. La lingua che si intreccia a quella di lei e ne percepisce attraverso qualche traccia rimasta di sè. Sorride sulle sue labbra a quel punto, mentre tenta di far calmare il respiro irregolare. Il cuore che gli martella il petto, e quel fuoco che gli ribolle ancora dentro. « Se domani questo non me lo ricorderò, mi incazzo » Sussurra in un soffio, il tono di voce ironico e oltremodo ambiguo al tempo stesso. Questo e ciò che verrà. Perchè non è finita lì, chiaramente. Ha raggiunto la porta del paradiso ed adesso vuole entrarvi. Vuole di più, questo Weasley completamente soggiogato dall'alcool. Se devono rovinarsi, lo faranno assieme. Se devono sbagliare, lo faranno per bene. E allora le sue braccia si stringono contro il busto di lei, spingendosi in avanti per farla aderire contro la parete opposta della vasca, laddove è possibile ad entrambi stare in piedi. Continua a torturarle le labbra con le proprie, mentre con le mani vaga lungo il suo corpo, setacciandone ogni angolo ed esplorandone ogni centimetro avidamente, con quel tocco desideroso e a tratti famelico che mai avrebbe pensato di dedicarle. Stanno sbagliando, lo sa bene. Per loro, per la loro amicizia, per le questioni in sospeso che hanno alle spalle: Amunet e Samuel. E chissà forse l'indomani verranno condannati, forse verranno additati, o forse litigheranno, non si guarderanno in faccia per qualche giorno e cercheranno di non rimanere da soli nella stessa stanza per più di qualche minuto. Ma al momento, il rosso non riesce a pensare ad altro, mentre con le labbra e la lingua vaga lungo il corpo di lei, baciandola e pizzicando piccoli lembi di pelle coi denti. Infine, quando l'attesa si fa incontenibile, la solleva su di sè, lanciandole un ultimo sguardo come in cerca di un permesso che sa giungerà in automatico. Perchè in fondo, è ciò che volevano sin da quando sono entrati lì dentro. E allora lo fanno: sbagliano. Si gettano in quel mare d'incognite che li spetterà tra qualche ora, per intero. Uno sbaglio che ha del paradisiaco, senza ombra di dubbio. Un mantra fatto di baci bollenti e gemiti soffocati. Sospiri, ansimi e movimenti fluidi, sinuosi ed avvolgenti. E più si spinge attraverso di lei, Fred, più cerca le sue labbra con le proprie e le sue dita si imprimono contro la sua pelle, più la desidera. E passano secondi, minuti, chissà forse persino di più, non riesce a decifrarlo fin quando quel connubio di desiderio e passione non si fa incontenibile, esplodendo infine, svuotandolo. Svuotandolo proprio di ogni cosa, del respiro, ad esempio, o del battito cardiaco che sembra fermarsi per qualche istante. Ed è allora che, scostandosi appena, si lascia andare contro di lei, affondando in acqua mentre i muscoli in tensione lo abbandonano, ed un sorriso stanco ma compiaciuto a decorargli il viso. La accarezza delicatamente nel tempo che ora scorre veloce tutto d'un tratto, la vista leggermente appannata fissa sul suo corpo nudo, intento nell'ennesima contemplazione. « Direi che anche se domani ci condanneranno a morte, e se non lo faranno gli altri lo faremo noi stessi, ne è valsa la pena, mh? » Sibila sfinito, mentre una risata lo coglie alla sprovvista, scoppiando fragorosa. Si stringe a lei allora, mordicchiandole un orecchio giocosamente, mentre sente i primi cenni della stanchezza post sbornia riaffiorare. Sì, ne è valsa decisamente la pena.
     
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