Il rumore della macchina del caffè rimbombava ancora nell'appartamento quando Erik bussò alla sua porta, fece appena in tempo a versarlo in due grosse tazze prima di accogliere il ragazzo in casa. « E come promesso, dieci minuti spaccati. » Sorrise di fronte a quella puntualità indiscutibile, dopotutto se volevano essere sicuri di finire il nuovo programma dovevano approfittare di ogni minuto disponibile. « Tanto di cappello perchè qui non abbiamo un attimo da perdere...una bella tazza di caffè ti aspetta sul tavolo. » Chiuse la porta alle sue spalle e accese le luci nel piccolo e caloroso salotto, avevano passato intere nottate stravaccati sul tappeto con i tomi di Anatomia e Biologia sulle gambe; libri talmente grandi da essere più pesanti di lei. Eris era una ragazza minuta e negli ultimi periodi si era aggirata per il campus schiacciata dal peso di quei tomi, desiderosa più che mai di lasciarseli alle spalle. « Ancora non ci credo che quel bastardo ha aggiunto cinque capitoli una settimana prima dell'esame. Non un capitolo, non una dispensina..CINQUE CAPITOLI! » La ragazza gli allungò una pacca sulla schiena, quando aveva visto la notifica del professore aveva pensato di svenire, di aver letto male, che si stesse immaginando tutto a causa della stanchezza. Molti studenti erano insorti e avevano cercato di far ragionare il professore, ma quest'ultimo non ne aveva voluto sapere e aveva minacciato di sospendere del tutto l'appello d'esame. « Io sono rimasta a fissare lo schermo come uno stoccafisso per qualche minuto incredula e poi è sopraggiunto il panico... » e il chi me l'ha fatto fare. Fortunatamente Eris poteva contare sulla collaborazione di Erik, non era il primo esame che preparavano assieme e l'apporto del ragazzo era sempre stato più che apprezzato. « Sai, a volte mi viene da dire: fanculo a tutto, farò il minimo indispensabile e come va va. Però mi conosco, lo so come sono fatto, e lo so che mi roderebbe un sacco prenderci un voto basso. Non so proprio come fa certa gente a tenere insieme università, vita sociale, vita sentimentale e a volte pure un lavoretto part time. Hanno giornate da settantadue ore per caso? » Capiva perfettamente la frustrazione del ragazzo perchè la provava lei stessa, rimproverandosi spesso di non essere in rado di gestire i tempi al suo meglio. La sua stessa coinquilina era una sorta di mistero, le feste e i ragazzi sembravano il suo interesse principale e non l'aveva mai sentita lamentarsi del carico di studio o della sessione d'esame. « Vita sentimentale e sociale? Per me sono diventate creatura mitologiche, dividermi tra lezioni, lavori, studio e riunioni dei senior occupa tutto il mio tempo. Non avere una vita sentimentale non è così male in questo momento, anche perchè finirei per trascurarla... » Eris prendeva il lavoro e il ruolo di senior molto seriamente e non avrebbe mai messo in pausa l'uno o l'altro, mettendo così in pericolo la sua carriera accademica. Inoltre era da considerare che non c'era alcun interesse sentimentale all'orizzonte per lei, calma piatta su tutti i fronti. Un aspetto che non aveva nemmeno il tempo di analizzare, quando tornava a casa alla sera studiava e poi crollava addormentata; spesso sui libri che aveva aperto per ripassare. « Però mentre facevo la strada da casa mia a casa tua ho pensato a una cosa per sveltire un po' lo studio..vieni..Il primo è lungo come la morte per dissanguamento. Il secondo e il quinto pure. Però il terzo e il quarto sono leggermente più corti. Ergo: pensavo che potremmo dividerceli. Tipo uno di noi ne fa due di quelli lunghi e l'altro fa i tre rimanenti, così viene pari. Poi ci duplichiamo gli schemi - che io mi fido solo dei tuoi quando si tratta di appunti altrui - e li studiamo così. Che ne dici? » Prese la sua tazza di caffè, lasciandosi intiepidire le mani dal calore della ceramica; l'avvicinò al naso e respirò a pieni polmoni il profumo della caffeina. Se avesse fatto delle analisi del sangue molto probabilmente avrebbe scoperto che il suo sangue si era trasformato in caffè; l'unica bevanda che le permetteva di arrivare a fine giornata senza crollare per terra dalla stanchezza. Da studentessa di medicina sapeva che troppa caffeina non era esattamente salutare, ma l'alternativa era soccombere tristemente. « Direi che è più che perfetto, così dimezziamo il tempo...inoltre ho delle bellissime schede plastificate con le definizioni che possiamo usare per ripassare. Se vuoi posso fare i primi due e quando abbiamo finito ripetiamo no stop, fino a quando saremo in grado di ripetere il tutto come una preghiera... » Sul tavolo aveva preparato fogli, penne e pennarelli, nonostante disponesse di un computer Eris preferiva di gran lunga prendere gli appunti e fare i riassunti a mano; la sua stanza era colma e stracolma di appunti cartacei, sapientemente ordinati in ordine alfabetico per materia. « Però..prima di iniziare a metterci sotto con lo studio, voglio il tuo parere su una cosa che mi ha fatto troppo ridere: lo Speed Date in piena sessione invernale. Tre, due, uno, VIA! » Ridacchiò di gusto alla domanda del ragazzo, quando aveva visto l'iniziativa in bacheca non aveva potuto fare a meno di alzare gli occhi al cielo; era sicuramente una trovata carina, ma non durante la sessione d'esame. « Non è un'idea malvagia, ma non fa per me...primo non farei altro che parlare di esami o di quanto il professore x sia infame e secondo penso di potermi procurare un appuntamento senza dover ricorrere ad uno speed date. La mia vita sentimentale non va sicuramente a gonfie vele, ma penso che ora come ora mi bastino semplici distrazioni da sabato sera... » Un modo carino di definire i suoi recenti e sporadici incontri; gli appuntamenti richiedevano tempo che lei non aveva. Poggiò sul tavolo la scatola delle meraviglie, ricolma di caramelle gommose e cioccolatini, sua fidata compagna nelle nottate di studio. « Inoltre San Valentino è il giorno delle coppie, non delle quasi coppie o di quelli che vorrebbero essere accoppiati...Perchè tu cosa ne pensi? Ci saresti andato se il giorno successivo non avessimo avuto un esame? » Riempì nuovamente le tazze di entrambi e preparò la macchinetta per la successiva razione di caffè, il trucco era non rimanere mai senza; avere sempre sottomano la successiva tazza di caffè, garantendosi un ciclo continuo di caffeina.
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