Pity party

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    473
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Ha deciso di tornare al Pandemonium, anche su richiesta di Lucien. Si è messa sotto, con tenacia, con l'aiuto di tutti i dipendenti che hanno deciso di tornare, con Monique, Wanda, Elliot e Beatrix, ha ripulito quel posto. L'ha rimesso in piedi, cercando di ridargli lo splendore che aveva un tempo. Insieme, hanno richiuso le crepe, tirato su i muri pericolanti, tinteggiato nuovamente i saloni che avevano perso colore, hanno risistemato le salette private, i gironi sotterranei e il salone principale. Hanno rifornito il bar di tutto l'alcol possibile, hanno ridato vita a tutto, lasciando che l'aria e la luce rientrasse ancora una volta in quel posto che, per forza di cose, era stato dimenticato da qualsiasi Dio, nel ciclone prepotente della furia di quella Loggia che aveva sempre preferito la distruzione all'unione. Maze ha deciso di tornare lì per cercare di ricostruire quella casa tanto importante per Lucien, cercare di farglielo ritrovare bello e splendente, non appena verrà rilasciato, ma l'ha fatto anche per se stessa. Perché lì, nei piani sotterranei, è ancora tutto intatto, così come l'avevano lasciato un mese prima. E lì si sente meno sola. Lo sente in ogni cosa, mentre attraversa l'appartamento assolutamente discreto che l'uomo si è costruito intorno, a sua immagine e somiglianza. Lo percepisce nello scrosciare dell'acqua che fuoriesce dai rubinetti della vasca interrata, ne sente l'odore nelle lenzuola di seta nera, lì dove hanno dormito così tante notti insieme, lo vede nello specchio del bagno, alle sue spalle, che le bacia il collo, abbracciandola forte. Lo sente in ogni cosa, lo vede in ogni volto, in ogni oggetto. E' lì con lei, quando gironzola, senza una meta, impaziente. Deve vederlo tra qualche ora, per quelle due ore assurde nelle quali può stare con lui, può abbracciarlo e baciarlo, può stargli vicino come meglio può, ma non è la stessa cosa. Così come non lo è stargli vicino nelle vesti della dottoressa Cavendish. Niente è la stessa cosa di averlo lì, con lei. Magari sarebbero potuti andare da qualche parte, una giornata alla spa, un giro in macchina nella natura, a vedere delle cascate naturali. Sarebbero anche potuti rimanere lì, a fare l'amore tutto il giorno, senza mai abbandonare quella stanza. Avrebbero potuto fare un sacco di cose, progettavano quel giorno da settimane ormai. Maze aveva cominciato a ricamarci sopra ancor prima, buttando sul tavolo della discussione sempre nuove proposte, nuove idee sul regalo perfetto da farle. "Ma come mi starebbero benissimo quegli orecchini, quelli lì, con i pendenti in rubino. Certo, pure il brillocco che hai mandato giù, poco prima del tuo compleanno, starebbe d'incanto sulla mia mano. Ma no, niente, sto scherzando, scemo." "Oddio Lucien, sai cosa esce al cinema per il mio compleanno? Il seguito degli Incredibili, sì, il 2, dice che è super carino. No, non è che io ci voglia andare eh, era così, giusto una proposta, per far qualcosa, ecco." Aveva passato giorni a lanciargli segnali subdoli, ma sperava abbastanza chiari, affinché quel giorno risultasse perfetto. Il suo primo compleanno con lui. Quello di lui rimane, nella sua mente, il ricordo più bello che ha da quando è sulla Terra. Il suo ricordo felice, per quel suo dichiararsi dolce e confuso, per quel ti amo sussurrato e poi detto ad alta voce, bisognoso di uscire dalle labbra per essere udito. Il suo ricordo felice con il quale riesce ad evocare il proprio patronus, da quel momento e, ingenuamente, aveva sperato di poter replicare l'esperienza. Di essere nuovamente così tanto felice, da far concorrenza a quel ricordo per il primato. Aveva sperato, invano. Si gratta la testa, tirando su con il naso, in un moto di tristezza improvvisa, mentre si rigira nella vasca, scolandosi l'ennesimo bicchiere di champagne che si è fatta portare da Elliot. Si rotea il recipiente tra le dita, immaginandosi come, quel vetro potrebbe dar pace alla sua pena, per qualche istante. Un solco non troppo profondo, stando attenta a non prendere le vene principali. Per qualche istante valuta davvero l'idea, guardandosi il polso sul quale non è quasi più possibile vedere le cicatrici lattiginose, ma poi lascia andare il bicchiere sul bordo della vasca, chiudendo gli occhi nello stesso istante in cui si sente di voler piangere, da quel momento al momento in cui non lo vedrà. Almeno mi sfogo ora e lui non sarà costretto a sentire anche la mia depressione, già ne ha abbastanza da solo. Si ritrova a pensare, prima di scuotere la testa, per poi stropicciarsi gli occhi prepotentemente. « Non è morto. » Dice a se stessa, come quando faceva quando c'era ancora Trixie, lì dentro con lei. Ma ora non c'è più, non è sempre con lei 24 su 24, ha un proprio corpo, una propria vita, tra poco tornerà a scuola, convinta dopo estenuanti ore di discussione a riguardo, con la precisazione che anche Ellie sarebbe andato con lei, a mo' di protezione. Lei non è più costantemente con lei e lei ha ancora quel fastidiosissimo tic di continuare a rispondersi ad alta voce ad una domanda che si è posta mentalmente. Forse, anche questo, un suo meccanismo di difesa per arginare quella costante paura dell'abbandono. Come con Lux e il suo muoversi nel suo appartamento e lo stare tra le sue cose, così è con Beatrix. « E' ancora vivo, questo è l'importante. Sta, starà bene e io lo tirerò fuori da lì ancor prima che se ne vadano gli effetti degli inibitori e lui possa effettivamente accorgersene. » E' più decisa, mentre esce dalla vasca, gironzolando per la stanza nuda come madre l'ha fatta, prima di avviarsi verso la cabina armadio di Lux, entrandovici dentro. Passa la mano tra i capi che sono appesi e, per quanto fosse sicura di se stessa appena qualche istante prima, crolla nuovamente nella
    tumblr_inline_peiafrcyJn1v719q1_1280
    depressione più totale, sentendosi più sola che mai. « Che bel compleanno del cavolo, grazie Dio, sempre gentilissimo, come tuo solito! » Rivolge il viso verso l'alto, interpellandolo direttamente, prima di tornare a strofinare naso e viso contro una sua giacca leopardata. Una cosa davvero oscena a cui ha pensato di dar fuoco non si sa quante volte, ma una delle preferite di Lucien, per questo è così tanto forte la traccia del suo profumo su di essa. « Tu dovevi essere qui con me » si lagna, come una bimbetta, mentre socchiude gli occhi e abbraccia la giacca, senza alcuna vergogna. « Non ti meriti di stare lì dentro, insieme agli altri. » C'è una palese vena di disgusto che trapela tra le sue parole, mentre la stretta si fa più forte e la giacca prende a bagnarsi dell'acqua di cui è impregnato il suo corpo. « E' qui il tuo posto, con me. » La voce trema, udibilmente, ed è in quel momento che sente una presenza fuori dalla porta dell'armadio. Apre gli occhi, di scatto e vede Trixie, lì, sull'uscio. Le ha mandato un messaggio, per chiederle di passare, ma se n'era completamente dimenticata. Così si umetta le labbra, con indifferenza, lasciando la presa sulla giacca e riportando sul suo viso un bel sorriso, carezzandosi una guancia, come a voler togliere le tracce di quel momento dal suo viso. « Ciao tesoro, sei riuscita a passare alla fine, sono contenta. » Le si avvicina, con nonchalance, andandola ad abbracciare, per poi ricordarsi di essere completamente nuda. « Devo ricordarmi che non tutti sono a proprio agio con la nudità altrui! » Si dà una leggera pacca sulla fronte con il palmo della mano, prima di girarsi e prendere una camicia di Lucien. Se la infila, abbottonandola velocemente, alla bell'e meglio, per poi tornare a guardare la ragazza. Le si fa di nuovo vicino, prendendola sotto braccio, così da trascinarla fuori da lì. « Allora, perché sei qui, ti starai domandando. » Comincia a dirle, prima di farle segno di accomodarsi sul divanetto ai piedi del grande letto. Lei nel frattempo si avvia verso il cassettone dove solitamente tiene la propria biancheria. Vi estrae un paio di mutandine a caso, le infila e poi tira fuori un pacchettino dal fondo, coperto da tutto il suo ventaglio di intimo. E' proprio una sciocchezza, un qualcosa con la quale vorrebbe rassicurare Trixie riguardo il tornare al castello. Lì, dove sa bene, si è consumato l'evento più traumatico della sua vita. Se per lei è stata un'esperienza che ha elaborato, anche grazie a quanto già vissuto, l'essere abusata, per Trixie, rappresentava molto di più di quanto desse a vedere. E quel filo d'argento bianco, con un ciondolo di smeraldo a chiudere, vorrebbe essere il suo modo di dirle "non ti preoccupare, io sarò sempre qui." « Non sapevo cosa avessi deciso circa la data del tuo compleanno, se tenerti la tua..o magari quella di Ariadne. » Si ritrova a dire, prima di voltarsi verso di lei, scoprendo così il pacchettino dalle tonalità verdi. Glielo porge, con un sorriso che riesce a farle brillare gli occhi. « Quindi, essendo oggi il 29 Settembre, tecnicamente, faresti 19 anni perché è il tuo compleanno. Tanti auguri Trixie. » Si siede accanto a lei, aspettando pazientemente, ma con la stessa eccitata curiosità di una bambina che sbircia la reazione di sua sorella nello scartare il suo regalo, cercando di capire se le piace o meno quello che è riuscita a prenderle. « E' che volevo che ti sentissi meno sola, quando sarai lì. Avrai il cellulare, potremo sentirci costantemente perché da qui non mi muovo, lo sai, ma è diverso. So che è così, quando ti rigirerai nel letto, la sera, e chiudendo gli occhi vi vedrai davanti soltanto la sua faccia. Quando succederà, spero che questo ti possa aiutare a ricordarti che è passato, che ci sono io, per qualsiasi cosa, a pochissimi chilometri di distanza e che basta un colpo di telefono per farmi venire a bussare al portone di Hogwarts, per far scendere ad aprirmi dalla nuova preside in persona. » Annuisce una volta con il capo, tradendo un sorriso decisamente più sincero dei precedenti. « Poi me lo sono presa anche io, con un rubino però. Sia mai che tu poi diventi più fashion di me. Le priorità proprio. »


     
    .
  2. kween bee
        +1    
     
    .

    User deleted


    « Ma, tipo, con tutti i soldi che ha, non poteva scegliersi un posto meno inquietante, per viverci? » Si lamenta la ragazza, avanzando di qualche passo attraverso quei sentieri labirintici, lo sguardo smeraldino che vaga qua e là, visibilmente confuso. Lo ha visitato mille ed una volta, quel posto, ma non smette mai di perdersi. E trovarlo inquietante. Sì, nonostante tutte le lucine a neon. Che poi quanto diavolo sono trash le lucine a neon? « Noooo ovviamente. Sono l'uomo più ricco del mondo, potrei vivere alla casa bianca, ma hey! Affittiamoci una città sotto terra!! » Squittisce, visibilmente stizzita, con tanto di gesti enfatici. Si sente una pazza a parlare da sola, ma è un effetto collaterale della convivenza che, probabilmente, nonostante si rattristi tutte le volte in cui non riceve una risposta automatica ai suoi pensieri a voce alta, non le passerà mai. Riesce a sentirsi meno sola, così, in qualche modo. ..In compenso, però, si sente una sfigata. Ma va bene così. Ad ogni modo, a proposito di sfighe... « Che cavolo, quanto sei grosso? » Si ritrova a commentare, alzando lo sguardo verso uno dei due energumeni piazzati all'ingresso principale del locale. Due giganti, niente di più niente di meno, ai quali lei arriva pressochè alla pancia, o giù di lì. « Ashtag umiltà sempre, il vostro capo. » Commenta, senza ricevere una risposta. Quindi sospira, lasciando un simpaticissimo « Avete ragione, tutto il cervello che vi servirebbe per rispondere è impegnato nei muscoli, scusate » prima di entrare in quell'inferno del trash. Non si sofferma su nessuno mentre cammina a passo svelto, sibilando qualche « Sono la sorella della Regina. Non ti conviene. E poi quanti anni hai?! » da #cockblock assicurato a qualche sciagurato dalle manine troppo lunghe. Infine, oltrepassato il centro della terra, giunge finalmente a destinazione. Per trovarsi in culo al mondo, il clima non è male, lì, e rispetto al resto del locale, che nonostante l'odore forte di spezie (ed erba), le sembra sempre puzzare di fin troppo..ormone impazzito, il profumo che c'è lì sotto le piace. Non saprebbe bene come identificarlo, e seppure nella sua mente lampeggi "Lucien!" all'ennesima potenza, non è male. Stranamente, la fa sentire meno in pericolo del normale. Quindi si ravviva i capelli, prima di allungare una mano per scostare la sobrissima tendina leopardata che la divide dall'atrio dell'enorme sotterraneo. « E' qui il tuo posto, con me. » La sente ancor prima di vederla, ed infine la individua, al di là dell'enorme cabina armadio. Stretta ad una giacca che presume appartenga a Lucien, Maze si gira immediatamente verso di lei, passandosi una mano sul viso e proferendole uno splendente sorriso. « Ciao tesoro, sei riuscita a passare alla fine, sono contenta. » E se Beatrix non fosse Beatrix, e non ci tenesse a lei tanto da oltrepassare le solite apparenze, ci crederebbe pure. Ma ha imparato a conoscerla meglio di sè stessa, in quei mesi e mesi di convivenza, e sa bene che no, al di là di tutto, lei contenta al cento per cento non lo è affatto. Come potrebbe esserlo, d'altra parte, quando l'uomo per il quale ha sempre sacrificato qualsiasi cosa, non è lì con lei? Sospira, riuscendo a percepire quasi la tristezza di lei come propria nonostante ormai non siano più collegate, e sta ancora decidendo se far finta di nulla o chiederle nello specifico, quando Maze la precede. Senza preavviso si slancia verso di lei, abbracciandola. Nuda. Completamente nuda. Quindi per qualche istante rimane rigida come una statua di sale, Trixie, ma alla fine ridacchia, nel rendersi conto quanto, qualsiasi cosa possa succedere, Maze resterà sempre la solita Maze. « Devo ricordarmi che non tutti sono a proprio agio con la nudità altrui! » « Ti prego, dimmi che non abbracci nuda chiunque. O meglio, dimmi che non abbracci Elliot o chissà quale altro sfigato nuda col mio corpo! » Si lamenta, sconvolta, mentre la osserva infilarsi una camicia che, a giudicare dalla taglia, è certa appartenga a Lucien. Si mordicchia il labbro inferiore, sentendosi impotente di non poter fare nulla o quasi per lenire a quella sua evidente mancanza. Che palle. Potevate aspettare una settimana prima di trascinarvelo via. Non chiedo troppo. UNA! Stronzi. « Allora, perché sei qui, ti starai domandando. » La prende sotto braccio, per trascinarsela dietro e, infine, invitarla a sedersi sull'elegantissimo divano in pelle rossa ai piedi del grosso letto matrimoniale. La guarda di sottecchi mentre lei si allontana, per infilarsi degli slip. « Grazie. Sono ancora invidiosa che il mio bel culetto sia rimasto in eredità a te » Pausa « E non ricominciare con la solita storia del "è bello perchè io ci ho lavorato su"! » Urlacchia, un po' per sdrammatizzare e provare a distrarla, un po' perchè...Invidiosina lo è davvero. Sta per aggiungere dell'altro, quando l'altra si gira, con un pacchetto tra le mani, e lei si ammutolisce, corrugando d'istinto la fronte.
    tumblr_opgo2crdA71tnifljo1_250
    « Non sapevo cosa avessi deciso circa la data del tuo compleanno, se tenerti la tua..o magari quella di Ariadne. » Batte le palpebre più di una volta, confusa « Quindi, essendo oggi il 29 Settembre, tecnicamente, faresti 19 anni perché è il tuo compleanno. Tanti auguri Trixie. » Allunga le mani, col pacchetto argentato che le ricade attraverso le dita, e rimane in standby per qualche minuto, prima di squittire un « Oddio. E' un regalo? Per me? » Alla buon ora, ma almeno c'è arrivata, meglio tardi che mai. Alza lo sguardo verso di lei, incredula, ma le basta vederla lì, seduta accanto, silenziosa ma tutta saltellante, per capire. Allora, con una risatina eccitata che le scuote il petto, inizia a scartare. Apre la scatolina, adocchiando quel braccialetto argentato, che estrae prontamente, rigirandoselo tra le dita. La chiusura presenta una pietra verde, che attira particolarmente la sua attenzione. Rialza lo sguardo verso di lei, improvvisamente ammutolita. « E' che volevo che ti sentissi meno sola, quando sarai lì. Avrai il cellulare, potremo sentirci costantemente perché da qui non mi muovo, lo sai, ma è diverso. So che è così, quando ti rigirerai nel letto, la sera, e chiudendo gli occhi vi vedrai davanti soltanto la sua faccia. Quando succederà, spero che questo ti possa aiutare a ricordarti che è passato, che ci sono io, per qualsiasi cosa, a pochissimi chilometri di distanza e che basta un colpo di telefono per farmi venire a bussare al portone di Hogwarts, per far scendere ad aprirmi dalla nuova preside in persona. » L'idea -ai suoi occhi più che fattibile, conoscendola- di Maze che bussa ai cancelli del castello per farsi aprire dalla preside la fa sorridere, distraendola dal pensare -solo per un momento- a tutto il resto. Pensare a lui. Ci pensa costantemente. In maniera involontaria o volontaria che sia, quel bastardo è sempre nei suoi dannatissimi pensieri. Si era illusa che cambiando corpo si sarebbe sentita meno sporca, più distaccata da tutto ciò che avevano subito lei e Maze assieme, ma non era stato così. « Poi me lo sono presa anche io, con un rubino però. Sia mai che tu poi diventi più fashion di me. Le priorità proprio. » A quel punto una risatina spontanea la scuote, prima che le sue labbra inizino a tremare, nel classico labbruccio. Prima ride, poi piange. Okay, è pazza davvero. « ..Ti odio, adesso mi farai sfanculare tutto il trucco » Si lamenta, con vocina flebile e tremante, ma prima di aggiungere qualsiasi altra cosa si lancia in avanti, abbracciandola con così tanto impeto da cadere entrambe distese sul divano. La stringe forte, come le piace tanto fare da quando entrambe hanno avuto la possibilità, a prima vista impensabile, di potersi abbracciare davvero, fisicamente. Perchè tante volte avrebbe voluto farlo, Trixie, quando si trovava rilegata nel suo angolino di coscienza, ed ora che può, non vuole sprecare neanche una possibilità. Quindi rimane stretta in quel contatto che più di qualsiasi altra cosa la fa sentire protetta e non mancante di qualcosa come si sente costantemente da quando è rinata, ormai, e per qualche istante si dimentica ogni cosa. Il ritorno al castello, Tom, la quarantena di Lucien..Per qualche momento, seppur breve, esistono solo loro, come un tempo. Infine, quando le sembra di essere in procinto di soffocarla, si stacca, passandosi le mani sugli occhi e tirando su col naso, prima di mettersi a sedere nuovamente. « E'..è bellissimo. E poi brilla! E la pietra..La pietraaaaa! E' uno smeraldo? Si intona coi miei occhi!! Vero che si intona? » Urlacchia, tutta saltellante come una pallina impazzita, avvicinandosi il braccialetto alla faccia, per farle vedere il confronto. Poi lo riabbassa, porgendole un polso. « Mi aiuti a metterlo? » Le domanda, con un sorriso. « Grazie » Aggiunge, poi « Ho paurissima a tornare al castello. Pensavo che con un nuovo corpo mi sarei lasciata tutto alle spalle..e invece no. Lo sogno ancora la notte e lui è sempre lì, quando provo ad essere felice » Le confessa « Anche se nel corpo di una supercazzuta, rimango la solita Trixie cagasotto di sempre. Non sono tosta come te » La guarda, sorridendo. Tu sei la donna più forte che io abbia mai incontrato. Ed è stato un onore condividere quel tempo con te. « Non ho neanche il coraggio di avvertire il fidanzato di Ariadne, o sua madre! "Hey ciao, la vostra cara ragazza è crepata, ed io sono colei che ne occupa il corpo abusivamente. Piacere!" » Ridacchia, seppur amaramente, poi si stringe nelle spalle. « Ma sapere che tu ci sarai sempre, mi aiuta tantissimo. Non so come farei senza di te, non pensavo saresti diventata così importante per me e invece.. » La guarda « E invece parlo ancora da sola sperando in una tua risposta. » Ridacchia a quel punto, riguardandosi il bracciale ormai agganciato al polso. « MA COMUNQUE! Non è mica solo il mio compleanno! E no no no no. » Scuote la testa, con tanto di ditino, per poi rigirarsi verso la borsetta che aveva lasciato sul letto poco più distante, qualche minuto fa. Vi fruga dentro, per estrarne un sacchetto di un tessuto multicolor, di quelli che assumono il colore dell'arcobaleno quando li muovi. Glielo porge, in attesa che lei lo apra, tutta contenta. « E' un amuleto. E' costruito attorno ad un crine di unicorno, vero -sì, tranquilla, mi sono assicurata che nessun unicorno sia stato maltrattato, per questo- che porta fortuna. La negoziante mi ha detto che ha quasi lo stesso effetto del felix felicis. Ti migliora l'umore e, tecnicamente, dovrebbe far scorrere le giornate nel migliore dei modi e fare avverare i tuoi desideri! » Lo sguardo si posa sul piccolo ciondolo, poi torna a lei. « Non prenderla come un'offesa ma, a conti dei fatti, direi che un po' di fortuna ce l'hai di bisogno. Visto che il mondo sembra avercela con noi » Ridacchia appena « E quindi, insomma. Quando sarai triste e non sarò nella tua testolina a dirti che piangere è da sfigate, ci penserà l'unicornino!- continua a ridere, prima di tornare seria -E poi se riuscisse davvero ad avverare i tuoi desideri, ne sarei tanto contenta. Ti meriti di essere felice, dopo tutto questo tempo, ed è ciò che più voglio, davvero. » Annuisce, decisa. « A tal proposito..Come stai? » La fissa attentamente « Prima che tu possa dirlo, il "sto bene, perchè?" con me non funziona. Come..come l'hai presa? Pensi di fare qualcosa? Sì insomma, sai a cosa mi riferisco, non ne abbiamo più parlato... » Si mordicchia l'interno della guancia, un po' a disagio. Non vuole rattristarla, ma farle capire che lei c'è, nonostante tutto, sempre e comunque. « Io sono quì, per qualsiasi sfogo. O per aiutarti, qualsiasi cosa tu voglia fare. ...Fai finta che sono nella tua testa, come un tempo, solo che adesso ci possiamo abbracciare -o picchiare quando diciamo cavolate- annuisce, solenne -Quindi allora, come stai? »
     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    473
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Ti prego, dimmi che non abbracci nuda chiunque. O meglio, dimmi che non abbracci Elliot o chissà quale altro sfigato nuda col mio corpo! Grazie. Sono ancora invidiosa che il mio bel culetto sia rimasto in eredità a te. E non ricominciare con la solita storia del "è bello perchè io ci ho lavorato su"! » Storce le labbra, mentre le dà le spalle, cercando di camuffare al meglio quella sensazione di disagio che le provoca ogni volta il parlare di quell'argomento. Perché ogni qual volta in cui arriva a pensare che forse, nonostante tutto, quel corpo stia cominciando ad essere davvero suo e di nessun altro, c'è sempre qualcosa o qualcuno che le ricorda il contrario. Lei sarà sempre l'ospite, l'intrusa, la parassita e mai la proprietaria. E se da una parte capisce perfettamente le rimostranze di Trixie, dall'altra la ferisce non poco quel suo continuare a puntualizzare che è il suo corpo. Si umetta perciò le labbra, lasciando che vi ritorni sopra quel suo solito ghigno derisorio, mentre richiude il cassettino della biancheria, per tornare poi da lei con il pacchettino in mano. « Per l'ultima volta, tesoro, sai benissimo da sola che questo bocconcino è così grazie a tutti gli squat che gli ho fatto fare, con tanta e pia devozione. Su e giù, su e giù. » Alza le sopracciglia, allusivamente, come a volerle far capire, ancora una volta, quanto veramente sia più merito suo che della ragazza. Ma non è il momento di rivendicare meriti e di fare la triste circa un corpo che non sarà mai effettivamente suo, al di là di tutto, perché quello è il momento di Trixie, dove la ragazza scarterà il suo regalino e lei non vede l'ora di capire se le piacerà o meno. « Oddio. E' un regalo? Per me? » Sbuffa, con fare divertito, di fronte alla capacità della ragazza di arrivare a capire le cose sempre una frazione di tempo più tardi. « Ma buongiorno, raggio di sole. Dai, dai, aprilo forza. » La incalza quindi con un cenno del capo, aspettando con ansia che il bracciale si riveli ai loro occhi. « ..Ti odio, adesso mi farai sfanculare tutto il trucco » « Ehy, no eh, non si piange. Non nel giorno del tuo compleanno. Non quando hai addosso quel rimmel che costa l'occhio della testa. » Le dice, ridacchiando, mentre se la stringe al petto con entrambe le braccia. Mai avrebbe creduto di poterlo fare, considerando che Beatrix è sempre e solo stata una vocina flebile proveniente da un angolo di quel loro cervello condiviso. Ma ora è lì, tangibile, sotto i propri polpastrelli, calda, viva e vera. Un qualcosa di assolutamente magico, da sembrare quasi un miracolo, se solo Maze credesse di poterne meritare uno. « E'..è bellissimo. E poi brilla! E la pietra..La pietraaaaa! E' uno smeraldo? Si intona coi miei occhi!! Vero che si intona? » Si morde il labbro inferiore, Maze, nel guardarla in volto. « Trixie, non so come dirtelo, ma..in realtà è onice, non smeraldo. Sai, credo sia il tuo solito problemino di daltonismo. » Commenta a labbra strette, come a non volerla far sentire a disagio, per poi scoppiare a ridere nel captare la sua reazione. « Sto scherzandooo! E' ovvio che è uno smeraldo perché si abbina ai tuoi occhi e io scelgo sempre i colori giusti, io. » Puntualizza, per poi annuire alla sua richiesta, allungando le dita per muoverle intorno al cintino del braccialetto. « Grazie Ho paurissima a tornare al castello. Pensavo che con un nuovo corpo mi sarei lasciata tutto alle spalle..e invece no. Lo sogno ancora la notte e lui è sempre lì, quando provo ad essere felice. » Rimugina un po' sopra quelle parole, mentre riesce a chiudere l'allacciatura e le sistema il braccialetto sul polso, affinché il ciondolo sia rivolto verso il basso. « Ne hai parlato con mamma? » E' un vizio, quello, che non riesce davvero a togliersi, come il continuare a parlare ad alta voce, per rispondere ad una domanda mentale che non le viene più posta. Sa che Julie Greengrass non è sua madre, non lo è mai stata veramente, eppure, per un breve periodo, è quanto di più vicino ad una madre che abbia mai avuto. Per questo non le riesce facile lo smettere di chiamarla così, persino in presenza di colei che è davvero sua figlia. « Credo tu abbia bisogno di aiuto, di un aiuto esterno, intendo. Un professionista magari, non c'è nulla di male a farsi dare una mano, perché credo che altrimenti questa cosa te la porterai sempre dietro. Non sarà un nuovo corpo, una nuova vita ad aiutarti, se non sei tranquilla qui dentro. » Le sfiora la fronte con la mano, con un sorriso mesto. « Se non vuoi qualche sconosciuto, però, potrei sempre provare a leggere qualche mattone sulla psicologia e poi ti aiuto io. Dovresti aspettare qualche buon mesetto però, ti avverto. » Questa volta si scioglie in una risata più calorosa, mentre le accarezza il viso con il dorso della mano. « Anche se nel corpo di una supercazzuta, rimango la solita Trixie cagasotto di sempre. Non sono tosta come te. Non ho neanche il coraggio di avvertire il fidanzato di Ariadne, o sua madre! "Hey ciao, la vostra cara ragazza è crepata, ed io sono colei che ne occupa il corpo abusivamente. Piacere!"» Le dà una botta con la spalla, come a volerla fare smettere dal continuare a dire quelle cavolate. « Smettila subito. Non sei una cagasotto, per nulla. Per quanto tu non potessi effettivamente fare molto, sì lo so, mi hai affrontata. Hai affrontato una demone, mi hai minacciata più volte di quanto avrei mai creduto tu potessi fare, sei stata più coraggiosa di quanto tu possa anche solo pensare. Hai affrontato il lockdown insieme a me, hai affrontato Tom, ti sei fatta un volo da una torre altissima e sei ancora qui. Non hai nemmeno sfiorato il pensiero di toglierti la vita, ma stai continuando ad andare avanti. Se questo non vuol dire avere due palle tante, allora siamo tutti dei gran cagasotto. » Annuisce, con convinzione. « Per il resto, hai mai pensato di raccogliere l'eredità di Ariadne? La sua vita? Non sono l'esempio migliore, visto com'è andata a finire con noi due e tua madre, ma forse a quelle persone che non hai il coraggio nemmeno di contattare basterebbe semplicemente rivedere Ariadne? Non lo so, devi capire tu come vuoi gestirtela e soprattutto devi capire chi vuoi essere, soprattutto quando tornerai al castello. Da questo dipenderà tutto. » Si siede meglio sul divanetto, appoggiando il gomito alla spalliera, per andare ad attorcigliare le dita tra i capelli scuri. . « Ma sapere che tu ci sarai sempre, mi aiuta tantissimo. Non so come farei senza di te, non pensavo saresti diventata così importante per me e invece..E invece parlo ancora da sola sperando in una tua risposta. » Annuisce a quelle parole, con un'espressione palese sul volto. "I feel you, si." « MA COMUNQUE! Non è mica solo il mio compleanno! E no no no no. » Rimane a guardarla muoversi, fin quando non lascia scivolarle in una mano un sacchetto dal tessuto traslucido. Vi passa sopra le dita, mentre quello assume tutti i colori dell'arcobaleno, suscitando in lei un'immediata sensazione di meraviglia. « E' un amuleto. E' costruito attorno ad un crine di unicorno, vero -sì, tranquilla, mi sono assicurata che nessun unicorno sia stato maltrattato, per questo- che porta fortuna. La negoziante mi ha detto che ha quasi lo stesso effetto del felix felicis. Ti migliora l'umore e, tecnicamente, dovrebbe far scorrere le giornate nel migliore dei modi e fare avverare i tuoi desideri! » Rimane a rimirare il ciondolo con estremo stupore, lasciandolo muovere a mezz'aria, con la collanina che si attorciglia su se stessa per quel lento ballo. « In poche semplici mosse, sei riuscita a farmi sfigurare persino nell'unico campo in cui pensavo di essere la regina indiscussa. Grazie tante. » Dice con vena accusatoria, per poi alzare gli occhi, lasciando che sia lei a constatare quanto sia effettivamente felice. E' un regalo inaspettato quello. Perfetto sotto molti punti di vista: dall'essere un ciondolo che raffigura un unicorno, all'avere al suo interno un vero crine di Unicorno, per arrivare a quelle magiche proprietà che sembra avere. Se lo passa tra le dita, pensierosa e felice al tempo stesso. « Non prenderla come un'offesa ma, a conti dei fatti, direi che un po' di fortuna ce l'hai di bisogno. Visto che il mondo sembra avercela con noi. E quindi, insomma. Quando sarai triste e non sarò nella tua testolina a dirti che piangere è da sfigate, ci penserà l'unicornino! E poi se riuscisse davvero ad avverare i tuoi desideri, ne sarei tanto contenta. Ti meriti di essere felice, dopo tutto questo tempo, ed è ciò che più voglio, davvero. » Gliene è grata, davvero, tanto da esprimerlo con un sorriso, di quelli veri e sinceri, di quelli che non hanno alcuna traccia di falsità o di inganno al loro interno, ma che hanno solo e
    tumblr_inline_n0aivevWKl1rm1gfu
    soltanto tanta riconoscenza. « Grazie, è davvero il pensiero più bello che potessi ricevere, al momento. » Le scocca un bacio sulla guancia, prima di stringerle la mano con delicatezza. « Continui ad essere una compagna di viaggio davvero preziosa. » Una sorella dalla quale non mi sento giudicata, ma dalla quale mi sento perennemente sostenuta. « A tal proposito..Come stai? Prima che tu possa dirlo, il "sto bene, perchè?" con me non funziona. Come..come l'hai presa? Pensi di fare qualcosa? Sì insomma, sai a cosa mi riferisco, non ne abbiamo più parlato...Io sono quì, per qualsiasi sfogo. O per aiutarti, qualsiasi cosa tu voglia fare. ...Fai finta che sono nella tua testa, come un tempo, solo che adesso ci possiamo abbracciare -o picchiare quando diciamo cavolate- Quindi allora, come stai?» Si ritrova a ridacchiare, volente o nolente, nel pensare alla prima volta che se le sono date di santa ragione, tirandosi i capelli e arrivando persino a qualche schiaffo in faccia, per decidere chi avrebbe tenuto cosa dello splendido armadio che si erano andate creando, nel tempo. Un po' come i divorziati che si ritrovano a fare la divisione dei beni, ma decisamente in maniera più agguerrita. « Sto. Sono triste e arrabbiata la metà del tempo, solo perché l'altra metà la passo facendo cose per distrarmi. Ho risistemato questo posto, ho aperto il Danse, ho trovato un modo per passare più tempo al San Mungo, bado a tutti gli animali che abbiamo, cerco di stare dietro a te ed Elliott.. insomma, mi tengo impegnata. » Si stringe nelle spalle, tradendo un sorriso che ha del malinconico al suo interno. « Ma non sono contenta, non posso esserlo, fintanto che io sono qui e lui rinchiuso in un posto nel quale è stato trascinato a forza. Se solo potessi vedere con i tuoi occhi.. » Come si tortura, come si punisce e come non collabora. « A volte ho come l'impressione che non tornerà mai più a casa. Chi lo rilascerebbe, dopo come si comporta lì dentro? Sta tirando fuori il peggio di sé, e anche se non me lo dà a vedere, quando vado a trovarlo, lo so. Sta facendo di tutto per autodistruggersi, di nuovo, e questa volta io non posso aiutarlo come vorrei. » Non posso aiutarlo a combattere i suoi demoni quando lo vedo soltanto due ore al giorno. Si ritrova a contemplare il ciondolo che accarezza con la punta delle dita. Ne saggia la consistenza, ne segue i bordi, lo soppesa da palmo a palmo. « Nemmeno tutta la magia che contiene questo ciondolino mi aiuterebbe a farlo liberare e farlo tornare a casa. » Chiude gli occhi, cominciando a sfiorare l'idea di esprimere quel desiderio. Di averlo lì, almeno per quella sera. E' bello, quel pensiero. E' suadente e dal sapore dolce, lo carezza quasi ipnotizzata, ma poi, quando riapre gli occhi, è di nuovo lì. Nella sua camera, con Trixie e con Cerby che ha preso a strofinarsi contro la sua gamba. « Forse è meglio che mi aiuti subito ad indossarla, se non vogliamo tagliarci le vene all'istante. » Scoppia a ridere, per poi voltarsi di spalle, portandosi i capelli tutti da una parte, per facilitarle il compito. Il contatto dell'unicorno con la pelle del suo collo sembra sprigionare all'istante un raggio di sole che l'attraversa, facendo sì che il suo umore migliori veramente, passando da una depressione malcelata ad una pace tranquilla. « Wow, e chi se lo aspettava? Fa davvero miracoli, meglio di una bella sbronza. » Scoppia a ridere, prima di tirare su il gattino che ha deciso di far loro compagnia. Le si accoccola sulle gambe, cominciando a fare le fusa, mentre punta le zampette contro la sua pelle nuda, stando ben attento a non sfoderare le unghiette per farle male. Maze sorride, affondando le dita nel suo pelo morbido e torna a guardare la mora, solo dopo qualche istante. « Immagino che supereremo anche questa. Magari veramente sarò più fortunata, d'ora in avanti. » Mima un ulteriore "grazie" con le labbra, per poi farsi più pimpante e solare. « Hai già deciso come festeggiare? » Le chiede con slancio, sciabolando le sopracciglia un paio di volte. « Sono certa che Ellie ti abbia preso qualcosa, per l'occasione. » E continua ad ammiccare, senza neanche troppa vergogna. « Se vuoi te lo chiamo e vi lascio un po' da soli. » Questa volta ridacchia, lasciandole intendere che sta scherzando. « Su, sei diventata pallida come un lenzuolo. Quanto sei cattiva, povero Elliot. Una possibilità potresti anche dargliela, ti muore dietro da sempre. » Commenta poi, giusto per darle qualcosa sulla quale rimuginare sopra. « Comunque, il locale non è ancora ufficialmente aperto, ma appena torno dal San Mungo, possiamo mettere su una festicciola privata, di sopra. Che ne dici? Come ai vecchi tempi? » Magari ti farebbe meglio di quanto tu possa credere.


     
    .
  4. kween bee
        +1    
     
    .

    User deleted


    « Ne hai parlato con mamma? » Scuote la testa con un certo vigore, tanto che i lunghi capelli castani le ricadono sulle spalle, sparsi. Nonostante sia..tornata già da tempo, il suo rapporto con sua madre continua a non essere dei migliori. « Si sta riprendendo da poco, non mi va di aggiungerle una nuova preoccupazione... » Vuole bene a Julie, un bene davvero dell'anima, e riabbracciarla con un corpo del tutto suo è stata una delle emozioni più belle che abbia provato da quando si è risvegliata, ma devono ancora entrambe abituarsi, a tutto ciò, e se ci aggiungiamo poi la gravante che Trixie, di quanto successo, è incapace di parlarne se non con Maze, sua compagna di sventure, beh, tutto viene da sè. Sospira allora, stringendosi nelle spalle. « Credo tu abbia bisogno di aiuto, di un aiuto esterno, intendo. Un professionista magari, non c'è nulla di male a farsi dare una mano, perché credo che altrimenti questa cosa te la porterai sempre dietro. Non sarà un nuovo corpo, una nuova vita ad aiutarti, se non sei tranquilla qui dentro. » Le dita affusolate di Maze le sfiorano la fronte, mentre lei inarca le sopracciglia, l'espressione confusa « Intendi uno strizzacervelli? » Il tono si fa acuto, come succede quando è scioccata. ..Ovvero sempre. In una famiglia influente come la sua, la figura dello psicologo non è mai stata vista di buon occhio. I giornali ne parlerebbero, e chissà a quali conclusioni si giungerebbe, è sempre stato il pensiero generale in cui, volente o nolente, anche lei è cresciuta. « Se non vuoi qualche sconosciuto, però, potrei sempre provare a leggere qualche mattone sulla psicologia e poi ti aiuto io. Dovresti aspettare qualche buon mesetto però, ti avverto. » Ridacchia però a quel punto, immaginandosela già in un tailleur fin troppo sexy, con tanto di occhiali anni 50 sul naso. « Quasi ti ci vedo, in uno studio tutto tuo, a far sbavare dietro di te qualsiasi povero paziente- Commenta -Ad ogni modo..grazie, ma non ti preoccupare. I giochi di ruolo li lascio a te e Lucien! Secondo me gli piaceresti un sacco, in veste di psicologa sexy! » Aggiunge, con ilarità, prima di tornare seria -Forse considererò l'idea di chiamare qualcuno, comunque. ..Prima o poi » Perchè in fondo, io non sono più io, ed i giornali avrebbero poco di cui parlare, per adesso. « Smettila subito. Non sei una cagasotto, per nulla. Per quanto tu non potessi effettivamente fare molto, sì lo so, mi hai affrontata. Hai affrontato una demone, mi hai minacciata più volte di quanto avrei mai creduto tu potessi fare, sei stata più coraggiosa di quanto tu possa anche solo pensare. Hai affrontato il lockdown insieme a me, hai affrontato Tom, ti sei fatta un volo da una torre altissima e sei ancora qui. Non hai nemmeno sfiorato il pensiero di toglierti la vita, ma stai continuando ad andare avanti. Se questo non vuol dire avere due palle tante, allora siamo tutti dei gran cagasotto. » Ascolta ognuna di quelle parole, mordicchiandosi l'interno della guancia. La mente di Beatrix, è sempre stata una mente piuttosto semplice. E' per questo che forse, pur avendone passate così tante, non è mai stata capace di dare il giusto peso alle cose. All'aver avuto un demone dentro, all'essere stata buttata da una torre, ad esser morta e resuscitata chissà quante volte. E, probabilmente, questa sua ingenuità ed innocenza, dopotutto, si sono rivelate la sua più grande salvezza, fino ad ora. Un'ancora grazie alla quale non ha mai oltrepassato alcun limite, nonostante tutto.
    tumblr_inline_owodj1DA1o1t80jpm_250
    « Dai...non eri poi così odiosa, come demone.. » Commenta, per sdrammatizzare un po'. « Anche se mi sa che il tempo abbellisce i ricordi, senza offesa. » Ridacchia appena, e le sembra davvero di parlare di una vita fa, se ripensa a quando si era ritrovata da un momento all'altro rintanata in chissà quale angolo della sua coscienza, sovrastata da quell'entità sovrannaturale. Un'entità che adesso considera come una sorella, e ciò le facilita dimenticarsi la gravità della situazione, ma che comunque è stata ciò che è stata. Ma ciò nonostante, lei continua a non sentirsi coraggiosa. Culo, ho avuto soltanto culo, pensa, poi però le rivolge un sorriso sincero, con un grazie che trapela appena dalle sue labbra, non forte quanto lo si percepisce dal suo sguardo. « Per il resto, hai mai pensato di raccogliere l'eredità di Ariadne? La sua vita? Non sono l'esempio migliore, visto com'è andata a finire con noi due e tua madre, ma forse a quelle persone che non hai il coraggio nemmeno di contattare basterebbe semplicemente rivedere Ariadne? Non lo so, devi capire tu come vuoi gestirtela e soprattutto devi capire chi vuoi essere, soprattutto quando tornerai al castello. Da questo dipenderà tutto. » Annuisce a quelle parole, mordicchiandosi il labbro inferiore. « Non lo so, è tutto così..strano. E mi sembra..crudele, presentarmi a loro con questo corpo seppur io abbia la certezza che di Ariadne, quì dentro, non ne è rimasto proprio nulla. » E' una questione assai delicata quella, ma alla fine si distrae, in attesa che lei scarti il suo regalo. Pende dalle sue labbra e cerca una qualsiasi reazione o cambiamento nel suo viso, e alla fine Maze alza gli occhi verso di lei. Dopo averla accusata, ironicamente, le sorride, sincera, e Trixie fa lo stesso, automaticamente. « Grazie, è davvero il pensiero più bello che potessi ricevere, al momento. » Si protrae in avanti per accogliere il suo bacino sulla guancia, e la guarda, in silenzio, la testa piegata di lato, appena. « Continui ad essere una compagna di viaggio davvero preziosa. » Sorride di nuovo, allora, a quelle parole, sapendo quanto valgano lo stesso, viceversa. « Significa che non mi rinchiuderai più in una stanza buia del nostro cervello, semmai ci dovessimo riunire? » La punzecchia, poi ridacchia, accarezzandole le dita affusolate con una certa delicatezza. « Lo stesso vale per te, sempre. » Asserisce, decisa, poco prima che lei inizi a parlare. E Trixie ormai la conosce, la conosce quasi meglio di quanto non abbia mai conosciuto sè stessa. Maze non è il tipo da lamentele sterili. Lei ha sempre messo da parte qualsiasi suo problema -e fidatevi, di guai, nella vita, ne ha passati tanti- per gli altri. Si è sempre fatta da parte, con una forza tale da permetterle di mettere sempre prima il bene altrui, che il proprio. Ma questa volta Trixie è lì per farle capire che è il suo momento, solo e soltanto il suo. Perchè l'hanno colpita per l'ennesima volta, nel tentativo di affondarla, e se ascoltarla può essere un aiuto, lei è pronta a farlo. « Sto. Sono triste e arrabbiata la metà del tempo, solo perché l'altra metà la passo facendo cose per distrarmi. Ho risistemato questo posto, ho aperto il Danse, ho trovato un modo per passare più tempo al San Mungo, bado a tutti gli animali che abbiamo, cerco di stare dietro a te ed Elliott.. insomma, mi tengo impegnata. » Annuisce, silenziosa. Ma? C'è sempre un ma. « Ma non sono contenta, non posso esserlo, fintanto che io sono qui e lui rinchiuso in un posto nel quale è stato trascinato a forza. Se solo potessi vedere con i tuoi occhi.. » Si mordicchia il labbro inferiore, abbassando lo sguardo. E' vero, Lucien Parker non le è mai stato granchè simpatico. Diciamo solo che...essere buttati da una torre non è una cosa che perdoni dall'oggi al domani. Forse una parte di sè pensa anche che se lo meriti, di stare lì dentro, per essere curato e reintegrato. Non ha mai voluto il suo male, Trixie, perchè in fin dei conti, non è mai stata dotata di quella cattiveria cieca tale da avere in odio qualcuno, persino uno come Lucien. « A volte ho come l'impressione che non tornerà mai più a casa. Chi lo rilascerebbe, dopo come si comporta lì dentro? Sta tirando fuori il peggio di sé, e anche se non me lo dà a vedere, quando vado a trovarlo, lo so. Sta facendo di tutto per autodistruggersi, di nuovo, e questa volta io non posso aiutarlo come vorrei. Nemmeno tutta la magia che contiene questo ciondolino mi aiuterebbe a farlo liberare e farlo tornare a casa. » Ma, come già detto, è solo una parte di sè che crede a lui possa far bene, stare rinchiuso lì. Perchè se fosse qualcun altro, se fosse un'estranea, o qualcuno a cui la faccenda non sta a cuore, potrebbe crederci alla stragrande. Ma Trixie un'estranea, volente o nolente, non lo è. Ha conosciuto quell'uomo, sia indirettamente che direttamente, e sa perfettamente quanto lo stare solo non possa giovare alla sua situazione. Tutto ciò di cui ha bisogno è Maze, solo e soltanto Maze, e gliel'hanno portata via. E questo, questo è crudele, persino per uno come lui. Quindi, seppur non possa certo avere l'ardore di dichiararsi consapevole riguardo quel sentimento tanto forte e antico di secoli che li ha sempre legati, può immaginare come lei possa sentirsi. Perciò sospira, sinceramente rammaricata nel vederla così triste e provata da quel destino che sembra avercelo tanto con lei. « Maze.. » Mormora, mentre la vede intenta a fissare il ciondolo, insicura che la stia ascoltando davvero, ma ciò non la ferma comunque. « Tornerà, ne sono sicura. Lo sai com'è fatto, gli basta poco, pochissimo, per perdere la testa. Ma poi ritorna sui suoi passi, sempre, quando si tratta di te. Ci tiene troppo, sei tutto ciò che ha. E anche se adesso sta giocando a chi ce l'ha più grosso con i dottori.. Non vuole perderti, ne sono certa. Sei troppo importante, per rinunciare a te solo perchè il succo di frutta alla pesca non gli va come merenda. » Ridacchia leggermente « E' solo un momento, non lo conosco bene come lo conosci tu, certo..ma secondo me è così. E tu devi essere forte, come sei sempre stata per lui. Perchè se ti lasci abbattere, se cadi, lui non ha più nessun motivo tornare a casa, e lì dentro ci resterebbe davvero per sempre. »

    « Forse è meglio che mi aiuti subito ad indossarla, se non vogliamo tagliarci le vene all'istante. » Lei ride e Trixie fa lo stesso, allungandosi immediatamente per aiutarla ad allacciarsi il ciondolo. Si allontana poi, quel poco che basta, e la fissa, incuriosita. « Wow, e chi se lo aspettava? Fa davvero miracoli, meglio di una bella sbronza. » « Funziona davvero? Meno istinti suicidi? » Ride, allungando la manina per carezzare delicatamente la testolina del micio « Immagino che supereremo anche questa. Magari veramente sarò più fortunata, d'ora in avanti. » Annuisce, energica, con un ottimismo improvviso. « E' sicuro. Altrimenti andrò a fare visita alla zingara che me l'ha venduto assieme a Cerbero e Cerberino. Così, per dire » Cerca di essere minacciosa, con risultati deludenti, poi scoppia a ridere. « Hai già deciso come festeggiare? » Le chiede lei improvvisamente, cogliendola alla sprovvista « Sono certa che Ellie ti abbia preso qualcosa, per l'occasione. Se vuoi te lo chiamo e vi lascio un po' da soli. » E a quel punto boccheggia, mentre si sente un infarto in corso. « Su, sei diventata pallida come un lenzuolo. Quanto sei cattiva, povero Elliot. Una possibilità potresti anche dargliela, ti muore dietro da sempre. » « No no no no NO! Io con quello no. Grazie ma...Oddio, no. » Scuote la testa con così tanto vigore che inizia persino a girarle, e deve bloccarsi per qualche istante, per calmare quell'improvviso istinto di nausea. « Grazie, ora mi viene da vomitare. » Mormora, offesa. « Comunque, il locale non è ancora ufficialmente aperto, ma appena torno dal San Mungo, possiamo mettere su una festicciola privata, di sopra. Che ne dici? Come ai vecchi tempi? » Poi però annuisce, con un sorriso a rischiarare quel broncio. « A che ora dovresti andar- » Il suono del proprio cellulare la blocca, mentre si gira di scatto verso la sua borsetta. La agguanta, per poi frugarci attraverso, e le sue dita vanno a sfiorare il bordo di un oggetto che aveva quasi dimenticato -che si appresta a nascondere dentro il pugno della mano- prima di recuperare lo smartphone. Sblocca lo schermo e assottiglia lo sguardo, nell'adocchiare la casella dei messaggi con una roba come..dieci messaggi non letti. « Dicevo, a che ora dovresti andare in ospedale? » Dice, distratta, mentre apre la chat. E quando individua il mittente, trattiene una risatina, rialzando il capo verso di lei, con espressione neutra. Digita un veloce messaggio, poi clicca il tasto del volume, abbassandolo al minimo. « Parli del diavolo e spuntano le corna. ..Anche se sei la persona meno adatta a cui dirlo! -Ad ogni modo, era Elliot, mi ha mandato una roba come dieci messaggi di auguri. Ma tipo non è nell'altra stanza?! » Scuote la testa con fare esasperato « No ti prego. Guarda tu stessa quanto è umiliante. » Dice, coprendo lo schermo del cellulare con una mano mentre glielo porge. Non appena la scosta, una chiave dorata scivola dal display alle mani di Maze, ma non è l'unica sorpresa. Alza il volume velocemente, e a quel punto..
    OyQZeR2
    « Ma funziona questa merda? Sta registrando? Trix? Trixxxx? Grandissima stronza cagam- Heilà, baby! » La voce di Lucien irrompe nell'atmosfera, e Trixie ridacchia, mentre trotterella accanto alla ragazza, per sedersi lì vicino. Sullo schermo del cellulare, circondato dal verde, Lucien Parker agita una mano in segno di saluto, lo sguardo fisso su Maze. « Allora, come stiamo? Un anno in meno verso i mummy issues, giornata da festeggiare. » Le fa l'occhiolino, e Beatrix sospira, roteando gli occhi. « Io corrompo il personale e tu sprechi il tuo tempo con queste cazzate. » « Oh sta' zitta, che se questa qua ha cambiato idea secondo me è perchè ha scopato, oggi. Sandyyyyyy hai scopato? Ti vedo gioiosa! Salutate Sandy! » La telecamera si sposta verso un'infermiera sulla quarantina, seduta su di una panca del vasto giardino, che sospira, rassegnata, alzando una mano per salutare, e fa per dire qualcosa, quando è di nuovo la faccia di Lucien a riprendersi la scena. « Ok Sandy non fare l'esibizionista adesso. Grazie. Comunque..Trixie ha parlato con qualche sua conoscenza, per farmi concedere almeno per oggi un cellulare, e all'inizio non ci avevano cagati. Ma qualche minuto fa..Beh, non lo so, ha cambiato idea, all'improvviso. Mi concede alcune ore, sotto la sua stretta sorveglianza ma hey..Meglio di niente, no? Magari se è fortunata si sarà addormentata, quando stanotte faremo sesso in webcam, chi lo sa » Si stringe nelle spalle, mentre si sentono alcuni mormorii indistinti da una voce esterna. « Allora, baby, piaciuto il regalino? » « Ahm... » « ...Si è dimenticata di dartelo. Cazzo Trixie una cosa dovevi fare, una! Vabeh, comunque... La vedi quella chiave, che sta lì, da qualche parte? Avrei voluto dartela di persona oggi pomeriggio ma sai come sono sospettosi, quì. Ecco..è la chiave di quella famosa casa in campagna che hai sempre nominato. Premetto che mi ha aiutato la tua amichetta, ad arredarla, essendo io un po'..impegnato- « E menomale. Voleva un divano in pelle zebrata. » -Era meraviglioso. Dicevo..Non troverai neanche un cane ed un gatto, dentro, perchè quelli li abbiamo già, e neanche due figli belli che pronti ma penso che l'unicorno, vero, che in questo momento sta già nel nostro recinto, curato appositamente, compenserà una tale mancanza, per adesso. Puoi andare a vederla quando vuoi, la nuova casa, Trix ti dirà esattamente dove si trova. Puoi dormirci, farti un bagno in piscina, giocare con gli animaletti..ma non viverci. Non ancora. Non fin quando non sarò uscito di quì e ci andremo a vivere assieme, okay? E' una promessa. » Lucien sorride, poi si avvicina allo schermo, ulteriormente. « ..Oltre che un piccolo antipasto del tuo monumento, ovviamente. Parleremo dei dettagli quando verrai quì, va bene? Più minuti spreco adesso, meno ne avremo per stare assieme stanotte. Ed a mezzanotte dovremo per forza stare assieme. » Trixie trattiene una risatina, mentre Lucien la fulmina con lo sguardo, per poi tornare a Maze. « Ti amo, tanto. Mi manchi, e sei bellissima, anche attraverso uno schermo. Conterò i minuti da adesso alle sei di questo pomeriggio, per vederti. » Il vampiro sorride, mentre Beatrix guarda Maze di sottecchi. « Allora, se staccate la chiamata, ti faccio vedere le foto della casa, ti va? » Poi si avvicina, sussurrandole all'orecchio. « Visto che il ciondolo, a modo suo, ha funzionato almeno un po'? »


    Edited by king with no crown - 10/10/2018, 22:23
     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    473
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Maze.. Tornerà, ne sono sicura. Lo sai com'è fatto, gli basta poco, pochissimo, per perdere la testa. Ma poi ritorna sui suoi passi, sempre, quando si tratta di te. Ci tiene troppo, sei tutto ciò che ha. E anche se adesso sta giocando a chi ce l'ha più grosso con i dottori.. Non vuole perderti, ne sono certa. Sei troppo importante, per rinunciare a te solo perchè il succo di frutta alla pesca non gli va come merenda. » Continua a tastare il ciondolo, carezzandolo quasi con una maniacale lentezza. Vi passa sopra le mani, giocherellandoci, mentre scuote la testa, come a voler dissentire dalle parole di Trixie. « E' solo un momento, non lo conosco bene come lo conosci tu, certo..ma secondo me è così. E tu devi essere forte, come sei sempre stata per lui. Perchè se ti lasci abbattere, se cadi, lui non ha più nessun motivo tornare a casa, e lì dentro ci resterebbe davvero per sempre. » E continua a scuotere la testa, imperterrita. Un tic che sembra non volerla abbandonare, come un fastidioso compagno che rimane lì, sempre presente, nonostante lei voglia soltanto essere lasciata in pace. Ma non può andarsene quel continuo scuotimento perché Maze sa che quelle parole sono dolcissime, senza dubbio, sono confortanti, assolutamente vero, ma trovano fondamento nell'ingenua innocenza della ragazza che ha di fronte. E' forse vero che quello è uno dei momenti da Dio Onnipotente di Lucien, uno dei tanti, ma questa volta non è libero, non può scappare, ma è sotto giudizio altrui. Non lo faranno uscire mai. Si continua a dire, mentre lei le appunta il ciondolo al collo e all'improvviso sembra vedere una luce, in fondo a quel tunnel di oscurità e tenebra. Vorrà dire che ci penserò io a farlo uscire. Sorride, decisamente più tranquilla di fronte al fatto di poter, effettivamente, fare qualcosa per lui. « Funziona davvero? Meno istinti suicidi? » Scuote la testa una volta, per risponderle poi con un sorriso, seppur ci sia una vena di vergogna che serpeggia tra i suoi lineamenti innocenti, nell'essere capita così a fondo da non essere più utili nemmeno le parole. Trixie sa, senza bisogno di sapere veramente qualcosa da lei. Sa e basta. La conosce, ha convissuto con lei, è venuta a conoscenza di cose che non ha mai raccontato a nessun'altro, al di fuori di lei e Lucien. E' la sua confidente, è la sua amica. E' sua sorella, quella con la quale non ha bisogno di mentire con un "sto bene", quella che non si ferma alle apparenze, per puro egoismo, ma scava a fondo, fin quando non trova la verità. Beatrix, per molto tempo, è stata la sua luce, quella porzione di bello e innocente che l'ha resa più umana, rendendole più accessibile quel passaggio che ha sempre desiderato fare da anni. « E' sicuro. Altrimenti andrò a fare visita alla zingara che me l'ha venduto assieme a Cerbero e Cerberino. Così, per dire » Le sue minacce velatissime la fanno scoppiare a ridere senza ritegno, al pensiero di lei che si presenta sotto casa di qualcuno con tre cani e un gatto. « Già la sento la paura che scorre nelle vena di quella povera donna. » Butta lì. « Uccidili con la gentilezza, come dice Selena eh? » Accenna un piccolo ballettino con le braccia, prima di buttarsi nel discorso "Elliot." Quel povero, povero ragazzo che sbava dietro a Beatrix ogni volta che lei entra nel suo campo visivo. « No no no no NO! Io con quello no. Grazie ma...Oddio, no. Grazie, ora mi viene da vomitare. » Rotea gli occhi, Maze, prima di sbuffare sonoramente. « Quanto sei melodrammatica quando ti ci metti. La vera drama queen. Se mai dovessimo riunirci, ti chiuderò nella stanza più buia del nostro cervello, così magari do una gioia al caro Ellie. » Scherza, è evidente e palese per entrambe, mentre si alza in piedi, decisa a cambiarsi per l'imminente - purtroppo non troppo - appuntamento con Lux. « A che ora dovresti andar- » Arrivata alla cabina armadio, le lancia un'occhiata da sopra la spalla per capire perché si sia bloccata all'improvviso. Un messaggio, al solito, ma questa volta scorge un sorriso sul suo volto e allora aggrotta le sopracciglia, confusa. « Chi è? » Domanda, con una mano sulla porta. « Mi nascondi un pretendente che ti fa sorridere così? Sono offesissima. » Si porta l'altra al petto, per indicarle quanto sia la portata del suo sdegno, in quel preciso istante. « Dicevo, a che ora dovresti andare in ospedale? Parli del diavolo e spuntano le corna. ..Anche se sei la persona meno adatta a cui dirlo! -Ad ogni modo, era Elliot, mi ha mandato una roba come dieci messaggi di auguri. Ma tipo non è nell'altra stanza?! » Si scioglie in un sorriso, di quelli alla "ahhh, vedi che ho sempre ragione io?" abbassa poi lo sguardo verso l'orologio al polso. « Tra qualche ora, alle sei. » E sembra non passare più il tempo oggi. Sbuffa. « No ti prego. Guarda tu stessa quanto è umiliante. » Le si fa vicina nuovamente, sedendosi vicino a lei, pronta già a spettegolare, quando dalla mano di Trixie scivola un qualcosa tra le sue mani. Ma lei non ci fa nemmeno caso, perché l'unica cosa che vede è Lucien sullo schermo del cellulare e a quel punto non può rimanere che imbambolata lì, a guardarlo fisso. « Ma funziona questa merda? Sta registrando? Trix? Trixxxx? Grandissima stronza cagam- Heilà, baby! » « Ma cosa.. che ci fai qui, tesorino? » Gli domanda, con aria corrucciata, non riuscendo a capire. All'inizio. Ma man mano che il tempo scorre, le è sempre più evidente la collaborazione tra Trixie e l'uomo nel telefono. color=darkred]« Allora, come stiamo? Un anno in meno verso i mummy issues, giornata da festeggiare. »[/color] « Io corrompo il personale e tu sprechi il tuo tempo con queste cazzate. » « Oh sta' zitta, che se questa qua ha cambiato idea secondo me è perchè ha scopato, oggi. Sandyyyyyy hai scopato? Ti vedo gioiosa! Salutate Sandy! » Maze è un misto di emozioni strane, mentre non pensa ad altro che a muoversi in un stato catatonico, sorridendo come una deficiente per tutto il tempo, salutando questa fantomatica Sandy con un sorriso a trentadue denti. « Ciao Sandy, grazie millee! » Dice, prima di rivedere comparire Lucien sul cellulare e lo accoglie con un sorrisetto dalle dubbie tinte. « Quindi da quanto mi tenete nascosta questa collaborazione segreta? » « Ok Sandy non fare l'esibizionista adesso. Grazie. Comunque..Trixie ha parlato con qualche sua conoscenza, per farmi concedere almeno per oggi un cellulare, e all'inizio non ci avevano cagati. Ma qualche minuto fa..Beh, non lo so, ha cambiato idea, all'improvviso. Mi concede alcune ore, sotto la sua stretta sorveglianza ma hey..Meglio di niente, no? Magari se è fortunata si sarà addormentata, quando stanotte faremo sesso in webcam, chi lo sa » « E io che speravo di poterlo fare dal vivo. Come mi sono illusa. » Ridacchia, prima di lanciare un'occhiata a Trixie, stringendole una mano intorno alla gamba, in segno di riconoscenza. « Voi due che lavorate insieme..ora mi commuovo. Grazie. » E per quanto faccia finta, sventolandosi il viso con una mano come a ritirare indietro le lacrime, è davvero commossa da quel loro collaborare, conoscendo, soprattutto, le riserve che Trixie ha sempre avuto nei confronti del suo uomo. « Allora, baby, piaciuto il regalino? » « Ahm... » « ...Si è dimenticata di dartelo. Cazzo Trixie una cosa dovevi fare, una! Vabeh, comunque... La vedi quella chiave, che sta lì, da qualche parte? Avrei voluto dartela di persona oggi pomeriggio ma sai come sono sospettosi, quì. Ecco..è la chiave di quella famosa casa in campagna che hai sempre nominato. Premetto che mi ha aiutato la tua amichetta, ad arredarla, essendo io un po'..impegnato- « E menomale. Voleva un divano in pelle zebrata. » -Era meraviglioso. Dicevo..Non troverai neanche un cane ed un gatto, dentro, perchè quelli li abbiamo già, e neanche due figli belli che pronti ma penso che l'unicorno, vero, che in questo momento sta già nel nostro recinto, curato appositamente, compenserà una tale mancanza, per adesso. Puoi andare a vederla quando vuoi, la nuova casa, Trix ti dirà esattamente dove si trova. Puoi dormirci, farti un bagno in piscina, giocare con gli animaletti..ma non viverci. Non ancora. Non fin quando non sarò uscito di quì e ci andremo a vivere assieme, okay? E' una promessa. » E mentre lui parla, il suo cervello sembra andare in stand-by per qualche istante. Abbassa gli occhi verso quel qualcosa che è scivolato sulle sue gambe e constata che è una chiave, come le ha detto lui. Di una casa. Della sua casa in campagna, dove c'è un unicorno ad aspettarla. Dove lui le ha appena promesso che andranno a vivere insieme, una volta che uscirà da lì. Non guarda più lui, ma continua a guardare la chiave, con lo sguardo basso, mentre fa una smorfia che è a metà tra il divertita e l'imbarazzata.
    tumblr_inline_mme86ewAdq1qz4rgp
    « Mi hai regalato una casa? La casa dove andremo a vivere insieme? » Si ritrova a dire, prima di tirare su con il naso e tornare a fissarsi negli occhi di lui, con i propri pieni di lacrime. Di gioia, di felicità e di gratitudine. « ..Oltre che un piccolo antipasto del tuo monumento, ovviamente. Parleremo dei dettagli quando verrai quì, va bene? Più minuti spreco adesso, meno ne avremo per stare assieme stanotte. Ed a mezzanotte dovremo per forza stare assieme. » A questo punto, si ritrova a ridere, una di quelle risate che sono miste ad un pianto e che, di conseguenza, diventa un pianto umido, bambinesco, imbarazzante. « Puoi star certa che parleremo del monumento che mi merito non appena chiuderò la porta della tua stanza alle mie spalle. » Gli fa un occhiolino, molto allusivamente, prima di ricordarsi che c'è anche Trixie lì vicino e allora le sorride, angelicamente. «Ovviamente sto parlando di quello che la tua testolina sta pensando, sì. Sesso, tanto, tanto, sesso. » « Ti amo, tanto. Mi manchi, e sei bellissima, anche attraverso uno schermo. Conterò i minuti da adesso alle sei di questo pomeriggio, per vederti. » Lei sospira, passandosi una mano a recuperare le lacrime che sono scese lungo le sue guance. « Mi prometti una cosa? » Gli chiede, all'improvviso, dopo istanti di silenzio da parte di tutti e tre. « Mi devi promettere che cercherai di uscire quanto prima. Che la smetterai di fare cazzate e tornerai da me, il prima possibile. » E' decisa, con nello sguardo l'intensità fiammeggiante che l'ha sempre caratterizzata. « Me lo devi promettere perché, Lucien Parker, io non vedo l'ora di cominciare a vivere questa vita umana con te. » Con tutto ciò che questo implica. « E questa volta non scappi. Non c'è alcun inferno che possa tenere, non ci sarà altro tra me e te. E non ci sarà nessun altro ostacolo tra me e quell'anello da 80 carati, come minimo. » E anche questa è una promessa. La mia promessa. « Ti amo tanto, Puddin. Mi manchi da morire e, ancora una volta, vedi di tornare a casa. Quanto prima. » « Allora, se staccate la chiamata, ti faccio vedere le foto della casa, ti va? » Annuisce, Maze, continuando a guardare fissa Lucien, prima di avvicinarsi il cellulare alle labbra, per riempirlo di baci, abbastanza da risultare diabetica. « Sono certa che sarà meravigliosa. Grazie ancora, amore, ci vediamo tra pochissimo. Aspettami. » Ammicca ancora una volta, per poi lasciare che la voce diventi più roca. « Bello sveglio, mi raccomando. » Scoppia a ridere, prima di chiudere la telefonata e sospirare, socchiudendo gli occhi. « Visto che il ciondolo, a modo suo, ha funzionato almeno un po'? » Senza pensarci troppo, si volta e l'abbraccia stretta, stringendosi a lei come se non desiderasse altro al mondo. Affonda il naso nei suoi capelli scuri e inspira, profondamente. « Non so nemmeno come ringraziarti, davvero. E' stato davvero speciale. E tu che l'hai aiutato..grazie. Non posso dire altro che questo, grazie dal più profondo del mio cuore. » Le confida stringendola ancora una volta, prima di scivolare all'indietro, con un sorriso generoso sulle labbra. « E davvero, da quant'è che state organizzando tutto alle mie spalle? » Si fa quasi accusatoria, prima di sciogliersi in una risata cristallina, rigirandosi la chiave tra le mani. « Casa nostra.. » parla da sola, forse con se stessa, per cercare di capacitarsi di quanto sia enorme il passo che ha fatto Lucien nei suoi confronti. Il primo mattoncino della loro vita. « Oddio Beatrix, ma ci pensi? Avrò una casa tutta mia. Non che qui non mi piaccia, per carità, ma è diverso. Una casa dove crescer: noi e chiunque deciderà di far parte della nostra vita. » I nostri figli, i nostri animali, te ed Ellie, se vorrete. Più ci pensa su, più è elettrizzata, più non riesce a stare ferma e ha bisogno di alzarsi, per saltellare come una scema in giro per la stanza, per qualche secondo, per poi bloccarsi e tornare a guardare la ragazza. « Ma dici che riusciresti a portarmi lì? Vorrei vederla dal vivo, prima di andare da lui. » E' questa una supplica silente quella che ha negli occhi, mentre la fissa, sbattendo le ciglia ripetutamente. « Ti prego, ti prego, ti prego, non ti farò perdere troppo tempo. Due secondi che metto qualcosa di più decente e sono super prontissima. »
    [..] E alla fine eccole lì, che si muovono attraverso gli alberi, fin quando non si ritrovano davanti alla Casa, con la C maiuscola perché non può essere altrimenti, di fronte allo stupore che si profila sul volto di Maze. « E' questa? » Chiede, allibita. Ha molto di ciò che ha sempre sperato avesse quella casa, ma anche tanto altro. Tante cose che non pensava di volere, ma che ora, a vederle lì, davanti ai propri occhi, è certa che siano state incasellate alla perfezione per ricreare veramente quel suo sogno. Il suo paradiso in terra. « Valhalla. » Si ritrova a commentare a fior di labbra, ogni qual volta fa un passo in avanti e scopre nuove cose. Il ponticello sul lago, la piscina che si getta naturalmente nelle acque di quest'ultimo, vari padiglioni che compongono le varie sezioni della casa e per finire il recinto. « E' come il Valhalla. Un paradiso, il palazzo dove, dopo lunghi patimenti, dopo epiche battaglie, gli eroi trovano il loro eterno e pacifico riposo. » Il riposo che ci meritiamo, finalmente. Si porta una mano alle labbra, come a voler contenere l'ennesima ondata di commozione, prima di avvicinarsi a lunghe falcate al recinto, per poi entrarvi dentro. « Non voglio entrare. Lui può dire quello che vuole, ma lì dentro mi ci farà entrare lui. Magari in braccio, come, secondo i film, fate voi umani. » Come dovrei fare ormai io, perché sono una di voi. « Però questo amore dovevo troppo vederlo da vicino. » Allunga una mano a carezzare il muso dell'unicorno, che sembra essere più piccolo del normale. « E' ancora piccolo. E' anche più dolce di quello che mi sarei aspettata. » Si trasforma in una bambina di dieci anni, mentre affonda le dita nella sua criniera. « Ed è super morbido, Dio Trixie, senti che meraviglia. E' un antistress. » Invita l'amica ad avvicinarsi, con un sorrisone, prima di prendere il volto dell'unicorno con entrambe le mani. Si specchia nei suoi occhi chiari e arriccia il naso, scuotendo la testa, piena di euforia. « Ma quanto sei bellissimo? Eh? Tutto la mammina e il papino. » Si lascia andare in quei complimenti gratuiti, come se esistessero solo loro in quell'istante. « Come ti chiami? Dobbiamo trovarti per forza un nome stupendo degno del tuo splendore. » Volta allora il capo verso Trixie, accennando la creatura con il capo. « Che dici? Che nome ti ispira "Mr. Faccino meraviglioso"? »

     
    .
  6. kween bee
        +1    
     
    .

    User deleted


    Resta ferma lì, Trixie, ad ascoltare entrambi, con un sorrisetto a piegarle le labbra sottili. Nonostante le sue antipatie, ben più che fondate, verso l'uomo del quale Maze è sempre stata tanto innamorata, vederla così felice, in sua presenza -se così può esser definita- rende felice anche lei. Ed è strano, perchè entrambe non condividono più le stesse emozioni, come un tempo si rivelava automatico per loro fare, ma ciò nonostante le sembra che, a volte, sia ancora così. E seppur un tempo se ne fosse lamentata, di un fattore simile, adesso le manca tutto questo, e quell'empatia, seppur di gran lunga limitata rispetto un tempo, la fa sentire bene, quelle poche volte. « Puoi star certa che parleremo del monumento che mi merito non appena chiuderò la porta della tua stanza alle mie spalle. Ovviamente sto parlando di quello che la tua testolina sta pensando, sì. Sesso, tanto, tanto, sesso. » « Oh tesoro mio, glielo rompiamo anche oggi il lettino ospedaliero? Ti prego dimmi di sì. » Rotea lo sguardo. « Vi ricordo che ci sono anche io, quì, eh... » Mormora, ricavandosi un'occhiataccia dall'uomo attraverso il cellulare, che lei ricambia con una maturissima linguaccia. Resta poi in silenzio, assieme agli altri due, lanciando di tanto in tanto qualche occhiata di sottecchi a Maze. Ha il viso rigato dalle lacrime, ma riesce a riconoscerci della commozione, in tutto ciò, quindi ciò che fa è sorridere, sinceramente. Sei un coglione, Parker, ma la rendi felice, e questo rende felice me. Pensa, guardandoli entrambi. « Mi prometti una cosa? Mi devi promettere che cercherai di uscire quanto prima. Che la smetterai di fare cazzate e tornerai da me, il prima possibile. Me lo devi promettere perché, Lucien Parker, io non vedo l'ora di cominciare a vivere questa vita umana con te. E questa volta non scappi. Non c'è alcun inferno che possa tenere, non ci sarà altro tra me e te. E non ci sarà nessun altro ostacolo tra me e quell'anello da 80 carati, come minimo. » « Ci sto provando, te lo prometto. Non passa giorno in cui io non pensi alla vita che ci spetta, una volta fuori di quì. Non passa giorno in cui questo pensiero riesca a farmi andare avanti, in questo posto di merda. E voglio viverla, con te, nella nostra nuova casa, o ovunque tu voglia. Solo noi due contro il mondo, baby, com'è sempre stato e sempre sarà. » « Ti amo tanto, Puddin. Mi manchi da morire e, ancora una volta, vedi di tornare a casa. Quanto prima. » « Ti amo tanto anch'io, piccola, sarò lì presto, promesso. » Trixie sospira, mordicchiandosi l'interno della guancia. Da persona esterna qual'è, sa come i dottori e l'opinione pubblica vede Lucien Parker, e sa anche quanto quest'ultimo sino ad ora non abbia fatto poi molto per sfatare qualsiasi mito sul suo conto. Una promessa dunque quella che le sta facendo, che gli sarà complicato, quasi impossibile portare a compimento, ma che lei spera, spera davvero tanto riuscirà a farlo comunque. Se la illuderai anche questa volta, giuro che..Non lo so. Qualcosa farò. Non dice nulla tuttavia, per non rovinare il momento coi suoi dubbi, mentre si sistema un po' meglio sulla poltroncina, attendendo con pazienza che i due finiscano la videochiamata. « Sono certa che sarà meravigliosa. Grazie ancora, amore, ci vediamo tra pochissimo. Aspettami. Bello sveglio, mi raccomando. » « Tesoro, anche solo vederti attraverso uno schermo me l'ha fatto già svegliare. Non farmi aspettare troppo prima di venire, ti prego. » L'uomo le fa l'occhiolino, prima di mandare un bacio verso lo schermo, poco prima di sparire. « Mi domanderò sempre come fate a passare dalle dichiarazioni d'amore alle porcate più impressionanti, davvero » Asserisce la ragazza, fingendosi scocciata e sconvolta, ma senza riuscire ad aggiungere altro, prima di trovarsi stretta in un abbraccio improvviso. Maze si stringe a lei, affondando il viso tra i suoi capelli, e Beatrix ringrazia, con un sorriso sincero a distenderle le labbra, mentre chiude gli occhi, e si gode ogni istante di quel momento che spera trascorra il più lentamente possibile. « Non so nemmeno come ringraziarti, davvero. E' stato davvero speciale. E tu che l'hai aiutato..grazie. Non posso dire altro che questo, grazie dal più profondo del mio cuore. » Ridacchia come una bambina, con un leggero imbarazzo. Non è mai stata abituata ad un certo genere di cose, lei. Lei che i regali se li è sempre fatti fare. Lei che non è mai andata oltre le apparenze più superficiali. Che forse non avrebbe mai capito il vero significato della vita, se Mazikeen non fosse entrata a far parte della sua. Si sarebbe limitata a preoccuparsi dei suoi followers su facebook, della sua importantissima taglia 40, dei suoi vestiti di marca, senza mai comprendere cosa ci fosse al di là di tutto questo. E invece eccola quì, ad oggi, a stringere un accordo con una persona che non gli è mai andata particolarmente a genio e forse mai lo farà, solo per il bene di chi le sta a cuore. Solo per aver capito, e averlo fatto davvero, cosa ci sia importante in quella loro vita, e cosa ci sia di importante per lei. « Non devi ringraziarmi, era il minimo che potessi fare.. » Mormora dunque, con entrambe le guanciotte leggermente rosse. « Se tu sei felice lo sono anch'io. Tantissimo. » Aggiunge, con innocente sincerità. « E davvero, da quant'è che state organizzando tutto alle mie spalle? » Ridacchia, prima di roteare lo sguardo e sospirare, con fare teatralmente affranto. « Parecchio. Ti giuro, Maze, lavorare con quell'uomo è stato... » Si blocca, facendo finta di rabbrividire « Voleva una pelliccia d'orso, di quelle con la testa incorporata, in salone. Capisci? » Le lancia un'occhiata scioccata, poi si fa leggermente più seria. « Ma non ha voluto sentire ragione. Stavamo organizzando tutto questo già da prima che lo rinchiudessero, e nonostante tutto non si è fermato. Ci tiene davvero tanto a te, forse pure di più di quanto non sembri. » Finalmente ci sei riuscita. Finalmente ti vede come hai sempre desiderato. « Casa nostra..Oddio Beatrix, ma ci pensi? Avrò una casa tutta mia. Non che qui non mi piaccia, per carità, ma è diverso. Una casa dove crescere: noi e chiunque deciderà di far parte della nostra vita. » Annuisce, per poi ridere nel vederla saltellare per l'enorme stanza. Tutto ciò la anima da dentro, mettendole il buon umore, tanto da farle battere le manine con una certa eccitazione. « Ma dici che riusciresti a portarmi lì? Vorrei vederla dal vivo, prima di andare da lui. » A quella domanda inaspettata si blocca tuttavia, lanciandole un'occhiata confusa. « Andare lì? Adesso? Ma è fuori città, siamo noi due da sole.. » « Ti prego, ti prego, ti prego, non ti farò perdere troppo tempo. Due secondi che metto qualcosa di più decente e sono super prontissima. » Ma lei usa la sua arma segreta, gli occhi dolci, e allora Trixie sospira, fingendosi scocciata, per poi balzare in piedi. « E vabeeeeene, vabene! Ma niente metropolvere, mi sfancula sempre i capelli. E già fanno un po' schifo di suo, che vita brutta. »

    tumblr_inline_owof9gEHRM1t80jpm_250
    Infine eccole, a camminare attraverso gli alberi, in quella radura immersa nella pace più assoluta. Un luogo paradisiaco, quello, nel vero senso della parola. Separato dal caos della cittadina, con solo il verde degli alberi ed un laghetto a circondare l'enorme villa che, sorpassate alcune altre fronde, si staglia davanti ai loro occhi. Vi lancia un'occhiata, poi si gira subito verso Maze, ridendo nel vederla così sorpresa e meravigliata. « E' questa? » « Già, come puoi vedere, ashtag umiltà sempre e comunque. » Continua a ridacchiare, mentre avanza di qualche altro passo, camminando verso dietro mentre ancora la guarda. « Vieni! » La incita, rigirandosi coi capelli svolazzanti, attendendo che lei le vada a fianco, prima di avanzare. « Valhalla. E' come il Valhalla. Un paradiso, il palazzo dove, dopo lunghi patimenti, dopo epiche battaglie, gli eroi trovano il loro eterno e pacifico riposo. » Sorride a quelle parole, annuendo silenziosamente. Ciò che vi meritate, dopo tanto tempo. « Dall'inferno assieme, al paradiso assieme. Ci avresti mai creduto? » Ridacchia, e fa per avvicinarsi all'ingresso, quando la vede allontanarsi per recarsi verso il recinto. « Non voglio entrare. Lui può dire quello che vuole, ma lì dentro mi ci farà entrare lui. Magari in braccio, come, secondo i film, fate voi umani. » La guarda confusa per qualche minuto, poi ride, stringendosi nelle spalle. « Noi umani, te compresa » La corregge, avvicinandosi a lei per poi poggiare le manine sul legno del recinto. La guarda, silenziosa, prima di rigirarsi verso l'unicorno. Un cucciolo, col manto bianco ed un cornetto argenteo che fa capolino dalla criniera color platino. « Però questo amore dovevo troppo vederlo da vicino. E' ancora piccolo. E' anche più dolce di quello che mi sarei aspettata. Ed è super morbido, Dio Trixie, senti che meraviglia. E' un antistress. » Ride, e allora si decide anche lei ad entrare nel recinto, accovacciandosi per terra, per affondare le dita nel manto morbido della creatura. Non ne ha mai visto uno così piccolo e così da vicino, quindi una risatina euforica le scuote il petto automaticamente. « Come troverò un ragazzo che sia all'altezza adesso, con la prospettiva che il tuo ti ha regalato un unicorno? » Si lamenta scherzosamente « Rimarrò sola a vita, adesso. Grazie eh! » Continua ad accarezzare l'animaletto, prima di sedersi per terra, a gambe incrociate, attenta a sistemarsi il vestitino, fermandosi ad osservare con un sorriso l'amica, che sembra esser precipitata in un mondo parallelo in cui esistono soltanto lei e l'animaletto. « Ma quanto sei bellissimo? Eh? Tutto la mammina e il papino. Come ti chiami? Dobbiamo trovarti per forza un nome stupendo degno del tuo splendore. » Si gira verso di lei poi, Maze « Che dici? Che nome ti ispira "Mr. Faccino meraviglioso"? » E Trixie ride, prima di assottigliare lo sguardo, come per pensare. « Mmh..Non lo so..Voi siete quelli dai nomi mitologici ed io non me ne intendo- Annuncia -e boh, una roba pesa come Pegaso su un faccino così non ce lo vedo. » Scuote la testa, ridacchiando. « Rainbow fa troppo clichè? Gli arcobaleni sono la prima cosa a cui penso guardandolo, è automatico. » Propone, stringendosi nelle spalle. E resta lì ad accarezzarlo per un altro po', silenziosa, prima di rigirarsi verso la casa. La osserva un po', poi si rigira verso Maze, mordicchiandosi l'interno della guancia. « Vieni con me » Se ne esce dopo un po', alzandosi « So che dentro non vuoi entrare, ma c'è un posto, fuori, che devi vedere! » Annuncia, e dicendo ciò la afferra da entrambe le braccia, tirandola su e trascinandosela dietro. Oltrepassano il prato ed una parte del boschetto, per poi giungere al laghetto, laddove una vera e propria altalena, fornita di un divanetto come base, oscilla magicamente, aiutata da un sostegno, sopra lo specchio d'acqua. « Quanto la inaugurerete una cosa del genere, tu e Lucien? » La prende in giro, prima di togliersi le scarpe, sedersi sull'altalena e farle cenno di seguirla. Dondola le gambe, sfiorando l'acqua limpida con la punta dei piedi. « E' bellissimo quì vero? Lontani da tutto e da tutti. » Se ne esce dopo un po' « Ne sei felice? » Le domanda, con un sorriso. « Te lo saresti mai immaginato, che tutto ciò che desideravi, si sarebbe avverato davvero? Proprio assieme a lui? » Ricorda perfettamente tutto il dolore che ha percepito, un tempo. Una sofferenza che Maze ha sempre tentato di nascondere, ponendo una barriera nel loro subconscio suddiviso, ma della quale ne ha comunque assorbito le vibrazioni, facendole proprie. « Sono contenta che tu abbia finalmente la vita che hai sempre desiderato. Te la meriti, dopo tutto ciò che hai passato. E lo so che forse è ancora difficile, per te, ritenerti tale, ma sei umana, ormai. Lo sei in tutto e per tutto. In questo corpo ormai tuo, nelle emozioni, e nella vita felice che ti spetterà con l'uomo che ami » Fa una piccola pausa, lo sguardo che si posa sullo specchio dell'acqua, prima di tornare a lei. « Vuoi fare un bagno quì? » Se ne esce improvvisamente. « Io non ci capisco niente di tradizioni strane, ma potrebbe essere una sorta di..battesimo? » La guarda « Okay forse è l'esempio più sbagliato da farti, me ne rendo conto- ride -ma potrebbe essere un simbolo, per lavarti via tutto ciò che di brutto hai passato finora ed affacciarti ad una nuova vita. Via per sempre l'inferno, la dannazione, tutta la sofferenza.. Un bagno nelle acque del Valhalla. » Annuisce, fissandola, poi sospira. « Non ti ho mai ringraziata, davvero, per tutto quello che hai fatto per me. Per non avermi fatta morire, quando avresti potuto. Mi hai ridato la vita, più di una volta, ed io voglio fare lo stesso per te, per quanto mi è possibile. » Le sorride. Avresti potuto lasciarmi andare, farmi precipitare per sempre in chissà quale limbo, e invece hai preferito tenermi quì, in questo mondo, nonostante tutto. « Scusa per tutte quelle volte che ti ho fatta sentire..di troppo » Un parassita « E quelle altre in cui ti ho dato la colpa per cose che non avresti mai voluto che ci capitassero. Non è mai stata davvero colpa tua » E' stata colpa di un mondo fin troppo più grande di noi e fin troppo crudele. « Sono stata odiosa con te, alcune volte, e mi dispiace. E nonostante tutto tu non mi hai lasciata spegnere, anche se avresti potuto..- Pausa. -Grazie Maze. Sono contenta che tu abbia deciso di salire sulla Terra e abbia scelto me. Non avrei mai avuto una sorella, qualcuno su cui contare, e sapere di poterlo fare, sempre e comunque. Il ricordo più bello della mia squallida vita è il momento in cui mi sono risvegliata, e ti ho potuta abbracciare, per la prima volta. » Non mi stupirei se un giorno fossi capace di evocare un patronus pensando a questo. E a quel punto si mordicchia il labbro inferiore, mentre quel dubbio che la tormenta da un po' di tempo risorge, improvvisamente. Respira a fondo, poi la guarda, l'espressione turbata. « Non mi abbandonerai, adesso, vero? » La vocina è sottile, leggermente tremante. « Sì insomma immagino che prima o poi tu e Lucien vi sposerete, verrete a vivere quì, metterete su famiglia..Ed è okay, davvero, lo capirei se.. » Si blocca, serrando la mascella, poi sospira, lasciando andare tutta l'aria che ha nei polmoni. « Ma non ti dimenticherai di me vero? »
     
    .
5 replies since 30/9/2018, 16:43   150 views
  Share  
.