Smokers outside the hospital doors

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    223
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Si porta il caffè alle labbra, sorseggiandolo, mentre gli occhi continuano ad essere puntati sulla pagina di cronaca della Gazzetta. Per fortuna, da quando ha riaperto, non sembra dare più voce al Ministero, non sembra di leggere più le parole dei vari Ministri, attraverso le parole di quello che sarebbe dovuto essere, sempre e comunque, un giornale libero da qualsiasi opinione. Non c'è più uno straccio o un accenno anche velato al becero gossip, le fonti sono sempre ben fondate ed è per lui un piacere poter leggere qualcosa di davvero reale. Vero. Non succedeva ormai da tempo, quasi da costringerlo a pensare che ormai, eccezion fatta per il periodo in cui era rimasto attivo l'Eco della Rivolta, niente di ciò che si sentiva o si leggeva, fosse frutto soltanto della realtà oggettiva dei fatti. Ma ora constata, con assoluta gratitudine, che si torna a parlare finalmente di cose vere, di problemi e non più di semplice fumo negli occhi, atto a far spostare l'attenzione del pubblico su qualcosa di differente. "Il sempre più crescente malcontento delle donne lavoratrici, all'interno dell'azienda del famoso marchio "Nimbus 2000" è sfociato, questa mattina, nella rivolta e il conseguente sciopero al di fuori delle porte della fabbrica." « Così si fa, pugno duro e determinazione nel continuare a seguire i propri ideali! » Commenta, a mezza bocca, bevendo successivamente un nuovo sorso di caffè. "Anche le donne nere, toccate ancor di più dalla nuova riforma sul lavoro attuata all'interno della fabbrica, hanno deciso di prendere parte allo sciopero, decidendo di adottare il metodo d'incatenamento di fronte alle porte, così da essere ancora più visibile e tangibile il loro sdegno per una situazione ormai sempre più in rotta di collisione, considerando le premesse generali riguardo questo periodo di pace e restaurazione." « E Janis? Dove sta in tutto questo? Non ci credo che non si sia ancora fiondata lì, per protestare insieme a loro. » Si ritrova a dire, a voce più alta, per poi sentirsi irreparabilmente osservato. Alza lo sguardo e incontra quello di un primino Serpeverde. Gli sorride, appoggiando la tazza contro il tavolo della sua casata. « Non credi anche tu che queste coraggiose donne debbano continuare in questa loro lotta alla parità di salario e di ore lavorative? » Il bambinetto sembra interdetto, nel formulare quello che appare essere un borbottio inudibile e piuttosto confuso. « Come, scusa? » « Io, veramente..volevo soltanto capire perché parlassi da solo. Sei strambo. » Strambo. Ripete, la sua mente, immagazzinandola. Un aggettivo che gli è sempre stato rivolto, perlopiù con una cattiveria di cui il ragazzino che ha di fronte, però, sembra essere assolutamente privo. Ormai, essere strambo, per lui, non è più un problema come un tempo. Ormai preferisce essere lo strambo, a quella uniformante tristezza, a quella continua ricerca nell'assomigliare sempre un po' di più agli altri, andando a piallare ogni propria più piccola e peculiare particolarità, per conformarsi al gregge circostante. Sorride quindi, al ragazzino, notando con la coda dell'occhio una figura a lui piuttosto nota, dileguarsi verso l'uscita della Sala Grande. Capita a fagiolo. « Hai ragione, lo sono. E per fortuna! » Gli dice, prima di alzarsi velocemente, portando con sé la copia arrotolata del giornale. « Ti auguro davvero di diventare
    tumblr_inline_pdo924AaNB1vdiecd_1280
    più strambo possibile, crescendo! Buona giornata! »
    Lo saluta con la mano, prima di correre fuori, sperando di aver capito dove la ragazza fosse andata a finire. E infatti, scesi gli ultimi gradini che portano sull'ampio atrio, intramezzato da portici e archi, la vede di spalle e le si avvicina, senza pensare troppo. « Dove avrei mai potuto trovare Janis Jones se non qui, intenta a cercare di fumarsi una sigaretta, con le mani congelate che non riescono nemmeno a beccarne una dal pacchetto? » Prende. con disinvoltura, la sigaretta che ha appena rollato e messo sopra il proprio orecchio e gliela porge. « Mi lavo le orecchie ogni mattina, lo giuro. » Fa il segno della doppia croce davanti alle labbra. « Ti stavo giusto pensando.. » si ritrova a dire, prima di accennare un sorriso che ha dell'imbarazzato, nel ritrovare in quelle parole un qualcosa di dubbia natura, di facilmente mal interpretabile. Così porta la pagina dell'articolo all'attenzione dei suoi occhi, lasciando che essi possano leggere perlomeno il titolo, prima di riprendere a parlare. «..perché stavo facendo colazione e leggevo questo articolo. E più andavo avanti e più ti cercavo nelle foto di reportage sotto e più tu non c'eri. Strano eh? » Scrolla la testa, tradendo una confusione che ha quasi dell'ingenuo, prima di stringersi nella giacca decisamente più invernale che ha dovuto mettere su, visto il tempo notevolmente peggiorato con il finire di Ottobre. « E quindi mi sono chiesto dove fossi finita. Di solito sei sempre in prima linea - e se lo fossi stata anche qui, un po' ci sarei rimasto male perché avrebbe voluto dire che questa volta avevi deciso di non portarmi con te, perché boh, magari non ti piace più come faccio le foto, non lo so. - » Sorride, a trentadue denti pieni, come è suo solito fare. Appoggia il giornale al muretto, sedendovisi accanto con un balzo, per poi liberarsi dalla tracolla. « Com'è che non sei ancora scesa in piazza con il megafono alla bocca e gli striscioni preparati il giorno prima, fino alle tre di notte? » le domanda, mentre comincia a rovistare tra le proprie cose, alla ricerca del tabacco e delle cartine per costruirsi un'altra sigaretta. « E'' successo qualcosa? » Rialza per un attimo lo sguardo, per poterle lanciare un'occhiata sorridente. « Stai bene? E' tutto okay? »

     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    #trainspotting

    Group
    Member
    Posts
    190
    Reputation
    +239

    Status
    Waiting!
    Con il rientro alla normalità, la giovane Jones aveva tentato a sua volta di riprendere le sue vecchie abitudini. Non ci era ancora riuscita su tutta la linea, ma faceva del suo meglio affinché potesse dirsi nuovamente una persona pressoché normale. Non c'erano più crisi, niente più conati di vomito, niente più pesi morali di dubbia provenienza. Niente più peccati non propri. Il periodo precedente tuttavia sembrava averla marcata parecchio, a tal punto da renderla decisamente più indifferente a qualunque cosa non riguardasse i suoi affari più immediati. Stava spesso assieme a Fawn, si curava dei suoi amici, non si tirava indietro da una bella competizione su chi bevesse più birra e continuava a trattare male il suo povero Crosta. Tutto nella norma. Si teneva tuttavia lontana dai giornali, lontana da qualunque forma di lotta per la giustizia sociale di questa e quell'altra cosa, semplicemente perché, non ne provava interesse. Era come se quella luce si fosse spenta nel momento esatto in cui aveva messo piede fuori da Hogwarts. Persino la sua permanenza tra i ribelli, più che a un vero e proprio sentimento di aderenza alla loro causa, era stato dettato dal suo desiderio di restare accanto al piccolo folletto che aveva visto nascere e per il quale si era fatta spesso e volentieri in quattro purché non gli mancasse niente. Ora non aveva più nemmeno quello. Non aveva più un motivo per fare turni interminabili per risparmiare, non aveva più un motivo per cercare di sopraelevare la propria posizione. Le sue aspirazioni si erano in un certo qual modo appiattite sul culto della comodità. Ma nemmeno nella sua torpida comodità sembrava starci bene; e in attesta che forse quel disagio le scivolasse via di dosso, poteva solo che darsi a uno dei suoi passatempi preferiti. La lettura. Da tempo Il secolo breve di Hobsbawm era rimasto sul suo comodino in attesa di essere ripreso. Saggistica di primo ordine; la lettura della storia da un punto di vista talmente socialista da far invidia ai più recenti pensatori di sinistra. Hobsbawm sapeva il fatto suo e non risparmiava a nessuno i colpi più duri della storia. Non aveva peli sulla lingua, un po' come Janis, e forse per questo, era il britannico recentemente deceduto che le stava più simpatico in assoluto. « Dove avrei mai potuto trovare Janis Jones se non qui, intenta a cercare di fumarsi una sigaretta, con le mani congelate che non riescono nemmeno a beccarne una dal pacchetto? » Accetta di buon grado la sigaretta che le porge sorridendo appena. Richiude il libro segnando l'angolo della pagina a cui è arrivata per poi portarsi le ginocchia al petto osservandolo mentre si siede accanto a lei. « La salute prima di tutto, si sa! Perché fare una colazione salutare quando si può andare avanti di caffè e sigaretta. » Ritmi decisamente poco sani per la Jones, che nel suo intimo, si rende conto di portare avanti un ritmo di vita davvero sconclusionato e tutto fuorché salutare. La Madama come sollevano definirla lei e Fawn, le aveva rotto le palle sul suo farsi del male più e più volte nel corso degli ultimi mesi, ma Janis, di farsi fare da mammina dalla inculatrice seriale non ne voleva sapere. « Mi lavo le orecchie ogni mattina, lo giuro. » « Sul serio? Mi prendi per una così schizzinosa? Così mi offendo. » Asserisce dandogli una leggera spallata prima di aspirare profondamente dalla sigaretta guardando il cielo plumbeo oltre l'articolata architettura del cortile di pietra. « Ti stavo giusto pensando.. » Si porta una manina al cuore prima di scoppiare a ridere divertita. Non può certo aspettarsi che non lo prenda in giro su un'affermazione del genere. Solleva infine un sopracciglio e lo fissa con aria divertita. « Ah davvero.. mi stavi pensando.. » Le mette sotto il naso il nuovo numero della Gazzetta su cui Janis posa gli occhi per qualche istante giusto in tempo di osservare una foto in prima pagina di alcuni manifestanti. Legge il titolo con un'aria piuttosto disinteressata prima di assottigliare lo sguardo fissandolo. «..perché stavo facendo colazione e leggevo questo articolo. E più andavo avanti e più ti cercavo nelle foto di reportage sotto e più tu non c'eri. Strano eh? » Stranissimo, si ritrova a fargli eco nella propria testa sospirando affondo. « ..perché stavo facendo colazione e leggevo questo articolo. E più andavo avanti e più ti cercavo nelle foto di reportage sotto e più tu non c'eri. Strano eh? E quindi mi sono chiesto dove fossi finita. Di solito sei sempre in prima linea - e se lo fossi stata anche qui, un po' ci sarei rimasto male perché avrebbe voluto dire che questa volta avevi deciso di non portarmi con te, perché boh, magari non ti piace più come faccio le foto, non lo so. » Janis c'era ovunque. Ovunque ci fosse un criceto selvatico da salvare lei si buttava nella mischia. Faceva parte della sua indole tentare di ribellarsi contro il mondo intero. Ora che invece sembrava semplicemente fosse troppo esausta per farlo. La sua stessa espressione leggermente spazientita ne è la prova di quanto non si senta più a proprio agio a pensare agli altri. « Com'è che non sei ancora scesa in piazza con il megafono alla bocca e gli striscioni preparati il giorno prima, fino alle tre di notte? E' successo qualcosa? Stai bene? E' tutto okay? » Aspira ancora una volta dalla sigaretta. Normalmente risponderebbe con un sonoro ma i cazzi tuoi mai? « Ma i cazzi tuoi mai? » Come non detto. Tuttavia il tono non è certo canzonatorio; piuttosto divertito di fronte a tutta quella raffica di domande.
    tumblr_inline_oxffubHloq1uawecc_250
    Compie una leggera pausa mentre sposta lo sguardo lontano da quello indagatore di lui. « Sto andando in pensione. O forse mi sto solo prendendo una pausa dalla vita. » Si stringe nelle spalle con naturalezza senza sapere precisamente cosa rispondergli. Ma l'indole di Janis non tradisce e infatti, poco dopo gli sfila dalle mani il giornale iniziando a leggerne le prime righe con più attenzione. « Anche le donne nere, toccate ancor di più dalla nuova riforma sul lavoro attuata all'interno della fabbrica, hanno deciso di prendere parte allo sciopero.. » Inizia ad un certo punto finendo quel trafiletto con una punta di sdegno. « Anche le donne nere? Quindi questo anche è più un modo per dire che eccezionalmente queste qua sono scese in piazza oppure è un modo per esaltare la disparità di trattamento? » Sbuffa piuttosto indignata. « Perché boh è sbagliato in ogni caso. » Scuote la testa mentre posa il giornale tra di loro alzando gli occhi al cielo. « Un bianco politically correct che scrive articoli sui neri, per vendere un giornale a una popolazione a maggioranza bianca. » Solleva un sopracciglio piuttosto scettica mentre si inumidisce le labbra, prima di aspirare ancora dalla propria sigaretta. « E' sbagliato proprio il punto di vista. Non sono anche le nere a essere scese perché trattate di merda, ma è proprio quel reparto ad avere condizioni lavorative da schifo. Solo che dire il reparto tecnico xy è una merda, non è sensazionalistico quanto il parlare della rivolta del colore della pelle. » Tutto ciò è ridicolo. « E' pietoso il modo in cui appare questa roba. Non è una questione di colore della pelle. Fa davvero cagare il fatto che oggi c'è ancora bisogno di scriverlo su un giornale.. come se ci facessero davvero un favore. » Riprende il giornale e continua a sfogliarlo. Meglio concentrarsi su altro. « Comunque, non ti ho licenziato tranquillo. Credo solo che in questa fase di restaurazione a nessuno frega un cazzo di chi manifesta. Anzi facciamo solo la figura dei coglioni che si lamentano mentre le menti elette lavorano. » Mai contenta Janis, insomma. « E poi a che pro? Tanto i giornali mettono su sempre la prospettiva che vende più copie. Vera sì - ma la verità ha tante prospettive. » A quel punto lo indica col mento. « Ti sei già pentito di esser venuto a parlarmi, oppure mi darai come stai tu invece? »




    Edited by blue velvet - 5/1/2019, 10:37
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    223
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Ma i cazzi tuoi mai? » E c'era d'aspettarselo. Quando si entra nel suo territorio, in quello più profondo e probabilmente vulnerabile, Janis si chiude a riccio e Seb, forse, l'ha sempre apprezzata tanto, proprio per questo. Probabilmente perché, come lei allontana malamente da sé certi discorsi, lui lo fa altrettanto, grazie all'imbarazzo e al disagio che lo colgono in certi momenti. Sono uguali in questo, l'affrontano in modo diverso, ma il risultato è lo stesso: non parlare di sé o nel farlo, dare meno informazioni possibili, sicuramente le più superficiali, quelle che è possibile vedere già stando a galla, senza scendere troppo nel personale. Perciò alza un angolo delle labbra, lasciando che la sigaretta si inclini un po' di lato, prima di aspirare. « Sto andando in pensione. O forse mi sto solo prendendo una pausa dalla vita. » E' successo davvero qualcosa. Si ritrova a commentare nel guardarla per qualche istante negli occhi, per poi distogliere lo sguardo. Potrebbe anche formulare qualcosa riguardo quel suo strano stato d'animo, così distante dal ricordo che ha lui di Janis. Sempre una fiera combattente che scende per strada, pronta a mettersi in spalla il peso di qualcun altro, pronta a diventare l'altro, per richiederne i suoi diritti, a gran voce, lungo uno dei tanti cortei ai quali ha preso parte. Ma ora è in pensione, si sta prendendo una pausa. Potrebbe essere un risvolto a scoppio ritardato del lockdown, in fondo, chi più, chi meno, ha rivissuto la parte peggiore di quei mesi nell'esatto istante in cui ha calcato nuovamente i corridoi del castello. Lui per primo, con Jessie portato via da un demone durante la battaglia di Hogsmeade e Ariadne in coma dal giorno della liberazione, ha vissuto attimi di panico nel tornare lì dentro, sempre con la costante angoscia nel cuore nel non sapere dove si trovasse suo fratello, sempre alla sua ricerca, anche soltanto con gli occhi, per accertassi che fosse ancora lì, vivo, non lontano da lui e chissà dove, immerso nell'oscurità di una notte che non aveva la fortuna di essere baciata dai primi raggi di sole. Sì, deve essere l'effetto collaterale del lockdown si convince, facendo un altro tiro, per poi guardare davanti a sé. « Non sarai troppo giovane per decidere di andare in pensione? » Scherza su, non volendo entrare troppo nel particolare, immaginando quanto potesse essere chiusa la reazione dall'altra parte. Decide di rimanere in superficie, per ora, non domandandole altro, ma lasciandola magari parlare, liberamente, se vorrà. « Anche le donne nere, toccate ancor di più dalla nuova riforma sul lavoro attuata all'interno della fabbrica, hanno deciso di prendere parte allo sciopero.. Anche le donne nere? Quindi questo anche è più un modo per dire che eccezionalmente queste qua sono scese in piazza oppure è un modo per esaltare la disparità di trattamento? Perché boh è sbagliato in ogni caso. » Annuisce, rimuginando per qualche istante sopra quelle parole. Non ha torto, è un uso improprio della lingua inglese, quello. Perché, seppur il chiaro intento del giornalista sia il voler empatizzare e il cercare di mettere al centro dell'occhio di bue il vero problema, allo stesso tempo sta ghettizzando proprio quella minoranza, non valutandola al pari delle restanti donne della fabbrica. « Un bianco politically correct che scrive articoli sui neri, per vendere un giornale a una popolazione a maggioranza bianca. E' sbagliato proprio il punto di vista. Non sono anche le nere a essere scese perché trattate di merda, ma è proprio quel reparto ad avere condizioni lavorative da schifo. Solo che dire il reparto tecnico xy è una merda, non è sensazionalistico quanto il parlare della rivolta del colore della pelle. E' pietoso il modo in cui appare questa roba. Non è una questione di colore della pelle. Fa davvero cagare il fatto che oggi c'è ancora bisogno di scriverlo su un giornale.. come se ci facessero davvero un favore. » Lei finisce di parlare e lui sorride, bonariamente, lasciando andare l'ennesima nuvola di fumo bianco. « Oh. ma allora c'è ancora la vecchia Janis lì dentro. » Le punta l'indice contro, prima di scoppiare a ridere fragorosamente. C'è ancora la sua compagna di rivolte e c'è ancora quella scintilla che farebbe appiccare un rogo con una minima occhiata. C'è ancora un po' di quella Janis accalorata, che prende a cuore ogni causa, facendola propria. C'è, ma forse è stanca anche di esserlo. « E sì, hai ragione. Si va sempre a cercare il particolare, la minoranza che possa legittimare il totale. Come se non fosse già abbastanza grave la causa, in generale. » Stringe le labbra intorno alla sigaretta. « Non si parla di colore di pelle, ma di donne, a prescindere. » Riesce quasi ad identificarlo, davanti agli occhi, il giornalista che ha scritto quel pezzo. Non si è reso conto dello sbaglio del puntualizzare una simile cosa, a discapito poi del risultato complessivo dell'articolo. « Credo che dietro ci fosse una buona intenzione, realizzata, agli atti, abbastanza malamente. » Annuisce, mentre i piedi oscillano, andando a sbattere i talloni contro il muretto in pietra. « Comunque, non ti ho licenziato tranquillo. Credo solo che in questa fase di restaurazione a nessuno frega un cazzo di chi manifesta. Anzi facciamo solo la figura dei coglioni che si lamentano mentre le menti elette lavorano. E poi a che pro? Tanto i giornali mettono su sempre la prospettiva che vende più copie. Vera sì - ma la verità ha tante prospettive. » Le lancia un'occhiata di traverso e fa una smorfia, arricciando le labbra. « Comincia a scrivere te qualcosa dalle altre prospettive, no? » Butta lì, come se fosse la cosa più naturale del mondo. « Un punto di vista diverso. Sei ancora una studentessa, sei giovane, ma hai il tuo pensiero. Hai tanta storia alle spalle, ne hai ancora di strada da mangiare, ma hai anche tanto da dire. Se non fosse una descrizione di te stessa ma di un'altra persona, non le daresti una possibilità? » Si stringe nelle spalle, dandole poi una leggera spallata amichevole. « Io, per esempio, sono interessato a ciò che dici. Mi piace ciò che dici e vorrei anche vederlo scritto, ciò che dici. » Destabilizzante e sempre ricolmo di quella ingenua e forse un po' disturbante sincerità, la guarda e sorride al suo solito. « Ma capisco, se sei stanca...lo sarei anche io al posto tuo, se avessi combattuto così tanto per poi non avere mai un vero e proprio risultante. E' demotivante, già, ma un giorno spero ti torni la voglia di cambiare la mentalità di questo mondo, partendo dalle basi, dal tuo piccolo, giorno dopo giorno. » Fa un altro tiro. « E spero che, quando quel giorno arriverà, mi permetterai di essere il tuo fotografo personale. Specie quando cominceranno i vari tour di promozione, di campagna elettorale e via dicendo. » Scivola lentamente il discorso, in quello che sembra essere qualcosa di similare ad uno scherzo, ad una presa in giro, ma lui, in fondo, lo pensa davvero che lei potrebbe smuovere mari e monti, un giorno, semplicemente perché
    tumblr_inline_osu9cc4Lcd1qafcyt_250
    gliel'ha già visto fare, in passato. « Ti sei già pentito di esser venuto a parlarmi, oppure mi darai come stai tu invece? » Scuote la testa, divertito, mentre fa l'ultimo tiro e butta la sigaretta lontano, con un colpo. « Pentito? Quello mai. » Scherza su con un ghigno che gli contorce le labbra. « Sto meglio. » Meglio di mesi fa, sicuramente. Si stringe nelle spalle, guardando lontano, di fronte a sé. « E' tornato Jessie, come saprai, ed è la cosa più importante. » Non si è fatto sentire spesso, nei mesi passati. Tra il coma di Ariadne, la scomparsa successiva di Jessie e il volersi rintanare alla Corte dei Miracoli di Angelica Grindelwald, non aveva avuto troppa voglia di mantenere i contatti con le persone. Aveva ogni tanto a lei, qualche messaggio a Fawn, prima di incontrarla alla Corte e pochi altri contatti, al di fuori di questi. Era semplicemente scivolato nell'oblio che gli si era parato di fronte agli occhi, crogiolandosi in quella depressione generale che era diventata la sua vita, arrivando a farsi schifo, da solo. Ma questo non può dirglielo, per lo stesso discorso del "Non ci piace scendere in profondità quando si tratta di parlare di noi stessi." « Per il resto.. - quella stronza è scomparsa dal suo letto d'ospedale e ora nemmeno mi parla, cercando di evitarmi in tutti i modi, ma oh, di certo poteva andare peggio - va! » Annuisce, come a voler rafforzare con fermezza quelle parole. « A proposito di scrivere qualcosa..» La sua mente salta di palo in frasca, come suo solito e torna per un attimo indietro, al discorso di prima. « Un paio di giorni fa mi ha scritto Louis Paciock, hai presente? Il Corvonero. Moro, occhi cangianti, impacciato probabilmente più di me. » Sorride, così che il volto gli si illumina per qualche istante. « Diceva che vorrebbe proporre alla preside di potersi prendere l'appalto di direttore del giornalino scolastico. » Butta lì, con disinvoltura, come se fosse una cosa come un'altra del quale parlarne e non appositamente mirata a lei. « Magari gli faccio il tuo nome come possibile giornalista con un punto di vista diverso. » Le sorride, voltandosi a guardarla. « Sempre che tu non voglia prolungare la pausa dalla tua vita. »
     
    .
  4.      
     
    .
    Avatar

    #trainspotting

    Group
    Member
    Posts
    190
    Reputation
    +239

    Status
    Waiting!
    « Oh. ma allora c'è ancora la vecchia Janis lì dentro. E sì, hai ragione. Si va sempre a cercare il particolare, la minoranza che possa legittimare il totale. Come se non fosse già abbastanza grave la causa, in generale. Non si parla di colore di pelle, ma di donne, a prescindere. Credo che dietro ci fosse una buona intenzione, realizzata, agli atti, abbastanza malamente. » Sorride di fronte a quelle parole. Sebastian è sempre stato quello delle buone intenzioni. Lo ammira per questo. E' un idealista, uno spirito libero. Non si lascia ingrigliare. Se dovesse descriverlo con un aggettivo, Sebastian Grindelwald scapperebbe, rinnegando quella possibilità con un sonoro io non voglio un aggettivo, voglio un intero fottuto dizionario. Ed era una cosa estremamente bella, qualcosa su cui avrebbe contato anche Janis un po' di tempo fa. Purtroppo lentamente in un certo qual modo la sua linfa si è affievolita. « Comincia a scrivere te qualcosa dalle altre prospettive, no? Un punto di vista diverso. Sei ancora una studentessa, sei giovane, ma hai il tuo pensiero. Hai tanta storia alle spalle, ne hai ancora di strada da mangiare, ma hai anche tanto da dire. Se non fosse una descrizione di te stessa ma di un'altra persona, non le daresti una possibilità? Io, per esempio, sono interessato a ciò che dici. Mi piace ciò che dici e vorrei anche vederlo scritto, ciò che dici. » Non è molta la gente che le dia così tanta retta, ed è stranamente sorprendente scoprirsi compiaciuta e al tempo felice di sentirlo parlare in quel modo. E' bello.. sapere che qualcuno crede ancora in te. Soprattutto quando tu per primo non sai più se credi o meno in te stesso. « E' una grossa responsabilità quella che vuoi mettermi per le mani, lo sai vero? » Quella non solo di passare il testimone, di invitare a sporcarsi le mani, ma anche e soprattutto di far sentire qualcun altro come se fosse suo diritto e dovere dire la propria perché nessun altro lo farà al suo posto. E' una sensazione che a tratti ha dell'eroico, a tratti tuttavia risulta claustrofobica. « Ma capisco, se sei stanca...lo sarei anche io al posto tuo, se avessi combattuto così tanto per poi non avere mai un vero e proprio risultante. E' demotivante, già, ma un giorno spero ti torni la voglia di cambiare la mentalità di questo mondo, partendo dalle basi, dal tuo piccolo, giorno dopo giorno. E spero che, quando quel giorno arriverà, mi permetterai di essere il tuo fotografo personale. Specie quando cominceranno i vari tour di promozione, di campagna elettorale e via dicendo. » Scoppia a ridere a quel punto Janis, dandogli un leggero spintone mentre scende giù dal muretto su cui sono entrambi seduti. « Smettila di prendermi per il culo, Grindelwald, so ancora difendermi eh? » E dicendo ciò mima la posizione di un pugile in posizione di difesa, prima di liberarsi i lunghi capelli dalla stretta del cappuccio rimirando con un certo interesse il cielo, come se stesse aspettando una risposta a quei dubbi che il ragazzo le sta mettendo di fronte. Una chiamata divina. La discussione si sposta velocemente e Janis è davvero contenta di ciò. Non le piace parlare poi molto della sua situazione attuale e così concentrarsi su come va la vita di Sebastian le sembra quanto mai un'idea migliore. E' sempre stata brava ad ascoltare, a tentare di risolvere i problemi altrui o quanto meno offrire una propria spalla su cui piangere. Le spalle di Janis d'altronde, per quanto minuta e decisamente poco imponente nella sua interezza, erano belle salde e in grado di sorreggere gli altrui malanni; malanni di cui sapeva la giovane Jones non erano passati senza marchiare anche il Serpeverde che ora aveva di fronte. « Sto meglio. E' tornato Jessie, come saprai, ed è la cosa più importante. Per il resto.. - va! » Annuisce. Non è facile nemmeno per lui parlare di sé, riesce a percepirlo. Il suo discorso ha tutta l'aria di ho una buona notizia e una cattiva; la buona è che qualcosa va bene, la cattiva è che - va! E proprio quel va la obbliga ad assottigliare leggermente lo sguardo. « Si.. ho sentito di Jessie e sono molto contenta che tu abbia trovato pace sulla questione. Sono un po' meno contenta di sentire che va! »
    tumblr_inline_oxfiv3Fs7P1uawecc_250
    Sottolinea quell'ultima parola guardandolo di sottecchi con occhi colmi di sospetto. Non vuole obbligarlo a parlare; è tutto fuorché invadente Janis eppure.. « Lo sai che ne caso in cui non andasse.. puoi parlarne con me, vero? Insomma. A meno che non devi parlarmi di quella brutta storia con Melanie che si è sparsa un po' ovunque a Hogwarts. » Si stringe nelle spalle scoppiando a ridere. « Voglio dire, ti ha chiuso davvero in biblioteca? Sul serio! Devi assolutamente riconsiderare il tuo target di ragazze a cui fare gli occhi dolci. » Lo prende in giro prima di affondare le mani nelle tasche del giacchetto. « A proposito di scrivere qualcosa.. Un paio di giorni fa mi ha scritto Louis Paciock, hai presente? Il Corvonero. Moro, occhi cangianti, impacciato probabilmente più di me. Diceva che vorrebbe proporre alla preside di potersi prendere l'appalto di direttore del giornalino scolastico. Magari gli faccio il tuo nome come possibile giornalista con un punto di vista diverso. Sempre che tu non voglia prolungare la pausa dalla tua vita. » Solleva un sopracciglio con fare piuttosto divertito. « Stai cercando di distogliermi dai miei problemi o dai tuoi, con questa proposta? O dalla tua incapacità di trovare una ragazza che non ti chiuda in biblioteca per la notte prima di aver cambiato stato della relazione su facebook.. » Scoppia a ridere a quel punto. E' bello avere una conversazione tranquilla, in cui tutto sommato c'è abbastanza confidenza per potersi prendere in giro, ma non a sufficienza perché tutto diventi strano. Alza gli occhi al cielo e scuote la testa sospirando affondo. Non sa se prendere sul serio quelle parole, ma tutto sommato deve dire che ne è piuttosto intrigata. « Potrei farci un pensiero.. forse. » Asserisce a quel punto in maniera più seria lasciando che le risate si trasformino in un sorriso luminoso ma decisamente più consapevole. Consapevole del fatto che si trova tutto sommato di fronte a una possibilità e un'opportunità che non è certa di volersi lasciar scappare. « A patto che mi lascino la rubrica di attualità. E a patto che tu mi insegni come passare dalla fotografia digitale a quella analogica. » Un passo che Janis avrebbe sempre voluto fare. La camera oscura aveva un certo fascino che non riusciva a comprendere appieno. « Mi hai già promesso in passato di insegnarmi a sviluppare, ma nel mentre.. » Si interrompe. E' successo il mondo. Il Lockdown, la guerra.. la Loggia. Sono successe tutte cose che avevano impedito loro di avere effettivamente diciassette anni. Questa roba ci ha tolto la capacità di sognare e di imparare nuove cose. Di spingerci oltre i nostri limiti. « Direi che sarebbe anche il caso che tu rispetti i tuoi impegni. E le tue promesse, Grindelwald. Ci tengo a che i fotografi della mia campagna elettorale siano persone affidabili. » Gli sorride a quel punto riprendendo il discorso e il punto che aveva sollevato in primis lui. « Magari così decido di non andare in pensione.. e tu potresti beccarti il titolo di eroe nazionale. Colui che ha salvato la prima candidata donna afroamericana al seggio di.. » Resta un po' a pensarci alla carica a cui potrebbe aspirare. « ..per curiosità per quale carica ci candidiamo di preciso? » Ipotesi, ipotesi e ancora ipotesi. Tutto ciò che avevano di fronte a un futuro che aveva tutto il sapore di dover essere ancora scritto.




    Edited by blue velvet - 5/1/2019, 10:38
     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    223
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « E' una grossa responsabilità quella che vuoi mettermi per le mani, lo sai vero? » Annuisce, decisamente convinto e compiaciuto a quell'idea. « Certo che lo so. » Risponde in tutta fretta, prima di portare il filtro tra le labbra. Un altro tiro aspirato, con il fumo che esce dalle narici del naso, qualche istante dopo. « Ma tu sei in grado di reggerla, alla perfezione. No, Jessica Jones? » Ridacchia, ricercando anche nelle cose più serie e più importanti sempre quel pizzico di ilarità di cui ha bisogno il caso. Perché in fondo, è certo che Janis abbia bisogno di sentirsi dire certe cose, ma che abbia bisogno anche di tempo per assimilarle. Perché, anche se gli altri credono in te ma tu non sei il primo a farlo, è tutto inutile. Quindi, Sebastian crede che quella sia la strategia migliore: buttare lì alcune cose, di tanto in tanto, cercando di non essere troppo invasivo, affinché lei, pian piano, riesca ad arrivare alla piena convinzione di quelle sue parole. « Smettila di prendermi per il culo, Grindelwald, so ancora difendermi eh? » Alza le sopracciglia folte, divertito dalla scenetta che la mora gli sta mettendo su, solo per lui. « Devi alzarli un po' di più quei pugni, se vuoi anche solo provare a prendermi. » L'ammonisce con un ghigno. « Considerato il fatto che i colpi sotto la cintura non sono ammessi e comportano una repentina squalificazione. » Rimarca, con una certa sbruffonaggine, il suo essere, notoriamente minuta di statura. Il discorso scivola velocemente su di lui, con suo enorme disappunto, con tanto di smorfia che gli arriccia il naso. « Si.. ho sentito di Jessie e sono molto contenta che tu abbia trovato pace sulla questione. Sono un po' meno contenta di sentire che va! » Alza le spalle, come se quella potesse essere una risposta accettabile. Ma è così che va: va soltanto. Non c'è niente che vada talmente bene da portarlo ad esclamare "Ahhh, ora si che sto alla grande!" Non sta male, questo no, ma è in quel limbo particolare in cui la sua vista ha l'elettrocardiogramma di un uomo appena deceduto. Calma piatta, probabilmente apparente, ma pur sempre una pace che ha quasi dello snervante. « Lo sai che ne caso in cui non andasse.. puoi parlarne con me, vero? Insomma. A meno che non devi parlarmi di quella brutta storia con Melanie che si è sparsa un po' ovunque a Hogwarts. » Scrolla la testa, cercando di bloccare la cosa sul nascere, con una mano che si pare di fronte al volto di lei. Oh no, lo sai pure tu? « Voglio dire, ti ha chiuso davvero in biblioteca? Sul serio! Devi assolutamente riconsiderare il tuo target di ragazze a cui fare gli occhi dolci. » Sospira, esasperato da quella storia. Per giorni, ogni qual volta in cui camminava per i corridoi, ha sentito mormorii strani alle sue spalle. "Hai sentito che gli ha fatto Melanie la pazza?" "Ah, lei? Se le meritava tutte quelle che gli ha fatto, povero stupido." « Ma secondo te no, se lanciassi, accidentalmente s'intende, un oblivion sull'intero castello, la gente la smetterà di parlare di questa storia? » le domanda, guardandola con un simil broncio che affiora sulle sue labbra carnose. « Mi ha davvero chiuso lì dentro. E non c'ero solo io, purtroppo. » Sospira, leggermente rassegnato al ricordo dei primi istanti in cui gli altri si erano ritrovati a dover fare i conti con una biblioteca chiusa magicamente. « Ti immagini se ad Amunet Carrow, per l'angoscia, si fossero rotte le acque e avesse partorito lì dentro per colpa mia? » Rabbrividisce al solo pensiero. « Mi avrebbe ucciso prima lei, poi il ragazzo, probabilmente il fratello, poi sarei rimasto sulla bocca di tutti in eterno. Qualcosa di divino deve aver avuto pietà. » Sospira, questa volta con un sorriso ben più rilassato. « Anche se forse avrei potuto ottenere un po' di pubblicità riflessa, hai presente? Quando uno diventa famoso per aver causato casini grossi ai vip. » Si stringe nelle spalle. « Il mio account instagram avrebbe ringraziato e, diventando famoso io, avrei di certo dato più valore al fatto di essere il tuo fotografo personale, in campagna elettorale. » Ridacchia, mentre continua a lavorare di fantasia, in quel suo mondo magico fatto di sogni e speranze ben più grandi della realtà stessa. Un sognatore, quando si tratta di rielaborare l'oggettività nella propria mente. « Stai cercando di distogliermi dai miei problemi o dai tuoi, con questa proposta? O dalla tua incapacità di trovare una ragazza che non ti chiuda in biblioteca per la notte prima di aver cambiato stato della relazione su facebook.. » Alza le sopracciglia, inclinando la testa di lato. Touché. « Ahia, mi hai scoperto. » Commenta, alzando le mani in segno di resa, una resa che si trasforma in una risata sguaiata. « Potrei farci un pensiero.. forse. » « Oh, sembra proprio che io abbia fatto centro. » Un sorriso bonario gli illumina il volto, mentre con un balzo, atterra di fianco a lei. « A patto che mi lascino la rubrica di attualità. E a patto che tu mi insegni come passare dalla fotografia digitale a quella analogica. Mi hai già promesso in passato di insegnarmi a sviluppare, ma nel mentre.. » Quei sottintesi puntini di sospensione riesce a decifrarli, anche senza che lei prosegua. E' successo il bordello nel frattempo, lo so. « Direi che sarebbe anche il caso che tu rispetti i tuoi impegni. E le tue promesse, Grindelwald. Ci tengo a che i fotografi della mia campagna elettorale siano persone affidabili. » Annuisce. Quello che è giusto, è giusto! « Magari così decido di non andare in pensione.. e tu potresti beccarti il titolo di eroe nazionale. Colui che ha salvato la prima candidata donna afroamericana al seggio di...per curiosità per quale carica ci candidiamo di preciso? » Si gratta il profilo del naso, pensieroso. « Ma me lo chiedi pure? » La scruta, mentre prende a camminare verso l'entrata del castello, invitandola a fargli compagnia con un cenno del capo. « Puntiamo a
    tumblr_inline_osu9brzXC61qafcyt_250
    diventare la prima donna afroamericana Ministro della Magia, mi sembra ovvio. »
    Sentenzia, deciso e lapidario. « Il Macusa ci ha battuto anni fa ormai, con Seraphina Picquery. Potresti essere tu, la gemma che farà risplendere il progresso qui in Inghilterra. La luce che ci condurrà nella nuova era di evoluzione. » La voce si colora di tutta l'enfasi che il caso vorrebbe, con il tono che si riempie di sfumature e di teatralità. « Vuoi già che ti cominci a chiamare Madama Presidente, per abituarti all'idea? » Le cinge le spalle con un braccio, stringendola a sé serenamente. « Allora, Madama Presidente Jones - senti come suona bene? -, dato che sono una persona a cui non piace lasciare le cose troppo al caso, che ci tiene a fare una bella figura e a farle una buona impressione...- prende a dire, risalendo i gradini d'entrata al castello - vorrei adempiere alle mie promesse. » Le sorride, saltando l'ultimo gradino, mentre lascia la presa dalle sue spalle. « Ti prometto di portarmi nella mia camera oscura..che detta così è davvero compromettente, ne convengo, ma hai capito. » Ridacchia, per poi infilare la mano nella tracolla. Rovista un po', tentando di trovare ciò di cui ha bisogno nel marasma di roba che vi è lì dentro, grazie all'incanto estendibile. « Ma prima dobbiamo avere del materiale da sviluppare. » Continua, con il braccio sempre più immerso nella borsa, con la punta della lingua che guizza fuori, quasi a voler rimarcare lo sforzo che sta facendo. Alla fine, però, trova la macchinetta giusta. La tira fuori e gliela mostra. « E' una Nikon FM2. Una delle macchinette analogiche migliori che mi siano mai capitate sotto le mani. Probabilmente la mia preferita. Compatta, solida, una 35 mm davvero fantastica. » Decanta le caratteristiche di quella piccina, come se fosse sua figlia, tanto è l'affetto di cui è intrisa la sua voce. « Il rullino l'ho già montato, dovrebbero esserci ancora parecchi scatti. » Le dice, porgendogliela. Sa benissimo che lei, avendo maneggiato altre volte una macchinetta, non è una principiante sul campo e di certo la tratterà con tutta la cura del caso, senza doverglielo ricordare. « Tra tempi e iso ti sai già muovere, no? » Le domanda. « Stai attenta alla messa a fuoco manuale e il gioco è fatto! » Conclude il suo spiegone, per poi allargare le braccia, come a voler avvolgere l'intero atrio. « Allora, madama, cosa andiamo a fotografare quest'oggi? »
     
    .
  6.     +1    
     
    .
    Avatar

    #trainspotting

    Group
    Member
    Posts
    190
    Reputation
    +239

    Status
    Waiting!
    « Certo che lo so. Ma tu sei in grado di reggerla, alla perfezione. No, Jessica Jones? » Alza gli occhi al cielo scuotendo la testa con una certa ilarità. E' strano sentirsi così.. come se qualcuno crede davvero in te. Come se qualcuno ha davvero fiducia nelle tue capacità. Tu non lo sai, ma a me, a dirla tutta, non succede spesso. Non sono il tipo di persona su cui la gente fa davvero affidamento. Solleva lo sguardo verso l'alto, tentando di eludere quel leggero imbarazzo che è evidente si sente addosso girando su se stessa con fare vago, mentre giocherella automaticamente con una ciocca dei propri capelli. Scoppia a ridere nel momento in cui sente il suo seguente commento. « Devi alzarli un po' di più quei pugni, se vuoi anche solo provare a prendermi. Considerato il fatto che i colpi sotto la cintura non sono ammessi e comportano una repentina squalificazione. » Scioglie automaticamente i pugno allargando le braccia a mo di arresa, mentre lo osserva con un misto di divertimento e qualcosa che ricorda vagamente lo shock e la sorpresa. « Serio? Hai intenzione di privarmi del mio unico effetto sorpresa? » Non che Janis sia davvero una tipa da colpi bassi. Non lo è mai stata, né letteralmente, né metaforicamente. Anzi, è sempre stata una personalità estremamente genuina; impossibile leggere nelle sue azioni qualcosa di diverso da ciò che vuole lasciar intendere. [...]« Ma secondo te no, se lanciassi, accidentalmente s'intende, un oblivion sull'intero castello, la gente la smetterà di parlare di questa storia? » « Ho i miei seri dubbi al riguardo. Credevi davvero fosse solo lo Shame il problema? » Gli chiede sedendosi nuovamente accanto a lui, incrociando le braccia al petto. « Mi ha davvero chiuso lì dentro. E non c'ero solo io, purtroppo. Ti immagini se ad Amunet Carrow, per l'angoscia, si fossero rotte le acque e avesse partorito lì dentro per colpa mia? Mi avrebbe ucciso prima lei, poi il ragazzo, probabilmente il fratello, poi sarei rimasto sulla bocca di tutti in eterno. Qualcosa di divino deve aver avuto pietà. » Alza automaticamente gli occhi al cielo. Ha davvero voglia di parlare di Albus e Mun? No. A essere onestà, ha iniziato a tollerarli solo da poco, e solo perché oggettivamente ha compreso di non poterne fare a meno. In cuor suo non ha mai del tutto perdonato ciò che i due hanno fatto a Fawn, e anche se la migliore amica ha deciso dalla sua che non ne valesse la pena, non altrettanto si poteva dire della piccola Jones. Per lei l'onestà era importante, così come la lealtà verso le persone alle quali si tiene. Albus non era stato leale nei confronti di Fawn, e tanto meno è stato onesto. Ma era pur sempre il padre di Jay, e il piccolo di casa Potter, per lei significava tanto. Era l'ultimo pezzo di famiglia che le fosse rimasto, l'unico sprazzo di gioia che sembrava le fosse ormai concesso. « Anche se forse avrei potuto ottenere un po' di pubblicità riflessa, hai presente? Quando uno diventa famoso per aver causato casini grossi ai vip. Il mio account instagram avrebbe ringraziato e, diventando famoso io, avrei di certo dato più valore al fatto di essere il tuo fotografo personale, in campagna elettorale. » « Sono piuttosto certa che le bimbe di Mun non ci avrebbero reso la vita così facile. » Scuote la testa coprendosi il volto. « No davvero.. possiamo non parlare di quei due? Già sorbirmeli negli weekend è un grosso sforzo. Almeno adesso che non ci sono, preferirei ignorare la loro esistenza. » Si sentiva un po' in colpa, a essere così cattiva, ma i due erano semplicemente troppo eccessivi per lei. Troppo zuccherosi, troppo appiccicosi, e ora che stavano costruendo una famiglia anche troppo gentili nei confronti di tutti, come se stessero cercando di esportare la concordia che li univa e allargarla anche a chiunque avesse contatti con loro. Un qualcosa che Janis trovava alquanto eccessivo oltre che impossibile. Non tutti possono andare d'accordo, non tutti possono vivere su una nuvoletta rosa come loro. E a essere onesta non ne ho nemmeno voglia.
    tumblr_owwy11IRH21uha7f9o2_250
    « Non hai certo bisogno di uno scandalo per diventare famoso. Sei un Grindelwald, e un Serpeverde, sei amichevole e aperto con tutti.. e anche una persona - » Si ferma pronta a sorridere, prima di alzare un sopracciglio piuttosto scettica. Non ti darò troppa soddisfazione, sia chiaro. « ..mediamente tollerabile, te lo concedo. » E ringrazia, perché è più di quanto abbia concesso a tante persone. [...] « Puntiamo a diventare la prima donna afroamericana Ministro della Magia, mi sembra ovvio. Il Macusa ci ha battuto anni fa ormai, con Seraphina Picquery. Potresti essere tu, la gemma che farà risplendere il progresso qui in Inghilterra. La luce che ci condurrà nella nuova era di evoluzione. Vuoi già che ti cominci a chiamare Madama Presidente, per abituarti all'idea? » Ma la smetti? Sembra dirgli il suo sguardo decisamente sorpreso da quel suo insistere su qualcosa che è chiaro non metta Janis prettamente a suo agio. « Tu sei fuori di testa.. » Commenta mentre si alza, iniziando a puntare verso l'altra estremità del cortile e poi fuori, verso la tenuta. « Allora, Madama Presidente Jones - senti come suona bene? -, dato che sono una persona a cui non piace lasciare le cose troppo al caso, che ci tiene a fare una bella figura e a farle una buona impressione...- prende a dire, risalendo i gradini d'entrata al castello - vorrei adempiere alle mie promesse. Ti prometto di portarmi nella mia camera oscura..che detta così è davvero compromettente, ne convengo, ma hai capito. » Si ferma per un istante voltandosi verso di lui, mentre affonda il naso nella pesante sciarpa rosso oro, incrociando le braccia al petto. « Sono pronta a riconsiderare la mia politica sui colpi bassi, ti giuro. » Asserisce mentre gli dà un leggero spintone. « Però.. » « ..prima dobbiamo avere del materiale da sviluppare. » Viene interrotta dall'improvvisa presa di posizione del ragazzo, che sfila dalla sua tracolla la macchina fotografica. « E' una Nikon FM2. Una delle macchinette analogiche migliori che mi siano mai capitate sotto le mani. Probabilmente la mia preferita. Compatta, solida, una 35 mm davvero fantastica. Il rullino l'ho già montato, dovrebbero esserci ancora parecchi scatti. » Alla fine gliela porge e per un istante Janis si ferma, piuttosto sorpresa. Stai dicendo sul serio? Vuoi che sia io a scattare? Schiude le labbra, intenta a dire qualcosa, ma non sa esattamente cosa dire, mentre accetta con cura e cautela quel prezioso oggetto che il ragazzo le porge, osservandolo da ogni angolazione con un certo timore riverenziale. Quelli sono oggetti estremamente fragili; Janis è certa di non averne mai avuto uno così costoso per le mani, a tal punto che il peso di quei quattrini sembrano pesarle ulteriormente tra le dita. Si passa la tracolla attorno al collo istintivamente, per paura di farla cadere e torna a fissarlo. « Tra tempi e iso ti sai già muovere, no? Stai attenta alla messa a fuoco manuale e il gioco è fatto! Allora, madama, cosa andiamo a fotografare quest'oggi? » Il suo sguardo sembra chiedergli ancora una volta se fa sul serio, ma prima ancora che possa farlo, Sebastian ha già preso iniziativa, intimandola semplicemente a lasciarsi guidare dalla macchina che ha tra le mani. E' meccanica; nessun pezzo digitale. Niente con cui effettivamente Janis - figlia dell'età moderna - sa effettivamente trattare. Normalmente direbbe che quello è un pezzo di antiquariato, decisamente fuori dalla sua portata, eppure in quel momento si sente stranamente attratta da quel modo di approccio con qualcosa di estremamente sconosciuto. « Passami il tuo cellulare.. » Asserisce infine, mentre lo intima contemporaneamente a infilarsi le cuffie, attaccate ancora al dispositivo. Attiva il bluetooth, e prendendo a sua volta il suo li sincronizza accedendo alla sua playlist di spotify. Quando infine mette play, le stesse canzoni si diffondono tanto nelle proprie cuffie, quanto in quelle del ragazzo. « Ci vuole un po' di musica all'altezza.. » Asserisce mentre si porta il mirino di fronte al viso scattando una prima foto del paesaggio di fronte al Platano. Click! Una foto di due innamorati seminascosti dalla vegetazione che si espande sulle rive del Lago Nero. Click, click! Un'altra del professore di Aritmanzia che sgrida due poveri Tassorosso, mentre assieme ridono di fronte alle disgrazie dei due poveri capitati a tiro. Click! Un paio di scatti della foresta proibita in lontananza. Click! Un'altra panoramica della Sala Grande mentre saltellano da un posto all'altro parlando del più e del meno senza nessuna ragione apparente. E infine si volta con ancora la macchinetta di fronte al volto, scattando una prima foto del volto del giovane Grindelwald, e poi una seconda e una terza. « Hai proprio la faccia di uno che piuttosto che stare davanti all'obiettivo si taglierebbe le mani. » Asserisce scoppiando a ridere, mentre gli scatta un'ulteriore foto da un'angolazione diversa. « Sbagliato! Sbagliatissimo! Sei un pessimo soggetto, sia chiaro, però secondo me qualcosa di buono potrebbe venirne fuori.. » Continua scattandogli un'ulteriore foto, colpendolo sul braccio prima che possa oscurare l'obiettivo. « SE SOLO SMETTI DI FARE LO SCEMO! » Infine, quando è sul punto di fare un'ulteriore foto dopo averlo messe a fuoco per bene, si rende conto che il numero di scatti è finito. Ci prova un paio di volte, ma è chiaro il rullino sia finito e allora smette di tentare ulteriormente e sospira. « Salvato dal triste destino delle belle cose che al solito finiscono. » Si quindi sfila la tracolla restituendogli la macchinetta con la stessa cura con cui l'ha ricevuta. « A questo punto direi che abbiamo materiale - scadentissimo, perché avrò fatto come minimo un casino - sufficiente da bruciare non appena l'avremmo sviluppato. » Un sorriso eloquente mentre lo spintona appena. « Ora puoi portarmi nella tua camera oscura - che detta così, Grindelwald, è davvero pessima. Se l'hai detto anche a Melanie non mi stupisco che si immaginava già l'anello sul dito. » Manina sul petto con fare melodrammatico, prima di scoppiare a ridere. Pessimi, davvero pessimi.


     
    .
5 replies since 31/10/2018, 20:03   187 views
  Share  
.