Xmas gifts

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    21 Dicembre.
    Ha iniziato dalle cose semplici. Trovare i regali giusti per i fratelli si era dimostrata un'operazione lunga e non priva di difficoltà, ma alla fine ne era rimasta estremamente soddisfatta. Aveva persino comprato una piccola cosa per sua madre, tentando di seguire in sordina il consiglio di suo fratello, in vista di un avvicinamento tra le due. Sarebbe andata a trovarla la mattina della Vigilia, approfittando della scusa di non voler vedere nessuno cadere dal tetto di casa, mentre i fratelli Potter installavano le lucine. Finito il giro di regali per la sua famiglia, restava tutto il resto. E lì la crisi esistenziale diventa piuttosto evidente. Mun non sa niente dei Potter. Non sa effettivamente quali sono le cose che potrebbero piacere loro, e fare una figuraccia durante il primo Natale assieme a loro è l'ultima delle cose che desidera. Così eccola appellarsi all'unica persona forse ragionevole a sufficienza, che conosce tutti loro da una vita. Non sono certa che abbia davvero dei ottimi gusti, ma è pittoresca. Almeno mi aiuterà a contenermi dal comprare perle e diamanti. « Ehiiiii.. ciao! Quanto tempo! » Non sembra molto a suo agio mentre compone il numero che Sirius le ha passato via messaggio. « Sono Amunet, ricordi? Carrow. Ascolta, so che ti sembrerà una richiesta molto strana ma ho davvero bisogno del tuo aiuto. Non so cosa comprare per la famiglia del mio ragazzo, tipregodammiunamano. Tu li conosci da una vita. » Si schiarisce la voce cercando di ricomporsi. « Potrei anche decidere di.. ricompensarti?.. per la consulenza. Ti aiuta se lo vedi come un lavoretto? » Ora mi manda a quel paese. « Ok, grazie, ciao, timandolaposizione. » [...]
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    Le ha dato appuntamento di fronte al suo negozio di antiquariato preferito a Diagon Alley e mentre aspetta sta fissando insistentemente la vetrina; un'area ben precisa, quella dei gioielli, quella degli anelli, quella che non dovrebbe guardare nemmeno sotto tortura, perché altrimenti iniziano a venirle altre crisi esistenziali che non può permettersi. Non posso andare a dormire col broncio solo perché non si muove. Cioè, in fondo non è passato nemmeno un anno. E se non accadrà mai? Ma in che senso ancora non si sta muovendo? Il nasino si incolla contro la vetrina mentre osserva un particolare taglio di diamante blu pallido che le ricorda la collana di Rose in Titanic. Non appena riesce a individuare la figura della giovane Stone nel riflesso della vetrina si gira di scatto sistemandosi i capelli con nonchalance. Non stavo guardando niente. « Grazie, grazie, grazie di essere venuta con così poco anticipo. Ho tentato di googlare idee per nonni e quasi suoceri, e per quasi fratelli barra cognati - anche se ovviamente no sono quasi cognati, perché non è come se Albus abbia fatto il grande passo - non che io ci tenga eh! Sia chiaro io non ho alcuna pretesa in merito. Fatto sta che non trovo niente di carino e non so cosa prendere a nessuno di loro. EnonsonemmenocosaprendereadAlbus!!! Ti prego sono disperata! Dammi una mano. Tu hai già fatto tutto? » Un mucchio di parole senza fiatare prima di prendere una lunga boccata d'aria incrociando le braccia al petto. La guarda con eloquenza e non indifferente panico. « Non. So. Cosa. Sto. Facendo. » E a quel punto si gira verso la vetrina facendole cenno di avvicinarsi a guardare assieme a lei la meraviglia che ha visto prima. « Non trovi sia la cosa più bella che tu abbia mai visto? » Non si riferisce a nulla in particolare, non le indica nessun oggetto in particolare, ma il suo sguardo è diretto verso un anello in particolare. Ma alla fine si desta e torna alla realtà. « Ok, no. Concentriamoci. Dammi idee! »
    Questa role rientra nel Progetto "Realtà aumentata" che permette la partecipazione alla stessa di chiunque ne voglia far parte nei termini della coerenza on game. Imprevisti possono succedere in qualunque momento. Partecipando, tal imprevisti si accettano implicitamente.


     
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    « Ma in che senso “ricordi”? Ci siamo viste tipo letteralmente due settimane fa. » Alza gli occhi al cielo, Malia, vagamente divertita. La Carrow e i suoi modi di fare più che strani, che è certa non capirà mai. « Vabbè, comunque. Che vuoi? » La Stone e i suoi modi di fare più che delicati, che non cambieranno mai.
    « Ascolta, so che ti sembrerà una richiesta molto strana ma ho davvero bisogno del tuo aiuto. Non so cosa comprare per la famiglia del mio ragazzo, tipregodammiunamano. Tu li conosci da una vita. » Resta in silenzio ad ascoltarla, prima di mugugnare qualcosa di incomprensibile, che assomiglia ad una specie di lamento strascicato. « Potrei anche decidere di.. ricompensarti?.. per la consulenza. Ti aiuta se lo vedi come un lavoretto? »
    A quelle parole strabuzza gli occhi, quasi scandalizzata dalla proposta. È proprio vero che se nasci viziata muori viziata, e non c'è nulla che tu possa fare al riguardo. Soltanto Amunet Carrow potrebbe tentare di utilizzare il denaro come leva per convincere qualcuno a fare quello che, dalla descrizione, non è niente più che un semplice favore tra amiche. O in qualunque modo si possano definire loro due. Sospira profondamente, cercando di trattenere qualche battutina cattiva che le viene in mente per rispondere alla ragazza, e solo dopo aver aspettato qualche istante, risponde. « ...Vabbè. Stronzate a parte, Carrow, penso che tra un’oretta potrei essere lì. Il tempo di infornare dei biscotti e mi smaterializzo. Basta che non finisco a fare la portaborse come l’ultima volta, ti avverto. Ora che la scusa del pancione è scaduta non ho intenzione di sopportare altre ridicolate. »
    ...O almeno quella è l'intenzione, ciò che si ripete mentre attraversa a grandi falcate le strade di Diagon Alley, fino al punto che la Serpeverde le ha indicato. Ma tutti i buoni propositi scemano completamente quando si ritrova a sorbirsi la voce frenetica di una Carrow in piena ansia da regali di Natale. La guarda in silenzio, gli occhi leggermente strabuzzati e l'aria sempre più confusa. Okay, come si spegne questa roba? « ...Fatto sta che non trovo niente di carino e non so cosa prendere a nessuno di loro. EnonsonemmenocosaprendereadAlbus!!! Ti prego sono disperata! Dammi una mano. Tu hai già fatto tutto? »
    La guarda in silenzio per qualche istante. « Ok, intanto calmati. Non so da che strano mondo vieni tu, ma qui, sulla terra, i regali di Natale non sono un problema per nessuno.
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    Di certo non sono una tragedia greca come la stai rendendo tu. Rilassati, veramente. »
    Rimane in attesa per qualche istante, come se aspettasse che le turbe mentali della ragazza di fronte a lei sparissero in così poco. « Io non ho ancora preso niente per nessuno. Quindi possiamo fare qualche giro insieme e ti do una mano a trovare il regalo perfetto per questi Potter. » Magari se sei abbastanza gentile ti cedo perfino qualcuna delle mie idee. « Ci sei? » dice, quando si accorge che la ragazza sembra essere assorta da qualcos'altro, all'interno della vetrina della gioielleria di fronte alla quale si sono fermate.
    « Non trovi sia la cosa più bella che tu abbia mai visto? » Segue lo sguardo della ragazza, sulla vetrina, per poi accigliarsi un po' non appena nota un enorme orologio fatto di pietre preziose colorate.
    « Mhm... » È una merda. Si stringe nelle spalle. « Non credo che rientri molto nei gusti di Albus, sai? Cioè, immagino tu ne sappia più di me visto che sei la sua... quasi-moglie, giusto? » La voce assume un tono beffardo nel pronunciare quella parola in particolare, mentre la giovane inarca le sopracciglia e ridacchia, divertita dalla cosa. In fin dei conti non dovrebbe sorprenderla più di tanto che una come Amunet sogni il matrimonio: le fa solo strano, forse, pensare ad una prospettiva del genere per una sua coetanea, avendo solo diciannove anni. « Vabbè, comunque. Secondo me per Al può andar bene qualcosa di semplice, magari, non so, significativo in qualche modo? » Si stringe nelle spalle, mentre prende la ragazza e la trascina via da quella vetrina, per poi ricominciare a camminare lungo le strade della piccola cittadina. « Mmm okay forse Albus è un po' più ostico. Pensiamo alle cose facili prima. Olympia: una cavolata. Ci sono un milione di cose che potrebbero piacerle, che sono più o meno anche tutte le cose che piacciono a te. » La solita roba da femmine, insomma. « Collane, bracciali... Magari qualche prodotto per i capelli alle erbe. Che sia bio, però, per carità. » Solleva un indice, come a voler sottolineare quell'ultimo particolare. Si morde il labbro, mentre continuano a camminare senza una meta precisa, lo sguardo che di tanto in tanto cade sulle vetrine. « A Siri piace tanto la roba babbana. I videogiochi soprattutto, quelli li adora. Se finiamo presto qua possiamo andare al negozio vicino casa mia che ha anche della roba un po' vintage. Tipo, sai, Super Mario del '98 e cose così. Per James invece... » Pare rifletterci su, qualche istante, prima di annuire con convinzione. « Per lui andranno bene delle schifezze da mangiare. Con quelle non sbagli mai. » Sempre una garanzia.
     
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    « Ok, intanto calmati. Non so da che strano mondo vieni tu, ma qui, sulla terra, i regali di Natale non sono un problema per nessuno. Di certo non sono una tragedia greca come la stai rendendo tu. Rilassati, veramente. Io non ho ancora preso niente per nessuno. Quindi possiamo fare qualche giro insieme e ti do una mano a trovare il regalo perfetto per questi Potter. Ci sei? » I regali non sono un problema per nessuno??? Ok, basta, ne ho già abbastanza. Possiamo chiuderla qui. Distoglie lo sguardo dalla vetrina per un istante per fissarla con un che di shockato. Quasi avesse bestemmiato.
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    « Ecco sei qui proprio per questo. Ma non minimizzare il mio dramma. E' la mia prima festività ufficiale con questa gente. Cioè sono stata a casa loro per pranzi e altro tante volte, ma resta comunque la mia prova di fuoco. Le cose si stanno stabilizzando e ora tanto io quanto loro stiamo iniziando a metabolizzare il fatto che siamo piuttosto bloccati gli uni con gli altri. » Si stringe nelle spalle. « Non voglio fare una brutta figura. Per me è importante piacere loro. E non voglio passare per la ragazza Carrow di Albus. » Le rivolge uno sguardo eloquente in merito. Non vuole certo apparire qualcosa che non è, ma non vuole nemmeno essere se stessa al punto da risultare svitata. Io sono Mun, non la ragazza snob, non la riccona viziata. Non "la Carrow". Sono Mun punto e basta. « Mhm.. Non credo che rientri molto nei gusti di Albus, sai? Cioè, immagino tu ne sappia più di me visto che sei la sua... quasi-moglie, giusto? » Segue la direzione dello sguardo di Malia e scuote la testa. Ma poi sbatte le palpebre piuttosto sorpresa. « La sua quasi cosa? » Malia Stone, sei entrata in un terreno scivoloso. « Non mi pare proprio sai? Io sono.. la sua ragazza.. compagna? - oddio quanto suona da vecchi - sono.. non lo so cosa siamo al momento Malia MA.. » E dicendo ciò gesticola animatamente evidentemente colpita da quell'argomento e contrariata più del dovuto. « ..sicuramente non sono quellochehaidettotu, perché per quello, ci vuole un impegno. MATERIALE! » Pausa. « Per il quale comunque io non sono pronta. Noi non siamo pronti. E ora pensiamo ai regali prima che tu dica altre cose insensate. Grazie. » La precede scuotendo la testa con veemenza, lasciandosi distrarre da discorsi meno palesemente coinvolgenti dal punto di vista emotivo. Ecco. Regali. Parliamo di regali. Parliamo di cose superficiali e superflue. « [...] Pensiamo alle cose facili prima. Olympia: una cavolata. Ci sono un milione di cose che potrebbero piacerle, che sono più o meno anche tutte le cose che piacciono a te. Collane, bracciali... Magari qualche prodotto per i capelli alle erbe. Che sia bio, però, per carità. » Si concentra su quello quindi annuendo. « Ok, abbiamo un punto di partenza. Vieni.. conosco un posto perfetto. » E dicendo ciò la conduce fino alla sua boutique preferita di cosmetici nei cuore di Diagon Alley, nascosta tra le viottole meno conosciute del quartiere. « Questa è una profumeria che produce cosmetici su misura. Potremmo.. non so.. creare magari qualche fragranza personalizzata per Ginny e le altre zie di Albus? Quante sono, tra l'altro? » Si ferma sulla soglia del negozio piuttosto impanicata all'idea di non avere la più pallida idea di quante siano. « E poi per Olympia vediamo.. hanno un programma specifico che crea cosmetici ad personam. Hai per caso qualcosa di suo con te? Qualunque cosa.. non so anche qualcosa che ti ha regalato lei o qualcosa di questo tipo. Analizzano la personalità della persona e creano prodotti specifici. Potrei orientarmi appunto sulle cose per i capelli? Lei ha dei capelli davvero bellissimi. Oppure magari qualcosa per la cura della pelle. » Oh si sta gasando Mun. E' decisamente il suo regno. « Secondo te chi verrà al cenone? A casa nostra a Cambridge veniva un sacco di gente, e c'era sempre qualcuno che s'imbuca, quindi tendo a comprare ogni volta cose che potrebbero andare bene per chiunque. La figuraccia di non avere un regalo pronto per un ospite dell'ultimo momento è davvero imbarazzante. » Prende a girare quindi tra gli scaffali pieni di fragranze e prodotti e si ferma di fronte alle combinazioni già confezionate per il Natale. « Iniziamo da questi.. senti qualcuno e dimmi cosa ne pensi. A me piacciono molto quelli dolci, ma non sono certa che tutte vadano pazze per queste fragranze. » Le passa un paio di cartoncini, per poi lasciarsi stregare dalla sua preferita. Il classico Chanel n.5 « Nemmeno tu puoi resistere a questo, ammettilo. »


     
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    « Per l'amor del cielo, Gawen! Scendi immediatamente da quella scala! » strillò perentoria una strega di fronte alla porta spalancata della bottega Olivander, sotto una scala a pioli su cui un mago stava trafficando con uno strano marchingegno. Era come un carillon gigante, su cui una fenice inseguiva un drago che inseguiva a sua volta un unicorno. Tutte e tre le creature stringevano tra gli artigli o nella morsa una bacchetta. Gawen Olivander ritornò in basso dopo aver finito di armeggiare con quella bizzarra insegna, sporgendosi divertito verso la donna. « E' natale, bocciuolo! Dobbiamo attirare la clientela! Siamo in perdita, la crisi incalza!! E poi Greg lo adorerà! Guarda.. » Puntò la propria bacchetta verso il macchinario, che prese a girare: le piccole bacchette tra le zampe degli animali fantastici presero a sprizzare fiocchi di neve, luci colorate di un bel rosso natalizio mentre una musica prese ad aleggiare nell'aria. La strega rimase esterrefatta nell'osservare l'ultima stramberia prodotta dalla fervida mente di suo marito: per le bacchette non era proprio portato, ma aveva sempre avuto un estro creativo superiore alla media, nonché un particolare talento nel non provare nessun tipo di vergogna. Non ne ebbe neppure nel saltare giù dalla scala, che fece sparire con un colpo di bacchetta e fermare le prime malcapitate che gli capitarono a tiro. Caso volle, che fossero Amunet Carrow e Malia Stone, mentre percorrevano la strada maestra di Diagon Alley alla ricerca dei loro regali natalizi. « Signorine! Siete alla ricerca del regalo dell'ultimo minuto? Olivander potrebbe fare al caso vostro! Kit di riparazione al prezzo omaggio di 7 galeoni e acquistandone due avrete un buono omaggio di 10 galeoni sulla vostra bacchetta dei sogni! » L'emporio Olivander e la pubblicità non erano mai andati particolarmente d'accordo, complice il fatto che la bottega non aveva bisogno di pubblicità: tutti sapevano che gli Olivander erano leader nel settore. Inevitabilmente, però, i mesi passati avevano fatto tremare le casse delle piccole e medie imprese. Sì, perfino gli Olivander non se la stavano passando granché bene. « Papà, cosa ti ho detto a proposito del molestare le persone per strada? » lo bacchettò Greagoir, apparso tra la folla di Diagon Alley col suo solito sorriso raggiante. Raggiunse il bizzarro gruppetto, salutando le due povere vittime sventurate. « Salve Malia, è un piacere rivederti! E Amunet, finalmente posso farti le congratulazioni di persona. Sei magnifica, ti trovo davvero in splendida forma! Spero ti sia arrivato il regalo! » Era evidente che le pubbliche relazioni fossero il forte del ragazzo e con altrettanta naturalezza allungò la mano verso la coppia. « Vi presento i miei genitori, Gawen e Melinda e MERLINOBBONO CHE COS'E' QUELLA COSA! » I grandi occhi di zaffiro si inchiodarono sul carosello al di sopra dell'insegna del negozio, lasciando Greg interdetto da così tanto poco buongusto. Divenne letteralmente paonazzo in viso, ribollendo di una evidente rabbia che fece alzare gli occhi di sua madre al cielo. Te l'avevo detto Gawen che Greg l'avrebbe odiato! « Papà, ti posso parlare in privato? Ragazze, è stato un immenso piacere rivedervi. Veniteci a trovare! Vi lascio al vostro shopping. » Con un'occhiataccia alla "fila dentro che facciamo i conti", marciò dentro il negozio lasciando Mun e Malia libere di proseguire i propri acquisti dell'ultimo minuto.


    Un po' di colore nosense ambientato poco prima (o poco dopo, fate vobis) dell'ingresso nella profumeria!
    Scusate, ma c'è crisi e devo fare pubblicità al negozio. Cià <3


     
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    « Non voglio fare una brutta figura. Per me è importante piacere loro. E non voglio passare per la ragazza Carrow di Albus. » Ascolta il parlare frenetico della ragazza, le braccia incrociate al petto e l'aria sempre più confusa.
    « Mamma mia, quanti problemi che ti fai eh? » La interrompe, mentre rotea gli occhi al cielo, una punta di divertimento mista a esasperazione nella voce. « Secondo la mia modestissima opinione, penso si siano già fatti tutti quanti un'idea su di te. E non sarà un regalo di Natale a fargli cambiare idea sul tuo conto, che sia orribile oppure meraviglioso. Queste persone non funzionano così. » Fa spallucce, mentre infila entrambe le mani nelle tasche del cappotto. Comprende che Amunet venga da un mondo in cui la materialità ha una certa importanza, ma i Potter-Weasley non sono fatti così. Per loro un regalo non è un oggetto utile o necessario, ma semplicemente una dimostrazione d'affetto. Si rende conto, tuttavia, che la mora, che tiene gli occhi incollati alle vetrine di freddi gioielli preziosi, non deve essere stata mai abituata a fare questo tipo di regali. Ignora i suoi commenti sul matrimonio, bypassandoli con un'alzata di occhi al cielo, come a voler dire "Sempre troppo drammatica, Carrow, quando la finirai?"; e la segue, piuttosto, nel fantomatico posto perfetto, o almeno a suo dire, per il regalo della giovane Potter.
    Mentre camminano per le strade della piccola cittadina, gli sguardi di entrambe vengono rapiti da un'insegna a dir poco grottesca, proprio sopra il negozio di Olivander. « Signorine! Siete alla ricerca del regalo dell'ultimo minuto? Olivander potrebbe fare al caso vostro! Kit di riparazione al prezzo omaggio di 7 galeoni e acquistandone due avrete un buono omaggio di 10 galeoni sulla vostra bacchetta dei sogni! » Malia osserva un uomo piuttosto anziano saltare giù da una grande scala in legno per poi farla sparire, e rivolgersi a loro con un certo entusiasmo. Le due ragazze si guardano per qualche istante, un po' a disagio, senza sapere esattamente come rispondere. A chi mai potrebbe piacere un set di manutenzione per le bacchette magiche? Malia, la sua, non crede di averla nemmeno mai lucidata in vita propria.
    « Papà, cosa ti ho detto a proposito del molestare le persone per strada? » Fortunatamente vengono salvate dall'arrivo di Greagoir, il più giovane della famiglia di fabbricanti di bacchette, nuovo senior dei Corvonero. « Salve Malia, è un piacere rivederti! »
    « Ciao Greg! Stavamo ammirando... » Fa per indicare la meravigliosa insegna magica dai toni natalizi che invita chiunque passeggi in quelle zone a sollevare lo sguardo, ma il ragazzo si perde a complimentare la ragazza che gli sta accanto, e non si accorge di nulla, sulle prime. Fa anche per presentare i suoi genitori, e la mora non può fare a meno di sghignazzare tra sé e sé nel momento in cui il giovane Corvonero si accorge di quel piccolo spettacolo sulle loro teste, del quale evidentemente non era stato informato. La sua risata diventa più rumorosa, nel momento in cui l'uomo anziano tenta di raccattare qualche scusa plausibile per giustificare la trovata. Saluta il gruppetto con un cenno della mano, senza tuttavia riuscire a smettere di ridere. « Vabbè, io li adoro. » Commenta così, ancora presa da quel momento d'ilarità, mentre lei e Amunet riprendono a camminare per le vie di Diagon Alley.
    Si ferma assieme a lei sulla soglia del negozio, e viene subito investita da un miscuglio di profumi indistinguibili. Sì, Olympia adorerebbe questo posto senza dubbio, si ritrova a pensare, e finisce per chiedersi, tra sé e sé, mentre la Carrow parla, se non sia già venuta in questo posto altre volte, trascinata controvoglia proprio dalla rossa Grifondoro. « Potremmo.. non so.. creare magari qualche fragranza personalizzata per Ginny e le altre zie di Albus? Quante sono, tra l'altro? » La mora strabuzza gli occhi, a quelle parole, mentre continua a fissare un punto imprecisato di fronte a sé. Poi sposta lo sguardo su Amunet, visibilmente scioccata.
    « Cioè, fammi capire... Tu vuoi fare un regalo a tutte le zie di Albus? » La sua espressione muta in una specie di smorfia. Poi lo sguardo si perde da qualche parte, assottigliandosi, mentre comincia ad enumerare con le dita ad ogni nome pronunciato. « Allora ci stanno Hermione, Angelina, Audrey... La mamma di Vicky, quella francese... E credo basta. A meno che non mi stia sfuggendo qualcuna. » Si stringe nelle spalle, mentre fanno il loro ingresso all'interno del negozio, e Malia continua a guardare la giovane Serpeverde con aria persa. Questo significa che devo regalare anch'io qualcosa a tutta quella gente?, comincia a domandarsi, una specie di panico che per un istante attraversa i suoi occhi, come un fulmine. Ma passa via con una scrollata di spalle, perché poco le importa di farci una figuraccia, di certo non spenderà tutti questi soldi per persone con cui parla poco e niente, un paio di volte all'anno.
    « E poi per Olympia vediamo.. hanno un programma specifico che crea cosmetici ad personam. Hai per caso qualcosa di suo con te? Qualunque cosa.. non so anche qualcosa che ti ha regalato lei o qualcosa di questo tipo. Analizzano la personalità della persona e creano prodotti specifici. Potrei orientarmi appunto sulle cose per i capelli? Lei ha dei capelli davvero bellissimi. Oppure magari qualcosa per la cura della pelle. »
    Si morde il labbro inferiore, prima di cominciare a rovistare all'interno della piccola borsa a tracolla. « Mmmm vediamo... » La mano fruga un po' a casaccio, mentre con la coda dell'occhio nota l'espressione decisamente troppo fomentata della Carrow. E un po' comincia a pentirsi di questo piccolo atto di beneficienza fatto questo pomeriggio. Nel frattempo la mano, all'interno della borsa, si stringe intorno ad un oggettino piccolo, per poi tirarlo fuori e portarlo all'attenzione di Amunet. Un piccolo fermaglietto verde brillante, che le ha prestato qualche settimana prima. « Questo può andar bene? » chiede, porgendoglielo nel frattempo.
    « Secondo te chi verrà al cenone? A casa nostra a Cambridge veniva un sacco di gente, e c'era sempre qualcuno che s'imbuca, quindi tendo a comprare ogni volta cose che potrebbero andare bene per chiunque. La figuraccia di non avere un regalo pronto per un ospite dell'ultimo momento è davvero imbarazzante. »
    Si stringe nelle spalle, mentre procede tra gli scaffali un po' svogliatamente, al seguito della ragazza. «
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    Di solito c'è il mondo al Natale dei Weasley. Non sei mai stata vero? Nemmeno quando stavi con Fred? »
    Aggrotta le sopracciglia, nel tentativo di ricordare, ma è veramente difficile fare mente locale. C'è sempre troppa gente. « Credimi se ti dico che non sarai mai pronta per tutti gli ospiti inaspettati che possono sbucare all'ultimo minuto. Non so come funzionava a casa Carrow, ma qui è davvero impossibile pianificare un regalo per ogni presente. E alla fine nemmeno importa più di tanto. Pensa alle persone che interessano a te, e va bene così. » Si stringe nelle spalle, con semplicità, mentre gli occhi color nocciola scorrono tra le numerose boccette di vetro che stanno di fronte a loro. « Sono emozionata, però. Sarà perché lo scorso Natale ha fatto abbastanza schifo... Sento che questo sarà proprio bello. » Un sorriso pieno d'entusiasmo le appare in volto, mentre batte le mani, in evidente fibrillazione. « E poi la signora Molly dà il meglio di sé con il cibo... So già che mi sfonderò. » Mentre parla prende i vari foglietti profumati che Amunet le passa, e li annusa uno ad uno, commentando di volta in volta con una smorfia o un'espressione più convinta.
    « Nemmeno tu puoi resistere a questo, ammettilo. » Amunet le porge un ultimo cartoncino profumato, che Malia mette sotto al naso per qualche secondo, per poi mettere su un'espressione non troppo convinta.
    « Mmh, non male. Però niente di che ecco » commenta, stringendosi nelle spalle, con una certa noncuranza, per poi procedere verso la zona dei prodotti per capelli. « Allora, come si fa questa roba dei cosmetici personalizzati? E riescono anche solo con quel fermaglietto? » domanda, mentre guarda l'oggetto con una certa curiosità. Si guarda poi intorno per qualche istante. « Mamma mia, sembrano tutti invasatissimi con questi regali di Natale. » Sospira, mentre incrocia le braccia al petto. « Secondo te se lascio Sam il 24 e me lo riprendo il 26, posso evitare di comprargli un regalo? No, perché non ho la più pallida idea di cosa prendergli. » Guarda la ragazza con aria affranta, prima di tirare la testa all'indietro e sbuffare. Niente panico per i regali di Natale, sì, ma solo per alcuni, a quanto pare.
     
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    « Salve Malia, è un piacere rivederti! E Amunet, finalmente posso farti le congratulazioni di persona. Sei magnifica, ti trovo davvero in splendida forma! Spero ti sia arrivato il regalo! Vi presento i miei genitori, Gawen e Melinda e MERLINOBBONO CHE COS'E' QUELLA COSA! » Si scioglie in un sorriso divertito Mun, mentre assiste alla scena, sollevando lo sguardo verso quello che per Greg doveva essere uno scempio sopra l'insegna della sua amata locanda. « Ehi! Greg.. prima che tu.. torni a.. occuparti dei tuoi affari.. » Compie una leggera pausa non sapendo esattamente come definire quella che per Greg sembra essere una vera e propria emergenza in piena regola. « Appena le acque si sono calmate - so che le feste sono un periodo complicato - ma.. passa da noi. » Si stringe nelle spalle con naturalezza impugnando la propria bacchetta, un pezzo più unico che raro ai suoi occhi che si è sposata perfettamente alla sua personalità, a tal punto da risultare addirittura migliore della bacchetta che l'ha accompagnato sin da quando aveva undici anni. Rotea appena l'elegante bacchetta per sistemargli con gentilezza una ciocca di capelli fuori posto lasciandosi pervadere da una risata cristallina. « Mi farebbe piacere che tu conoscessi Lily e Jay di persona.. e anche Albus.. » Conoscerci davvero. Conoscerci insieme. Greg non poteva nemmeno immaginare quanto la cura e l'attenzione che avesse messo nel regalo che aveva spedito loro era riuscito a smuovere i cuori di tutta la loro famiglia. Due maghi senza una giusta bacchetta, pressoché quasi stolti. « E' davvero meravigliosa.. » Meglio dell'originale, e anche più adatta alla sua personalità nonché al suo stile. Quella bacchetta era stata fatta apposta per lei, in un momento in cui la sua personalità aveva raggiunto una tale maturità da riuscire a soddisfare anche le pieghe più controverse della sua personalità. « Vabbè, io li adoro. » Non appena salutano la famiglia Olivander, ancora sull'uscio del negozio, Mun si volta verso la ragazza. « Oh, io adoro lui. Mi ero persino scordata di non avere più una bacchetta seria, finché lui non ce ne ha confezionate di nuove. Non so nemmeno come ha fatto ad accorgersene del fatto che stessimo andando in giro con dei rottami comprati al mercato libero. » Si stringe nelle spalle. Immagino sia il suo lavoro. Vede cose che a molti sfuggono in merito alle bacchette. [...] Non appena Malia le consegna il fermaglio, Mun si appresta a consegnarlo a una commessa descrivendole per filo e per segno il regalo che desidera creare per Olympia. Lungo il tragitto verso la cassa poi, segna con la bacchetta parecchie boccette e confezioni di ogni sorta, indicando di tanto in tanto a chi potrebbero appartenere. Quello è per Ginny, quello per Hermione, quell'altro per nonna Molly. La verità è che a Mun tutto ciò che serviva era il via. « Di solito c'è il mondo al Natale dei Weasley. Non sei mai stata vero? Nemmeno quando stavi con Fred? Credimi se ti dico che non sarai mai pronta per tutti gli ospiti inaspettati che possono sbucare all'ultimo minuto. Non so come funzionava a casa Carrow, ma qui è davvero impossibile pianificare un regalo per ogni presente. E alla fine nemmeno importa più di tanto. Pensa alle persone che interessano a te, e va bene così. » Se lo ricorda vagamente il Natale passato alla Tana. Quell'anno la sua maggiore preoccupazione era tentare di passare inosservata parlando con meno persone possibili. « Si che c'ero.. era.. tre anni fa? Ricordi? » Probabilmente no. Tu eri la gradassa che faceva tutta la ganza insieme ai fratelli Potter e i cugini Weasley, mentre io tentavo l'antro più oscuro di tutta la sala da pranzo. « Ma quella volta era diverso. Pensavo che il miglior modo possibile per piacere ad Angelina era non facendomi vedere. Non credo le piacessi poi molto. Ero solo una ragazzina.. ma ero una ragazzina Carrow. » Si stringe nelle spalle. A conti fatti non può nemmeno darle torto. Alla fine, Angelina aveva ragione. Suo figlio, Mun, l'ha fatto comunque soffrire. Sospira affondo tentando di destarsi da quell'improvvisa apatia. « Sono emozionata, però. Sarà perché lo scorso Natale ha fatto abbastanza schifo... Sento che questo sarà proprio bello. E poi la signora Molly dà il meglio di sé con il cibo... So già che mi sfonderò. » « Puoi dirlo forte. E' a casa nostra da ieri incollata ai fornelli, facendo anche l'inventario di tutto ciò che manca in cucina. Ha mandato James e Sirius con una lunga lista della spesa a comprare tutto ciò che manca a una casalinga di tutto rispetto in casa. » La osserva con uno sguardo eloquente, per poi indicare se stessa. « Capisci? Sta già dando per scontato che non sono in grado di occuparmi di suo nipote. » Pausa. « Per inciso, non è vero. Le cose fare le cose.. davvero. » E non c'era né altezzosità, né un'implicita lamentela nel suo tono di voce. Mentre si dirigono alla cassa, Mun ha già risposto alla sua domanda, spiegandole per filo e per segno ciò che ha fatto prima in compagnia della commessa a cui ha consegnato il fermaglio. Passa la sua carta di credito platinum della Gringott nel registratore, e dà specifiche su dove mandare tutti i pacchi.
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    « Pensavi davvero che mi avresti fatto da portaborse? » Le chiede mentre stanno già uscendo dal negozio. Si vede che non hai mai fatto shopping con me. « Secondo te se lascio Sam il 24 e me lo riprendo il 26, posso evitare di comprargli un regalo? No, perché non ho la più pallida idea di cosa prendergli. » Si ferma per un istante in mezzo alla strada, guardandola con un'espressione interrogativa. « Davvero vuoi non fare un regalo al tuo ragazzo per Natale? » No dai. « Non dovrebbe essere un tipo troppo difficile. Voglio dire.. se non vuoi seguire lo stesso consiglio che hai dato a me sul significativo, possiamo andare sul semplice.. » Dice indicandole il negozio di accessori per il Quidditch. « ..oppure potresti comprargli qualcosa di carino da vestire. Sam è uno abbastanza casual ma che un po' ci tiene, si vede. » Si stringe nelle spalle. Almeno a me ha dato quest'idea. « Vuoi fare un tentativo? » Si colpisce istintivamente la fronte in fine, come se si fosse ricordata qualcosa di estremamente serio. « Inoltre vorrei ricordarti che abbiamo un male comune. Percy e la Morgenstern! Non so se ha senso fare un regalo congiunto, o farne uno solo a lui e fare finta che lei sia solo un danno collaterale - senza offesa - nella vita di lui. Oppure farlo a entrambi. » Si morde il labbro inferiore. « E poi devo scegliere qualcosa per Nathan.. argomento spinoso. Con lui ogni scelta è una percisa dichiarazione d'intenti. » Alza gli occhi al cielo prima di sorridere. « A te la scelta di dove iniziare: ragazzo o coppia di migliori amici congiunti, oppure migliore amico snob. » La fumetteria, che immagina come un posto altro lontano dalla sua portata vuole lasciarsela per ultima. Dovrà essere un'esperienza più che unica, e conoscerà finalmente i posti che tanto ama Sirius.


     
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    « Si che c'ero.. era.. tre anni fa? Ricordi? » Din din din, enorme figura di merda fra tre, due, uno... Le palpebre della giovane si assottigliano, mentre le labbra si stringono, a sottolineare quello sforzo di ricordare che sta compiendo. Non ha mai fatto molto caso agli altri presenti ai Natali dei Weasley, quando questi non appartenevano alla sua ristretta cerchia di amici. Ha ricordi un po' vaghi dei Natali passati, ma lei si ritrovava sempre a passare il tempo con i Potter, Hugo e Fred, senza interessarsi davvero di quello che succedeva intorno. « Ma quella volta era diverso. Pensavo che il miglior modo possibile per piacere ad Angelina era non facendomi vedere. Non credo le piacessi poi molto. Ero solo una ragazzina.. ma ero una ragazzina Carrow. »
    Si stringe nelle spalle, non sapendo esattamente cosa dire, mentre attraversano un lungo corridoio composto da scaffali ricolmi di creme idratanti di tutti i tipi. « Non so... » cerca di giustificarsi, mentre si gratta una guancia, lievemente imbarazzata. « Te l'ho detto, i Natali dai Weasley sono sempre pienissimi di gente. E io sono sempre un po' distratta, quindi... insomma... » Fa spallucce, prima di rivolgerle un piccolo sorriso di scuse.
    « E' a casa nostra da ieri incollata ai fornelli, facendo anche l'inventario di tutto ciò che manca in cucina. Ha mandato James e Sirius con una lunga lista della spesa a comprare tutto ciò che manca a una casalinga di tutto rispetto in casa. » Ride di gusto a quelle parole, mentre scuote piano la testa. « Capisci? Sta già dando per scontato che non sono in grado di occuparmi di suo nipote. Per inciso, non è vero. Le cose fare le cose.. davvero. » A quel punto aggrotta le sopracciglia, confusa, mentre per un istante si perde a leggere l'etichetta di un prodotto esposto alla cassa. Poi torna a guardare la ragazza, un sorrisino divertito ancora sulle sue labbra.
    « Che poi, sta scritto da qualche parte che devi occuparti di lui? Albus è comunque grande e vaccinato, abbastanza da fare una spesa di tutto rispetto, eccetera eccetera. Gli unici che hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro sono Jay e Lily. A proposito, come stanno? » Per Malia è sempre stato un po' difficile afferrare quel concetto. In casa sua è sempre stato suo padre a occuparsi di tutto, per ragioni ovvie. E quando è cresciuta abbastanza, Malia ha fatto il suo per mandare avanti quella piccola casetta nei sobborghi londinesi. « Comunque, penso fosse chiaro che non sei una classica casalinga; e secondo me è solo un valore aggiunto. » Fa spallucce, con una certa nonchalance. « Che poi, dimmi un po', che sai fare? Perché io mi immagino casa Carrow come il posto delle meraviglie in cui nessuno alza mai un dito. Tipo, boh, ad esempio... Quando hai voglia di pancake te li prepari da sola o ti basta mandare un Patronus e qualcuno te li porta in camera? » Parla con naturalezza, nessuna nota di giudizio né scetticismo nella voce, ma è una semplice e pura curiosità a far scaturire quegli interrogativi. Si è sempre chiesta cosa significasse vivere in una casa tanto grande e avere gente al proprio servizio ventiquattr'ore al giorno, non doversi preoccupare di fare le pulizie o di non lasciare accese le luci inutilmente per paura di una bolletta troppo salata; non riesce a immaginare, semplicemente, che cosa significa non dover pensare spesso, nell'arco della propria giornata, a questo genere di cose. E la sua sorpresa non può che rinnovarsi quando la giovane indica alla cassa un indirizzo a cui far consegnare tutti quei pacchetti. Spalanca gli occhi, incredula. Si può fare una cosa del genere?
    Si immergono nuovamente tra le strade di Diagon Alley, e i loro discorsi ritornano presto sull'argomento regali. « Davvero vuoi non fare un regalo al tuo ragazzo per Natale? »
    Rotea gli occhi al cielo. « No Carrow, scherzavo... Hai presente le battute? Certo che gli faccio un regalo. » Ride sommessamente, mentre si guarda intorno, tra una vetrina e l'altra, alla ricerca di ispirazione.
    « Non dovrebbe essere un tipo troppo difficile. Voglio dire.. se non vuoi seguire lo stesso consiglio che hai dato a me sul significativo, possiamo andare sul semplice... oppure potresti comprargli qualcosa di carino da vestire. Sam è uno abbastanza casual ma che un po' ci tiene, si vede. » Aggrotta la fronte, un po' confusa, mentre segue lo sguardo della ragazza fino al negozio di accessori per il Quidditch, di fronte al quale scuote ripetutamente la testa con convinzione. Non c'è poi molto che si possa regalare ad un giocatore professionale che non abbia
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    già, in quell'ambito. « Vuoi fare un tentativo? » Fa per risponderle, quando la vede ricordarsi immediatamente di qualcun altro. « Inoltre vorrei ricordarti che abbiamo un male comune. Percy e la Morgenstern! Non so se ha senso fare un regalo congiunto, o farne uno solo a lui e fare finta che lei sia solo un danno collaterale - senza offesa - nella vita di lui. Oppure farlo a entrambi. » Arriccia il naso, improvvisamente conscia che probabilmente quest'anno dovrà davvero fare un regalo a Percival Watson. E non c'è dubbio sul fatto che sia lui il suo danno collaterale. « E poi devo scegliere qualcosa per Nathan.. argomento spinoso. Con lui ogni scelta è una percisa dichiarazione d'intenti. »
    Aggrotta le sopracciglia. « E chi è Nathan? Il maggiordomo? » Che nome di merda. Appurato invece che si trattava di Douglas, quello che quando ti guarda sembra volerti elencare tutte le ragioni per cui lui sì e tu no, Malia arriccia ancor di più il naso. « Ew, per lui non posso proprio aiutarti. Voglio azzardare che però i regali non se li merita - insomma, basta guardarlo in faccia per capire che è uno che sta nella lista dei bimbi cattivi. » Ridacchia per qualche istante, per poi tornare seria. « Pensiamo a Tris e Percy, che per ora sembrano la cosa più facile. Suggerisco regalo separato, anche perché, se a lei dai della "consorte di" non sarà propriamente felice. » Annuisce, convinta, prima di indicare un negozio di belle arti. « A lei piace disegnare. Cioè, fa tipo schizzi e bozzetti, sai, quindi magari un regalo easy da parte tua può essere un album da disegno e un set di matite professionali. Io invece... » Bella domanda. Il regalo di Tris è sempre un po' più ostico, e quest'anno lo è in particolar modo. « Mi sa che dovrò pensarci un po' più a lungo. Per Percy invece cosa mi suggerisci? Tipo, boh, una scacchiera nuova? No, mi sa che costano troppo quelle. Cioè, davvero, io non so nemmeno cosa gli piace fare nel tempo libero, oltre a giocare a scacchi magici e correggere i congiuntivi della gente. »
     
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    « Che poi, sta scritto da qualche parte che devi occuparti di lui? Albus è comunque grande e vaccinato, abbastanza da fare una spesa di tutto rispetto, eccetera eccetera. Gli unici che hanno bisogno di qualcuno che si occupi di loro sono Jay e Lily. A proposito, come stanno? » « Non credo che Molly Weasley casalinga per eccellenza, comprenda appieno questa cosa. Ha storto il naso quando ho comprato i libri del primo semestre. » Si stringe nelle spalle. Ha imparato a ignorare il fatto che nonna Molly tenti in tutti i modi di inserire qua e là commenti atti a convincerla che prendersi un anno sabbatico sarebbe la cosa migliore. « In ogni caso, i bambini stanno bene. Voglio dire.. è molto faticoso. Lily ha dei ritmi poco umani, ma ce la caviamo. Anche se tutti vogliono dare una mano, non lo so.. non me la sento di lasciarla ancora per troppo tempo con nessuno. Ho iniziato a fidarmi un po' di più di Ginny, ma non lo so.. sono un po' in ansia anche ora.. » La guarda con un'espressione leggermente a disagio e di scatto riprende il cellulare per assicurarsi che non l'hanno chiamata per chissà quale emergenza. Se i suoi calcoli sono corretti, Lily dovrebbe ancora dormire. « A parte questo facciamo una bella squadra. Anche se Lily si sveglia anche quattro, a volte cinque volte a notte, ormai stiamo iniziando a imparare i suoi ritmi. » Siamo parecchio esauriti. E nemmeno il mio correttore da cinquanta sterline riesce a coprire del tutto la stanchezza. « E poi c'è Jay che non puoi lasciare in disparte altrimenti si indispettisce e si sente trascurato. Quindi ecco.. loro stanno bene.. noi decisamente un po' meno. » La verità è che stiamo impazzendo ma stringiamo i denti. « Comunque, penso fosse chiaro che non sei una classica casalinga; e secondo me è solo un valore aggiunto. Che poi, dimmi un po', che sai fare? Perché io mi immagino casa Carrow come il posto delle meraviglie in cui nessuno alza mai un dito. Tipo, boh, ad esempio... Quando hai voglia di pancake te li prepari da sola o ti basta mandare un Patronus e qualcuno te li porta in camera? » Corruga appena le sopracciglia osservandola con un che di confuso. Non sa se essere sincera o meno di fronte a quella domanda, fatta a sensazione con molta innocenze e nessuna implicita accusa di fondo.
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    « In teoria si..? Ma se mia madre mi avesse vista mangiare i pancake probabilmente mi avrebbe tenuto a pane e acqua per un mese. » Si stringe nelle spalle. « Ero sempre a dieta in attesa di aggiudicarmi il partito ideale. » E non solo quello. Scuote la testa cercando di non rabbuiare la conversazione, concentrandosi piuttosto sulle cose positive. « Però anch'io ero davvero pessima. Ho sempre dato un sacco di confidenza alla servitù; non so se facessi loro tenerezza o altro, ma seguivo questo e quell'altro elfo o dipendente ovunque per la casa. E infatti sono parecchio brava a pulire - quando sono stressata io pulisco. So trattare con qualunque superficie e ordinare secondo un sacco di criteri contemporaneamente. » Non sembrava darle fastidio aprirsi finalmente in un ottica più normale e quotidiana. Malia aveva conosciuto solo l'ex ragazza di uno dei suoi amici, e poi la ragazza incinta di un altro dei suoi migliori amici. « Non sono bravissima a cucinare, però so seguire le ricette. Appena mi ci discosto un attimo però è la fine. » Fa una leggera pausa. « E poi non so.. in generale da quando stiamo insieme io e Albus ci dividiamo parecchio su tutto. Se anche uno dei due non sa fare qualcosa.. beh alla fine ci arriviamo. Prendi le bollette.. per me erano una specie di mito prima. Però va bene così.. mi sto rendendo conto di quanto poco so su un sacco di cose ma non voglio nessun altro a casa mia, a parte amici e parenti che praticamente fanno il via vai sempre. » E così si conclude la questione. « Tu invece dov'è che vivevi prima di tutto il trambusto? Sei di Londra o i tuoi parenti sono altrove? » Pausa. « Dal modo in cui parli di queste cose, immagino che è inutile chiederti se a casa tua c'era qualcuno che aiutasse i tuoi a gestirla. » Alza un dito pronta a puntualizzare un ultima cosa. « Però, non è sempre bellissimo ecco. Immaginati quanta gente si fa gli affari tuoi tutti i giorni. » [...] Alza gli occhi al cielo sul commento che riguarda Nathan. E' una strana sensazione quella che prova. Prima che restassero rinchiusi, lui era uno di coloro con cui maggiormente amava condividere i momenti prima di Natale. L'ultimo Natale passato fuori dal castello, si erano visti proprio lì, a Diagon Alley per condividere un té e saltare da un negozio all'altro alla ricerca di qualche regalo esclusivo. Il fatto che non avesse pensato a lui anche quell'anno, le diede ancora una volta la dimensione di quanto le cose fossero cambiate. Di quanto ancora le cose non erano chiare tra loro. Non si sarebbe di certo sentita a suo agio a cercare regali per i Potter - Weasley in sua compagnia. Annota mentalmente i suggerimenti di Malia, mentre entrano in quel negozio addobbato in maniera decisamente artistica, mentre si concentra su alcuni album da disegno decisamente meravigliosi. « A lei piace disegnare. Cioè, fa tipo schizzi e bozzetti, sai, quindi magari un regalo easy da parte tua può essere un album da disegno e un set di matite professionali. Io invece... Mi sa che dovrò pensarci un po' più a lungo. » « Lo sai che tutto avrei detto tranne che è una persona artistica? Stavo già pensando di regalarle una ghigliottina da scrivania. » Scoppia a ridere. Si sarebbe stato divertente. E anche poco adatto per la sua posizione. « Poi però ha deciso di concederci il lusso di tenere la casa, e così mi ha tolto persino la possibilità di continuare a inveire contro di lei. » Alza gli occhi al cielo con fare plateale. « Per Percy invece cosa mi suggerisci? Tipo, boh, una scacchiera nuova? No, mi sa che costano troppo quelle. Cioè, davvero, io non so nemmeno cosa gli piace fare nel tempo libero, oltre a giocare a scacchi magici e correggere i congiuntivi della gente. » « Percy è un tipo estremamente organizzato. L'ultima volta so che stava scegliendo una stanza in quel palazzo che fa ombra alla nostra casa, per farci una specie di ufficio in casa. Potresti pensare a un'agenda per l'anno nuovo, oppure appunto qualche organizer per la scrivania. Da quel che ricordo non è un grande feticista della cartoleria però potresti considerare anche un piccolo astuccio classico e sobrio? » A quel punto sbuffa e si guarda intorno. Probabilmente hanno ancora un sacco di cose da comprare, ma è già stanca. « Ti va un tè, prima? »


     
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