Carpe diem

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    Ravenclaw pride
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    Sala Grande, in un tranquillo mattino di Settembre. Tranquillo si fa per dire, dato che l'intera scuola era entrata in un vortice di psicosi per via del ballo che il preside Kingsley aveva annunciato durante il banchetto di inizio anno. Yayyy! Un cacchio, dato che eventi del genere mettevano Hugo Weasley in imbarazzo. Non era propriamente un animale sociale, si era capito? Non aveva il talento nel rapportarsi alle persone di Freddie o la dolcezza di Malia che sapeva farsi amare da tutti, né.. qualunque cosa avesse Albus. Il vuoto cosmico per cui delle persone proprio non sembrava fregargliene, o così almeno piaceva far vedere in giro. Era proprio con i suoi tre moschettieri preferiti che stava facendo colazione, quella tranquilla mattina di settembre, quando un lampo di genio attraversò gli occhi di Fred. Discutibile scelta di parole, genio. « Ragazzi miei, qui si ride e si scherza ma non abbiamo ancora parlato di una cosa importante.. - voltò lentamente il viso e Hugo notò come avesse quella faccia. Oh no. Era la sua faccia da Imperatore Palpatine che da l'ordine 66. - ...con chi andrà il nostro Hugie al ballo?! » Eccolo! Sapeva che prima o poi quel deficiente di suo cugino avrebbe sganciato la bomba! In fondo il periodo "Hugie nuovo portiere dei corvi" era passato - non proprio, quasi passato - e il caposcuola aveva bisogno di materiale fresco per rimpolpare l'umorismo generale a discapito della mente del gruppo. Il rosso si sporse sul tavolo verso Albus e Malia, con ancora in mano il coltello sporco del burro con cui aveva pesantemente farcito il suo croissant. « Io punto sulla tassa che somiglia a Taylor Swift! » e tornò a sedere composto, annuendo con un sorriso sornione, puntando il coltello verso il tavolo dei tassorosso: laggiù, un'ignara Azura Jackson stava chiacchierando con una compagna ed era bellissima.. cacchio quanto somiglia a Taylor. Hugo rimase trenta secondi buoni imbambolato a guardare come i raggi del sole mattutino le toccassero i capelli biondissimi, come una ragazza qualunque di Nashville con una chitarra in mano. Albus d'altro canto alzò le spalle, schioccando la lingua sarcastico: « Io punto su Hugo che si occuperà delle fotografie. Quanto è triste essere il fotografo di un ballo?! » e incontrò lo sguardo del corvonero, sghignazzando. Hugo mormorò un "infame" sottovoce, scandendo bene la parola perché Potter potesse leggerla. Era ordinaria amministrazione tra loro, crescendo se n'erano dette di tutti i colori! « Sono qui eh? E comunque.. non è che mi piaccia proprio così tanto Taylor Swift. Insomma, dai.. » e un brivido gli corse lungo la schiena. Sciacquati la bocca col sapone, brutto bestemmiatore blasfemo: inginocchiati sui ceci, fustigati e canta "Love Story" finché le lacrime non avranno ripulito la tua vergogna! Malia lo avrebbe guardato malissimo se non fosse partita in quarta, battendo le mani: « Cosa?! Hugie!! Ti piace Azu e non mi dici niente?! » Il corvonero sventolò le mani in avanti, mormorando un tiepido « Non l'ho mai detto! ...cioè non è che non mi piaccia, anzi.. » ma questo non frenò l'entusiasmo della sua migliore amica. « E allora te la faccio conoscere, aaaaah! » La Stone si voltò verso la tavolata dei tassi ma Azura era sparita, doveva aver finito la sua colazione, pronta per la nuova giornata.
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    « Oh ma è andata via! Va bene, allora oggi mi starai appiccicato finché non la incontriamo! » Mali, perché? La positività e l'entusiasmo di Malia Stone erano un'arma a doppio taglio, era sicuro che nella sua mente già ci fosse un gigantesco, luminosissimo hashtag #Azugo. Quanto alla mente di Fred e Albus, troppo intenti a ridere tra di loro, non era sicuro che ci fosse abbastanza spazio per alcunché. « Dai Hugito, fatti aiutare! Se riesci a farti portare al ballo stappiamo finalmente quella bottiglia di "Brughiere incantate" che stiamo tenendo in fresco per te! » Ah, la sapeva bene la storia del Brughiere: Fred aveva vinto quella bottiglia di vino ad una stupida lotteria e, chissà per quale motivo, aveva deciso che non l'avrebbe aperta finché.. « Non barare Fred, quella è per quando Hugo verrà deflorato e diventerà finalmente una signorina! » Infame due volte. Si stropicciò gli occhi, imbarazzato da quella storia vecchia. Malia assestò un colpetto alla spalla del serpeverde. « Eddai! Hugie sono sicura che Azura.. o chiunque altra vorrà venire al ballo con te sarà fortunata! » Ironico, pensò Hugo: proprio ironico, dato che per un paio di giorni aveva pensato di invitare proprio Malia. E ora avrebbe pensato che, se gliel'avesse chiesto, sarebbe stato solo perché era talmente scemo o sfigato da non aver trovato nessun'altra! No, l'opzione Malia venne immediatamente scartata e alla stessa velocità il cervello aveva preso a lavorare, mentre le dita tamburellavano. Gli ingranaggi giravano alla velocità della luce, finché una soluzione fra tutte gli parve la più accettabile: rischiare. In una faccenda tanto delicata come gli inviti del ballo, non poteva sperare in un risultato certo quindi tanto valeva metterle da parte, le sue stupide stime e i suoi calcoli mentali. Si alzò in piedi e puntò l'indice verso Fred: « E comunque tu sei un babbeo, smettila. » a cui Fred rispose con una faccia falsamente sconvolta. Il dito passò poi verso Albus: « Tu non saresti buono neppure come fotografo, che se ti chiedono di "mettere a fuoco" ti giri alla ricerca di due ceppi di legna, smettila anche tu. » Il serpeverde fece spallucce, con la sua solita espressione da "eamecheccazzomenefregaammé". L'indice infine raggiunse Malia: « E tu.. hai ragione, cacchio! E ora.. se volete scusarmi, vi faccio vedere io! » Oltrepassò la panca e iniziò a marciare verso il capo opposto della tavolata dei Grifondoro, sotto gli sguardi attoniti, incuriositi e parecchio divertiti dei tre amici. Sì, perché non si pensi che un ragazzo cervellotico come Hugo Weasley possa avere solo una scelta, in testa! Aveva pensato di invitare Malia, vero, ma l'amica non era stata decisamente l'unica a frullargli in testa. Fu per questo che, come un fulmine a ciel sereno, si piantò di fronte alla figura di Scout Gallagher, che tra un sorso e l'altro di tè stava finendo di leggere il capitolo di un libro. « Ehi Scout, ciao! » cinguettò vagamente imbarazzato, sedendosi di fronte alla ragazza. Aveva conosciuto Scout al corso di Aritmanzia e l'aveva subito colpito, per innumerevoli motivi: primo, era bellissima e i suoi capelli sembravano fatti di fuoco; secondo, sembrava l'unica veramente interessata alla materia; terzo, si chiamava Morrigan, che per inciso è il suo personaggio preferito della saga di Dragon Age!, e quando una volta le si era presentato definendosi un Custode Grigio, lei aveva avuto quantomeno il cuore di ridere. E poi, a dirla tutta, quando la guardava pensava vagamente a Sansa Stark di Game of Thrones e la stanza diventava improvvisamente calda. Perché non l'aveva invitata subito, dunque? Ah, per le sue stupide percentuali! L'aveva osservata a lungo a lezione, e dagli elementi che aveva trovato era giunto alla conclusione che non fosse fidanzata: nessun anello o gioiello particolare, nessun compagno fisso accanto a lezione o in Sala Grande, nessun chiacchiericcio in giro per il castello. Ma l'assenza della prova non è la prova dell'assenza e.. ok, se l'era un po' fatta addosso. Curioso: proprio ciò che stava per succedere anche in quel momento, dal momento in cui Scout alzò i suoi grandi occhi verso di lui. « Ti chiederai perché ti ho disturbata, lecito! Tranquilla, non ti faccio perdere più di due minuti ma.. avrai intuito che fra poco ci sarà un ballo. Intuito forse non è proprio il termine più corretto perché non ho mai dovuto usare il linguaggio dei segni con te, ci senti benissimo quindi saprai che fra poco ci sarà un ballo. » Prendi fiato, tesoro. « Oddio, non sei non udente vero? Non ho fatto una figura? No perché nel lingaggio dei segni so dice solo "ciao" o "vado al bagno"! » Scout Gallagher lo guardò vagamente spaesata. Perfetto: Hugo era appena entrato in modalità diarrea verbale, chiaro sintomo del fatto che fosse imbarazzato come poche altre volte. « però l'avrei capito se tu fossi sorda ma credo che ti stia facendo diventare sorda io, ah? ...cooomunque sì, insomma, il ballo. Ecco, nel caso tu non sia diventata sorda davvero e cacchio, potresti denunciarmi per lesioni e rovinarmi il futuro per sempre!, ... ecco, ti andrebbe di venirci con me? Naturalmente mi farebbe piacere anche se tu fossi sorda! Ti direi "ciao" e "vado al bagno" per tutta la sera ma in fondo ehi, non andiamo tutti un po' al bagno, metaforicamente parlando? » Hugo, quello che hai appena detto non ha senso. Riprenditi, che hai così tanto sale in zucca da far salire la pressione! Si alzò di scatto, con entrambe le mani ancora sul legno della tavola. « No no tranquilla, non rispondermi ora, sarai un po' frastornata! Prenditi del tempo, pensaci e mi fai sapere, ok? Mi trovi in giro, qui, in biblioteca, in classe, mandami un gufo, un messaggio, una mail.. ah no, non funzionano più i cellulari, cacchio. Poi non ho neppure il tuo numero. » Scrollata di spalle. « Sì, insomma.. pensaci, ok? » e le sorrise. Un sorriso tirato che voleva vincere la resistenza dei suoi muscoli pietrificati. Certo, perché ora oltre ad esserle sembrato un maniaco, sorrido come il Joker. Bene ma non benissimo. Avrebbe avuto bisogno davvero di un'intuizione geniale per capire cosa stesse passando per la mente di Scout: sperò qualunque cosa che non prevedesse una denuncia per molestie.
     
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    Pimpante. Quale aggettivo migliore per descrivere l'incredibilmente allegra proprietaria di quella chioma rossa che sembra incapace di scollarsi il sorriso dalla faccia. Scout è sempre stata una creatura estremamente radiosa, anche nei momenti più bui, in quelli dove il morale è sotto i piedi e tutti sembrano sull'orlo di una crisi di nervi. Sarà che ha sempre pensato davvero poco a ciò che la circonda, lasciando che l'esterno le fluisse addosso come acqua. E' probabile che fosse questo uno dei motivi che l'aveva resa assolutamente immune all'isterismo generale che aveva scatenato il grandioso annuncio. Un ballo. Anzi rettifico, il ballo. Assolutamente avulsa all'idea di trovare qualcosa anche di vagamente piacevole nel dover indossare un vestito lungo con vertiginosi tacchi annessi, Scout era rimasta fuori da quel mondo incasinato in cui ragazzi e ragazze si stavano buttando a capofitto nell'insensata speranza di fare colpo su questa o quella persona, e magari di stracciare la concorrenza. Lei? Lei era rimasta ad mangiare la sua sacra colazione mentre il vociare convulso attorno a lei si organizzava, mettendo giù piani e strategie più o meno fallimentari. Era certa che ci sarebbe andata, Scout Gallagher non dice mai di no ad una festa, ma un accompagnatore o un'accompagnatrice? Quelli non avevano nemmeno sfiorato l'anticamera del suo cervello. Anche Rocky, che non era sicura si sentisse propriamente in se in quel momento, ne stava parlando ormai da giorni. «E' così grosso te dico!» le stava dicendo descrivendo figurativamente quello che Scout aveva capito essere un diamante. Non che ne avesse mai visto uno in vita sua. Di quelli veri s'intende. Di roba tarocca ne aveva vista a fiumi, dal momento che sua zia amava collezionare una miriade di cianfrusaglie di cattivo gusto e dal dubbio valore economico. Scout non sarebbe stata in grado di distinguere un diamante da un grosso pezzo di vetro, figurarsi capire la differenza fra un taglio smeraldo e un taglio brillante. E molto probabilmente non l'avrebbe mai scoperto. Ciò nonostante si mostrò entusiasta e raggiante come suo solito. « Le piacerà sicuramente, Rocky.» disse, come per rassicurare il tassorosso che sapeva in realtà di non dover rassicurare affatto. Drogomir non era certo il tipo da farsi troppi problemi, sicuramente, se fosse stata più sveglia e mal pensante, Scout avrebbe capito che sotto doveva esserci una di quelle sue solite malefatte. A dire il vero non la capiva tutta quella voglia di fare qualcosa di grandioso per invitare Missy, che non le era mai stata troppo simpatica. Bella da far invidia a qualsiasi ragazza in quel castello, ma probabilmente più stupida della stessa Scout che non aveva mai brillato per genialità. Inoltre, Scout ne era venuta tristemente a conoscenza, per essere magra com'era Missy mangiava poco e niente. Si alimentava sostanzialmente di acqua e aria, e poi proprio quando stava per morire probabilmente ingurgitava un pezzettino di formaggio. Rabbrividì al pensiero. Una delle sue regole era stata diffidare da chi la mattina non si ingozza mangia a colazione.
    Perciò lei continuava a mangiare quell'enorme brioche alla crema e a bere il suo tè, cercando di non perdere il filo del discorso di Rocket e allo stesso tempo sforzandosi di leggere per l'ennesima volta il capitolo III di storia della magia. Come suo solito arrivata alla quinta riga qualcosa di più interessante, come il volo di una mosca, il fastidioso rumore provocato dallo stridere della forchetta contro la ceramica del piatto, la distraeva, perciò con il ronzio incessante alle sue spalle era difficile, quasi più del solito, mantenere una concentrazione che non le era mai appartenuta. Come quella volta al secondo anno quando durante una lezione di volo aveva rischiato di cadere dalla scopa perché troppo presa dal fruscio del vento tra le fronde degli alberi. Alla stessa identica maniera il brusio della Sala Grande cullava i suoi sensi verso la distrazione.
    « Ehi Scout, ciao! » la voce che arrivò alle sue orecchi le fece alzare lo sguardo all'improvviso, dandole finalmente un buon motivo per non leggere più quello che in realtà le sarebbe servito a lezione. Hugo Weasley stava prendendo posto di fronte a lei, senza un apparente motivo. Il corvonero le era stato simpatico dalla prima volta che gli aveva parlato. Certo, era un tipo un po' strano, buffo, ma lei con questo genere di persone ci andava a bracchetto. D'altronde chi più di lei poteva conoscere le mille e uno sfaccettature della goffaggine e dell'imbranataggine? Lei che una volta era scivolata sul pavimento bagnato nella folle e gloriosa corsa verso la libertà. E' riduttivo dire che in quell'occasione fosse diventata rossa quanto la chioma che la rende tanto fiera. « Ciao Hugo!» rispose lei sorridendogli calorosamente. Mise giù l'enorme tomo, che a differenza di quelli dei suoi compagni, era malconcio e pieno di sottolineature non perché le avesse fatte lei, chiaramente. Quando le capitava di mettersi a sottolineare finiva sempre per imbrattare tutte le pagine senza mai riuscire ad estrapolare il succo del discorso. Dispersiva come sempre. «Ti chiederai perché ti ho disturbata, lecito! » annuì, quasi sorpresa che il ragazzo le avesse quasi letto nella mente. «Tranquilla, non ti faccio perdere più di due minuti ma..» le disse. «Non preoccuparti, non ho nient'altr...» provò a dire lei venendo però interrotta dal vomito di parole che sembrava iniziarsi a riversare dalle labbra del ragazzo. «[color=yellow]Avrai intuito che fra poco ci sarà un ballo. » Annuì ancora una volta, senza ben capire dove realmente volesse andare a parare. «Intuito forse non è proprio il termine più corretto perché non ho mai dovuto usare il linguaggio dei segni con te, ci senti benissimo quindi saprai che fra poco ci sarà un ballo.» Inarcò appena il sopracciglio, dubbiosa. «Oddio, non sei non udente vero? Non ho fatto una figura? No perché nel lingaggio dei segni so dice solo "ciao" o "vado al bagno"! » Scosse la testa, incapace di dire anche solo una parola davanti alla fiumana di parole pronunciate dal corvonero, fra molte delle quali non riusciva nemmeno a trovare un vero e proprio nesso logico. « però l'avrei capito se tu fossi sorda ma credo che ti stia facendo diventare sorda io, ah? ...cooomunque sì, insomma, il ballo. Ecco, nel caso tu non sia diventata sorda davvero e cacchio, potresti denunciarmi per lesioni e rovinarmi il futuro per sempre!, ... ecco, ti andrebbe di venirci con me? Naturalmente mi farebbe piacere anche se tu fossi sorda! Ti direi "ciao" e "vado al bagno" per tutta la sera ma in fondo ehi, non andiamo tutti un po' al bagno, metaforicamente parlando? » si prese una breve pausa, giusto il tempo per respirare. Giusto il tempo per vedere dipingersi sul volto della grifondoro un enorme sorriso entusiasta. Era sul punto di parlare, di dire la sua, di interagire finalmente in quella conversazione a senso unico della quale sembrava una semplice spettatrice. Ma niente, Hugo Weasley sembrava aver messo il turbo. Probabilmente gli si erano rotti i freni, o non sapeva come smettere di parlare. A dirla tutta alla Gallagher sembrava anche brutto e scortese interromperlo. Magari Hugo Weasley voleva fare l'oratore, o forse era una nuova pratica sperimentale per rendere sorde le persone. Non lo sapeva. Fra l'inaspettatissimo invito e quel miscuglio di parole dalle quali aveva ricavato si e no due o tre frasi che per lei avessero senso, Scout sembrava più distratta che mai. « No no tranquilla, non rispondermi ora, sarai un po'
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    frastornata! Prenditi del tempo, pensaci e mi fai sapere, ok? Mi trovi in giro, qui, in biblioteca, in classe, mandami un gufo, un messaggio, una mail.. ah no, non funzionano più i cellulari, cacchio. Poi non ho neppure il tuo numero. Sì, insomma.. pensaci, ok?
    » disse lui, rimanendo lì imbambolato. Se glielo aveste chiesto Scout avrebbe probabilmente concordato sul fatto che il corvonero sembrasse un po' inquietante. Ma giusto quel po'. Non da far accapponare la pelle, come spesso le era successo guardando Arthur e i suoi strani amichetti. Non di certo. Hugo era più un inquietante carino.
    Rimase interdetta, giusto un istante. In realtà ci tenne a lasciare che qualche breve momento desse il tempo al ragazzo di riprendere fiato da quella che sembrava essere stata una vera opera di improvvisazione. Non fiatò, anzi il suo volto si crucciò in un'espressione interrogativa. Stava aspettando che riprendesse a parlare. Era quasi sicura che avrebbe ripreso, ma quando vide il sorriso tirato del ragazzo farsi sempre meno naturale dedusse che forse, molto probabilmente, se così avessero voluto gli astri, le era stata concessa la parola. «Ah, è il mio turno? .» domandò, con la sua voce squillante. « Non sono sorda, forse adesso appena un po'» disse, sturandosi un orecchio « Ma poi com'è che si parla questo linguaggio dei segni?»e dicendolo accompagnò le sue parole con un gesto della mano, come per dire che sciocchezza è mai questa? « Certo che voglio venirci al ballo con te!. » si alzò di scatto, facendo sussultare la tipa seduta al suo fianco. Insomma, chi mai al mondo avrebbe rifiutato l'invito di Hugo Weasley? Carino, simpatico, certo un po' troppo intelligente per i suoi standard, ma non avrebbe trovato un accompagnatore migliore. Poi le aveva fatto una sorpresa, e Scout amava le sorprese. « Sono contentissima che tu me l'abbia chiesto, insomma non che stessi cercando un accompagnatore..» ammise, senza curarsi del tatto con cui le parole fuoriuscivano dalle proprie labbra sottili. « Però sì.» e si sporse oltre il tavolo per abbracciarlo « Ci vengo di corsa al ballo con te!.»
     
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