I’ve been holding on to hope

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    Aveva passato tutta la notte sveglia, rannicchiata di fronte all'ingresso della sala comune dei grifondoro, aveva sperato con tutta sé stessa di vederlo entrare; di scorgere ancora una volta il sorriso che le regalava ogni volta che incrociava il suo sguardo. Aveva aspettato invano perchè Albus non aveva mai varcato quella soglia, quando l'allarme aveva iniziato a suonare si era precipitata fuori dalla sala per controllare tutti quelli che uscivano. Con la speranza di averlo solamente perso di vista, di non averlo perso del tutto. Avevano passato insieme ogni notte, stretta tra le sue braccia riusciva a riposare serenamente, allontanando tutti gli incubi che altrimenti l'avrebbero tenuta sveglia. Ogni mattina si separavano con la promessa di ritrovarsi la sera stessa all'apertura di una delle sale comuni, perchè durante la notte non esistevano trappole o altro; solamente loro due. Mangiavano quel poco che erano riusciti ad arraffare e poi non facevano altro che esplorarsi l'un l'altra, travolti da quella profonda passione che solamente un momento disperato come quello aveva saputo scaturire in loro. Aveva analizzato i volti di tutti gli studenti che avevano lasciato di corsa la sala grifondoro, pregando di scorgere la sua chioma corvina, ma quando la porta si chiuse definitivamente fu costretta a fare i conti con la realtà: Albus quella notte non era rientrato. Non era raro che gli studenti non facessero ritorno, ma solitamente ciò significava che o erano morti oppure dispersi; due possibilità che Betty non voleva nemmeno prendere in considerazione. In quel momento si sentì travolgere dalla stanchezza causata da una notte insonne e dal dolore causato della sua assenza. Aveva iniziato a correre, cercando il suo volto tra la folla, chiedendo ai compagni se lo avessero visto, ma tutti le davano sempre la stessa risposta: nessuno aveva più visto Albus dal giorno prima. Quasi come se fosse svanito nel nulla all'improvviso. Betty smise all'improvviso di correre, troppo stanca per continuare, piegata e sconfitta da ciò che la chiusura di Hogwarts aveva comportato. «Questo fatto deve servirti a tirare fuori la Betty che ho sempre visto in te: quella che non si dà mai per vinta, che sarebbe disposta a tutto pur di fare anche solo una piccola differenza. Non deve demolirti. Ti deve rafforzare.» Erano le parole che Albus aveva usato per spronarla, per spingerla a reagire, parole che in quel momento l'aiutarono a non crollare. Non avrebbe permesso a quella situazione di buttarla giù, ma soprattutto non avrebbe permesso alla speranza di appassire. Albus era pieno di risorse e in un modo o nell'altro sarebbe tornato da lei. Ad ogni passo doveva ricordarsi di non lasciarsi cadere, di stringere i denti e non soccombere; altrimenti sarebbe diventata una facile preda di quel gioco mortale in cui erano stati intrappolati. Se tutto ciò che le era rimasto era la speranza si sarebbe aggrappata ad essa con tutte le sue forze, impedendo a sé stessa di lasciarla andare. Con la mano destra spazzò via le lacrime che le avevano rigato il volto, cancellando il loro passaggio. Poco lontano scorse una figura fin troppo famigliare, quella di una persona per lei importante che aveva trascurato fin troppo. Si lanciò verso Freddie, alla ricerca del suo abbraccio rassicurante e del suo profumo famigliare. Si scontrò con il petto solido del ragazzo e gli strinse con forza le braccia intorno al collo. «Freddie!» Erano giorni che si incrociavano solamente in lontananza, entrambi oberati dal ruolo di responsabilità che avevano ricevuto con la nomina a
    OHITKGs
    caposcuola, responsabilità che sentivano ora più che mai. Vedendolo relegato su quella sedia a rotelle non poté fare a meno di rimproverare sé stessa, troppo presa dal suo piccolo idillio per essere al suo fianco. «Perdonami Freds, non ci sono stata. Sono una pessima amica.» Betty si dimenticava spesso dell'incidente, il grifondoro era così pieno di vita che era facile dimenticarsi di come restasse in piedi solamente grazie a pozioni prese con regolarità. Vederlo in quelle condizioni le spezzò il cuore, non perchè fosse dispiaciuta per lui, ma perchè lo conosceva bene e poteva solamente immaginare il senso di impotenza che stava provando in un momento come quello. Non era una persona che amava dipendere dagli altri o essere protetto, soprattutto perchè solitamente era lui che vestita i panni del protettore. L'aveva con lei molte volte, proteggendola addirittura dal suo migliore amico, spingendola ad andare avanti con la sua vita; a non lasciarsi trascinare a fondo dalla tristezza. Dal momento in cui aveva varcato le mura di Hogwarts per la prima volta Freddie non aveva fatto altro che rimanere al suo fianco, un fidato compagno di vita che tutti avrebbero voluti. «Ti chiederei come stai, ma so già che mentiresti dicendomi di stare bene per non farmi preoccupare.» Mai avrebbe ammesso di fronte a qualcun altro di essere incazzato con il mondo intero, perchè in quel momento Freddie era esattamente così. «Così come non ti mentirò io...perchè non sto bene. Sto da schifo, Albus non è rientrato stanotte e nonostante io lo voglia disperatamente non posso dare di matto.» Lo strinse ancora tra le sue braccia, cercando di infondergli un po' di calore; perchè gli amici e gli affetti erano le uniche cose che li spingevano a combattere, ad affrontare ogni giorno gli innumerevoli pericoli che si nascondevano dietro ogni angolo.
     
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