A little party never killed nobody

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    A little party never killed nobody, so we gon’ dance until we drop
    A little party never killed nobody, right here, right now’s all we got


    La notte di Halloween. Ora, dopo un anno, è di nuovo lì, di fronte ad uno specchio, mentre volteggia in aria la bacchetta, per finire di tingersi le punte dei capelli biondo cenere. « Dici che sto esagerando con il verde? » Lancia un'occhiata a Fawn, che, sulla sua parte di specchio, sta cercando di completare il proprio trucco. Vicky la guarda per qualche istante, rimanendo quasi imbambolata dalle ultime pennellate di ombretto scintillante che si sta passando sulle palpebre. « E' affascinante vedere come passi da essere una gnocca spaventosa all'essere ancora più una bomba con una semplice passata di ombretto » commenta dopo qualche istante di silenzio per poi sorriderle, stringendosi nelle spalle, tornando al verde con il quale sta impiastricciando i suoi capelli. Perentoria, dopo ore ed ore passata ad Hogsmeade insieme all'amica, ha deciso di dover avere per forza il costume di Joker e il trucco di Harley Quinn, così, per tirar fuori la propria vena creativa. Si è impegnata nel trovare gli stivali più strambi in commercio, di un viola scuro, che le arrivano poco sopra il ginocchio, una giacca, del medesimo colore, lunga abbastanza da arrivare a carezzarle le caviglie, per poi completare il tutto con un vestitino scuro, dal particolare corpetto damascato. « L'idea delle ciglia finte..perché non mi hai fermato da questa pazzia annunciata? » Decreta, infine, dopo aver lasciato campo libero a Fawn riguardo il suo trucco. « Se va avanti così, non facciamo in tempo ad uscire dal campus, che già me le sono tolte. Pesano più delle mie tette! » Commenta ancora, con tono lamentoso, prima di scoppiare a ridere. Si lancia un'ultima occhiata allo specchio, per vedere il risultato finale e fa una smorfia decisamente compiaciuta. « Se ti dovesse andare male come psicologa, fidati di me, la truccatrice sarebbe la tua naturale strada! Guarda che bel sorriso insanguinato che mi hai fatto. E' perfetto! » Ringrazia la mora, per poi agguantare con una mano lei e con l'altra il cellulare. « Sfodera gli artigli micina, che stasera ti porto a caccia! Un bel sorriso per i posteri! »
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    [...] Dopo aver fatto una piccola deviazione per I Tre Manici, che aveva deciso di offrire ai clienti due giri a testa di shottini vari, per incontrare alcuni amici con i quali avevano preso appuntamento, eccole che entrano al Pandemonium. Vicky si guarda intorno, piuttosto ammirata nel constatare quanto tutto sia effettivamente al posto giusto. « Cazzarola, sembra davvero di essere a Gotham City. Siri adorerebbe tutta questa nerdaggine messa insieme! » Commenta, tornando con gli occhi all'amica, per poi sorriderle. La feste deve essere già ufficialmente cominciata, perché la musica da discoteca spacca i timpani e la gente ha già del tutto ricoperto la pista da ballo, dimenandosi a più non posso. Vicky inspira ed espira, per un attimo colta da quell'istinto di paura che, dalla sua uscita da Hogwarts, la prende sempre quando è in mezzo a troppa gente. Si calma, a poco a poco, stringendo i pugni con fermezza, fin tanto da sentire le unghie trafiggerle i palmi della mano. « Postumi dello scorso Halloween » chiarisce la situazione, senza alcuna vergogna. « Mi sento soffocare quando c'è troppa gente ammassata tutta insieme. Ma ora mi passa. » Prosegue, per poi prenderla per mano. « Anche perché, qui, non si può mica battere la fiacca. Abbiamo poche ore per trovarti un pirata che ti faccia risalire l'autostima al suo naturale e giusto livello. » Ha preso quella missione piuttosto seriamente, in fondo, gliel'ha già detto e ridetto per tutto il tempo nel quale sono state a prepararsi nel dormitorio ad Hogsmeade. "Stasera, se non cucchi, non ti riporto a casa", per partire con il giusto piede di guerra. « E' vero che io non smuovo la situazione da diciott'anni, ma tu figlia mia sembri averne molto più bisogno di me, e questo, veramente, è tutto un dire. Devi svagarti, devi non pensare a dove vivrai da domani, se fare avanti indietro, se passerai gli esami. Se, se, se. Non voglio "se" stasera, ma solo "okay, andiamo, ci sto." Ci siamo? » Alza le sopracciglia, dopo quel suo momento da signorina Rottermeier, sentendo l'ansia scivolare via nel momento in cui adocchia il bancone del bar alle sue spalle. « Quindi, si va a bere. » Se la trascina dietro, con una risata cristallina e, facendo leva sulle loro figure decisamente minute ed agili, si intrufola nei buchi tra le persone, scivolando così fino a poggiare i gomiti sul tavolo scuro. A fatica, allunga un braccio per trascinare a sé il menù della serata e scoppia a ridere, nel leggere i nomi dei cocktail che propongono per la serata. Ci sono i classici, che richiamano i famosi personaggi e avvenimenti dell'universo Dc, come Pinguino on Ice, Arkham Acidum, Jagermeister Quinn, The Killing Gin e poi ci sono quelli prettamente Halloweeniani. « Toh! Virgin's blood, dice che è il cocktail più pregiato e costoso, data la difficoltà nel reperire ormai delle vergini a questo mondo. Glielo dico che, se mi pagano profumatamente, possono avere il mio e farci fior fior di quattrini? » Scoppia a ridere, indicandolo sul foglio con l'unghia smaltata dell'indice, all'amica, affinché anche lei possa leggere la descrizione divertente di quello strano cocktail, a base di tabasco e qualche super alcolico rosso che le dà quell'incredibile colore rosso acceso. Continua a leggere per qualche altro secondo, il menù, per poi scrollare la testa ed indicarle il nuovo cocktail trovato. « No, vabbè, assurdo! Ho trovato anche il tuo! » Le urla, affinché possa sovrastare la musica di sottofondo. « The nun's belt! Dice che è a base delle lacrime di una ragazza che, piangente e addolorata per colpa dell'amore, decise di farsi suora e spendere la sua vita al servizio del Signore nostro Dio. » Guarda la catwoman che è al suo fianco e ride. « Per esorcizzare questi " più di sei mesi e meno di un anno" e per allontanare categoricamente dalla tua testa l'idea di abbracciare fino in fondo l'idea di diventare Sorella Fawn, direi che si va con questo. Che dici? » Le fa l'occhiolino, prima di richiamare l'attenzione del cameriere con la mano, per potergli fare la sua prenotazione. « E mentre aspettiamo..- commenta, voltandosi verso la pista, con i gomiti che si ancorano al bancone -..vuoi darmi una descrizione, o indicarmi un esempio presente, di com'è il tuo ragazzo ideale? Perché io qualche idea ce l'ho già, ma vorrei essere una Cupido quanto più accurata possibile. » Si stringe nelle spalle, con espressione angelica. « Deformazione professionale! »


    Edited by wanheda‚ - 1/11/2018, 18:03
     
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    « E' affascinante vedere come passi da essere una gnocca spaventosa all'essere ancora più una bomba con una semplice passata di ombretto » Alzò un sopracciglio, quasi quel commento di Vicky l'avesse divertita molto più del dovuto. Tutto, della sua faccia, dall'espressione del viso alla bocca leggermente storta, così come gli occhi alzati al cielo nell'arco di qualche secondo, sembravano dire una cosa sola: ma stai scherzando? Non è che Fawn Byrne si vedesse brutta, semplicemente era stata colta di sorpresa. O, per essere ancora più onesti, forse non era abituata a ricevere complimenti tanto espliciti. Ci mancava poco che arrossisse ed andasse a nascondersi sotto un qualche tavolo. Tuttavia - vista la domanda che la Weasley le aveva posto appena qualche attimo prima - decise di ruotare su sé stessa, poggiando il pennello sul ripiano di legno, per guardarla con attenzione, concentrandosi sui suoi capelli. Fece schioccare la lingua contro il palato e scosse leggermente la testa, prima di esordire con un: « Nah, il verde non è mai troppo. Anzi, io farei anche... » Si abbassò appena, per pescare una ciocca che doveva essere sfuggita all'amica «...questa porzione qui - secondo me fa ancora più scena. » Annuì con convinzione, facendole poi un occhiolino complice e voltandosi verso lo specchio, al fine di completare l'opera. Passò diverso tempo a sfumare l'ombretto, poi - con la stessa, metodica lentezza - decise di passare al rossetto. La verità era, più o meno, che non fosse troppo sicura che le feste l'attraessero particolarmente. La stragrande maggioranza di quelle a cui era stata nell'ultimo anno, dopotutto, non avevano portato conseguenze proprio felici. E lei, nell'accettare l'invito di Vicky, aveva sottovalutato il senso di disagio che tutto questo le provocava. Tuttavia, nonostante tutto - e per tutto si intendeva quella tutina un po' troppo stretta, il trucco teatralmente vistoso, e le scarpe che le avrebbero di sicuro distrutto i piedi - Fawn Byrne si rifiutava, nella maniera più assoluta, di tirarsi indietro. Da un lato, quella sarebbe stata un'ottima occasione per staccare dai mille impegni che scandivano le sue giornate; dall'altro, era decisamente troppo orgogliosa per accettare una sconfitta. In fondo era ancora una teenager, e le feste - tra i teenager - erano cosa piuttosto comune. Specialmente al college. Quindi decise di non pensarci. Di ignorare completamente l'ansia che le stringeva la bocca dello stomaco. Devo concentrarmi su qualcos'altro. Ed il trucco di Victoire Weasley, che aveva fatto proprio un'ottima scelta d'abito, era una distrazione meravigliosa. Si dedicò al suo make-up con uno zelo senza pari, cosa che, con ogni probabilità, non avrebbe fatto neppure per un'occasione ufficiale. « L'idea delle ciglia finte..perché non mi hai fermato da questa pazzia annunciata? Se va avanti così, non facciamo in tempo ad uscire dal campus, che già me le sono tolte. Pesano più delle mie tette! » Sollevò lo sguardo dalla sua bocca - in quel momento era impegnata a completare un dettaglio del famoso sorriso del Joker - agli occhi, e distese le labbra in una sorta di ghigno divertito. « Prima di tutto, perché le torture non si annunciano - non c'è gusto. E si sa: "chi bella vuole apparire... " » Lasciò la frase incompiuta, tornando a sfumare bene il rossetto con aria concentrata. Poi, mentre si allontanava di un passo per controllare il proprio lavoro ad una distanza maggiore, alla ricerca di un qualche errore che potesse esserle sfuggito, riprese: « E poi perché nessun trucco del genere è completo senza le ciglia finte. Avresti mai accettato di metterle, a saperlo? Appunto. » Tornò sui suoi passi per qualche tocco finale poi, dopo aver fatto un ulteriore controllo del risultato ed aver concluso di esserne soddisfatta, sorrise a Vicky e la lasciò metaforicamente andare da quella che era diventata la loro postazione trucco e parrucco. « Se ti dovesse andare male come psicologa, fidati di me, la truccatrice sarebbe la tua naturale strada! Guarda che bel sorriso insanguinato che mi hai fatto. E' perfetto! Sfodera gli artigli micina, che stasera ti porto a caccia! Un bel sorriso per i posteri! » Dopo aver fatto la foto di rito, la newyorkese si lasciò andare ad una risata soddisfatta.
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    « Ne deduco che gli anni di teatro abbiano dato i loro frutti. Tu, nel caso, fammi già pubblicità. Tanto, se andiamo avanti così, impazzisco ancor prima di cominciare. » Nella fattispecie perché questa cosa è stretta, ma non mi lamenterò. Il Pandemonium, per quanto addobbato a festa, restava pur sempre il Pandemonium. Il che voleva dire che fosse zeppo di gente, luci, e conseguenti voci della suddetta gente. Fawn si ricordò di colpo, mentre si avvicinava a Vicky, come per schermarla da tutte quelle persone, come mai i posti affollati non fossero proprio la sua cosa preferita. E la Weasley, con la sua osservazione riguardo il modo in cui avevano trascorso il precedente Halloween, parve precederla. « Siamo sulla stessa linea, quindi. » Le fece un sorriso incoraggiante, rendendosi conto troppo tardi di aver forse perso anche un po' di colore. Per fortuna, tra l'ambiente in festa ed il trucco in faccia, era piuttosto certa non fosse poi così evidente. Se doveva essere sincera, accompagnare la rosso-oro alla festa, oltre al normale desiderio di passare del tempo con lei, aveva anche un'altra connotazione: era una questione di principio. L'unico modo a sua disposizione per liberarsi di determinate paure prima che degenerassero, era di affrontarle, ed era proprio ciò che aveva intenzione di fare. Certo, aveva sapientemente mascherato il vero motivo con mille altri, ma questo non cambiava lo stato delle cose: stava accompagnando la Weasley anche per testardaggine. « Anche perché, qui, non si può mica battere la fiacca. Abbiamo poche ore per trovarti un pirata che ti faccia risalire l'autostima al suo naturale e giusto livello. » Ecco, appunto. « E' vero che io non smuovo la situazione da diciott'anni, ma tu figlia mia sembri averne molto più bisogno di me, e questo, veramente, è tutto un dire. Devi svagarti, devi non pensare a dove vivrai da domani, se fare avanti indietro, se passerai gli esami. Se, se, se. Non voglio "se" stasera, ma solo "okay, andiamo, ci sto." Ci siamo? Quindi, si va a bere. » Si portò la mano libera alla testa, come ad emulare un saluto militare, un sorriso che nasceva spontaneo sulle labbra. Una delle scuse di quella serata era stata... cuccare, per l'appunto. Cosa di cui non era certa di avere poi tanta voglia. Non si trattava tanto di un problema di autostima, come poteva sembrare, ma... di qualcosa che, in quell'anno, era cambiato. Se la Fawn di appena un anno prima, non si sarebbe fatta sfuggire l'occasione di fare colpo - in fondo, un po' egocentrica lo era sempre stata - quella attuale, semplicemente, guardava il mondo in maniera differente. Aveva, per così dire, fatto ordine nelle proprie priorità. Tuttavia, l'approccio di Vicky alla cosa, quasi quella di farla farle dare una mossa fosse una missione di massima importanza, lo trovava a suo modo divertente. Quindi, alla fine, non poté far altro che seguirla al bancone e accomodarsi su uno degli sgabelli. « Ci credi che mi sto già pentendo di essermi conciata così? Immagina la scena: bevo e poi mi tocca tenere in dentro la pancia per tutta la sera. Uno spettacolo. » Ironizzò, scoccando un'occhiata divertita alla compagna di avventure che, intanto, stava passando in rassegna i cocktail. « Toh! Virgin's blood, dice che è il cocktail più pregiato e costoso, data la difficoltà nel reperire ormai delle vergini a questo mondo. Glielo dico che, se mi pagano profumatamente, possono avere il mio e farci fior fior di quattrini? » Posò lo sguardo sul drink che l'altra le stava indicando, scuotendo subito la testa, teatralmente allarmata. « E se non lo usassero soltanto per i cocktail? » Scherzò. « Ricorda, se c'è una cosa che NYC mi ha insegnato, è che non bisogna mai fidarsi di nessuno. Ancor meno quando c'entra il sangue di vergine. Finisce sempre male. » Rise sommessamente, concentrandosi poi sulle altre bevande. « No, vabbè, assurdo! Ho trovato anche il tuo! The nun's belt! Dice che è a base delle lacrime di una ragazza che, piangente e addolorata per colpa dell'amore, decise di farsi suora e spendere la sua vita al servizio del Signore nostro Dio. » Una seconda risata. « Ma cos'è, un talento?! Trovarli tutti e due, ed in un colpo solo. » Scosse la testa. « Per esorcizzare questi " più di sei mesi e meno di un anno" e per allontanare categoricamente dalla tua testa l'idea di abbracciare fino in fondo l'idea di diventare Sorella Fawn, direi che si va con questo. Che dici? » Annuì, ancora divertita dalla rapidità con cui la bionda aveva trovato proprio quei drink. « E mentre aspettiamo..- vuoi darmi una descrizione, o indicarmi un esempio presente, di com'è il tuo ragazzo ideale? Perché io qualche idea ce l'ho già, ma vorrei essere una Cupido quanto più accurata possibile. Deformazione professionale! » Qui, la Byrne non poté fare a meno di scoccarle un'occhiata dal sottotono inquisitorio. « Mi stai dicendo che hai fatto il Cupido altre volte? E com'è andata, statisticamente parlando? » Si sciolse in una risata, senza tuttavia distogliere ancora lo sguardo dalla giovane Weasley. Stava palesemente prendendo tempo, l'americana. « Se sei un'esperta del settore, voglio prima sentire la tua opinione professionale, chiaro! Com'è il mio tipo, secondo te? » Un altro sorriso a trentadue denti, in attesa di una risposta. Attesa che venne colmata anche dall'arrivo dei loro rispettivi drink. Fawn ringraziò il cameriere con un cenno del capo e si prese un attimo, apparentemente per sorseggiare dal proprio bicchiere, in realtà per decidere cosa rispondere a quella domanda. Un quesito che, ad una prima occhiata, non aveva niente di complesso. Ma Fawn Byrne era una che vedeva del complesso anche nelle cose più semplici - complice la sua tendenza a sviscerare qualsiasi concetto le capitasse davanti - quindi, solo dopo aver fatto qualche piccolo sorso ed aver deciso che fosse passato un tempo sufficientemente lungo, si umettò le labbra con la lingua e prese la parola. « La verità è che non ne ho idea? Cioè, non fraintendere, ti posso dire che mi piaccia un certo set di lineamenti rispetto ad un altro, o un abbinamento di colori anziché un terzo. Però boh, adesso è diverso. » Passò ad attorcigliarsi una ciocca attorno all'indice, quasi il pensiero la rendesse inquieta. « Da un lato, le mie preferenze in teoria, difficilmente si ritrovano nel mondo reale. O, quando lo fanno, aprono bocca e ciao bello, torna a smacchiare giraffe che ti riesce meglio che far conversazione . Che poi, mi dirai tu: "stai rimorchiando, si tratta di una sera, a che ti serve fare conversazione?" Ci arrivo, aspetta, fa parte della mia illuminazione sulla via di Damasco. » Aveva cominciato a parlare più velocemente, come ogni volta che si animava nel raccontare qualcosa, lo sguardo assorto perché tentava di spiegarsi senza tuttavia essere troppo pesante, o far crollare l'umore della serata. « Mi sono resa conto che questi... incontri occasionali non mi danno niente? Cioè, loro vogliono una cosa, io so già che quella cosa è l'unico punto o interesse in comune, nel novantanove percento dei casi. In tutto ciò, non è nemmeno detto che ci sappiano fare. Magari, loro convinti di essere questi grandi amanti, e io intanto che mi faccio la lista della spesa, nella mia testa. Flash forward: mattino seguente. Imbarazzo. Io che scappo come una ladra. Disagio. » Era stata una narrazione animata, condita di pause ad effetto e alzate di occhi al cielo al momento opportuno. Quindi gli occhi verdi andarono ad incontrare quelli della Weasley, appena prima di porle la fatidica domanda. « Quindi, mi chiedevo... ne vale la pena? Davvero? » Una mezza risata, come a sdrammatizzare la situazione. « Insomma: crisi di mezza età a nemmeno vent'anni - il che lascia ben sperare per la mia longevità - ed eccomi a chiedermi se io, Fawn Byrne, non voglia invece pensare di costruire qualcosa. Forse, da sola, sto pure meglio che non con uno che di me vede solo... questo. » Fece un gesto della mano, ad indicare la propria silhouette. Poi, quasi imbarazzata, abbassò lo sguardo, guardando l'amica da sotto le ciglia. « Mi faccio troppi problemi, eh? » Rise, quasi imponendosi di tornare in character, per tirarle poi una gomitata scherzosa: « E tu, invece? Qual è il tuo tipo? »

    Edited by lust for life - 27/11/2018, 03:16
     
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