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Festino inizio anno scolastico.

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    Sala Comune Grifondoro. Ore 22. Non mancante. Quel biglietto era stato inserito nella casella postale di ciascuno Grifondoro. Un modo come un altro per esorcizzare il passato e riprendere le redini della casata che aveva ospitato Tris e i suoi grandi amici per molti anni. Seppur ormai si fossero diplomati, la spilla che avevano appuntata sul petto, era degna dimostrazione del fatto che anche al college sarebbero rimasti figli di Godric. E in quanto tali, era loro compito curarsi dei più piccoli, guidarli e assieme fare squadra per strappare la fottuta Coppa delle Case. Già durante il banchetto d'inizio anno, quella sana competizione era iniziata a farsi sentire. Piccoli e grandi si erano seduti ai rispettivi tavoli ascoltando il discorso di inizio anno, per poi iniziare già a dare man forte a quel tipico brusio e suono di posate, iniziando già a progettare i grandi piani di conquista del mondo. E la giovane Morgenstern, più che mai, da quell'atmosfera si era lasciata coinvolgere, forse forte del fatto che, una seconda possibilità per agire in maniera diversa le era stata data. Anni prima, quelle manifestazioni per lei erano uno supplizio, ma ora, sembrava piuttosto affamata di quella quotidianità e ritorno alla normalità che si erano promessi a vicenda e che dai piani alti è stata loro concessa. Ed era bello; vedere gli studenti indossare nuovamente le loro divise, vedere i collegiali vestiti in maniera consona, con le loro rispettive spille appuntate nel petto, rivedere il tavolo degli insegnanti, ora considerevolmente ampliato. Tutto sapeva di famigliarità. E le tradizioni andavano rispettate tutte. L'anno in cui Beatrice venne scelta come Caposcuola, Dean aveva aiutato Sam a intrufolarsi nella Sala Comune Grifondoro e assieme avevano organizzato una festicciola per festeggiare assieme a tutti i loro compagni la nuova stagione. Quest'anno, aveva intenzione di riproporre quella semplice quanto informale tradizione. Ne aveva parlato con Olympia e assieme avevano scelto il cibo - più che altro perché sapeva la rossa da sola, si sarebbe lasciata prendere la mano dall'idea di nutrire in maniera salutare tutti i loro compagni. E invece no Limpy. Bisogna tornare a mangiare le stronzate. Voglio avere tante fottutissime calorie poco salutari da bruciare. A Mals e Dean invece, aveva commissionato la scelta dell'alcol e della musica. E anche di qualcosa di più speciale, perché in fondo, siamo Grifondoro. Avrebbe distolto lo sguardo da tutto; persino dal maledetto coprifuoco, dal divieto di fumo nelle sale comuni e il consumo di alcolici negli ambienti scolastici.
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    Attendono quindi che i Caposcuola e i Prefetti finiscano di accompagnare i primini nelle rispettive sale comune, e quando una massa di neosmistati si precipitano nella Sala Comune, capisce che è il momento. « Uh, arrivano arrivano. » Tris si alza dalla sua poltroncina, in cui è rimasta elegantemente stravaccata fino a quel momento giusto in tempo per unirsi al boato di applausi di benvenuto per gli studenti del primo anno. Aspetta che tutti si accomodino, prendano qualcosa da mangiare o da bere, incenerendo un dodicenne che si precipita verso una birra - « Per te giusto succo di mele, coso. » - per poi schiarirsi la voce cercando di attirare l'attenzione verso di sé. Sale sul tavolino di fronte al caminetto e fa un paio di gesti scellerati con le mani. « Bene bene! Benvenuti e bentornati a Hogwarts. Scommetto che vi siete già sfondati al banchetto, ma sappiate che da bravi Grifondoro, la tradizione vuole che Godric ci scelga solo se siamo dei pozzi senza fondo. » Uno sguardo eloquente in direzione di Olympia prima di scoppiare a ridere. « Allora, per chi non lo sapesse io sono Beatrice Morgenstern, e assieme alla mia compagna e vecchia amica Olympia Potter, siamo le vostre Senior - nonché future spine nel fianco almeno per i prossimi nove mesi - e in onore dei gran bei vecchi tempi abbiamo deciso che questa sera ignoreremo il fottuto coprifuoco. Ma non abituatevi a ciò.. » Perché non sono stata soprannominata gerarca nazista per il mio carattere docile. Just saying. « In realtà non ho molto da dirvi, ma siccome a quanto pare in quest'ultimo anno ho imparato a parlare in pubblico, volevo comprovare le mie capacità oratorie. » Va beh. « Ci tenevo a congratularmi con tutti voi e augurarvi un buon nuovo anno scolastico. Un vero anno scolastico, si spera. Quest'anno Grifondoro ha già iniziato col botto. E infatti ci tengo a congratularmi con Vicky e Sirius, che si sono conquistati non una ma entrambe le poltrone ai vertici del Consiglio Studentesco. Un applauso ai nostri Caposcuola! » Aspetta che il boato in merito alla grande vittoria si dissolvi prima di continuare. « Facciamo un grande applauso anche alla nostra nuova guida interna Roxanne, che si è aggiudicata il posto di Prefetto. » Altro boato. « Non male insomma. Beccatevi questo, Watson e Douglas. » Oh e che il giro di frecciatine abbia inizio. « Vi auguro anche un grande in bocca al lupo per il campionato di Quidditch. Capitano Weasley ci aspettiamo grandi cose da te! Non deluderci e porta la coppa a casa. » Fa un lungo respiro mentre Fred a sua volta viene acclamato come Capitano della squadra. « E niente, un brindisi alla nostra ragazzi. Che studenti e collegiali possano portare ancora più in alto il nome di Godric. Ora come minimo mi aspetto il giro di promesse elettorali da tutti i sopracitati. Io dalla mia prometto giusto di restare lo stesso palo in culo di sempre. A essere flessibili e farmi impazzire ci penseranno tutti gli altri. » Si stringe nelle spalle, alza la propria bottiglia e beve un sorso di birra. Infine affianca Dean e gli dà una leggera gomitata. « Spero tu abbia fatto un'attenta scelta musicale, perché stasera festeggio lo smacco a Watson fino a tardi. » Non c'era lo stesso gusto nel protrarre avanti quella competizione, ma psicologicamente e in fondo, ciascuno di loro sarebbe rimasto un appartenente alla propria casata fino al giorno della morte. La parte peggiore è che loro, avrebbero mosso al massimo le fila da dietro, mentre i veri contendenti si sarebbero sbranati a vicenda. Oddio spero si sbranino, altrimenti non c'è gusto. E in attesa di scoprirlo, potevano solo che festeggiare.

    Non c'è un ordine di post, non c'è un'idea di fondo. Si festeggia l'inizio dell'anno ebbasta. Collegiali e studenti insieme. Scrivere poco è la chiave per portare questa robetta avanti. Facciamo gruppo! SOCIALIZZIAMO. Cià!




    Edited by blue velvet - 4/11/2018, 08:29
     
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    Sul fatto che quella giornata fosse speciale, non ci pioveva. Era un nuovo inizio, e come ogni nuovo inizio, ogni ombra di novità da che ne avesse memoria, aveva messo Fawn non di ottimo umore, ma addirittura su di giri. Quello - si era detta ad un certo punto del banchetto, mentre lasciava scorrere lo sguardo per la Sala Grande, rimessa a nuovo e gremita di gente - sarebbe stato il suo anno. Un anno che, a giudicare dal bigliettino che aveva trovato nella propria casella postale, avrebbe cominciato col botto. « Secondo te è una festa? Perché puzza di festa. » Aveva detto a Janis, seduta al suo fianco, tirandole una delle sue gomitate giocose. « Ti giuro che se non è una festa ci rimango male. » Aveva detto, con tanto di labbruccio a seguire quell'affermazione. In fondo, di cose da festeggiare ne avevano fin troppe. Erano, nell'ordine: riusciti a sopravvivere ad un castello che durante tutto l'anno precedente non aveva fatto altro che attentare a più riprese alla loro vita, sopravvivere ad una fine del mondo che sembrava certa, evitarla e poi pure rimettere Hogwarts a nuovo. Ed era stato il frutto di uno sforzo comune. Ce lo meritiamo, di iniziare l'anno in maniera memorabile nel senso giusto. Sì, perché se quello precedente era stato un anno buio e da dimenticare, questo sarebbe stato il suo opposto. « E se non c'è da bere, ci rimango anche peggio di male. » Aveva concluso. E, dopo questa meravigliosa perla di saggezza, la Byrne tornò al suo zuccotto di zucca con aria convinta.
    Con Sirius si erano dati appuntamento fuori dalla Sala Comune. Nonostante il suo umore e l'entusiasmo che sprizzava da tutti i pori, rendessero la nanetta una sorta di piccolo animaletto che ha ingerito troppi zuccheri - cosa che forse forse a cena aveva fatto - aveva comunque deciso di non distogliere il Potter dalle sue nuove mansioni. Il messaggio minatorio su whatsapp tuttavia - un simpatico "se mi tiri pacco, ti disconosco" - era stato inviato comunque, a mo' di memento. E non appena Siri entrò nel suo campo visivo, l'americana si sciolse in un sorrisone a sessantaquattro denti e lo stritolò in un abbraccio. Poi, fatto un passo indietro, lo osservò ben bene, annuendo con convinzione di fronte al suo amico in uniforme, con tanto di spilla da Caposcuola appuntata al petto. « Allora, signor Potter? Come ci si sente ad avere il potere? » Cinguettò scherzosa, prendendolo sottobraccio. « Come ti sembrano i primini di quest'anno? Sono così tanti e così piccoli! » Disse quella alta un metro e uno sputo. Ed un attimo dopo avevano fatto il loro ingresso all'interno della Sala Comune, di nuovo viva e pullulante di persone. Era un piacere, scaldava il cuore, vederla finalmente rimessa a nuovo. Quel posto li aveva accolti tutti per anni, e vederlo finalmente riportato al proprio stato originale, era quanto di più bello Fawn avesse visto quel giorno. Fu, in un certo senso, come vederla per la prima volta, forse perché tutti i demoni che li avevano accompagnati nel corso dell'anno precedente - in senso figurato o letterale che fosse - erano finalmente stati esorcizzati.
    Portò la sua attenzione su Tris e Olympia, sventolando la mano nella loro direzione, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro, appena un attimo prima che questa desse via al proprio discorso. « [...] Ci tenevo a congratularmi con tutti voi e augurarvi un buon nuovo anno scolastico. Un vero anno scolastico, si spera. Quest'anno Grifondoro ha già iniziato col botto. E infatti ci tengo a congratularmi con Vicky e Sirius, che si sono conquistati non una ma entrambe le poltrone ai vertici del Consiglio Studentesco. » E Fawn si trovò ad unirsi al boato di applausi che si era levato dai presenti senza ancora smettere di sorridere. Man mano che Tris andava avanti ad elencare, si disse che quell'anno Hogwarts fosse proprio in buone mani. E, arrivato il momento del brindisi, fece cozzare il proprio bicchiere contro quello di Siri con aria soddisfatta. « Hai sentito Tris, no? » Gli disse, con espressione furbetta. « Il tuo ruolo è chiaramente quello di essere flessibile e farla impazzire. Mi raccomando. Aspettami qui che recupero qualcosa da mangiare. Tu che vuoi? » Per fortuna non vedo cose ipocaloriche. Sulla strada di Damasco per il cibo, incrociò pure la migliore amica. « Vieni con me a fare scorta di schifezze, che due paia di braccia sono sicuro meglio di uno. » Le disse, lasciandosi affiancare. « E comunque sembra proprio che non debba lamentarmi con nessuno: era una festa eccome. Grazie, Godric. »

    citati un po' tutti; interagito con Janis e Sirius
     
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    « Dobbiamo farlo adesso per forza. » Salgono i gradini di pietra che conducono al dormitorio femminile di Grifondoro a due a due, quasi correndo, mentre il brusio della Sala Comune si fa pian piano più lontano. « Ci mettiamo solo un attimo e poi torniamo subito giù, promesso » assicura la mora, voltandosi per un attimo a guardare le compagne, per poi riprendere la salita. Olympia e Tris, in quanto rispettivamente ex Prefetto e Caposcuola, e in quanto nuove rappresentanti della casata di Grifondoro tra gli studenti universitari, tengono particolarmente alla riuscita della piccola festicciola di benvenuto ai nuovi arrivati e di inizio anno che, di tradizione, si svolge negli spazi comuni della torre di Godric. Così prese dall'organizzazione, hanno realizzato quasi per caso, parlando del più e del meno, mentre sistemavano delle bevande su un tavolino imbandito per la serata, che quella sarebbe stata l'ultima occasione per vederla. Forse si presenteranno altri momenti, in futuro, ma questa è l'ultima sera in cui potranno ancora considerarla loro. Un sospiro malinconico si mescola agli affanni della corsa quando, giunta per prima in cima alle scale e raggiunta la seconda porta a destra del piccolo corridoio, Malia nota come i cognomi sulla piccola targhetta dorata siano già cambiati. Lancaster, S., Pollock, T., Gerbert, P. sono state smistate a Grifondoro appena un'ora prima da un Cappello Parlante vecchio e rattoppato, e probabilmente adesso stanno arrancando affannosamente su per le scale di pietra del castello, insieme al loro Capocasata, fino al ritratto della Signora Grassa, del tutto inconsapevoli di cosa stia dall'altra parte. All'interno, i loro bauli lucidi e nuovi di zecca stanno già ai piedi dei rispettivi letti, gli stessi che per gli ultimi sette anni hanno ospitato le tre ragazze che ora stanno ferme sull'uscio, delle espressioni indecifrabili dipinte sui loro volti. È successo di tutto lì dentro. E guardarla ora, quella stanzetta coi letti a baldacchino e il pavimento in legno, spoglia di tutti i loro averi, e pronta ad accogliere tre nuove storie, rende quella serata un po' più speciale. Come chiudere finalmente un cerchio.
    Malia guarda per un istante Olympia, poi Tris. « Forza, prima che arrivino queste marmocchie » e senza aggiungere altro raggiunge l'armadio più vicino, accanto alla porta - che si premura di richiudere con un rapido movimento della bacchetta, ché non si sa mai - e comincia a spostarlo. Insieme riescono a scostarlo dal muro di qualche decina di centimetri, giusto il necessario per avere una visuale adeguata. E poi, con l'aiuto della bacchetta, comincia ad incidere, proprio sul muro, in un angolino solitamente coperto dall'armadio che apparteneva a Tris. Dove nessuno può vedere. Per una maggiore sicurezza, tuttavia, utilizza un Incantesimo di Incisione Indelebile, imparato nel corso del Lockdown per incidere sul terreno i nomi dei compagni sepolti, così da ricordarne la collocazione. Per lo meno adesso la funzione è un po' più allegra, pensa tra sé e sé, mentre finisce di incidere sul muro chiaro la a di Olympia, completando così la sequenza dei loro tre nomi, in stampatello, in colonna. Sorride, soddisfatta, una volta ultimato il proprio lavoro, e lanciando un rapido sguardo alle due amiche. « Ecco fatto. Mi mancava proprio, fare la vandala » scherza, mentre ripone la bacchetta nella tasca posteriore dei jeans. E poi rimettono a posto l'armadio, in modo da occultare definitivamente, agli occhi di chiunque, il loro piccolo segreto.

    « No, ti giuro che qualcosa l'ho imparata. Dai dai dai dai Dean, mi fai provare? » Le mani congiunte davanti alle labbra, in segno di preghiera, da ormai un quarto d'ora, mentre cerca in tutti i modi di supplicare l'amico a farle gestire, anche solo per lo spazio di una canzone, la piccola consolle che hanno montato per l'occasione. Ma il ragazzo, fin troppo geloso del suo piccolo gioiello - e memore del pasticcio combinato da lei alla festa di Hogsmeade, quando aveva rischiato di rendere sorda l'intera platea, facendo propagare per tutta la piazza quel suono acuto e insopportabile - non ne vuole proprio sentir parlare; per questo motivo, con un grande broncio deluso dipinto sulla faccia, ed un bicchiere di Acquaviola in mano, si aggira per la piccola stanza con fare curioso. Studia le interazioni dei nuovi arrivati, i primini completamente spaesati da quegli ambienti del tutto nuovi e da quelle persone sconosciute; saluta un paio di conoscenti, e si ritrova ad evitarne altrettanti: Fred, per primo, con il quale non sa proprio come comportarsi. È tornato a Hogwarts, apparendo dalla notte al giorno quasi all'improvviso, senza farsi avanti né dare precise spiegazioni su cosa abbia fatto o come abbia riempito quei mesi di completa latitanza. Lo guarda da lontano, la mora, un sospiro sconsolato che le lascia le labbra e una certa tristezza negli occhi. Vorrebbe avvicinarsi, congratularsi per la carica di capitano della squadra ottenuta da lui, chiedergli come vanno le cose: ma sa bene come potrebbe andare una conversazione con lui e, vista la sua palese incazzatura nei confronti del ragazzo, capisce, proprio mentre sta per farsi avanti nella sua direzione, che questo non è né il luogo né il momento adatto per parlarci. Incredibile ma vero, perfino Malia Stone è in grado di maturare. Devia dunque il proprio percorso, raggiungendo un'altra parte della Sala: da lì riesce a vedere Fawn, che parla tranquillamente con Janis, e anche qui la giovane è costretta a sospirare fra sé e sé.
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    Non le piace la situazione che si è creata tra loro, ma al contempo non è in grado di superarla: Olympia e Tris sembrano averlo fatto senza troppi problemi ma lei, per quanto abbia sempre evitato di attaccarsi eccessivamente alle cose, per quanto abbia sempre rivendicato la sua capacità di lasciarsi tutto alle spalle e non serbare rancore verso nessuno, sopra questa cosa proprio non riesce a passarci. E così, due persone che fino a qualche mese prima condividevano tantissime cose, ora si evitano quasi come la peste. O peggio: hanno deciso di essersi indifferenti. Che fa male, nonostante tutto.
    Sorseggia dal proprio bicchiere, un po' pigramente, intenta a rimuginare su quante cose siano cambiate in così poco tempo, quando il suo sguardo intercetta una figura familiare passarle proprio di fronte. « Sirius! » esclama, trattenendo il ragazzo per un braccio, e obbligandolo a fronteggiarla. Gli rivolge un ampio sorriso, visibilmente contenta di poter scambiare quattro chiacchiere con un viso amico. « Come stai? » chiede, lo sguardo che cade istantaneamente sulla spilla nuova di zecca appuntata al suo petto, e la mano che si sposta dal braccio di lui fino ad essa, per accarezzarla. « Wooooo, guarda come luccica! Sono contenta che la spilla sia tua quest'anno, davvero. Sarai un buon Caposcuola. Ma non fare il noioso, okay? Non importa quello che ti dice la cuginetta francese, i festini illegali sono essenziali. Come pensi si andasse avanti qua a Grifondoro ai tempi di Hitler? » ammicca rapidamente, un breve cenno della testa in direzione della giovane Morgenstern, l'espressione più che eloquente. « Comunque, alla tua! » sorride, piegando la testa di lato, mentre fa scontrare leggermente il proprio bicchiere con quello del Grifondoro. « E mi raccomando, come ha detto Tris, dovete stracciare Serpeverde quest'anno. Anche le altre casate, è chiaro, ma Serpeverde in particolar modo. » Vanno avanti gli anni, cambiano le persone, e le circostanze, ma certe cose rimarranno le stesse sempre.

    Prima parte - Tris e Olympia
    Seconda parte - Dean & Sirius + nominati Fred, Fawn e Tris
     
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    « Possiamo prendere la palla al balzo, tanto avevamo comunque pensato di farglieli trovare in camera, no? » Si stringe nelle spalle mentre guarda il cugino. Per un attimo, lo osserva in silenzio, mentre le dà le spalle e pensa. Pensa a quanto sia successo ad entrambi, nell'ultimo anno, pensa ai casini, ai musi lunghi che si attira dietro il rosso, ogni volta che entra in una stanza e che, per quanto possa capire la campana degli altri, si sente di appoggiarlo in pieno. La fuga non è mai la migliore delle soluzioni, ma è sicuramente ciò di cui lui aveva bisogno e non sente di dovergliene fare una colpa. Ognuno ha bisogno del suo tempo per guarire, nel modo che più gli sembra consono e per questo, Fred non dovrebbe chiedere scusa a nessuno per aver preferito, per una volta, se stesso al resto del mondo. « E potremmo anche fingere di essere felici di andare a questa festicciola. Che ne dici? » Riprende a dire, avvicinandosi a lui, per poi portare gli indici ai lati delle sue labbra, tirando verso l'alto, costringendolo in un sorriso decisamente poco naturale. « Beatrice e Olympia sono state carinissime ad organizzarla, per tutti noi, e tu dovresti fare il tuo dovere di capitano della squadra di Grifondoro. Ovvero essere l'anima della festa. Sono io quella che dovrebbe avere il muso lungo e il pugno duro, se dovessi seguire le orme di coloro che sono venuti prima di me. » Si ritrova a dire, per poi cominciare a spingerlo verso la porta della sua stanza, per avviarsi verso il salottino della Sala Comune. « Sto scherzando, ovviamente. » Si ritrova a dire, mentre cerca il suo sguardo, scendendo le scale, spalla contro spalla. « Fai soltanto ciò che ti senti di fare e non sforzarti di essere quello che gli altri vorrebbero che tu fossi. Fai solo ciò che ti fa stare bene, come sempre. Sii felice perché qualsiasi luogo è qui e qualsiasi momento è adesso. » Gli sorride, recitando quella massima del buddismo, per poi saltare l'ultimo gradino e ritrovarsi in una stanza accogliente e piena di gente, così com'è stata in passato. C'è il caldo che proviene dal caminetto, c'è la musica che comincia già a fluire dalle casse che ha portato Moses, c'è da mangiare e da bere di ogni tipo e c'è convivialità, quella sana, dolce voglia di stare insieme solo per il gusto di farlo. Con la mano, saluta Fawn e Janis, per poi fare lo stesso con Ari, prima che Beatrice prenda parola. Fa un leggero inchino quando chiama il suo nome, per fare l'occhiolino a Sirius e Roxanne, quando lei chiama i loro nomi. Si unisce allo scroscio di applausi che seguono la nomina di Fred e gli dà una leggera gomitata contro le costole, come a volergli far notare quanto siano effettivamente le persone che ancora tengono a lui. "Vedi? Non sei poi così odiato come pensi di essere." « E niente, un brindisi alla nostra ragazzi. Che studenti e collegiali possano portare ancora più in alto il nome di Godric. Ora come minimo mi aspetto il giro di promesse elettorali da tutti i sopracitati. Io dalla mia prometto giusto di restare lo stesso palo in culo di sempre. A essere flessibili e farmi impazzire ci penseranno tutti gli altri. » Alza il suo bicchiere di Acquaviola, per poi lasciarlo cozzare contro quello di Roxy e quello
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    di Fred. « Beh, alla nostra, ragazzi. » Dice con un sorriso sulle labbra. « Aspettatevi il cesto regalo di nonna Molly. Personalizzato, ovviamente. Credo che tutte queste cariche, nello stesso anno, sia un avvenimento nella nostra famiglia. » Scoppia a ridere, prima di riuscire ad arraffare anche il cugino Sirius, mentre si muove per la sala, per farlo unire a quel brindisi. « E con questo, si ufficializza il fortissimo asse Weasley/Potter di quest'anno. » Alza di nuovo il bicchiere in aria, per farlo cozzare contro quelli dei cugini. « E, ovviamente, giuriamo di non avere buone intenzioni. Ora, come per tutto il resto dell'anno. » Strizza l'occhio, abbassando la voce, giusto per non farsi sentire dalle senior, riuscendo già ad immaginare il loro volto contrariato nel sapere quanto nessuno di loro quattro sia sulla loro stessa lunghezza d'onda. Finito di sorseggiare il proprio bicchiere, lancia un'occhiata a Fred e le fa cenno, con la testa, di avviarsi verso il centro della sala. Parando uno le spalle all'altra e viceversa, è il loro momento per farsi avanti. « Non credo di avere delle vere e proprie promesse elettorali se non che sarò cieca, muta e sorda, per la maggior parte delle volte. » Ricalca con enfasi quelle parole, rendendo chiare a tutti le sue intenzioni come nuova Caposcuola. « Ma vi prego, non rendetemi difficile il compito e non fatevi togliere i punti per forza perché quest'anno, signore e signori, è il nostro anno. Ve lo prometto! » Sorride, per poi guardare il cugino al suo fianco e annuire. « E proprio perché è il nostro anno, io e Fred vorremmo che lo cominciassimo nei migliori dei modi. » La sua voce si fa più tenera, mentre si sofferma su uno ad uno i volti dei suoi concasati. « E' passato un anno. Oggi è esattamente un anno. » Rimarca quelle parole, per poi rimanere in silenzio per qualche istante. « Ognuno di noi ha passato dei momenti orribili tra queste quattro mura. Magari, tra di voi, c'è ancora qualcuno che ha degli incubi, a cui fa strano camminare per i corridoi. Magari c'è qualcuno che ha paura, come me, anche di entrare da solo in qualche ala del castello. Ne abbiamo passate tante qui dentro, ed è giusto onorarci per questo. » Siamo sopravvissuti, siamo vivi e questa è ancora casa nostra. Guarda Fred e aspetta che sia lui a tirare fuori il loro pensierino per ognuno di loro. « Volevamo farvi un regalino, una cosa semplice, che vi aiutasse ad incanalare tutti i brutti ricordi, tutte le paure, gli incubi e i terrori, in qualcosa di positivo, che vi aiuti a riappropriarvi definitivamente di casa vostra, senza sentirvi costantemente degli ospiti impauriti. » Alza ancora una volta il bicchiere a mezz'aria, per brindare. « Buon anno a tutti e che la luce vi guidi sempre! » Urla, prima di cominciare a distribuire ad ognuna delle dolci fanciulle, figlie di Grifondoro, l'amuleto da indossare al collo. E' così che arriva ad Alaska Vesper, una ragazza con la quale ha parlato poco durante l'anno, ma della quale ha sempre invidiato il talento artistico, essendo lei una capra in disegno. « Si abbina perfettamente al colore dei tuoi occhi » commenta, lascia cadere il ciondolo tra le sue dita. « Victoire Weasley » si presenta poi con un sorriso a trentadue denti. « Credo mi sia giunta voce che farai parte delle Fairies, quest'anno. » Alza un sopracciglio, divertita. « Compagna flyer a rapporto! »

    Interagito con Fred, Roxy, Sirius, Alaska.
    Salutate Ariadne, Fawn e Janis.

    Inoltre, per provare ad esorcizzare i demoni del passato, essendo anche la ricorrenza di un anno esatto dall'inizio del Lockdown, Vicky e Fred hanno pensato di fare un regalino ad ogni Grifondoro: un ciondolo per le donne, un braccialetto per gli uomini. Aiuta ad incanalare le vibrazioni cattive che ancora Hogwarts può provocare in ognuno di loro. L'amuleto prova a trasformare tutto ciò in vibrazioni positive, così da provare a mitigare l'umore della persona che lo indossa, così da calmarsi e ritrovare il giusto spirito per affrontare questo nuovo anno scolastico (tranquilli, non è niente di invasivo, ma più una sensazione di calma e pace.)
    Vicky lo sta distribuendo alle ragazze e Fred sta facendo lo stesso per i ragazzi.


     
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    « Faaaawwn! » uggiolò felice come un cucciolo di barboncino, per poi lanciare un cenno del capo verso la concasata. « Jones?! » l'apostrofò a mo' di saluto. Non era ancora certissimo di starle o meno sui genitali, nel dubbio era strasicuro di non volerla come nemica. A Sirius era sempre stata simpatica Janis, per quel che aveva potuto conoscerla attraverso Fawn e James, ed era sicuro che avrebbe avuto modo di legare durante l'anno. Questo era pressoché il proposito di Siri nei confronti di chiunque lo circondasse: sprizzava positività da tutti i pori. Stringere Fawn tra le braccia, al centro esatto del corridoio del settimo piano, gli diede la perfetta rappresentazione del periodo che stava vivendo. Normalità. Pura, calda, semplice normalità. Erano tornati insieme ad Hogwarts ma tra una cosa e l'altra non avevano davvero festeggiato quella strana, stranissima novità appuntata al petto di un Sirius su di giri. Perché lo era, su di giri come un bambino che ha ricevuto finalmente la sua Playstation 4 Pro da 1 Tb di memoria. Robe fighe. « Allora, signor Potter? Come ci si sente ad avere il potere? Come ti sembrano i primini di quest'anno? Sono così tanti e così piccoli! » Lanciò un'occhiatina a Janis, con un velatissimo messaggio silenzioso. Glielo dico io o glielo dici tu? No dai, io non glielo dico. Affiancò le due e insieme iniziarono a percorrere il corridoio. « Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, dice il saggio! » Ovvero gli sceneggiatori di SpiderMan. « Boh, cioè, a me sembrano tutti tipo i cuccioletti quando vai al canile e di corrono incontro e ti saltano addosso! Roxy ha spiegato loro come funzionano un po' le cose ma tipo me ne sono ritrovato una decina a pranzo, mi hanno puntato! Appena vedono spille diventano come gli squali col sangue! Cioè, becero!! » Non mancò neppure di gesticolare animatamente e di enfatizzare ogni singola parola con le espressioni più drammatiche che avesse nel proprio armamentario.
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    « Penso comunque che abbia più potere Nick Quasi Senza Testa di me.. cacchio, dovrò fare un corso accelerato di autorevolezza. » Ma non potevo prendere da mamma?! O da nonna. O da tipo chiunque altro nell'universo che non sia io? E ancora una volta gli venne istintivo rivolgere un'occhiata a Janis. « ...ti prego, non infierire. Aspetta almeno che abbia bevuto qualche burrobirra corretta! » E il tacito armistizio venne siglato.

    [...] Siri se ne stava appollaiato sul bracciolo di una poltrona color cremisi, con un sorriso beato sul viso e un bicchiere ricolmo di acquaviola alcolica tra le dita. Beatrice non aveva perso neanche un po' la sua verve caporalesca e aveva preso le redini del discorso alzandosi sopra uno dei tavolini della sala comune. Quando le sue parole virarono verso le cariche assegnate, non poté non sentire diversi sguardi su di sé e le guance farsi un poco più rosse. « Quest'anno Grifondoro ha già iniziato col botto. E infatti ci tengo a congratularmi con Vicky e Sirius, che si sono conquistati non una ma entrambe le poltrone ai vertici del Consiglio Studentesco. Un applauso ai nostri Caposcuola! » Per smorzare un po' l'imbarazzo, Siri abbozzò dei piccoli inchini a destra e a sinistra, ricevendo il caloroso applauso dei concasati. Quella spilla appuntata al petto, per uno come Sirius, significava tante cose: l'essere cresciuto e, di conseguenza, il non essere più il Potter quello piccolo e pure un po' scemo; ma al tempo stesso, significava poter essere un punto di riferimento. Non era un privilegio, era un onere.. eppure, il più bello che potesse esserci. « Hai sentito Tris, no? Il tuo ruolo è chiaramente quello di essere flessibile e farla impazzire. Mi raccomando. Aspettami qui che recupero qualcosa da mangiare. Tu che vuoi? » Annuì solenne alle parole dell'amica, accanto alla quale ritornò a sedersi, e una volta buttato uno sguardo lontano alle cibarie, la scelta fu piuttosto semplice: « La roba più oleosa che trovi! » e non aggiunse altro, perché sapeva di poter contare su Fawn per questioni tanto complesse e delicate come il junk food. Rimase quindi a godersi il resto del discorso della nuova Senior. « Facciamo un grande applauso anche alla nostra nuova guida interna Roxanne, che si è aggiudicata il posto di Prefetto. » - « GRANDE ROOOO'!! » - « Vi auguro anche un grande in bocca al lupo per il campionato di Quidditch. Capitano Weasley ci aspettiamo grandi cose da te! Non deluderci e porta la coppa a casa. » - « SIAMO I PIU' FORTIIIII! » Sarebbe rimasto là ad urlare altri cento cori da stadio insieme a tutti gli altri grifondoro, se una mano non l'avesse strattonato e costretto tra la folla, fino a ritrovarsi in cerchio intorno intorno a visi che conosceva meglio di tutti gli altri. Accanto a lui Vicky, Roxy e Fred erano già pronti con un bicchiere in mano e Siri fece scattare il proprio contro i loro, al suono del brindisi proposto da Tris. « Beh, alla nostra, ragazzi. Aspettatevi il cesto regalo di nonna Molly. Personalizzato, ovviamente. Credo che tutte queste cariche, nello stesso anno, sia un avvenimento nella nostra famiglia. » Il caposcuola rise in coro insieme ai cugini. « Quest'anno a Natale, come minimo dobbiamo pretendere tutto il set completo, mica solo il maglione con la nostra iniziale! Io voglio anche i guanti, la sciarpa, le calze quelle belle pesanti e ooovviamente il berretto col pon pon! Direi che ce lo siamo meritato! » Restò allora accanto a sua cugina Roxy quando Vicky e Fred si fecero largo verso il centro della sala comune, per prendere la parola. Siri, a cui il piacevole calore dell'alcol nell'acquaviola stava iniziando a salire alla testa, ridacchiò sporgendosi verso la cugina. « Cioè ma tipo dobbiamo pure fare un discorso? Tu ti sei preparata qualcosa? Me lo fai leggere? DaaaAaAaAiii! » Provò a punzecchiare Roxanne con l'indice sul fianco, magari con lo spauracchio del solletico sarebbe riuscito a carpire qualche informazione utile per non far la solita figura dell'allocco! Tentar non nuoce. Ascoltò dunque le belle parole di sua cugina Vicky, mentre l'intera sala si ammutoliva al ricordo di ciò che era accaduto tra quelle stesse pareti proprio un anno prima. Una sensazione di profondo vuoto colse Sirius, sul cui viso era scomparso ogni accenno di sorriso: tutto ciò che riguardava quel periodo, come in effetti accadeva per ogni ricordo prima del lampo bianco, sembrava essere stato vissuto da una persona non proprio diversa ma allo stesso tempo non esattamente uguale; i ricordi del Lockdown, man mano che passava il tempo, si facevano sempre più confusi e astratti, come un acquerello su cui sia caduta una secchiata d'acqua. « Buon anno a tutti e che la luce vi guidi sempre! » Sbatté le ciglia, rinsavendo da un pantano emotivo che si voleva lasciare alle spalle, e rivolse un'ultima occhiata a Roxy. « Wow, bello profondo! Mi sa che me lo dovevo preparare davvero il discorso! » Si lasciò alle spalle Roxy e, nel tragitto, accettò di buon grado e con un gran sorriso il braccialetto donatogli, che si rigirò sul polso esile. Aveva un bel significato quell'oggetto, malgrado Sirius Potter fosse uno dei pochi là dentro - esclusi i primini - a non averne veramente bisogno: il lockdown non l'aveva privato di nulla, al contrario. Ma questo non poteva saperlo, non era nell'umana natura arrivare a comprendere tanto profondamente come, a volte, è nel buio più totale che può nascere la vita. Siri, da semplice ragazzino qual era, si limitò ad essere felice del regalo e a raggiungere il tavolino su cui ancora stava Tris, alla quale si affiancò sopra il legno. « Ma ci regge 'sto coso?! » ragliò ridendo. Non aveva mai fatto caso a quanto la Morgenstern fosse alta e ben piazzata, forse addirittura più di lui! Si sentiva un'acciuga a confronto. Si appigliò meglio alla sua spalla per non cadere e si rivolse alla "platea", alla quale in effetti non sapeva cosa dire. « Ioooo.. ehm.. sì, quello che hanno detto loro! Ma volevo solo aggiungere una cosa.. » perché magari coi discorsi Sirius Potter non era bravissimo, ma una cosa la sapeva fare bene. Si cacciò una mano in tasca e afferrò il cellulare. « SELFIE GRIFO! Foooorza, mettetevi dietro! » Si voltò, costringendo a fare lo stesso Tris, e alzò bene la fotocamera anteriore per prendere più gente possibile.« E ora dite PUFFOLA PIGMEA! » Con un sonoro click, la prima foto di gruppo della casata venne scattata. Saltò giù dal tavolino liberando così la senior e fu allora che incappò nelle grinfie di Malia Stone, dalla quale venne letteralmente costretto a voltarsi. « Malia, ciao! Che bello vederti! » Il gran sorriso sul viso del caposcuola tradiva la sua più completa sincerità. Aveva sempre pensato che la Stone fosse una ragazza davvero speciale ed era sempre stato contento di averla "in giro", anche per via della sua amicizia con Albus e i suoi cugini. La considerava indirettamente una di famiglia, né più né meno come metà delle persone presenti là dentro (che della sua famiglia facevano parte veramente!). Che poi, io ce la vedrei bene pure con James. Oddio, no vabbè, ma ti immagini Malia e James? Malia e James INSIEME?! #JALIA subito! Non iniziò a vagheggiarci sopra solo perché sarebbe risultato parecchio strano agli occhi della ragazza. « Wooooo, guarda come luccica! Sono contenta che la spilla sia tua quest'anno, davvero. Sarai un buon Caposcuola. Ma non fare il noioso, okay? Non importa quello che ti dice la cuginetta francese, i festini illegali sono essenziali. Come pensi si andasse avanti qua a Grifondoro ai tempi di Hitler? » Gonfiò un po' il petto - per quanto un petto di pollo possa gonfiarsi e per quei pochissimi secondi si fece bello. Si sentì bello, una sensazione totalmente sconosciuta per lui. « Farò del mio meglio, promesso!! ...anche se non so esattamente cosa significhi, devo capire bene quali sono i miei doveri. So solo che dovrò fare le ronde di notte.. cheppaaalle!! Però oh, quando volete sgattaiolare qui - se noi pupi saremo ancora divertenti per voi grandi - mì torre es tu torre! » Allungò quindi il bicchiere per brindare insieme a Malia, finendo di scolarsi la sua acquaviola. « E mi raccomando, come ha detto Tris, dovete stracciare Serpeverde quest'anno. Anche le altre casate, è chiaro, ma Serpeverde in particolar modo. » Ah, su questo non c'è il minimo dubbio! Zero proprio! Annuì assolutamente convinto, con una mezza smorfia tronfia sul viso. « Ora che le serpi hanno perso Madama Carrow e Messer Douglas, non hanno speranze! » Le lanciò un occhiolino d'intesa. Questo sarà un anno meraviglioso. Il più bello di tutti! E sono contento di iniziarlo così. A casa.


    Interagito con Fawn e Janis nella prima parte e con Roxy, Vicky, Fred, Tris e Malia nella seconda.
    SELFIE DI GRUPPO RAGA. SE VOLETE FARE LE CORNA A QUALCUNO IN FOTO, QUESTO E' IL MOMENTO! Dopo vi taggo tutti su instagram

     
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    « Foooorseee dovreeeiiii...rimanermene semplicemente in camera. Insomma, guarda quanto cavolo è grosso! Posso andare in giro con un coso del genere piantato nel bel mezzo della fronte? » Piagnucolare era ciò che Ruthie sapeva fare meglio, soprattutto quando brufoli aventi vita propria decidevano di spuntarle sulla faccia senza il suo permesso. E poi, diamine, non poteva aspettare domani? « Come farò se il mio anno inizia già da schifo? Vedi, eh? Vedi? Io te lo avevo detto che questo non è il mio anno, il duemiladiciannove non è l'anno dei pesci, quello lì comesichiama lo ha scritto sulla Gazzetta del Profeta» Faceva avanti ed indietro dal bagno al letto con un nervosismo tale da mettere in ansia anche la sua compagna di stanza, appollaiata sulla scrivania che, stressata per osmosi, si stava divorando le unghie « Ma siamo ancora nel duemiladiciotto, Ruth » La mora arricciò il naso con netto disappunto, facendo cenno alla compagna di cucirsi la bocca « Ma che c'entra? Cosa ne puoi sapere tu di astrologia? Leggi le stelle o fai gli oroscopi? No, quindi...» Borbottò, chinandosi sul baule per arraffare ogni tipo di fondotinta o correttore gli capitasse sotto mano « ...Piuttosto hai trovato qualcosa su quel maledetto libro di incantesimi?» Penny scosse il capo, affrettandosi a riaffondare il naso fra le pagine polverose per paura che Ruthie potesse rimproverarla per la sua distrazione e nullafacenza, sapeva perfettamente di cosa fosse capace la grifa quando la sua disperazione raggiungeva livelli estremi. Era sicuramente meglio assecondarla, come sempre. « AH! Aspetta, forse ho trovato! » Con espressione soddisfattissima dipinta in volto, Penny sfoderò la bacchetta alla pari di un prode cavaliere con la propria spada, saltando giù dalla superficie del tavolo e raschiando la voce con un paio di colpetti di tosse « Occhio di bue, coda di rospo, togli questo brufolo che mi fa sembrare un mostro! » Ruthie strinse gli occhi fino a farli diventare due strisce indistinte, riaprendone poi lentamente uno con fare incerto « ...Alloraaaaa, ha funzionato? Dimmidisìtiprego» Sussurrò in un miagolio, ma la faccia di Penny era così sconvolta che diede per scontato di aver fatto un grossissimo buco nell'acqua anche stavolta.

    « Andiamo, non fa niente...»
    « ...No, Ruth, in realtà »
    « ...Ho detto che non fa nulla»
    « Sì, maaaa »
    « Cos....AH. »


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    Davvero una splendida serata per sfoggiare DEI FOTTUTISSIMI CAPELLI COLOR CONFETTO una nuova acconciatura, dopotutto Ruthie poteva sempre dar colpa a qualche rivista di moda che nessuno, se non lei, aveva mai letto in vita sua, usando la scusa del "guarda, ignorante, questo che ho in testa è il colore dell'autunno", semmai qualcuno avesse fatto domande scomode. Sempre meglio spiegare un colore stravagante di capelli piuttosto che dover giocare a nascondino contro le colonne della sala comune per nascondere un viscidissimo brufolo allontana-ragazzi . Già, quell'ospite scomodo era riuscito a levarlo, alla fine, ma per i capelli avrebbe dovuto attendere che l'incantesimo svanisse da sè - con la sfiga che aveva avrebbe potuto ritrovarsi pelata, quindi le sembrava meglio non sfidare la sorte con rimedi poco ortodossi e non scientificamente provati -. Dalle scale dei dormitori, la mora si affacciò verso il piano inferiore, umettandosi le labbra per farsi coraggio e scendere a far festa assieme agli altri; ci aveva già messo tanto a decidersi di uscire dalla camera, difatti la Morgenstern stava ormai propinando il solito encomio di inizio anno e, tra la distrazione generale, Ruthie decise di fare in quel momento il suo grande ingresso per poter passare inosservata. Acquattata, un altro po' senza nemmeno respirare, la grifa scese velocemente la scalinata in marmo, fiondandosi subito al tavolino degli alcolici: aveva necessariamente bisogno di bere. « [...] Ci tenevo a congratularmi con tutti voi e augurarvi un buon nuovo anno scolastico. Un vero anno scolastico, si spera. Quest'anno Grifondoro ha già iniziato col botto... » YUU-UUHH, infatti ho abbiamo già iniziato alla stragrande! Dopo un lungo sorso alzò il bicchiere di birra, allungando il collo per cercare tra la folla qualche faccia amica « Ehy, Malia!» Mugugnò, alzando una mano in un vago cenno di saluto, prima di portare gli occhi su Viky che, intanto, passava di ragazza in ragazza per consegnare i piccoli ciondoli portafortuna. « Sono bellissimi, è un gesto davvero carino il vostro, grazie» La collanina in realtà era po' kitsch, uno di quegli oggetti da hippie superstiziosi che Ruthie faticava ad indossare, ma magari quel piccolo modo di esorcizzare il passato poteva aiutare anche lei a dimenticare e, in qualche modo, a provare meno ansia all'interno di Hogwarts. Seppur non lo ammettesse, Ruthie faticava a spostarsi da sola per i corridoi, per questo si accodava sempre a qualche altro studente, oppure scomodava Jessie, costringendolo a volte ad accompagnarla fin davanti la sala comune per stare tranquilla. « ...Posso usarlo anche come acchiappa sogni? Quindi magari appenderlo sopra al letto?» ...e non doverlo mettere addosso. Sorrise, sbatacchiando le ciglia prima di poter incrociare alle spalle della ragazza, la figura di Fred, irrigidendosi appena « Sì, cioè, okey, magnificograzie Cinguettò, probabilmente interrompendo Viky a metà frase, sgusciando via dal raggio di azione di Fred per poter sorprendere Sirius alle spalle, afferrandolo da sotto un braccio. Tieniti impegnata, non parlare con Weasley. « Hai la cravatta sgualcita, Fawn secondo te un caposcuola può andare in giro con la cravatta sgualcita? EHW, pessimo Audacemente, la giovane sfilò il cellulare dalla mani del ragazzo, scattandogli una foto a tradimento che, rapidamente, caricò fra le storie instagram, ridacchiando « Sei troppo carino per ridurti a farti i selfie da solo. Non ringraziarmi!»

    #spoilerallert: Ruthie ha i capelli rosa (?)
    interagito con: Viky, Fawn e Sirius
    Salutato Malia e guardato male Fred (?)
     
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  7. Calcifer;
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    Non era stanca Alaska, nonostante avesse dormito per sole due ore. L’entusiasmo del rientro a Hogwarts e il banchetto di benvenuto l’avevano spinta verso uno stato di felicità tale da non farle percepire alcuna fatica. Era stata ad una festa e poche ore dopo aveva sorpassato la barriera tra il binario 9 e il binario 10 di King’s cross. Era ormai il settimo anno che si ripeteva quell’abitudine eppure mai una volta quel momento le era apparso noioso o scontato. Le piaceva osservare i nuovi volti accalcarsi sulla pensilina del treno, ma ancora di più le piaceva l’idea di tornare a scuola.
    Le mancava la sua stanza, condivisa con la sua meravigliosa coinquilina e le lezioni. Non avrebbe passato ancora molto tempo in quei luoghi, di conseguenza voleva godersi ogni istante, in modo da ricordare senza alcun rimpianto gli anni di scuola. L’anno precedente aveva messo a dura prova la sua forza d’animo, lei insieme a tanti altri compagni si era vista portare via la libertà, la spensieratezza e persino la gioia. Erano cresciuti tutti di un colpo, con la stessa velocità con la quale ci si sveglia da un sogno agitato, perciò in quel momento più che mai era famelica di quotidianità. Dunque, si era abbuffata come non mai e con la pancia piena aveva fatto la sua entrata nella sala comune grifondoro « Ciao miei cari arazzi, mi siete tanto mancati! » decretò carezzando i tessuti che coprivano le pareti: colmi di grifoni, persone e antiche piante. Non si rese conto dei compagni che si accalcavano presso la stanza, tanto intenta era a osservare i movimenti dei disegni. Fu così che capitò contro la spalla della giovane Janis « Heyyyyyy! Non era mia intenzione » cominciò, notando che la metà delle persone lì dentro tenevano tra le mani una bottiglia di birra. Alaska sgranò gli occhi, cercando di trovare la fonte del santo Graal, poi visualizzando accanto a Sirius un banchetto stracolmo di liquidi interessanti ci si fiondò vicino, prese il suo bicchiere e come una vera cheerleader alzò il drink per fare brindisi con lui « Congratulazioni a te…sappi che dobbiamo schiacciare tutte le altre casate, conto su di te per condurci verso la grandezza! » La giovane era una persona estremamente amichevole, qualsiasi persona incontrasse sul suo cammino era una potenziale vittima per le sue chiacchiere. Alaska aveva un volto così semplice da ispirare fiducia, per questo era solita conoscere i segreti e mantenerli stretti come se fossero dei tesori. « Ci tenevo a congratularmi con tutti voi e augurarvi un buon nuovo anno scolastico. Un vero anno scolastico, si spera. Quest'anno Grifondoro ha già iniziato col botto. E infatti ci tengo a congratularmi con Vicky e Sirius, che si sono conquistati non una ma entrambe le poltrone ai vertici del Consiglio Studentesco. Un applauso ai nostri Caposcuola! » Tris Morgenstern parlò, attirando l’attenzione su di sé e Alaska, per tutta risposta brindò insieme al resto dei grifondoro per tutte le cariche che erano state assegnate. Era bello essere tornata in quei luoghi.
    Fu così che zampettò felice da una parte all’altra della sala, salutando un po’ tutti con entusiasmo, da Ruthie che si era presentata con una folta chioma rosa, fino a Fawn, ancora una volta bellissima. Alla fine si unì a Roxy e Fred Weasley « Non ditemi che non avete ancora preso nulla da bere! Questa è un’occasione importante, non potete proprio rimanervene con le mani in mano! » Alaska storse il naso, una faccia buffa le si disegnò sulle labbra, poco prima di rivolgere un cenno a Fred « Mi dispiace non giocare più con voi, ma sono sicura che ve la caverete egregiamente! Non farmi pentire di aver mollato la squadra! » disse poi. Aveva dovuto lasciare la squadra per colpa di un infortunio al ginocchio che l’aveva costretta a terra per più di tre mesi. Da quel momento tutte le volte che tentava di salire sulla scopa le facevano male le giunture, per quel motivo aveva abbandonato il quidditch per
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    dedicarsi al cheerleading, nuova attività con la quale avrebbe continuato a tifare. Certo, i medimaghi le avevano ripetuto più e più volte di lasciar perdere lo sport, ma Alaska aveva evitato qualsiasi consiglio e si era recata alle selezioni. « Fingerò di essere una gentile e dolce cheerleader, ma dentro di me urlerò i peggiori insulti » Con il sorriso furbo, celato sotto un viso da angelo, Alaska continuò imperterrita verso Fred e Roxy « Voi che dite, diventerò il nuovo zimbello della scuola? » non che mi interessi. E così dicendo si ritrovò ben presto ad ascoltare i discorsi dei suoi compagni grifondoro, fino al turno di Victoire. « E' passato un anno. Oggi è esattamente un anno. » Le parole la fecero rabbrividire. « Ognuno di noi ha passato dei momenti orribili tra queste quattro mura. Magari, tra di voi, c'è ancora qualcuno che ha degli incubi, a cui fa strano camminare per i corridoi. Magari c'è qualcuno che ha paura, come me, anche di entrare da solo in qualche ala del castello. Ne abbiamo passate tante qui dentro, ed è giusto onorarci per questo. » Annunì, era possibile che quella ragazza riuscisse a rimanere così tranquilla parlando di tanta distruzione? La invidiava un po’ per quella sua qualità. « Volevamo farvi un regalino, una cosa semplice, che vi aiutasse ad incanalare tutti i brutti ricordi, tutte le paure, gli incubi e i terrori, in qualcosa di positivo, che vi aiuti a riappropriarvi definitivamente di casa vostra, senza sentirvi costantemente degli ospiti impauriti. » E così facendo cominciò a distribuire delle piccole collane a tutte. Quando si trattava di oggetti quali orecchini, collane e perline, la giovane grifondoro impazziva. Ne portava spesso, soprattutto se apparivano vintage, Miss Gertrude ripeteva che Alaska era agghindata con le peggiori chincaglierie del mondo, ma forse era proprio quello a rendere Alaska…Alaska. « Si abbina perfettamente al colore dei tuoi occhi » Quando fu il suo turno Victoire le donò il ciondolo che fu lesta ad osservare: la pietra pareva brillare alla luce del fuoco. Ringraziò con un debole sorriso e poi continuò a guardare il suo monile. « Credo mi sia giunta voce che farai parte delle Fairies, quest'anno. » Alzò lo sguardo incontrando quello della ragazza « Quest’anno passo alle retrovie! Spero di non fare casini » dopotutto ho la grazia di un troll! « Compagna flyer a rapporto! » ecco che ancora sorrise « I trucchi più intricati li lascio fare a te, io mi lancio a pesce sugli avversari e li schiaccio » la risata cristallina che le uscì dal petto fu tanto genuina da ispirare felicità. « Però non dirmi che dovremo indossare delle gonnelline microscopiche perché potrei seriamente pensare di disiscrivermi subito! » le venivano già i brividi al pensiero di mettere in mostra le sue grazie. « Anche se sicuramente i giovani sarebbero molto contenti di osservare le mie chiappe! » la smorfia di dissenso che le si disegnò sul volto fece comprendere che le sue parole non erano altro che uno scherzo. Non era intenzionata a dare spettacolo. Hai scelto lo sport sbagliato!


    E gnente, ho fatto come se Alaska conoscesse un po’ tutti!
    Citate Ruthie e Fawn
    Interagito con Janis, Sirius, Fred, Roxy e Victoire
    Scusate lo schifo u.u
     
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  8. (1994)
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    « Non ci sono feste senza scherzi, Chan, non esistono» Brontolo mentre nascondo sotto il maglione qualche Detonatore Abbindolante, rivolgendo un'occhiata divertita a quel compagno cinese che annuisce ad ogni cosa che dico; secondo me non ci sta capendo un cazzo di ciò che accade attorno a lui. Mo provamo a rispiegarglielo, ma lentamente Florian, lentamente « Q U E S T O...questo, c a d e - a - t e r r a. Botti, fumo, capisci? C A P I R M I - T U ?» Ma perchè 'sti cinesi ridono sempre qualunque cosa tu gli dica? E, soprattutto, come ci è finito questo in camera mia? Mi umetto rapidamente le labbra, arrendevole, annuendo fra me e me nel tentativo di accettare il fatto che Chan, prima di settembre dell'anno prossimo, non pronuncerà una frase di senso compiuto in inglese che non sia "HI MY FRIEND!". Che poi ammetto sia un'impresa epica anche farmi capire visto che non è che sono un lord mancato, ma mastico anche io piuttosto male la lingua, avendo un marcato accento russo. Questo dopo un anno passato con me, come potrà parlarlo l'inglese? Ma chi è il genio che ha fatto 'sti abbinamenti, sarebbe da dargli una medaglia, cioè, pare l'inizio di una barzelletta: ci sono un cinese ed un russo che cercano di comunicare...« Chan, di' vaffanculo...V-A-F-F-A-N... » attesa « ...C-U-L-L-O. Io dile hi friend fancullo! » Beh, cazzo, almeno è un passatempo divertente. Ammetto che probabilmente se non ci fosse stato Chan, mi sarei annoiato, e invece prevedo che questo sarà un anno fantastico. Migliore di quelli passati a Durmstrang, sicuramente. « Bravo, non dimenticarlo, gli inglesi stringono le amicizie migliori così. » Ridacchio, conducendolo verso la sala comune dei Grifondoro mentre straparlo a ruota per non dover stare troppo in silenzio, odio il silenzio. Dopotutto Involtinodiprimavera è un bravo ascoltatore, dovrebbe pensare davvero di fare lo psicologo, sembra risolverti i problemi solo guardandoti - che poi per inciso è quello che fa, ti guarda e basta -. « ...Ed ecco spiegato perchè non uso più i preservativi in lattice. Gli sfoghi lì sotto sono davvero un casino, prudono così tanto che vorresti strapparti le pall...eeehhhh, ciao» Ammicco alla ragazza che ci sorpassa ridacchiando, mentre strattono Chan da una manica per paura che possa perdersi dietro le balze della gonnellina vertiginosa indossata dalla bionda. « Amico, patti chiari amicizia lunga: evita di sbavare dietro alle ragazze che punta il sottoscritto. Grazieprego
    JauntyRemarkableJellyfish-size_restricted
    Gli mollo una pacca amichevole su una spalla - i cinesi sono fragili, me lo dimentico sempre, ci mancava poco lo sfondassi -, prima di poter proseguire oltre il ritratto della donna diversamentemagraunpochinorobusta. E' brutto dire ad una donna che è grassa, dovrei dirlo a Chan, così, appena entrato nella sala comune, indico Tris con un cenno vago del capo mentre è intenta a parlare a tutti i presenti « ...Vedi quella?» sussurro « Lei Grassa, okey? Gras-sa» Il cinese, ignaro, annuisce con entusiasmo « GLASSA! » «SSSHHHH, ma che sei matto che urli? Sta bono, calmo» Mugugno con una mano davanti alla bocca, cercando di non disturbare l'allegro teatrino che il resto degli studenti segue con interesse, soffocando piccoli cenni di scuse a tutti quelli che si girano a guardarci male perchè disturbati. Oltre a ridere sempre gli asiatici c'hanno il viziaccio di urlare, me lo devo ricordare se non voglio fare figuracce epiche. Sembra un bambino sbarbatello alla sua prima scopata, e devo ammettere che la cosa non può che riempirmi di gioia, il suo entusiasmo mi fa sentire un bravo mentore. Sono fiero di me. « ...E questi sono per? Che stiamo alle Hawaii e non me ne sono accorto? Almeno lì danno le coroncine di fiori che so' più carine» Mugugno alla montagna di muscoli che consegna i braccialetti ad ognuno di noi - Chan compreso, e stava anche cercando di mangiarselo , ma fortunatamente l'ho fermato -, proseguendo verso la Morgenstern che ho già avuto modo di conoscere giorni fa « State scegliendo la musica? Me raccomando qualcosa di bello carico! » Umetto le labbra per poi spalmarmi un palmo sulla fronte quasi mi sia dimenticato la cosa più importante, la cosa per cui sono arrivato fino a lei « Quasi mi dimenticavo, lui è Chan, un nuovo arrivato » « Hi my friends, fancullo, tu glassa!» BRAVISSIMO, COME MI RENDE FIERO « Ecco, sì, appunto, divertitevi che io ho un attimo da fare. Lei ti spiegherà ciò che c'è da sapere sul castello, dopotutto è una Senior! Giusto? Giusto. Ah, che poi raga, Chan è un sacco bravo con la musica, in camera si sente qualcosa di molto simile ai canti gregoriani. ROBA CHE SPACCA, cià.» Sguscio via prima che Tris possa rimproverarmi, rubando un bicchiere dalle mani di uno studente che mi passa di fianco e mirando alle mie prime vittime della serata. Vittime in senso buono, ah, non che voglia fare del male a qualcuno. La prima è la biondina che ho capito essere la caposcuola assieme al più piccolo dei Potter, ed è da lei che mi fiondo, inarcando le sopracciglia. « ...Mia cara, tuo padre era per caso un ladro? » Prevedibilissimo, ma tanto in un modo o nell'altro faccio sempre colpo « Hai due occhi stupendi, li stavo osservando da prima...» sehvabbècomeno « Ti lascio al tuo giro di collanine, hai buon gusto...Tanto che anche i braccialetti li hai scelti tu, scommetto! Comunque, se ti va, quando hai finito qui vieni a parlare con me: ho dell'incendiario davvero buono» Le sorrido, trascinando una mano sul petto, lì dove porto sempre con me una piccola fiaschetta di alcol per le evenienze. Beh, a Durmstrang aveva senso perchè faceva freddo e bere è un buon modo per riscaldarsi, qui invece non fa freddo ma mi annoio terribilmente, quindi lascio al mio fido amico il compito di tenermi compagnia. « No, non ci credo » biascico, alzando gli occhi verso la moretta che visualizzo dieci persone più in là, attraversando l'ingombro della poltrona per arrivarle davanti ed intromettermi bruscamente nella sua conversazione « Ma tu sei la Stone? Quella che gioca a quidditch? Oddio, hai fatto anche un torneo a Durmstrang se non sbaglio, mi hai fatto vincere cento zellini » Alzo il bicchiere per bere, continuando ad osservarla attentamente prima di ivolgermi ai suoi amici « Scusate, è che poraccio come sono mi ricordo bene le facce di chi mi ha fatto guadagnare qualcosa. Tipo te, Potter, hai notato che hai la camicia macchia...OLE'» Lo scherzo della camicia macchiata, seguito da una schicchera sul naso è un classico, ma la gente puntualmente ci casca sempre. « A te invece non ti conosco, ti chiami? E certo, scusatemi, sono un maleducato...Io sono Florian, Florian Gregorovitch, ma potete chiamarmi come volete.»

    Scusate se è così poco simpatico c___c
    INTERAGITO: Tris e Dean indirettamente, Fred, Vicky, Malia, Sirius, Fawn (si, sei quella a cui ho chiesto il nome)
    Al prossimo giro interagisco pure con gli altri, non vogliatemi male, scusatemi <3

     
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    « Possiamo prendere la palla al balzo, tanto avevamo comunque pensato di farglieli trovare in camera, no? » « Mhmh » Annuisce, il rosso, mentre continua a camminare, rigirandosi tra le mani uno di quei braccialetti. Il suo, in particolare. Non l'ha ancora indossato, a dire la verità, seppur sia più che certo che gli serva, e pure parecchio, per affrontare quella giornata. Primo giorno di scuola. Se gli si fosse detto, tempo addietro, che si sarebbe trovato così nervoso, così a disagio e fuori luogo in una giornata del genere, la sua reazione sarebbe stata ridere. Ridere di gusto. Perchè è di Fred Weasley che parliamo, lo stesso Fred Weasley che era solito farsi mettere in punizione giusto due ore dopo essere appena rientrato al castello, per avere che so, scritto con la vernice sul muro che i Serpeverde fanno schifo o chissà cos'altro. Eppure eccolo quì ad oggi, con lo sguardo basso, il tono pacato e gli atteggiamenti a prima vista remissivi. Non una risata sguaiata e fuori luogo come suo solito, non una battuta del cazzo, niente di niente. Si limita ad aggirarsi tra i corridoi assieme alla cugina che, magicamente, è riuscita a farlo desistere dall'idea di chiudersi in camera terminato il banchetto. « E potremmo anche fingere di essere felici di andare a questa festicciola. Che ne dici? » Si gira verso di lei, rallentando un po' il passo per non superarla ma anzi starle accanto. Si sofferma ad osservarla per un po', mordicchiandosi l'interno della guancia. Eccola lì, la sua Vics di sempre. Sorridente ed energica nonostante tutto. Nonostante in quel castello ne abbia passate probabilmente di peggio rispetto a tutti loro messi assieme, con la gravante di esser rimasta sola, circondata infine dai cadaveri dei suoi amici e parenti. Eppure Victoire è ancora là, in quel posto che il diritto di vederla ancora tra le proprie mura, l'aveva perso ormai da tempo. Eccola là con quel suo passo trotterellante e quel sorrisino da micino dispettoso. « E' compreso nel prezzo? Questo non me l'avevi specificato, quando mi hai convinto. » Borbotta, imbronciato. E si fingerebbe offeso, se non fosse che le dita sottili di lei si poggiano ai lati della sua bocca, per distendergli le labbra in un sorriso tirato. Allora ridacchia come uno scemo, per poi scrollarsi, fingendosi -parecchio male- scocciato. Perchè no, non lo è per nulla di stare lì con lei, nè del modo in cui lo tratta. Nonostante tutto, Vicky non lo sta odiando. Nonostante tutto gli è rimasta amica. E questa, per questo Fred Weasley, così insicuro, così diverso, è la cosa più importante di tutte. Avere ancora qualcuno su cui contare, qualcuno che ci tenga ancora lui, e non perchè se lo sia meritato -come negli ultimi tempi non ha fatto, assolutamente- perchè quella è cosa assai semplice. Ma perchè è ciò che vuole, al di là di tutto. « Beatrice e Olympia sono state carinissime ad organizzarla, per tutti noi, e tu dovresti fare il tuo dovere di capitano della squadra di Grifondoro. Ovvero essere l'anima della festa. Sono io quella che dovrebbe avere il muso lungo e il pugno duro, se dovessi seguire le orme di coloro che sono venuti prima di me. » Lo spinge e lui cerca di far forza per impedirglielo e farglielo anche un po' apposta, ma alla fine cede, ridendo. « Te lo ricordi che ho un equilibrio di merda, sì? » La punzecchia « Sto scherzando, ovviamente. » per poi sospirare e annuire. « Lo so, ma hai ragione. Mi sto sul cazzo da solo ad essere un depresso cronico. Cioè della serie che mi bullizzerei, se mi incontrassi nei corridoi. » Asserisce « Dovrei essere un po' più come te. Che trucco usi per essere sempre così..te? » Così viva quando tutto ciò che hai avuto attorno per tanto tempo è stata morte. « Non è che ti droghi? » La prende in giro, prima che sia di nuovo lei a parlare. « Fai soltanto ciò che ti senti di fare e non sforzarti di essere quello che gli altri vorrebbero che tu fossi. Fai solo ciò che ti fa stare bene, come sempre. Sii felice perché qualsiasi luogo è qui e qualsiasi momento è adesso. » Ed è forse la prima volta che si sente dire delle parole del genere. Lui, che nella sua vita non ha fatto altro se non mostrarsi sempre e costantemente come ciò di cui gli altri avevano bisogno. Un amico su cui contare, un fratello amorevole, una spalla su cui piangere. « Grazie Vicky » Mormora dunque, poco prima che percorrano gli ultimi scalini che li separano dalla festa già in corso, a giudicare dal vocio. « Di esserci- Almeno tu. -anche se sono un coglione. » Si sporge in avanti, a quel punto, per darle un bacio sulla guancia e stringerla in un veloce abbraccio.

    Un ultimo gesto, quello, poco prima di fare la loro entrata in scena, spalla a spalla. C'è tutto, lì dentro. La musica, il cibo, le bevande. Ogni cosa urla grifondoro da ogni angolo, ed istintivamente l'ex Caposcuola si ritrova a sorridere, nel vedere come tutto sembra esser tornato alla normalità. Si sofferma ad osservare qualche viso, alcuni conosciuti, altri nuovissimi. Agita la mano per salutare qualcuno, sperando che il saluto gli venga ricambiato. Fawn, per esempio, ed assieme a lei Tris e Alaska. Lo sguardo si posa anche su Malia, lontana di qualche metro, ed il primo istinto che ha, dopo non averla vista per così tanto tempo, è quello di andarla ad abbracciare. Ma lei lo ignora, così come lo ha ignorato anche al banchetto, e allora lui sospira, serrando la mascella e guardando altrove. Ed è triste, è dannatamente triste come un binomio da sempre inseparabile come il loro, sia giunto a questo. Ignorarsi a vicenda quasi come se non esistessero. Ma riconosce che questo non è il luogo nè il momento giusto per andarle a parlare, seppur la voglia di farlo sia tanta, e allora ricerca lo sguardo di Vicky, come conforto. Per fortuna, poi, le parole della Morgenstern riescono a distrarlo. Un discorso degno di nota atto a nominare tutte le cariche che quest'anno la loro casata è riuscita ad accaparrarsi. Si unisce ai vari cori ogni volta che un nuovo nome viene detto, battendo le mani con enfasi per celebrare il cugino Sirius, Roxy, che cerca con lo sguardo in mezzo a tutti, ed infine Vicky, alla quale avvolge un braccio attorno alle spalle per stringerla a sè e darle un altro bacio, tra la guancia e la tempia. « Congratulazioni, cuginetta, te lo meriti. Ci renderai fierissimi » Le dice, per poi alzare un braccio e sorridere non appena è il suo turno di acclamazioni. Forse non lo odiano poi così tanto. « E niente, un brindisi alla nostra ragazzi. Che studenti e collegiali possano portare ancora più in alto il nome di Godric. Ora come minimo mi aspetto il giro di promesse elettorali da tutti i sopracitati. Io dalla mia prometto giusto di restare lo stesso palo in culo di sempre. A essere flessibili e farmi impazzire ci penseranno tutti gli altri. » Ride, per poi alzare le mani e batterle, per attirare l'attenzione. « E un applauso alle Senior non lo facciamo? Andiamooooooooo che abbiamo le più bone! » Guarda Tris ed Olympia, poi ride « E anche intelligenti e cazzute, sì, ovviamente! » Aggiunge, per evitarsi il linciaggio pubblico. Poi alza il proprio bicchiere, ritrovandosi assieme alla cugina e la sorella. « Beh, alla nostra, ragazzi. Aspettatevi il cesto regalo di nonna Molly. Personalizzato, ovviamente. Credo che tutte queste cariche, nello stesso anno, sia un avvenimento nella nostra famiglia. » Ride, lo sguardo che si sofferma su sua sorella. La guarda per un po', ed approfitta del momento in cui Vicky è impegnata a recuperare Sirius dalla folla, per avvicinarsi a lei. « Beh, ahm..congratulazioni » Mormora, senza guardarla in viso. Dopo quanto accaduto la sera prima, il disagio tra di loro è evidente, o perlomeno da parte sua. E gli sembra così fottutamente impossibile un tale atteggiamento con Roxy, la sua Roxy, tanto che alla fine la spontaneità ha la meglio, e lui si getta in avanti, per abbracciarla così forte da sollevarla di qualche centimetro da terra. Le dà un bacio tra i capelli, stringendola di più per evitare qualsiasi suo istinto di respingerlo o chissà che. « Se vuoi picchiarmi, dopo. Intanto ti fai abbracciare e zitta. » Le sussurra all'orecchio, per poi lasciarle respiro, e ricondurla coi piedi per terra. « Congratulazioni, la mamma sarà fierissima. E anche io lo sono. » Mormora dunque « Ti va domani di..ahm.. » Si passa una mano fra i capelli, mentre l'imbarazzo sembra tornare « Sì beh, festeggiare assieme? Ad Hogsmeade, ai Tre Manici, magari. » E' a quel punto che Alaska Vesper rientra nella loro scena, e poco dopo anche Vicky e Sirius. « Non ditemi che non avete ancora preso nulla da bere! Questa è un’occasione importante, non potete proprio rimanervene con le mani in mano! » Guarda la ragazza, sempre così energica e solare, e ridacchia.
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    « Ohi, Alex » La chiama come l'ha sempre chiamata durante gli allenamenti di Quidditch, per prenderla in giro, visto il suo vigore talvolta mascolino con cui mandava a gambe all'aria gli avversari. « Mi dispiace non giocare più con voi, ma sono sicura che ve la caverete egregiamente! Non farmi pentire di aver mollato la squadra! » « Sto ancora piangendo per il tuo tradimento. Ho saputo che ti sei infilata tra le cheerleader. Davvero? » La prende in giro, bonariamente. « Fingerò di essere una gentile e dolce cheerleader, ma dentro di me urlerò i peggiori insulti. Voi che dite, diventerò il nuovo zimbello della scuola? » Ride. « Naaah, l'importante è che quando picchi qualcuno, possibilmente Serpeverde, tieni ancora la divisa da Cheerleader addosso. Così i pettegolezzi potranno dire che "che ve ne pare? Tizio è stato malmenato da un'innocente cheerleader. Ed è pure messo male!" Sii la mia arma là dentro, Alex. » « E con questo, si ufficializza il fortissimo asse Weasley/Potter di quest'anno. » « Quest'anno a Natale, come minimo dobbiamo pretendere tutto il set completo, mica solo il maglione con la nostra iniziale! Io voglio anche i guanti, la sciarpa, le calze quelle belle pesanti e ooovviamente il berretto col pon pon! Direi che ce lo siamo meritato! » « Grandissimiiiiiiiiiiiii! » Urlacchia poi, alzando il proprio bicchiere e facendo un occhiolino a Sirius. « E, ovviamente, giuriamo di non avere buone intenzioni. Ora, come per tutto il resto dell'anno. » Ride a quelle parole, per poi bere dal proprio bicchiere e, infine, soffermarsi su Sirius. « Vero che chiuderai un occhio se mi becchi a fare qualche guaio perchè sono il tuo cuginetto preferito? » Lecchino come non mai. Scoppia a ridere, mollandogli poi una pacca -distruggi-ossa delle sue- sulla schiena. Poi al cenno di Victoire, lanciato un ultimo sguardo alla sorella e il cugino, la segue al centro della sala. Ridacchia al suo discorso improvvisato « E sarai cieca, muta e sorda quando Serpeverde si ritroverà, non so, forse un maialino a correre impazzito nella Sala Comune, ovviamente, vero? Chi è con me? » Si rivolge ai suoi compagni, in particolare i componenti della squadra di Quidditch, poi torna serio. Ascolta il suo discorso, rispecchiandosi in quelle parole, per poi guardarla non appena lei stessa ammette di avere ancora paura. E si rende conto, per l'ennesima volta, di quanto lei sia stata coraggiosa, in tutto questo. Ad essere ancora lì, ad essere ancora lei stessa, a portare luce in quel luogo che per molto tempo le ha offerto soltanto ombra. Poi si sofferma su tutti gli altri, uno ad uno, non appena tira fuori i regalini, per farglieli vedere. « Volevamo farvi un regalino, una cosa semplice, che vi aiutasse ad incanalare tutti i brutti ricordi, tutte le paure, gli incubi e i terrori, in qualcosa di positivo, che vi aiuti a riappropriarvi definitivamente di casa vostra, senza sentirvi costantemente degli ospiti impauriti. » « E non vi stiamo chiedendo di sforzarvi a mostrarvi forti solo perchè il mondo lo richiede. Anche i Grifondoro possono avere paura. » Ho imparato a riconoscerlo solo dopo tanto tempo « Bisogna solo avere il coraggio di alzarsi ed aprire la porta, quando questa busserà. E vi accorgerete che aldilà dell'uscio, non ci sarà nessuno. Noi speriamo che questo pensierino possa aiutarvi ad alzarvi davvero, prima o poi, solo quando vi sentirete pronti. » Sorride, poi si rigira verso la cugina, poco prima che lei inizi a gironzolare tra i loro compagni per distribuire i loro regali. « Lo sai che potrai contare sempre su di me, quando la collanina non sarà abbastanza forte, sì? » Io ci sono, sempre. Sembra volerle dire con lo sguardo, per infonderle una sicurezza che un tempo gli era assai facile contagiare a chi gli stava attorno. Infine si reca in mezzo agli altri ragazzi per consegnare quel regalino, decidendo poi di tenersene due da parte, per Hugo ed Albus. Non sa ancora in che rapporti si troverà con entrambi, visti i vari riscontri, ma sa bene che anche loro avrebbero bisogno di un po' di felicità a portata di mano. Specialmente Hugo, dopo tutto ciò che ha passato. E sì, anche Albus, nonostante tutto. « ...E questi sono per? Che stiamo alle Hawaii e non me ne sono accorto? Almeno lì danno le coroncine di fiori che so' più carine» La voce dell'ennesimo ragazzo a cui consegna uno dei braccialetti lo riporta alla realtà, e alza lo sguardo, inarcando poi un sopracciglio. « Mi dispiace amico, questo passa il convento. Fosse stato per me, due o tre hawaiiane in gonnellino di paglia le avrei pure affittate, ma scarseggiamo di fondi, quest'anno. Vuoi farti volontario? Dai, sexyssimo con due noci di cocco sulle tette. Se lo fai, giuro che ti faccio compagnia! » il tono è amichevole e scherzoso, se non fosse che, qualche minuto dopo, lo stesso ragazzo lo vede a parlare con sua cugina. E allora, perchè la gelosia non è di casa nono, si lancia verso Vicky, mettendole un braccio attorno alle spalle, giusto tre secondi prima che il suo nuovo amico le volti le spalle. Forse per colpa sua, o forse no. « Un tuo amico? Mh? E non me lo presenti? » Chiede, con fin troppo interesse. Infine, poi, la serata continua. E continua tra questo e quel drink. Continua con un Freddie che gironzola qua e là, talvolta senza una meta ben precisa. Da un lato si sente a casa, finalmente, dall'altro completamente a disagio. Ma cerca di ripensare alle parole della cugina e godersi quei momenti, passando da una Fawn (« Tu, proprio tu, posso contare su di te per quel famoso maiale da far scorrazzare in sala comune delle serpi, vero? ») ed infine anche un Sirius, per fargli le corna dietro la testa nel momento selfie. Poi, preso il terzo drink dal banchetto, si rigira, ed è allora che si ritrova a sbattere contro qualcuno. L'impatto è così forte che allunga un braccio per non far volare chissà dove la povera vittima, che sembra una ragazza, a quanto pare. La stringe a sè, dunque, guardandola. « Merlino, scusa! Tutta intera? » Domanda, il tono di voce preoccupato, non riconoscendola in un primo momento, visto il colore di capelli insolito. « ..Aspetta. Ruthie? » Ci mette qualche secondo per metabolizzare, ancora appiccicato a lei. « Che..che hai fatto ai capelli? » Domanda, confuso, lo sguardo che vaga in quella chioma rosa confetto. E si rende conto solo dopo un po' di star continuando a stritolarla, allora si allontana, imbarazzato, portandosi la mano libera sulla nuca. « Ahm...beh, ti dona, sì. Come mai questa decision- Occavolooo! » Si accorge che, nell'impatto, alcune goccioline del suo drink sono precipitate a macchiare gli abiti della ragazza. Non è una situazione particolarmente critica, ma abbastanza, specie per una come Ruthie, che ad essere impeccabile ci ha sempre tenuto, a quanto ricorda. « Scusa, non l'ho fatto apposta. Aspetta, aspetta » L'idea più automatica che gli viene in mente (perchè come ben sappiamo, Fred Weasley non è un Corvonero, e di usare la bacchetta per ripulirla tsk, non se ne parla proprio!) è quella di -dopo aver posato il bicchiere per terra- sfilarsi il maglioncino della divisa, per porgerglielo. Nel movimento la camicia bianca e, al solito, di una taglia ben più piccola di quella che effettivamente necessiterebbe, gli si alza un po', e allora se la riabbassa, in un gesto automatico. « Tieni, puoi coprirti con questo, se ti va. »
    Vogliatemi bene nonostante il post schifolungo, io alle tante interazioni non so reagire, perdonatemi pls, mi autofustigherò giuro
    - prima parte: interagito con Vicky.
    - seconda parte: TUTTI LOL Interagito con Vicky, Sirius, Roxy, Tris, Olympia, Alaska, Florian, alla fine Fawn e Ruthie.
    Ovviamente distribuiti i braccialetti a tutti i ragazzi e fatto un micro-discorso
    Nominati Malia, Albus ed Hugo
     
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    « Farò del mio meglio, promesso!! ...anche se non so esattamente cosa significhi, devo capire bene quali sono i miei doveri. » Ridacchia, Malia, per poi dare all'amico qualche pacca sulla spalla. Per quanto (fortunatamente) nessun preside di Hogwarts sia mai stato tanto svampito da decidere di spillare la giovane Stone, lei, per forza di cose, essendo compagna di stanza di una persona estremamente ligia al dovere quale Tris, ha imparato quali fossero per filo e per segno i doveri di un Caposcuola. Spesso l'accompagnava durante le ronde e le visite nella stanza del Preside, e le piaceva identificarsi come una sorta di Vice-Caposcuola, giusto perché la presenza doveva pur contare qualcosa.
    « Lunghi bagni caldi del bagno dei Prefetti, un paio di ronde e tanta nullafacenza, per il resto. Sembra un compito arduo ma la verità è che il cinquanta percento del lavoro è portare in giro questa spilla e farsi bello con le ragazze! E le ronde di notte vedrai che ti piaceranno. » Si avvicina di più al ragazzo, così da potergli sussurrare all'orecchio, in modo da non essere udita da nessun altro. « Se hai voglia di aggiungere un po' di pepe a qualche veglia notturna, nelle cucine, sotto il mobiletto d'acciaio accanto al lavandino, abbiamo lasciato una bottiglia di Incendiario quasi piena. » Si allontana un poco, per poi rivolgergli un'espressione eloquente, accompagnata da un sorriso malandrino. Non sa se Sirius sia un grande bevitore, ma è certa che qualcuno, prima o poi, ringrazierà lei e gli altri per quel piccolo pensiero del tutto gratuito.
    « Però oh, quando volete sgattaiolare qui - se noi pupi saremo ancora divertenti per voi grandi - mì torre es tu torre! » Gli sorride, annuendo con fare deciso, per poi far scontrare il proprio bicchiere con il suo, e brindare.
    « Ma guarda che la prendete soltanto in prestito eh, Potter. Aspettatevi incursioni a tutte le ore del giorno e della notte, perché è impossibile che spariamo da qui. Te lo garantisco. » Gli rivolge un rapido occhiolino, prima di prendere un sorso della propria bevanda. Chiaramente, la sua è una promessa. Le sembra davvero incredibile, pensare che il loro tempo a Hogwarts è finito, che a fine giornata non tornerà nella torre di Grifondoro ma in una casetta indipendente, da adulti, che non vedrà più tanto spesso i propri amici, che il suo sfogo quotidiano non potrà più essere una partita a carte con il primo Grifondoro disponibile, accanto al fuoco in quell'ambiente così familiare.
    « Ehy, Malia! » Si volta di scatto, quando si sente chiamare da una voce più o meno familiare, e le sue labbra si costringono ad un sorriso un po' tirato, quando incontra la figura di Ruthie Mavor. Deve dire che negli ultimi tempi il loro rapporto è senza dubbio migliorato, hanno smesso di lanciarsi frecciatine e sguardi velenosi a distanza, e, piuttosto, hanno deciso di passare ad un rapporto semi-cordiale, fatto di saluti e sorrisi che sembrano sinceri, anche se, ancora, nessuna delle due ha davvero capito quanto siano genuine le intenzioni dell'altra. Nel dubbio, anche Malia le rivolge un sorriso e sventola la mano nella sua direzione, con energia.
    « Ruthie! Come stai? » le domanda, un po' perché la buona creanza lo richiede, e un po' perché in fondo non è davvero così maligna da non degnarsi nemmeno di parlare con una persona, solo perché in passato hanno avuto dei contrasti, o, per meglio dire, dei conflitti d'interesse.
    Viene ulteriormente distratta, tuttavia, quando un ragazzo, che conosce solo di vista ma non personalmente, la interrompe, avvicinandosi con aria concitata. « Ma tu sei la Stone? Quella che gioca a quidditch? Oddio, hai fatto anche un torneo a Durmstrang se non sbaglio, mi hai fatto vincere cento zellini. » Probabilmente non c'è nemmeno bisogno di sottolinearlo, perché è chiaro a
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    tutti che, di fronte a quelle parole, gli occhi color nocciola della giovane Grifondoro non possono che brillare, ammaliati. Il sorriso si allarga di colpo, mentre rivolge una seconda occhiata al ragazzo, al quale sulle prime non aveva fatto caso più di tanto. Ma, si sa, chiunque le rivolga dei complimenti riguardanti il Quidditch si merita senza dubbio delle attenzioni in più rispetto al normale.
    « Davvero? Avevi scommesso su di me? » sorride, piacevolmente stupita da quella scoperta, e anche un po' soddisfatta di se stessa, al ricordo di quella memorabile partita in trasferta in quel delle Terre del Nord. Era stata scelta, insieme ad altri ragazzi, per rappresentare la scuola di Hogwarts contro la sola squadra di Durmstrang. Erano sul punto di pareggiare, ma, proprio appena prima il cacciatore di Hogwarts riuscisse ad afferrare il boccino, era stata proprio Malia a segnare con la pluffa in uno degli anelli laterali, guadagnando alla propria squadra il numero sufficiente di punti per passare in vantaggio. Ed era stata una delle sensazioni più belle di sempre. « Sono contenta » dice allora, stringendosi nelle spalle, ancora tutta tronfia per quei complimenti appena ricevuti. Guarda il ragazzo interagire con gli altri componenti del gruppo, per poi presentarsi.
    A quel punto, gli porge la propria mano, perché la stringa. « Malia, mi presento ufficialmente » dice allora a Florian, che di cognome fa Gregorvitch, e deve dire che non gli è completamente nuovo. « E leeeeei invece è Tris. » Fa giusto in tempo a bloccare l'amica per un braccio, mentre le passa accanto, per farla voltare verso il ragazzo. « Ed è la cercatrice più cazzuta di sempre. Tu giochi a Quidditch, Florian? Perché se è così, e se sei appena iscritto al college, magari ti va di unirti alla squadra che stiamo cercando di formare. Se sei bravo, è chiaro. Non accettiamo schiappe, non è vero Trissie? » scherza, ridendo, rivolgendo un'occhiata eloquente all'amica, le cui spalle adesso ha circondato con un braccio. « Pensaci, insomma. Thunderbirds! Se hai voglia di stare nella squadra vincente, è chiaro. » Aggiunge alla fine, indicando il ragazzo con l'indice, per poi rivolgergli un occhiolino complice. Partiamo male, molto male.
    Interagito con Sirius, Ruthie, Florian e Tris
     
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    « Secondo te è una festa? Perché puzza di festa. Ti giuro che se non è una festa ci rimango male. » La bocca impastata per il troppo cibo e un'espressione interrogativa, mentre ogni tanto getta sguardi a destra e manca. Janis è in modalità caccia. Quest'anno ha deciso di darsi più a questioni personali e meno a questioni di principio. Non m'interessa cosa fanno gli altri. Voglio farmi i cazzi miei, questo quanto aveva convenuto, in una delle chiacchierate preliminari con la migliore amica riguardante l'inizio dell'anno. Aveva bisogno di tempo per se stessa e di ritrovare un equilibrio. Non aveva avuto modo di metabolizzare troppe cose, e ora, finalmente si sentiva in grado di riprendere in mano le redini della propria vita. Senza più molte responsabilità se non quella di curarsi di se stessa, poteva guardare il mondo da un'altra prospettiva. Una che non era certa di voler davvero conoscere e comprendere appieno. « Ma che cazzo dici, per forza è una festa. » Dice sventolando il proprio bigliettino a bocca piena. Janis è decisamente il tipico esempio di femminilità e delicatezza. « E se non c'è da bere, ci rimango anche peggio di male. » « Da futura strizzacervelli, non dovresti incoraggiare il consumo di alcolici e stupefacenti tra i più giovani. » Solleva le sopracciglia piuttosto eloquente prima di scoppiare a ridere chiedendo a qualcuno alla sua destra di passarle il sale. Un pozzo senza fondo, Janis, quasi come se non avesse visto cibo da tre anni. E alla fine si erano avviate verso la sala comune, dove Janis avrebbe dovuto passare altri due anni in compagnia di una persona che ancora non conosceva e che avrebbe preso il posto letto di Fannie. L'idea di cambiare le sue abitudini non le piaceva più di tanto, ma d'altronde, doveva accettare la sua posizione di studentessa del sesto anno e non rompere troppo. E il primo in cui si imbattono e niente di meno che Sirius Potter. Col ragazzo, Janis si può dire che ha avuto più contatti di quanto avrebbe desiderato. Contendenti al titolo dello zio preferito, si sono trovati sotto lo stesso tetto - il tetto dello Stronzo e della Madama - più volte di quanto avrebbe voluto. Ai due sposi di fatto, trovare baby sitter in cambio di un pasto e qualche attenzione tipica della Madama, sembrava un'abitudine a cui non avrebbero rinunciato; non che a Janis dispiacesse davvero passare del tempo con Jay. Doveva solo avere sempre qualcosa da ridere nei loro confronti, perché faceva parte del gioco delle parti. L'abbraccio tra Fawn e Sirius la mette leggermente a disagio, a tal punto da schiarirsi la voce e allungare una mano nella sua direzione. « Potter! Complimenti.. » Più che vera antipatia, ciò che vige nell'animo di Janis è puro orgoglio. Orgoglio di voler avvicinarsi in fondo a quella famiglia, facendone indirettamente parte, non essere davvero pronta a farlo, in primis perché Albus ha tradito la sua migliore amica - cosa sopra alla quale sembrava essere l'unica a non riuscire a passarci sopra, perché tanto si sa che Fawn è cogliona e perdona troppo presto - e in secondo luogo perché sapeva di non essere più la presenza indispensabile che era un tempo per Jay. Ora il bambino aveva una famiglia vera. Due figure di riferimento. Lei era.. un po' più al di fuori. Mentre percorrono il corridoio del settimo piano verso la sala comune, Janis non può non notare che la vena logorroica di Sirius è sempre la stessa, in qualunque situazione. Cazzo Potter, quanto parli. « Penso comunque che abbia più potere Nick Quasi Senza Testa di me.. cacchio, dovrò fare un corso accelerato di autorevolezza. » Di fronte a quelle parole la Jones solleva un sopracciglio con un'espressione piuttosto eloquente. E ti stai anche meravigliando? sembra dirgli con un sorriso divertito stampato sul volto. « ...ti prego, non infierire. Aspetta almeno che abbia bevuto qualche burrobirra corretta! » In tutta risposta Janis alza le mani a mo di arresa.
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    « Io non ho detto niente. » Non ti sto giudicando.. più o meno. « Consiglio spassionato, Potter.. se vuoi che ti diano retta, cita meno la Marvel. E impara a tenere le mani apposto. Gesticoli come un interprete per sordomuti. » Non è cattiveria. Anzi, sembra piuttosto sincera nel dargli quel consiglio. L'unico problema di Janis è che la delicatezza non l'ha ancora imparata, tanto meno ha imparato quanto è il momento di stare zitta. E allora, tenta di correggere appena il tiro. « Però.. farai un buon lavoro.. forse. E per le azzuffate ci sono sempre, ricordatelo. Tra competitor a zii preferiti, bisogna darsi una mano, altrimenti poi non possiamo massacrarci tra noi. » E quella sembra la più sincera offerta di pace, collaborazione e propositività che può concedergli per ora.

    E da brava mangiona di prima categoria non appena fanno il loro ingresso nella Sala Comune, Janis si perde dritta dritta al tavolo dei rinfreschi, ignorando pressoché del tutto i discorsi. Quelle dichiarazioni d'intenti non fanno più al caso suo. Sono certa che tutti quanti farete un ottimo lavoro.. bla bla bla. Ma io ho fame. Ancora. « Ciao miei cari arazzi, mi siete tanto mancati! » Eccola che sta azzannando un tramezzino quando va a sbattere contro Alaska Vesper. « Heyyyyyy! Non era mia intenzione. » Cazzo mi hai quasi fatto venire un coccolone. Ha ancora letteralmente mezzo tramezzino quando si ritrova a dover masticare velocemente, facendole cenno di darle un attimo. A parlare con la bocca piena non ha problemi, Janis; ma così e semplicemente sgozzarsi. « Tranquilla.. non mi sono mica.. quasi strozzata. » Asserisce con un tono abbastanza divertito. « Ehi! Dopo prendiamoci una birra insieme. Voglio sentire cosa hai fatto nell'ultimo periodo. » Così, per il gusto di socializzare. Era felice infondo Janis di trovarsi nuovamente in mezzo ai suoi compagni, nella sua sala comune, in mezzo a una delle solite festicciole clandestine che a Grifondoro non mancavano mai. Alla fine torna al fianco di Fawn, allungandole una birra mentre sale su una delle sedie in fondo alla sala comune per cercare di individuare una testa in particolare. « Hai visto Weasley? Devo assolutamente parlargli. » Una questione di assoluta urgenza. L'anno scorso Janis non era entrata nella squadra per una semplice questione di ritardo mentale. La sera prima delle selezioni aveva protestato fino a tardi e non si era svegliata in tempo per le selezioni. E così aveva dovuto patire un anno restando in panchina e godendosi le partite a distanza. Aveva pure tentato di protestare con Fred, ma Grifondoro aveva già fatto le sue scelte. Puoi essere riserva e ritentare l'anno prossimo. E piuttosto che essere riserva, Janis aveva detto no grazie e arrivederci. « Col cazzo che quest'anno mi taglia fuori dalla squadra.. di nuovo. » E infatti alla fine individua la sua testa in mezzo alla folle assieme a Ruthie. « Ciao Ruth! » Asserisce con un grosso sorriso e una certa emergenza, fermandosi tuttavia a osservare i suoi capelli. « Questo colore è fighissimo! » Tra donne di colore con la mania di tingersi i capelli nelle maniere più disparate possibili, Janis non poteva che apprezzare. Lei dal canto suo era rimasta ultiamamente sulle classicissime meches viola. Infine si gira verso il Capitano e lo osserva dal basso verso l'alto con un'espressione piuttosto determinata. « Patti chiari amicizia lunga: quest'anno voglio il mio posto in squadra. Uno dei posti da battitore è mio, e guai a te se non mi fai giocare! » Autoritaria da vera donna Jones sbarcata dritta dritta dalla California con furore. « E comunque Weasley, sono piuttosto certa che non siete così poveracci da non poterti permettere una camicia decente. » Solita Janis decisamente troppo sincera per il suo stesso bene. « Aaaaaah ho capito! E' tutta strategia. » Gli dà un leggero pugno sul braccio scoppiando a ridere. « Strategie curiose, Weasley. Moooooolto curiose. »

    Interagito con Fawn, Sirius, Alaska, Ruth e Fred


     
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