Knocking on hell's door

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  1. Born Villain!
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    Passi lenti battevano delicatamente sul pavimento marmoreo, risuonando e disperdendosi in tutto il lungo corridoio con un ritmo calmo e regolare, infrangendo il silenzio che poco prima regnava sovrano. Le sue iridi cristalline erano impegnate a scrutare minuziosamente l'ambiente che lo circondava, cercando di penetrare affondo quell'enorme rettilineo che sembrava quasi essere infinito. Solo una serie di piccole luci artificiali contrastava lo spento colore delle pareti, limitando di poco il senso di dispersione che quel corridoio nero poteva suscitare.
    Camminava ormai da qualche minuto, armato di quell'espressione eccessivamente sicura che non lo abbandonava mai, chiedendosi che tipo di persone avrebbe potuto incontrare in un luogo come quello. Lo stile un po' rétro dell'architettura non suscitava di certo emozioni allegre, donando al posto un fascino cupo che lo ricopriva come un leggero lenzuolo. Non avrebbe incontrato di certo un'esuberante combriccola, e la cosa lo aggradava non poco. Del resto, non si trovava lì per farsi degli amici. L'appuntamento era stato fissato per le ore undici, in maniera stranamente veloce e professionale, cosa che inizialmente gli fece storcere un po' il naso, ma a cui non dette più peso del dovuto. Magari era abituato male lui, oppure al quartier generale dell'inquisizione erano tutti super operativi, quello che contava davvero era che, finalmente, era riuscito ad ottenere un colloquio per entrare a far parte della suddetta squadra. Cosa fondamentale, per gli obiettivi futuri.
    Una rilassante melodia iniziò ad accompagnare il rimbombare dei sui passi, fischiata in modo lento e docile, mentre pensava a cosa avrebbe dovuto aspettarsi una volta di fronte a Raphael Gecko, l'uomo incaricato di esaminare il biondo Lancaster. Non conosceva il suo esaminatore, se non per qualche storiella giunta fino alle sue orecchie, ragion per cui non poteva avere una chiara idea su come si sarebbero svolti i fatti. Varie ipotesi balenarono nella sua mente, dalle più sciocche alle più drastiche, raffigurate attraverso una rappresentazione fasulla creata dalla sua psiche. Stava per immergersi in una realtà cruda e non adatta ai deboli di cuore, ma non credeva sul serio nell'eventualità che il colloquio si rivelasse particolarmente ostico o addirittura pericoloso, ne tanto meno che sarebbe stata una passeggiata, doveva però comunque prendere in considerazione ogni ipotesi e vagliare ogni possibilità, in modo da ritrovarsi pronto in qualsiasi situazione.
    La sua camminata si arrestò di colpo, non appena i suoi occhi avvistarono una targhetta appesa al muro, raffigurante il nome del suo esaminatore. Si girò lentamente verso la porta in legno che delimitava l'entrata nell'ufficio del signor Gecko, prendendosi qualche secondo per sistemarsi l'abito, conscio del fatto di essere in anticipo di qualche minuto. Strinse leggermente il nodo della cravatta, nera come la giacca ed il pantalone, che si stagliava su di una camicia di cotone colorata da un pallido rosso sangue. Le ossa del collo vennero fatte scricchiolare in modo quasi sadico, prima che un'espressione seria e poco raccomandabile prendesse forma sul suo roseo viso. Il momento era finalmente giunto, l'esito di quel colloquio avrebbe fatto la differenza tra un allettante e tanto bramato futuro ed uno decisamente poco auspicabile.
    Un sospiro anticipò lo sbattere delle nocche sul pesante e resistente legno della porta. Una volta ed una volta ancora, per essere sicuro che la persona dall'altro lato della porta avvertisse la sua presenza. Il sordo rumore prodotto rimbombò per tutto il corridoio, interrompendo un'altra volta il silenzio che si era nuovamente creato. Portò entrambe le mani dietro la schiena, attendendo un cenno di consenso per entrare nell'ufficio, mentre le sue iridi blu fissavano un punto non ben precisato della struttura in legno.
    - Avanti.- Esclamò una voce nella stanza.
    La mano destra si posò repentina sulla fredda maniglia in acciaio, per poi spingerla verso il basso spalancando la porta, permettendo l'entrata all'ex serpeverde. Non si curò neanche in modo superficiale degli oggetti che lo circondavano, puntando subito le sue pupille verso la figura posta a pochi metri da lui. Raphael Gecko, probabilmente. Guardò l'uomo per qualche secondo, scrutando i lineamenti di quello che sembrava essere un viso poco incline alla gentilezza ma per niente intimidatorio. Che fosse proprio lui Raphael? Non aveva tempo per sciocche supposizioni.
    - Sono Marcus Lancaster. - Esordì fiero, marcando la pronuncia del suo nome con tono quasi altezzoso. - Sono qui per il colloquio. - Proferì infine, lasciando che un impercettibile ghigno arrogante si palesasse sul suo viso decretando una metaforica apertura delle danze.

    Edited by Born Villain! - 15/9/2017, 01:57
     
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