What the hell

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    Cammina svelto, lungo il terreno acciottolato che porta dal castello ad Hogsmeade. Al suo solito, ha la musica sparata nelle cuffiette di seconda mano che ancora riescono a dargli quella sensazione così retrò da riuscire a farlo sentire proiettato in un'altra epoca. Ha bisogno di svagare leggermente la testa, dopo le lezioni che ha avuto in prima mattinata, e quindi ha deciso di rintanarsi da qualche parte ai Tre Manici, dietro qualche separé, per riuscire a finire di leggere in pace il proprio libro, sperando di non ricevere i soliti angoscianti messaggi di suo fratello nel frattempo. E' sorridente e tranquillo, quando passa davanti alla piccola edicola che si trova nella piazza principale del paesino, che quasi non si accorge delle copertine di alcuni giornaletti che sono in bella esposizione. Continua a camminare, per poi bloccarsi, all'improvviso. E da lì in poi, sembra essere tutto un susseguirsi di riprese estrapolate da una delle tante commedie splatter e scadenti babbane, che vorrebbero far paura e far ridere allo stesso tempo, ma non riescono a fare né una né l'altra cosa. La testa di lui che, macchinosamente, si volta all'indietro, tanto da ricordare Chuckie, la bambola assassina. Lo stupore che, dapprima, si dipinge sul suo volto, tanto da pietrificarlo, nemmeno fosse inseguito da un macellaio con una motosega vera e cigolante. E dallo stupore, la sua espressione scivola verso la confusione più generale per poi scadere nell'incredulità assoluta. Si avvicina all'edicola, costernato e scioccato, con gli occhi sgranati "di chi ha appena visto un fantasma", come dicono i babbani. Rimane fermo, a squadrare quella copertina patinata, per qualche istante, prima che l'anziano e arzillo venditore lo richiami alla realtà.« Salve giovanotto, desideri qualcosa? » Sebastian fa per dire qualcosa, schiude le labbra, ma ancora una volta lui sembra essere più veloce. « Tu mi ricordi qualcuno. » Sentenzia, puntandogli addosso il salsicciotto che ha al posto dell'indice. Si squadrano, per quelli che sembrano essere intensi minuti da cardiopalmo, come nei migliori film western, a mezzogiorno, nel duello finale tra protagonista e antagonista. E infatti, alla fine, c'è lo sparo, che prende in pieno il povero Grindelwald, abbattendo ognuna di quelle difese che, con tanta sapienza, ha sempre eretto per passare del tutto inosservato. « Ma tu sei lui. » L'indice cala sulla copertina di Strega Moderna e Sebastian abbassa gli occhi, per soffermarsi sulla propria foto che sta lì, in bella vista, pronta a deriderlo e a prendersi gioco dell'imbarazzo che prova in quell'istante. « Io..non.. » « Devo ammettere che la signorina te la sei scelta proprio carina - gli fa l'occhiolino e, Sebastian immagina, si fosse trovato di fianco a lui, gli avrebbe rifilato anche una bella gomitata alle costole. -..però, figlio mio, proprio la fidanzatina di un giocatore di Quidditch dovevi andarti a prendere? Sono sbagli da manuale questi. Se c'è il corno, che almeno rimanga tra le mura della camera, è la base. » Il signore sembra saperne tante su quella questione, molte più di quelle che sembra sapere lui, d'altro canto. « No guardi, davvero, io non c'entro niente con tutta questa storia.. » « Oh sì, che non ti ho capito io. » Si porta il dito alle labbra, come a voler mimare di essere completamente in grado di tenere l'acqua in bocca. « Ora facciamo così, ti regalo questa copia, perché la prima volta che si viene sbattuti in primissima pagina va sempre ricordata e, se il giocatore non ti viene a menare prima, settimana prossima mi viene a ripagare, raccontandomi gli sviluppi, ci stai? » A quel punto, Seb non sa se ridergli in faccia, incazzarsi di brutto o..fare l'indifferente come fa, perché alla fine è questa la cosa che gli è sempre riuscita meglio: farsi scivolare le cose addosso. Così sorride, amabilmente, ringraziandolo per il gentile omaggio e rincuorandolo che sì, certo che sarebbe passato, prossimamente, per tenerlo sempre aggiornato. E con la copia del giornale in mano, cammina veloce verso i Tre Manici,
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    l'umore decisamente altalenante, mentre è in dubbio se strappare quel giornaletto da quattro soldi, provare a mangiarselo, pezzo dopo pezzo o bruciarlo, seduta stante. Quello che non rientrava sicuramente nelle sue opzioni era metterlo sotto gli occhi di una Malia Stone, seduta al suo tavolino dentro i Tre Manici, probabilmente aspettando qualcuno, completamente ignara della bomba che le si sta riversando addosso, da dietro le sue spalle. Ma è quello che fa, appena capisce che il fatto di averla trovata lì, dopo quanto appena successo, non può essere una semplice coincidenza, ma un segno lanciatogli dall'universo. « Samuel Scamander conquista la corona della sua carriera, ma perde la regina del suo cuore? » Cita il maxi titolo che prende quasi metà della copertina, a caratteri cubitali. Lascia che sia lei a poter guardare il giornale, per qualche istante, per poi sfilarglielo da sotto il naso, per continuare a leggerlo, ad alta voce. « Nessuno avrebbe mai immaginato che, anche questa volta, a Scamander potesse andare male nuovamente. Prima la principessa, ora la ragazza del popolo che decide di poter fare a meno di lui.» La sua voce si colora dell'espressività di un attore, mentre fa il giro intorno al tavolo, per poi sedersi di fronte a lei. « Spero tu non stessi aspettando qualcuno. » Giustifica il tutto, per poi tornare al punto focale: la lettura di quell'articoletto. « Ohh, aspetta, aspetta, forse è arrivato il mio momento.. » si blocca, per continuare a leggere, intervallando l'azione con commenti come "Oh wow, davvero un'osservazione acuta" "Però, questa come le sarà venuta?", per poi accennare una risata divertita. « Scamander non sembra avere fortuna, in fatto di cuore, ma dobbiamo ammettere che, in tutta questa storia, chi sembra rimetterci è proprio Malia Stone, che ha deciso di cominciare una dolce quanto discutibile conoscenza con nientedimeno che il nipote di un nazista. C'è chi dice che non si dovrebbero prendere parti, in situazioni simili, ma su una cosa non c'è dubbio: il nostro cuore non può che continuare a battere e sperare che l'astro nascente dei Falcons possa essere baciato dalla fortuna, prima o poi. » La voce gli muore, per poi alzare gli occhi bicolore ad incrociare quelli di lei. «Hai capito.. » si blocca un attimo, per ricercare il nome della giornalista in questione - "Ah chiaro, è ovvio che non potevi che essere tu!" - « Emma Skeeter, nipote di quella Skeeter, già, quanto è brava a ribaltare la frittata a suo piacimento? » Sentenzia, mentre cerca di capire se è più divertito o arrabbiato per quella situazione. « Dichiarazioni in merito? » Chiede poi, rilassandosi un poco. « Tranquilla, niente di ciò che dirai, qui, verrà usato contro di te. »


    Edited by [dark phoenix] - 25/10/2018, 14:14
     
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    « No vabbè ragazze, ditemi voi con che forza io non devo uccidere qualcuno oggi. » Sputa con acidità, tenendo il cellulare accanto alla bocca, mentre con la coda dell'occhio osserva la foto che ha fatto qualche minuto prima, davanti all'edicola di Hogsmeade, essere inviata all'interno della chat di gruppo con Tris e Olympia. « Mi sembra di essere tornata ai tempi dello Shame. Solo che questo è molto peggio. Mi fanno foto mentre sono per strada, capito? Ma chi si credono di essere! Ma soprattutto che gliene frega di che cosa faccio io nella mia vita. » È chiaro che Malia Stone non sta vivendo per niente bene quell'improvviso - quanto irrisorio, spera - momento di notorietà. L'attenzione altrui l'ha sempre lusingata, ed in ogni occasione è stata capace di trarne vantaggio, e addirittura essere in grado di brillare sotto l'attenzione altrui, ma questo è decisamente diverso. Questo non è un semplice interesse, è una vera e propria violazione della privacy nonché diffamazione. O almeno, immagina sia così, perché questa parola, di cui non conosce a pieno il significato, viene scritta in chat da Olympia, in risposta alla foto della copertina del giornale scandalistico inviata da lei. Sospira, la giovane, una volta entrata nel piccolo locale di Hogsmeade. Si cerca un posto in disparte, e alla fine sceglie la panca accanto alla finestra, lontana dalle zone affollate. All'improvviso le sembra che, ovunque vi sia tanta gente, ci sia anche qualcuno pronto ad importunarla o a scattarle foto di nascosto o chissà che cosa. Scrive rapidamente un messaggio a Tris, dicendole dove si trova, così che una volta arrivata possa trovarla subito.
    « Samuel Scamander conquista la corona della sua carriera, ma perde la regina del suo cuore? » Nell'udire quella voce ben conosciuta alle proprie spalle, che pronuncia quelle parole a lei altrettanto note, Malia si ritrova a chiudere le palpebre immediatamente, mentre porta le mani sul tavolo di legno di fronte a sé, per poi prendere un enorme respiro, nel tentativo di calmarsi. Lo fa un paio di volte, prima di riaprire gli occhi e ritrovarsi Sebastian Grindelwald - a.k.a. la sua nuovissima fiamma - seduto proprio di fronte a sé. Gli rivolge un sorriso falsissimo, mentre strizza gli occhi in una specie di smorfia.
    « Tesoro, mi sei mancato » pronuncia, in un tono quasi velenoso, mentre prende la rivista dalle mani del ragazzo, per studiarla meglio. Ritrae, in copertina, un'immagine di lei e del ragazzo intenti a chiacchierare, un sabato sera, davanti all'entrata della Testa di Porco, le birre tra le mani e due sorrisi dipinti sulle labbra. Tutto molto equivoco per un lettore inconsapevole, all'oscuro del fatto che Sam si trovasse all'interno del pub, e che lei e Grindelwald stessero ridendo perché Arthur Cavendish, in un vicoletto appena fuori dall'obbiettivo dei "paparazzi", avesse cominciato a
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    vomitare l'anima e a tirar fuori bestemmie di ogni genere. Sovrapposta all'immagine della Testa di Porco c'è quella di Sam, racchiusa in un gigante tondo dai contorni rossi, mentre sta sulla scopa durante una partita, chiaramente ignaro di tutto. La ragazza appoggia un gomito sul tavolo, per poi lasciar riposare il capo sul pugno chiuso. « L'ho già visto, comunque. Sono venuta malissimo in questa foto. » Commenta, un po' a caso, mentre continua ad esaminare quella copertina. « Regina del suo cuore. Però. Lui non è mai così romantico. » Osserva svogliatamente, per poi abbandonarsi con il busto e appoggiarsi allo schienale della panca di legno scuro. Nota che il ragazzo sta cominciando a sfogliare la rivista, e comincia già a scuotere la testa, come a invitarlo a fermarsi. « No senti, ho deciso che non voglio saperne niente. Vorrei evitare di- » ...leggerlo. Ma non fa nemmeno in tempo a finire la frase, che il Serpeverde ha già cominciato a leggere ad alta voce il contenuto dell'articolo a loro dedicato. E Malia, con un sospiro, si incurva con il busto e appoggia il mento sulle braccia conserte sul tavolo.
    « Nessuno avrebbe mai immaginato che, anche questa volta, a Scamander potesse andare male nuovamente. Prima la principessa, ora la ragazza del popolo che decide di poter fare a meno di lui. » Rotea gli occhi al cielo a quelle parole, sempre più incredula. Ragazza del popolo? Sul serio? Non avevano niente di più interessante o intrigante? « Spero tu non stessi aspettando qualcuno. »
    Si stringe nelle spalle, per poi lanciare un'occhiata al proprio cellulare, ancora in silenzio. « In teoria sì, ma Tris non mi risponde, per cui... fai pure. » E il ragazzo non sembra farselo ripetere due volte, perché ricomincia a leggere dal giornaletto ancora prima che lei finisca di rispondere, con ancora più enfasi. Lei, semplicemente, ad ogni parola si sente sempre più frustrata.
    « Scamander non sembra avere fortuna, in fatto di cuore, ma dobbiamo ammettere che, in tutta questa storia, chi sembra rimetterci è proprio Malia Stone, che ha deciso di cominciare una dolce quanto discutibile conoscenza con nientedimeno che il nipote di un nazista. C'è chi dice che non si dovrebbero prendere parti, in situazioni simili, ma su una cosa non c'è dubbio: il nostro cuore non può che continuare a battere e sperare che l'astro nascente dei Falcons possa essere baciato dalla fortuna, prima o poi. »
    Sbuffa, visibilmente stanca, mentre Sebastian commenta qualcos'altro che però lei non ascolta, un po' turbata da quelle ultime parole. Allunga un braccio per poter chiamare l'attenzione di un cameriere, che si avvicina dopo pochi secondi. « Io prendo una Burrobirra. Con lo zenzero e la cannella. Tanta cannella. Seb? » Si rivolge verso il ragazzo, in attesa che anche lui proceda con il suo ordine. Mentre lui finiva di leggere l'articolo, ha ricevuto un messaggio di Tris che l'avvertiva che ritarderà di almeno una mezz'ora, e quindi tanto vale prendere qualcosa da bere per ingannare l'attesa. Non che la situazione non sia già abbastanza intrattenente di suo, è chiaro.
    « Dichiarazioni in merito? Tranquilla, niente di ciò che dirai, qui, verrà usato contro di te. » Sospira, guardando il ragazzo con aria sconsolata. Poi si stringe nelle spalle.
    « Non ho granché da dire. Più che altro non pensavo di dover stare attenta a guardare nei cespugli di Hogsmeade, neanche fossi Paris Hilton che porta a spasso i Chiwawa... Eh va beh, non che sia qualcosa di diverso. » Scuote leggermente la testa, mentre sfodera un mezzo sorriso. « Non è tanto diverso da quello che è successo l'anno scorso con lo Shame, no? Sono già stata l'amante segreta di Fred Weasley, Judah Carrow e forse perfino Albus, una volta. Insomma rientra tutto nella norma. » Si sforza di ridere, anche se in realtà, lo sa bene, c'è ben poco che possa consolarla in questo momento. « E adesso posso vantare anche il tuo nome tra gli altri! Non è fantastico? » chiede, tamburellando con entrambe le mani sul tavolo, un finto entusiasmo che aleggia sul viso. « Tutto ciò fa ridere, davvero, ma sono più i miei amanti fittizi che quelli effettivi. » ...E probabilmente questo non ci interessava. Sbuffa pesantemente, lanciando uno sguardo svogliato verso il proprio cellulare. « Dovrei chiamare Sam » riflette ad alta voce, mordendosi il labbro. È certa che il ragazzo nemmeno farà caso alla cosa, impegnato e preso com'è dal lavoro, tuttavia preferirebbe essere lei a riferirglielo, piuttosto che qualche squallido reporter appostato davanti agli spogliatoi dello stadio di Quidditch di Falmouth. Solleva lo sguardo su Sebastian, regalandogli un mezzo sorriso. « Tu comunque mi sembri più preoccupato del dovuto » osserva, mentre guarda il ragazzo, curiosa. « Non sei fidanzato, sbaglio? Problemi con qualche frequentatrice? Oppure ti fa così schifo che si pensi che tu sia il mio amante? » ridacchia, divertita, per poi regalargli un buffetto sulla guancia. « Vedrai, tempo due giorni e se ne dimenticheranno tutti. La Carrow sta pure per partorire, parleranno tutti di quello! La nostra notizia è capitata in un momento fortunato. » Vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, è questo il segreto.
     
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    « Tesoro, mi sei mancato » Le lancia un bacio volante, in tutta risposta, prima di sorridere a trentadue denti, come suo solito. « L'ho già visto, comunque. Sono venuta malissimo in questa foto. » Scuote la testa, Seb, in tutta risposta, mentre la guarda contrariato. « Oh no, passerottina mia, tu sei sempre splendida, con questo sorriso da far girare la testa, poi.. » glielo indica, sbattendo le ciglia, con fare sognante, entrando totalmente nella parte dell'amante che cerca di far sentire amata la propria donna, colmando quelle lacune che il vero compagno non riesce a soddisfare. « Regina del suo cuore. Però. Lui non è mai così romantico. » Appunto! « Ecco spiegato il perché mi preferisci a lui. Dovremmo scriverlo a Strega Moderna, così saranno felici di avere la tua motivazione per chiudere il quadro totalmente imperfetto, ai loro occhi. » Si stringe nelle spalle, continuando a recitare quella parte che gli è stata cucita addosso, per forza di cose. Continua a leggere i passi salienti di quel pezzo di alto giornalismo, sovrastando il disappunto palese della ragazza. Continua così, accentuando la voce, rendendola più drammatica o ilare, a seconda di cosa la frase richiedesse dalla sua magistrale interpretazione. « Io prendo una Burrobirra. Con lo zenzero e la cannella. Tanta cannella. Seb? » Si interrompe un attimo, imbambolato, per poi lanciare un'occhiata al cameriere che attende, evidentemente, la sua prenotazione. « Oh, scusa, ero troppo preso da..lasciamo stare. » Gli sorride, con fare affabile, abbandonando per un attimo la rivista sul tavolo. « Un cappuccino con del cacao amaro e della cannella sopra. Grazie. » Lui si allontana e Seb torna a guardare la mora, di fronte a lui. « Non ho granché da dire. Più che altro non pensavo di dover stare attenta a guardare nei cespugli di Hogsmeade, neanche fossi Paris Hilton che porta a spasso i Chiwawa... Eh va beh, non che sia qualcosa di diverso. » Stringe le labbra, cercando di fare mente locale su chi sia effettivamente quella Paris Hilton. Non che non sia ferrato in materia di "cultura e società babbana", ma capisce al volo che la persona da Malia citata deve essere una piuttosto famosa, tra i mortali e lui, ovviamente, non conosce i vip magici, figuriamoci se ha idea di chi siano quelli del mondo babbano. Così annuisce, fingendo assoluta padronanza di ciò che lei gli sta cercando di dire. Che non lo so chi è London Hilton? Ovvio che lo so, pff. Ferratissimo anche su tutte le razze di cani, eh. « E' il prezzo da pagare per stare con una celebrità, immagino. » Aggrotta appena la fronte, con fare poco convinto. « Non te l'hanno già proposto di girare con la scorta, con qualche bodyguard che ti salvi da tutti i pazzi che ti assaliranno, dopo questa storia? » Si rende conto, solo in un secondo momento, di quanto l'abbia messa giù più tragica del dovuto, così sorride, come a volerla tranquillizzare. « No cioè, non intendevo quello che ho detto..sicuramente non avrai alcun problema con i paparazzi. Volevo dire che cercheranno quasi sicuramente di strapparti una dichiarazione, perlomeno, quindi potresti ritrovarteli anche in bagno, per dire. » Beh, di male in peggio, grandioso! Ora sì che starà calma. « Aspetta, mi è uscita male di nuovo, ci riprovo. » Ma per fortuna l'arrivo delle loro ordinazioni lo salva, in calcio d'angolo, dal fare ancora più casino di quanto già fatto. Sorride al cameriere, per poi affondare le labbra nella schiuma del cappuccino, così da poter star zitto, senza far danni, per qualche altro secondo. « Non è tanto diverso da quello che è successo l'anno scorso con lo Shame, no? Sono già stata l'amante segreta di Fred Weasley, Judah Carrow e forse perfino Albus, una volta. Insomma rientra tutto nella norma. E adesso posso vantare anche il tuo nome tra gli altri! Non è fantastico? Tutto ciò fa ridere, davvero, ma sono più i miei amanti fittizi che quelli effettivi. » Scorge una nota di.. - forse tristezza? - nella sua voce, e allora cerca di esorcizzare il tutto come meglio sa fare: facendo l'idiota di turno. Si porta una mano alla gola, con fare drammatico, imitando quello che, a tutti gli effetti, dovrebbe essere un enorme dispiacere da mandar giù. « Mi stai dicendo che non sono l'unico? Questa brucia non poco sul mio orgoglio. » Il capo cade in avanti, mentre un palese singhiozzo è percepibile dall'orecchio umano. « Perdonami, ma non ho mai seguito troppo quell'idiozia che era lo Shame, quindi mi trovi completamente impreparato in materia. » Aggiunge, rialzando la testa con un sorriso. « Ma brava Malia, ti sei data da fare. » Le fa un occhiolino, prima di riprendere a bere il proprio cappuccino. « Dovrei chiamare Sam » Annuisce, lasciando che le proprie labbra si aprano in un sorriso. « Seppur sia sicuro che lui sappia perfettamente come vanno queste cose e immagino sia assolutamente conscio di quanto tu non gli faresti mai una cosa del genere. » Accenna un sorriso, accorgendosi soltanto in quell'istante di quanto, effettivamente, non sappia poi molto della ex Grifondoro che ha davanti agli occhi. Non sono mai andati troppo oltre una conoscenza di superficie e un semplice scambio di battute e questo, a dire il vero, gli dispiace. Può, quindi, solo assumere come sia effettivamente la mora, può provare ad indovinare, fingendosi assolutamente sicuro della propria risposta, seppur non lo sia affatto, se non per quella sensazione di sicurezza che lei riesce a sprigionare. Dai profondi occhi scuri che lo guardano, Seb è certo di poter dire che sia
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    effettivamente una ragazza d'oro. « Tu comunque mi sembri più preoccupato del dovuto. Non sei fidanzato, sbaglio? Problemi con qualche frequentatrice? Oppure ti fa così schifo che si pensi che tu sia il mio amante? » Scrolla la testa, leggermente imbarazzato, mentre scoppia a ridere. « Fidanzato, io? Ah ah, no, sei completamente fuori strada. » Fa una leggera pausa, per poi sorridere. « Ed è assolutamente un onore che tutti ora pensino tu sia la mia amante, o che io sia il tuo, questione di punti di vista, immagino. » E si è perso di nuovo dietro i suoi pensieri e lo straparlare inutile. « Non mi piace essere sulla bocca della gente e diciamo che questa copertina non passa poco inosservata. Non capisco come alla gente possa piacere essere sbattuta costantemente sopra riviste del genere. E' degradante. » E detesto come continuino sempre ad affiancarmi all'aggettivo nazista, è una cosa che odio. Ma questo non lo dice, camuffando il tutto con un sorriso che ha dell'ingenuo. « Vedrai, tempo due giorni e se ne dimenticheranno tutti. La Carrow sta pure per partorire, parleranno tutti di quello! La nostra notizia è capitata in un momento fortunato. » Rotea gli occhi, vistosamente annoiato da ciò che ha appena detto la mora. « Speriamo si parli anche di altro, qualcosa di più interessante, sinceramente. » Si ritrova a commentare, prima di ricordare quanto Malia sia amica di Albus. « Oddio, cioè, sono tuoi amici loro, vero? Non volevo sembrare irrispettoso o in qualche modo indelicato, ma insomma, se n'è già parlato ampiamente no? Come mi piacerebbe che non esistesse più il gossip spicciolo e si parlasse di qualcosa di veramente importante. » Arrotola il giornale, per poi muoverlo a mezz'aria, così da avere la completa attenzione della mora. « E' la rovina di tutto, questo parlare a sproposito, questo mettere zizzania, questo distogliere l'occhio dalle cose davvero importanti, questo.. » sembrare un vecchietto di settant'anni, con le braccia dietro la schiena, che si lamenta del meteo e del cantiere che ha aperto davanti a casa, sempre e comunque, eh Seb? Non ci riusciamo proprio a sembrare un diciannovenne spensierato, eh vabbè. « Scusa, è che è un po' demotivante, a volte, pensare che alla gente interessi soltanto e per davvero chi sta con chi, chi si mette cosa per uscire a fare spesa, chi è stato visto con chi e tutte le varie teorie complottistiche di mezzo, chi si sta per sposare, chi sta per avere un figlio, chi sta divorziando dopo anni di apparente e felice amore. Non lo so, oltre che un'intromissione assurda nella privacy delle persone, mi sembra nient'altro che fumo negli occhi, che magari mesi fa serviva anche, sai, per mantenere un'apparente maschera di normalità, ma ora? Dai, se siamo tutti d'accordo, possiamo anche passare ad altro. » Si stringe nelle spalle, prima di ridacchiare. « Uhhh che aria pesante che ho messo su! Sono il vecchietto di Up inside, lo so. Proviamo a tornare su un piano più adolescenziale, okay, mi concentro. » Prende un'altra sorsata di cappuccino, per poi tornare a guardarla. « Come va con gli studi per i M.A.G.O? L'ultima volta mi dicevi che non eri messa proprio benissimo? »
     
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    « E' il prezzo da pagare per stare con una celebrità, immagino. » Arriccia il naso, la mora, mentre distoglie lo sguardo da quello di Sebastian. Non le piace particolarmente quella frase. Non le piace l'idea di dover pagare un prezzo, qualunque esso sia, solo perché il suo ragazzo è più noto di altri nel mondo magico. Non ha mai amato scendere a patti. Incrocia le braccia sul tavolo, l'espressione vagamente accigliata. « Non te l'hanno già proposto di girare con la scorta, con qualche bodyguard che ti salvi da tutti i pazzi che ti assaliranno, dopo questa storia? » Guarda Sebastian, mentre inclina il capo di lato. Certo che sta dipingendo un quadro stupendo. « No cioè, non intendevo quello che ho detto..sicuramente non avrai alcun problema con i paparazzi. Volevo dire che cercheranno quasi sicuramente di strapparti una dichiarazione, perlomeno, quindi potresti ritrovarteli anche in bagno, per dire. Aspetta, mi è uscita male di nuovo, ci riprovo. »
    Sospira, stancamente, per poi scuotere leggermente la testa. E a quel punto il messaggio è chiaro: No, non mi stai aiutando per nulla. Gli sorride, tuttavia, anche se debolmente, per fargli capire che per lo meno apprezza lo sforzo. « Lascia stare, davvero. È tutto okay » ribadisce, a voce, stringendosi poi nelle spalle. E in parte è vero, perché l'ultima cosa che vuole è che queste stupidaggini le facciano passare il buon umore, ma, d'altro canto, non riesce nemmeno a ignorarle del tutto. « Mi piacerebbe solo che la smettessero. Domani se ne saranno già dimenticati tutti, è vero, a nessuno importa così tanto della vita privata di un giocatore di Quidditch, ma l'idea di essere comunque sempre sotto il mirino mi infastidisce in ogni caso. Non riesco ad accettarlo. » Si sfoga, con un sospiro, mentre appoggia un gomito sul tavolo e lo guarda.
    Questa situazione, per tanti versi, sarà diversa da quella dell'anno precedente, eppure la giovane Stone non può fare a meno di percepire addosso quell'insopportabile ansia provocata dalla perpetua attenzione altrui. Ed è probabile che la sua sia soltanto una sensazione, che a nessuno importi davvero delle persone di cui decide di circondarsi e di ciò che decide di fare - eppure la sensazione è sempre la stessa: è come essere dietro ad un vetro, al centro di un'attrazione che serve a dilettare un pubblico sconosciuto. Uno spettacolino, in poche parole. Così era l'anno precedente, quando qualcuno all'interno della scuola sembrava conoscere alla perfezione tutti i suoi movimenti, così come quelli dei suoi amici, e così è stato nelle ultime settimane, quando addirittura sono stati in grado di fotografarla, completamente ignara di essere osservata da lontano. « Perdonami, ma non ho mai seguito troppo quell'idiozia che era lo Shame, quindi mi trovi completamente impreparato in materia. » Annuisce al ragazzo, per poi rivolgergli un mezzo sorriso. Lo conosce poco, Sebastian, deve averci parlato sì e no un paio di volte, ma ha già deciso che gli piace. E che, dopo questo suo aperto schierarsi contro il caos dello Shame, è senza dubbio un ragazzo in gamba.
    « Non ti sei perso niente, credimi » sospira, congiungendo le braccia sotto il mento, per poi roteare gli occhi al cielo nel sentirlo complimentarsi, ironicamente, per il suo darsi da fare. C'è stato qualcuno d'altronde, l'anno precedente, che ha deciso di mostrare i propri complimenti per le presunte larghe vedute della Stone, e l'ha fatto nel modo peggiore possibile. È stato un momento brutto, non può negarlo a se stessa, perché i giudizi facevano male, nonostante la corazza dura e la parvenza di disinteresse.
    « Seppur sia sicuro che lui sappia perfettamente come vanno queste cose e immagino sia assolutamente conscio di quanto tu non gli faresti mai una cosa del genere. » Ha ancora lo sguardo fisso sullo schermo scuro del proprio cellulare, visibilmente sovrappensiero, quando sente quelle parole. Le serve qualche istante ancora perché il cervello le registri e le elabori a dovere e, solo a quel punto, si concede una piccola risata, mentre solleva il capo per incontrare gli occhi chiari del ragazzo.
    « E tu che ne sai? » chiede, divertita, inclinando la testa di lato. È chiaro che il giovane volesse semplicemente rivolgerle delle parole incoraggianti, eppure la naturalezza con cui le pronuncia la fa sorridere. « Magari sono il tipo di ragazza che fa una cosa del genere. Magari sono una che non si fa problemi a tradirlo. » Scherza, facendo spallucce, mentre le loro ordinazioni vengono consegnate al tavolo. « Magari lui non si fa problemi a tradire me » osserva, con un certo candore, prima di prendere un sorso dalla propria burrobirra. Non si può mai sapere. D'altra parte, si ritrova a pensare in quell'istante, mentre il sorriso d'ilarità pian piano va scemando, nemmeno lei sa che tipo di coppia sono lei e Sam. Stanno insieme da non più di sei mesi, e nessuno dei due prima era mai stato in una relazione tanto duratura. Stanno scoprendo un po' tutto insieme, talvolta facendo passi da giganti, e in altri casi camminando un po' a tentoni, con le scarpe di piombo. Per questo motivo, per quanto Sebastian possa essere positivo al riguardo, Malia non è davvero certa di come il giovane Scamander prenderà quella notizia.
    « Fidanzato, io? Ah ah, no, sei completamente fuori strada. » Aggrotta le sopracciglia, mentre lo ascolta in silenzio e prende qualche sorso dal proprio boccale. « Ed è assolutamente un onore che tutti ora pensino tu sia la mia amante, o che io sia il tuo, questione di punti di vista, immagino. Non mi piace essere sulla bocca della gente e diciamo che questa copertina non passa poco inosservata. Non capisco come alla gente possa piacere essere sbattuta costantemente sopra riviste del genere. E' degradante. » Annuisce, con una certa veemenza e convinzione. L'ultima cosa che vorrebbe è essere famosa, dover fare i conti tutti i giorni con l'occhio pubblico, che non ha niente a che vedere con l'attenzione che può ricevere in una scuola una ragazza abbastanza popolare come lei. Niente di niente.
    « A chi lo dici » si stringe nelle spalle, mentre getta un rapido sguardo fuori dalla finestra, mordendosi il labbro inferiore. È nervosa, impossibile nasconderlo o tentare di far finta di nulla: quella situazione,
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    per quanto stupida e insensata, l'ha fatta alterare non poco. Non che sia poi così difficile far alterare una come Malia Stone, è chiaro. Se ne sta lì, con le braccia incrociate al petto e le spalle appoggiate sullo schienale della sedia, tutta imbronciata, e risulterebbe quasi naturale riderle in faccia per quell'atteggiamento tanto infantile. « Li odio tutti quanti, ti giuro » sbuffa, pesantemente, il pensiero che per qualche istante si sofferma di nuovo sulla reporter che li ha fotografati quel giorno a Hogwarts.
    Ignora la battuta del ragazzo su Albus e Amunet, stringendosi nelle spalle e facendo un rapido gesto della mano, come a indicare che non fa nulla. In fin dei conti può capirlo benissimo: non si è davvero parlato d'altro negli ultimi mesi, e, specie lei, che ha dovuto subire la vicenda anche più da vicino, a causa del casino scoppiato tra Fred e Albus, è davvero stanca di sentir parlare dell'arrivo di questo fagiolino che tutti aspettano con ansia. Se si parlasse d'altro, come sottolinea il ragazzo, sarebbe più utile a tutti. Annuisce, con aria consapevole, prima di sorseggiare un altro po' di birra dal proprio boccale. « Capisco che intendi » dice, serrando poi le labbra in una smorfia. « Io non so nemmeno come si chiama il nuovo Ministro della Magia. Va bene, lo so che non sono una che si tiene informata eccetera, però non c'è nessuno che si sforza più di tanto per farmi arrivare la notizia, capisci che intendo? Quando passo da un'edicola nelle prime pagine vedo soltanto queste stronzate, che non interessano davvero a nessuno ma che, per un motivo o per un altro, tutti leggono. » Scuote leggermente la testa, prima di sfogliare con poca grazia una pagina di quel giornaletto che sta fra loro due. « Prendi questo articolo, ad esempio. Nessuno ammetterà mai di essere interessato alla nostra vita privata. Eppure ci scommetto la scopa che lo leggerà almeno metà della gente che sta qui a Hogsmeade. Così, per pura curiosità. Ed è così che si creano le notizie. » Allarga le braccia, spostandosi indietro con il busto e rivolgendo al ragazzo un'espressione eloquente. Ed è così che noi siamo fottuti. « E fa rabbia, perché vorrei prendermela con qualcuno ma non esiste nessuno da incolpare direttamente. Cioè, sì, quella Skeeter senza dubbio, ma tutte le persone che leggono e s'incuriosiscono... non so, per me sono altrettanto colpevoli. » Si stringe nelle spalle, prima di sospirare.
    « Uhhh che aria pesante che ho messo su! Sono il vecchietto di Up inside, lo so. Proviamo a tornare su un piano più adolescenziale, okay, mi concentro. » Ridacchia a quelle parole, per poi annuire convinta. Sì, hanno decisamente bisogno di cambiare discorso, e parlare di qualcosa di più piacevole. « Come va con gli studi per i M.A.G.O? L'ultima volta mi dicevi che non eri messa proprio benissimo? » Eehhhh, domanda sbagliata. La mora arriccia il naso, compiendo una smorfia strana, prima di nascondere il viso, un po' imbarazzata, nel boccale della birra. Prende altri due, tre sorsi, prima di riporlo sul tavolo e parlare.
    « Lasciamo stare, davvero... » comincia, un po' a disagio, mentre si gratta la testa. « Penso che sarò l'unica della sessione a essere bocciata. Un successo insomma! Non che mi dispiaccia tornare a Hogwarts a ripetere l'anno, eh. Potrei sempre prendermi il posto di Capitano della Squadra di Quidditch che non ho mai ottenuto. Anche se me lo meritavo. » Si morde il labbro inferiore, mentre aggrotta le sopracciglia. Una cicatrice che fa ancora un po' male, quella di non essere mai riuscita a guidare la squadra di Grifondoro come sognava da sempre. Sa bene che, se non fosse stato per gli eventi dell'anno scorso, ce l'avrebbe fatta sicuramente, eppure per qualche motivo questo non la consola. « Comunque lasciamo perdere, davvero. I miei progressi con lo studio non sono importanti. Tu, piuttosto! Che significa che non hai la fidanzata? Che sono completamente fuori strada? » ripete le sue parole, scherzosamente, mentre appoggia entrambi i gomiti sul tavolo e lo guarda, con una certa curiosità negli occhi. Inclina il capo di lato. « Andiamo, uno carino come te qualche spasimante deve avercela per forza. Poi vai pure sullo skateboard! Per una come me questa cosa vale almeno mille punti. » Ammicca, divertita, per poi dargli una leggera gomitata. « Se vuoi posso presentarti qualche amica però. Ne ho di carinissime single e ready to mingle. » Annuisce, sempre più decisa. Malia Stone e l'aspirazione di essere il Cupido di turno che non passerà mai, nemmeno all'affacciarsi dei diciannove anni. « Dai allora, chi ti piace? »
     
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    E' impossibile non capire quanto sia infastidita da tutta quella notorietà, da quel suo ritrovarsi in mezzo al mirino senza averlo mai davvero voluto. Annuisce perciò, non sapendo bene come provare a migliorare ai suoi occhi quella situazione decisamente scomoda, nella quale, lui, al posto di lei, sarebbe già impazzito da tempo. Quell'invasione forzata della privacy altrui, solo per vendere di più, per fare più soldi, è una cosa che non riesce a concepire e sa che, qualsiasi cosa possa dire a riguardo, sarà un qualcosa di totalmente sbagliato, che non aiuterà in nessun modo a migliorarle l'umore che è, evidentemente, poco soleggiato. Così, affonda le labbra nella schiuma del suo cappuccino. « E tu che ne sai? Magari sono il tipo di ragazza che fa una cosa del genere. Magari sono una che non si fa problemi a tradirlo. Magari lui non si fa problemi a tradire me. » Aggrotta per un attimo la fronte, non riuscendo a capire con esattezza la situazione che gli è stata appena rivelata di fronte agli occhi. E' quasi certo che lei stia scherzando, giocando un po', giusto per prenderlo in giro, così come la risatina che ha sulle labbra dimostra, ma d'altro canto, ovviamente, non ha la più pallida di che relazione hanno i due. Mette giù la tazza, incorniciandola con le mani e la osserva, per qualche istante. Vuole studiarla, cercando nel suo sguardo indizi. Perché il sorriso che va scemando, lentamente, dal suo viso gli sembra dire una cosa completamente diversa dal tono di voce che ha appena usato. « Non lo so » si ritrova a rispondere, con una smorfia divertita a gonfiargli le guance. « Non mi sembri la ragazza che farebbe certe cose al suo fidanzato, tutto qua. » Risponde con altrettanto candore, per poi umettarsi il labbro inferiore con quello superiore. « Potrebbe essere anche solo impressione, vero, eppure è quello che l'istinto mi suggerisce ed è quello che sono spinto quindi a credere. » Prosegue. « Poi il rispetto e la fedeltà ce l'avete nel sangue voi Grifondoro, dico bene? » Una risata sfugge alle sue labbra, mentre si guarda intorno per qualche istante. Si sofferma su una coppia di studenti, più piccoli di loro di qualche anno, decisamente presi da una partita a scacchi magici che sembra avere tutta l'aria di essere nel vivo dell'azione. Continua a guardarli per qualche istante, estraniandosi, come spesso fa, cadendo nella sua piccola parte di mondo, mentre sente parlare Malia, ma è come se non riuscisse a sentirla. Gli capita spesso. Sua madre l'ha sempre definita "la Sindrome di Alice" perché come lei, lui sembra cadere nella tana del Bianconiglio, trasportato dagli eventi intorno a sé, affascinato da ciò che lo circonda. Per un attimo, sente il bisogno di tirare fuori la macchinetta dallo zaino e così fa. L'accende, punta l'obbiettivo verso la scacchiera e scatta. E' quasi certo di essere riuscito a prendere il movimento in avanti della Regina nera che ha dichiarato lo scacco al Re bianco, decapitando la testa dell'Alfiere. « Capisco che intendi » Torna alla realtà e si volta a guardarla, sbattendo le ciglia ripetutamente, mentre un sorriso di quasi scuse si palesa ad illuminargli il volto. « Io non so nemmeno come si chiama il nuovo Ministro della Magia. Va bene, lo so che non sono una che si tiene informata eccetera, però non c'è nessuno che si sforza più di tanto per farmi arrivare la notizia, capisci che intendo? Quando passo da un'edicola nelle prime pagine vedo soltanto queste stronzate, che non interessano davvero a nessuno ma che, per un motivo o per un altro, tutti leggono. » Si ritrova ad annuire, silenziosamente, lasciando andare la macchinetta sopra il tavolo. « Prendi questo articolo, ad esempio. Nessuno ammetterà mai di essere interessato alla nostra vita privata. Eppure ci scommetto la scopa che lo leggerà almeno metà della gente che sta qui a Hogsmeade. Così, per pura curiosità. Ed è così che si creano le notizie. E fa rabbia, perché vorrei prendermela con qualcuno ma non esiste nessuno da incolpare direttamente. Cioè, sì, quella Skeeter senza dubbio, ma tutte le persone che leggono e s'incuriosiscono... non so, per me sono altrettanto colpevoli. » « La chiacchiera è insita dell'uomo. » Il dover parlare sempre e comunque, molto spesso a sproposito. Si sente nuovamente nei panni del vecchietto, quello che dispensa saggezza in pillole incomprensibile, all'apparenza, per risultare semplicemente due concetti abbastanza scontati accostati insieme. « E non ci sono più le mezze stagioni e pure che si stava meglio quando si stava peggio. » Scoppia a ridere, scrollando la testa, con il ciuffo piuttosto spettinato che gli va a ricadere davanti agli occhi. « Direi che, per continuare al meglio questa relazione, senza troppe tensioni interne che ci potrebbero portare irrimediabilmente verso l'abisso di una fine certa, potremmo provare a fregarcene, giusto un po'. E' il loro lavoro, completamente indecente, ma è così che mangiano. » Si stringe nelle spalle, accennando un sorrisetto rassicurante. « Tanto parleranno sempre, allora lasciali fare. Mettiti le cuffie e lasciali parlare. » Fa una smorfia compiaciuta. « Immagino sia il modo migliore per combatterli..oltre al non farci vedere troppo insieme, altrimenti cominceranno davvero con articoli tipo "Ma i #Salia stanno davvero insieme? Indizi e teorie complottistiche che nemmeno gli Illuminati." » Alza un sopracciglio, prima di ridacchiare e portarsi la tazza alle labbra.
    « Lasciamo stare, davvero...Penso che sarò l'unica della sessione a essere bocciata. Un successo insomma! Non che mi dispiaccia tornare a Hogwarts a ripetere l'anno, eh. Potrei sempre prendermi il posto di Capitano della Squadra di Quidditch che non ho mai ottenuto. Anche se me lo meritavo. » Scoppia a ridere a quelle parole, scrollando la testa. « Avresti una concorrenza sfrenata, sai? Mettici tutti i Weasley, mettici la Mavor. Non avresti vita facile. Personalmente, ti consiglio di provare a prendere il minimo indispensabile agli esami per provare ad essere uno dei capitani delle due squadre che ho sentito dire vorrebbero mettere su i collegiali. » Le scocca un'occhiata, complice. Ne sai qualcosa? « Comunque lasciamo perdere, davvero. I miei progressi con lo studio non sono importanti. Tu, piuttosto! Che significa che non hai la fidanzata? Che sono completamente fuori strada? » Fa un sorriso, sfoderando i denti. Un sorriso che ha così tanto del falso da far trapelare tutto il disagio nel quale galleggia. « Vuol dire quello che ho detto? » Commenta, stirando le labbra carnose. « A parte una mezza matta che proprio ieri mi ha recapitato dei cioccolatini imbevuti di filtro d'amore. Ma lasciamo perdere, storia lunga e noiosa. » Beve un altro sorso di cappuccino. « Andiamo, uno carino come te qualche spasimante deve avercela per forza. Poi vai pure sullo skateboard! Per una come me questa cosa vale almeno mille punti. Se vuoi posso presentarti qualche amica però. Ne ho di carinissime single e ready to mingle. Dai allora, chi ti piace? » C'è un momento nel quale Sebastian crede di essere diventato rosso fino alla punta dei capelli. Si sente caldo sulle guance, ma cerca di stemperare la cosa ridacchiando, con la solita mano dell'imbarazzo che va a grattargli la nuca, con fermezza. Parlare di certe cose, pure con una ragazza di cui sa davvero poco e niente. Parlare di certe cose in generale. « Si, ehm, lo skate non è che vada così tanto tra le ragazze, sai? "Fa poraccio" mi è stato detto pochi giorni fa, da una Corvonero. » Gentile e carinissima come un gelato lungo la schiena.
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    « Comunque, grazie, sei carinissima a pensare alla situazione amorosa del tuo amante, giusto per non destare sospetti, ma non sono in cerca. » Si ritrova a dire e si sente ancora più vecchio dentro di quanto non si fosse sentito fino a quel momento. Oh che bella prima impressione, già. « E non mi piace nessuno, al momento. » Falso, falso come una banconota che viene fatta passare come equivalente di 5 galeoni d'oro, ma sorride, angelicamente, per destare meno sospetti possibili. Si riporta la tazza alle labbra e finisce di bere il proprio cappuccino. Si pulisce infine il labbro superiore dalla schiuma che vi si è depositata sopra e, come se la sua mente avesse bisogno di distaccarsi da quella particolare piega che ha preso la conversazione, torna al discorso di poco prima. Risente la voce irritata della ragazza nella mente, nel parlare di quanto sia infastidita nel non poter far nulla in quel suo essere al centro del ciclone. « Parlando di cose decisamente più interessanti della landa desolata che è diventata ultimamente la mia vita amorosa.. - prende a dire, per poi inclinarsi in avanti, con i gomiti che si poggiano al tavolo e la sua testa che si avvicina sempre di più a Malia - mi è venuta una mezza idea sul come sfogare tutta questa frustrazione. » Abbassa la voce, quasi per paura di essere ascoltato. « Hai mai visto "Fight Club"? » Le domanda, circospetto, mentre un sorriso si dipinge sulle sue labbra, rendendo la sua espressione fin troppo da "pronto a combinare qualcosa." « Chiudi gli occhi per un secondo e immagina ciò che sto per narrarti. » Si schiarisce la voce per qualche secondo. « Un posto segreto. Gente che ci si ritrova, per caso, perché ha sentito delle voci di corridoio. E poi una volta lì, si combatte. Duelli, qualcosa di più fisico, qualsiasi cosa che aiuti a togliersi di dosso certe sensazioni indesiderate. » Annuisce, stancamente. La tua frustrazione, la mia vergogna, i ricordi di ognuno di noi dell'anno scorso, la morte che ci ha circondato, questa continua asfissia che ci portiamo dietro da tempo, sono tutte cose che andrebbero sfogate in qual modo. « E' un'idea decisamente campata per aria, lo so, ma mi sembra un ottimo compromesso. Io personalmente ne avrei bisogno. »
     
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    « Potrebbe essere anche solo impressione, vero, eppure è quello che l'istinto mi suggerisce ed è quello che sono spinto quindi a credere. Poi il rispetto e la fedeltà ce l'avete nel sangue voi Grifondoro, dico bene? » Sorride a quelle parole, ed inarca entrambe le sopracciglia mettendo su un'espressione un po' divertita, per poi annuire piano. Sì, in teoria ce l'avremmo nel sangue. E Malia, in fin dei conti, non ha mai pensato che il suo carattere si distanziasse troppo dai canoni della sua casata.
    « Voi Serpeverde non avete questa propensione, però » si ritrova a dire, mentre piega leggermente il capo di lato, il tono scherzoso che tradisce la sua poca serietà. « Quindi, sai com'è... Tengo l'occhio vigile, che non si sa mai. » Porta l'indice sulla propria guancia, indicandosi l'occhio e assumendo per un istante appena un'espressione particolarmente severa, per poi scoppiare a ridere di gusto. Il ragazzo, però, in quel momento pare essersi distratto dalla conversazione, colto dai movimenti di una coppia di ragazzi intenti a giocare a scacchi magici, qualche tavolo più in là. La mora rimane in silenzio e osserva i suoi movimenti, mentre tira fuori una macchina fotografica e scatta qualche immagine, in completo silenzio. « Alla fine verrà fuori che sei tu la fonte di Rita Skeeter, ci scommetto la bacchetta. » Lo prende in giro, quando Seb riemerge da quel momento di distrazione.
    « Direi che, per continuare al meglio questa relazione, senza troppe tensioni interne che ci potrebbero portare irrimediabilmente verso l'abisso di una fine certa, potremmo provare a fregarcene, giusto un po'. E' il loro lavoro, completamente indecente, ma è così che mangiano. Tanto parleranno sempre, allora lasciali fare. Mettiti le cuffie e lasciali parlare. » Annuisce, concordando in pieno con il ragazzo, per poi stringersi nelle spalle. Non le piace per nulla il pensiero di arrendersi del tutto di fronte a qualcosa che è palesemente ingiusto, su tutti i fronti, almeno dal suo punto di vista, ma sa anche che non ha alternative: l'ultima cosa che vuole è creare problemi a Sam nel suo lavoro, o farlo sentire in qualche modo in colpa per una cosa che, a conti fatti, può anche essere ignorata. Estremamente difficile, per una testa calda come lei, adottare questa conclusione: Malia è sempre stata abituata ad esplodere, a lottare contro qualsiasi tipo di ingiustizia nei suoi confronti, a ribellarsi semplicemente perché quest'atto rientra perfettamente nella sua natura. Ora sta imparando che crescere significa anche scendere a patti con la realtà, arrendersi di fronte a battaglie già perse in partenza, per quanto faccia male starsene in silenzio. « Immagino sia il modo migliore per combatterli..oltre al non farci vedere troppo insieme, altrimenti cominceranno davvero con articoli tipo "Ma i #Salia stanno davvero insieme? Indizi e teorie complottistiche che nemmeno gli Illuminati." »
    Inarca un sopracciglio, per poi unirsi alla risata del ragazzo e scuotere leggermente la testa. « Salia? Ma che nome è? Ti prego dimmi che non l'hai letto da qualche parte... » Continua a ridacchiare, seppure sul suo volto appaia una smorfia quasi disgustata di fronte a quel nome che alle sue orecchie suona decisamente male. Con una mano prende a sfogliare rapidamente quella rivista, alla ricerca di quella parola. Poi la sua frenesia rallenta, man mano che la conversazione si sposta su altri argomenti, e l'attenzione scivola via da quello stupido giornalino di gossip.
    « Avresti una concorrenza sfrenata, sai? Mettici tutti i Weasley, mettici la Mavor. Non avresti vita facile. Personalmente, ti consiglio di provare a prendere il minimo indispensabile agli esami per provare ad essere uno dei capitani delle due squadre che ho sentito dire vorrebbero mettere su i collegiali. »
    Sorride, nel notare l'evidente voler insinuare del ragazzo il discorso delle squadre dei collegiali, un argomento molto chiacchierato ma ancora con poca sostanza. Ne hanno parlato più volte, molti di loro, ma tra lo studio per i M.A.G.O. e la preparazione dei documenti per l'immatricolazione al college, nessuno di loro ha davvero avuto tempo per impegnarvisi più di tanto. « Concorrenza sfrenata, Grindelwald? » Inarca un sopracciglio, mentre ripete la sua battuta iniziale con una punta di acidità nella voce. « Forse non mi hai mai visto in campo. » Un sorriso beffardo spunta sulle sue labbra, prima che si sciolga in una risatina divertita. Malia non ha mai amato essere supponente, ma è anche vero che l'autostima non le è mai mancata. E il Quidditch è una di quelle cose per cui non ha mai voluto fare un passo indietro. Sa di poter pretendere, perché è certa di potersi meritare. O, per lo meno, è sempre stato così fino a Hogwarts. Allunga le mani sul tavolo, congiungendole, per poi stringersi nelle spalle. « Sulle squadre del College non so dirti niente. Ne abbiamo parlato un paio di volte, ma è tutto un po' per aria per adesso. Dobbiamo aspettare che le cose siano stabili per far partire un discorso serio, ecco. » Dal suo canto, è contenta che le sia stata data l'opportunità di fare le cose con una certa calma. Il College ha dei ritmi abbastanza distesi, molto di più rispetto allo studio richiesto da Hogwarts, e questo la fa già respirare molto di più. Le è concesso perfino fare un lavoretto part-time per guadagnarsi qualcosa, ed è certa riuscirà ad infilare qua e là tante altre attività interessanti.
    « Si, ehm, lo skate non è che vada così tanto tra le ragazze, sai? "Fa poraccio" mi è stato detto pochi giorni fa, da una Corvonero. Comunque, grazie, sei carinissima a pensare alla situazione amorosa del tuo amante, giusto per non destare sospetti, ma non sono in cerca. » Aggrotta la fronte, a quelle parole, mentre stringe le labbra in una specie di smorfia. In che senso non sei in cerca?, dice con l'espressione, guardandolo fisso. « E non mi piace nessuno, al momento. » Scuote la testa, visibilmente contrariata, prima di prendere un altro sorso della propria burrobirra.
    « Non può essere » dice, convinta. Non che Malia abbia un particolare intuito per queste cose, né sia in qualche modo empatica o in grado di interpretare gli sguardi della gente: semplicemente, le sembra totalmente assurdo che nella mente di Sebastian non ci sia proprio nessuno nessuno. Concetto davvero impossibile da comprendere per una
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    come lei che, durante gli anni di Hogwarts, era portata a perdere la testa un po' per chiunque. A parte le evidenti fissazioni, la giovane Stone era stata in grado di prendersi sbandate temporanee per più di un ragazzo, perfino per Holden Morgenstern, che aveva visto allora solamente in foto. Si stringe nelle spalle, prima di prendere a gesticolare con le mani. « Voglio dire, mi fa strano. A te non capita mai di prenderti una cotta così, boh, molto a caso? Neanche un'infatuazione? O qualcuna che trovi particolarmente carina, più delle altre? Voglio dire, ci sono un sacco di belle ragazze a Hogwarts... O preferisci i ragazzi? No, okay, non sono affari miei, non ci conosciamo neanche tanto bene noi due, la smetto. » Solleva entrambe le mani in segno di resa, per poi scuotere rapidamente la testa. Per l'ennesima volta, riconosce di essersi fatta prendere un po' troppo la mano con l'entusiasmo, cosa che le capita fin troppo spesso.
    « Parlando di cose decisamente più interessanti della landa desolata che è diventata ultimamente la mia vita amorosa...» Rotea gli occhi al cielo a quelle parole, come a voler sottolineare quanto possa suonare ridicola quell'affermazione alle sue orecchie. « Mi è venuta una mezza idea sul come sfogare tutta questa frustrazione. »
    Inarca un sopracciglio, mentre si avvicina di più a lui, per ascoltarlo, nel sentirlo abbassare notevolmente la voce. « Sebastian, guarda che il mio ragazzo esiste veramente, non è solo un personaggio stampato sulla rivista, eh. » Ridacchia, mentre indica la foto di Sam sul giornale. « Quindi, ecco, per sfogare la frustrazione non so se ci sto... Ma te l'ho detto, una tipa te la trovo! Devi solo darmi un paio di direttive. » Chiaramente è ironica, e infatti mentre parla continua a ridere sommessamente, come se stesse facendo la battuta del secolo.
    « Hai mai visto "Fight Club"? » Aggrotta le sopracciglia, confusa da quella domanda, poi annuisce, mentre appoggia entrambe le braccia sul tavolo, incrociandole. « Chiudi gli occhi per un secondo e immagina ciò che sto per narrarti. » Rimane a guardarlo ad occhi aperti. Così, giusto per il gusto di non seguire gli ordini. « Un posto segreto. Gente che ci si ritrova, per caso, perché ha sentito delle voci di corridoio. E poi una volta lì, si combatte. Duelli, qualcosa di più fisico, qualsiasi cosa che aiuti a togliersi di dosso certe sensazioni indesiderate. » Le sopracciglia della ragazza si inarcano un poco, mentre un misto di curiosità e interesse comincia ad illuminare i suoi occhi color nocciola. « E' un'idea decisamente campata per aria, lo so, ma mi sembra un ottimo compromesso. Io personalmente ne avrei bisogno. »
    Malia per tutta risposta annuisce, con decisione e un certo entusiasmo, per poi tamburellare con le mani sul tavolo. « Oddio sìììì, sai che figata? Mettiamo su un club di duellanti. Ma di quelli sporchi e pesanti, non le cose da principesse che ci fanno fare a scuola. Una cosa proprio come Fight Club. » In fin dei conti, durante il Lockdown hanno imparato così tanti incantesimi di difesa e di attacco, e così tante strategie, che sarebbe un peccato che andassero perdute in questo modo. « Si può fare in un posto tipo... i Sotterranei. Anzi no, stavo scherzando, nessuno approverà mai una cosa del genere a Hogwarts. » Scuote rapidamente la testa, mentre comincia a parlare in modo frenetico, colta dalla smania del momento. « Però, voglio dire, un posto da qualche parte si trova. Oddio, non hai idea di quanto potrei avere bisogno di una cosa del genere. Stanno tutti quanti a pensare di organizzare club di scacchi o di retorica... roba inutile insomma. Se tu hai voglia di farlo, io ci sono. Che ne dici? Magari lo diciamo un po' in giro, io ho già in mente qualcuno che potrebbe essere interessato. »
     
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