Reggeme che te reggo

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    dauntless

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    "Guarda tu che cosa ho pescato stasera, compare! Dimmi se questa non è la mia serata. Stasera.. borghesia on fire. Forse alla fine, l'abito fa il monaco." Confuso come un giaguaro a New York, lo sguardo di Dorian passò inquisitore da Jamie a Thomas e poi di nuovo a Jamie, e infine a Zip. Fino a cinque secondi prima stava proprio cercando di sondare il terreno sulla possibile accoppiata del fratellastro e della compagna di squadra, e ora ecco che lei si presentava lì insieme a un tizio a caso. "Jamie stai bene?" Una domanda che gli uscì in un tono piuttosto distorto e biascicante che andò subito a svuotare di senso l'interrogativo stesso. "Lui mi ha baciata." annuì, aggrottando la fronte come se stesse cercando di capire una lezione di Trasfigurazione. E fin qui c'ero pure io. "Lui invece dice che il mio nome gli è comparso sul bigliettino." spalancò occhi e bocca in un'aria sorpresa, rivolgendo lo sguardo a quello che per il momento avrebbe chiamato nella sua testa Bellicapelli. "Oooooh." "Gran guaio. Secondo te chi scelgo per concludere la serata?" Dafuq? Panico improvviso. Per un istante, preso dalla botta colossale che l'erba riusciva a dargli, prese quell'interrogativo come una legittima domanda posta proprio a lui: una a cui doveva rispondere e su cui aveva potere decisionale, insomma. Capirete bene quanto strano potesse sembrargli il tutto. "Jamie non penso di essere nella posizione. Cioè, dovresti decidere tu." Un siparietto tragicomico. "Gran guaio.. davvero. Sempre che io debba scegliere." Quello, però, era troppo persino per un Dorian fatto come un copertone. E lì gli fu chiara, come una folgorazione sulla via di Damasco, la risposta alla prima domanda che aveva posto alla concasata. No, non stava per niente bene. Anzi, stava peggio di lui. Il che era tutto dire. Ma si sa: Dorian Jenkins è un gentiluomo, e sobrio o meno che sia, si comporterà sempre come tale. Così, preso un grosso sospiro, si alzò dalla panchina, guardando prima Zip e poi Thomas, stringendosi nelle spalle. "E niente, dai, lo spettacolo è finito raga. Questa sta in trip." Parlare della gente come se non fosse presente: spunta verde sulla lista. Detto ciò, senza troppi complimenti, sollevò di peso la concasata, caricandosela su una spalla. "Domani mi ringrazierai." Quelle furono le sue ultime parole prima di cominciare a incamminarsi sbilenco per la tenuta, accendendo il neurone necessario a fargli capire che forse era una buona idea mettersi a camminare rasente al muro, con la mano a fargli da appoggio di tanto in tanto.
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    Erano abbastanza vicini all'entrata quando cominciò a sentire degli strani suoni allarmanti da parte della ragazza. "Oh no no no no. Non osare vomitarmi addosso, Monroe, cazzo." In tutta velocità la mise giù, evitando per il rotto della cuffia di farla cadere con la faccia a terra. Dovevano essere divertenti, forse, ad un occhio esterno, quei due che pur se insieme reggevano peggio di un tavolino a tre gambe. Uno fatto come una pigna, l'altra ubriaca lercia. L'unica differenza stava nel fatto che Dorian, quanto meno, aveva solo una canna come problema, mentre lei..beh..lei ne doveva sicuramente avere di svariati. Ma erano amici, oltre che compagni di casata e di squadra, e questo per lui valeva pur sempre qualcosa. Tra le tante, ad esempio, l'evitare di farle fare una cazzata di cui si sarebbe sicuramente pentita l'indomani. Così, tentando di raccogliere a sé tutta la lucidità che riusciva a trovare, le scansò i capelli dal viso, avvolgendoseli attorno alla mano alla bell'e meglio e reggendola per il gomito. "Dai, butta giù che ti tengo." Sorrise a quelle parole, inizialmente. Poi cominciò proprio a ridere. Uno scoppio che tuttavia si rivelò abbastanza veloce e si esaurì nel momento in cui arrivò il primo conato, seguito da una bella pacca sulla spalla da parte di Dorian. "Dai dai, meglio fuori che dentro. Vedrai che poi ti senti meglio." Non ne era poi tanto sicuro, essendo il tipo di persona che reggeva l'alcool al punto da sentirsi sobrio tra una massa di gente che, a parità di bicchieri, collassava in coma etilico. L'alcool sì, l'erba no: strana creatura, il giovane Jenkins. Stava infatti proprio sul punto di chiederle quanto cazzo avesse bevuto per ritrovarsi in quella situazione quando d'improvviso venne distratto da un urlo lontano - in una palese inflessione straniera - che si faceva man mano più vicino. "CENTODICIOTTOOOOOOOO!" Si voltò verso l'entrata del castello, giusto il tempo per vederne uscire di corsa uno strano tizio allampanato con la toppa dei pantaloni ancora aperta. Nel vederlo, questo si fermò, e i due rimasero a fissarsi per quella che a Dorian parve essere un'eternità. "Hanno accoppato EddyKing." furono le parole spiritate del losco figuro, che se ne corse vie subito dopo averle pronunciate. Secco come un pino, il Tassorosso restò immobile dove si trovava, con lo sguardo assente fisso nel vuoto. E poi una risata, improvvisa, di quelle che proprio vengono dal cuore e diventano sempre più forti man mano che vanno avanti. Una risata talmente forte che a un certo punto diventò silenziosa, scuotendolo dall'interno fino a fargli uscire le lacrime. La forte pressione addominale lo costrinse a mollare la presa sui capelli di Jamie, tenendosi la pancia e cominciando ad accartocciarsi contro il muro nella speranza di riprendere aria. Lo stesso muro su cui si ritrovò a battere forte con una mano, preso da quell'ilarità incontrollata. "No vabbè, ma quello sta fleshando i draghi, Monroe. Ma l'hai sentito?" altra risata grossa come una casa. "DA PAZZI."
     
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    « E niente, dai, lo spettacolo è finito raga. Questa sta in trip. » Ma cosa le è preso? E la dignità? E la lotta alla borghesia e ai privilegi? Dove è finita? La droga dà, la droga toglie; sempre. « No, no, no! Dai Jenkins non fare il demente! » Cerca di colpirlo sulla schiena mentre viene letteralmente caricata come un sacco di patate. Ha mangiato davvero tanto, e ha bevuto altrettanto, e adesso è anche alla seconda canna. Brutta mossa quella di Jenkins, insomma. E infatti, lei lo stomaco protestare lo sente anche, solo che non è poi molto consapevole del fatto che sta per buttare fuori tutta la merda che ha messo in circolo nelle ultime ore. Se la Monroe ha un difetto, è quello di essere ingorda; ma quello è un po' il meccanismo di chiunque non ha mai nulla, e poi può approfittarsene del troppo. « Domani mi ringrazierai. » « Domani minimo tu non vivi più. Mi hai fatto fare una figura di merda. » Come se la figura che stava facendo era migliore della situazione attuale. Già. Man man che il ragazzo continuava a trasportarla a testa in giù, smuovendola in modo decisamente brusco, la testa di Jamie comincia a sentirsi sempre peggio. « E smettila di toccarmi il culo. » Dice battendo ancora i pugni contro la sua schiena con ben poca delicatezza, mentre i movimenti intestinali si fanno più pressanti. « Oh no no no no. Non osare vomitarmi addosso, Monroe, cazzo. » Ed eccola tutta la signorilità di Jamie Monroe in tutta la sua bellezza. Una cena da re, finita sul verde prato della tenuta del castello, mentre si aggrappa al muro per non cadere nel suo stesso vomito. Butta giù tutto il possibile e immaginabile, mentre Dorian le raccoglie i capelli che le ricadono sul viso e che ormai sono sfuggiti a quell'elegantissimo fiocchetto che Fawn le ha legato tra i capelli poco prima di uscire dalla Sala Comune dei Grifondoro. In tutta risposta a quella reazione naturalissima del suo corpo, Jamie si sente arrivare anche le lacrime agli occhi. Sta piangendo. Cristo santo perché sta piangendo. « Dai, butta giù che ti tengo. » Lui ride, e lei, in tutta risposta sta piangendo, seppur silenziosamente. Non capisce neanche per quale motivo. Forse perché la sua serata è stata letteralmente una merda dall'inizio alla fine. « Lo vedi, avevo ragione io a non dare ascolto a Karl. » « Dai dai, meglio fuori che dentro. Vedrai che poi ti senti meglio. » E ancora giù di roba. Era ridicola. Tutta quella situazione è ridicola. Jamie è ridicola e quella minuscola parte di sé che è ancora logica se ne accorge di tutto ciò. Io ti guardo maledetta. Avrò un ricordo veramente vago della merda che hai fatto, ma saprò e tu saprai, e vorrai nasconderti nel buco del culo più piccolo sulla faccia della terra pur di dimenticare completamente questa serata. « Sul biglietto mi ci è comparso il mio migliore amico. » Vomito. « Ho baciato Trambley.. » E le è piaciuto, cristo santo. Nel dubbio, vomito. « ..e ci ho spudoratamente provato con Montgomery. » Altra roba. Ma quanto cazzo è grosso lo stomaco della Monroe? Un pozzo senza fondo, quella ragazza. « E tu mi hai rovinato la serata. E mi hai anche toccato il culo, e non ci hai fatto nemmeno un pensierino. » Grandi drammi, Monroe, sul serio. « E il figlio di Potter.. » E' mio nipote. Ma no, quella rivelazione e tutti i drammi esistenziali correlati alla preoccupazione per Jay e il racconto su quanto fosse in disaccordo con la stupida idea di chiamare un bambino Jay, non ha tempo di esporle al suo compagnone Jenkins, perché sulla loro scena del crimine compare un terzo incomodo che la obbliga a fermarsi. « CENTODICIOTTOOOOOOOO! Hanno accoppato EddyKing. » « Ma dove cazzo vai, nudo! » Ed ecco anche la quarta, avvolta in quello che Jamie pensa possa essere catalogato come un lenzuolo. Dragomir e la Weasley fanno cose e roba insieme? Si passa una mano sul volto, solo per poi sentirsi ricadere i capelli sul viso. « JENKINS! » Esordisce quindi urlando, mentre il casino sta letteralmente scoppiando attorno a loro. Di rimando la Monroe si regge i capelli da sola, sottraendosi l'unico appoggio che ha, per salvare l'integrità dei propri capelli. Perché in fin dei conti li ha appena lavati, e lo shampoo non costa mica poco. « No vabbè, ma quello sta fleshando i draghi, Monroe. Ma l'hai sentito? DA PAZZI. » In tutta risposta di scatto, fiumi di gente iniziano a defluire dall'interno del castello verso la direzione opposta. C'è chi sa urlando, c'è chi invece corre e sa precisamente cosa deve fare. Luci abbaglianti si scagliano da una parte all'altra della tenuta. Incantesimi. E poi lo vede arrivare a pochi passi da loro. Punta la bacchetta nella loro direzione, mentre una luce rossa sta lentamente fuoriuscendo dalla punta di quest'ultima, prima che, un grosso bestione dal manto grigio lo incolli contro il muro a pochi metri più avanti.
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    D'istinto la Monroe indietreggia andando a posizionarsi alle spalle del compagno. Ottimo come scudo umano in quanto decisamente più alto e più grosso di lei - non che sia poi troppo difficile. « La seconda canna era davvero buona.. » Sussurra con gli occhi spalancati e il cuore in gola mentre si sporge a guardare solo un filino da dietro il braccio del ragazzo. « Lo vedo solo io un grosso lupo grigio vero? » In tutta risposta il bestione rivolge loro uno sguardo di ghiaccio eloquente, prima di superarli, non prima di riservare ad entrambi un ringhio che le gela letteralmente il sangue nelle ossa. Picchetta sul braccio del ragazzo, con la bocca ancora spalancata per lo spavento e lo shock. Cerca di fare due più due nella sua mente, e le ci vuole davvero, davvero tanto. Probabilmente le servono minimo cinque minuti, che nella sua testa passano come ore di equazioni differenziali complicatissime, prima di arrivare alla genialaa da sparare. « Dorian.. mi sa che hanno accoppato EddyKing. » Pausa. « EddyKing ha portato il circo a Hogwarts e il circo ha accoppato EddyKing. » Genio! Perché che sia chiaro, lupi di quella dimensione giusto al circo si potevano vedere, nei freak show. E ce ne era più di uno. Si scagliavano contro gli inquisitori con una violenza impressionante e loro lì impallati come due statue di cera. Picchetta ancora sulla sua spalla, ma prima che possa sparare un'altra delle sue genialate, un lampo verde non li colpisce davvero per poco. E a quel punto gli occhi di lei si scagliano in quelli di lui. Passa un tempo infinito; troppo perché si possa parlare di riflessi pronti. E a quel punto lo tira per la manica della giacca. « Corri! » E inizia a correre Jamie, reggendosi a lui per paura di cadere. E non ha la più pallida idea della direzione in cui sta correndo. Corre e corre, finché ad un certo punto non si ferma, rendendosi conto di trovarsi da tutt'altra parte rispetto al resto della gente; nei pressi del lago all'incirca. « Ma aspetta! Dove cazzo stiamo correndo, Dorian? Che cazzo stiamo facendo, Dorian? Moriremo Dorian! E io ancora non sono diventata ricca! »

     
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