Leadership is unlocking people's potential to become better.

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    Rj era convinto quel continuo martellare fosse il suo cervello che cercava di uscire dal cranio dopo la baldoria della sera prima, ma poi si rese conto che era semplicemente il rumore della sua sveglia che strillava a gran voce per buttarlo giù dal letto. «Razza di buono a nulla alza il culo dal letto.»
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    Juliet lo aveva preso a non finire quando aveva scelto di munirsi di una sveglia vocale. Quando era più piccolo era sua sorella a cercare di tirarlo giù in tutti modi dal letto, più di una volta si era trovato inondato da una secchiata d'acqua. Un gemito soffocato dall’altra parte del letto gli fece ricordare che la sera prima non era rientrato da solo. Non che gli venisse in mente il nome della ragazza che in quel momento dormiva placidamente. Si passò una mano sul viso e allungò le gambe oltre il bordo del letto, cercando di rimettersi insieme per iniziare la giornata. Sbirciò brevemente la ragazza alle sue spalle e si complimentò con sé stesso per aver scelto l’ennesima ragazza vuota utile solo per un giro tra le lenzuola. Da quando aveva divorziato, ma soprattutto da quando era stato promosso, la sua vita privata era andata a farsi benedire; tutti i suoi rapporti si erano ridotti a semplici avventure di una notte sola che liquidava velocemente il mattino dopo. Si alzò incurante della sua nudità e accese l’acqua della doccia, voleva lavarsi via quel miscuglio di sesso, profumo scadente e alcool che gli dava il voltastomaco. La ragazza si alzò premendosi il lenzuolo al petto e da quel che riusciva a vedere era carina e aveva anche un bel fisico, ma niente di quella notte gli sarebbe rimasto. «Devo andare al lavoro quindi ti devi alzare e devi uscire...» Quello era il suo modus operandi, non amava indorare la pillola e illuderle che le avrebbe richiamate perciò preferiva mostrarsi per il bastardo che era. «Mi prendi in giro?» Lei sembrava quasi oltraggiata mentre recuperava il suo scarso abbigliamento e glielo lanciava. «Perché fai lo stronzo? Nemmeno un grazie per ieri notte o un ti va di fare colazione? Semplicemente vattene?» Quelle erano le scenate che cercava a tutti i costi di evitare, odiava fare la parte del cattivo, ma lui era chiaro e cristallino: il sesso era sesso e non implicava la colazione o una chiamata da parte sua. Imprecò in silenzio, probabilmente la sera prima era stato troppo annebbiato dall’alcool e la sua scelta era caduta sulla ragazza sbagliata. «Senti io ho da fare, tu devi vestirti e andartene. Ieri sera non ti ho promesso niente e mi sembra di essere stato fin troppo gentile a lasciarti dormire qui invece di spedirti fuori nel bel mezzo della notte. La prossima volta non cercare di rimorchiare a tutti i costi il primo tipo che incontri in un bar.» Erano tutte alla ricerca di quel cazzo di principe azzurro, ma Rj c'era già passato e l'unica cosa che aveva ottenuto era un travagliato divorzio; oltre che una totale sfiducia nei confronti del genere femminile. Ogni volta si convincevano di poterlo cambiare, di poterlo intrappolare per poi esibirlo come un trofeo. La ragazza sembrava sull’orlo delle lacrime e senza neanche essersi del tutto rivestita corse fuori dalla sua stanza mandandolo a fanculo; sicuramente avrebbe offerto una bella visuale a chiunque avesse incontrato lungo la strada. Si abbandonò sotto il getto dell’acqua fredda, nella speranza di lavare via tutto il lerciume, ma non importava quante docce si facesse perché Rj continuava a sentirsi sporco. Quando uscì dalla doccia si ritrovò con la pelle arrossata dal freddo e gli arti intorpiditi, nello specchio vedeva il blando riflesso del ragazzo che era un tempo; a trentasette anni aveva delle responsabilità, una nipote e un'intera divisione che contavano su di lui. Quando uscì dall'appartamento sentì chiaramente la porta della sua vicina chiudersi, molto probabilmente aveva sentito le urla della ragazza e aveva pensato che farsi un po' gli affari degli altri fosse la cosa più giusta da fare. Aveva pensato spesso di affrontarla, ma i suoi genitori l'avevano educato ad essere rispettoso e ciò comportava anche sopportare vicine intransigenti e ficcanaso. Aveva fissato quell'appuntamento di mattina presto, si era raccomandato con Emily di contattare Beatrice Morgenstern e di comunicarle che l'avrebbe attese per le ore sette negli archivi del ministero. Aveva analizzato con cura la scheda della ragazza e prima di dare il suo benestare e renderla effettivamente un membro delle reclute auror voleva chiarire alcune cose. Fisicamente parlando era ben sopra alla media, superava di gran lunga anche i candidati uomini, ma come altri due sembrava avere delle pecche dal punto di vista psicologico. Gli psicologi la catalogavano infatti come personalità alfa, assumendo che per lei sarebbe stato complicato seguire gli ordini in maniera diligente. Rj gradì la puntualità con la quale la ragazza si presentò nei sotterranei, era sicuramente un punto a suo favore. «Ben arrivata signorina Morgenstern, mi segua prego.» I dettami del ministero avrebbero vietato la presenza della ragazza nella zona degli archivi, ma Rj era più che disposto a fare uno strappo alla regola pur di avere tutte le risposte di cui aveva bisogno. «Benvenuta negli archivi nel ministero, qui vengono conservati documenti vecchi di millenni, molti dei quali scritti in lingue sconosciute, tutti protetti da potentissimi incantesimi.» Lui stesso era affascinato da quella sala, conteneva quella che era la loro storia; conditi da successi e atrocità, raccontando il meglio e il peggio del loro mondo. «Gli psicologi che l'hanno esaminata l'hanno definita una testa calda, una personalità molto forte che difficilmente saprà sottostare agli ordini; preferendo piuttosto fare di testa di propria.» Il capo auror amava giocare a carte scoperte nella speranza che la controparte gli garantisse la stessa identica cortesia. «Vede non mi preoccupa una personalità alfa, quello che vorrei sapere è quanto questa personalità potrebbe influenzare il suo lavoro. Nel corpo auror diamo piena parola a tutti i membri, ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso, ma allo stesso tempo deve essere pronto ad accettare l'idea di non poter fare le cose a modo proprio.» Rj cercava sempre di pianificare le attività consultandosi con i suoi colleghi, aveva indetto una riunione ad inizio settimana proprio per progettare il lavoro; garantendo ad ognuno di esprimere le proprie perplessità. «Cosa devo aspettarmi da lei signorina?» Vedeva del grande potenziale nella ragazza, ma anche un temperamento difficile e nessuno nel corpo auror poteva permettersi membri che erano facili prede dei colpi di testa, perchè ognuno di loro faceva affidamento sull'altro in maniera cieca.


    Edited by undercover - 13/2/2019, 13:40
     
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    Non sapeva effettivamente cosa aspettarsi da quel colloquio attitudinale. Quando Tris aveva consegnato le carte per il college, non ci aveva dovuto pensare troppo. Aveva bisogno di una pausa dalle questioni di stato, voleva concentrarsi unicamente su se stessa, approfondire tutti quegli ambiti del mondo magico che non aveva avuto modo di conoscere durante la sua permanenza nel mondo dei cacciatori. Il Corso Auror faceva al caso suo. Seppur fosse stato piuttosto razionale occuparsi unicamente di Inverness una volta sistemate le questioni burocratiche riguardanti l'indipendenza, Beatrice Morgenstern sentiva di aver contribuito troppo alla Restaurazione per restare semplicemente fuori dai giochi. Sporcarsi le mani, rendersi utile, era una di quelle questioni chiave di cui non poteva fare a meno, come se non avere nulla per le mani la facesse sentire terribilmente inutile. Non aveva però considerato che tutto ciò avrebbe comportato un suo ridimensionarsi, un ammettere di dover tornare a seguire delle gerarchie - gerarchie che in fondo conosceva già - ma alle quali si era sottratta compiendo scelte piuttosto delicate, sin troppo tempo fa. Si era scoperta piuttosto sorpresa quando aveva appreso che il Capo Auror voleva vederla. Aveva già sentito che stava lentamente chiamando tutte le proprie leve, ma immaginava che, visto il suo curriculum, avrebbe semplicemente saltato quella fase, risparmiando tempo ad entrambi. E invece no. Sta leggendo quella lettera mentre sta facendo colazione in compagnia di Percy, leggendo tra le righe con un che di scettico. « Davvero, non capisco il motivo di così tanto disturbo. » « Io invece credo che tu lo capisca perfettamente. » Lo sguardo eloquente di Percy la porta ad alzare gli occhi al cielo. Curriculum eccelso, quello della Morgenstern, ma non di certo del tutto pulito. Se la sua fedina penale ufficiosa, potesse parlare, non direbbe cose del tutto gentili sul suo conto. « Possiamo dare un po' di credito a chi ha guidato una città intera nell'ultimo anno? Come minimo fare l'Auror sarà un gioco da ragazzi. » Sta sdrammatizzando, Tris. Sa bene quanto il ruolo degli Auror sia fondamentale nella società civile, altrimenti non l'avrebbe nemmeno scelta come via per il suo futuro. « Mi sto autodegrandando alla condizione di soldato. » Si stringe nelle spalle mentre Percy si alza dalla propria postazione raccogliendo i propri libri. « Per il compleanno ti faremo una targa-umiltà. » Asserisce mentre la saluta con un veloce bacio. « Ho lezione di Costituzionale. Fammi sapere dopo. » « Comunque, dopo pranzo con Dean. Se hai finito, raggiungici. » Percy alza leggermente gli occhi al cielo facendo nascere sulle labbra della giovane Morgenstern un sorriso divertito. « La targa-simpatia verrà appesa accanto alla mia. » [...] All'accettazione del Quartier Generale, venne indirizzata verso gli archivi. Si aspettava un colloquio nell'ufficio del Capo, con tante domande e risposte piuttosto scontante. La prassi. In merito si era preparata piuttosto attentamente facendo leva su tutta la sua dialettica, una condizione quella che ormai rientrava nelle sue prerogativa in seguito al tempo passato in pianta stabile come leader di Inverness. Non le era mai piaciuto fare demagogia, ma stando a stretto contatto con Percy, aveva scoperto che tutto sommato, riuscire ad avere le capacità di difendere le proprie idee in maniera razionale e soprattutto convincente, era un plus valore che non poteva ignorare. « Ben arrivata signorina Morgenstern, mi segua prego. » Puntuale come un orologio svizzero, saluta il Capo Auror con un leggero cenno del capo, restando nel suo; risoluta e discreta come in fondo ha sempre dimostrato di essere. Beatrice non parla mai a sproposito, non quando si trova in uno stato di equilibrio psicologico. « Benvenuta negli archivi nel ministero, qui vengono conservati documenti vecchi di millenni, molti dei quali scritti in lingue sconosciute, tutti protetti da potentissimi incantesimi. » Roger Jeffrey Moore aveva portato Tris nel cuore pulsante del Ministero, una scelta che le apparve subito piuttosto strana. Perché proprio qui? Si chiese tra se e se mentre si guardava attorno con una certa dose imprescindibile di curiosità. Nonostante avesse passato quasi tre mesi in precedenza al servizio del Ministero, quelle stanze non le aveva mai viste; ne sentiva spesso parlare, ma solo i più importanti membri del Ministero potevano accedervi senza troppi intoppi. Aveva sentito di un loro compagno più grande che aveva fatto richiesta per accedervi per il corso di Storia della Magia, e gli avevano programmato un appuntamento sei mesi dopo. « Immagino che non sono autorizzata a toccare niente. » Asserì infine con un leggero sorriso scaltro. Se doveva puntare in qualche direzione, immaginava che RJ stesse tentando di dimostrare qualcosa. La sua autorità, o la grandezza del mondo al servizio del quale Tris era intenta di mettersi, o forse voleva farle terrorismo psicologico obbligandola a passare i prossimi anni a prendere muffa tra quegli scaffali. O vuole iniziare già col piede sbagliato, oppure sta tentando in tutti i modi di liberarsi già in partenza di me. In ogni caso per Beatrice ha tutta l'aria di una sfida che non ha intenzione di perdere. « Gli psicologi che l'hanno esaminata l'hanno definita una testa calda, una personalità molto forte che difficilmente saprà sottostare agli ordini; preferendo piuttosto fare di testa di propria. Vede non mi preoccupa una personalità alfa, quello che vorrei sapere è quanto questa personalità potrebbe influenzare il suo lavoro. Nel corpo auror diamo piena parola a tutti i membri, ognuno è libero di manifestare il proprio dissenso, ma allo stesso tempo deve essere pronto ad accettare l'idea di non poter fare le cose a modo proprio. »
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    Assottiglia lo sguardo di fronte a quelle parole, incrociando le braccia al petto. Si sente come se il suo percorso fosse macchiato in partenza dalla valutazione piuttosto sommaria di un paio di strizzacervelli che hanno fatto di tutto pur di sfidare la sua fierezza. Tris era una persona sin troppo fiera di se stessa, del suo vissuto, delle sue ferite di guerra, delle sue radici. Era orgogliosa di ciò che ha fatto, fiera tanto dei suoi successi quanto dei suoi fallimenti. La sua naturale predisposizione a vedere il proprio percorso come una serie di scelte necessarie, la rendevano quasi incapace di provare rimorso nei confronti di ciò che aveva fatto. Si sentiva colpevole sì, ma non abbastanza da pentirsene. « Cosa devo aspettarmi da lei signorina? » Sospira affondo, alzando il appena il capo gettando lo sguardo in quello dell'uomo. E' rispettosa delle gerarchie, Beatrice, anche quando non sono ancora prettamente le proprie, e se il nuovo Ministero si è fidato di dare l'incarico proprio a lui, lei lo rispetta. « Con tutto il rispetto, Signore, io non sono una personalità alfa. Io sono un alfa. » Esordisce infine prima di umettarsi appena le labbra. Quella la premessa del suo discorso. « Non è una cosa che ho scelto e di cui posso sbarazzarmene. Ed è forse l'unica cosa su cui non ho controllo.. perché tutto il resto - per quanto discutibile - io l'ho scelto. » Ho scelto le mie battaglie, ho scelto il modo di agire. Nessuno mi ha costretto, nessuno mi ha messo alle strette. Ho fatto ciò che consideravo giusto. E lo farei di nuovo. Tutto quanto da capo. « Quindi, qualunque cosa dicano quelle valutazioni psicologiche di me, non sono certa che i membri del CIM hanno capito fino in fondo cosa dichiaravano sulle loro scartoffie. » Si stringe nelle spalle scuotendo la testa. « Non so quanto ha potuto apprendere nei mesi passati a Inverness su di me e le persone con cui sono vissuta, ma posso assicurarle che conosco bene le gerarchie. Le rispetto e le comprendo. E sono pronta a seguirle. » Sospira affondo mentre prende a guardarsi attorno. « Sono una persona trasparente, Signore, nonostante la mia storia dica diversamente; questo può aspettarsi da parte mia. Trasparenza e sincerità. Credo di aver dimostrato quanto ci tengo a ciò che scelgo di fare. E il Corpo Auror, io l'ho scelto.. » E' eloquente, decisa eppure risoluta nell'esporre in piena sincerità i propri pensieri, proprio nell'ottica di quella trasparenza che promette di dimostrare tanto al Capo Auror quanto ai suoi colleghi. « E non è solo una scelta dettata dalle mie capacità. Devo essere sincera.. » Sospira affondo mentre solleva lo sguardo verso l'alto soffitto. E' stata una scelta di cuore. Qualcosa che sentivo dentro e che andava ben oltre l'idea di continuare la mia vocazione nel pieno rispetto della legalità. « La Squadra degli Auror tanto quanto il Credo, sono stati piegati dalle stesse politiche malsane.. » In maniera diversa, ma pur sempre piegati. Alcuni costretti a lavorare per una causa che non amavano e in cui non volevano invischiarsi. Gli altri denigrati, condotti addirittura alla clandestinità. « Non voglio che ciò accada di nuovo, e farò qualunque cosa purché quanto ricostruito resti pressoché sano e prospero. » A quel punto abbassa lo sguardo. « Nel pieno rispetto della trasparenza che le ho promesso, Signore, credo sia giusto confessarle che non credo riuscirò mai a prendere il massimo dei voti in quanto a ubbidienza.. e probabilmente farò fatica anche con la collaborazione.. ma credo che sta a lei decidere se alla luce di ciò preferisce non correre il rischio, oppure correrlo e guadagnarsi un futuro Auror disposto a tutto - ci tengo a precisare, nell'ordine della legge - pur di portare a termine i propri compiti. »


     
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    « Immagino che non sono autorizzata a toccare niente. » Rj le riservò un'occhiata molto eloquente, molti di quei documenti custodivano segreti che era meglio tenere come tali; lui stesso non aveva accesso a tutte le pergamene sapientemente conservate e protette. Ha scelto di portarla in quel luogo perchè era l'esempio perfetto di quello che era il ministero, di come funzionasse e di come avrebbe continuato a funzionare. « Con tutto il rispetto, Signore, io non sono una personalità alfa. Io sono un alfa. Non è una cosa che ho scelto e di cui posso sbarazzarmene. Ed è forse l'unica cosa su cui non ho controllo.. perché tutto il resto - per quanto discutibile - io l'ho scelto. » E' una personalità complessa quella di Beatrice, nonostante la giovane età era una persona risoluta e dalle convinzioni molto forti; motivo per cui non piaceva agli psicologi che avevano stilato il suo fascicolo. Rj dal canto suo trovava interessanti le personalità così forti, sotto la giusta guida la ragazza avrebbe potuto imparare molto, ma prima di iniziare quel capitolo aveva bisogno di capire se lei avesse voglia di imparare. « Mi permetta di chiarirle una cosa...non ho dubbi che lei sia un alfa per diritto di nascita, ma si ricordi che verrà riconosciuta come tale solamente tra la sua gente e tra le mura di Inverness, al di fuori di quel territorio molti la considerano solamente una moderna Giovanna d'Arco. » L'auror aveva passato parecchio tempo ad Inverness, coordinandosi con ciò che era rimasto della vecchia squadra auror, aveva visto con i suoi occhi le indubbie capacità di leadership della ragazza. « Qui dentro, per quanto possa essere difficile accettarlo è solamente una delle tante pedine alla base della piramide...molti non la considereranno nemmeno degna di nota, perchè per quanto lei abbia dovuto affrontare verrà ancora vista come una ragazzina. » Una linea di pensiero che Rj non condivideva minimamente. Era indubbio che lei e gli altri tirocinanti fossero giovani, ma nonostante ciò potevano vantare un istinto migliore di quello di parecchi dirigenti, troppo impegnati ad occupare le loro poltrone per accorgersi che quelli con cui avevano a che fare non erano semplici ragazzini freschi di diploma. « Quindi, qualunque cosa dicano quelle valutazioni psicologiche di me, non sono certa che i membri del CIM hanno capito fino in fondo cosa dichiaravano sulle loro scartoffie. Non so quanto ha potuto apprendere nei mesi passati a Inverness su di me e le persone con cui sono vissuta, ma posso assicurarle che conosco bene le gerarchie. Le rispetto e le comprendo. E sono pronta a seguirle. Sono una persona trasparente, Signore, nonostante la mia storia dica diversamente; questo può aspettarsi da parte mia. Trasparenza e sincerità. Credo di aver dimostrato quanto ci tengo a ciò che scelgo di fare. E il Corpo Auror, io l'ho scelto.. » e noi abbiamo scelto lei signorina. Avrebbe sicuramente potuto elogiare come aveva gestito la situazione, ma Beatrice non le sembrava una persona eccessivamente sensibili agli elogi, elogi che lui non avrebbe elargito tanto facilmente. Avrebbe usato il pungo duro perchè sapeva che poteva reggerlo, perchè se c'era qualcosa che aveva capito di lei era che sotto pressione dava il meglio di sé stessa; perchè le personalità forti come la sua non prendono in considerazione il fallimento. Avrebbe testato quella sua capacità di sottostare alle gerarchie, perchè durante una crisi era fondamentale rispettare la catena di comando; fare di testa propria in un lavoro come il loro spesso voleva dire non tornare a casa, o mettere in pericolo la vita di un compagno. « Lei non è una recluta usuale, ha una preparazione tattica che molti auror esperti ancora non hanno, ma proprio per questo sarà sotto uno scrutinio costante; ogni sua mossa verrà analizzata al vetriolo in attesa che lei faccia un passo falso... » molti vorranno vederti fallire e faranno tutto ciò che è in loro potere per piegarti. Perchè si sentivano spaventati, incapaci di controllare una così forte personalità. Fortunatamente anche Rj era un capo auror inusuale, molti insinuavano che lo avessero scelto perchè era uno dei pochi rimasti; ai piani alti non facevano mistero dell'astio che provavano verso di lui. Non era un burocrate, aveva passato i suoi anni migliori sul campo, lavorando spesso sotto copertura in ambienti ostili. « La Squadra degli Auror tanto quanto il Credo, sono stati piegati dalle stesse politiche malsane..Non voglio che ciò accada di nuovo, e farò qualunque cosa purché quanto ricostruito resti pressoché sano e prospero. Nel pieno rispetto della trasparenza che le ho promesso, Signore, credo sia giusto confessarle che non credo riuscirò mai a prendere il massimo dei voti in quanto a ubbidienza.. e probabilmente farò fatica anche con la collaborazione.. ma credo che sta a lei decidere se alla luce di ciò preferisce non correre il rischio, oppure correrlo e guadagnarsi un futuro Auror disposto a tutto - ci tengo a precisare, nell'ordine della legge - pur di portare a termine i propri compiti. » Una politica che lui stesso sposava in pieno, il ministero era marcito fino al midollo; con le sue politiche aveva messo il benessere di pochi davanti a quello di molti e Rj ne era rimasto disgustato. Si era vergognato di essere diventato parte di un meccanismo tanto corrotto e quando aveva ricevuto quel nuovo incarico aveva promesso a sé stesso di difendere la giustizia in cui credeva con le unghie e con i denti. Aveva sfruttato la sua ragnatele di conoscenze per avere occhi e orecchie all'interno del ministero, pronto a cogliere qualsiasi mossa sleale e voleva fare in modo che le nuove reclute fossero preparate a gestire vertiginosi e pericolosi cambi politici. « Con il tempo avrà modo di capire che non sto cercando il primo della classe, ma pretenderò da ognuno di voi il massimo. Questo più che un lavoro è un modo di vivere e la collaborazione è alla base di tutto. Se supererà ogni spetto dell'addestramento le verrà assegnato un partner e questa persona deve poter contare su di lei, perchè le assicuro che se si aspetterà qualche colpo di testa da parte sua non lavorerete mai bene. » Il loro era un lavoro che si basava molto sulla cooperazione e nessuna recluta sarebbe entrata a far parte della sua squadra se non si fosse guadagnata la fiducia da parte di tutti i membri del corpo auror. I dubbi lasciavano troppo spazio agli errori e nel loro lavoro non erano contemplati. «Per me sarebbe sicuramente più facile dirle grazie, ma non abbiamo bisogno di lei. Probabilmente mi risparmierei un sacco di gratta capi, ma non sono mai stato un estimatore della via più semplice. » Probabilmente i burocrati avrebbero fatto la posta fuori dal suo ufficio, inneggiando quanto fosse sbagliato prendere solamente in considerazione di accettare la candidatura di Beatrice Morgenstern, ma Rj avrebbe gentilmente invitato tutti ad andare al diavolo fuori dal suo ufficio. Il ministro in persona lo aveva incaricato di riformare il corpo auror e avrebbe iniziato scegliendo reclute che sulla carta non sembravano perfette, ma che avevano molto da dimostrare secondo lui. « Il lavoro sul campo le sarà precluso per molto tempo, e non solamente a lei, ma a tutte le reclute. Durante questo primo periodo di prova affiancherete a rotazione i membri della squadra auror nell'orario e nelle mansioni d'ufficio. Per quanto possa essere noioso il nostro lavoro porta con sé un lato burocratico che ha ben poco di divertente, ma non per questo meno fondamentale. » Le scartoffie erano parte integrante del lavoro e proprio per questo motivo aveva deciso di incontrarla negli archivi. « Alla fine di ogni step valuteremo le conoscenze acquisite tramite dei casi veri e se supererete la prova potrete accedere allo step successivo. » Avrebbe formato le sue reclute passo dopo passo, fermando quelle che si sarebbero dimostrate inadeguate. « Spero di essere stata abbastanza chiaro nel farle capire che da lei mi aspetto grandi cose, ma che se queste mie speranze verranno disattese non ci saranno seconde possibilità. » Aveva bisogno di persone adatte a quel ruolo e non si sarebbe fatto troppi problemi ad escludere coloro che non avrebbero dato il centro e uno per cento per quello che più che un lavoro era uno stile di vita. Uno stile di vita che richiedeva sacrifici personali che non tutti erano disposti a fare, lui stesso aveva sacrificato la sua vita privata; una scelta personale che rifarebbe ancora oggi. « Ora sono a sua disposizione per qualsiasi dubbio o domanda voglia pormi. »

     
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