Apertis Verbis

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    er bacchetta


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    « Ieri lo ero, domani lo sarò. Cosa sono? » Accennò una risata spontanea, di fronte all'indovinello del battacchio in bronzo, unica decorazione della porta alla base della Torre Ovest. Ricordo che mi facesti questo indovinello al mio secondo anno. Ho passato l'intero pomeriggio in biblioteca a pensarci, non potendo tornare in stanza. Ricordo di essermi spremuto le meningi e aver pensato a tutto: alla saggezza, alla vecchiaia, ma niente andava bene. Era banale, ma come tutte le cose banali mi passava sotto al naso senza farsi accorgere. « Sono oggi. » Il corvo di bronzo batté un paio di volte il becco metallico, un suono che lì per lì poteva sembrare addirittura inquietante: tutti i corvonero, chi prima chi dopo, imparavano ad associare quel particolare rumore al successo, all'aver trovato una nuova soluzione ad un nuovo enigma. Lo associavano a casa. Un rumoroso scatto alla serratura aprì la porta priva di maniglie, permettendo al biondo l'accesso. « Bentornato, Greagoir Olivander. » Greg sapeva che quel corvo non era altro che uno dei mille sofisticati incantesimi sparsi per Hogwarts, né più né meno come il Cappello Parlante o la Stanza delle Necessità, eppure non riusciva proprio a non considerarlo molto più che un semplice battacchio dispensatore di indovinelli. « Grazie, messer corvo! » Era un vecchio amico, che conosce il nome di tutti i Corvonero smistati, dal primo all'ultimo. Anche quello, nella sua freddezza, aveva il calore di un luogo amico. E dire che quel luogo, per molti mesi, amico non lo era stato affatto. Greagoir non era mai sceso a patti col fatto che proprio la loro sala comune fosse diventata una cella per i sopravvissuti al massacro di Edmund Kingsley, in quella maledetta settimana di natale che aveva nuovamente scombussolato gli equilibri. Mi ha fatto rabbia, più di quanta già non ne avessi. Una scuola non dovrebbe essere associata alla morte o a destini peggiori della morte stessa! Ma Corvonero ha ricevuto la beffa al danno. E' qui che siamo stati intrappolati. Qui molti ragazzi hanno deciso di trovare una loro via di fuga, gettandosi dalla torre. Loro non ci sono più. E mi fa rabbia. Questo era un santuario di conoscenza, qui abbiamo sempre trovato la luce. E Kingsley l'ha fatta diventare una trappola per topi. Anche per questo aveva sentito di nuovo quella spinta, quel moto intestino che lo spronava a fare qualcosa. Era successo ai tempi del regime Zabini, quando passava sottobanco bacchette ai ribelli; era successo di nuovo, quando insieme ai suoi ormai colleghi e amici aveva potuto assistere alla cerimonia dello smistamento. Quando infine era stato eletto Senior, il desiderio non aveva fatto che rafforzarsi. Greg e Eris si erano ritrovati a parlarne con naturalezza assoluta, come se la comune idea fosse stata partorita nello stesso esatto momento da entrambi e avevano subito fatto partecipe Apple, la nuova autorità di Corvonero. "A maggior ragione perché non avrete capiscuola corvonero, non ti lasceremo sola!" le avevano detto i due collegiali, decisi a tenere la piccola Scamander sotto la loro ala protettrice. E proprio quello di Apple fu il primo viso che Greg vide una volta entrato nella sala comune. « Non sono in ritardo, vero? » le domandò preoccupato, andando istintivamente a guardare il grosso orologio a pendolo in fondo alla sala, che segnava le 21. Tutti gli studenti erano ancora a cena ma sarebbero saliti presto. « Hai fatto davvero un lavoro meraviglioso! Adoro la disposizione! » commentò quindi, guardandosi intorno. I comodi divani blu scuro erano stati spostati ai lati della sala, mentre al centro erano stati creati cerchi concentrici di piccole poltroncine comode. Un po' alcolisti anonimi, ma in fondo è ciò che siamo, no? Un circolo. Arrivò infine anche Eris, che Greg salutò con due baci sulle guance e un caldo abbraccio. « Ben arrivata cara! Stavo proprio dicendo a Apple che ha fatto un lavoro davvero ben fatto, non trovi? Me lo sento in queste vecchie ossa che abbiamo lasciato la casata in buone mani! » e con un occhiolino d'intesa posò una mano sulla spalla del nuovo prefetto, sorridendole con quel suo solito modo di fare affabile. Ci credeva davvero.

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    [...] « A tutti voi, benvenuti! E ai vecchi amici, bentornati! » Quando lo stormo di corvi grandi e piccoli aveva iniziato a trapelare e ognuno si era accaparrato un posto, Greg si era alzato in piedi insieme a Eris e Apple. Era divertito dal fatto che, seppur quella sarebbe dovuta essere una sorpresa per la casata, nessuno era realmente sorpreso. A Corvonero i segreti erano assai difficili da mantenere. « Ai nuovi arrivati, io sono Greagoir Olivander e lei è Eris MacBride. Siamo i vostri Senior, un modo particolarmente pomposo per dirvi che potrete venire da noi per qualunque vostro problema. Ma qui dentro, la vera autorità è una sola quindi vi invito a fare un bell'applauso al nuovo prefetto di Corvonero, Apple Scamander! » Le sorrise battendo con eleganza le mani e lasciando che il nuovo prefetto potesse prendere parole. La stessa libertà la diede a Eris, restando in silenzio per permettere anche a lei di poter fare i propri auguri e le proprie riflessioni. E riflessioni da fare ce ne sarebbero state tante da fare, così tante da occupare un anno intero. Noi Corvonero siamo abituati a fare riflessioni, anche quando non dovremmo. Forse, per una volta, dovremmo lasciare da parte la logica e celebrare semplicemente il fatto che siamo qui. Siamo vivi, siamo insieme, siamo in luogo che ha significato tanto per noi e significherà tanto altro ancora per altri. A cosa servono le riflessioni? Quando senior e prefetto ebbero finito, Greg cercò con lo sguardo l'approvazione di Eris per riprendere il discorso. « C'è tanto di cui festeggiare.. e lo faremo! Ma prima, non possiamo non prenderci una fetta della serata per continuare una tradizione antica. » Iniziò a camminare tra le poltroncine, lentamente, soffermando lo sguardo soprattutto sul volto di chi non conosceva, piccole facce giovani e curiose. La curiosità. E' per questo che siete qui, stasera. Perché il Cappello ha visto qualcosa in voi, qualcosa di speciale. « Hogwarts è piena di tesori, lo scoprirete molto presto.. ma uno di essi è custodito proprio in questa sala. Mi raccomando, è un segreto che dovrete custodire gelosamente! Un segreto di famiglia. » Si fermò dunque di fronte al busto di Priscilla Corvonero. Davanti ad esso mosse la punta della bacchetta, scandendo ad alta voce e lentamente le parole "Apertis Verbis": nella mano vuota della statua comparve un libercolo rilegato in pelle su cui vi era l'incisione di un corvo in volo. Lo prese, con la lentezza e la cura di chi maneggia un oggetto prezioso. « Questo è il nostro tesoro. E' il diario manoscritto di Priscilla Corvonero ed è vostro. Chiunque di voi, con questa formula, potrà farlo apparire e leggerlo. Non troverete potenti incantesimi o sapere magico qui dentro, per quello avete migliaia di libri in biblioteca. No, qui dentro troverete un altro tipo di saggezza: pensieri, riflessioni, perfino le paure di una grande strega. Vi porterà consiglio. Abbiatene molta cura. » Grazie ad esso aveva scoperto la profondità di pensiero di una donna che non sembrava neppure aver vissuto nel medioevo ma molti secoli dopo, tanto era avanti con la mente. Lo aveva riletto diverse volte nel corso degli anni che aveva passato a scuola: era uno di quei "libri" che riesce a darti spunti di riflessione quando ti senti impantanato nei problemi. « Ogni anno, ci piace iniziare leggendo un passo di questo diario, che sia di buon auspicio per tutti voi. » Si sedette nuovamente tra Eris e Apple, cercando istintivamente una pagina che pareva un po' più consumata delle altre. Quante volte ci abbiamo passato le dita? Anno dopo anno, augurio dopo augurio. Alzò un po' il libro per permettere anche alle due ragazze di leggere bene la delicata e ampia grafia di Priscilla. « "Penso ch'io debba ogni fortuna che possiedo all'eredità di chi mi ha preceduto, ove fortuna non sia l'oro o il broccato ma la scienza, 'ché da scienza puote fiorir ogni altro bene. Siamo terra e il sapere è per noi seme. Dal grimorio di mia madre appresi ciò ch'io so, e lei da sua madre. Vien naturale allor pensare ch'io dovrò donare la scienza mia a mia figlia e lei alla sua. Così ristretto però mi par tale destino! Il cuore mio desidera che non solo a mia figlia arrivi la scienza, 'ché io non solo dalla madre mia ho appreso. Non è del saggio uomo di campagna seminar un solo seme e aspettare speranzoso ch'esso fiorisca: molti semi egli pianterà e attenderà in primavera un campo colmo di fiori. E' ciò che desidero di più." » Un campo colmo di fiori. Si ritrovò a sorridere beato, cedendo il libro a Eris. « Beh dai, per essere un testo di mille anni fa, è abbastanza scorrevole! » Rise di gusto, guardandosi intorno. Non era sicuro che il messaggio fosse arrivato, ma non era neppure necessario. Avevano sette anni, i piccoli, per far loro quella metafora. « Questo è ciò che siamo, ragazzi. Corvonero non significa collezionare "Eccezionale" in pagella.. non solo! Significa saper prendere e apprendere da chi ci ha preceduto e insegnare a chi ci segue, perché la conoscenza rende liberi e ci permette di volare come il corvo del nostro stemma. Per questo, la nostra cerimonia di inizio anno si conclude con un passaggio di testimone. I ragazzi più grandi donano i propri appunti più preziosi agli studenti più piccoli. » Ricordava ancora quando aveva donato a Fitzwilliam Gauthier il proprio ricchissimo erbario pieno non solo di foglie e piante magiche, fatte rinsecchire al sole, ma con una vasta lista e classificazione di legni da bacchetta. Ci aveva messo un anno intero per comporlo e lo aveva donato volentieri a lui. Frugò velocemente nella borsa che aveva con sé e estrasse un voluminoso rotolo di pergamene e si alzò per pararsi di fronte ad un ragazzo che conosceva solo per sentito dire ma che, secondo il suo modesto parere, prometteva molto bene. « Louis Paciock, giusto? Ho deciso quest'anno di donare a te i miei appunti. Sono di incantesimi, risalenti al mio settimo anno. Oddio, spero non siano troppo datati! Ma magari ti torneranno utili. » e, con il suo solito sorriso affabile, tese al giovane corvo il ghiotto bottino. Spero davvero che ti torneranno utili. Spero che ti portino fortuna. Perché ce la meritiamo, un po' di fortuna. Lo studio, a volte, non basta: un pizzico di fortuna serve sempre.


    Non c'è un ordine prestabilito, non c'è una trama da seguire! La festa vera inizia subito dopo lo scambio degli appunti, quindi non fatevi problemi a sbocciare e brindare e divertirvi e leggere romanzetti erotici di fine '800! Insomma: buon inizio anno, corvetti <3

    Questa role rientra nel Progetto "Realtà aumentata" che permette la partecipazione alla stessa di chiunque ne voglia far parte nei termini della coerenza on game. Imprevisti possono succedere in qualunque momento. Partecipando, tal imprevisti si accettano implicitamente.
     
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    « Dio, Paciock, quanto sei fastidioso, vai ad importunare qualcun altro con queste cavolate!» Stringo le labbra in una linea sottile, riportando il volantino colorato contro al petto. Ma è per una buona causa, potrei controbattere se non fosse che la Wellington e le sue amiche si siano già perse tra la folla del corridoio, ridacchiando alle mie spalle. Ormai ci sono abituato, quello di essere ignorato e deriso è un trattamento che ricevo quotidianamente, sin da quando ho messo piede in questa scuola: a quanto pare non a tutti piacciono gli attivisti impacciati, che tendono a chiacchierare troppo ed a metterti in imbarazzo se solo osi passare più di due secondi in loro compagnia. Fortunatamente non sono il genere di persona che si demoralizza facilmente, quindi armato di speranza e buona volontà, evitando accuratamente serpi che potrebbero ficcarmi la testa nei gabinetti dei bagni – non posso permettermi di presentarmi al party corvonero con i capelli bagnati – continuo il mio giro di raccolta firme, le quali potrebbero salvare alcuni titoli della biblioteca destinati all’eliminazione. Fino ad adesso ho raccolto qualcosa come cinque firme, inclusa la mia e, considerando che abbia iniziato solo oggi, mi ritengo abbastanza soddisfatto del risultato portato a casa, benché non sia assolutamente sufficiente. « Eeeehiii, ciao, scusatemi!» Cinguetto, alla vista di un paio di corvi intenti a risalire le scale, che all’inizio fanno finta di ignorarmi ma poi cedono alla mia insistenza « Sapevate che a breve toglieranno alcuni libri dalla biblioteca solo perché sono poco letti, stando ai registri dei titoli presi in prestito dagli studenti? E’ ingiusto, non credete?» Passo gli occhi dall’uno all’altro, protendendo una cartellina ed una penna pronta ad essere usata. « Se ci risolvi l’enigma per entrare in sala comune, firmiamo.» Quella di risolvere gli enigmi in tempi record è una qualità per la quale vengo sfruttato dalla maggior parte dei corvi del mio anno. Perché perdere tempo a pensarci su se può farlo Louis per noi? Nonostante non sia in linea con i miei ideali – difatti queste sono due firme comprate -, annuisco senza pensarci troppo, lasciando ondeggiare vistosamente i ricciolini davanti agli occhi. Due nomi in più sulla lista, valgono più della mia dignità! Ammesso che io ne abbia una. Appesantito dalla cena appena divorata, rischiando di sfracellarmi un paio di volte per via dei lacci un po’ troppo lunghi, raggiungo a disagio – SI SONO MESSI A LIMONARE DAVANTI A ME, CAPITE? – il corvo sputaindovinelli. « Dentro non ho niente, tutto è dentro di me. A tutti regalo la propria bellezza, chi sono?»Allora Louis, rifletti. Rifletti, rifletti, rifletti. APPUNTO, RIFLETTI! « Sei uno specchio!» Anche stavolta Louis Paciock ha dato dimostrazione della sua grande testa, e della sua immensa sfigaggine. Per nulla in soggezione – seh, a chi la do a bere? -, con un sorriso più che compiaciuto stampato in volto, lascio svolazzare a mezz’aria il foglio della petizione, pretendendo il mio succoso premio. « Viiiiii ringrazio ragazzi, e vi invito caldamente a seguire un corso di educazione sessuale prima che sia troppo tardi!» Battutaccia? Essere il simpaticone di turno non è nelle mie corde, soprattutto dopo aver accompagnato la frase con un occhiolino malriuscito. Sicuramente sono sembrato un maniaco squilibrato, per questo mi dileguo prima che i due corvi possano ripensarci e ridurre in coriandoli la lista delle adesioni. Per l’occasione la sala comune è stata addobbata davvero a dovere, come ogni anno, però nell’aria si respira un immancabile tocco femminile che tipo l’anno scorso non c’è stato affatto. Apple ha fatto davvero un ottimo lavoro, ed adesso si spiega perché abbia cacciato tutti fuori prima dell’ora di cena. Forse dovrei complimentarmi con lei, se non fosse che ancora mi brucia per il fatto di non aver raggiunto la vetta nemmeno quest’anno: mi immaginavo già con la spilletta da prefetto ben appuntata sull’uniforme, a costringere ogni singolo novellino del primo anno a prendere parte ad ogni mia iniziativa. Ti faccio un richiamo; ti uccido il gufo; tichiudonellosgabuzzinodellescope! Beh, ecco, forse è meglio sia andata così. Come ogni secchione che si rispetti, mi aggiudico un posto in prima fila - checché se ne dica, fortunatamente non siamo tutti secchioni allo stesso modo, altrimenti a quest’ora staremmo tutti litigando per la stessa sedia – e sbircio intorno giusto per curiosità « A tutti voi, benvenuti! E ai vecchi amici, bentornati! » Ah, cioè, c’è Olivander? Resto un attimo interdetto ad osservare l’ex corvonero che tanto ho invidiato e a cui ho tanto –segretamente- sbavato dietro. Un po’ conquistato da quella barbetta che incornicia il volto ormai adulto, un po’ sognante per via di quel sorriso sgargiante che disegna due perfette fossette incavate nelle guance, mi perdo silenziosamente nel discorso d’apertura, applaudendo meccanicamente ogni qual volta qualcuno da il via alla sonora coda di applausi. Legge con fare quasi teatrale il passo che preferisco di più del Diario di Priscilla, continuando a restare in una fase di “ci sono fisicamente ma con la testa sono altrove” finchè l’eco del mio stesso nome non raggiunge le mie orecchie. Così, risvegliato dall’intorpidimento generale, cerco di capire chi mi abbia chiamato, voltando il capo fino a sussultare letteralmente nel ritrovarmi davanti Greg. « Louis Paciock, giusto? Ho deciso quest'anno di donare a te i miei appunti. Sono di incantesimi, risalenti al mio settimo anno. Oddio, spero non siano troppo datati! Ma magari ti torneranno utili. » AH. Oddio, che? AH. Deglutisco, diventando forse di tutti i colori del mondo mentre passo gli occhi sbarrati da lui alla pergamena. Impacciato, balzo in piedi, pulendo le mani forse sudaticce contro i pantaloni prima di scostare i ricciolini dalla fronte. Parla, Louis, parlatiprego. « ….Uao, è davvero » un onore? Spettacolare? « ….FaSNtastico! »
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    Santo Godric, l’unica occasione che avevo l’ho sprecata per via della dislessia. « Cioè fantastico, volevo dire fantastico, scusami » mi lascio sfuggire una risatina nervosa mentre arraffo gli appunti, cercando di non farli cadere né combinare disastri – non mi è mai sembrato più difficoltoso -, col cuore in gola mentre meccanicamente faccio mezzo giro su me stesso puntando dritto verso Apple. CERTO LOU, RINGRAZIARE OLIVANDER E’ UN OPTIONAL, vorrei sotterrarmi, non ce la faccio. Datati, ha avuto il coraggio di definire i suoi appunti datati quando sono oro colato, come ci si comporta con gli appunti degli altri? Che poi mi starà guardando adesso? Ho fatto una figuraccia becera, dov’è Randy quando serve? « A-Apple? » Balbetto, riprendendo fiato con lo sguardo basso, forse pallido, passandomi il palmo della mano sulle labbra per recuperare tutti gli zuccheri persi durante la chiacchierata con Olivander – ora penserà che sono pazzo, STUPIDO ME -, per poi rialzare gli occhi un po’ provati sulla ragazza, sforzandomi di sorridere e non cadere a terra come una pera cotta « Ti volevo dire…fare…cioè, auguri! Chi lo avrebbe mai detto che saresti…Nonono, non che avessi dubbi a riguardo, il fatto che tu sia diventata prefetto è davvero…s-sono strafelice per te, insomma, è bello sapere che ci sia tu al timone. Sarai un perfetto caposcuola! » Ripeto, vatti a sotterrare Louis « ….volevodireprefetto. Un perfetto prefetto ah-ah-ah, scusami per il gioco di parole, non volevo » Riprendo fiato a fatica, sbatacchiando le ciglia prima di protendermi a prendere da bere, senza preoccuparmi di verificare cosa ci sia all’interno del bicchiere, buttando tutto giù in un unico sorso.
    Brucia? Brucia.
    Eccome se brucia, ma me lo merito.
    ALCOL LAVA VIA I MIEI PECCATI.



    Caccapost per voi
    INTERAGITO: Greg e Apple

     
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    « Fitzwilliam Gauthier, tesoro. Com'è bello rivederti. » Il fantasma di Missy Rottermaier l'ha sempre avuto a cuore. Ha appena risolto l'ennesimo grattacapo del corvo posto all'entrata della sua amata sala comune, quando appunto, l'anziana signora gli strappa uno dei suoi eleganti quanto cordiali sorrisi. « Altrettanto, my lady. » Asserisce in tutta risposta facendo un inclino al suo cospetto da vero gentiluomo. Gli ultimi mesi hanno parecchio cambiato la prospettiva da cui Fitz guardava la vita, ma non per questo aveva cancellato le sue buone maniere, il suo più intimo vissuto oppure le sue più recondite aspirazioni. Semmai quel periodo aveva fatto sì che si schiarisse le idee, che crescesse se anche di poco, che oltre all'ostentazione di quella signorilità intrinseca, Fitz si facesse di più contenuto e meno forma. Non aveva ancora avuto il piacere di rivedere la sala comune una volta finiti i lavori del castello. Il suo ultimo ricordo piacevole in merito è quel banchetto di Natale, consumato tra qualche risata amara e il sollievo di mettere nello stomaco il primo vero pasto dopo mesi. Quel bel ricordo passato in un'ormai allargata famiglia che volente o nolente si era andata a creare nei primi mesi del Lockdown, era stato presto strappato dai loro cuori dalla cruda verità dei fatti di quei giorni. Una settimana passata tra quei corridoi che già in precedenza conosceva a memoria. Una settimana in cui, Fitz aveva mantenuto la calma e si era curato per lo più di tenere in ordine casa sua. Di quel periodo, ciò che l'ha segnato maggiormente non è stato il perenne tentativo di molti di sfuggire al loro triste destino per sempre, abbracciando il freddo ma pur sempre rincuorante ventre della morte. Cià che lo ha colpito maggiormente è stato il modo in cui gli animi erano precipitati. Quella settimana è bastata affinché lentamente un interruttore diverso scattasse negli animi di tutti. Lo svergognato osservatore per antonomasia, aveva visto i volti dei suoi amici e conoscenti mutare sotto il peso del terrore di restare lì bloccati per sempre. Da bravo Corvonero in quel periodo Fitz aveva attinto a tutte le sue conoscenze da figlio di Rowena per tentare di sbloccare la sala; nulla era stato tuttavia sufficiente affinché potessero liberarsi. E quando finalmente le porte della sala si erano aperte, nella sua mente era risuonata una frase che egli stesso aveva pronunciato così tante volte con un tono malizioso. Attento a ciò che desideri. Scuote la testa cercando di stamparsi la più propositiva faccia possibile, tirando un lungo sospiro prima di salutare nuovamente il fantasma e sorridere orgogliosamente al corvo. Il primo grande sollievo che penetra nel suo animo appena varcata la soglia della sala comune è il rendersi conto che tutto è esattamente come se lo ricordava. In ordine, pulito, accogliente eppure al contempo leggermente freddo. Perché si sa, la torre Corvonero, rivolta a Nord, è la torre più fredda di tutto il castello, motivo per cui ha potuto osservare Fitz, dopo aver visitando e vissuto in tutte le sale a turnazione, dispone del caminetto più bello e più maestoso di tutte le sale comuni. Il Lockdown non lo vede solo come un periodo negativo - lo è e ogni giorni tenta di superare il trauma subito - ma anche come un momento di crescita. Mai ha avuto modo di toccare con mano la realtà di Hogwarts, viverla fino allo sfinimento, conoscendo e provando un senso di protezione verso tutti i suoi abitanti. Quelle persone erano diventate la sua famiglia, e quel luogo, una casa colma di ricordi da cui non si scappa.
    PnXI
    Si siede su una delle poltroncine in fondo alla sala mentre il Senior, nonché compagno di malefatte, Olivander, si alza in piedi pronto a dar loro il benvenuto. « A tutti voi, benvenuti! E ai vecchi amici, bentornati! » E quella situazione ha già tutto il sapore di casa. Gli sembra di tornare ai tempi in cui Greg era ancora Caposcuola e Presidente del Clavis e lui era ancora un ragazzino al suo quarto anno. Ai tempi era decisamente un folletto combina guai, molto più pronto ad agire d'impulso, senza considerare le conseguenze delle sue azioni. Un sorriso si scaglia sul suo volto, mentre ascolta con determinazione e una decisa nota d'orgoglio il discorso trionfale del Senior, passando di tanto in tanto lo sguardo sulla giovane Eris che dopo di lui ha avuto l'onore di essere Caposcuola, e infine sulla piccola Apple, le cui responsabilità stanno appena iniziando. « Questo è ciò che siamo, ragazzi. Corvonero non significa collezionare "Eccezionale" in pagella.. non solo! Significa saper prendere e apprendere da chi ci ha preceduto e insegnare a chi ci segue, perché la conoscenza rende liberi e ci permette di volare come il corvo del nostro stemma. Per questo, la nostra cerimonia di inizio anno si conclude con un passaggio di testimone. I ragazzi più grandi donano i propri appunti più preziosi agli studenti più piccoli. » E lì i suoi ricordi si fanno più vividi. Ogni anno, Fitz ha ricevuto in dono appunti dai compagni più grandi, di cui ha fatto tesoro per tentare di strappare la vittoria della coppa alle altre casate. E' sempre stato stranamente attaccato alle sue radici. Rowena per lui, era sinonimo di radice, tanto quanto lo erano le terre canadesi in cui ha passato i primi anni della sua vita e ha mosso i primi passi. E' qualcosa che ti entra sotto la pelle, che ti consuma. Non puoi sfuggire ai profondi segreti che il Cappello Parlante legge dentro di te. E infatti, Fitz è preparato quando si sciolgono le fila. Ha con sé gli appunti di DCAO che ha ottenuto due anni prima per il suo settimo anno, e che sono stati fondamentali per superare i MAGO appena sostenuti. Un risultato brillante quello di Fitzwilliam, che lo hanno portato a riconsiderare tutta la sua futura carriera universitaria, decidendo di impegnare le sue forze in qualcosa di socialmente utile, piuttosto che darsi all'egoistica quando - in verità - sana contemplazione dell'universo metafisico. Si alza dal suo posto e raggiunge silenziosamente una figura in particolare. Ben Weasley. Un tempo erano amici, poi si sono persi di vista, poi si sono ritrovati quando lui era finito nelle celle di Inverness per crimini moralmente ormai riconosciuti da tutti. Mai si sarebbe aspettato un simile comportamento da un Corvonero. E a ben vedere non era nemmeno l'unico. Sospira lungamente prima di allungargli la voluminosa cartella. Un gesto di pace? Forse. « Appartenevano a Robert Finch. » Te lo ricordi Robert Finch? Si era diplomato tre anni prima di loro, e dopo il diploma aveva strappato un tirocinio in infermeria a Hogwarts. E' stato uno dei primi a morire durante il Lockdown. La sua fossa l'aveva scavata lo stesso Fitz, in compagnia di Albus Potter in quei primi giorni in cui, inconsapevoli di cosa stesse accadendo, remavano controcorrente senza un'idea precisa di cosa ne sarebbe stato delle loro sorti. « Congratulazioni anche per quello.. » Continua con un ghigno risoluto mentre indica l'anello del Clavis che è stato donato a Ben pochi giorni prima. « Spero vivamente, Weasley, che questa volta non sprecherai tutte le occasioni che ti sono state date. » Fitz non è uno che serbi rancore, e in tutto quel casino tra le Logge era stato invischiato solo parzialmente. Non la sentiva come una sua lotta; ma non la sentiva nemmeno come completamente una lotta estranea al suo essere. « Il mondo avrà pure memoria corta, ma Hogwarts non dimentica. » Gli dà una leggera pacca sulla spalla, seppur il suo sguardo sia tutto fuorché il solito sguardo permissivo alla Gauthier. « Ti tengo d'occhio. » E dicendo ciò si congeda, dirigendosi piuttosto verso Olivander che ha appena finito il proprio rituale con Paciock, un altro promettente Corvonero, troppo intelligente per il suo stesso bene. « L'uomo del momento! » Asserisce dandogli un caloroso abbraccio, stringendogli fermamente la mano. « Non ho ancora avuto modo di congratularmi ufficialmente per quella spilla. » E dicendo ciò indica la spilla decisamente bella e scintillante riservata Senior. Un leggero sguardo rivolto a Paciock prima di indicarglielo col mento. « Hai trovato il tuo successore? Lo stai già istruendo? » Perché conosceva ormai abbastanza bene Greg da sapere che lui alle tradizioni ci teneva davvero tanto. Aveva questo senso dell'eredità da tramandare e raccogliere che a volte sembrava assumere significati quasi religiosi. Lo apprezzava per il modo in cui credeva in ogni cosa in cui si impegnava. Era stato ed è tutt'ora un'ispirazione per la sua casata. Ed è proprio allora che una testolina moretta entra nel suo raggio, obbligandola a frenare il moto della ragazza afferrandola con gentilezza per un braccio. « Adesso non si saluta più? Brava! » Scoppia a ridere prima di circondare le sue spalle con un braccio stringendola in un caldo abbraccio. « Congratulazioni nana. Siamo in buone mani. » Posa un bacio sulla testolina di Eris, prima di sorridere ad entrambi con un che di ambiguo. « Allora! Che piani abbiamo quest'anno per far tornare umili tutti gli altri? »

    Lo chiamavano l'uomo che si congratulava.

    Interagito con Ben, Greg ed Eris;
    Nominati Apple e Louis;


     
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    « Hai finito o no, Scamander? Forza, mi sto pisciando addosso!! » La testolina bionda si volta giusto per un istante in direzione della pesante porta che dà sul corridoio, che ha barricato grazie ad un incantesimo piuttosto semplice, il quale le permette di aprirsi solo a metà, una volta azzeccata la risposta dell'indovinello, senza tuttavia lasciare lo spazio necessario perché una persona possa entrare in Sala Comune.
    Si avvicina rapidamente alla porta, facendo capolino da quest'ultima solo con il viso, un'espressione sorridente e un po' colpevole dipinta sul volto, mentre incrocia lo sguardo esasperato del ragazzo. « Scusa scusa scusa scuuuuusa » dice, ripetutamente e con una certa foga, nel tentativo di sprecare meno tempo possibile lì. Greg e Eris saranno al castello di lì a poco e vuole che sia tutto pronto prima del loro arrivo. « Non puoi andare al piano di sotto? Ti autorizzo a usare il bagno dei Prefetti. Giuro, è pazzesco, ti piacerà. » Un sorriso a trentadue denti si allarga sulle sue labbra, appena prima che faccia scomparire il volto di Thompson spingendo la porta della Sala, e facendola sbattere con un tonfo secco. La prima azione da autorità di Apple Scamander: autorizzare l'ingresso del Bagno dei Prefetti ad uno studente qualunque, solo per toglierselo di mezzo in un momento di difficoltà. Andiamo benissimo, Pie, proprio una condotta esemplare. E mentre comincia a rimuginare su quanto ancora quella spilla sarà appuntata sul suo petto, e se non sarà confiscata prima del tramonto di quel giorno stesso, riprende ad occuparsi dell'organizzazione della Sala. Ha deciso di optare per un mood semplice e austero, sobrio come solo i Corvonero sanno essere. Ha ordinato delle piccole poltroncine al centro della sala, così da formare un piccolo cerchio, perfetto per la lettura iniziale programmata da Greagoir, e poi ha spostato il resto del mobilio ai lati della stanza, in modo da poter lasciare vuoto più spazio possibile, per la festa che inizierà subito dopo. Ha voluto tuttavia aggiungere alla sistemazione della sala qualche tocco personale, perché, lo sanno tutti, Apple di certo non è un tipo sobrio. Conclusa la sistemazione dei mobili, con dei brevi movimenti della bacchetta, ha visto sbocciare, tutt'intorno alla sala - appese ai muri, alle colonne e sopra il camino già acceso - delle piccole ghirlande composte da fiori di color blu intenso; queste ultime, pur nella loro semplicità, rendono già l'atmosfera più festosa, donando alla stanza un tocco di colore e particolarità in più, che spera i suoi compagni apprezzeranno. Quando sente di aver concluso la propria missione, con un altro colpo di bacchetta fa sì che la porta si spalanchi, lasciando entrare un gruppo di quattro ragazzi dell'ultimo anno che, a giudicare dalle loro occhiate scocciate, dovevano aver atteso lì fuori fin troppo tempo. La bionda rivolge loro un sorriso di scuse, un po' timido, e li guarda salire a passi pesanti su per le scale che portano i dormitori, mentre con l'aiuto della bacchetta stende una lunga tovaglia sul tavolo in disparte, lì dove progetta di posizionare tutte le cibarie che presto porterà Greg.
    « Hai fatto davvero un lavoro meraviglioso! Adoro la disposizione! » Arrossisce visibilmente, mentre un sorrisino timido si fa largo sulle sue labbra, sotto lo sguardo del nuovo Senior della casata. Apple ha sempre guardato con grandissima ammirazione a Greagoir Olivander, e la consapevolezza che proprio lui sarebbe stato il primo a giudicare il suo lavoro l'ha resa capace di rimboccarsi ancora di più le maniche, quel pomeriggio.
    « Dici? » chiede, con un po' di incertezza, le mani che si congiungono dietro la schiena, mentre il corpicino esile dondola a destra e a sinistra, mostrando tutta la sua agitazione. « Devo ammettere che non mi sento prettamente a mio agio con questa » confessa, indicando la piccola spilla color blu violetto che risplende sul suo petto, nuova di zecca. Non se lo aspettava. E, deve ammetterlo a sé stessa, un po' questo ruolo la spaventa. Abbassa lo sguardo un poco, mordendosi il labbro inferiore, per poi spostare lo sguardo su Eris, che è appena arrivata. « Ho paura di... non so, è stupido. » Si stringe nelle spalle, con una certa innocenza, mentre gli occhi azzurri vagano in modo apparentemente distratto sulla sala imbandita, ancora vuota degli ospiti attesi. Quel posto non le è mai sembrato troppo difficile da governare. I Corvonero non sono i Grifondoro, scalmanati e incorreggibili, impossibili da gestire, e non sono nemmeno i Serpeverde, egoisti e talmente ambiziosi da non essere mai capaci di annullarsi per fare gruppo. I membri della casata di Priscilla sono calmi e pacati, attenti e curiosi, estrosi, talvolta, ma sempre dediti a fare il possibile per il bene della casata. Raramente si cacciano nei guai, o creano problemi. La casata perfetta di cui essere Prefetto, insomma. « Non credo di poter essere brava come voi. Cioè, lo spero, ma so che farò fatica. » Fa spallucce, con semplicità, e decide di tagliare quel discorso così, perché è una serata di festeggiamenti e lei non vuole far sorbire a nessuno le proprie lagne immotivate. L'ulteriore complimento di Olivander la fa arrossire un po' di più, mentre sospira profondamente, e si sente già più tranquilla. Un pochino più... leggera.

    « ...Ma qui dentro, la vera autorità è una sola quindi vi invito a fare un bell'applauso al nuovo prefetto di Corvonero, Apple Scamander! » Scatta in piedi dalla sedia, la giovane Scamander, improvvisamente colta da una frenesia nuova, forse data dalle parole di incoraggiamento dei due Senior, o magari da quello stesso applauso educato ma energico che i suoi compagni le riservano. Sorride a tutti, piegando leggermente il capo di lato, lusingata dall'affetto, e attende che gli applausi vadano a scemare, per poter parlare.
    « Grazie ragazzi » dice, incapace di trattenere quel suo sorrisino soddisfatto. « Devo ammettere che anch'io come molti di voi, forse, sono stata sorpresa da questa carica, ma non vedo l'ora di cominciare questo anno con il piede giusto. » Annuisce, decisa. « So che tornare al castello per molti di noi riporta brutti ricordi, e so che non sarà facile attraversare questi corridoi, e finanche questa stessa Sala Comune, con la spensieratezza che avevamo un anno fa; però non dobbiamo dimenticarci che questa è casa nostra. Questa torre, i corridoi, le aule, appartengono a noi e a nessun altro. Quindi cerchiamo di riempirle di nuovi ricordi meravigliosi come solo noi siamo in grado di fare. Lo dobbiamo a noi stessi, specie dopo gli ultimi mesi trascorsi. Mi raccomando. » Annuisce, con determinazione, mentre gli occhi celesti passano in rassegna quei volti conosciuti, insieme a quelli dei nuovi arrivati. « Sarà un anno fantastico. Me lo sento » dichiara alla fine, prendendo la mano di Eris e stringendola forte, mentre le rivolge un sorriso sincero, anche se un po' incerto, che poi estende a tutti i presenti. O almeno lo spero. Perché ne ho tremendamente bisogno.
    Torna a sedersi subito, lasciando che sia allora Eris a parlare, e rimane in silenzio, in ascolto religioso, anche quando Greg mostra ai nuovi arrivati il diario di Priscilla. Più volte, negli ultimi anni, Apple si è ritrovata a pronunciare quelle due parole, anche nel bel mezzo della notte, con un fil di voce, per poter consultare la saggezza della fondatrice della sua casata. In quelle pagine vi erano nascoste tutta la forza e la tenacia di una donna che aveva lottato fino alla fine, e che aveva reso la propria mente la sua più grande arma. Ascolta il passo scelto da Greg con gli occhi chiusi, isolandosi completamente dal contesto che la circonda: per quei pochi minuti di lettura restano solo le parole di Priscilla che vorticano nella sua testa, ammorbidite dalla voce carezzevole di Greg. Non è del saggio uomo di campagna seminar un solo seme e aspettare speranzoso ch'esso fiorisca: molti semi egli pianterà e attenderà in primavera un campo colmo di fiori. Quelle parole sembrano colpirla più di tutte, ed in quell'istante, con gli occhi ancora chiusi, si ritrova, quasi istintivamente, a portare una mano sul cuore. Quel campo di fiori, pensa la giovane Scamander, mentre un sospiro leggero lascia le sue labbra piene, adesso è sua responsabilità. Questo la spaventa e la emoziona insieme, ma, tutto sommato, sente di avvertire una bella sensazione.
    E poi ecco il rito degli appunti. Durante le feste inaugurali dei quattro anni precedenti, Apple sa di aver collezionato piccoli gioielli in forma cartacea, di cui è incredibilmente gelosa. Per questo motivo tira fuori dalla propria borsa un piccolo quadernino di suoi appunti personali di Cura delle Creature Magiche. Una sorta di lista delle creature studiate nel corso dell'ultimo anno, con ogni pagina dedicata ad un animale diverso, adornata da un piccolo disegno di quest'ultimo fatto da lei. Mentre gli altri cominciano già a scambiarsi i propri averi, lei trotterella fino alla giovane Francis Gerbert, del secondo anno, e le porge il quadernetto con un enorme sorriso sulle labbra. « Ecco a te. Una specie di... riassunto di Cura delle Creature. Sono riuscita pure ad animare alcuni disegni con la magia. Spero possa esserti utile! » E così come è arrivata, trotterella via, col sorriso sulle labbra.
    Raggiunge Alexandra, poco più in là, che pare starsene in disparte rispetto al resto. Le rivolge uno sguardo un po' apprensivo, per poi porgerle un bicchiere di Acquaviola che ha recuperato poco fa dal tavolo delle bevande. « Tutto bene? » La sua nuova compagna è una tipa senza dubbio particolare. Forse è perché viene dal Canada, e per lei è tutto completamente nuovo, eppure perfino Apple non ha potuto fare a meno di notare quanto la ragazza sia un po' sopra le righe. Tuttavia è anche molto dolce, ed una delle sue missioni personali, ha deciso, è quella di farla integrare il più possibile con il resto del gruppo. « Allora, ti stai divertendo? Qualcuno ti ha regalato già i suoi appunti? Hai già adocchiato qualcuno carino? » E a queste parole entrambe le sopracciglia saettano verso l'alto, in un'espressione eloquente, mentre le dà una gomitata amichevole. « Mi raccomando eh, punta in alto. »
    Sta ancora chiacchierando tranquillamente con la ragazza, quando sente qualcuno chiamarla alle proprie spalle. « A-Apple? » Si volta, ed il suo sorriso si allarga immediatamente nell'istante in cui incontra il viso di Louis Paciock. « Ti volevo dire…fare…cioè, auguri! Chi lo avrebbe mai detto che saresti…Nonono, non che avessi dubbi a riguardo, il fatto che tu sia diventata
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    prefetto è davvero…s-sono strafelice per te, insomma, è bello sapere che ci sia tu al timone. Sarai un perfetto caposcuola! ….volevodireprefetto. Un perfetto prefetto ah-ah-ah, scusami per il gioco di parole, non volevo. »
    Gli occhi chiari sembrano illuminarsi, mentre la sua risata cristallina riempie lo spazio tra di loro. È divertita ma al contempo intenerita dall'essere tanto impacciato del ragazzo, e per questo motivo gli poggia una mano sulla spalla, accarezzandola delicatamente.
    « Grazie, Louis. Significa tanto per me » annuisce, convinta. « In realtà pensavo, in tutta onestà, che avrebbero scelto te. Secondo me lo avresti meritato di più » dice, con sincerità, e poi si stringe nelle spalle con fare dispiaciuto. Louis era sempre stato uno studente particolarmente brillante e impegnato, molto più di molti altri. Apple, per quanto brava a scuola e ligia al dovere, aveva certamente qualche piccola pecca nel suo curriculum. Come quella volta in cui è finita al San Mungo per colpa delle droghe di Artie. Sì, insomma, roba di poco conto, che il nuovo preside deve avere ignorato bellamente. Le dispiace, un po', per questa palese ingiustizia, tradita un po' dagli stessi occhi del ragazzo, e vorrebbe trovare un modo per rimediare. « Sai che c'è » dice allora, stringendosi nelle spalle, per poi prenderlo per una mano. Lo trascina con sé fino agli scalini che portano al dormitorio maschile, e ne sale qualcuno, intrufolandosi nella scala a chioccola, in modo che entrambi spariscano dalla visuale di tutti i presenti. Poi si volta verso di lui, guardandolo dall'alto. « Voglio proporti una cosa. Ma solo se ti va. » Tira fuori la bacchetta dall'elastico dei collant, per poi puntarla sulla propria spilla. « Gemino » pronuncia, a bassa voce, ed un'esatta copia va a posarsi sul suo palmo aperto. « Quest'anno sarò completamente da sola. Voglio dire, Eris e Greg aiuteranno, ma è chiaro che al castello ci staranno poco, e avranno altro a cui pensare. E non mi piace l'idea di dover fare le ronde notturne da sola. Ti andrebbe... mmmh... di essere il mio vice, ecco? Non deve saperlo nessuno a parte noi due. » Si stringe nelle spalle, con semplicità, mentre si allunga ad appuntare la spilla sulla camicia di lui, attenta a scostare la giacca, in modo che, una volta chiusa quest'ultima, l'oggetto non sia visibile a nessun altro. « Saremmo due partner in crime. Possiamo anche scegliere chi fa il poliziotto buono e quello cattivo, e, sai... cose così. Insomma, io mi sentirei molto, molto meno sola in questa cosa. Allora, ci stai? »

    interagito con Greg, Eris, Alexandra e Louis
     
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    « Sparisco quando pronunci il mio nome. Chi sono? » Rotea gli occhi al cielo e sbuffa, il giovane Douglas, un po' scocciato. Non che non gli faccia la gola l'idea di mettere alla prova la propria astuzia, e dare un motivo agli amici Corvonero di rosicare, come succede ogni volta che qualcuno esterno alla loro casata riesce a entrare nella loro Sala Comune; eppure riesce a sentire dal corridoio la musica proveniente da dentro ed il vociare degli studenti, e l'ultima cosa che ha voglia di fare è restare fermo in quel piccolo spazio in attesa di risolvere un enigma.
    « Devi essere Fitzwilliam, per forza. » Una battuta sarcastica che lo fa sorridere sommessamente, mentre si stringe nelle spalle e allarga le braccia, quasi esasperato. Un ragazzino, un Corvo probabilmente del primo anno, sosta alle sue spalle, in paziente attesa di poter raggiungere i propri concasati. Lo sguardo cade su di lui, e le iridi chiare del ragazzo sembrano farsi più curiose. « Dimmi un po', tu da quanto sei qua? » se la ride, tra sé e sé, mentre lo stemma di Corvonero, sulla porta decreta che, ovviamente, la risposta appena data dal giovane non è corretta.
    Il bambino si stringe nelle spalle, timidamente. « Da una mezz'oretta... circa... Non mi viene in mente niente... » Il ragazzino lo guarda, visibilmente disperato, alla ricerca di un aiuto. Un mezzo sorriso si apre sulle labbra piene del ragazzo, appena prima che si volti nuovamente verso la porta, un'espressione beffarda dipinta sul volto.
    « Dai, scherzavo. Sei il silenzio. Ora ci fai entrare? » Non ci sono risposte dalla porta d'ingresso della Torre di Corvonero, semplicemente uno scatto della porta lo informa del proprio successo, mentre quest'ultima si spalanca di fronte a loro, per rivelare la piccola Sala Comune blu-argento. Il giovane Serpeverde mantiene la porta aperta e lascia che il primo ad
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    entrare sia il ragazzino, subito raggiunto da un gruppo di compagni della sua età, visibilmente preoccupati per il suo ritardo. Lascia allora che la porta si chiuda alle sue spalle, e si fa strada in mezzo ai presenti. Sono nel pieno dei festeggiamenti, e in pochi sembrano accorgersi che Douglas, lì, non ci dovrebbe proprio stare. Rivolge un sorriso divertito ad una ragazzina che pare guardarlo in cagnesco, per poi arrotolarsi un po' le maniche della camicia e proseguire verso le facce più note.
    « Questa cosa degli indovinelli è proprio crudele » si annuncia così, spuntando apparentemente dal nulla in mezzo a Greg e Fitz, rivolgendo un rapido sguardo ad entrambi, accompagnato da un piccolo ghigno. « C'era un primino qui fuori che non riusciva a entrare da mezz'ora. Capisco che dovete far vedere al mondo quanto siete scaltri, ma per lo meno dite al Cappello di fare una selezione più rigida. Quello lì non era capace nemmeno di allacciarsi le scarpe, figuriamoci di riuscire a entrare qua dentro da solo. » Ridacchia, sommessamente, mentre solleva una delle bottiglie sul tavolo delle bevande e ne scruta l'etichetta, curioso. Qualche istante dopo annuisce e, come in segno d'approvazione, versa il contenuto nel proprio bicchiere, per poi prenderne un sorso. È contento che, per lo meno, non abbiano fatto scegliere le bevande a quella fattona della sorellina di Scamander. « Cooomunque... » riprende, appoggiando un gomito alla spalla di Fitz, e puntando l'indice prima su Greg, e infine su di lui. « Siete due stronzi. Potevate dirlo che c'era una festa qui. Mi sento escluso, davvero. Soprattutto da te. » E a questo punto guarda Fitzwilliam, fingendo un'aria delusa. Finisce in un sol sorso il contenuto del proprio bicchiere, per poi riprendere a parlare. « Ti ho mandato qualcosa come... tipo... cinque patronus. Degnarti di rispondere? » Scuote piano la testa, cogliendo allora lo sguardo del giovane Olivander, come a cercare almeno in lui la comprensione che gli serve. Sempre il solito Fitz. Sfuggente, distratto e deliberatamente menefreghista. Ma gli vogliono bene nonostante tutto. « Mmmh, tua sorella? » chiede, sollevando entrambe le sopracciglia e guardandosi velocemente intorno, alla ricerca della chioma corvina, forse una punta d'interesse di troppo nella voce. « Si è calmata o fa ancora richieste assurde? » ridacchia, lanciando al ragazzo uno sguardo di intesa. Gli ha raccontato di come Alexandra gli abbia chiesto, settimane prima, di poter vedere l'interno della Domus Aurea, con così tanto candore. È sicuramente una situazione difficile da gestire, specie considerato che nessuno degli altri è a conoscenza del fatto che il loro Patto Infrangibile adesso ha una falla. E che quest'ultima va monitorata quotidianamente, perché, sebbene abbia le parvenze di una ragazza di diciassette anni, in realtà è praticamente appena venuta al mondo. Sospira, un po' pensieroso, e quando alla fine, guardandosi intorno distrattamente nella stanza, coglie gli occhi azzurri della mora, le rivolge un sorriso, e sventola una mano nella sua direzione.
    Si concede qualche bicchiere ancora di Acquaviola, forse qualcuno di troppo, e mentre Fitzwilliam si allontana per parlare con Eris - verso la quale rivolge un rapido saluto - lui rimane con Greg, in un angolino. Solleva il bicchiere colmo nella sua direzione, a mo' di brindisi. « Allora... A quanto pare quest'anno ci faremo la guerra. Non ho bisogno di dirti che io e Percy siamo agguerriti. » Un sorriso beffardo piega le sue labbra, prima di trasformarsi in una risata. Non ce n'è per nessuno. E, per quanto ora che sono universitari dovrebbero stare lontani dalle logiche di competizione di Hogwarts, per certi versi sa che sarà impossibile. Non quando ha Percy come compagno, e la Morgenstern e la Potter come avversari, oltre che Greg e Eris. Una sfida fin troppo succulenta, insomma. Lascia qualche pacca vigorosa sulla spalla dell'amico. « Congratulazioni, comunque. Nessuno si meritava questa spilla di più. Ma vi stracceremo comunque, di qualunque cosa si tratti. » E poi ridacchia, divertito, prima di far scontrare il proprio bicchiere con quello del ragazzo.
    Venuto a rompere le palle agli amici corvi <3
    Salutate Alexandra ed Eris
    Interagito con Greg e Fitz



    Edited by « stupor mundi » - 13/11/2018, 19:31
     
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    a curse of asphalt

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    "Signorina Douglas." Christabel interruppe il proprio passo veloce immediatamente, strizzando gli occhi nell'espressione di chi è consapevole di essere stato beccato. Cazzo cazzo cazzo. Lentamente - moooolto lentamente - si voltò verso il punto da cui proveniva quella voce, mostrando uno smagliante sorriso al custode. "Signor custode. Una bella serata, non trova?" A quelle parole, l'uomo sollevò un sopracciglio con aria eloquente, incrociando le braccia al petto. "Stava andando nella sua sala comune, immagino." Ovviamente, no, Chris non stava andando in sala comune. E il suo abbigliamo era piuttosto rivelatore in quanto a intenti: stava andando dritta dritta al Pandemonium. Ma quello non poteva dirlo e quindi, richiamando a sé tutta la disinvoltura che aveva in corpo, annuì fermamente. "Ovvio che stavo andando in sala comune. Però sa, il mio gatto - un vero farabutto quello lì, mi faccia sfogare - è scappato e non riesco proprio a trovarlo da nessuna parte. Lo sapevo io che dovevo dare retta ai miei quando mi dissero 'tieniti solo il gufo, Christabel, i gatti sono solo una rottura di scatole'. Ci avevano visto lungo, dico bene?" L'uomo, per nulla impressionato dalla parlantina della Corvonero, rimase semplicemente a guardarla in silenzio, piuttosto eloquente anche solo nello sguardo. Eloquente al punto in cui la ragazza si trovò a sorridere e annuire con fare imbarazzato, concludendo poi con un battito di mani e indicando la direzione delle scale. "Beh, immagino che le mie ricerche si concludano qui. Me ne tornerò alla mia sala..lasciando Faust al fresco." "Sì, credo sia la cosa migliore." "Buonanotte signor custode." "Buonanotte Douglas."
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    A piedi scalzi, con i tacchi tra le mani e la faccia mogia di chi si era visto scombinare i piani, la Corvonero se ne tornò a testa bassa verso il proprio dormitorio, totalmente ignara di ciò che vi avrebbe trovato dentro dopo aver risposto all'indovinello del battente ed essere entrata. C'era poco da stupirsi, dunque, se la sua prima reazione nel trovarsi tutta quella gente in piedi fu di aggrottare la fronte e aprire leggermente la bocca con fare stupito, guardandosi intorno interrogativa. Una reazione che, tuttavia, andò presto a sciogliersi in un grosso sorriso, vedendola rimettersi le scarpe in tutta fretta, saltellando su un piede e poi sull'altro con fare estasiato. "Oh che bella sorpresa. Se Maometto non va alla montagna, la montagna andrà da Maometto, no?" disse, rivolta alle persone accanto a lei - gente che non conosceva e che la guardò immediatamente come fosse fuori di testa (complice probabilmente quel vestito di paillettes argentate che poco si intonava allo standard generale). "A tutti voi, benvenuti! E ai vecchi amici, bentornati!" E già da lì, Christabel fece un applauso..facendo voltare tutti, dato che nessuno si mette ad applaudire all'inizio di un discorso. Sguardi torvi a cui rispose stringendosi nelle spalle sulla difensiva, come a dire 'che c'è? Ho sbagliato? Non è così che si fa ogni volta che Olivander apre bocca?' "Ai nuovi arrivati, io sono Greagoir Olivander e lei è Eris MacBride. Siamo i vostri Senior, un modo particolarmente pomposo per dirvi che potrete venire da noi per qualunque vostro problema. Ma qui dentro, la vera autorità è una sola quindi vi invito a fare un bell'applauso al nuovo prefetto di Corvonero, Apple Scamander!" E qui, finalmente, il suo applauso non fu solitario, sebbene la giovane Douglas si fosse sentita in vena di mettersi poi due dita in bocca per lanciare un fischio di apprezzamento all'amica ormai spillata. Ciò che seguì fu un breve discorso e una lettura dal diario di Priscilla Corvonero - roba potente, roba che solo Olivander poteva tirar fuori dal cappello. Greg era sempre stato una leggenda nella loro casata, il Corvonero perfetto, spesso portato a esempio da insegnanti e compagni per fornire un modello non da ricalcare passivamente, ma da guardare come bussola di valori. E per molti anni, la piccola Douglas aveva provato in maniera impeccabile ad esserne all'altezza, scoprendo solo quando era ormai troppo tardi che essere all'altezza di qualcuno non significava sforzarsi ad essere ciò che non si è per essere qualcun altro. Quando Greg finì di parlare, dunque, si slanciò in un altro applauso sentito, il volto illuminato da un sorriso di pura delizia a quelle parole di incoraggiamento rivolte ai concasati. Con un colpo di bacchetta richiamò alcuni dei suoi appunti presi nei primi di anni di scuola, decidendo di partecipare all'iniziativa pur senza essere propriamente tra gli studenti più grandi. Con un sorriso li donò a una ragazzina che, dall'espressione curiosa, sembrava essere una nuova recluta del primo anno. "Fanne buon uso, compare, ci ho dedicato più tempo di quanto avrei dovuto. Spero che a te possano essere utili per risparmiarlo." le disse, rivolgendole un occhiolino prima di voltarle le spalle e trotterellare felice verso il tavolo del rinfresco, mettendosi tra i denti uno zuccotto di zucca per avere le mani libere nel versarsi un generoso bicchiere di acquaviola. Stava per dirigersi verso Apple, quando la sua attenzione venne catturata da una presenza che la lasciò interdetta, bloccandola sul posto. "Nate?" chiese stupita, rivolta al cugino, con un'espressione a metà tra il confuso e il divertito. "Sei venuto a spiare la concorrenza oppure hai deciso di chiedere asilo politico ai figli di Priscilla?" ma non gli diede nemmeno il tempo di rispondere, mettendo le mani avanti e scuotendo il capo vigorosamente, con una risata "No no no, non me lo dire. Lo so io perché sei qui. Perché quest'anno passato senza la tua cugina preferita è stato una tortura e ora sei così disperato di recuperare il tempo che hai deciso di mettere da parte l'orgoglio e la tua travagliata storia romantica con Percy Watson per passare più tempo con me. Awwwww, che carino, non dovevi!" Aveva sempre voluto un gran bene a Nate, che per tutta la sua vita aveva visto come una sorta di fratello maggiore. Lui, probabilmente, era una delle persone che più gli era mancata durante l'anno trascorso in riabilitazione, e sebbene negli ultimi mesi si fossero visti più e più volte, le circostanze in cui il mondo magico si era trovato non aveva permesso loro di condividere veri e propri momenti di serenità. Così, pur sapendo quanto il cugino non fosse tipo da smancerie, liquidò ogni possibile rimostranza da parte sua, abbracciandolo con tutta la forza che il suo essere uno scricciolino avesse a disposizione. "Per solidarietà mi imbucherò a qualunque cosa voi Serpi decidiate di organizzare." disse, aggrottando poi la fronte con aria pensosa "..a meno che non abbiate già fatto una festa super segreta. In quel caso fa niente. Anzi, no, fatene un'altra, ma un po' meno super segreta..abbastanza da farmelo sapere, ecco."
    Dopo aver fatto un po' da piattola al cugino - obbligandolo a diversi shot di acquaviola, ogni volta con un brindisi/alibi diverso -, quel piccolo folletto dai capelli biondissimi, con un po' di alcool ormai in circolo, trotterellò tutta allegra verso il punto della sala in cui si trovavano Apple e Fitz, infilandosi in mezzo ai due per prenderli a braccetto. Fece per aprir bocca quando vide Louis Paciock passare accanto a loro, e tanto bastò a tirarlo per un braccio e fare di quel terzetto un quartetto. "Potrei avere dei fuochi d'artificio in camera." Perché? Perché era Christabel. Farsi domande non è il giusto approccio per interagire con lei. "Asserto 1: la nostra è la torre più alta. Asserto 2: le altre casate ci danno per scontati e noiosi. Tesi: facciamo vedere al resto del castello chi comanda quest'anno." e detto ciò rivolse a tutti e tre uno sguardo eloquente "La mia TED Talk finisce qui. Ho la vostra complicità?"
    Interagito con Nate, Apple, Fitz e Louis
    Citato il santissimo (Greg)



    Edited by psychomachia - 15/11/2018, 19:23
     
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    Ravenclaw pride
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    Aveva fatto giusto in tempo a sgattaiolare dentro la sala comune, guardarsi intorno alla ricerca di una testolina riccia dall'aria familiare e sedervisi accanto prima che la santissima trinità corvonero iniziasse con il discorso di inizio anno. « La stavi occupando per me? » chiese sornione a Louis, scompigliandogli un po' (di più) i capelli. Sarebbe stato strano non averlo attorno per la prima volta dopo chissà tanto e, tra le priorità che Hugo si era dato, una di queste era far sì che la loro amicizia non si affievolisse solo per la "distanza". Una distanza in realtà irrisoria, dato che Hugo aveva finalmente completato il trasferimento: aveva ottenuto una camera nel campus, divenendo così a tutti gli effetti un universitario. Un adulto. Con un cenno del capo, invitò Paciock a seguire il discorso di Greg, al quale rivolse un caldo sorriso. Lo trovava bene, tutto sommato; come se non fosse successo granché e quella cerimonia fosse la naturale conseguenza di vacanza estive assolutamente canoniche. E' come una bugia. Una bugia bianca resta sempre una bugia, di questo ne sono sempre stato convinto. Ma ora.. ora credo di aver capito che non può essere tutto bianco e nero. Le sfumature sono importanti. No, sono vitali! Accavallò le gambe e ascoltò i due senior ed Apple, il nuovo prefetto, prendere parola. Per ognuno di loro, applaudì e insieme al coro di concasati si congratulò. Non conosceva la giovane Scamander se non come compagna di casata e poco più ed era naturale che, in cuor suo, avrebbe dato la spilla a Louis. Come l'avrei data a me stesso l'anno scorso. Anche questo, tuttavia, l'aveva aiutato a crescere. Lo Hugo che sedeva in mezzo agli altri studenti era quanto mai diverso dallo Hugo che solo un anno prima aveva assistito al banchetto indetto da Edmund Kingsley: era profondamente cresciuto e, sì, si era profondamente rafforzato. Un anno prima era un bambino che giocava a fare il detective e a cui piaceva sfruttare il dono che Madre Natura gli aveva dato per smascherare le bugie altrui e sentirsi intellettualmente superiore; adesso, Hugo Weasley si sentiva un giovane uomo e non per via del diploma preso solo pochi mesi prima. Le profonde sofferenze lo avevano reso tale, l'aver toccato il punto più basso dell'abisso, l'aver sentito la morte scivolargli nelle ossa e spogliarlo di tutto. Una sensazione che non avrebbe saputo descrivere a parole ma che dimostrava coi fatti. Quando Greagoir decretò finita la lettura del Diario di Priscilla e diede ufficialmente il via allo scambio degli appunti, stava giusto per alzarsi e consegnare i propri quando vide Olivander avvicinarsi. E no, non si sta avvicinando a me. Con un sorriso piuttosto divertito osservò la scena tra Greg, alto ed elegante come sempre, e un piccolo e balbettante Louis. Scoppiò a ridere, Hugo, una volta che il senior si fu congedato - non senza prima averlo abbracciato e congratulatosi con lui. « Qualcuno qui ha fatto colpo, eeeh? Vecchia volpe di un Paciock! » cinguettò assestandogli due piccole gomitatine sul fianco. « Guardalo come si è arrossito! » Comprensibile, davvero tanto. Olivander non era davvero il tipo dietro cui sarebbe morto Hugo, perché era davvero troppo!, ma sarebbe stato falso dire che perfino lui non ci avesse fatto due o tre pensieri, a suo tempo. « Io te lo dico, con quelli hai svoltato il corso! Forse... tre? O quattro anni fa a me ha regalato i suoi appunti di Pozioni. Ti dico solo che erano corredati di scale di equivalenza per le unità di misura. E dire che pensavo di essere io quello ossessivo compulsivo! » E a proposito di appunti da scambiare, era giunto il momento di Hugo. Salutò Louis con la promessa di ripescarlo durante la festa per aggiornarsi sulle ultime vicende e si avvicinò verso una ragazza dal viso conosciuto che però era rimasta in disparte. Le si leggeva in viso una viva curiosità ma al tempo stesso la tremenda sensazione di non far parte del gruppo. Un mondo in cui io sono quello che del gruppo fa parte.. deve senz'altro essere una storyline AU! « Alexandra? Ti ricordi di me? » abbozzò un sorriso timido verso la giovane Gauthier. Alexandra e Hugo si erano incontrati a Inverness e avevano fatto parte della "stessa squadra". Ironicamente, Hugo era stato il più inutile di tutti i Sin Eater: ai tempi del lockdown il profondo trauma aveva fatto sì che il gene non si attivasse, non permettendogli di aiutare Albus e gli altri durante l'evasione; successivamente, non era riuscito a ricongiungersi con il proprio lycan. In cuor suo sapeva fosse Andres, l'aveva sempre saputo, ma di lui aveva perso ogni traccia. « Magari tutto questo ti sta sembrando un po' bislacco.. o forse no, vero? In ogni caso ci teniamo, ci fa stare uniti. E dato che sei ufficialmente una di noi, ecco. Considerali come un regalo di benvenuto. Sono schemi di trasfigurazione, li ho buttati giù durante il ripasso finale per i M.A.G.O. » e ora sono tuoi. « Sarà tosta ritrovare un equilibrio in questa.. nuova realtà. Non ricordo neanche più quand'è l'ultima volta che siamo stati in pace! Speriamo di riuscirci. » Non aveva neppure idea, Hugo, di quanto fosse stata scombussolata la vita di Lexie Gauthier, ma aveva bene in testa quando lo fosse stata la sua. Quell'augurio era rivolto ad entrambi, moralmente estendibile a chiunque avesse avuto un ruolo nell'ultima grande guerra, ma intimamente era un augurio che fece a sé stesso. Se voglio ritrovare l'equilibrio, però, devo lasciarmi indietro i problemi. Su molte questioni ce la stava facendo ma una era ancora irrisolta, la più intricata di tutte. E sta seduta poco lontano. Una volta lasciatosi la canadese alle spalle, dunque, si avvicinò silenziosamente a suo fratello Ben e gli si sedette accanto, con gli occhi nocciola rivolti in avanti. Hugo aveva saputo, come tutti, la pesante implicazione di Benjamin nell'intera faccenda. Che eri strano lo sapevo ma non avrei mai potuto immaginare quanto. Anche l'essere amico di Sanders o di Cavendish non li ho mai presi come indizi. Pensavo solo fossi un po' ammattito. Non avevano parlato granché, dal suo ritorno; quasi nulla, in effetti. Ben aveva poi passato il suo periodo di internato al centro di igiene mentale e Hugo, semplicemente, non ci aveva pensato su. Buttarsi a capofitto negli esami di diploma e nell'immatricolazione al corso Auror era stato catartico, per lui. Ma tu sei qualcuno che non posso accantonare così, dal giorno alla notte. Sei mio fratello. Sospirò, sfregandosi le mani. « Giusto l'anno scorso mi facevi terrorismo psicologico per scoprire chi avessi votato, alle elezioni da caposcuola. Pensavo che qualcuno peggiore di quel Trambley non ci potesse essere. » Di certo non mio fratello. Ma tu lo eri, vero? Eri di gran lunga peggio di quel teppista con le pezze alle maniche. Gli lanciò un'occhiata, erano seri e pesanti i suoi occhi. Non ce la faceva a riderci e scherzare, non ancora. Ma non ce la faceva neppure ad abbandonarlo. Non voglio farlo. Non voglio lasciarti indietro. Sei la mia famiglia, tutto ciò che ho. E diamine se ti voglio bene, nonostante tutto. « Spero che per te sia un anno.. tranquillo, Ben. Ora come ora, non riesco davvero ad immaginarmi un anno migliore, per entrambi. » "Tranquillo" era tutto ciò che Ben avrebbe potuto schifare, almeno in passato. Ma sei cresciuto anche tu, forse più di tutti noi. Perché noi siamo stati vittime, ma tu eri vittima e carnefice insieme. Hai il privilegio di ben due punti di vista diversi. « Ce la metteremo tutta perché lo sia. Che ne dici? Se non altro per mamma. » Hermione Granger era sempre stata una strega forte e carismatica, ma perdere entrambi i suoi figli - letteralmente o metaforicamente che fosse - l'aveva devastata. Solo nelle ultime settimane aveva dato segni di ripresa ma chissà per quanto sarebbe durato il processo di guarigione. E noi? Quando guariremo noi?

    Interagito con Paciocchino, Lexie e Ben!

     
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    Le coincidenze non esistono e nemmeno quella in particolare lo era per davvero. In fondo aveva deciso di andare a trovare Greg sin da quella mattina; la voce di una festicciola tra i Corvonero aveva semplicemente spinto Beatrice a posticipare i suoi piani. Era curiosa di scoprire come i Corvi portassero avanti i tradizionali festeggiamenti d'inizio anno, che dovevano essere certamente molto diversi da quelli dei figli di Godric. In più, una punta di curiosità e di masochistica nostalgia aveva condotto i suoi passi a dirigersi verso il luogo in cui si è sentita maggiormente priva di speranza e del tanto agognato controllo che ostentava sempre. Consoceva ormai ogni centimetro della sala comune Corvonero, così come le conosceva nel dettaglio tutte quante, ma mai l'aveva più vista messa a nuovo dopo l'inizio del Lockdown. Quello era in fondo anche e soprattutto un modo per esorcizzare i vecchi ricordi, rimpiazzarli con altri nuovi, più lieti, meno tristi. Meno esasperanti. Dopo la Restaurazione, Beatrice Morgenstern aveva iniziato ad accusare maggiormente tutti i colpi degli anni precedenti. Era come se, avuta l'occasione di adagiarsi, si era resa conto di quanto profonde fossero le sue ferite. Le aveva cauterizzate, ancora e ancora, ma alla fine, per una pronta guarigione, aveva bisogno di curarle effettivamente, motivo per cui aveva persino iniziato a parlare nuovamente con uno dei monaci di Tatev giunti a Inverness sotto sua specifica richiesta. Non aveva bisogno di psicologi, Beatrice. Di quelli non si sarebbe mai fidata. Gli unici che avrebbero potuto rimetterla a nuovo erano i suoi vecchi maestri. « Si può fare tra un uomo ed una donna, tra due uomini, ma non tra due donne. Che cos'è? » Corruga la fronte Beatrice di fronte al corvo che sembra sfidarla apertamente. Solleva un sopracciglio e ci pensa un po' su. E' davvero bizzarro il modo di accesso alla sala comune Corvonero, un'esperienza che quanto meno durante il Lockdown si sono potuti risparmiare. « Scommetto che se non rispondo, non mi fai passare vero? » Tamburella le dita sulla scatola che ha tra le braccia continuando a cercare una soluzione. Le sembra di averla in pugno, ma non riesce ad afferrarla. Certo, per i Corvi d'altronde è facile. Nel corso degli anni ne sentono così tanti che alla fine hanno un tale allenamento mentale da riuscire a indovinare qualunque cosa. Si rende conto solo allora che quel meccanismo perpetrato all'infinito per anni ed anni è un modo straordinario per affinare il proprio intuito e anche le proprie capacità deduttive. « Sono le regole, Beatrice Morgenstern. Non si entra senza aver indovinato. » Alza gli occhi al cielo sospirando. E dopo un po' una lampadina sembra accenderlesi nella testa. « Andiamo, lo so, me l'hanno pure fatta fare più volte di quanto avessi voluto. La confessione. » La serrature della porta che dà sulla sala comune si apre. « Corretto. » « Più corretto del tuo umorismo.. » Commenta tra se e se, mentre si immerge nella sala a festa già cominciata. L'atmosfera è distesa ma decisamente allegra, e seppur Beatrice sa di non essere prettamente a casa, si sente come se lo fosse. Quei mesi passati tutti assieme in cattività, hanno reso il castello un po' meno incline a vedere nemici ovunque si voltassero. Quella luogo era parte ormai della sua storia personale, dei suoi ricordi. Lì aveva passato i sette giorni più lunghi della sua esistenza. I primi occhi che incontra sono quelli di Hugo a cui sorride prima di abbracciarlo calorosamente. E' stata felice di saperlo sano e salvo quando finalmente si erano rincontrati a Inverness; la sua natura particolare poi, li aveva avvicinati, volente o nolente più di quanto lo fossero in precedenza. « Ho sentito che quest'anno saremmo colleghi. » Suonava davvero strano; colleghi.. una comunanza che li portava ancora a ritrovarsi ancora sotto lo stesso tetto, ma per obiettivi differenti. « Senti un po', ma tu sei riuscito a sbrigare tutte le questioni delle scartoffie? Sto ancora lottando con la segreteria studenti. Ogni giorno mi dicono che manca qualcosa. » Si stringe nelle spalle piuttosto frustrata di fronte alla totale disorganizzazione di cui il loro comune dipartimento sembra godere. D'altronde si sa; gli Auror e la burocrazia vanno sempre poco d'accordo. Ha sentito più e più volte lamentarsi gli Auror di quei particolari momenti in cui, finita una missione, iniziava il giro delle lamentele dovute alla sola idea di iniziare a compilare i verbali. « Per giunta quella cretina mi ha detto che in quanto studentessa "straniera".. » E dicendo ciò mima le virgolette con un'espressione esterrefatta. « ..devo per giunta consegnare la dichiarazione dei redditi esteri. » Follia. Noi un commercialista non ce l'abbiamo a Inverness. Ecco un'altra cosa con cui uno stato nuovo di zecca appena riconosciuto doveva scontrarsi. La burocrazia; un sistema da cui Inverness è sempre sfuggita ma di cui al momento non poteva più farne a meno se non voleva vedersi puntare il dito dagli organi costituzionali inglesi. Dai monasteri più eccelsi, professionisti e mastri del conio era stato chiamati per assolvere ai doveri di inquadrare letteralmente la società dei cacciatori in un quadro costituzionalmente accettabile. Holden è contentissimo di tutto ciò. D'altronde si erano esposti troppo, accogliendo così tanti estranei tra le proprie mura, per poter pensare di sottrarsi ulteriormente al gioco delle parti. E in fondo, rientrava nell'idea di liberalizzazione del sistema. Libera scelta e autonomia erano due parole d'ordine su cui nei limiti del loro codice morale, entrambi i fratelli Morgenstern avevano preso sul serio e s'impegnavano a portarle avanti. Di scatto lo sguardo della giovane percepisce movimenti piuttosto strani alla sua sinistra, e uno strascico di conversazione attira la sua attenzione mentre sorride al giovane Weasley. « I Lannister stanno tentando un approccio diretto con Delta delle Acque? » Un gergo che Tris conosce bene anche e soprattutto grazie ai discorsi che ha sentito appunto in mezzo al gruppetto dei Potter-Weasley, a quanto pare piuttosto invasati per il Trono di Spade. Aveva persino iniziato a leggerlo, ma alla fine, da brava plebea, con troppo poco tempo per dedicarsi a così tanti mattoni, aveva optato per il binge watching sfrenato con Percy, nelle serate libere da altri impegni. Gli indica Greg e Nate non molto lontani e solleva le sopracciglia con fare piuttosto divertita.
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    « Mio dio, meno male che l'inverno è arrivato. » Gli rivolge un veloce occhiolino prima di salutarlo con una pacca sulla spalla dirigendosi verso i due Senior. « Allora... A quanto pare quest'anno ci faremo la guerra. Non ho bisogno di dirti che io e Percy siamo agguerriti. Congratulazioni, comunque. Nessuno si meritava questa spilla di più. Ma vi stracceremo comunque, di qualunque cosa si tratti. » Si intromette tra i due rivolgendo ad entrambi un cenno di saluto risoluto prima di sorridere ad entrambi. Nessuna punta di freddezza né risentimento nei confronti del giovane Douglas. In fondo le cose stanno tornando alla normalità, e Tris si è ripromessa, e ha promesso soprattutto a Malia che tenterà di non fare la guerra, bensì fare l'amore. « Non ci scommetterei troppo, Douglas. » Asserisce intromettendosi nella conversazione. « Sono piuttosto certa che Serpeverde resterà in panchina a guardare Grifondoro e Corvonero contendersi il primo posto.. di qualunque cosa si tratti. » Deve ammettere che tutto ciò le è mancato alquanto. L'idea della competizione tra casate nel pieno spirito del fair playing, senza tuttavia risparmiarsi le tipiche frecciatine, dovute all'orgoglio intrinseco che scorre nelle vene di ciascuno di loro. « Posso però concedervi il beneficio del dubbio, giusto perché sono una sovrana magnanima. » Scoppia a ridere, essendo piuttosto evidente il sarcasmo che usa nel pronunciare quelle ultime parole. « In ogni caso, congratulazioni ad entrambi. » Non potevo aspirare a contendenti migliori. Di questo è piuttosto certa. Né Percy, né Nathan, né tanto meno Greg ed Eris le renderanno facile la vita, ma è una sensazione stranamente piacevole e famigliare. Qualcosa a cui tutti loro dovrebbero essere abituati e che pare siano pronti ad abbracciare con calore. A quel punto allunga la scatolina in direzione del biondo. « In verità sono qui per una consegna speciale. Per te. » Asserisce sorridendo al giovane Olivander. « Inverness sta pensando di ingrandirsi. Abbiamo accolto i sin eater per lo più in abitazioni di pertinenza di qualcun altro, ma parecchi hanno iniziato a rivendicare i propri tesori, motivo per cui stiamo pensando di dare ai nostri compagni un posto tutto loro. » Qualcosa da tramandare ai posteri. Qualcosa che sia solo loro. Se lo sono meritati. Senza il loro supporto, morale e fisico, il branco non ce l'avrebbe fatta. E non importa se non sceglieranno di utilizzarlo. Inverness è anche la loro eredità. E anche casa loro e delle loro famiglie. « Purtroppo dovremmo sacrificare una parte dei boschi a Est. Al nonno sembrava uno spreco desinare tutto quel legno al riscaldamento per l'inverno, prima di averlo fatto analizzare da un esperto. » In fondo, Inverness è un posto mistico da secoli. Chissà che proprietà potrebbero nascondere tutti quegli alberi. « Qui ci sono parecchi campioni. Se qualcosa dovesse essere di tuo gradimento, ti accompagnerò personalmente a constare la situazione. »

    interagito con Hugo, Nate e Greg


     
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    er bacchetta


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    « ….Uao, è davvero ….FaSNtastico! » Un sopracciglio dell'iperespressivo volto di Greagoir Olivander si alzò pericolosamente, le iridi di cobalto non riuscivano a staccarsi da quel ragazzo. Era come quando si assiste ad un incidente stradale e qualcosa nel subconscio ci dice che non importa cosa sia accaduto, non importa quanto cruento o scabroso possa essere lo scenario. Dobbiamo guardarlo, per quanto morboso sia. Si sentì esattamente così Greg, il quale lanciò una veloce occhiata a Hugo lì accanto per capire se quella reazione fosse nella norma o se fosse necessario chiamare l'infermeria. Weasley fece spallucce e un sorrisetto, cosicché il senior poté smetterla preoccuparsi di un possibile ictus in corso. « Cioè fantastico, volevo dire fantastico, scusami » Certo che ti scuso, tu però mi prometti di non farti venire un infarto prima delle undici? Sarebbe davvero grandioso per il buon inizio della mia legislatura! « Ooookay. Io allora.. andrei. E' stato un piacere conoscerti. Ti auguro un anno felice. » si limitò a dire alla fine, con quel suo pacato modo di fare, per riempire un silenzio che stava diventando imbarazzante. Quando incrociò per l'ultima volta lo sguardo di Hugo, corrucciò il viso in un espressione che sapeva tanto voler dire "Ma ho davvero scelto bene?". C'erano due diverse dottrine di pensiero tra i Corvonero: alcuni pensavano che, alla cerimonia, i propri appunti dovessero spettare a persone fidate, compagni rigorosamente scelti affinché il prezioso tesoro non venisse gettato nell'oceano; altri, come Greg, credevano nel libero fluire della conoscenza e nella piacevole conoscenza reciproca durante il processo. Louis Paciock e la sua reazione erano stati inaspettati e avevano lasciato il senior spiazzato. Non che non avesse piena coscienza di sé e di ciò che all'interno di quella torre rappresentava ma, allo stesso modo, non desiderava incutere a tal punto timore o soggezione tanto da far balbettare un compagno. Allontanarsi il più velocemente possibile gli parve un compromesso adeguato per entrambi. Pochi passi più in là in imbatté in una vecchia conoscenza, che abbracciò in modo fraterno. « L'uomo del momento! Non ho ancora avuto modo di congratularmi ufficialmente per quella spilla. » Scoppiò, Greg, in quella sua tipica risata fragorosa e travolgente, ma lungi dall'essere volgare o sguaiata. Alzò le spalle con un'espressione di misurata modestia sul viso. Olivander si era aspettato quella nuova investitura? No.. ma sì. Non l'aveva bramata ma, piovuta giù dal cielo, era stata solo la naturale conseguenza del cursus honorum ricoperto a Hogwarts. « Hai trovato il tuo successore? Lo stai già istruendo? » Sospirò, lanciando uno sguardo a Louis oltre la spalla di Fitz. Non era un mistero il fatto che Greagoir avesse particolarmente a cuore il tema dell'"eredità": quando era stato Presidente del Clavis, aveva preso sotto la sua ala Nate e, con un'accezione quasi principesca, ne aveva fatto il suo delfino. Non si vergognava ad ammetterlo, così come non aveva remore ad ammettere di aver sempre avuto dei "favoriti", in ogni generazione. Ciò di cui mi vergogno è il fatto di aver sbagliato, a volte. Non sono stato sempre lungimirante come voglio far credere. « Ah, mi conosci amico mio, non lascerò mai veramente questo posto! Ma.. credo di doverci riflettere ancora un po'. Non tutte le teste sono fatte per reggere la corona. » Con Fitz poteva aprirsi a note appena più frivole e meno formali, tale era infatti la loro confidenza. Ti ho scelto io come confratello, ti ho iniziato ai misteri del Clavis. E, ad oggi, posso dire di non esserne rimasto deluso. « Questa cosa degli indovinelli è proprio crudele. » Un modo di evidente sorpresa si dipinse sul volto di Greg, nel capire chi avesse fatto loro visita e si fosse aggiunto alla coppia di vecchi amici. « C'era un primino qui fuori che non riusciva a entrare da mezz'ora. Capisco che dovete far vedere al mondo quanto siete scaltri, ma per lo meno dite al Cappello di fare una selezione più rigida. Quello lì non era capace nemmeno di allacciarsi le scarpe, figuriamoci di riuscire a entrare qua dentro da solo. » Una mossa tipica di Nathan Douglas, imbucarsi ad una festa e fare un ingresso in grande stile. Allungò allora il flute che aveva in mano, oramai vuoto dal primo giro di conversazioni effettuato, e invitò calorosamente l'amico con un cenno del capo a riempire i bicchieri di entrambi. « Se non è una dichiarazione di guerra, questa violazione di domicilio, non so proprio cosa sia! Ha oltrepassato il Rubicone, signor Douglas! » cinguettò giulivo, ben lungi dall'essere effettivamente pronto a dichiarare guerra all'oramai collega senior. Al contrario, era felice di vedersi riunito a lui a Fitz. Sentì la mancanza di Percy come anche quella di Thomas, al cui pensiero il cuore di Greg si strinse. Non so dove sei e questo mi fa soffrire. « Non è colpa nostra comunque se a Serpeverde siete pigri! Al contrario, qui portiamo avanti l'eccellenza secolare! Fossi arrivato solo un quarto d'ora fa, saremmo stati costretti ad obliviarti! » Sgranò i grandi occhi di zaffiro a quelle parole di velata minaccia, che non lo erano affatto, ma forse un po' sì. I corvi sapevano essere assai gelosi dei loro segreti e, sebbene non fosse qualcosa di minimamente paragonabile all'esistenza stessa del Clavis Aurea, anche quella loro piccola cerimonia aveva il sapore dei misteri greci, di un rito iniziatico. O forse sono io che me la tiro troppo con queste cerimonie, non lo escluderei! Rimase allegramente a chiacchierare con entrambi, con la promessa solenne che nei giorni successivi avrebbe avuto luogo un incontro molto più calmo e tranquillo per parlare a dovere di tutto, quindi augurò a Fitz di divertirsi nel vederlo andar via. Rimase accanto a Nate, al secondo bicchiere in sua compagnia, e sorrise con calore alle sue parole. « Allora... A quanto pare quest'anno ci faremo la guerra. Non ho bisogno di dirti che io e Percy siamo agguerriti. Congratulazioni, comunque. Nessuno si meritava questa spilla di più. Ma vi stracceremo comunque, di qualunque cosa si tratti. » Era felice per sé ed era ancor più felice di condividere quell'incarico, così nuovo e a tratti misterioso, con alcune tra le persone più importanti. Nate e Percy in primis, i due presidenti che l'avevano seguito nella direzione del Clavis, erano esattamente le figure a cui avrebbe lasciato in mano le redini di Serpeverde. Brindò insieme all'amico, facendo scontrare i calici con un rumore pieno e felice, ma ben altre erano le sorprese che quella serata aveva in serbo. « Non ci scommetterei troppo, Douglas. » Non ci credo. Anche tu qui?! « Sono piuttosto certa che Serpeverde resterà in panchina a guardare Grifondoro e Corvonero contendersi il primo posto.. di qualunque cosa si tratti. Posso però concedervi il beneficio del dubbio, giusto perché sono una sovrana magnanima. In ogni caso, congratulazioni ad entrambi. » Non aveva mai avuto un rapporto troppo stretto con Beatrice Morgenstern prima del lockdown, in quanto appartenente ad una generazione successiva - e con una non troppo velata preferenza per Percy, nella loro antica lotta - ma in parte durante la lunga clausura e in parte successivamente, quando Olivander aveva prestato servizio accanto ai mastri armaioli di Inverness nel tentativo di ricreare l'incantesimo usato da Edmund Kingsley per "benedire" le sue armi, aveva imparato a conoscere la sovrana magnanima di un regno oramai estero. Aveva scoperto una ragazza d'animo duro e di tempra ancor più dura, estremamente pragmatica a differenza del perenne sognatore Olivander, ma capace di ispirare gli animi. Hai ispirato anche me. Per questo sono onorato di averti al mio fianco ora. « In verità sono qui per una consegna speciale. Per te. » E ne fu sorpreso a dir poco. « Suvvia, è una festicciola di inizio anno, non dovevi! » Frase puramente di circostanza, che neppure riusciva a mascherare la reale eccitazione dell'aver ricevuto un regalo inatteso. Ma mai, neppure lontanamente, si sarebbe aspettato il contenuto della scatolina. « Purtroppo dovremmo sacrificare una parte dei boschi a Est. Al nonno sembrava uno spreco desinare tutto quel legno al riscaldamento per l'inverno, prima di averlo fatto analizzare da un esperto. » - « ...noncicredo... » - « Qui ci sono parecchi campioni. Se qualcosa dovesse essere di tuo gradimento, ti accompagnerò personalmente a constare la situazione. » Improvvisamente era scomparsa la festa, si erano volatilizzati mille pensieri e l'unica cosa esistente sulla faccia della terra era una scatolina piena di piccoli pezzetti di legno che Greagoir iniziò a prendere in mano uno ad uno, a soppesarli, a guardali controluce, perfino ad annusarli. E li avrei leccati, se non fosse stato troppo strano perfino per me. « Corniolo! ..e questo.. oh Merlinobbono, è un tipo di Larice che non avevo mai visto! ...no.. ma è.. è Sambuco!! E' del Sambuco! Vale una fortuna!! » Ben poche cose eccitavano Greagoir Olivander quanto le bacchette magiche e qualunque cosa ad esse fosse collegata, i suoi amici ne erano ben consapevoli. Era indescrivibile quanto profonda fosse la sua passione in materia e, quindi, che valore avesse quel regalo per lui. « E' un regalo che.. ti ringrazio Tris, è meraviglioso. Non ho parole. » quindi, nel dubbio, agitò la propria bacchetta per appellare un bicchiere pulito e riempire ancora una volta il suo e gli altri due. Un ultimo brindisi era doveroso, ma stavolta era deciso a proporne uno lui. Un brindisi speciale. « Avervi qua stasera mi riempie il cuore di gioia. Amici vecchi e amici nuovi, insieme. Forse.. forse la guerra la lascerò ai più piccoli. Al contrario, mi piacerebbe avervi come alleati. E se firmassimo un armistizio? » Alzò il bicchiere, porgendolo agli altri due senior. « Voglio qualcosa per cui continuare a brindare insieme, negli anni a venire. » Forse sono solo romantico, sicuramente sono il più vecchio della comitiva. Ma il tempo è nostro. Ora siamo noi, gli adulti. « ...e comunque Corvonero è talmente superiore che la sfida neppure ci sarebbe. Tanto vale far la pace! » Chiariamolo.

    Party never ends <3

    Interagito con Louis inizialmente, poi con Fitz, infine con Nate e Tris bellidecasa fate come foste alla torre vostra!
     
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