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  1. Anastasia Rose Carter
         
     
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    Anastasia era sempre stata una persona dai grandi amori.
    Non era una cosa che riguardava tanto il lato fisico, divertimenti nei quali era perfettamente in grado di intrattenersi con una certa spensierata leggerezza, quanto piuttosto la parte più emotiva dei legami amorosi, sfera nella quale la piccola di casa Carter era sempre stata benedetta con un’abbondante dose di sentimenti profondi e di coinvolgenti passioni. Non c’era un solo grande amore della sua vita che non l’avesse rapita completamente mentre lo stava vivendo e che, di conseguenza, non fosse poi finito particolarmente male.
    Nemmeno i drammi, a ben vedere, erano mai mancati nella vita di Anastasia Carter.
    Tradimenti, fughe amorose, ex fidanzate impazzite, uomini che la volevano ma non la volevano ma la volevano di nuovo…per essere così giovane, bisognava ammettere che aveva avuto una vita abbastanza movimentata, sotto quel punto di vista. Vita che, probabilmente, stava per complicarsi ancora di un poco.
    - Rudy…ciao -
    L’aveva visto entrare riflessa nello specchio e si era voltata subito, a cercarne lo sguardo. Ecco, se da un lato la vita di Anastasia era stata costellata da grandi amori e profondi sentimenti, bisognava anche ammettere che c’erano stati dei periodi in cui lei era stata capace di abbandonarsi a errori di una portata tale da far sembrare quel gioco mortale in cui si era trasformato il castello una sorta di parco divertimenti per bambini, in quanto a dolore.
    Andrea era arrivata subito dopo un periodo in cui la sua autostima aveva avuto un bisogno enorme di risollevarsi - Ok, forse non era stato un bellissimo modo di comportarsi, ma ditemi voi in quanti possono vantare un ricordo simile, come cura per un’autostima ferita - e anche se nell'estate che aveva preceduto lo scoppio della travolgente relazione con lei, prima che il mondo diventasse di nuovo un luogo in cui valeva davvero la pena di camminare e forse, forse, anche di provare ad essere felice, e molto prima ovviamente che la piccola Carter mandasse tutto in malora con una delle peggiori decisioni che avesse mai preso, c’erano state per lei una serie di piccole conquiste e di affascinanti creature sulla cui pelle aveva provato di nuovo la sensazione di sentirsi bella, amata e desiderata era statl dopo che tutto era finito che aveva capito di aver fatto uno dei peggiori errori della sua vita a lasciarla andare.
    Ma dopo, ovviamente.
    Dopo il dolore, le lacrime, la lontananza. Dopo essersi ricoperta il cuore di piombo, e dopo aver cercato di convincere se stessa che non era nulla, e che Andrea avrebbe trovato facilmente qualcuno di meglio, qualcuno capace di tenerla al sicuro, di farla sentire a suo agio. Aveva sbagliato, e aveva sbagliato peer entrambe, ma serviva a qualcosa ammirare le buone intenzioni con cui la strada verso quel loro, personale inferno era lastricata?
    Comunque, a dover di cronaca, non era una cosa di cui Anastasia andava fiera, anzi. Non badò troppo alla porta che si chiudeva di scatto, serrandosi, e nemmeno al lavandino che continuava a sputare acqua incessante nonostante lei stesse cercando di chiuderlo da due minuti. Anastasia aveva riflettuto a lungo sui cocci che si era lasciata dietro, tanto simili a quelli in cui tante volte, in passato, aveva visto cadere se stessa, ma non aveva mai riflettuto fino a quel momento di chi quei cocci aveva dovuto raccoglierli con Andrea. Lo fissò, negli occhi. Anastasia, l’empatica, stava cercando di capire se Rudy fosse arrabbiato. Ok, di capire quanto fosse arrabbiato - Sei…ti trovo bene, come stai? Ti dona, la barba -


    Edited by Anastasia Rose Carter - 29/11/2017, 16:58
     
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    Aveva bisogno di un bagno. Cacciare lo faceva stare bene, riusciva ad assaporare un minimo di quella libertà che era stata loro negata. Una libertà fittizia, certo, illusoria, ma pur sempre qualcosa. Il lupo aveva vagato per la foresta per un tempo indefinito, senza un obiettivo preciso. Aveva fame, come tutti lì al castello dopotutto, ma ciò di cui aveva più bisogno era correre, lasciare che il vento penetrasse attraverso il suo manto e gli investisse il muso. Non sapeva neanche esattamente perchè, ma starsene chiuso tra quelle quattro mura per troppo tempo lo rendeva nervoso, ed in tempi come quelli, era meglio non innervosirsi per sciocchezze. Specie quando sei un licantropo. Ad ogni modo, la caccia possedeva anche il suo risvolto della medaglia, ahimè, come ogni cosa. Ed eccolo lì, quel risvolto: Rudolph Black che vaga per i corridoi completamente ricoperto di terriccio e quello che sembra esser sangue. Ed è per questo che ha necessariamente bisogno di un bagno. Non che sia un tipo schizzinoso, ma a tutto c'è un limite. E diciamocelo, forse uno dei suoi limiti più pregnanti è che se Olympia lo vedesse in quelle condizioni, come minimo cambierebbe strada senza pensarci due volte. Svolta l'angolo allora, diretto verso il bagno dei prefetti. O meglio, l'ex bagno dei prefetti. Ricorda con una certa nostalgia tutte quelle volte che ci si è intrufolato negli anni scorsi con il solo intento di fare impazzire Caposcuola e prefetti della sua Casata. Quei tempi sembrano così remoti, adesso. Tutto è cambiato fin troppo in fretta. E' con un sospiro che varca la porta del bagno, semiaperta. Il pavimento sotto le sue scarpe è bagnato, ma lo scroscio dell'acqua non è l'unico rumore che sente. Non è da solo. « Rudy...Ciao » Anastasia. Rimane fermo sulla porta, nonostante la ragazza si trovi in parecchia difficoltà con uno dei rubinetti che sembra esser rotto. L'acqua scorre ininterrottamente, ma il Grifondoro non accenna ad avvicinarsi, poggiandosi anzi al muro alle sue spalle. Che si stia godendo lo spettacolo? Decisamente sì. « Hey. » Intendiamoci, non è poi così stronzo. ..O meglio, sì, lo è, ma da un po' di tempo a questa parte sta cercando di comportarsi più o meno bene. E' solo che lui, la Carter, non può proprio vederla. Ricavarsi l'odio di uno come Black dopotutto è cosa assai semplice, e nonostante lui non la odi, di certo la bionda non rientra nella lista delle sue simpatie. Il motivo? Andrea. Troppe volte ha dovuto asciugare le sue lacrime, per colpa di Anastasia. Troppe volte l'ha vista soffrire per il suo abbandono. E quando era quasi riuscito a convincerla che, per quanto potesse far male, la Carter non sarebbe mai più tornata..Eccola che era riapparsa.
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    « Sei…ti trovo bene, come stai? Ti dona, la barba » Inarca un sopracciglio, scettico, e per qualche istante rimane in silenzio, sorpreso di fronte all'assurdità di quelle parole. Vorrebbe chiederle dove abbia vissuto dalla sera di Halloween sino ad ora, per poter fare delle domande del genere, ma decide di mordersi la lingua. Tuttavia, quella risata intrisa di sarcasmo esplode comunque dal suo petto, mentre scuote la testa, staccandosi dal muro per avvicinarsi a lei. « A parte aver ucciso Kingsley, la faccia squarciata ed il fatto che mi spezzo le ossa ogni volta che mi trasformo.. Sì dai tutto okay. » Si stringe nelle spalle, il tono di voce tagliente, come al solito. « Sono contento che almeno tu mi trovi bene » Aggiunge, terribilmente sarcastico, prima di affiancarsi a lei. Piega la testa di lato per controllare dove quel lavandino possa esser rotto, ma non sembra esserci nulla fuori posto. « E tu? Finita la vacanzina in America? » Chiede, prima di farle cenno di spostarsi per provare a girare la manopola del rubinetto. Vi pressa le dita contro, ma non si sposta di un millimetro. Le questioni sono due: o ha perso ogni briciolo di forza, o è incantato. « Ma che cazzo...Perchè non si chiude? » Borbotta, cercando di forzarla. Ed è allora che, con uno scatto, la manopola si muove..Sì, ma restandogli in mano. L'ha staccata di netto, ed un getto d'acqua esplode all'improvviso, bagnandoli entrambi. « Fantastico. » Ringhia, scostandosi alcuni ciuffi di capelli umidicci dal viso. Beh, almeno non ha più bisogno di un bagno! Si gira verso di lei, ridacchiando nel vederla completamente zuppa tanto quanto lui, ma è allora che qualcosa attira la sua attenzione. Si gira di scatto, qualche istante prima che la porta del bagno si chiuda all'improvviso. « Ed ecco che Kingsley vince il guinness merda vera per le trappole anche nei cessi. » Commenta, prima che il suo sguardo venga catturato, per l'ennesima volta, dal lavandino. Sta per succedere qualcosa, e non sarà piacevole. « Attenta! » La tira verso dietro, prima che le tubature esplodano, lasciando che alcuni pezzi dei rubinetti schizzino in aria con la velocità di un proiettile. Non deve esser piacevole una manopola d'ottone in piena faccia, e lui la sua ce l'ha già combinata male. « Okay, mi piacerebbe farti qualche battuta sul fatto che sei completamente bagnata, ma...Credo che prima dobbiamo trovare una soluzione per non morire annegati. Ti hanno insegnato qualcosa di interessante in America? » Si guarda attorno, il livello dell'acqua che sale sempre di più. « Sai nuotare, sì? »
     
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  3. Anastasia Rose Carter
         
     
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    Poche cose fanno male nella vita come osservare dentro il baratro che separa le persone che siamo da quelle che crediamo di essere.
    Era un baratro in cui Anastasia, fondamentalmente molto onesta con se stessa, non aveva avuto molte occasioni di gettare lo sguardo ma che ora ritrovava nello sguardo di Rudy, violento e colmo di rancore esattamente come lo era stato in quello di Andrea. Anastasia lo resse però con molta più calma di quella che aveva riservato alla ragazza, la cui sola presenza era bastata per far cadere qualsiasi forma di resistenza. Aprì leggermente le labbra, liberando un sospiro alla sua risposta. Pareva che qualsiasi tentativo di essere gentile, in qualsiasi modo, avesse come solo destino quello di andare a infrangersi contro una scogliera di puro risentimento. Risentimento e, a dire il vero, un pizzico di maleducazione - Sì, a parte quello - lo assecondò per un momento mentre Rudy, a passo lento, attraversava la stanza per sistemarsi accanto a lei. Alzò una mano, lasciandolo libero di provare a sua voltaa chiudere il rubinetto. Probabilmente se non fossero stati tanto impegnati a prendersi le misure uno con l'altra almeno uno dei due avrebbe pensato alla possibilità di una trappola - In realtà mi stavo complimentando per come stai affrontando queste cose, solo non sapevo ti fosse venuto il cilco nel frattempo. Vuoi che controlli in borsa? Dovei avere ancora un assorbente... - poco principesca, forse, ma Rudy era stato uno dei pochi amici di Andrea con cui aveva finito con il sentirsi a proprio agio, a suo tempo. Le ci voleva del tempo per lasciare che le persone potessero guardare oltre al muro del personaggio che si era creata negli anni, l'esempio di perfezione ed educazione nobiliare che ci si aspetterebbe da una dinastia come quella cui apparteneva, e Rudy quel tempo lo aveva avuto, complice l'allegria di Andrea e qualche serata a base di alcool e risate.
    Alzò lo sgaurdo al soffitto, mentre si staccava dal lavandino per fargli spazio - E' stata tutto meno che una vacanza - tenne a specificare. Era partita per lavoro, con l'intenzione di stare lontana poche settimane, un paio di mesi al massimo, e magari perfino di aiutare Andrea a ritrovare un modo di tornare dalla sua famiglia, se le riusciva, ma poi le cose erano degenerate e lei era rimasta là, imprigionata in un vortice in cui aveva sempre pensato di essersi meritata di cadere. Erano stati anni intensi, quelli, e pericolosi sotto molti punti di vista. Molto pericolosi. Di sicuro non erano mai stati una vacanza, per lei - E che importa se è finita o meno? Pare che ancora una volta Hogwarts abbia decisoo per me, no? Per tutti noi - aggiunse, perché non aveva mai pensato che si trattasse di una cosa personale, quella del castello. Di sicuro però, per quanto lo odiasse, preferiva essere lì dentro con loro che fuori a chidersi come stesse Andrea, o Malia, o Dean, o Sam...o perfino Rudy, nonostante tutto.
    « Ma che cazzo...Perchè non si chiude? »
    Clack!
    Anastasia si voltò verso la porta, di scatto, giusto un attimo prima che il lavandino le eruttasse addosso un getto d'acqua gelida, trasformando quella conversazione nel concorso Miss Maglietta Bagnata versione Hogwarts. Un concorso che, per inciso, poteva sperare di vincere solo se l'unico altro concorrente era un uomo come Rudy. Allargò le braccia, allontanadosi dall'acqua che, riversandosi sul pavimento, stava già iniziando a salire rapidamente. Abbassa di scatto la testa, mentre un pezzo di tubatura le passa abbondantemente sopra i capelli e si schianta contro la parete - Ed è proprio l'unico modo in cui puoi sperare di farmi bagnare, questo - gli risponde scuotendo la testa. L'acqua non la preoccupa ma, mentre parla, si guarda intorno fra i piedi nel tentativo di capire se quello di annegare è l'unico rischio in agguato, per loro. Sarebbe un lusso, se così fosse - Sì, nessun problema - gli fa cenno di avvicinarsi mentre, lentamente, si china a levarsi le scarpe. Ormai sono fradice, ma nuotare è sicuramente più semplice senza. Estrae la bacchetta e, con l'acqua che le arriva ormai alla vita, casta un Testabolla intorno al viso di Rudy. Poi, muovendo lentamente la bacchetta, lo allunga come un tubo fino a collegarlo con quello che finisce con l'avvolgere il suo, di volto - Dovrebbe allungarsi abbastanza da non rischiare che si spezzi per la stanza, e almeno potremo parlare in caso di pericolo. Ma stai attento a non fare movimenti bruschi -
     
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    « In realtà mi stavo complimentando per come stai affrontando queste cose, solo non sapevo ti fosse venuto il cilco nel frattempo. Vuoi che controlli in borsa? Dovei avere ancora un assorbente... » Severo ma giusto. Anastasia risponde al fuoco con fuoco. Stringe i pugni, Rudy. A dirla tutta, non è che la odi poi così tanto. O meglio, diciamo che quel simpaticone di Rudy odia un po' tutti, e Ana non rientra in nessuna categoria particolare o speciale. Non gli sta simpatica per come si è comportata con Andrea, tutto qua. Il problema è che tra il non stare simpatici ad uno come Black ed il ricavarsi un pugno sul naso, il passo è più che breve. Ma non è mai stata sua abitudine picchiare le donne, specie se per motivi piuttosto futili, quindi respira profondamente, stringendo i pugni e serrando la mascella, prima che un sorriso avvelenato gli dipinga il viso barbuto. « Sì grazie. I tampax ce li hai? » La incalza dunque, il tono di voce acido e sarcastico al tempo stesso. « E' stata tutto meno che una vacanza. E che importa se è finita o meno? Pare che ancora una volta Hogwarts abbia deciso per me, no? Per tutti noi » Non ha il tempo per risponderle, che avviene tutto troppo in fretta, ed in pochi istanti si ritrovano entrambi completamente zuppi. Si scosta alcuni ciuffi umidi dagli occhi, lo sguardo che si posa su di lei. La maglietta bianca, del tutto bagnata, le aderisce al corpo lasciando trasparire tutto ciò che vi è al di sotto. Uno spettacolo piacevole, bisogna ammetterlo, ma al quale il Grifondoro sembra non fare poi troppo caso. « Ed è proprio l'unico modo in cui puoi sperare di farmi bagnare, questo » Arguta, c'è da riconoscerlo. Un'espressione che ha dell'ammirato gli si staglia sul viso, mentre annuisce. Punto bonus per te, Carter.
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    « Non ho mai sperato di farti bagnare, ma è successo lo stesso in un modo o nell'altro. Pensa se fosse stata mia intenzione! » Una risata impertinente gli scuote il petto, mentre fa spallucce e si muove di qualche passo, l'acqua che sale sempre di più, fino a raggiungergli fin sopra le ginocchia ormai. Tra non molto saranno completamente sommersi. Coglie il suo esempio e si sfila le scarpe, per avere più libertà di movimento. Devono trovare una soluzione, e devono farlo in fretta. E' quasi del tutto sicuro che lanciare incantesimi contro le pareti o la porta del bagno sia del tutto inutile. Una via di fuga fin troppo semplice quella, per non esser già stata pensata e vietata da quel sadico di Kingsley. Rimanere chiuso in trappola, per un soggetto come lui, non è particolarmente piacevole. Qualsiasi tipo di imposizione lo mette a disagio. E' una bestia, e come tale, stare rinchiuso in gabbia è la cosa peggiore da sopportare. La vede a quel punto estrarre la bacchetta. « No, aspet- » Mormora, ma Anastasia è più veloce. Casta un testabolla, abbastanza resistente da avvolgerli entrambi. Sospira, Rudy, borbottando qualcosa di inconsulto. Orgoglioso per com'è, preferirebbe annegare piuttosto che accettare l'aiuto altrui. « Dovrebbe allungarsi abbastanza da non rischiare che si spezzi per la stanza, e almeno potremo parlare in caso di pericolo. Ma stai attento a non fare movimenti bruschi » Si ritrova dunque ad annuire, l'espressione imbronciata. Fosse per lui si scosterebbe immediatamente, per vedersela da solo, ma metterebbe in pericolo anche lei, e per quanto possa non andargli poi tanto a genio, ucciderla non è proprio nei suoi piani. Convivenza, Rudy, questa sconosciuta. L'acqua continua a salire velocemente, sovrastandoli ormai fino alla gola. Si limita a muovere le braccia per stare a galla, in silenzio per qualche minuto. « ..Vabene, okay. » Mormora allora, sbuffando « Ma dobbiamo fare almeno un tentativo, quindi non mi rallentare e seguimi. » Non aspetta una sua risposta e si immerge completamente sott'acqua. Nuota fino alla porta d'ingresso e, arpionate le dita attraverso la maniglia, e ben piantati i piedi sul legno per far leva, inizia a tirare più forte che può. Scatta appena, la porta, ma non si apre comunque, e Rudy si rende conto -questa volta in anticipo- che a tirare ulteriormente, potrebbe staccare di netto la maniglia. Quindi si blocca, imprecando e risalendo in superficie. « Okay neanche la super forza da lupo funziona. » Asserisce, appena affannato per lo sforzo. « Temo che dovremo rimanere quì a galleggiare fin quando non finirà...Finirà prima o poi, no? » Ne è quasi certo. Più o meno. Sospira allora, guardando altrove con una punta di disagio, prima di tornare a riporre la sua attenzione su di lei. Essere socievoli, ne sei capace Rudy? « Allora, occupiamo il tempo mentre stiamo a galla come due pesci morti. Perchè sei tornata? » Chiede. « L'hai rivista, in questi giorni? ..Sì insomma, sai di chi parlo. »
     
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