Underneath the mistletoe

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    21 Dicembre. una giornata che per Olympia ha sempre significato molto. Il giorno del solstizio d'inverno, il giorno con meno ore di luce e la notte più lunga dell'anno, il giorno della festa di Yule. Una festa che ha sempre e solo osservato lei, nella sua famiglia ma che, nel corso degli anni, aveva cercato sempre, in qualche modo, di farla diventare una tradizione un po' per tutti. Ha sempre trovato estremamente gratificante prendersi quella giornata per lasciarsi alle spalle tutte le negatività, concentrandosi su ciò che di buono quella giornata dovrebbe indicare. E' l'inizio di una nuova stagione, un nuovo periodo che nasconde dentro di sé i semi di rinascita, che culmina con la sua massima espressione nella primavera. Le ore di luce aumentano, progressivamente, e la natura prende a risvegliarsi. E' forse quel suo legame particolare con la flora a metterla sempre così di buonumore in quel giorno o forse, molto più semplicemente, è tutto quel gioioso trambusto che le vortica intorno. La preparazione del primo natale a casa di Albus e Mun è diventato un affare di famiglia quando nonna Molly ha deciso di piantare le proprie tende proprio lì, senza voler sentir ragione quando lei aveva provato a dirle che, forse, non era troppo il caso di andare ad invadere la privacy che si era andata creando in quel primo mese dalla nascita di Lily. Tutto, in quei giorni, era un preparativo. Dagli addobbi dei fratelli Potter nel piccolo giardinetto della casa, lavori supervisionati dai suoi occhi attenti, dando, di tanto in tanto, una mano nel rendere più armonioso possibile quello sposalizio tra la natura e le lucine di Natale. E dopo essere tornata da casa Potter-Carrow, fa tappa a casa di Tris, come sono rimaste d'accordi il giorno prima. « E un bel rametto di vischio anche per questa casa. » Un rametto che è stato curato a dovere, dopo essere stato tagliato, ovviamente. Lo porta sopra le loro teste, nell'entrare in casa, così da poterle stampare un bel bacio sulla guancia nel salutarla. E' decisamente euforica, la rossa, decisamente diversa dal suo solito. « E' tutta colpa di questo periodo. La gioia, la trepidazione nell'attesa. Le nuove nascite. Il profumo della neve. Lo Yule. Il cenone di Natale. Passato il 25 mi passerà tutto, tranquilla. » Si giustifica con un sorriso prima di oltrepassarla per avviarsi verso la cucina. Ormai conosce a memoria quella casa, teatro di molti avvenimenti che l'hanno viste stare spalla contro spalla. Il capodanno di qualche anno prima, i festini, il pigiama party insieme a Malia prima del suo gran giorno e la preparazione stessa. Perciò non è difficile per lei muoversi in quegli spazi con la più totale naturalezza del mondo. Salta su uno degli sgabelli della cucina e posa tutto il suo materiale sul tavolo, lasciando che la borsa ricada vicino ai plichi di fogli che si è portata dietro da casa. Ci rovista per qualche istante dentro, recuperando una candela che ha appositamente dipinto per lei. C'è una lupa bianca che ulula alla luna, nel mezzo di una florida vegetazione. « E' simbolo di buon augurio, accendere candele in casa in questa giornata. Meglio se dal fuoco del proprio camino. Come semplice nota di colore, ti direi anche che è un ottimo modo per testare le vere intenzioni del proprio partner, lasciando che sia lui o lei ad accenderla, in segno di promessa d'impegno per il futuro..ma non credo che a Percy andrebbe tanto di fare una pagliacciata simile. » Si lascia andare ad una risata cristallina, per poi lasciare che lentamente vada scemando. Sa perfettamente di essere entrata in un territorio, come dire, strano. Conosce il culto che lega la gilda di cui la mora è matriarca, conosce anche le sue titubanze in merito e lo Yule è una festa pagana, del credo Wicca. Così sorride, passandosi una mano tra i capelli, per poi poggiarla sopra l'altra sul tavolo.
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    « Un antipasto del regalo, mettiamola così. » Scrolla la testa, per poi tirare a sé la prima cartelletta che ha portato con sé. « Allora: nuovi progetti per il prossimo anno. Ieri notte ho buttato giù una lista veloce, probabilmente non ci sarà niente di buono o attuabile, ero troppo stanca anche per scrivere in una grafia leggibile. » Si ritrova a dover decifrare ciò che ha scritto su quel foglio. « Stimolare di più il tutoraggio e la comunicazione con gli studenti di Hogwarts. Non saprei come, sinceramente, credo che abbiamo già fatto tutto quello che potevamo a riguardo. Magari organizziamo un "Secret Santa Klaus", per restare in tema? » Guarda la mora, lasciando che i loro occhi chiari si scontrino per qualche istante. « E' una cosa che facevamo in famiglia, una tradizione che si è un po' persa a dire il vero. In sostanza, ognuno estrae da una ciotola il nome di qualcun altro del gruppo al quale fare il regalo per Natale. In questo caso, sarebbe tutto decisamente più alla luce del sole e la gente non potrebbe tirarsi indietro. Perché insomma, sarebbe così sconvenevole la non partecipazione da parte di un collegiale ad un'iniziativa tanto importante. » Abbozza un sorriso da micio malefico, mentre sciabola le sopracciglia. « No vabbè, nel dirla ad alta voce, mi sembra proprio una cavolata colossale. Addio. » Scuote la testa, tracciando una linea scura sopra il primo punto della lista. « Dovremmo capire come muoverci sul fronte alloggi. Sai quel polverone che si è alzato per il fatto che quelli di Corvonero hanno la piscina interna e pure una corsia preferenziale per l'ora di punta della biblioteca, che li fa entrare prima di tutti gli altri? Senza contare la mini protesta che la Carpenter ha messo su davanti al quartiere di Tassorosso perché loro hanno degli sconti speciali da Starbucks e a Grifondoro già è tanto se c'è l'acqua per le docce, che diventa congelata non appena scattano le sette di pomeriggio. » Sospira, mentre comincia a giocherellare con la penna. « E ultimo appunto, di certo non perimportanza, ma dovremmo pensare a qualcosa di speciale da organizzare per riportare alla giusta casa il prestigio di avere le idee più brillanti. » In fondo il riuscire a portare la sola casata di Serpeverde in trasferta a Ilvermorny, in rappresentanza di Hogwarts, è un qualcosa di cui tuttora, a distanza di mesi, si parla nei corridoi del castello. « A tal proposito, ripetimi ancora.. com'è che ha fatto Percy a scagliare un'opportunità simile? » Le chiede, arricciando le labbra. E passano alcuni minuti, di puro silenzio, mentre la rossa è intenta a disegnare qualcosa a bordo del foglio, per poi bloccarsi e guardare nuovamente Tris. « Ma se rimandassimo la cosa a dopo Natale? » Le chiede all'improvviso, fissandola. « Oppure potremmo parlarne facendo qualcosa di tipicamente natalizio. » Alza le sopracciglia, cercando di infonderle l'entusiasmo che trapela dal suo tono di voce. « Hai finito di fare i regali? » Butta lì, per poi ripensarci. « Ah no, aspetta aspetta.. » l'apostrofa con l'indice teso di fronte al suo viso. « Facciamo i biscotti. » Annuisce, convinta. « Oh sì, facciamo proprio i biscotti! »

     
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    Si massaggia le tempie chiudendo gli occhi mentre abbandona gli occhiali da lettura sulla scrivania. Mai Inverness è stata più caotica come in quei giorni, così come mai Beatrice Morgenstern è stata messa nella condizione di fare la brava padrona di casa. Lo aveva già fatto in passato, durante i mesi che aveva visto le personalità più controverse costrette sotto i tetti della Città Santa, ma non era la stessa cosa. Per la prima volta, Inverness si poneva come ospite di personalità eccelse del mondo dei cacciatori, e non per costrizioni, ma per un comune desiderio di riunirsi nella loro più antica roccaforte. Si stava preparando ormai da settimane, immettendo tutte le sue energie in quella raccolta che avrebbe visto arrivare in città cacciatori e lycan di tutto il mondo. Riuscire a trovare alloggio per tutti era stato il primo grosso problema, assicurare un perfetto ordine pubblico era stato il secondo punto all'ordine del giorno. Ma oltre a quello c'era anche il fatto che Beatrice aveva dovuto iniziare a imparare anche a gestire i propri affetti a livello personale, occuparsi di regali, compere, e persino decidere un menu degno di nota per la festa che si sarebbe tenuta a casa sua. Tutte cose che adoro. Per fortuna, una grossa mano nei preparativi le era stata data da Pervinca, in parte da Percy che era un grande megalomane del perfezionismo, e poi, per le questioni prettamente più superficiali, dalla seconda in comando a casa Lancaster, che si era offerta di occuparsi di merletti, decorazioni da tavolo, e tutte quelle cose in cui Tris era semplicemente negata. Aveva persino scelto un vestito di tutto rispetto; qualcosa di semplice ed elegante, ma pur sempre decisamente sopra le righe rispetto ai suoi standard che prevedevano anfibi, jeans e maglioni decisamente troppo larghi. Abbigliamento che indossava anche in quel momento, e che annoverava il suo armadio all'ordine di armadio di Topolino, con tutti vestiti piegati, sin troppo insulsi persino per essere stesi su una stampella. Gli addobbi prettamente natalizi invece, li aveva lasciati alla completa supervisione di Sebastian Matthews, che aveva fatto un lavoro strepitoso, trasformando quell'antico maniero, che vedeva un Natale così numeroso forse per la prima volta nella storia dalla sua costruzione, in una casa degna di una famiglia in procinto di festeggiare il santo avvenire di Gesù. « E un bel rametto di vischio anche per questa casa. E' tutta colpa di questo periodo. La gioia, la trepidazione nell'attesa. Le nuove nascite. Il profumo della neve. Lo Yule. Il cenone di Natale. Passato il 25 mi passerà tutto, tranquilla. » Si ritrova piuttosto sorpresa di vedere una piccola Potter così pimpante. Non riesce ad essere altrettanto eccitata per il periodo che verrà. Forse perché ancora non ha toccato i libri in vista degli esami, è in ritardo con le esercitazioni e non ha ancora iniziato a leggere nemmeno uno delle decine di libri che deve completare entro la fine di gennaio. « Capirò mai che cosa rende voi comuni mortali così eccitati di fronte a una festa che si protrae da ben duemiladiciotto anni? » Sempre decisamente troppo pragmatica; forse perché in fondo, di Natali tradizionali, Beatrice non ne ha mai festeggiati. La festa più normale che ricordava di aver mai passato era il Capodanno di un paio di anni fa, quando tutti i Grifondoro erano finiti sotto il suo tetto a festeggiare il passaggio al nuovo anno. Oh sì, Capodanno 2016 è stato un gran bel momento. Decisamente un modo gentile rispetto ai casini che si sono susseguiti durante lo stesso anno nelle loro vite. La segue mentre si dirige in cucine, raccogliendosi i capelli in una coda di cavallo alto, tirando fuori dalla piccola cantinetta sotto il bancone, una bottiglia di vino, accompagnata da due bicchieri. Non sa esattamente per quale motivo Olympia le ha dato appuntamento - oppure se gliel'ha detto - nel caos di tutte quelle cose che ha visto e sentito negli ultimi giorni, le è passato di mente non appena la rossa gliel'ha detto. Ultimamente liquidava le questioni con una certa disattenzione, passando al prossimo problema da affrontare prima ancora di aver finito con quello precedente. Firmava carte, annuiva, correva da una parte all'altra, risultando a volte piuttosto inconcludente. Questo 21 era il primo giorno pressoché di respiro che aveva da settimane. La osserva mentre accende una candela e sorride di fronte al disegno intagliato sulla stessa. La lupa bianca. Per un istante si chiede come faccia ad avere così tanta cura nei dettagli che riguardano anche i gesti più insignificanti. Qualcosa che Beatrice non riesce a fare, nemmeno se ci si impegna per davvero. « E' simbolo di buon augurio, accendere candele in casa in questa giornata. Meglio se dal fuoco del proprio camino. Come semplice nota di colore, ti direi anche che è un ottimo modo per testare le vere intenzioni del proprio partner, lasciando che sia lui o lei ad accenderla, in segno di promessa d'impegno per il futuro..ma non credo che a Percy andrebbe tanto di fare una pagliacciata simile. » Sgrana gli occhi piuttosto confusa di fronte a quelle informazioni che chiaramente dipingono nella sua mente un'immagine piuttosto spiazzante. « Credimi.. non è il momento adatto per chiedergli una promessa d'impegno per il futuro. » Con Percy e Tris non è mai il momento adatto. Al solo pensiero del fatto che qualunque cosa ci sia tra loro possa avere la parvenza di qualcosa di effettivamente duraturo e solido, entrambi sembrano scappare nella direzione opposta come due animaletti impauriti. Vivono insieme sotto lo stesso tetto da più di un anno, da prima ancora di stare insieme, eppure in certe direzioni non sembrano aver fatto troppi passi avanti. « Allora: nuovi progetti per il prossimo anno. Ieri notte ho buttato giù una lista veloce, probabilmente non ci sarà niente di buono o attuabile, ero troppo stanca anche per scrivere in una grafia leggibile. Stimolare di più il tutoraggio e la comunicazione con gli studenti di Hogwarts. Non saprei come, sinceramente, credo che abbiamo già fatto tutto quello che potevamo a riguardo. Magari organizziamo un "Secret Santa Klaus", per restare in tema? » Annuisce mentre versa il vino nei due bicchieri, saltando sul bancone di fronte a lei portandosi le ginocchia al petto. Cerca di concentrarsi su tutta quella massa di informazioni che le viene data e prova ad annottare mentalmente i punti più salienti di quanto Olympia le riporta. In tutto quel marasma, Tris è anche una Senior, ma a dirla tutta, non ricorda nemmeno l'ultima volta che ha messo piede nel campus. Forse inizio dicembre.. davvero pessima.
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    « Ci sto. Cioè, mi affido a te. Non so nemmeno cos'è di preciso un Secret Santa Klaus, ma c'è una prima volta per tutto.. » Si stringe nelle spalle, continuando a seguire i fogli che la rossa a sotto il naso. « E' una cosa che facevamo in famiglia, una tradizione che si è un po' persa a dire il vero. In sostanza, ognuno estrae da una ciotola il nome di qualcun altro del gruppo al quale fare il regalo per Natale. In questo caso, sarebbe tutto decisamente più alla luce del sole e la gente non potrebbe tirarsi indietro. Perché insomma, sarebbe così sconvenevole la non partecipazione da parte di un collegiale ad un'iniziativa tanto importante. No vabbè, nel dirla ad alta voce, mi sembra proprio una cavolata colossale. Addio. » « E invece secondo me è figo.. probabilmente chiunque sarebbe più adatto di me per lavorarci sopra, però possiamo provarci. Anzi dobbiamo. Grifondoro ha bisogno di continuare a distinguersi. Quest'anno Corvonero e Serpeverde sono estremamente agguerriti. Abbiamo Olivander e la MacBride da una parte, Watson e Douglas dall'altra. » E Tris non avrebbe di certo sottovalutato i loro avversari, che erano chiaramente pronti a qualunque cosa pur di strappare il titolo di miglior casata nel primo anno dopo la riapertura del castello. « Dovremmo capire come muoverci sul fronte alloggi. Sai quel polverone che si è alzato per il fatto che quelli di Corvonero hanno la piscina interna e pure una corsia preferenziale per l'ora di punta della biblioteca, che li fa entrare prima di tutti gli altri? Senza contare la mini protesta che la Carpenter ha messo su davanti al quartiere di Tassorosso perché loro hanno degli sconti speciali da Starbucks e a Grifondoro già è tanto se c'è l'acqua per le docce, che diventa congelata non appena scattano le sette di pomeriggio. E ultimo appunto, di certo non perimportanza, ma dovremmo pensare a qualcosa di speciale da organizzare per riportare alla giusta casa il prestigio di avere le idee più brillanti. » Annuisce. Ma prima che possa rispondere, Olympia la interrompe, riportandole alla memoria la prima piccola grande vittoria dei Serpeverde dell'anno. « A tal proposito, ripetimi ancora.. com'è che ha fatto Percy a scagliare un'opportunità simile? » Alza gli occhi al cielo e sbuffa mentre si porta il bicchiere di vino alle labbra assaporandoselo prima di rispondere. « Abbiamo bandito i discorsi accademici dentro questa casa.. » Si stringe nelle spalle tormentando l'angolo di uno dei fogli della rossa. « Quando abbiamo deciso di restare sotto lo stesso tetto non abbiamo considerato che la Preside potesse decidere di deliziarci con l'onore di rimetterci ai vertici. Cosa di cui, detto tra noi avrei fatto volentieri a meno. » Pausa. « Però hai ragione. Dobbiamo rimetterci in riga. Questa cosa dei Caposcuola Grifondoro ci ha fatte un po' adagiarci sugli allori. Dobbiamo riprendere le redini, a cominciare da questa roba delle docce.. » Afferra uno dei fogli bianchi e inizia a scrivere una richiesta ufficiale in merito presso l'amministrazione. « Una firma, signora Black eeeee siamo apposto. » Scoppia a ridere leggermente prima di scuotere la testa. E' tutto strano ormai. In prevalenza perché le loro vite sono davvero cambiate. Tornare a pensare a questioni che solo qualche anno fa erano il perno della loro esistenza, ora che tutto il resto era cambiato, sapeva davvero di strano. Ma un certo qual modo era anche piacevole. Tornare alle origini, tornare a fare qualcosa che non rientrava nelle questioni di vita e di morte. Dopo una serie di ipotesi di fronte alle quali Tris storce leggermente il naso. Regali? No ti prego, i regali no! E' ancora in crisi in merito; l'idea di non farli affatto le sembra quanto mai adatta per una personalità che non ha la più pallida idea di cosa regalare nemmeno ai suoi più stretti amici. « Facciamo i biscotti. Oh sì, facciamo proprio i biscotti! » Sgrana appena gli occhi, consapevole di essere davvero un disastro un cucina. La dieta a base di pollo fritto e tante schifezze comprate al supermercato è stata adottata da lei e Percy anche e soprattutto perché nessuno dei due sembrava essere poi molto interessato all'arte culinaria. Da quando si erano trasferiti a Inverness, a dei pasti più umani, ci aveva pensato suo nonno, oppure, qualunque persona li invitasse ogni tanto a cena da loro. Quando poi persino friggere qualche fettina di petto di pollo era troppo, uscivano semplicemente a mangiare fuori. « Sono ancora negata in cucina, lo sai vero? » Asserisce sorridendo, ma nonostante ciò, le fa cenno di fare il giro del bancone, aprendo la dispensa ben fornita, iniziando a tirare fuori ciò che immagina possa servire. « Zucchero e farina immagino, giusto? Eeeeee.. il burro sta in frigo. » Ci pensa un po' su e si morde il labbro inferiore. « Chiaramente li facciamo al cioccolato, quindi cioccolato.. » E dicendo ciò le allunga una tavoletta al latte. Mentre si appresta a tirare fuori un paio di ciotole, afferra il bicchiere di vino e continua a guastarsene un po' sorso dopo sorso, finché non lo finisce. E a quel punto è pronta a seguire le sue istruzioni. « Ascolta Olympia.. » Si siede su uno degli sgabelli, mentre la osserva preparare gli ingredienti. Fare i biscotti è un ottimo espediente per parlare, capire a che punto stanno. « Io mi stavo chiedendo.. noi di preciso a che punto stiamo? Viviamo nello stesso posto da un sacco di tempo.. tu sei di famiglia ormai. Abbiamo condiviso la stessa stanza per tanti anni, la stessa casata, gli stessi ideali. Condividiamo la stessa migliore amica, lo stesso gruppo di persone. Condividiamo un sacco di cose.. » Eppure.. « ..tuo fratello ha persino dovuto vomitare petrolio per colpa mia per un sacco di tempo, e ora vive pure quasi alla porta accanto. » Alza gli occhi al cielo scuotendo la testa. Non il mio argomento preferito di discussione. « Ma noi due? » Si stringe nelle spalle. « L'ultima volta che abbiamo avuto una conversazione seria era.. beh sì.. a Notting Hill.. quando ero così satura di aconito da delirare. A me a volte sembra che ci siamo allontanante troppo.. forse ecco.. mi piacerebbe che ci conoscessimo di più. O almeno queste nostre nuove versioni di noi stesse. » Sorride appena mentre armeggia distrattamente con una forma per i biscotti. « Voglio dire, durante gli anni della scuola, sono successi un sacco di casini.. un sacco di cose non sono andate, ci siamo complicati un po' tutti la vita inutilmente con problemi che ora servono solo da pretesto per boh? Restare sulle nostre posizioni? » Perché forse in fondo il problema che ha diviso un po' tutto il nostro gruppo non è tanto la miriade di sbagliati fatti nel passato, ma la nostra incapacità di ricominciare, nonostante il destino ci abbia dato più e più possibilità. Forse in fondo non siamo mai cresciuti. Ma possiamo davvero permetterci di continuare a vivere ancorati in un passato così lontano? « Io lo sento.. che un po' tutti ci stiamo ancorando al vecchio.. a quello che c'era prima del lockdown. O ancora di più a quello che c'era durante il lockdown. Quel posto e quel periodo ci ha costretti a fare tante cose, a vivere in determinati modi che forse non avremmo scelto di spontanea volontà. Ma ora.. ora siamo davvero liberi di reinventarci, di stravolgere un po' tutto se ne abbiamo voglia. Soprattutto perché, non siamo più nemmeno le persone che eravamo prima del lockdown. »


     
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    « Abbiamo bandito i discorsi accademici dentro questa casa..Quando abbiamo deciso di restare sotto lo stesso tetto non abbiamo considerato che la Preside potesse decidere di deliziarci con l'onore di rimetterci ai vertici. Cosa di cui, detto tra noi avrei fatto volentieri a meno. » Annuisce, con un sorriso angelico a distenderle le labbra rosate. E' stato strano anche per lei essere scelta nuovamente per un incarico tanto importante, dopo tutto il macello accaduto l'anno precedente, ma in tutta sincerità non avrebbe mai visto nessuno migliore della ragazza dagli occhioni chiari che la stanno fissando proprio a quei vertici. « La guida tu ce l'hai nel sangue, arrenditi! » C'è del divertimento nella sua voce, seppur sia assolutamente convinta delle sue parole. Da Inverness a qualcosa di più "semplice" come l'essere la rappresentante dei collegiali di Grifondoro, Tris sa perfettamente come muoversi, come districarsi e trovare sempre una soluzione che possa andare bene per la maggioranza. « Però hai ragione. Dobbiamo rimetterci in riga. Questa cosa dei Caposcuola Grifondoro ci ha fatte un po' adagiarci sugli allori. Dobbiamo riprendere le redini, a cominciare da questa roba delle docce..Una firma, signora Black eeeee siamo apposto. » Lo sguardo si tinge di dura ironia al suono di quelle due paroline che continuano ad usare tutti ultimamente, in sua presenza. "Non ho cambiato il mio cognome. Sono nata Potter e morirò da Potter, questo non cambierà perché ora ho l'anello al dito di un uomo che fa di cognome Black." Questo il suo costante ribattere ed è per questo che, con un sorriso quasi di sfida, prende la penna e si firma come Olympia Potter. « Sono sempre io, Olympia Potter, non è cambiato niente, da quel punto di vista. Olympia Black suona pure malissimo, per carità. » Si stringe nelle spalle, in tutta risposta. Forse la sua è un'altra di quelle che sua nonna definirebbe "stupide prese di posizione femministe", oppure potrebbe darsi che la rossa davvero non voglia rinunciare alla sua vera essenza, perché sì, ha sposato Rudy, ma lei continua ad essere lei, indipendentemente da chi ha al proprio fianco. Non ha la benché minima voglia di perdere se stessa, dopo che ha impiegato anni a ricostruirsi, pezzo dopo pezzo. E, in quanto è ancora completamente lei, non può non riversare la voglia che le viene di cucinare sotto le feste e la malcapitata di tutto quel suo buon umore è proprio Beatrice. « Sono ancora negata in cucina, lo sai vero? » Annuisce con convinzione a quelle parole. « Oh sì, me lo ricordo benissimo l'ultima volta che ti sei messa ai fornelli. Un ottimo tentativo però. » Scoppia a ridere, mentre la segue dietro il bancone della cucina per ispezionare insieme la dispensa. « Zucchero e farina immagino, giusto? Eeeeee.. il burro sta in frigo. » Apre la porta del frigorifero, ci ficca dentro il naso e comincia a cercare ciò che le serve. « Chiaramente li facciamo al cioccolato, quindi cioccolato.. » « Uh, per caso hai anche le gocce di cioccolato? No, aspetta, facciamoli con un po' d'aroma di arancia » dice, mentre afferra il frutto dal ripiano più basso, per poi intercettare il burro e le uova in quello al di sopra. Chiude il frigo e sistema tutto sul tavolo, per poi rimuginare sopra cos'altro può servire loro. « Il sale e un po' di lievito. » Il primo lo trova facilmente, per il secondo decide di accontentarsi di quello semplice e non quello fatto appositamente per i dolci. Segue poi l'esempio di Tris e, non curante dell'orario, manda giù qualche sorso di vino, per poi prepararsi a cominciare. Si tira su le maniche del golfino, lava le mani ed è
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    pronta. « Li facciamo alla maniera babbana che è più divertente? » Le chiede, alzando le sopracciglia in maniera eloquente e alla fine, comincia a tagliuzzare la barretta di cioccolato sopra il tagliere, cercando di sminuzzarlo quanto più possibile. « Ascolta Olympia.. » Un Mh, mh lascia la sua gola, come invogliarla a proseguire, mentre tiene ancora gli occhi verdi bassi, intenti a non tagliarsi le dita. « Io mi stavo chiedendo.. noi di preciso a che punto stiamo? Viviamo nello stesso posto da un sacco di tempo.. tu sei di famiglia ormai. Abbiamo condiviso la stessa stanza per tanti anni, la stessa casata, gli stessi ideali. Condividiamo la stessa migliore amica, lo stesso gruppo di persone. Condividiamo un sacco di cose....tuo fratello ha persino dovuto vomitare petrolio per colpa mia per un sacco di tempo, e ora vive pure quasi alla porta accanto. Ma noi due? L'ultima volta che abbiamo avuto una conversazione seria era.. beh sì.. a Notting Hill.. quando ero così satura di aconito da delirare. A me a volte sembra che ci siamo allontanante troppo.. forse ecco.. mi piacerebbe che ci conoscessimo di più. O almeno queste nostre nuove versioni di noi stesse. Voglio dire, durante gli anni della scuola, sono successi un sacco di casini.. un sacco di cose non sono andate, ci siamo complicati un po' tutti la vita inutilmente con problemi che ora servono solo da pretesto per boh? Restare sulle nostre posizioni? Io lo sento.. che un po' tutti ci stiamo ancorando al vecchio.. a quello che c'era prima del lockdown. O ancora di più a quello che c'era durante il lockdown. Quel posto e quel periodo ci ha costretti a fare tante cose, a vivere in determinati modi che forse non avremmo scelto di spontanea volontà. Ma ora.. ora siamo davvero liberi di reinventarci, di stravolgere un po' tutto se ne abbiamo voglia. Soprattutto perché, non siamo più nemmeno le persone che eravamo prima del lockdown. » A quel punto è costretta a guardarla, alzando lo sguardo. L'ha lasciata finire, così da poter sistemare tutto il cioccolato tritato nel pentolino messo già sul fuoco, per cuocerlo a bagnomaria, grattugiandoci anche un po' di buccia di arancia nel mentre. Passa così all'impasto vero e proprio dei biscotti, facendo un po' ad occhio per le quantità da usare di farina, burro e zucchero. « Io credo che io e te siamo sempre state in una specie di limbo. Abbiamo avuto i nostri momenti più intimi, più vicini, nei quali abbiamo lasciato da parte tutto il resto, per parlarci veramente, ma in fondo non ci siamo mai avvicinate troppo. » Un sorriso triste compare sul suo volto. « Nel tempo, io mi sono data una spiegazione della cosa: siamo simili di carattere, non sembrerebbe dal di fuori, così diverse a prima vista, ma quel giorno, quando ti ho vista nella mia visione e sono venuta a cercarti a Notting Hill, l'ho capito. Non diamo fiducia troppo facilmente, ci chiudiamo a riccio quando soffriamo, preferendo il silenzio al parlare dei nostri problemi, per discendere nei livelli più profondi del nostro essere, mettiamo alla prova le persone, a volte anche allontanandole, per vedere se torneranno mai da noi. » Quei suoi lati complessi, con il tempo, l'ha modellati, dopo l'incidente, ma l'Olympia appena arrivata ad Hogwarts non era nient'altro che questo: una ragazza schiva e spaventata che reputava tutti troppo poco degni della sua fiducia per dargli anche solo un po' di credito. Il primo ad averla convinta ad aprirsi era stato proprio Dean, lo stesso amico che era riuscito in quell'impresa anche proprio con Tris. « Ma non sono rimasta nella mia posizione, ancorata a cose passate, quando ti ho chiesto di essere al mio fianco il 1 Settembre. Ti ho voluta lì, con me, felice di vederti proporti, insieme a Malia, di farmi scappare prima del matrimonio come in quel film con Richard Gere e il sentirti lì, come quando mi hai chiesto di aiutarti la notte del 31 Ottobre dell'anno prima o anche quando hai avuto abbastanza fiducia in me da raccontarmi cosa fosse successo quel giorno di Agosto, mi ha fatto stare bene perché sapevo che potevo fidarmi di te. Ne abbiamo passate davvero un sacco insieme ed è da questo che vorrei ricominciare, dal conoscere queste nuove versioni di noi, come dici tu. » Il rumore del frullatore copre la sua voce per qualche istante, fin quando il composto non è pronto per essere ridotto in una pallina e messo in frigo per una buona ventina di minuti. Torna al bancone, beve un altro po' di vino e poi poggia i gomiti al legno. « Raccontami una cosa che non hai confessato mai a nessuno. Una paura, un dubbio, un sogno, una speranza, quello che vuoi. » Alza leggermente le ciglia, con un sorriso incoraggiante. « Facciamo che parto io, per rompere il ghiaccio. » Ridacchia, per qualche secondo, per poi tornare improvvisamente seria. « Mi sento inadeguata e spesso fuori posto, anche quando mi convinco che non sia così. Pensa che da piccola facevo questo sogno ricorrente, in cui mia madre mi diceva che ero stata adottata ed è per questo che mi sono sempre sentita il 3 + 1 della situazione, in mezzo a tre fratelli maschi che di certo avevano molto più in comune tra di loro che con me. Forse è per questo che ho scelto proprio Erbologia come specializzazione, perché è il mio mondo, l'ho sempre sentito tale, la natura è dove mi muovo meglio ed è confortante sentirsi appartenente a qualcosa, in fondo. » Si stringe nelle spalle e sospira. « Per questo mi domando se non abbia soltanto scelto il percorso più facile, togliendomi altre possibilità dal piatto. »

     
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