Un incubo. No, non ci stiamo capendo. Andres stava passando il momento più brutto della sua vita. La possibilità di poter morire per mano di una delle numerose, e fantasiose, trappole del castello non era la causa del suo malessere. Oddio, in un certo senso era Hogwarts a tormentarlo, ma non come si potrebbe immaginare. Il Grifondoro aveva fame. FAME. Vi è anche solo lontanamente chiaro in che situazione era stato messo il ragazzo? Dal mangiare sei volte al giorno, porzioni doppie se non triple a pasto, si era arrivati a quella situazione di razioni misere e insufficienti per alimentare tutta la sua massa muscolare. E di muscolo da sostenere ce n'era, fin troppo. I primi giorni sono stati i peggiori. La brutalità con cui studenti e professori vennero catapultati in quel nuovo sadico gioco, le regole infide che impararono a scoprire loro malgrado, tutti aspetti che avevano tramutato quella scuola in una casa degli orrori, anzi no, in un mattatoio. Molte persone ci avevano già lasciato le penne, la situazione degenerava, blablabla. D'accordo, tutte cose brutte, ma mai quanto la fame. Un tedesco massiccio privato della sua carne quotidiana è un individuo incredibilmente ingestibile, mano sul cuore. Si era ripromesso che, se mai sarebbe uscito vivo da quell'esperienza fuori dal comune, avrebbe riguadagnato i chili persi e ne avrebbe aggiunti altrettanti. Sì, il doppio. Al diavolo gli addominali, dopo mesi di robette inconsistenti e insapori, Andres si sarebbe strafogato alla grande. Carne, carne e ancora carne. Avrebbe passato la sua vita a masticare e ingoiare: viva la pancia! Ma lasciando perdere queste visioni future in cui l'aumento di taglia sarà inevitabile, vogliamo aggravare il tutto? Sì, è possibile peggiorare ulteriormente le cose, sì, anche intrappolati dentro un edificio intenzionato a uccidere persone. Come? Beh, Andres era in rotta con Dorian. Proprio così, avete capito bene, lui e il bro si stavano evitando come mai era accaduto. Era un precedente, un orribile precedente, a cui il Grifondoro aveva dato inizio. Il tutto nacque quando - maledetti loro - Hugo e Malia lo convinsero a invitare una ragazza al ballo di Halloween. E direte voi, che c'entra? C'entra perché la ragazza in questione altro non era che Quella Corvonero su cui Dorian aveva posato gli occhi. Ancora una volta: non era stato fatto intenzionalmente. Cioè, Andres sapeva - più o meno - che il bro era interessato alla tipa, all'incirca, ma non si era mai preoccupato troppo di tutte quelle faccende amorose, ragazze, inciuci, gossip e così via. Il tedesco pensava solo a tre cose: lo sport, il suo fisico e il suo cibo. Fine.
E infatti...
« Ronda al campo di Quidditch. » Daje così. Una piccola gioia in quella valanga di sfiga che, quotidianamente, travolgeva un decrescente numero di studenti. In quanti erano rimasti? Chi era sopravvissuto e chi no? C'erano cose peggiori che morire? Tutti quesiti che il tedesco si lasciava alle spalle ogni volta che riusciva a librarsi in volo sul suo manico di scopa. Il giorno in cui volò per la prima volta era uno dei ricordi più vividi nella mente del ragazzo, probabilmente quello che ricordasse meglio e che ancora lo inondava di meraviglia e stupore. Tanta gente continuava a dargli del fissato, 'Andres Weiss non pensa ad altro che al Quidditch'. Sì, era vero. Il Grifondoro non aveva mai risposto a questa accusa - cosa doveva essere poi, una provocazione? - e mai lo avrebbe fatto. Volare lo faceva stare bene, in pace, lo faceva sentire libero. C'era qualcosa di sbagliato in quello? Probabilmente da vecchio, se mai ci sarebbe arrivato, dovranno legarlo a un termosifone per impedirgli di impossessarsi di una Firebolt e immaginarsi ancora giovane e atletico.
Chissà! Quelli erano i pensieri che stava facendo Andres mentre fluttuava tra un anello e l'altro, in quello che era la sua zona di confort, l'area che durante le partite doveva difendere.
Il tempo passava e niente di strano pareva intenzionato ad ucciderlo. Ottimo, grandi progressi. Fintanto che da terra, parecchi metri sotto di lui, non vide una sagoma iniziare a innalzarsi in aria.
« Non un Serpeverde. Non un Serpeverde. Non un Serpeverde... » Quella la preghiera che venne,
grazie a Dio, ascoltata.
Dorian. Il bro lo salutò con un cenno del capo, Weiss ricambiò, ma nel momento del riconoscimento non poté che essere invaso da un'ondata di vergogna e imbarazzo.
« Ti va di fare due tiri con la pluffa? Tanto se succede qualcosa di strano siamo sempre qui, e sinceramente un po' mi manca... il Quidditch. » Quasi quasi, si potrebbe rivalutare la prospettiva del Serpeverde. Andres iniziò a rigirarsi la pluffa tra mani in preda a un'agitazione che gli era estranea, ma alla fine, nonostante la tensione, nonostante tutto, guardò l'amico e rispose come suo solito.
« Ja. Se riesci a starmi dietro. » Un sorriso sornione gli si dipinse in faccia. Era troppo che non si sentiva a suo agio con Dorian, non aveva realizzato quanto gli fosse mancato il suo bro.
« Anche se, a dirla tutta, potresti quasi darmi filo da torcere... sai, non mangio abbastanza per essere al top delle mie prestazioni atletiche. » Vero, verissimo, ma era un modo come un altro per punzecchiare il Tassorosso. Facevano così quando si trattava di Quidditch, complice la rivalità dei colori delle loro divise.
« Qualche news? » La voglia di parlare con il suo migliore amico era tanta che avrebbe addirittura ascoltato ciance inutili sulle ragazze della scuola. Anche se, a essere onesti, dal momento in cui aveva nominato il cibo non faceva che visualizzare cosce di pollo. Una piramide di cosce di pollo.
Mmmh. Il brontolio del suo stomaco accompagnò il punto di domanda e anticipò il passaggio della pluffa.
Palla a Tassorosso.