No Artie, no partie!

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    👿👿
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    357
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Arthur! » Si volta di scatto, il biondo, roteando su sè stesso. Fredrich Galloway, un compagno di scuola di chi cazzo si ricorda quale casata, lo osserva con sguardo sofferente, la schiena poggiata contro il muro. Non ha una gran bella cera, ed a giudicare dalla pozza di sangue nella quale è immerso, deve esser ferito. « Gallowaaaaaaay! Giusto te cercavo! » Asserisce il Serpeverde, avvicinandosi a lui, saltellando, chiaramente. Si ferma a qualche passo di distanza, piegando la testa di lato per osservarlo meglio. Sì, è decisamente ferito. Uno squarcio gli attraversa il petto sino ad estendersi a poco sopra lo stomaco. Non è una ferita inferta da mano umana, quella. Schiocca la lingua al palato, inginocchiandosi di fronte al poveretto. « Sei in debito con me di un pagamento. » Se ne esce, annuendo con fare saccente. Sì, proprio così signori e signore, un pagamento. Cos'è che ha fatto Arthur Serkan Cavendish in questi giorni di Lockdown? Ciò che gli è sempre riuscito meglio di qualsiasi altra cosa: spacciare. Di riserve d'alcool e droga dopotutto, quel piccolo diavoletto ne ha sempre avute tante (non chiedetevi come, perchè questo è probabilmente uno dei più grandi misteri assieme a quelli del Vaticano) e allora perchè non sfruttarle? Certo, in tempi di carestia come quelli, il denaro come pagamento convenzionale non è certo la cosa più facile da reperire. E diciamocelo, ricco da far schifo com'è sempre stato, dei soldi non gliene è mai fregato pressochè un cazzo. Dei favori, invece, di quelli sì che gli è sempre importato. Dei pettegolezzi, delle fonti varie su questo o quell'avvenimento. Merce di scambio, ecco cosa ha chiesto in tutte queste settimane. E sapete cosa? Ha addirittura funzionato! Quindi, con quel suo solito inquietante quanto dissestato sorriso a luccicare nella penombra dei sotterranei, quel piccolo demonietto dall'aspetto d'angelo continua a fissare con sguardo vacuo il povero compagno. « Ti pare il momento, Cavendish? » Annaspa Galloway, mentre si pressa una mano sulla ferita al costato, per evitare -piuttosto inutilmente- la fuoriuscita di sangue. Sbuffa a quel punto, il biondo, scuotendo la testa deluso. « E che cazzo non è mai momento per voi. Ieri ho beccato Smitherson e no Artie sto scopando non è momento. » E sì, se ve lo state chiedendo, ha sul serio chiesto il suo pagamento a qualcuno intento a fare quello. Si è semplicemente limitato a sollevare il lenzuolo e domandare se ne avessero ancora per molto. Insomma, è stato pure educato... « Adesso tu..Che c'hai di così tanto importante da fare, mh? » « ..Sto tipo morendo? » Okay, severo ma giusto. « Ah giusto. -...Ed è grave? » Bofonchia qualcosa di incomprensibile, Fredrich, ma Artie decide di ignorarlo, mentre gli solleva attentamente la maglietta per controllare l'entità del danno. Un gran bel danno. « Caspita amico, ma chi ti ha ridotto così? A quale demonietto non hai pagato qualche debito? » Lo punzecchia, ridacchiando, mentre strappa un pezzo della propria camicia per asciugare alla meno peggio quel sangue che continua a sgorgare. « Vedo delle artigliate qua...Uhhhh è stata una ragazza tradita! Ammettilo! Diavolo sono le peggiori. » Schiocca la lingua al palato, sospirando teatralmente, mentre abbassa di nuovo la maglia, per ricoprirlo. Estrae la bacchetta a quel punto, pronunciando un leggero lumos, ed avere una più completa visuale della situazione. Galloway è intento a raccontargli la sua sventura, ma a lui non importa pressochè nulla, quindi si limita ad annuire, fingendosi interessato. « ..E quindi, mi aiuti? » Si risveglia a quell'ultima domanda, Cavendish. « A far che? » « La ferita! Non ho la bacchetta, prova qualche incantesimo, qualsiasi cosa! » Annaspa il ragazzo, ormai sfinito. La mano pressata sulla ferita è diventata completamente rossa. « Aaaaaah già la ferita! » Annuisce, asciugandosi le mani sporche del suo sangue sui pantaloni di jeans sgualciti e logori. Si rialza con un balzo, indietreggiando di qualche passo. « Mi dispiace, non conosco nessun incantesimo adatto. » Se ne esce, con una tranquillità agghiacciante. Si stringe nelle spalle, con espressione innocente, mentre inizia ad allontanarsi, ignorando le urla e gli insulti dell'altro. « Mi raccomando, non morire! Mi devi ancora un pagamento! »

    Svolta l'angolo, con ancora quel bigliettino stretto tra le mani. Riconosce la calligrafia, nonostante non sia mai stato esperto in un certo genere di cose. ...Okay no diciamocelo, ha riconosciuto di chi si trattava solo grazie al nome scritto in fondo al biglietto. Fawn Byrne. Cosa possa mai avere a che fare uno come Arthur Cavendish con una come Fawn Byrne? Probabilmente nulla. O forse tutto. Insomma, prendiamoli un attimo in considerazione. Da un lato Artie, Serpeverde. Più droga che sentimenti, assassino per hobby, cagasotto per eccellenza, viscido come pochi. Dall'altro invece Fawn Byrne, Grifondoro, leonessa nell'animo, coraggiosa Dio solo sa quanto e con un gancio destro che stende. Ad unirli? L'alcool, ovviamente. L'alcool unisce sempre tutti. Okay, diciamocelo, Fawn gli è sempre stata abbastanza simpatica al di là di tutto. Ad Artie le tipe toste son sempre piaciute. ..E d'accordo, ha anche delle belle tette. E quindi eccolo, a trotterellare in quei corridoi fregandosene altamente di tutto ciò che lo circonda. Sa che i demoni non lo toccheranno, e se anche lo toccassero probabilmente sarebbe troppo fatto per accorgersene. Allora svolta l'angolo, addentrandosi in una delle aule abbandonate del castello, laddove la ragazza sembra avergli dato appuntamento. Per aver scelto un posto così singolare, lontano da occhi indiscreti, dev'esserci sicuramente la volontà di fondo di mantenere un profilo basso. E allora, altrettanto discretamente, Cavendish varca la soglia dell'aula.
    tumblr_ot5df7cOBL1qm61cio4_r2_400
    « E' QUI LA FESTAAA? » Urla, alzando entrambe le braccia, con le due bottiglie d'alcool strette tra le dita. Ride da solo, come soltanto i pazzi sanno fare, e avanza di qualche passo sino a posizionarsi di fronte ad una cattedra sfasciata, per poggiarci le bottiglie sopra. Si volta verso di lei, saltellando per sedersi sulla superficie in legno, che lancia uno scricchiolio assai poco rassicurante sotto il suo peso. « Byrne, ciao! » Squittisce allora, alzando il capo e piantando quei due suoi occhi di ghiaccio sul viso di lei. Non ha una gran bella cera. Stanca, sfinita, provata. Un po' come tutti, lì al castello. ..Beh tranne lui. « Ti ho portato quanto richiesto. Erano tre bottiglie inizialmente, ma mentre venivo quì una si è rotta... » Annuisce « ..Okay, okay, beccato, me la sono scolata. » Ordinaria amministrazione. Si stringe nelle spalle con fare innocente, mentre con un gesto della mano degno del miglior venditore di materassi Eminflex, le mostra la sua merce. « Ma fidati due bottiglie bastano e avanzano. E' roba buona, stenderebbe un demone a tre teste. » Solo il meglio, da uno come lui, ne va del suo buon nome. Balza giù dalla cattedra a quel punto, agguantando una sedia per trascinarsela dietro, sino a posizionarsi accanto a lei. Vi si appollaia sopra, raggiungendola in altezza. ...O bassezza. La osserva per qualche istante, in uno dei suoi soliti, inquietanti silenzi, poi schiocca la lingua al palato. « Allora, a che ti serve? » Domanda, piegando la testa di lato. « Cioè lo sai che non sono un pettegolo e mi faccio sempre i fatti miei... » Sei serio, Artie? « Ma ecco, insomma, sei scomparsa da mesi. Risbuchi adesso e mi chiedi dell'alcool. Sei in qualche guaio? Hai qualcuno da ubriacare? Hai fatto fuori qualche povero disgraziato e hai bisogno di dimenticare? » Si poggia due dita sotto al mento, come per pensare. Poi, d'un tratto, la sua espressione si illumina, ed un sorriso a trecento denti si staglia sul suo viso scavato. « Diavolo, ci sono! Sei incinta! » Squittisce, battendo le mani. « E' fantasticoooooooooooooooo-aspetta. Perchè sei incinta e hai chiamato me? » Panico. « Devo iniziare a scapparmene in Messico? » Lì la droga è davvero buona, dopotutto. Mica male.
     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Creature Magiche
    Posts
    1,304
    Reputation
    +1,296

    Status
    Anonymes!
    Ho bisogno di fare cazzate. Questo il primo pensiero pensiero sensato che aveva da giorni. E poteva non essere sano, poteva essere un'idea venutale nel momento peggiore possibile, ma non era stata in grado di ignorare quella consapevolezza martellante. La Byrne si conosceva piuttosto bene. Nell'arco della sua breve vita, aveva toccato il fondo un numero sufficiente di volte da sapere perfettamente cosa fare. E per quanto fosse un modo di fare piuttosto discutibile per una serie infinita di ragioni - prima tra tutte: era un modo altamente autodistruttivo di gestire le cose -, la rosso-oro era ben conscia che non esistesse altro modo di azzerare i contatori e ricominciare. E se esisteva allora lei non ne era al corrente per cui era inutile perdere tempo a scervellarsi. Necessitava di non pensare, di spegnere quel cervello che continuava a ruminare sulla stessa situazione e porsi le solite domande senza risposta. E, come già detto, per quanto il tempo ed il luogo non aiutassero certamente a staccare la spina, lei aveva comunque le sue fonti. Una delle sue caratteristiche principali, nonché una delle cose di sé di cui andava più fiera, era la sua innata capacità di conoscere le persone più disparate e di formare legami con loro. Se lo spiegava in un modo semplice quanto, secondo lei, esaustivo: era cresciuta alla stregua di un pacco postale ed era stata sballotata di qua e di là fin dalla più tenera età, e già da allora aveva dovuto imparare a rapportarsi a gente di risma sociale diversa. Aveva avuto a che fare con l'alta società, con quelli che il mondo avrebbe classificato come hippy e anche con gente che poteva essere definita solo che poco raccomandabile. E, proprio perché Fawn era Fawn e di problemi non se ne faceva, era anche riuscita nell'impresa di creare dei legami un po' ovunque. In realtà nel suo pensiero di fondo, per quanto quest'ultimo non fosse proprio inesatto, mancava una dose di onestà. Ciò che le permetteva di avere a che fare con un po' tutti non era soltanto l'apertura mentale di cui tanto si vantava; era il suo essere camaleontica, il punto. Lei, alla gente, tendeva a mostrare parti vere ma limitate a quanto l'altro poteva cogliere, prendendo così due piccioni con una fava: questo atteggiamento le rendeva possibile restare nella sua comfort zone e soddisfare le sue mille curiosità. E la sua comfort zone, per quanto paradossale potesse sembrare considerato quanto la gente la considerasse cristallina, era quella dose di mistero. Quella possibilità di poter bussare ad una porta e semplicemente evadere, diventare brevemente qualcun altro, o perdersi nel prossimo. Ed ecco perché quel pensiero, ecco perché l'idea di fare cazzate - aveva bisogno di adrenalina. E certo, magari vista da fuori la sua scelta sarebbe apparsa opinabile, ma in quel periodo avrebbe sfidato chiunque a puntarle il dito contro - non si sarebbe fatta alcun problema a staccarglielo, il suddetto dito. E così, quando il bisogno di staccare la spina era diventato un po' troppo martellante e la consapevolezza aveva preso forma, aveva scritto un bigliettino e, all'ora stabilita, si era semplicemente diretta in una delle aule abbandonate del castello. « E' QUI LA FESTAAA? » In ritardo, ma eccolo. Rise a quell'apparizione, battendo le mani con sincero entusiasmo di fronte all'ingresso di nient'altri che Arthur Cavendish. Artie. Se c'era qualcuno di cui fidarsi in una situazione del genere, qualcuno su cui fare affidamento quando si aveva bisogno di non pensare e basta, lui era decisamente la persona adatta. « Byrne, ciao! » Quando il suo sguardo si posò sulle bottiglie che il ragazzo portava con sé, Fawn per poco non scattò in piedi e non gli si gettò al collo. Non hai idea di quanto ne abbia bisogno, Artie.
    Davvero: non ne hai la più pallida idea.
    « La mia bionda preferita che mi porta la mia cosa preferita! Posso morire qui e ora? » Chiese retorica, lo sguardo luminoso. In una situazione differente si sarebbe probabilmente complimentata per le sue doti artistiche oltre che... beh, per aver toccato il fondo. L'ultima volta che era stata tanto felice di vedere dell'alcool era quando suo padre aveva pensato di rivedere sua madre senza informarla. La sbronza era durata tre giorni. « Ti ho portato quanto richiesto. Erano tre bottiglie inizialmente, ma mentre venivo quì una si è rotta... » Sì, e io sono Madre Teresa di Calcutta. Inarcò elegantemente il sopracciglio sinistro di fronte a quella dichiarazione. Che la bionda smentì autonomamente. «..Okay, okay, beccato, me la sono scolata. Ma fidati due bottiglie bastano e avanzano. E' roba buona, stenderebbe un demone a tre teste. » Fawn incrociò le braccia al petto « Sei una persona davvero orribile. Ti declasso: non sei più la mia bionda preferita.» Tono esageratamente offeso, ovvio, per rimarcare quanto fosse grande il torto da lei subito.
    tumblr_mz2lblBGL71qee9ito6_r1_250
    « Allora, a che ti serve? » Fu un attimo. Lo guardò dritto negli occhi, in volto l'espressione più seria dell'arsenale delle sue espressioni serie. « Incredibilmente, luce dei miei occhi, a berlo. » Era necessaria, quella battuta? Assolutamente no. Avrebbe mai potuto, una persona come la Byrne, esimersi dal farla? Altrettanto ovviamente, no. Non era stupida, però, e sapeva benissimo che una richiesta del genere dopo mesi di - come dirlo in maniera elegante? - latitanza poteva far sorgere delle domande. Ed in effetti era giusto così. Era già pronta a rispondere. E l'avrebbe fatto anche piuttosto tranquillamente se solo Cavendish non avesse deciso di - di nuovo, come dirlo in maniera fine e delicata? - chiamarsela. « Diavolo, ci sono! Sei incinta! E' fantasticoooooooooooooooo-aspetta. Perchè sei incinta e hai chiamato me? Devo iniziare a scapparmene in Messico?» Se prima si era dimostrata esageratamente offesa, ora non le aveva lasciato altra scelta se non quella di portarsi teatralmente una mano alla bocca, segno di puro oltraggio di fronte alla sua domanda, e guardarlo come se l'avesse appena insultata. Cosa che in effetti aveva fatto. «No... » Cominciò con tono funereo una volta spostata la mano, senza scollargli per un attimo gli occhi di dosso, sempre più offesa. « cioè, sei riuscito a insultarmi in un modo che... boh, come te lo pari il culo, adesso? Cioè, mi stai dicendo che mi vedi ingrassata? O mi stai dicendo che non ti ricorderesti di essere venuto a letto con me? Non so cosa sia peggio, Artie. Sei un essere veramente spregevole. » Sbatté le palpebre sfarfallando le ciglia un paio di volte, nella perfetta imitazione troppo teatrale di chi aveva appena ricevuto il ceffone supremo dalla vita. Poi si allontanò da lui solo per andare a sedersi sulla cattedra, quella dove il biondo aveva lasciato le bottiglie, tirò fuori una sigaretta dalla tasca della giacca e se l'accese. « E io che volevo anche condividere con te le mie avventure di questi mesi, offrirti un po' dell'alcool che mi hai portato, farti i complimenti perché i tuoi capelli sembrano più belli del solito oggi e perché ti vedo bene... » Finse di tirare su col naso e scosse la testa. « No, tu non mi meriti. È finita per sempre, senza nemmeno mai cominciare. Tutte uguali le bionde. » Detto ciò stappò una delle bottiglie e prese un sorso di Incendiario con aria fintamente afflitta. Così esageratamente triste che persino un cieco avrebbe colto che stava giocando. « Hai ragione però: è proprio roba buona. » Annuì alla fine. « Vuoi favorire o ti basta quella che ti sei scolato? »

    Edited by hanaemi} - 15/2/2018, 22:12
     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    👿👿
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    357
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « La mia bionda preferita che mi porta la mia cosa preferita! Posso morire qui e ora? » Ridacchia, Artie, mentre si passa una mano tra la fluente chioma color oro, con un che di teatrale. « No, amore, che se muori poi incolpano me e che facciamo? Le divise di Azkaban non si intonano ai miei bellissimi occhi. E neanche i dissennatori. » E' questo dopotutto che gli è sempre piaciuto della Byrne. Sono diversi loro due, cavolo sono pure troppo diversi, ma si capiscono. In un modo o nell'altro. A volte si capiscono sotto le lenzuola, ma insomma questi son dettagli! Si è sempre rivelata simpatica, ai suoi occhi e diciamocelo, per uno come Arthur Cavendish, farsi stare simpatiche le persone non è un'impresa poi così facile. Magari ci prova, ci prova sul serio ragazzi!, vi sorride, vi offre pure la cena che tanto paga papà, ma alla fine state pur certi che, abbassata un minimo la guardia, quel serpente traditore farà in modo di annientarvi, se è questo che gli va. Quando gli va. Poi però ci sono quelle..amicizie, chiamiamole così, alle quali in qualche modo -un modo tutto strano, considerando il soggetto, ma pur sempre un modo!- crede davvero. E Fawn Byrne ha sempre avuto tutte le carte in regola per rientrare in questa rara quanto strampalata categoria. Bel faccino, belle tette, ma anche tutto il resto ovviamente! Non siamo mica così superficiali. ..Di che colore li hai gli occhi, Byrne? « E poi due denunce di omicidio a distanza di nemmeno un anno.. Mmmh no, non va. Cioè fa cafone capisci? » Scuote la testa con fare solenne. Essere sospettato di omicidio e parlarne con chiunque, come niente fosse: fatto. C'è stato un tempo in cui..No, cazzate. Un tempo in cui Cavendish abbia collegato anche solo per un attimo il cervello alla bocca e compreso come, in una posizione come la sua, fare battute sull'omicidio di sua madre fosse oltremodo sconveniente non c'è mai stato. Figuriamoci adesso. Figuriamoci in quello scenario di morte e distruzione in cui tutti sono immersi, al momento, ed in cui tutti, in un modo o nell'altro, chi più e chi meno, sono un po' assassini. Uccidere è talvolta necessario, lui l'ha semplicemente capito un po' prima, tutto qua. « Sei una persona davvero orribile. Ti declasso: non sei più la mia bionda preferita.» La fissa in silenzio per qualche istante, poi spalanca la bocca, poggiandosi una mano al petto, sconvolto. « No ehi non puoi declassarmi. Siamo la mora e la bionda, come può sopravvivere la mora senza la sua bionda? » Scuote la testa, con tanto di dito indice. « E non puoi neanche sostituirmi, perchè una bionda come me in giro non la troveresti. Sono tutte tinte. Tutte. » Rivela, con quel tono di voce tagliente classico di, appunto, una bionda. Inarca un sopracciglio alla successiva battuta della Byrne, scimmiottandola con una falsa risata, prima di adocchiarla portarsi una mano alla bocca, con l'espressione seriamente scioccata. Oh cazzo Artie, è incinta davvero. La osserva, sgusciando via dalla sedia per poi indietreggiare istintivamente -perchè non si sa mai cosa fanno le donne in piena crisi ormonale-. «No... » Fiuuu- E allora perchè è incazzata? « cioè, sei riuscito a insultarmi in un modo che... boh, come te lo pari il culo, adesso? Cioè, mi stai dicendo che mi vedi ingrassata? O mi stai dicendo che non ti ricorderesti di essere venuto a letto con me? Non so cosa sia peggio, Artie. Sei un essere veramente spregevole. » CODICE ROSSO. CODICE ROSSO! Questo è ancora peggio di una gravidanza inaspettata. Sono tre i modi più atroci per morire. Lo squartamento, il rogo, ed il dire ad una donna che è ingrassata. E quindi signore e signori, quì finisce la triste storia di un piccolo Arthur Cavendish. Scampato alle trappole ed ai demoni dell'inferno, morto sotto le testate della Byrne. Breve storia triste. « No no no, ehi, cioè... AHAHA no!! » Morirà da eroe. Combattendo. Con orgoglio. « ..Ti prego non mi uccidere. » ..Come non detto. Forse il suo sguardo da cucciolo bastonato, con tanto di musino funziona, perchè la Byrne si allontana dalla zona rossa di possibile ginocchiata ai gioielli di famiglia, andandosi a sedere sulla cattedra scricchiolante. « E io che volevo anche condividere con te le mie avventure di questi mesi, offrirti un po' dell'alcool che mi hai portato, farti i complimenti perché i tuoi capelli sembrano più belli del solito oggi e perché ti vedo bene... »
    qC5tLd3
    Di nuovo, si passa una mano fra i capelli, mentre Fawn tira su col naso, imbronciata. « No, tu non mi meriti. È finita per sempre, senza nemmeno mai cominciare. Tutte uguali le bionde. » « Nooooo! » Squittisce allora, con tono di voce acuto. Si affretta a correre verso di lei, inginocchiandosi per terra con tanto di mani unite in segno di preghiera. « Perdonami, come faccio senza la mia Pocahontas? » Sta al gioco, Cavendish. Un po' perchè è principalmente una diva da teatro, un po' perchè...Ok, è una diva e basta. Rimane fermo per terra per un po', fin quando non la vede stappare la bottiglia e berne qualche sorso. « Hai ragione però: è proprio roba buona. Vuoi favorire o ti basta quella che ti sei scolato? » Balza in piedi allora, sedendosi accanto a lei, con una culata ben poco delicata. « Wiiii! » Cinguetta, piegandosi in avanti per lasciarle un bacio sulla guancia. Sempre il solito ragazzo discreto, questo Cavendish. « Sono contento che mi hai già perdonato e sei tornata ad amarmi incondizionatamente. » Asserisce, con uno dei suoi sorrisi a novemila denti. Si scosta allora, guardando la bottiglia che la ragazza gli ha indirettamente offerto. « Ma per chi mi hai preso? Sono una persona seria. Non bevo sul lavoro. » Tre, due, uno... Scoppia a ridere, afferrando il whiskey incendiario e mandandone giù tre o quattro sorsi, come fosse acqua. « L'alcool non basta mai, ricordalo. » Aggiunge con tono solenne, da vecchio saggio « Ma sappi che se è un modo per corrompermi e non pagarmi, non funzionerà. Anzi, comincia a pensare già ad un pagamento degno di nota tesoro -io due o tre idee carine ce le avrei- che ti devi far perdonare per la latitanza di questi ultimi tempi. » Si stringe nelle spalle, riporgendole la bottiglia. Se state pensando male sul tipo di idee che ha appena nominato, fidatevi, non state pensando male. E' fatto così, Arthur Cavendish, dopotutto. Lui ci prova, ci prova sempre, e fin quando non gli arriverà una cinquina in piena faccia così forte da staccargli la testa di netto, beh, continuerà a provarci. In qualche modo bisogna pur campare. « Allora passiamo subito al suddetto pagamento oppure mi racconti cosa hai fatto in questi mesi di chi l'ha visto? »
     
    .
2 replies since 13/2/2018, 14:13   99 views
  Share  
.