VUOI VENIRE AL BAGNO CON ME?

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    No vabbè, zi', te lo sei spizzato er trailer de Star Wars? T'o dico, io e Giggi stamo pe tera. Ma che me significa? Mado er fomento, zi'! Fatte senti' che tocca parlanne. Bella,
    Valerio


    Vale', ma porca de quella, come cazzo fo seconno te? De qui na wifi manco a pagalla. T'o giuro, voglio tipo mori', me pare de esse tornato ner medioevo porca la putta'. Poi dicono che semo noi italiani a sta 'm pezzo ndietro. Ipocriti. De Star Wars nun ne parlamo te prego che me vie' da piagne. Cerco de torna' per Natale, ma la vedo mpo' scura, eh. Bella, salutame er drago de Scampia,
    Stefan


    Me ste a fa pena, Ste'. Nun sai che te perdi. Oh, ma poi quer ballo de finocchi, come ste messo? Bella zi', te risaluta,
    Valerio


    Lassamo sta, vah. Qui stanno tutti a fa inviti che pare che stanno lippe lappe pe sposasse. Pure mi fratello ha acchittato na coattata rara pe a regazzetta sua, quella che pare c'abbia a merda sotto ar naso de prassi. Na robba che n te dico. Poi me sa che tocca pure vestisse da stronzi de classe, robba che io nun me metto na camicia dai tempi de a comunione, che pure ar matrimonio de mi cuggino ce so annato co a ferpa de a Stussy (quella decente, c'è presente, no?). Te dico, io me sa che manco ce vo, oh. Poi de qui ce sta tipo na mezza gara a chi fa l'invito cor cazzo più duro. T'o dico io: sti qui n c'hanno n cazzo da fa tutto ar giorno pe pensa' a ste cagate. Vah, te saluto. Bella zi',
    Stefan


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    Ma perché me ne so annato da Roma mia? Una domanda lecita, quella che Stefan si poneva ormai dal suo arrivo in quella terra di grigiore. Se un tempo aveva pensato che i pariolini fossero la peggior feccia dell'umanità, ora aveva pian piano cominciato a rivalutarli, guardandosi attorno solo per vedere cose che lo lasciavano di volta in volta più basito. Mado, F4 a stecca. Aveva assistito a qualche invito di alcuni suoi compagni, tutte cose molto teatrali, piene di fronzoli, alle volte cervellotiche o anche solo plateali. Di fronte a quelle scene non si era curato di rafforzare gli stereotipi sugli italiani, e dunque aveva congiunto le dita a forma di becco, sventolando la mano in un tipico gesto famoso nel bel paese per essere tradotto con 'ma che cazz?'. Ci aveva pensato molto, a questa storia del ballo, e si era convinto che la sua presenza sarebbe stata oltremodo fuori luogo, anche e soprattutto perché non aveva intenzione di staccare soldi per il noleggio di uno smoking che lo avrebbe fatto stare scomodo per tutta la serata. D'altra parte, anche gli amici che inizialmente avevano condiviso la sua presa di posizione di non andarci, nel giro di pochi giorni avevano tradito le proprie stesse parole, sperticandosi in inviti di ogni sorta da far rabbrividire per lecchinaggio. C'era rimasto male, Stefan, come al suo solito, perché quando si dice una cosa bisogna pure farla, mica che il giorno dopo fai il contrario. Aveva dunque dato ai suddetti amici della massa di infami caini (testuali parole), dicendogli che ora non aveva senso fare lo stronzo e rimanersene in sala comune per tutta la sera. Andare a bere ad Hogsmeade da solo, poi, era piuttosto triste persino per lui. Così aveva preso un respiro profondo e aveva accettato quel fato. "Allora, hai pensato a chi invitare? E come glielo chiederai?" storse le labbra nell'espressione del più grande bo della storia. "Pe invita' invito la Weasley." "Quale?" "E c'hai raggione pure tu, so na squadra de carcio. Comunque pensavo Lily." Sorrise il compagno, sollevando le sopracciglia in un'espressione allusiva. "E cosa avevi in mente per farlo?" Si schiarì la voce, voltandosi meglio verso Jackson per guardarlo dritto negli occhi come se gli stesse spiegando qualcosa di difficilissimo. "Senti qua. Na cosa a cui n c'ha pensato popo nessuno dentro a sta baracca. Vo lì." e dicendolo indicò la Weasley con un cenno del mento "La saluto. Me stai a seguì? Oh, sta attento eh, che è na cosa complessa." Quello annuì vigorosamente, sporgendosi con fare interessato. "E senti mpo' che je dico. Je fo popo così: 'Ao, che ce voi veni' ar ballo co me?'" "Così?" Me pari deluso. "Così." "Non ti pare un po' poco?" "A Ja', fattelo di', a me sti teatrini che state a fa me paiono tanto - passame er francesismo - na frociata. Da noi sti balli vostri li chiamavamo feste d'istituto e la cosa più romantica che potevi fa pe na tipa era non anna' n coma etilico, figurate se me metto a fa e proposte de matrimonio." Non era certo che Jackson lo stesso davvero seguendo, ma non aveva importanza. Scansò il discorso con un cenno sbrigativo della mano, alzandosi dalla panca per avvicinarsi al punto in cui era seduta la rossa. Come se niente fosse prese posto accanto a lei, dandole una lieve spallata per attirare la sua attenzione. "Bonasera." disse serenamente, non curandosi troppo delle persone sedute assieme a lei - probabilmente i suoi mille parenti. "Ao, senti mpo', che ce vieni ar ballo co me?" Pitto pitto, senza tanti convenevoli.
     
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    Il ballo aveva preso d'assalto tutta la scuola, ma Lily dal canto suo non sembrava essere particolarmente interessata all'accaduto. Aveva passato giornate intere a lamentarsi con Fred, che dalla sua aveva ben pensato di staccare il cervello e uscirsene solo con un sonoronon posso crederci che ci va con Watson. Fred non era la compagnia adatta. Quindi ci aveva provato con Albus, che praticamente ad un certo punto staccava il cervello, ogni qual volta Lily passasse in rassegna tutti i motivi per cui un ballo era un attacco di massa alla femminismo. E allora perché non fai la donna indipendente e non inviti tu? No. Nemmeno Albus era adatto per quei discorsi. Perché Albus pensava che tutto poteva risolversi con un messaggio del genere. Ma Lily al ballo proprio non ci voleva andare; non voleva invitare nessuno e non sembrava che qualcuno avesse tutto quell'interesse a invitarla. Nonostante ciò, Missy non aveva perso l'occasione di darle il tormento, trascinandola quel sabato a Hogsmeade per farle scegliere qualcosa di carino che la sua carta gold avrebbe ben volentieri offerto. L'idea di vestito di Missy era un vestito che vestito non era. « Missy cara, dov'è di preciso il resto? » Le aveva chiesto con dolce innocenza la Weasley. Ma era stata liquidata con un veloce gesto della mano, rigettata nel salottino con altri ottanta capi che avevano un inizio, ma non una fine. Quell'evento aveva monopolizzato tutto, discorsi, comportamenti, liti, inganni, drammi e via così. E Lily era più indisposta che mai; non c'era più nessuno con cui lamentarsi di qualunque cosa andasse male nella scuola - ovvero tutto - perché ormai il ballo era diventato un fenomeno di distrazione di massa. Quel giorno non andava diversamente. Il gruppetto Grifondoro con cui ogni tanto si ritrovava a guastare i suoi pasti, si era radunato attorno a Eve, che come invito al ballo si era beccata una di quelle serenate zuccherose che Lily al sol pensiero di riceverla chiederebbe piuttosto ben volentieri il blocco dalla vita; l'oblio ultimo, il ban da facebook e instagram, dall'internazionale e dal sito ufficiale della WWF.. « Lily, e tu con chi ci vai al ballo alla fine? Non credo di aver letto nulla sulla bacheca. » Forse perché non tutto gira attorno al cazzo di ballo di merda e perché non tutte aspirano a essere oche giulive come te. Quella domanda ha del maligno. Si stanno rivoltando l'uno contro l'altro, persino tra amici. Si fanno quella tipica domanda maliziosa che fa girare le palle anche solo a pensarla. « Pensavo.. con me stessa. O se proprio devo scegliere, credo che ruberò l'idea di mio cugino e ci andrò con Jon. » « Jon? Jon chi. » Lei sorride, portandosi il bicchiere di succo di frutta alle labbra, prima di mordere con poca eleganza la brioche che ha tra le mani.
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    « Jon, il sasso. Ottima compagnia. Ho sentito che ha un debole per me. » Sorride con fare noncurante, prima di passarsi le mani tra i capelli e tornare a mangiare con la grande grazia di una duchessa. « Monroe non te l'ha chiesto? » Ma allora sei stronza. Tutti sanno che Monroe le ha messo le corna e per questo lei l'ha lasciato. Cioè, non che fosse così grave il fatto che lui si sia scopato un'altra ragazza, che sia chiaro. Ma perché te la devi scopare mentre stai con me? Avevano persino cambiato status su facebook. Impegnato, Monroe, significa che non puoi andare a ficcare il cazzo in ogni imbuto della città. OH! Venne distratta dalle chiare, troppe volgarità che era pronta a rivolgere alla compagna da una spalla. Si gira di scatto, mentre è ancora intenta a finire il boccone, ritrovandosi di fronte Dragomir. « Bonasera. » Improvviso silenzio, niente più sghignazzi è una chiara aria curiosa da parte delle sue compagne. « No senti Ste', non è il caso di parlare dell'aula autogestita adesso. Non me lo ricordare nemmeno che quel coglione di mio cugino non mi vuole sentire nemmeno morto. Ha un problema di gnocca bello pesante. » E Madonna se lo sapevano tutti. Quel dramma tra Fred e la Carrow aveva già stancato. Carrow, dagliela e i problemi finiscono. Quel coglione si mette l'anima in pace e noi possiamo tornare a parlare dell'aula autogestita. « Ao, senti mpo', che ce vieni ar ballo co me? » Ah, questa non me l'aspettavo. Sente un silenzio urlo di eccitazione in platea con tanto di battito delle manine da oca giuliva. Finisce per inghiottire, guardandolo con fare scettica. Solleva un sopracciglio e si porta il bicchiere alle labbra. Ci sta pensando. In realtà lo sta soppesando, con gli occhi. « Boh guarda pensavo di andare con un sasso, ma se proprio insisti, puoi venire con noi. Si chiama Jon ed è uno molto discreto. » Di scatto sorriso si allarga sulle sue labbra. Le fa piacere, cavolo quanto vorrebbe che non le facesse così tanto piacere, ma in fin dei conti, nemmeno Lily può resistere a quelle stronzate che tanto critica. Annuisce, finisce il suo bicchiere e si alza. « Beh ci vediamo in sala comune allora. » Afferra la sua tracolla, pronta ad andarsene mentre un leggero sorriso compare sul volto di tutte le sue compagne. Lei dal canto suo gli rivolge le spalle pronta ad andarsene, mentre il sorriso si allarga su quel suo volto diafano, man mano che mette le distanze tra di loro. Ma poi ci ripensa, ritorna indietro, si piazza di fronte a lui e gli prende il volto tra le mani. Perché col cazzo che Lily sarà la tipica ragazzina di merda che si fa aprire la porta e si farà mettere quel braccialetto di merda pieno di fiori sul polso - non che Stefan le sembrasse il tipo. E quindi, via di approfondito controllo delle tonsille del ragazzo davanti a tutta quella platea che sogna un ballo da principesse. Dura, parecchio. Niente di troppo romantico, ma di certo non male. Insomma, promette bene ecco. Dicono che gli zingari siano un'assicurazione su certe cose. « Mi raccomando, porta i preservativi - i guanti, hai presente? Quelli alla fragola, che gli altri non mi piacciono. » Ora può andarsene. « Hasta la vista! »


     
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