Down the rabbit hole

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    "Ci stanno due cose pericolose in questo castello.." disse, guardando dritto negli occhi un Tassorosso del primo anno, rannicchiato in un angolino in preda a una crisi di panico "La nostra paura." asserì, alzando il pollice come a contare la prima "E la Morgenstern col ciclo." alzò il secondo dito. "Queste sono le cose che devi far tutto pur di evitare. Quindi ora alzati, vai dai tuoi amici, assicurati di andare in giro sempre in gruppo, e vedrai che troveremo il modo di spuntarla anche stavolta. Quanto è vero che mi chiamo Dean Moses." Stese la mano in direzione del bambino, aiutandolo ad alzarsi e portandolo da alcuni studenti degli ultimi anni, chiedendo loro di tenerlo d'occhio e non lasciarlo solo. Le prime vittime di quei giorni erano stati proprio gli studenti più giovani, quelli che non avevano armi a sufficienza per affrontare i pericoli che si insidiavano tra le mura del castello. Tra i più grandi la resistenza era maggiore, ma più andavano avanti, più lo stress giocava brutti scherzi su tutti loro. Dean, dal canto suo, aveva deciso di passare al contrattacco. L'americano era sempre stato convinto che la sopravvivenza allo stato brado avrebbe deprivato qualsiasi essere umano della reale concezione di vita. E Dean voleva vivere, non solo sopravvivere. Così si era rimboccato le maniche e aveva prestato il proprio aiuto lì dove sarebbe stato più utile: tra i libri. "Abbiamo una biblioteca sterminata e un reparto proibito per cui non necessitiamo più un permesso. Non dico che troveremo la soluzione in ventiquattr'ore, ma quanto meno qualcosa che ci possa aiutare sì." aveva detto a Tris, facendosi qualche calcolo mentale. Sapeva di non potersi fare troppe aspettative rosee, ma era piuttosto certo che uno di quei tanti volumi contenesse in sé un punto da cui iniziare per risolvere il problema. E così, dopo aver lasciato che l'amica gli sciorinasse una serie infinita di raccomandazioni, cominciò ad avviarsi verso la Biblioteca. O meglio, cominciò ad andare alla ricerca di Anastasia, perché non era così stupido da imbarcarsi da solo in una missione simile, e la Carter era decisamente un'ottima compagna d'armi per quelle cose.
    "Ehi, Carter, a rapporto." le disse, non appena incrociò la chioma bionda. "Si va in avanscoperta in biblioteca." Non era una domanda. Le fece semplicemente cenno col capo di seguirlo verso il luogo indicato. Una volta dentro, decise che forse la cosa migliore sarebbe stata cominciare dal reparto della Storia di Hogwarts, magari per trovare un precedente simile a cui rifarsi. Passarono svariate ore a consultare volumi su volumi, e più andavano avanti, più la frustrazione cresceva. "Qui sono tutti elenchi di presidi che hanno rinnovato questa o quest'altra ala del castello." disse stancamente, allontanando gli occhi dal libro per qualche istante e poggiando la schiena contro la sedia. Vediamo un po' quest'altro. Aprì un altro tomo dalla pila scelta, sporgendosi sopra il libro di testo. Non lo avesse mai fatto! Improvvisamente i suoi piedi, e quelli di Anastasia, si staccarono da terra e l'intero corpo venne risucchiato dalle pagine del libro con un sonoro burp, segno che probabilmente quel cartaceo cannibale aveva gradito il pasto.
    Di punto in bianco si ritrovarono all'interno di una stanza dall'aspetto piuttosto rustico, gelida e silenziosa se non per un vociare concitato che proveniva dall'esterno. Istintivamente l'americano estrasse la bacchetta, avvicinandosi alla finestra più prossima e scostando la tendina quanto bastava per vedere cosa stesse succedendo lì fuori. Un rogo di streghe, uno vero. Gente che veniva trascinata scalciante e urlante verso le pire senza possibilità di dire o fare nulla. Più in là, poi, un falò di bacchette. "Carter..siamo accerchiati." Erano tanti, così tanti che non riusciva a contarli tutti. Si voltò verso la bionda. "Benvenuta nel Medioevo. Stanno bruciando streghe e noi non abbiamo esattamente i vestiti più adatti per fare da spettatori."
     
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  2. Anastasia Rose Carter
         
     
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    "Ehi, Carter, a rapporto."
    Anastasia alzò lo sguardo da quello che stava facendo, intercettando lo sguardo scanzonato di Dean. Lo resse per qualche momento, come incerta se ricambiarne il sorriso o se mandarlo gentilmente a quel paese, per poi voltarsi verso il ragazzino che aveva appena finito di medicare. Fu a lui che sorrise, anche se dovette ammettere almeno con se stessa che Moses non era del tutto estraneo a quell'improvvisa punta di buon umore - Una volta io sono stata beccata da un ippogrifo, lo sai? E non sono stata coraggiosa come te - gli diede un ultima occhiata alla benda stretta intorno al braccio prima di sistemargli meglio la manica e lasciarlo libero di tornare...dove? Ai propri incubi? Probabilmente il ragazzo che avrebbe avuti per il resto della sua vita.
    Anastasia si alzò in piedi, si pulì le mani in uno straccio e si voltò verso Dean, prendendo a camminare accanto a lui lungo il corridoio che portava alla biblioteca - "A rapporto"...Cos'era quello, un rigurgito di maschilismo? - gli domandò. Le piaceva il modo in cui Dean stava affrontando la cosa, con leggerezza e senza aver perso la voglia di scherzare, e per un attimo non poté evitare di appoggiarsi al suo braccio, stringendolo appena. Nemmeno lei sembrava patire troppo l'intera situazione, quasi una parte di lei fosse arrivata al punto di giudicare l'essere in pericolo di vita una parte inevitabile della sua esistenza, ma a differenza di Moses nel suo caso non si trattava di forza morale quanto di un'ulteriore forma di insensibilità. Aveva scoperto già in America come lo stare con lui l'aiutasse a sentirsi più vicina alla ragazzina di un tempo. Più umana, in qualche maniera - Comunque abbiamo appena scoperto che anche le Torri sono irraggiungibili. Un grifone, pare - esalò. Pareva che il problema più grande fosse quello: chiunque si allontanasse alla ricerca di una soluzione o di una via di fuga finiva con l'imbattersi in qualcosa da cui, se era fortunato, riusciva a fuggire. Alcuni non erano più tornati.
    Anastasia entrò nella sezione del castello che più le aveva fatto da casa a passo spedito, riuscendo comunque a ritagliarsi un momento di meraviglia. Gli scaffali intorno a lei parevano ancora intonsi, non intaccati da quanto stava succedendo in altre parti del castello. Probabilmente era qualcosa che avrebbe dovuto insospettirli, ma nessuno dei due parve farci troppo caso. Anastasia, di sicuro, era troppo addentrata nel suo personale viale dei ricordi per notare simili dettagli.
    Si avvicinò ad uno scaffale, ne tolse un volume e lo sfogliò pigramente, prima di rimetterlo a posto - Ho lavorato come assistente per qualche tempo, dopo il diploma e mentre seguivo i corsi al ministero, te l'ho mai detto? - gli domandò, un sorriso più triste a velarle il volto. C'era stato qualcosa, in quel periodo, qualcosa che di sicuro non c'era più da parecchio - Davo ripetizioni laggiù - gli disse, alzando poi un dito ad indicare un paio di tavoli in fondo ad un corridoio, vicino ad una finestra - E lì ho detto a mio fratello che...insomma...che quelli come te sono un'eccezione - aggiunse maliziosa, prima di continuare. Un posto davvero pieno di ricordi. Troppi forse, per non farsene travolgere almeno un poco.
    Entrò nella sezione proibita insieme a Dean, iniziando a riflettere davvero sul problema. Libri. Quando era successo che i libri smettessero di essere il luogo dove cercare la soluzione a tutti i problemi? Quand'era diventata una che i problemi li affrontava invece che ragionare sul come risolverli? - Mio nonno...so che c'era almeno un sentiero che partivano dal recinto degli ippogrifi e si infilava nella Foresta Proibita. Era abbastanza sicuro, e se Kingsley non l'ha modificato potrebbe... -
    BURP!
    Anastasia si trovò in un ambiente diverso da quello in cui erano stati fino ad un attimo prima. L'aspetto della stanza era più antico di quanto non avrebbe dovuto, e l'aria sembrava molto più densa del normale. Le ci volle qualche momento per rendersi conto che si trattava di rabbia. Un'enorme quantità di rabbia e di odio che si alzava ad ondate, colpendo la casa dall'esterno e minacciando di travolgerne i pensieri. Non aveva mai sentito...tanto! Strinse i denti, obbligandosi a tenere fuori dalla testa quel flusso enorme di emozioni - Il Medioevo...? - si avvicinò alla finestra, sbirciando dal suo fianco. Le luci ondeggianti di due pire coprivano a stento la forma di ciò che vi bruciava dentro, e ad Anastasia si girò lo stomaco sottosopra. Forse era un bene. Forse non era ancora così insensibile.
    Stava ancora guardando fuori dalla finestra, quando un uomo si allontanò dalle fiamme. Era alto, robusto e indossava una lunga tunica da prete. Stava urlando qualcosa, che la distanza e il crepitio della fiamme non permettevano loro di comprendere ma, alla fine del suo breve sermone, alzò una braccio e lo puntò inequivocabile verso la casa in cui e Dean erano rinchiusi. La folla intera si voltò nella loro direzione, sguardi colmi di odio e bocche aperte, distorte dalla rabbia e dall'esaltazione. Il vento calò, all'improvviso, tanto da rendere udibile l'ultima esortazione dell'uomo.
    - BRUCIATE ANCHE QUELLA! BRUCIATE LA LORO TANA!
    Anastasia indietreggiò - Oh cazzo.... -

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    “BRUCIATE ANCHE QUELLA! BRUCIATE LA LORO TANA!” “Oh cazzo....” “Cazzo cazzo cazzo..” successe tutto troppo velocemente per dare modo a Dean di rendersi conto di cosa stesse davvero facendo. Fu probabilmente l’istinto di sopravvivenza ad avere il sopravvento, portandolo a stringere una mano attorno al gomito di Anastasia, guardandosi intorno alla ricerca di uscite. La smaterializzazione era fuori discussione: non potevano attuarla senza conoscere l’ambiente circostanze, e per il momento l’unico pezzo a loro noto era la piazza gremita di fedeli inferociti. Con un calcio aprì dunque la porta più prossima. Una camera, niente finestre. “Fanculo.” Un’altra porta. Un ripostiglio. Niente finestre. Un’altra porta..esterno. Senza pensarci troppo attraversò la soglia insieme alla bionda, chiudendosi la porta alle spalle. “Tu sei quella brava in incantesimi. Non ci sta un modo per dissimulare la porta?” le chiese in preda al panico. Dean aveva sempre fatto cagare in Incantesimi, e ora cominciava a pentirsi della propria negligenza verso la materia. Aveva sempre pensato che in caso di necessità, l’unica cosa importante fosse sapersi giostrare gli incanti di DCAO, ma evidentemente si era sbagliato, e ormai era un po’ tardi per ripensarci. Intanto, però, cominciò a guardarsi intorno alla ricerca della miglior via di fuga, perché su una cosa di certo Dean era sempre stato il migliore: scappare. Lo aveva sempre fatto, sia metaforicamente che letteralmente. L’americano era un vero e proprio genio della fuga, e il Medioevo non lo avrebbe fregato proprio sul suo punto forte. I suoi occhi si posarono presto su una piccola abbazia poco distante, e come un fulmine venne colpito dall’idea del piano. “Spogliati.” Disse distrattamente, cominciando a togliersi i vestiti. “No, tranquilla, non è il mio ultimo desiderio prima di morire. Ho un piano.” Nudo come mamma l’aveva fatto, Dean cominciò a sporcarsi il corpo con la terra dell’orto, intimando Anastasia a fare lo stesso prima di prendere a correre a perdifiato verso la chiesa. “Corri corri.” La esortò, voltandosi di tanto in tanto verso di lei prima di iniziare ad agitare le mani per aria alla vista di un pretino di campagna tutto intento a farsi gli affari propri “ASILO! ASILO!” Era legge e costume della Chiesa dell’epoca dare asilo a chiunque lo richiedesse, persino proteggendolo dalla legge. Bastò mettere piede oltre il confine della Chiesa per essere automaticamente salvi da qualsiasi problema, persino dall’accusa di stregoneria. Carità is a bitch! “Oh figlioli, prendete queste coperte per coprire le vostre vergogne. Seguitemi, seguitemi. La casa del Signore vi accoglierà per quaranta giorni.” Vabbè zi’, quaranta giorni non ci sto neanche a casa mia a momenti. “Non si preoccupi padre. CI basterà un cambio di vestiti e un pasto caldo per riprendere il nostro pellegrinaggio.”
     
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  4. Anastasia Rose Carter
         
     
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    La folla si girò verso di loro, brandendo torce e forconi al suono di quell'incitazione, e Anastasia si trovò istintivamente a estrarre la bacchetta. Erano tanti, quello era vero, ma non così tanti da non poter essere gestiti, in fondo. Probabilmente. Ok, c'era qualche speranza di poterne uscirne vivi se avessero attaccato subito e con una tale violenza da spaventarli. Scosse lentamente la testa, mentre continuava a pensare - Daranno fuoco a tutto, sai cosa gliene frega della porta... - sibilò di rimando. Doveva pensare, e pensare in fretta. Potevano lanciare un Dominusterra in mezzo alla piazza e poi fare qualcosa di altrettanto caotico. Far crescere alberi, dar fuoco alle case che vedevano, lanciare qualche esplosione in giro. Attaccare subito, e con forza, e poi approfittare del caos per darsela a gambe. E sperare in bene - Ok, io butto giù questa parete e tu... -
    “Spogliati.”
    Si voltò di scatto, lanciandogli un'occhiata di fuoco. Tanto per rimanere in tema - Ma ti pare?! - ecco, un glacius. Ghiaccio, e vento freddo, magari. far precipitare su di loro un inverno ghiacciato che calmasse i loro bollenti spiriti come poco altro sapeva fare. Nel medioevo l'inverno era secondo, nelle paure locali, solo alla furia divina e al fuoco.
    “No, tranquilla, non è il mio ultimo desiderio prima di morire. Ho un piano.”
    Anastasia lo fissò per un attimo, incerta. Di sicuro c'erano immagini peggiori da portarsi negli occhi mentre si moriva che un Dean nudo - Oh, al diavolo! - disse strappandosi letteralmente i vestiti di dosso fino a restare completamente nuda - Sappi che se non funziona ti perseguiterò per tutta l'eternità! - borbottò ancora imitandolo quanto più velocemente poteva. Se Dean avesse saputo quanto era difficile trovare un reggiseno della giusta taglia in quel periodo, ad Hogwarts, probabilmente non glielo avrebbe fatto gettare via così. Afferrò delle frasche, usandole per coprirsi alla meno peggio mentre correva verso la chiesa ma, soprattutto, per nascondere la bacchetta fra i rami che teneva in mano.
    Il terreno era duro e gelido sotto i piedini nudi della piccola Carter, ma questo non la rallentò di un solo istante mentre correva verso al chiesa. Qualcosa le saettò a pochi centimetri dalla testa, fischiando. Ti prego, fa che non siano di nuovo delle frecce. Strana cosa la fede, con quella sua abitudine di sbucare solo quando fa comodo - Grazie Padre! - quasi si gettò fra le braccia del sacerdote, aggrappandosi alle vesti del santo salvatore come ci si aspettava che facesse una brava donna del Medioevo. Gettò un'occhiata a Dean, da quella posizione, una smorfia a distorcerle appena il viso - Oh padre, quei...quei mostri che avete appena reso al signore ci hanno...ci hanno...me e mio marito e loro ci hanno... - un singhiozzo, abbastanza convincente. Se non hai una storia pronta, abbozzane una e fingi di non saper raccontare il resto. Annuì, staccandosi dal prete e facendosi un frettoloso segno della croce - Delle coperte, sì...grazie - annuì, nell'avvolgersi con quanto il sacerdote stava loro porgendo.
    Da fuori continuavano a giungere urla, e i rumori di una folla inferocita che cominciava a chiedere le loro teste. Seguì il prete insieme a Dean, mentre un altro paio di figure in tonaca si muovevano per le navate per andare a tranquillizzare la folla. Il sacerdote li portò in una stanza accanto alla sacrestia - Attendente qui. Vi porterò subito dei vestiti e qualcosa di caldo, in attesa che l'inquisitore venga ad ascoltare la vostra storia - disse loro, per poi lasciare la stanza a chiuderli dentro. A chiave.
    - Ok - Anastasia riprese fiato solo in quel momento, voltandosi verso Dean. Uscire da lì non sarebbe stato difficile, ma per andare dove? Meglio aspettare almeno i vestiti - Che diavolo è successo? Dove...siamo finiti dentro al libro? - poi, un attimo dopo - Così, tanto per chiarire...te la ricordi quella cosa del "uccidiamoli tutti e poi Dio riconoscerà i suoi", vero? Vorrei evitare, se possibile, e mi auguro che tu abbia delle idee perché io sono a tanto così...giuro, ad un niente...dal togliermi la soddisfazione di radere al suolo questo posto e cercare poi la soluzione fra le macerie -
     
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3 replies since 7/11/2017, 11:22   75 views
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