Party crasher, panty snatcher!

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  1. The Lee Factor
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    Che festa del cazzo. E dire che, da bravo americano marcio fino al midollo, Brando di feste andate male aveva una certa esperienza! In fondo, vinceva facile dato l'esorbitante numero di balli, balletti, danze, festicciole e party vari che aveva in agenda oltreoceano: c'era il ballo di inizio anno scolastico a Ilvermorny, quello di fine anno, il ballo di natale, il ballo di primavera, il ballo di halloween e quello di pasqua, il ballo del Ringraziamento e quello per la giornata dell'Indipendenza! Senza contare il quantitativo imbarazzante di party privati che gli universitari organizzavano e a cui imbucarsi era giochetto da ragazzi, figurarsi per un prestigiatore come Brando! Il campus della Columbia non era poi così lontano, in fondo. Lo yankee si considerava, non senza una punta di orgoglio, un escapista versatile, capace tanto di evadere quanto di entrare pressoché ovunque, dalle mutande di chicchessia a gigantesche trappole mortali prive di uscita con la stessa indomabile maestria. Certo, un po' nelle une e un po' nelle altre uno come Brando finiva per ritrovarcisi la maggior parte delle volte per puro caso, ma non è forse questo il bello di essere un tipetto fortunato? Quanto all'ultima trappola mortale priva di uscita, quella sì che era stata la conseguenza più esagerata di una festa rovinata! Di solito il massimo che fosse capitato a Lee era risvegliarsi accanto a tizi sconosciuti ricoperti di vomito e piscio o aver rischiato una o due gravidanze - rischi del mestiere - ma quello? Era un po' troppo perfino per i suoi canoni da americano melodrammatico. E loro avevano inventato Michael Bublé e le sue stupide canzoni di natale!, avrebbero potuto trovare 101 modi per rovinare una festa e sarebbero stati tutti, allo stesso modo, originalissimi! Se c'era una cosa che questi europei dementi avevano imparato su Brando N. Lee, però, era quanto fosse inguaribilmente ed esageratamente ottimista: il suo bicchiere non era né mezzo pieno, né mezzo vuoto, ma costantemente pieno per il semplice fatto di essersi imbucato a quel grande free drink chiamato Vita, con la V maiuscola, quella che conta. Quella che ti spinge a fidanzarti con una ragazza ricca capace di soddisfare ogni più recondito desiderio di uno straccione di strada e farle credere che siano atti d'amore! Quella Vita là. Tolti quei rari momenti in cui sentiva il bisogno di un raccoglimento spirituale - strano ma vero! - e che l'avevano visto isolarsi e rimanere pensieroso tra sé e sé, per il tempo restante Brando aveva affrontato tutta la faccenda con un quantitativo di filosofia pari solo a quello di Paris Hilton, pensatrice contemporanea e guru spirituale. Nelle situazioni più tragiche, di tanto in tanto Brando si ritrovava a pensare "Cosa farebbe Paris in questo momento?" ed ecco che i problemi magicamente sparivano! Quel ruolo era stato per lungo tempo di Britney Spears.. ma dopo il suo 2007 buio, Brando non se l'era più sentita di affidarle con così tanta leggerezza la propria vita. Era carico di quell'ottimismo che Brando stava marciando per il parco di Hogwarts, con la terra sotto i piedi vibrante per i pesanti passi del Platano Picchiatore, uscito dritto dritto da "Le due Torri" di Tolkien, quando Saruman aveva fatto incazzare gli Ent. Fischiettava giulivo, quasi come se non rischiasse di beccarsi da un momento all'altro un fulmine dritto dritto in testa, e faceva saltellare da una mano all'altra una saccoccia, il cui interno sfregava e faceva un rumore particolare. Quello sì che sarebbe stato pane per i denti dei bulli che avevano iniziato da qualche tempo a girare per il castello come iene a caccia, perché un sacchetto simile avrebbe certo contenuto qualcosa di importante! Cibo conservato magari? O forse un po' di quelle medicine che ogni sera apparivano in Sala Grande. Intuizioni argutissime.. se non fossero riferite a Brando Lee, l'essere più enigmatico del pianeta, l'anello di congiunzione tra le Sfingi e l'oroscopo cinese che ti fa chiedere sempre che diavolo di utilità abbia, se tutti quelli nati lo stesso anno hanno lo stesso segno. Non ha senso! Così come sembrava averne molto poco il contenuto del sacchetto di Brando: pietre. Una saccoccia di bellissime pietroline levigate, che il Grifondoro aveva raccolto nei tempi morti per andarle a gettare nel Lago Nero. Quello stesso lago infestato da un terribile mostro marino, di cui di tanto in tanto si potevano sentire i versi infernali fin dal castello. Dopo il russare di Fred Weasley e l'ultimo album delle Destiny's Child, ho sentito tutto.

    L'idea era di passare un'allegra e tranquilla.. mattinata? Serata? Chi diavolo poteva dirlo! In riva al lago, in compagnia delle sue pietre, che avrebbe fatto rimbalzare sull'acqua, e dei tentacoli del Kraken. Ne aveva abbastanza di stare al chiuso, stava iniziando a trovare Hogwarts soffocante così come quelle dannate sale comuni. Erano sovraffollate, i primi giorni, ma poco a poco si erano fatte stranamente più spaziose. E i cadaveri nei corridoi più numerosi. Si trovò a superarne uno perfino nel sentiero che lo stava facendo scendere verso il lago: lanciò un'occhiata mogia al corpo carbonizzato di quello che non avrebbe saputo dire se fosse stato un maschio o una femmina, ma che sembrava essere davvero giovane. Lo superò con apparente noncuranza, seppure un silenzioso sospiro gli sfuggì dalle labbra. Si sarebbe potuto comportare da arrogante stronzetto fuori di testa per tutta la vita, ma lo sentiva distintamente il proprio cuore battere nel petto, era vivo e le tragedie che lo circondavano non lo stavano lasciando indifferente come avrebbe voluto far credere a tutti. Ma io ormai per te non posso fare niente, è troppo tardi. Tutto ciò che poteva fare era mantenere bello pieno quel dannato bicchiere o la pesante cappa di buio che li avvolgeva tutti avrebbe vinto. E a vincere sono sempre io, a costo di barare. Era oramai giunto poco distante dalla riva, quando una figura in avvicinamento dalla zona della foresta attirò il suo sguardo vispo e curioso, una figura che ad ogni passo di faceva più snella, ogni passo ne accentuava le curve, ogni passo faceva crescere un bel sorriso tronfio sulla bocca dell'americano. Ma guarda un po' te.. « Bis Mortestrem! » Quasi. Quella ragazza, che riconobbe come Beatrice - e come dimenticarla! - non le avrebbe detto nulla prima del ballo, viva nei suoi pensieri solo dai racconti che Freddie, suo compagno di stanza, di tanto in tanto gli regalava: il Weasley l'aveva descritta come una sottospecie di gerarca nazista con una svastica tatuata in fronte in stile Charles Manson e un intero sgabuzzino piantato nel didietro. Si portò una mano al petto: « Brando. » E dire che Tris gli aveva dato la sensazione opposta, durante il ballo! Una ragazza sorridente, capace di unire tutti i suoi vecchi compagni di casata in un caloroso brindisi, una che non si fa troppi problemi a ficcare la lingua nella bocca altrui.
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    Chapeau! Quella però era stata l'impressione fino a che la Morgenstern non si era rivelata per ciò che era: la Guastafeste Originale, quella da cui tutte le guastafeste sono state create! Da lei erano nate le ragazzine che svengono ai party in coma etilico, da lei arrivavano i genitori che tornano prima dal loro weekend, sempre da lei la frutta candita nel panettone. « Come butta? Non ci vediamo dal ballo.. » Cordiale, come sempre era, ma con quella sottile punta di sarcasmo e ambiguità che lo contraddiceva. Cosa farebbe Paris in questo momento? « Sei proprio l'anima della festa, ah? A morte la noia! » Farebbe commenti inopportuni. Sì, perché ricordava vagamente di come Fred gli avesse parlato del carattere particolare di Beatrice, un giorno Madre Teresa e il giorno dopo Satana in gonnella. Ma Brando era ancora quel ragazzo con un sacchetto pieno di pietre da lanciare al Kraken, come mai avrebbe potuto impensierirlo una come Beatrice Morgenstern?! « Tranquilla, non ti sto giudicando, stava un po' sul cazzo anche a me Eddy. Oh, per carità, sei severa eh? Severissima ma giusta! » Con la patinata superficialità con cui gli piaceva intrattenere le sue relazioni, Brando assicurò il proprio sostegno morale assolutamente non richiesto alla ragazza. « Il numero finale poi! Boom, bitches! Un colpo di scena che Tarantino levati proprio, occupi spazio! » Schioccò un dito in aria.La trasformazione in lupo della Morgenstern e del resto del branco? Un colpo da maestro della regia, il cliffhanger degno come minimo di un midseason finale! « Però voglio dirti che con me sfondi una porta aperta, io non sono razzista, ma.. ho tanti amici lupi! Pensa, a Ilvermorny facevo parte di un club solidale, lo S.C.O.P.A.M.I. » Un silenzio pieno di pathos venne accompagnato da un lento annuire dello yankee.« Per una "Società Contro Ogni Pregiudizio Alle Minoranze Interspecie! » e scandì ogni parola dell'acronimo con un gesto della mano. Non avrai pensato male, vero Tris? « Potremmo crearlo anche qui, che dici? Un bello S.C.O.P.A.M.I., il senso civico sta iniziando a scarseggiare. » disse quello che voleva passare la mattina ad aizzare un mostro marino gigante. Fair enough.
     
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    Il vento soffia tra i lunghi capelli di lei dolcemente. Un'aria gelida, che si insinua vertiginosamente nelle ossa e corrode; non ricorda l'ultima volta in cui si è sentita veramente al caldo, al sicuro, protetta da mura amichevoli, calde, gentili, da un'atmosfera famigliare. Quello era un lusso che forse a Beatrice Morgenstern non era mai stato concesso in tutto e per tutto, e proprio per questo, ultimamente lo bramava più del solito. C'erano situazioni, momenti, giorni, in cui riconsiderava tutta la sua vita, la sua condotta, le sue scelte. C'erano istanti in cui più che mai avrebbe desiderato essere una persona completamente diversa, aver deciso di vivere secondo precetti diversi, crescersi da sola, in maniera completamente differente. Non sa quanto tempo ha passato sui domini quel giorno; il tempo ormai è una questione relativa che la preoccupa ben poco se non in relazione a quante vite vengono spazzate. Tutto il resto è prassi; una copia di una copia di una copia. A volte le sembra di impazzire; l'assenza di luce fa anche quello, disorienta in maniera vertiginosa; l'assenza di luce è morte, è vuoto esistenziale, è la sempre più pregnante parvenza di una speranza labile. In un certo qual modo, Tris non ha mai avuto una grande predisposizione per il sole; non è una creatura dedita all'idea di piazzarsi su un prato e arrostirsi come un lucertolone, ma ultimamente lo sta seriamente bramando. Immagina giornate di sole, sogna persino di trovarsi su una spiaggia a sorseggiare un cocktail in compagnia del suo amato, occhiali da sole ben piazzati sul viso e il suono del mare a conciliarne il riposo. Le capita spesso di crogiolarsi nella sensazione avvolgente di quadretti del tutto immaginari, cose che, a dirla tutta non ha mai nemmeno lontanamente pensato potessero fare al caso suo. Molto cose non erano da lei, prima che centinaia di personalità tutte diverse s'insinuassero inesorabilmente nella sua testa, illustrandole mondi diversi, modi completamente differenti di vivere e di affrontare la quotidianità. Tutte quelle cose, tutte quelle prospettive, sfioravano ora la sua mente, scavavano nella sua indole segnandola giorno dopo giorno; nel momento peggiore che le sia capitato di vivere, viveva paradossalmente il suo periodo più splendente. Contrariamente a ciò che avesse pensato per molto tempo, si era riscoperta una persona piuttosto flessibile, incline alla curiosità e all'ascolto, al conoscere ciò che non comprendeva e che non rientrava nelle sue abitudini e nella sua ferrea etica. Ed è a questo che sta pensando con una certa veemenza mentre uno dopo l'altro i suoi lunghi passi misurano le sponde del lago nero, cercando di carpire qualunque movimento estraneo. Si è detta che ha bisogno di un po' di tempo per sé. Si riserva quei momenti spesso e volentieri, forte del fatto che non c'è niente che possa ormai sorprenderla. Viveva già in perenne tensione prima che le porte di Hogwarts si blindassero, e ora, quella sensazione è solo stata protratta al di fuori della sua volontà, ma non aveva cambiato poi molto nello specchio delle sue emozioni più recondite. « Bis Mortestrem! » Sospira rassegnata, girandosi nella direzione da cui proviene la voce accompagnata da un largo sorrisone che già la sta innervosendo. No, la pace per Beatrice Morgenstern non esisteva, neanche quando si sforzava con tutta se stessa di tenersi il più lontana possibile da qualunque presenza umana. Niente da fare. Beatrice resta intrattabile. Nonostante tutto, conserva quella dose di intolleranza che la contraddistingue da sempre. « Brando. » Oh certo. Uno dei Grifondoro. Lo ha visto in compagnia di altri durante il suo brindisi a una delle tante tavolate. Una personalità energica; nei suoi occhi Tris poteva leggere tanta audacia e zero pudore. Ergo, il losco figurino perfetto per essere catalogato tra le persone a cui non avrebbe concesso ben volentieri la propria fiducia. Anche perché, a dirla tutta, a uno che poco sembrava darsi da fare, tutto poteva tranne che concedere la sua fiducia. « Come butta? Non ci vediamo dal ballo.. Sei proprio l'anima della festa, ah? A morte la noia! Tranquilla, non ti sto giudicando, stava un po' sul cazzo anche a me Eddy. Oh, per carità, sei severa eh? Severissima ma giusta! » Si stringe nelle spalle, incrociando le braccia al petto, iniziando quindi istintivamente a picchettare con l'indice sul proprio bracio. « Si, va bene. Commenti inutili a parte, posso aiutarti in qualche modo? » Subito al punto va la Morgenstern, perché ha poca pazienza e poca tolleranza verso i pagliacci. E questo le sembra il tipico pagliaccio che ama mettere in soggezione gli altri, pur di farsi una risata. Si aspetta da un momento all'altro qualche commento inopportuno, perché Tris le persone inopportune le fiuta. « Il numero finale poi! Boom, bitches! Un colpo di scena che Tarantino levati proprio, occupi spazio! » E continua. Ma allora proprio non hai imparato niente. Sbuffa infastidita, chiaramente ormai spazientita, e quindi, senza aspettare che quella inutile conversazione continui, gli rivolge le spalle, continuando la sua camminata. Ma evidentemente, Brando ha trovato qualcosa di più interessante da fare, al posto del nulla che stava facendo prima: darle fastidio ovviamente. Si chiede se sia davvero un soggetto così ideale da infastidire. Forse se così tanti ci si mettono di impegno è perché evidentemente un po' lei le mette in condizione di farlo.
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    « Però voglio dirti che con me sfondi una porta aperta, io non sono razzista, ma.. ho tanti amici lupi! Pensa, a Ilvermorny facevo parte di un club solidale, lo S.C.O.P.A.M.I. Per una "Società Contro Ogni Pregiudizio Alle Minoranze Interspecie! Potremmo crearlo anche qui, che dici? Un bello S.C.O.P.A.M.I., il senso civico sta iniziando a scarseggiare. » Sta facendo sul serio? Sta decisamente facendo sul serio. E a quel punto Tris si ferma con uno scatto improvviso girandosi verso il disturbatore. Lo squadra dalla testa ai piedi con il suo solito sguardo penetrante, quello intento ad analizzare nei minimi particolari la propria vittima, il proprio target. Lascia che tra le sue parole e quelle del ragazzo intercorra una pausa di riflessione piuttosto lunga. « Scommetto che ti senti un sacco spiritoso vero? » Certo che si sente spiritoso. Ed è anche coraggioso. Non a caso è stato smistato tra i Grifondoro. Ma quella è una forma di coraggio che Beatrice difficilmente accetta e tollera. E' il coraggio degli stupidi. Degli stolti. « Ti faccio una proposta alternativa: piuttosto che usare le tue energie sparando cazzate, perché non usi tutto questo spirito per fare qualcosa di utile? » Si inumidisce le labbra prima che queste prendano a esprimere tutto il suo disappunto. « Per esempio, in questo momento, Brando, stai facendo qualcosa di utile? Non mi pare. Quindi dimmi, ti sembra il caso di rompermi le scatole con i tuoi vaneggiamenti? » Domande retoriche. Ammettiamolo: la Morgenstern ultimamente non vede l'ora di trovare qualcuno con cui prendersela. Non smetterà mai di essere la Caposcuola, anche quando quella spilla non le spetta più. « Dentro il castello ci sono un milione di cose da fare. Ronde per cui ci si può segnare, piccoli a cui badare; ci sono squadre che radunano scorte nella speranza di non crepare. Tu cosa fai di preciso? » Secondo il modesto parere di Tris, assolutamente niente. Non in quel momento. « Sto iniziando a chiedermi seriamente come cavolo fanno a stare ancora in piedi alcuni di voi. » Chiaramente pura fortuna. Altrimenti non si spiega.


     
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  3. The Lee Factor
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    Brando le conosceva le ragazze come Beatrice Morgenstern.. beh, non proprio come Beatrice Morgenstern, perché tra le mille peripezie in cui s'era andato a ficcare in anni e anni di vita da strada, aver incrociato il passo con una cacciatrice di creature magiche con un intero sgabuzzino delle scope su per il didietro non figurava nel suo curriculum di esperienze. Sì, Tris era un animale unico nel suo genere, una bestia rara. Diciamo che surrogati di Beatrice Morgenstern li aveva incontrati. Beatrice Morgenstern liofilizzate, Tris già pronte, surgelate, solo da riscaldare nel microonde e belle che pronte, alla grande maniera americana. E tutte quelle che aveva incontrato erano le classiche ragazzette americane con carattere da vendere, certo, ma non abbastanza da far abbassare la cresta a Brando, che non era solo un galletto da pollaio: era il galletto, quello con la cresta più alta di tutte per il semplice gusto di farsi notare. Facevano le dure, quelle toste, quelle che provano a schioccare le dita come negre del ghetto ma, piccole, avete visto con chi avete a che fare? Il loro carattere era scivolato addosso la corazza che Brando indossava, probabilmente trovata da un rigattiere o in un banco dei pegni per pochi spicci. Eppure funzionava: non c'era nulla che, apparentemente, potesse scalfire la sua faccia di bronzo. Vero.. ma finora aveva incontrato solo brutte copie della guastafeste originale. Avere a che fare con la vera Beatrice Morgenstern era tutt'altra cosa. Chissà quanta faccia di bronzo aveva avuto Edmund Kingsley e guardate un po' dov'è finito?! « Scommetto che ti senti un sacco spiritoso vero? » Tris si era bloccata di colpo, si era voltata con uno scatto lasciando che i suoi capelli compissero un'ampia leggiadra giravolta che Brando avrebbe inserito al volo in un qualsiasi spot di shampoo - come faceva a non avere i capelli sporchi, per Dio? Siamo in una scuola blindata! - e gli lanciò uno sguardo tagliente. Tagliente! Come il coltello nella gola di EddyKing! Ah-ha! « In realtà.. sì. O almeno è quello che dice la mia medaglia d'oro alle Olimpiadi della risata di Georgetown 2015 ma ehi, le mie barzellette sono solo finite da Oprah, niente di che. » Alzò gli occhi al cielo, come se no davvero, no big deal! Ma cosa ne poteva sapere un'europea come lei di Oprah? Oprah Winfrey!! Davanti a Tris, Brando si sentiva come un missionario cattolico appena sbarcato su un'isola di aborigeni, che si ritrova a fronteggiare una cultura talmente arretrata che Dio aiutali e aiuta me ad aiutare loro. « ...e comunque com'è che hai i capelli lucidissimi? Davvero, sembra tu abbia appena fatto shampoo e piega, sono sconvolto! » Si passò una mano sul suo ciuffo selvaggio, che invece non vedeva una lavata da due giorni circa: quando era andato a procacciarsi una doccia aveva trovato un giorno il bagno intasato da gente e il secondo intasato di cadaveri. Una mezza idea di lavarseli al lago, prima o dopo aver fatto infuriare il kraken, gli era venuta per strada.
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    « Ti faccio una proposta alternativa: piuttosto che usare le tue energie sparando cazzate, perché non usi tutto questo spirito per fare qualcosa di utile? » Si aprì in una non troppo realistica espressione di shock puro. Per il linguaggio colorito di Tris o per l'effettiva proposta di rendersi utile? Difficile dirlo: Brando in fondo era uno di quei ragazzi con modi di fare talmente apparentemente stupidi da risultati addirittura enigmatici. Non enigmatico come può essere un hipster che guarda film d'autore cecoslovacchi, ma comunque abbastanza enigmatico da fare le proprie conquiste. « Per esempio, in questo momento, Brando, stai facendo qualcosa di utile? Non mi pare. Quindi dimmi, ti sembra il caso di rompermi le scatole con i tuoi vaneggiamenti? » Disse quella che sta camminando in riva al lago esattamente come me. Ah no, lei fa "le ronde". Virgolettò mentalmente i propri pensieri per renderli ancora più eloquenti e, in sostanza, far ridere sé stesso e basta. Anche perché.. cosa mai potrebbe far ridere una come Tris? Ci pensò due secondi, squadrandola: video di bambini dell'asilo che vengono picchiati dalle maestre cattive? No, sia mai, lei è una giustiziera. Video delle suddette maestre picchiate dai genitori incazzati? Forse, perché appunto è una giustiziera ma ha in sé quella dose di Christian Grey che non avrebbe potuto negare per via dell'evidenza dei fatti. O forse sei più tipa da video di gattini? « Ma ci baci tua madre con quella bocca, signorinella? Modera il linguaggio! » bofonchiò, deformando il viso in una smorfia che però non poteva nascondere l'immenso divertimento di prenderla in giro, ancora e ancora, incurante delle conseguenze. In fondo sto solo scherzando con un'assassina in un posto buio e senza testimoni, ahah, sembra di essere a Chicago! « Dentro il castello ci sono un milione di cose da fare. Ronde per cui ci si può segnare, piccoli a cui badare; ci sono squadre che radunano scorte nella speranza di non crepare. Tu cosa fai di preciso? » Non rispondere "lanciare sassi al kraken". Si rigirò il sacchetto pieno di pietre tra le mani, mentre già il viso particolarmente espressivo di Brando rispondeva a tono a quello di Beatrice. « E scommetto che il tuo patronus è la fottuta Regina Elisabetta, vero? Ti do una notizia shockante, stellina: non devo rendere conto a te. » Prendi e porta a casa! « Ma visto che io sono cordiale, ti dico che effettivamente qualcosa stavo facendo.. » Prima cazzata utile tra 3... 2... 1... « ..si da il caso che stiano per finire le scorte di Ossofast e che ci siano un bel po' di fratture. Servono dei pesi per tenere gli arti in sospensione, non te l'hanno insegnato alla scuola delle giovani vendicatrici? Beh, eccoli qua i pesi. » e le lanciò tra le mani il sacchetto pieno di pietre. Sapeva che l'avrebbe preso al volo.. o lo sperava, perché altrimenti si sarebbe ritrovato davanti una Morgenstern particolarmente su di giri e con due denti in meno. « Sto iniziando a chiedermi seriamente come cavolo fanno a stare ancora in piedi alcuni di voi. » Allungò la mani per farsi ridare il sacchetto, inclinando la testa da un lato e inarcando un sopracciglio. « Facendo squadra, penso.. quindi non grazie a quell'atteggiamento. » Brando N. Lee, rigira frittate dal 1999. « Fai passare tutta la voglia di fare amicizia, lo sai? Fortuna che non sono permaloso, o ti avrei consigliato di andare a pulirci la Sala Grande, con quelle cinque o sei scope che gelosamente custodisci su per il fondoschiena! » Fece spallucce con un sorriso dolce sulle labbra. Proprio una fortuna che io non sia permaloso.. ma che comunque ciò che penso non me lo sappia proprio tenere, ah? Addio mondo crudele.
     
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