Draw phase

bello figo hugie

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    Metto le mani avanti e ve lo dico subito io: no, non ho niente da fare. Niente di meglio che stare seduto su una delle svariate rampe di scale della guferia, su un gradino scomodo e freddo, ad aspettare la posta.
    Ormai erano passate due ore, ma del vecchio Guillaume ancora non c'era traccia. Sbuffai irritato, affondando la testa tra le braccia, a loro volta appoggiate sulle ginocchia. Uffa, uffa, uffa! Odiavo non fare niente. Era così... noioso! L'unica cosa che mi permetteva di resistere, e magari non sbroccare male, era l'idea del pacco che la mamma mi aveva inviato. Lei sapeva sempre come farmi felice, conosceva i miei gusti e le mie passioni. Non come gli altri. Tutti pronti a puntare il dito contro di me e additarmi come quello strano. Insomma, solo perché passavo il mio tempo libero - e quello rimanente - tra giochi e apparecchi babbani... leggevo fumetti e manga, cantavo canzoni della Disney, interrogavo chiunque su i loro giochi da tavolo preferiti. Cose così insomma. Poi c'era il quesito supremo: Pokémon o Digimon? La risposta a questa domanda rivelava molto su una persona, almeno a parer mio, così come quando si chiede quale famiglia di Game of Thrones si preferisce. Domande che possono influenzare un'amicizia, ecco. Per esempio, prendiamo mio cugino Hugo: io e lui condividiamo le stesse passioni, e ci vogliamo un mooondo di bene, ma alla prima di queste grandi domanda ha risposto male. Lui preferisce i Pokémon ai Digimon, io l'esatto contrario. Non sapete che litigata! Siamo andati avanti per più di quattro ore ad esporre i motivi per cui uno dei due gruppi di mostriciattoli prevalesse, palesemente, sull'altro. Io difesi a spada tratta i miei amati amici del mondo digitale, tirando fuori all'occorrenza le mie carte da collezione raffiguranti ogni digimon dalla prima all'ultima serie. Il mio preferito? Veemon ovviamente. Insomma, è forte, carino e blu.
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    Solo cose belle insomma.
    Sollevai la testa quel poco necessario per poter vedere il ramo su cui solito si poggiava Guillaume. Niente, ancora vuoto. Dove diavolo si era cacciato quel maledetto pollo?
    E giù! Ancora una volta la testa riaffondò tra le gambe, permettendomi di assumere la chiara posizione da depresso malinconico che cerca di ignorare le gioie degli altri. « Quante carte davanti a te... » E ora, signore e signori, sarebbe partito l'inconsapevole momento karaoke sponsored by Léo Weasley. Chiariamoci, non lo facevo sempre. Sotto la doccia canto sempre - se so di non essere ascoltato - e ne sono pienamente consapevole. Anzi, mi gaso un sacco. Poi ci sono quei momenti in cui, standomene per le mie, nel mio cervello inizia a suonare randomicamente una qualsiasi base musicale, ed ecco che senza rendermene conto finisco col cantare. Inutile dire che, il novantacinque percento delle volte, sono le sigle dei cartoni animati le papabili vittime delle mie stonature. « Le hai trovate in un libro che... » In realtà, udite udite, mi era stato fatto notare in passato di non cantare per niente male. Probabilmente era uno dei vantaggi di avere, da qualche parte che ancora non avevo scovato, delle caratteristiche da veela. La mamma era mezza veela! Il che rende me, mio fratello e mia sorella dei quarti di veela. Neanche fossimo dei tagli di carne. L'unico problema - nella mia testa risultava essere un problema - era che sia Lucas che Maelys vantavano un certo fascino che in me sembrava non esistere. Loro erano belli ed estroversi, io piccolo, impacciato e decisamente introverso. « Ti ha reso magica... » La vita era ingiusta e lo sarebbe sempre stata. A chi tutto e a chi niente. Io dovevo rassegnarmi e abituarmi alla mia incredibile scoordinazione e a una carnagione fin troppo chiara. Avete presente Casper? Ecco, io ero messo così in termini di carnagione anche dopo aver passato una settimana al mare. « Voglio il paccooooo! » Che vita grama.

     
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    Hogwarts era bellissima, tutti amavano Hogwarts! E come dar loro torto? Stiamo parlando di un castello millenario in cui i più grandi maghi e le più eccelse streghe della storia della comunità magica hanno abitato e hanno imparato ciò che li ha resi grandi ed eccelse, appunto. Per non parlare del cibo squisito, dei passaggi segreti, delle scale a cui piace cambiare e, insomma.. tanta roba. Quanto a Hugo Weasley, il rapporto che aveva con la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts era altalenante, odi et amo e cose così. Di certo il figlio di Ron Weasley e Hermione Granger non avrebbe mai potuto, neanche impegnandosi, rimanere indifferente trovandosi nel luogo che aveva segnato la storia dei suoi genitori e dell'intera sua famiglia! Ma tutte i bei ricordi e le storie terribili riguardo la Seconda Guerra Magica venivano messe in secondo piano, se confrontate con l'odi che bilanciava l'amo. Il grande, grandissimo difetto di Hogwarts: internet. Ogni Primo Settembre Hugo era sempre il cugino meno felice di dover saltare sull'Espresso per Hogwarts e questo perché ogni kilometro macinato verso il profondo nord del paese abbassava sempre un po' di più le tacchette della ricezione segnale; con esse, l'umore di Hugo. Avere intorno Freddie, Albus e Malia praticamente ad ogni ora del giorno riusciva a distrarlo, ma un vizio ormai profondamente radicato alla mente lo costringeva a mettere sempre quella dannata mano nei pantaloni e a buttare un occhio sullo schermo: c'erano giorni in cui sembrava andare bene, altri in cui.. lasciamo perdere. Quel particolare giorno, le cose andavano bene. Il fine settimana si stava avvicinando, sia Fred che Malia erano impegnati negli allenamenti dei Grifondoro e Hugo aveva deciso di ritagliarsi per sé un classico momento misantropia. Con la faccia incollata allo schermo del suo smartphone, a cui aveva apportato tutte le modifiche possibili per renderlo il più ricettivo possibile, marciava lentamente su e giù per il castello come un pellegrino in processione. Ogni tanto si fermava, strofinava le dita sullo schermo e ripartiva. Leeeento! Giù per le scale principali, oltre l'ingresso, avanzando per il cortile in pietra. Cosa poteva mai fare un Hugo già libero da tutti i compiti assegnati dai professori se non giocare a Pokémon Go? Il giovane Weasley era infatti uno di quegli irriducibili appassionati che ancora non si era convinto a liberare spazio in memoria disinstallando l'applicazione che avrebbe dovuto letteralmente rivoluzionare il mondo delle realtà aumentate, andando a colpire miliardi di ragazzini nei loro affetti più cari. Beh, con Hugo c'erano riusciti! « Uuuh, un Dratini! Finalmente! » cinguettò estasiato tra sé e sé. Erano settimane che girava in lungo e in largo alla ricerca di Dratini, che gli avrebbe dato accesso ad uno dei suoi pokémon preferiti per eccellenza! Ma finora la ricerca era stata infruttuosa: solo qualche Caterpie e pidgey, Pidgey, PiDgEyYyYyYyY!! Ne aveva così tanti che avrebbe potuto creare un esercito di terribili Pidgey da guerra e conquistare il mondo. Eppure Hugo era un ragazzo semplice, desiderava unicamente un grosso drago obeso con cui lanciare iper raggi, è chiedere troppo forse? « Ma adesso ti becco io.. » e con un gesto sapiente da vero maestro, lanciò la pokéball. Tiro curvo, +10 punti! Che bomber!! Eppure.. la sfera continuava a girare e girare e girare, senza fermarsi. Quello stupido pokédex non veniva aggiornato. Solo allora, gli occhioni nocciola caddero oltre il gioco, nella barra in alto. L'operatore, l'orario.. il segnale assente. « No.. oh no... no! No no no no no! » Nulla di tanto grave sarebbe potuto accadere, neppure il ritorno del Signore Oscuro: stava rischiando di perdere il frutto di quella lunga, estenuante e paziente ricerca! Il suo preziosissimo Dratini! Schizzò come un pazzo oltre il cortile interno del castello, mentre la mente lavorava a pieno regime per trovare la soluzione più veloce ad un problema tanto complicato. L'unica soluzione che trovò in quel momento fu cercare un punto che avesse la copertura massima.. ovvero un luogo alto. La torre di Astronomia era certamente il punto più alto del castello ma, per quanto fosse smilzo, era sicuro che non sarebbe arrivato in cima senza incappare in due o tre infarti! Non servirono poi molti calcoli per capire che la guferia fosse il luogo più vicino che faceva al caso suo. Corse a perdifiato per diversi corridoi, superando gruppi di studenti con un intercalare di Permesso e Scusate! Scalò la rampa che l'avrebbe portato alla guferia, due gradini alla volta, e si fiondò dentro col cellulare sollevato. « Dai dai dai dai dai! » aveva preso a piagnucolare, orientando il cellulare in ogni senso possibile affinché quel maledetto segnale tornasse.. e tornò! Il gioco si riavviò, facendo illuminare gli occhi di Hugo di una vana speranza, remota e improbabile. Quando la mappa del luogo - completamente spoglio, per il GPS babbano - si dispiegò nello schermo, del suo meraviglioso Dratini neanche l'ombra. Sospirò, ritrovandosi un piccolo Léo Weasley che lo guardava spaesato. E Hugo guardò lui, spaesato. « Ehi, Patatomon.. » bofonchiò buttandosi accanto a lui e scompigliandogli un po' i capelli. Sporge un po' in avanti il cellulare perché anche suo cugino possa vedere la fonte della tristezza di Hugo e la sua profondità. « ..avevo trovato un Dratini, il mio Dratini! E per colpa di questa cacchio di connessione e del cacchio di ministero del cacchio... bam, persa. Perso tutto. Persi i miei sogni di gloria. » Si portò le gambe al petto sbuffando, proprio nella stessa posizione di suo cugino e con il mento sulle braccia, lo guardò. Léo Weasley era l'unico in famiglia più piccolo di lui, era letteralmente il cucciolo di casa.. ma malgrado la giovanissima età, tutti i geni di sua madre gli si leggevano in volto. « E tu cosa ci fai qui tutto solo? Aspetti un gufo? Mh.. fammi indovinare, zia Fleur ti manda un pacco? » Wow, che deduzione brillante! Elementare, Weasley.
     
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    La domanda sorge spontanea: perché affidare la posta e i pacchi a dei pennuti dalla dubbia intelligenza? Voglio dire, è un attimo che si distraggano e patatrac! Addio corrispondenza. Uno conto è una lettera o un messaggio ancora più piccolo, e su quello potrei anche stare zitto, ma qui parliamo di un pacco di inestimabile valore! Se a Guillaume fosse successo qualcosa? Il solo pensiero mi fece venire le palpitazioni, aumentando di una tacca il livello di ansia chhe avevo raggiunto. Quel volatile era un allocco, in ogni senso, e non mi sembrava impossibile immaginarlo schiantarsi contro un albero, una scopa, o un aeroplano. Tutti scenari che finivano nel medesimo modo: la perdita, ed eventuale distruzione, del mio pacco. Iniziai a sbattere i piedi con impazienza, come quando hai quattro anni e tuo padre o tua madre si rifiutano di comprarti il peluche che ti piace tanto.
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    Ecco, uguale, il problema che di anni non ne avevo più quattro, bensì quindici.
    Quindici. Ero il più piccolo in casa, ero il più piccolo persino tra i mille mila cugini Potter-Weasley, ma per fortuna mi salvavo a scuola. La consolazione nel sapere che esistevano ragazzini più piccoli tra le mura della scuola, grazie Hogwarts.
    A destarmi dai miei nefasti pensieri, decorati da scene di morte di allocchi e un senso di inadeguatezza generato dalla giovinezza, fu ovviamente Hugo. Non so come faceva, forse era anche un po' merito mio, ma di tutti i parenti che bazzicavano in quel luogo, lui era quello che incontravo nove volte su dieci. E per fortuna. Non che ci siano trascorsi con gli altri, Albus era okay, di Freddie invidiavo il fisico, Lulah mi faceva un po' di paura forse ma... Hugo era quello con cui mi sentivo sempre a mio agio. Noi condividevamo un simile modo di pensare, innumerevoli passioni e, soprattutto, una dipendenza incontrollata da internet.
    Internet che era ben più potente di ogni magia, capace di farci accedere a serie tv, mmorpg, YouTube, Instagram! I babbani erano stati così geniali nell'inventare una cosa così... e noi maghi tanto stupidi dal rifiutarla. Capite la coglionaggine?! Cioè, a scuola era addirittura proibito! Roba da matti. Fortuna che né io né Hugo ci saremmo separati dai nostri apparecchi elettronici, neppure se considerati illegali.
    « Ciao Hugie... » Avrei dovuto anche io trovare un soprannome nuovo per lui, magari sempre a tema Digimon. « ...che fai qui? » Domanda stupida. Tempo tre secondi, quanto bastò perché il Corvonero si mettesse a suo agio sullo scalino, e mi accorsi che teneva stretto in mano il suo smartphone. Pokémon Go. Probabilmente era l'unico in tutto il Regno Unito che ancora giocava a quell'affare. Chiaramente lo scaricai anche io appena uscì, anzi, ancora prima! Sfruttando un account fake per effettuare il download dall'Apple Store neozelandese, riuscì ad avere il gioco prima di molti altri. Troppo avanti ragazzi, mamma mia. « Mi dispiace. So quanto ci tieni ad avere un Dragonite tutto giallo e tutto ciccia. » Cosa ci trovava la gente in quello pseudo-leggendario poi... mille volte meglio Dragonair!
    « Devo dire che non ti sfugge proprio nulla, Sherlock! » Quanto adoravo il personaggio di Conan Doyle! Talmente tanto da vedere ogni film o serie televisiva inerenti alle opere ideate dall'autore. Il mio preferito, al momento, era Elementary. « La mamma mi ha mandato un pacco pieno di... » Momento momento momento. « Perché non provi a indovinare? » La mia specialità era far di tutto un gioco, anche le cose più banali. « Hai a disposizione due aiuti, anche se non credo ti serviranno. » Hugo era il più sveglio tra tutti i cugini, o meglio tra i cugini maschi, se la giocava con sua sorella per la prima posizione. « Accetti di giocare? » Figuriamoci! Quando mai Hugo Weasley si tirava indietro davanti a un indovinello? « Se riuscirai ad indovinare, cosa che io non metto in discussione, conoscendoti, potrai beneficiare di qualsiasi cosa ci sia all'interno di suddetto pacco. » Come aumentare la suspense ed invogliare il cugino preferito a partecipare: fatto. « Però se sbagli... cosa succede se sbagli? » Lasciai a lui l'ardua decisione sulla penalità da portare avanti in caso di risposta errata. « Una chance, risposta secca. Se non indovini sei out! » Et voilà, les jeux sont fait.

     
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    Abbassò per l'ultima volta lo sguardo affranto verso lo schermo dello smartphone, su cui ancora Pokémon Go stava girando: mappa vuota, avatar che girava su sé stesso e di tanto in tanto correva a destra e a manca sotto gli influssi pazzerelli del GPS. Picchietta un paio di volte il polpastrello, aprendo il Pokédex e.. niente, speranza persa per sempre. Eh vabbè sospira mentalmente, facendo scorrere il dito per chiudere l'applicazione e mettere finalmente via il cellulare. Mettiamo via anche il dolore. Sentiva di aver perso una chance, un'occasione d'oro! Qualcosa per cui il 99, 2% della popolazione di Hogwarts gli avrebbe dato del pazzo, dello svitato o semplicemente dello sfigato. Era questa la pesante croce che i nerd portavano, Léo poteva capirlo molto bene.. o quasi bene, dato che il suo bel cuginetto non sembrava aver mai realizzato a pieno la bellezza di Dragonite! Primo, è alto e possente, lo puoi cavalcare! Secondo, se si incazza son cacchi amarissimi per tutti data la potenza stratosferica che può generare, è canon!. Terzo, è dolcissimo, è praticamente un cucciolo morbidissimo che puoi abbracciare e coccolare all'occorrenza. Chi lo vuole un Onix spigoloso o quella poltiglia schifosa di Muk quando puoi avere un tenero, affettuosissimo, perfetto Dragonite tutto per te? Era questo che da anni cercava di spiegare a Léo e a metà Pokémmunity sui vari forum dell'internet ma niente, loro non capivano. Loro erano ottusi. E allora pace, non avrebbe certo sprecato fiato con gente che preferisce un Charizard ad un Dragonite. « Devo dire che non ti sfugge proprio nulla, Sherlock! » Hugo alzò entrambe le spalle, come a voler dire "Lo so, sono fatto così (((:". Ebbene sì, a Hugo Weasley ben poche cose sfuggivano! Sherlock Holmes? Il suo spirito guida. « La mamma mi ha mandato un pacco pieno di... perché non provi a indovinare? » Un secondo netto per processare le parole di suo cugino, metabolizzarle, farle salire alla coscienza e prendere atto che, sì, il suo leoncino gli aveva appena lanciato una sfida. O un gioco, per dirla bonariamente alla maniera dei tassorosso! Ma parlare di challenge è più interessante, fa risvegliare lo spirito del player che sa benissimo chedietro quel muro di nebbia dovrà affrontare un Boss. Ogni sfida era così per Hugo, tuttavia Léo gli aveva proposto niente meno che.. indovinelli! Mi spiace Boss, a 'sto giro sono overlivellato. « Uhmpf! Tu che sfidi me a tirare a indovinare! Non è leale.. per te! » Buttò indietro la testa, sospirando con fare molto melodrammatico. « E comunque io non è che indovino, io deduco! » Mica qualcuno avrebbe detto a Sherlock Holmes che provava a indovinare le cose! Pura eresia. « Hai a disposizione due aiuti, anche se non credo ti serviranno. Accetti di giocare? » Sorrise dolcemente in direzione del rampollo francese della famiglia: non c'era neanche gusto a pigiare l'acceleratore della competizione con lui, era troppo sportivo! Sì, per Léo tutto quello era davvero solo un gioco. Hugo si sfregò pensieroso due dita sul mento. « E se indovino, che vinco? » Domanda più che lecita! Non che fosse un avaro in cerca di ricompense, il piccolo Hugo. Ma quando si gioca a qualunque cosa, mettere tutto in chiaro fin da subito è fondamentale.. o si rischia di litigare, come quella volta in cui i due cugini avevano provato a coinvolgere tutto il resto della famiglia in una campagna di D&D. Terribile. « Se riuscirai ad indovinare, cosa che io non metto in discussione, conoscendoti, potrai beneficiare di qualsiasi cosa ci sia all'interno di suddetto pacco. » Moooolto interessante! Zia Fleur era sempre stata una madre molto affettuosa col suo cucciolo, il che lo portò a pensare che dentro quel pacco ci sarebbe dovuto essere solo qualcosa di molto gustoso: dolci forse? O il vecchio gameboy di Léo dimenticato a Villa Conchiglia? Sperò non si trattasse di mutande nuove. « Però se sbagli... cosa succede se sbagli? » C'era anche quell'eventualità, in effetti. Remota ma possibile. Si grattò assorto una guancia, pensandoci su. « Se sbaglio e vinci tu.. io metterò a tua disposizione il mio talento investigativo per un caso a tua scelta! » alzò l'indice verso l'alto. « Uno solo, completamente gratis, senza limiti. Non importa quanto sarà difficile, io te lo risolverò! » Fino a quel momento Hugo si era sempre rifiutato di diventare un investigatore su commissione, ogni volta che gliel'avevano chiesto aveva sempre rifiutato. Gli sembrò quindi una giusta moneta di scambio.. anche perché, andiamo, non avrebbe mai perso! E poi quale sarebbe potuto essere il grande problema di quel cucciolo bellissimo di Léo Weasley? Scoprire il mistero del perché alcuni calzini spariscono dal baule di notte, forse! Adorava suo cugino e aveva sempre visto in lui la vita perfetta del classico adolescente con una bella famiglia e un futuro tutto da esplorare. Allungò la mano verso il piccolo tassorosso, per suggellare l'accordo: « Se ci stai, io sono pronto! Due aiuti, anche se non penso mi serviranno. Mi dai due indizi o devo farti io due domande? » Si sfregò le mani sulle ginocchia, pronto alla sfida.

     
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