Who you gonna call?

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    Non. Intrometterti. Le due parole perentorie che Maze continua a sentire rimbombare nel proprio cervello, ogni volta che ci pensa. Mun non le ha detto nulla, non esplicitamente perlomeno, ma per il poco tempo che ci ha convissuto fianco a fianco, la bionda ha cominciato a capire gli atteggiamenti della sua compagna di stanza. E sa benissimo che non approverebbe il suo piano generale, quello che ha messo in moto appena ha sentito la voce cominciare a circolare. "Hugo Weasley è scomparso." Aveva sorriso nell'apprendere quella meravigliosa notizia dal bimbetto che è tornato correndo dalla Foresta Proibita per poi dare la notizia ai presenti davanti alla Sala Grande. "E' entrato lì e non si è più visto." Oh povero piccolo, hai sentito Trixie? Uno della ciurma si è perso nella giungla. Ed è in quell'istante che il piano si era andato aprendo nella sua testa, con naturalezza, senza pensarci troppo. Il sorriso si era andato allargando sulle sue labbra, mentre se ne stava con le braccia conserte e le spalle appoggiate al muro, in disparte, per non dare la giusta impressione di star origliando una conversazione mediamente privata. "No. Maze non ti devi immischiare in questioni che non ti riguardano." Aveva stretto le labbra, vagamente infastidita da quella bocca della verità che decideva di dar fiato alle trombe nelle occasioni meno opportune. Mun non mi riguarda? Le aveva chiesto, inarcando un sopracciglio, scettica. "Ah già, come dimenticare la tua vergogna? Umana." E Trixie, ancora una volta, l'aveva colta nel segno, affondando la lama, lì dove l'orgoglio era più martoriato, più fragile. Aveva fatto una smorfia, Maze, continuando a rimanere calma, anche di fronte a quella memoria che Trixie la costringeva a ricordare. Umana. Era questa la parola che lo specchio, prima di essere trafitto dalla lama delle Morgenstern, aveva scelto di mostrare. A lei e lei soltanto. Si era interrogata per giorni. Aveva fatto finto di nulla, di fronte alla ragazza con la quale condivideva il cervello, ma a nulla era servito perché ormai Beatrix era entrata in completa simbiosi con lei, tanto da riuscire a capire quanto quell'aggettivo le facesse male. Quanto quel dolore era radicato nel profondo dell'essenza di Mazikeen. Sicuramente si riferiva a te. Aveva liquidato così ogni approccio ad intavolare una qualsiasi discussione a riguardo. Ma entrambe sapevano alla perfezione che era per lei. La sua più grande e annidata vergogna. Essere irrimediabilmente umana. Con dei sentimenti, capace di tenere a qualcosa tanto quanto un umano. In fondo, Freya Mikaelson era stata una ragazza capace di amare con tutta se stessa, capace di dare e dare ancora, in grado di sognare una vita e una famiglia tutta per sé. Sogni che si erano spezzati ancor prima di vedere una realistica realizzazione nella sua vita. E questi sentimenti erano riaffiorati tutti, una volta tornata sulla terra. Una demone dallo spirito fragile. Dallo spirito umano. Un vero disonore. Oh, ci sentiamo simpatiche oggi, non è così? Ma hai ragione, sono più umana di quanto ci saremmo mai aspettate. Wow, sconvolgente eh? Vuoi forse andarlo ad urlare ai quattro venti? Ops, non puoi. Perché tu esisti solo qui dentro, ormai. Aveva ottenuto il suo silenzio e ne era pienamente soddisfatta. Bene, ora che ci siamo chiarite, Mun è mia amica e lui è solo un cretino che continua a farle del male. Se fosse per me lo butterei dentro il primo braciere acceso e godrei nel sentirlo urlare di dolore, ma non posso farlo. E' evidente. Quindi mi avvarrò della bontà divina che ha deciso di offrirmi le giuste carte. Aveva accennato una risata. Chi sono io per dire di no al nostro signore creatore, in fondo? E' lui che ha fatto perdere il cucciolo in mezzo alla foresta. E sappiamo tutti quanto sia importante per il valoroso leone. Io mi troverò semplicemente al posto giusto al momento giusto. Che combinazione eh? Trixie non aveva approvato, fin dall'inizio, eppure, alla fine, era riuscita a scorgere i punti vitali di quel piano piuttosto semplice. "Okay, forse hai ragione, non è così male." No, non lo è affatto. «Ehi tesoro, ho bisogno di te per qualche minuto.» Si era avvicinata al frugoletto che aveva portato la dolce novella, passandogli poi il braccio intorno alle spalle. Aveva fatto un occhiolino alle due ragazze con le quali stava parlando, mimando con le labbra un "Ve lo riporto subito" e l'aveva portato qualche metro più in là, godendo così dell'intimità donata allo spazio tra due colonne portanti. «Okay, ho sentito cosa è accaduto al povero Hugo. Gran tragedia, non ci sono altre parole.» Un sorriso verso il basso si era appropriato delle sue labbra, mentre metteva a punto anche il minimo dettaglio in quel piano. «Quindi, ho
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    intenzione di far qualcosa. Non possiamo lasciarlo andare senza nemmeno provare a cercarlo, dico bene?»
    Il ragazzino aveva riacquistato un po' di colore in volto, annuendo energicamente. «Ecco, molto bene. Per far qualcosa però abbiamo bisogno di rinforzi e qui entri in gioco tu. Devi correre, più forte che puoi e devi cercare Fred Weasley. Nessuno meglio di lui può portare a termine questo compito. Lo devi trovare e devi dirgli quello che hai detto a noi. Che Hugo si è perso nella Foresta e che stanno organizzando una battuta di ricerca. Devi dirgli che - si era fermata appena qualche istante, prima di sentir venire in suo aiuto la fidata Trixie. "Usa la Stone. Digli che lo sto aspettando di sotto la Stone, pronta a partire all'arrembaggio. Non potrà mai dire di no." Però, idea discreta. - digli che Malia Stone lo sta aspettando al limitare della foresta, vicino alla capanna del guardiacaccia, per mettersi sulle sue tracce. Devi dire solo questo. E' tutto chiaro? Ora vai, corri, forza, non c'è tempo da perdere.» E il bambino aveva preso a correre come un pazzo su per le scale, mentre la bionda si apprestava ad uscire, pronta a mettere in piedi la parte finale del piano.
    "Certo che quando vuoi sai essere proprio la buona samaritana eh?" Si complimenta con lei Trixie, mentre Maze si appresta a camminare velocemente verso la capanna. Cosa assai difficile con le suole di quegli stivali che continuano a scivolare sull'erba bagnata ogni tre per due. «In fondo sono umana, non è così? Sono bravissima a prendere per il culo la gente, ormai.» Sorride nelle tenebre che la circondano, arrivando finalmente nel punto stabilito. Lì dove non c'era nessuna Stone nei paraggi, chiaramente. "Insomma ora che farai? Aspetti che arriva e magicamente ci sei tu al posto della Grifondoro?" Scuote la testa, la bionda, affondando le mani nelle tasche del cappotto. «Ovviamente no. Mi nascondo, qui dentro» le spiega, facendo il giro intorno alla capanna, per poi entrare dalla porta di servizio. «Lo aspetto, salto fuori quando è il momento propizio e mi faccio avanti per aiutarlo. Buona samaritana una volta, buona samaritana per sempre no?» Nella sua testa è tutto estremamente perfetto. Lei che fa il gesto di aiutarlo nelle ricerche del suo cuginetto adorato. Loro che entrano insieme nella foresta, sperando di incontrare qualche centauro o qualche ragno enorme al quale darlo in pasto. E se tutto questo non dovesse accadere, ha già un piano sostitutivo, che la vede pronta a sfidare i propri limiti di sopportazione nei riguardi del caposcuola Grifondoro, calandosi nella parte della femme fatale, per testare la capacità del ragazzo nel resistere nuovamente alle tentazioni che la vita gli pone di fronte. Insomma, è decisamente sul piede di guerra. «Tutto per amore della scienza e di Mun.» E per la prima volta, quelle parole le pensa davvero. Non vi è alcuna vena di sarcasmo nelle sue parole. Detesta Freddie Weasley, Mun e Lulah lo sanno bene, ma lui non lo sa, perché come già detto, si è calata alla perfezione nelle dinamiche umane, unendo il suo istinto naturale al fare un bel sorriso di facciata, per poi pugnalare malamente alle spalle il povero malcapitato. "Mazikeen, la donna che ha sempre il piano B. E quando fallisce il piano B, ha quello C e quello D e pure quello E." Si stringe nelle spalle, tronfia ed orgogliosa di fronte a quelle parole. Che vuoi farci? Sono magnifica! Risponde, questa volta mentalmente, perché ha visto una luce in lontananza. Fanno entrambe silenzio per qualche minuto buono, fin quando Maze non decide essere passato abbastanza tempo. Fa il giro della casa, uscendo dalla porta principale, lì dove si trova il ragazzo. Così, tutto per purissimo caso. «Fred Weasley?» Chiede, accendendo la punta della propria bacchetta per far luce a sua volta. «Che ci fai qui? Non sapevo avessero cominciato ad organizzare turni anche qui.» Ingenua e sorpresa come non lo è mai stata in vita sua, mentre lo spinge, passo dopo passo, verso la battuta di caccia della sua vita. Quella in cui c'è in palio la sua testa.



    Edited by [black sky] - 17/11/2017, 19:13
     
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    « Vedrai che andrà meglio, mh? » Mormora il rosso, stringendo le bende contro la caviglia di quel ragazzino. Il piccoletto annuisce, visibilmente scosso, e si mordicchia il labbro inferiore per non piangere. Non ricorda il suo nome, e a dirla tutta non è nemmeno sicuro di averglielo chiesto prima, ma quel ragazzetto rappresenta in sè l'innumerevole categoria di innocenti presente lì al castello. Perchè è così, in fin dei conti, che si suddividono. Loro, i grandi, che grandi non lo sono affatto ma che sono stati costretti dalle circostanze a diventarlo, e poi gli altri, i piccoli. Dal primo al terzo\quarto anno, ragazzini che hanno ben poco di ragazzi e ancora molto di bambini. Coi grandi occhi sbarrati per la paura e le lacrime a velare sempre il loro sguardo. Ne ha visti tanti, in quei giorni, Fred, sperduti qua e là per il castello. E ne ha visti altrettanti tra i cadaveri accatastati nella tenuta, purtroppo. E' una verità quella che gli fa male. Sono solo dei bambini, e non meritano tutto questo. Nessuno di loro merita tutto ciò. E allora eccolo, Weasley, con quel sorriso stampato sul volto stanco e sofferente, a cercare di dar loro il sostegno ed il conforto di cui hanno bisogno. Va tutto bene è la frase che si ostina a dire ogni volta, seppur bene non vada proprio un cazzo. Lui, ad esempio, non sta bene per niente. Ha alcune ferite medicate alla meno peggio lungo il corpo, che seppur non siano particolarmente gravi, avrebbero bisogno di una revisione esperta e specializzata. Come se non bastasse, poi, la sua spina dorsale ha iniziato a dargli qualche problema. L'effetto dei medicinali sta svanendo pian piano, in quei giorni che sembrano non passare mai, e le sue ossa cominciano a spostarsi, provocandogli fitte paralizzanti. Presto sarà fottuto, ma sì, dai, va tutto bene. « Non voglio vedere bronci, che Grifondoro sei? Forza, ora alzati e prova a camminare. » Tu che non hai i minuti contati per poterlo fare. Il ragazzino lo fissa per qualche istante, prima di allungare le braccia per farsi aiutare. Fred lo afferra e lo tira verso di sè, ma mentre fa per alzarsi, precipita a terra. Per qualche folle attimo non si sente più le gambe, mentre le tasta con le mani. « Merda. » « Stai bene? » Il piccoletto lo osserva con sguardo preoccupato, e suo malgrado Fred sorride, alzando entrambi i pollici delle mani in sua direzione. « Una favola. » Una favola di merda, ma pur sempre una favola. « Vai dove ti ho detto e segui il sentiero che ti ho descritto. Se scopro che ti sei cacciato di nuovo nei guai le armature assassine saranno niente in confronto a me! » Una minaccia ironica che spera venga compresa dal ragazzino. Solo quando si è allontanato, il Grifondoro prova a rialzarsi. Pianta le mani per terra e fa leva col bacino, e chissà per quale grazia divina, ci riesce. Si tiene tuttavia dal muro in pietra per riacquistare equilibrio, ed è allora che lo vede. Simon Leroy, ci giurerebbe; il fratellino più piccolo e pestifero di uno dei suoi tanti amici. Gli corre incontro, agitando le braccia per farsi vedere. « Fred, Freeeeeeed! » Non calcola bene le distanze, Simon, e con una testata alle parti basse -vista la sua statura- comincia la loro fantastica conversazione. Cristo era meglio restare paralizzato. « Porca troia Simon... » Annaspa, piegato su sè stesso e con le mani sul cavallo dei pantaloni. « Scusa, ti ho fatto male? » « Secondo te? » Ringhia, ma la sua voce strozzata dal dolore rende il tutto particolarmente tragicomico. Gli ci vuole qualche minuto per riprendersi e rimettersi dritto. « Allora? Che vuoi? » Domanda, prendendo un respiro profondo. « Si tratta di Hugo. »

    Inutile specificare con quanta velocità Fred Weasley si fosse precipitato nel luogo prestabilito. Hugo era sparito, e lo aveva fatto nella foresta proibita. Se il castello era diventato un cumulo di trappole mortali, non osava immaginare cosa Kingsley si fosse inventato per la foresta, che letale lo era sempre stata di suo. Perchè diavolo Hugo era stato così stupido da andarci, non se ne capacitava. Era stato costretto forse? Se sì, da chi? Era solo? Era ferito, spaventato? Tante, troppe domande popolavano i suoi pensieri mentre percorreva la tenuta attorno al castello diretto verso la capanna del guardiacaccia. Ecco perchè non l'aveva più visto in giro, in quei giorni. Dio come aveva fatto a non pensarci! Preso per com'era da tutto il resto, aveva trascurato la sua scomparsa. E se fosse arrivato tardi..non se lo sarebbe mai perdonato. Scuote la testa, scacciando via quel pensiero orribile. Hugo sta bene, si sarà solo cacciato in qualche guaio dei suoi. Prova ad auto-convincersi, lo sguardo che saetta contro la piccola casetta, in cerca di Malia. Lui e la Grifondoro sono imbattibili. Avrebbe voluto chiamare anche Albus, Fred, ma invischiarlo in quella spedizione non del tutto salutare con tutti quei problemi che sapeva avesse già, non gli era sembrato proprio il caso. Malia sarebbe bastata contro qualsiasi mostro li avrebbe aspettati. Avrebbero ritrovato Hugo, sconfitto qualsiasi minaccia e sarebbero tornati al castello sani e salvi. E Fred avrebbe picchiato il cugino per lo spavento. Sì, era un piano perfetto! Sarebbe andato tutto bene. Raggiunge il luogo prestabilito, ma di Malia nemmeno l'ombra. Guarda prima a destra, poi a sinistra: niente. Forse, conoscendola, deve già essersi incamminata. E allora fa per allontanarsi, Fred, quando un rumore scricchiolante attira la sua attenzione.
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    Protrae la bacchetta dinnanzi a sè, per far luce, ed è allora che una sagoma si palesa dinnanzi ai suoi occhi. Assottiglia lo sguardo, distinguendo la fluente chioma di capelli biondi nonostante il buio che li sovrasta. Deve essere...Quella gran gnocca della Greengrass, così come con Albus l'hanno sempre chiamata. Non ci ha mai avuto parecchio a che fare, Weasley, non sa nemmeno il perchè. Di lei sa che è cugina di quello psicopatico di Cavendish, che Albus le ha gettato più di un occhio addosso, e che è amica di Amunet. «Fred Weasley? Che ci fai qui? Non sapevo avessero cominciato ad organizzare turni anche qui. » La osserva in silenzio per qualche istante, dapprima scettico, ma il tono di voce ingenuo della ragazza lo induce ad abbassare le armi. Non sembra una minaccia, dopotutto. E non vede tra l'altro perchè dovrebbe esserlo. « Beatrix Greengrass, giusto? Potrei farti la stessa domanda. » Mormora allora. Ma lui va di fretta, quindi domande non ne ha intenzione di fare. Ogni minuto che passa è una minaccia in più per Hugo, disperso a pochi metri da lui. Indietreggia dunque, senza però darle le spalle « Sto cercando mio cugino. No tranquilla, non il tuo bocconcino. Hugo, dicono si sia perso nella foresta. E col senno di poi, credo si sia persa anche la mia amica. » Ergo, vado di fretta. « Se vuoi aiutarmi, seguimi. Altrimenti torna al castello, non è particolarmente sicuro stare quì da sola » Non è sicuro neanche il castello, in effetti, ma dettagli. Si gira dunque, non aspettandosi nulla dalla ragazza, ma quando, oltrepassati alcuni alberi che delineano l'inizio della foresta se la ritrova accanto, un sorriso sorpreso si dipinge sul suo volto. « Wow, vi fanno tutte così altruiste a Serpeverde? » Domanda allora, con una nota d'ironia nel tono di voce e quel solito razzismo da quattro soldi classico della rivalità tra casate. Si stringe nelle spalle, puntando allora lo sguardo tra le fronde degli alberi. Da dove iniziare? « HUGO! MALIA! » Urla allora, poggiandosi entrambe le mani sui lati della bocca per amplificare il suono della sua voce. Ciò che riceve, tuttavia, è solo silenzio. Sospira, cercando di non lasciarsi prendere dalla preoccupazione. Andiamo Fred, la probabilità di trovarli al primo tentativo era una su un milione. Continua a camminare, le foglie ed i rametti secchi che scricchiolano sotto la suola delle sue scarpe. « Se tu fossi un Corvonero con un QI superiore alla media ed una Grifondoro testa calda, dove ti cacceresti? » Le domanda, più per fare conversazione che per altro. In fondo potrebbero passarci ore in ricerca, tra quegli alberi, sempre che la Greengrass non decida di abbandonarlo prima. Meglio farci conoscenza, in un modo o nell'altro...« Che poi, tra l'altro, perchè mi stai aiutando? » Non ha nessun vantaggio nel farlo. Forse perchè è il cugino di Albus? Sarebbe insensato. O per l'amicizia con Amunet? Beh in quel caso più che aiutarlo lo dovrebbe picchiare. Ma è allora che qualcosa accade. Non sa cosa esattamente, ma la luce della sua bacchetta inizia a tremolare ed a spegnersi e riaccendersi ad intermittenza. Si gira verso la Serpeverde, notando che anche lei ha lo stesso problema. « Ok, questo è strano. » Sibila, rivoltandosi verso la foresta. E' tutto strano. E' sempre la stessa foresta, ma al tempo stesso non lo è affatto. Fred ormai ha imparato a conoscerla come le sue tasche, per tutte quelle volte che, per qualche bravata o qualche guaio dei suoi soliti, vi si è recato in passato. Non gli ha mai messo particolare paura. Eppure adesso...Un brivido gli percorre la schiena. Gli alberi sembrano più spogli del normale, con quei lunghi rami secchi che si intrecciano tra loro a formare una fitta rete sopra le loro teste. Ma è il silenzio, quello che più di ogni altra cosa lo inquieta. Un silenzio innaturale, privo di qualsiasi rumore, anche il minimo verso di chissà quale animale o lo scricchiolio delle foglie. « HUGO! MALIA! » Urla di nuovo, e la sua voce non ha nessun eco. Si volta allora verso la sua compagna, lanciandole uno sguardo confuso. La morsa di un freddo decisamente molto più acuto del normale che inizia a farsi sentire, costringendolo a rabbrividire e battere i denti. « E' impressione mia, o quì inizia ad essere tutto ancora più creepy? » Chiede, mentre il suo sguardo viene catturato da una strana ombra scura dietro le spalle della ragazza. Si protrae di scatto verso di lei, affiancandola. Batte le palpebre numerose volte, chiudendo gli occhi per qualche istante, e non appena li riapre l'ombra è scomparsa. « Scusa, mi era sembrato di vedere... No, niente. Merlino, se ho anche le allucinazioni adesso stiamo proprio messi bene. »
     
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    Avere un certo ascendente sui ragazzini a quanto pare serve ancora a qualcosa, anche nel pieno di un bordello post apocalittico come quello nel quale si ritrova la bionda. Leroy sembra aver fatto il suo lavoro nei migliori dei modi e Fred è arrivato, proprio lì, dove lei lo aspetta con così tanta apprensione. In un fortuito caso di totale coincidenza, chiaramente. « Beatrix Greengrass, giusto? Potrei farti la stessa domanda. » Ci rimane un po' male che quella domanda non gliela abbia fatta veramente, dato che si era già preparata la risposta perfetta. Quindi arriccia le labbra per qualche secondo, per poi rilassarsi con estrema facilità. «Oh sai, sono una ragazza decisamente previdente, quindi ero in cerca delle ultime scorte del Guardiacaccia, così da provare a distribuirle.» Che donna di buon cuore. "Ma chi te l'ha chiesto?" Nessuno, mi andava di esporre il mio fantasioso alibi, dato che è stato così maleducato da non chiedere. Magari ero in pericolo, che ne sa lui? Questi ragazzi d'oggi non sanno che vuol dire salvare una damigella alle prese con un'enorme minaccia. "Non hai un graffio e l'hai mandato a chiamare per andare a trovare il suo cuginetto adorato che si è perso lì dentro. Secondo te il sapere cosa ci fai qui è il primo pensiero che gli passa per la testa?" Dovrebbe preoccuparsi più di me che per il suo cuginetto. Questo interessante battibecco non dura nemmeno un minuto, dentro la testa di Maze. Sta per aprire bocca ma lui la precede. « Sto cercando mio cugino. No tranquilla, non il tuo bocconcino. Hugo, dicono si sia perso nella foresta. E col senno di poi, credo si sia persa anche la mia amica. Se vuoi aiutarmi, seguimi. Altrimenti torna al castello, non è particolarmente sicuro stare quì da sola. » Per il tridente di Lucifero, ma quanto chiacchiera? Trattiene a fatica l'istinto di roteare gli occhi di fronte a quel fiume di parole, solo perché alla fine si è dimostrato preoccupato per la sua incolumità. Lo lascia andare avanti per qualche metro, rimanendo lì impalata, ferma a pensare sul da farsi. "Okay torniamo indietro. E' meglio lasciarlo ad ammazzarsi da solo. Credi che uscirebbe vivo da lì dentro se non ha nessuno a parargli le spalle?" Certo che come ammazzi tu il divertimento nessuno, sai dolce e impavida Trixie? So benissimo che te la stai facendo sotto per la paura. Ricordi? Quello che senti tu, sento io, furbona. La ragazza tace e Maze allunga il passo per raggiungere il rosso. Gli si para vicino e gli sorride di traverso. « Wow, vi fanno tutte così altruiste a Serpeverde? » Il suo viso si colora di un'espressione ben precisa, mentre si stringe nelle spalle. Che ci vuoi fare? Ci hanno disegnato così. «Siamo molto generose. Alcune più di altre.» La voce si abbassa volutamente di qualche tono. Un'occhiata indecifrabile è quella che gli lancia, inoltrandosi nella foresta a passo lento. I rami si rompono sotto la loro camminata, l'intera zona sembra essere immersa in un silenzioso che sta decisamente spaventando la povera Trixie. Gesù ma che ho fatto di male per meritare te come compagna? «Mi chiamo Maze, comunque.» A scoppio ritardato, vista la palese maleducazione del ragazzo, arriva anche la puntualizzazione riguardo il suo nuovo nome. "Se ti risponde "E al popolo?" rido fino a dopodomani!" Quella vocina stridula comincia a romperle non poco le palle. Se mi risponderà in maniera tanto sgarbata, gli farò ingoiare tutti i denti. Questa immagine, nella sua testa, è facile e indolore. « HUGO! MALIA! » Oh questa è facile.
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    Fortuna mi ha ricordato lui i nomi! Sarebbe stato imbarazzante. Lei, decisamente più incline a fare il minimo sforzo possibile per quei due, si punta la bacchetta alla gola, castando un sonorus. «Malia! Hugo!» Prende a dire, fingendo di guardarsi in giro, con sul viso la maschera della preoccupazione. «Dove siete?» Aggiunge, piuttosto soddisfatta del suo impegno in quell'inutile ricerca. "Interpretazione impeccabile." « Se tu fossi un Corvonero con un QI superiore alla media ed una Grifondoro testa calda, dove ti cacceresti? » "E lo chiede a te? Quanta disperazione." Sospira la bionda, mentre si blocca, per cercare di fare mente locale e provare a dare una risposta sensata a quella domanda. «Credo che andrebbero in due direzioni completamente opposte. Non li conosco, ma è probabile che Hugo cercherebbe una via di uscita e un riparo. Malia andrebbe incontro al pericolo. E' quello che fate voi Grifondoro no?» Non vedete ad un palmo dal naso e per fare gli eroi della situazione, vi lanciate in missioni dallo scontato finale autodistruttivo. « Che poi, tra l'altro, perchè mi stai aiutando? » Ridacchia. «Fai sempre tutte queste domande?» Si ritrova a pensare a voce alta. «Non è particolarmente sicuro stare quì da solo. Così dicono. E stasera mi sento in vena di buone azioni.» Riesce a dire prima che la luce delle loro bacchette prendono a sfarfallare, come impazzite. Osserva Freddie con un'espressione interrogativa sul volto. « Ok, questo è strano. » Maze annuisce, guardandosi intorno circospetta. Non è panico quello che prova. O meglio, sente quello che prova Trixie ma lei è ancora decisamente calma. Ci vuole molto di più di un truccato ad intermittenza per spaventarla. Però, deve ammettere che c'è qualcosa che riesce a pizzicare le sue terminazioni nervose. Che riesce a mettere leggermente in allarme il suo istinto demoniaco. Qualcosa di terribilmente familiare. Per la prima volta sulla Terra, si sente come a casa. Sì, Freddie, decisamente strano. Per questo continuano a sgolarsi per qualche altro minuto, alla ricerca dei due agnellini sacrificali, ma di loro, chiaramente, non vi è alcuna traccia. « E' impressione mia, o quì inizia ad essere tutto ancora più creepy? » Sta per rispondere ma lui prende ad essere strano. A diventare decisamente creepy. Ne segue lo sguardo, non vedendo assolutamente nulla. «Okay, questo sì che è strano. Stai bene?» Gli posa una mano sulla spalla, come Trixie le ha insegnato a fare quando vuole esprimere condivisione, preoccupazione, empatia. « Scusa, mi era sembrato di vedere... No, niente. Merlino, se ho anche le allucinazioni adesso stiamo proprio messi bene. » Scuote la testa, carezzandogli il braccio per qualche altro minuto, prima di voltarsi ad osservare la radura. Non c'è niente oltre loro. Sfortunatamente. «No okay, non farti prendere dal panico che il Grifondoro, tra i due, dovresti essere tu.» Lo intima, con un'occhiata divertita prima di individuare un ramo a terra. Gli punta contro la bacchetta e con un incantesimo di Trasfigurazione - unica materia in cui Trixie è sempre stata decisamente sopra la media - lo trasforma in una mazza da baseball. Con un saltello euforico, si piega a raccogliere la sua nuova arma, mentre si figura in testa, nemmeno troppo velatamente, l'immagine di lei che la spacca in testa a Fred. Non farebbe nemmeno troppo casino. Facile, pulito. Se riesce ad uscirne vivo, non si ricorderà nulla, grazie al trauma, e al massimo dirà di essere inciampato, cadendo di testa su un masso. E' una cosa totalmente da lui. "E' così che non vuoi sporcarti le mani?" Sì, deve pur dare una mano alla divina provvidenza per riprenderselo indietro, no? Rotea la mazzo nella mano libera, con un sorrisetto compiaciuto. «Per ogni evenienza.» Risponde nuovamente ad una domanda che lui non gli ha posto. Comincia ad essere un'abitudine. Prende a canticchiare a bassa voce una canzone che le sembra la perfetta colonna sonora per quella camminata decisamente non convenzionale. «I'm on the highway to hell. On the highway to hell.» E' decisamente calma, forse fin troppo e per questo motivo, capisce che deve dare al rosso una qualche spiegazione, per rendere il tutto più credibile. «Scusa, quando sono agitata, comincio a cantare. Mi serve per rilassare i nervi. E per rimanere focalizzata.» Continua così la sua scenetta. Un'opera teatrale scritta di tutto pugno dall'unica e sola. Riprende a cantare, continuando a camminare tra un albero e un altro quando il suo fiuto si acuisce e ne avverte la presenza. C'è qualcosa di davvero familiare che si sta per avvicinare e alla fine, in mezzo alla foschia, compare l'ombra di uno dei demogorgoni a cui è sempre stata abituata nel suo regno sotterraneo. Sorride, all'inizio, per poi ridurre l'euforia e scivolare in un'espressione terribilmente agghiacciata. «Ommioddio, cos'è quello?» Giusto tono sostenuto, giusto vocalizzo alla fine, che dovrebbe far percepire la sua enorme paura. Dai tesorino, avvicinati. Vieni dalla mamma. E come se stesse rispondendo ai suoi comandi silenziosi, la creatura si avvicina, a passi lenti, calcolati. Felini. Cammina sulle quattro zampe, sinuoso come un animale cacciatore. Li ha puntati, li guarda fissi, con quella sua enorme bocca a corolla di fiore, che è tutt'altro che piacevole, quando ce la si ritrova in faccia. «Fred, dobbiamo andare.» Ma rimane lì ferma, immobile. Un po' più vicino, avvicinati un altro pochino tesoro. Dammi il sangue. La creatura obbedisce e con un balzo, è di fronte a loro. Apre le sue profonde fauci e tenta di agguantare la caviglia della bionda. Lei riesce ad indietreggiare appena in tempo. E' confusa. E' amareggiata. E' triste. E' sconvolta. Sono queste le emozioni che si palesano sulla sua faccia, una volta che capisce che quell'adorato tesorino non la riconosce e non vuole avere niente a che fare con lei. Non più. Ora anche lei è il nemico. Una qualunque. Okay, questa non me l'aspettavo. Cazzo. Il demogorgone fa per attaccarli di nuovo e Maze è più veloce, dandogli una mazzata in piena faccia. La creatura atterra di lato, mugolando, in evidente stato confusionale. E le dà giusto il tempo di guardare il rosso. «Non vorrei giungere a conclusioni affrettate ma..non credo che il nostro amichetto qui abbia intenzioni tanto ospitali in serbo per noi.» Riesce a dire, prima di stringergli la mano con la propria. «Per te , nessun latte e caffè, damigella. Sarà per la prossima volta. E ORA CORRI!»



    Edited by wanheda‚ - 21/11/2017, 21:33
     
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    «Siamo molto generose. Alcune più di altre.» La voce di lei si abbassa di qualche tono, mentre gli lancia un'occhiata di difficile interpretazione. O forse no. Si ritrova a tossicchiare, il Grifondoro, distogliendo immediatamente lo sguardo. Chissà, pensa, forse è in una situazione così disperata da fraintendere qualsiasi cosa. « Buono a sapersi, allora, potrebbe tornare utile. » A cosa? Non lo sa nemmeno lui. Fred Weasley non è mai stato un tipo timido, anzi tutt'altro, potremmo dire. Eppure quella ragazza..Beh c'è da dire che è difficile, rimanerle indifferente. Con quei lunghi capelli biondi ed il viso che sembra esser stato dipinto da uno dei migliori artisti sul mercato. Aveva ragione Albus, in quelle nottate trascorse a mangiare gelatine tutti i gusti+1 in camera, a decantarne la bellezza. ..Decantarne la bellezza, un eufemismo parecchio fuori luogo, vista la tipologia dei discorsi sulle ragazze dei due cugini, ma questi son dettagli su cui non approfondiremo troppo l'attenzione per motivi di decenza. «Mi chiamo Maze, comunque.» Si rigira verso di lei, l'espressione confusa per qualche secondo, prima di annuire e stringersi nelle spalle. Ha sempre potuto vantare una buona memoria, Weasley, ed è più che sicuro di averla conosciuta come Beatrix Greengrass, tra i banchi di scuola. « D'accordo, Maze, scusa. Non sapevo del cambio nome. Ti sta bene » Vorrebbe chiederle il perchè di quel cambiamento, ma decide di farsi i fatti suoi, per una buona volta. Girano voci sulla Greengrass, che un pettegolo come lui conosce bene. Si dice che sia scomparsa per un periodo di tempo, ma non ha mai approfondito il perchè, seppur deduca non sia stato per qualcosa di piacevole. Non vuole rigirare il coltello nella piaga, un po' perchè è l'unica compagnia che ha in quella missione suicida, un po' perchè in fin dei conti gli sta abbastanza simpatica, sinora. E poi, le ragazze del bro non si fanno incazzare -e, ahimè, non si toccano nemmeno- prima regola! «Credo che andrebbero in due direzioni completamente opposte. Non li conosco, ma è probabile che Hugo cercherebbe una via di uscita e un riparo. Malia andrebbe incontro al pericolo. E' quello che fate voi Grifondoro no?» Annuisce alle sue parole, immaginandosi già entrambe le prospettive. Hugo tra la fitta vegetazione della foresta, a farsi spazio tra le fronde per cercare una via d'uscita. Malia a fronteggiare qualsiasi pericolo le si sia piazzato di fronte, con lo sguardo deciso e la bacchetta stretta tra le dita esili. L'unica speranza è che si siano ritrovati, per lo meno. L'uno sopperirebbe alle mancanze dell'altro, e viceversa. « A quanto pare.. » Si stringe nelle spalle all'ultima domanda di lei, come a dire siamo fatti così. « E' così che ci dipingono. Anche se io, personalmente, se vedessi un'Acrumantula non so quanto le correrei in contro. » Scherza, avanzando tra quelle foglie secche che scricchiolano sotto i suoi passi. « Coraggiosi sì, coglioni no. ..Non del tutto, per lo meno » Autoironia, il sale della vita. Continua a guardarsi attorno, continuando a urlare il nome degli amici di tanto in tanto, senza alcun risultato. La preoccupazione sembra salire, ma Fred cerca di lasciarla da parte. Non gli servirà a nulla, e di certo non vuole fare la figura della mammina preoccupata di fronte a Maze. Ha una reputazione da mantenere. ..O quanto meno, ciò che ne rimane. «Fai sempre tutte queste domande?» Ride, annuendo, l'espressione colpevole. «Non è particolarmente sicuro stare quì da solo. Così dicono. E stasera mi sento in vena di buone azioni.» Sorride suo malgrado. Perchè è fatto così, Weasley. Lui proprio non riesce a sospettare, delle persone. Neanche quando di fronte si trova il diavolo in persona. Non può farci nulla, c'è nato così e probabilmente ci morirà. ..Pure abbastanza presto, se continuerà a non avere quella malizia che potrebbe salvarlo da una miriade di situazioni pericolose. Ma, anche questi, son dettagli trascurabili. Almeno per ora. « Scusa, è che non capita tutti i giorni di parlare con la Greengrass, una delle ragazze più ambite della scuola. E più inavvicinabili, forse. Ho degli amici che pagherebbero, per essere dove sono io in questo momento. » Non sa nemmeno perchè glielo stia dicendo. E' vero, dopotutto, ma la conosce appena e forse non dovrebbe spingersi ad un certo grado di confidenza con lei. Ma d'altra parte, in uno scenario apocalittico come quello al quale sono ormai costretti da qualche settimana a questa parte, un certo tipo di scrupoli sono passati in secondo piano già da un pezzo. E tu, Weasley, tu pagheresti? Forse un tempo sì, diciamocelo. Ma adesso..Deve fare il bravo. Amunet ed Albus, due motivazioni belle sostanziose. « Comunque..Beh, grazie. »

    «Okay, questo sì che è strano. Stai bene?» Si sforza per annuire, nonostante non si senta affatto granchè bene. Non sa nemmeno perchè, lui in quella foresta c'è andato così tante volte da conoscerla quanto le sue tasche, più o meno tutta, o almeno buona parte. Non gli ha mai fatto tanta paura, e non per cieco orgoglio da Grifondoro, ma per il semplice fatto che, con una bacchetta alla mano, non l'ha mai trovata poi così tanto pericolosa. Eppure adesso..Qualcosa è cambiato. Non saprebbe dire cosa, ma ha uno strano quanto inquietante presentimento. «No okay, non farti prendere dal panico che il Grifondoro, tra i due, dovresti essere tu.» La voce di lei lo distrae, e risponde alla sua occhiata divertita con una fintamente offesa. « Non sono nel panico, ci vuole più di qualche ombra ed il trucchetto delle luci intermittenti, per spaventarmi. Se è qualche scherzo di Kingsley anche questo... Deve averlo preso dal film horror più scontato. » Non è sicuro di neanche una parola, ma si sforza per sembrarlo. La osserva allora, mentre trasforma un ramoscello in..Sì, quella è una mazza da baseball. Rimane in silenzio per qualche istante, prima prendere a ridacchiare, scuotendo appena la testa ed avvicinandosi a lei. «Per ogni evenienza.» « Sei piena di sorprese tu, eh. » Le rivela, prima di riprendere entrambi a camminare. Si guarda attorno, il rosso, la bacchetta dalla punta illuminata -seppur tremolante- alla mano. Sono nella stessa foresta...Eppure non lo sembra affatto. E' tutto più...Creepy, come ha dedotto qualche minuto fa. Gli alberi sembrano più spogli e rinsecchiti, le foglie scricchiolano come ossa rotte sotto i loro piedi, e l'atmosfera gelida è priva di qualsiasi rumore. Nessun vocio in lontananza, nessun verso d'animale, neanche il fruscio del vento...Niente di niente. «I'm on the highway to hell. On the highway to hell.» ...A parte Maze che canta. Si gira verso di lei, con espressione da "davvero stai cantando?" «Scusa, quando sono agitata, comincio a cantare. Mi serve per rilassare i nervi. E per rimanere focalizzata.» Inarca un sopracciglio, scettico, prima di stringersi nelle spalle e lasciarla fare. « Beh, ognuno ha i suoi modi. Chi sono io per giudicare? » Asserisce, con una punta di sarcasmo nel tono di voce. Dopotutto, quando lui è agitato, inizia a parlare a vanvera e girare in tondo. Per fortuna, non è ancora successo. Ricorda ancora lo schiaffo di Rudy quella notte che l'ha visto in quello stato: Dio, la guancia gli ha fatto male per giorni. « E poi, hai una mazza in mano, non ti giudicherei a prescindere. » Scherza, lasciandola continuare nella sua stramba esibizione. Ma è allora che qualcosa attira la sua attenzione. Uno scricchiolio sinistro, un verso che non riconosce ed infine un'ombra al di là della foschia. Si gira verso Maze, e dalla sua espressione agghiacciata, capisce che questa volta l'ha vista anche lei. «Ommioddio, cos'è quello?» Scuote la testa, stringendo le dita sulla bacchetta istintivamente. « Non ne ho idea, ma non mi piace. » Capitan ovvio. La creatura si avvicina, e Fred deglutisce. Non ha mai visto una cosa del genere, e nonostante non sia mai stato un asso nella conoscenza delle creature magiche, è sicuro che quella..cosa non appartenga a nessuna specie di quelle conosciute dai maghi. E' altro. «Fred, dobbiamo andare.» Annuisce, e fa per indietreggiare, quando si accorge che la Serpeverde è rimasta lì, immobile. Non ne comprende il motivo, forse è immobilizzata dalla paura, ma non c'è tempo per avere paura. Non sa cosa diavolo sia quell'animale -se animale può esser chiamato- nè come affrontarlo. Rimanere lì sarebbe da sciocchi. « Forza Maze, andiamo! » Cerca di incitarla, ed è allora che la creatura balza di fronte a loro. Da quella posizione può vederla meglio. Il corpo sembra quello di un cane, quanto meno per le quattro zampe. Il corpo è privo di peli, e la pelle sembra squamata e viscida, come quella di un rettile. Ma la cosa peggiore è la bocca: delle profonde fauci che si spalancano all'improvviso, con l'intenzione di azzannare la Serpeverde. « No! Attenta! » La vede indietreggiare di scatto, Fred, e d'istinto la tira per i fianchi per farla allontanare ancora di più, indietreggiando di numerosi passi. Ma l'essere si riavvicina e fa per attaccarli di nuovo, ed è Maze a salvare la situazione, mollandogli una mazzata sul muso, stordendolo. « Bel colpo. » Dice, lanciando un'occhiata verso il mostro steso per terra. «Non vorrei giungere a conclusioni affrettate ma..non credo che il nostro amichetto qui abbia intenzioni tanto ospitali in serbo per noi. Per te , nessun latte e caffè, damigella. Sarà per la prossima volta. E ORA CORRI!» Lei gli prende la mano, e Fred la stringe tra le proprie dita, iniziando a correre. Corre più veloce che può, attento a non cadere. Scosta tutte le fronde ed i rami secchi, non facendo nemmeno caso a quelli che gli graffiano il viso o il corpo, squarciandogli i vestiti e lasciando delle sottili righe di sangue sulla sua pelle. Non riesce a vedere niente alle sue spalle, quando si gira per controllare, eppure è certo che quel mostro li stia seguendo, in un modo o nell'altro. E' allora che scivola in un piccolo dirupo, non troppo profondo, ma abbastanza da farlo rotolare per terra sino a sbattere con la schiena contro il tronco di un albero. Geme per il dolore, certo che quella botta gli darà del filo da torcere, e si rigira verso Maze, respirando a fatica. « Tutta intera? » Annaspa, mettendosi seduto a fatica. « L'abbiamo seminato...Credo. Ma che diavolo era? »
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    Domanda, affannato, prima di farsi forza per rialzarsi. Ci riesce dopo due tentativi, e mentre si mette dritto, delle fitte lancinanti alla schiena lo costringono a mordersi il labbro inferiore per il dolore. « Tu stai bene, sì? Non è riuscito a morderti vero? » Il tono di voce leggermente preoccupato, mentre recupera la bacchetta e tenta di far luce verso di lei per darle una rapida occhiata. Sospira, a quel punto, guardandosi attorno. Risalire quel dirupo non è difficile, non essendo molto alto, ma non è questo ciò che lo preoccupa. Se la foresta è popolata da quei mostri, Malia ed Hugo devono trovarsi davvero in pericolo. Si passa la mano libera tra i capelli, visibilmente nervoso. E allora le sente. Sono tante, e non le riconosce. Voci, voci su voci. Bisbigli, dapprima leggeri, via via sempre più forti. Sussurri agghiaccianti, dal tono sibilante. Inizia a guardarsi attorno, girando su sè stesso. « Le senti anche tu? » Più il suo sguardo setaccia l'area, più non riesce a vedere nessuno. « Le voci. » Sta impazzendo. Eppure le sente davvero. Sono mille, e più cerca di individuarne le parole, più il volume aumenta, costringendolo a pressarsi le mani sulle orecchie. Scuote la testa, accovacciandosi su sè stesso, oppresso. Mormora qualche no, qualche smettetela, ma non cambia nulla. Fin quando non riesce ad individuare alcune parole. Traditore. Codardo. Non li salverai mai, nessuno. Una lunga serie di nomi aleggia tra i bisbigli. Roxanne, Hugo, Malia, Albus, Olympia, Leo, Lucas..Amunet. Apre gli occhi di scatto e balza in piedi, non curandosi del dolore. « Sono qua, lo so! Me l'hanno detto loro! » ..Le voci nella mia testa. Non sa nemmeno perchè le stia seguendo. Non sa nemmeno perchè abbia ripreso a correre urlando tutti quei nomi. Non solo Hugo e Malia, ma adesso anche tutti gli altri. E' certo che a parte i primi due gli altri non si trovino lì..Ma se così non fosse? Se si trattasse di una delle trappole di Kingsley e tutte le persone che ama si trovano in questo momento in pericolo, in chissà quale morsa mortale? Ah, povero piccolo Fred. Così innocente, così manipolabile. Così stupido. Si ferma a quel punto nel luogo dove l'istinto e i bisbigli l'hanno guidato. Non c'è nessuno. « Non capisco...dovevano essere quì... » Mormora, quasi più a sè stesso. E' allora che degli scricchiolii attirano la sua attenzione. Si guarda attorno e..Sono circondati. « Merda.. » Dritto nella tana del leone. « Maze, torna al castello, tu non c'entri niente. » Mormora, tentando di individuarla nel buio, mentre i versi delle creature si fanno sempre più vicini. « Posso aprirti un varco, o distrarli. » Come? « ..In qualche modo. Stupeficium! »
     
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