Mischief managed

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    "Ragazzi, io direi che se siamo tutti d'accordo oggi potremmo tentare una partitella amichevole tra di noi, che ne dite? Giusto per riscaldarci in vista della partita con Corvonero della settimana prossima." buttò là, non appena l'ultimo componente della squadra di Quidditch si unì loro al tavolo della colazione. Ormai era un'abitudine piuttosto consolidata quella di raggrupparsi tutti ad occupare la parte mediana della lunga tavolata Tassorosso, ridendo e scherzando nel mentre di suggellare ulteriormente lo spirito di squadra di cui erano decisamente ricchi. E alla stessa maniera, era anche tradizione utilizzare i sabati - che fossero mattine o pomeriggi poco importava - per allenarsi, così da non ritrovarsi troppo oberati di compiti ed essere per definizione liberi dall'impegno delle lezioni. "Il campo lo abbiamo prenotato per le quattro, quindi vedete di non prendere impegni pomeridiani." aggiunse, squadrando tutti quanti con uno sguardo di velata minaccia da sopra il suo preziosissimo zuccotto di zucca. A quel punto, concordato su appuntamento e orario, le chiacchiere ripresero tranquillamente la loro ordinaria amministrazione sin quando Jonas, seduto di fronte a lui, non interruppe all'improvviso la propria storiella per seguire con sguardo interrogativo un punto alle spalle di Quentin. "Ragazzi..perché Frankie sta andando al tavolo dei Serpeverde..con un mazzo di prezzemolo?" Istintivamente tutte le teste di chiunque fosse a portata di orecchio si voltarono per osservare la scena descritta dal battitore, puntandosi sulla figura del compagno di casata a cui si poteva tranquillamente leggere negli occhi che non fosse del tutto in sé. "Aspetta..ma sta andando da Camille Delacroix? Mmh la vedo scura. Molto scura. Scappa Frankie, scappa finché sei in tempo." E in effetti chiunque con un minimo di senno avrebbe capito che il finale di una tale situazione non sarebbe di certo stato ricordato in futuro come un lieto fine. Innanzitutto bisognava tenere in conto che Frankie non era esattamente un ragazzo che i più avrebbero definito aitante - al contrario il crudele soprannome a lui affibbiato dai bulletti di turno era niente di meno che Caccabomba Frank. Il povero Tassorosso infatti, oltre a non essere stato baciato da madre natura in quanto a fisico, era piuttosto noto per il suo problema combinato di flatulenza e alitosi che rendeva a chiunque molto difficile stargli vicino. D'altra parte, non era solo quello a rendere la scena in atto di improbabile successo, ma soprattutto il fatto che Camille - trasferitasi da Beauxbaton da soli quattro mesi - si era già fatta riconoscere come una snob dal cuore di pietra con una lista incredibilmente lunga di gente che aveva fatto scappare piangendo. Insomma, era piuttosto evidente che qualunque cosa Frank stesse per fare, sicuramente ne sarebbe uscito umiliato di fronte agli occhi di tutta la scuola. Sarebbe stato lo zimbello di Hogwarts per il resto dell'anno - un qualcosa che si sarebbe decisamente dovuto evitare, dato che di problemi di bullismo ne aveva già sin troppi. Per tutte queste ragioni, quando il giovane Paciock lo vide fermarsi alle spalle della Serpeverde e picchiettare sulla sua spalla, lo zuccotto gli cadde immediatamente dalla bocca. "No, ragazzi, non posso lasciarglielo fare. Ce l'avrei sulla coscienza per il resto della mia vita." e detto ciò si alzò velocemente dal tavolo, facendo cenno a Sophie - seduta accanto a lui - di seguirlo per dargli una mano a fermare questo scempio. "Dammi una mano a portarlo fuori di qui." Detto ciò raggiunse a lunghe falcate frettolose il tavolo di Serpeverde, arrivando giusto in tempo per sentire il povero Frankie cominciare a cantare con voce tremula "You walk like a dream and you-..." ma non finì mai la strofa, perché prontamente il Tassorosso estrasse la bacchetta dalla tasca, castando un Silencio sottovoce che stroncò immediatamente le parola in bocca al concasato. "Ahahah, dai Frank, hai vinto. Sei fortissimo. Scusate ragazze, sapete come sono i giochi di obbligo o verità. Continuate pure con la vostra colazione e scusate per il disturbo." sciorinò velocemente, afferrando con forza entrambe le spalle del compagno, il quale cercava invano di parlare e divincolarsi dalla stretta di Quentin. "E dai, smettila di fare tante storie. Hai vinto, mica ce lo devi sbattere in faccia con tutta questa insolenza! Sei sempre il solito, Frankie: non ti basta mai nulla." detto ciò lo allontanò a strattoni dalla zona di pericolo, rilasciando conseguentemente l'incanto di silenziamento. "PACIOCK, PERCHE'??? Sei invidioso, vero? La vuoi tu? Ma lei ama me!!! Mi ha mandato proprio questa mattina una scatola di cioccolatini." In pochi istanti lo sguardo di Quentin passò dall'essere confuso, all'epifania e poi al rivolgersi eloquentemente verso Sophie. "Corri in aula di Pozioni a cercare l'antidoto. Ti raggiungo il prima possibile."
    E in effetti gli ci volle un po' per ingannare Frankie quanto bastava a fargli credere che la sua intenzione fosse quella di aiutarlo a preparare per Camille una sorpresa ben più grande e romantica di quella che lui aveva progettato. Durante tutto il tragitto non smise mai di parlare, illustrandogli quanto il regalo della Serpeverde fosse un invito a un corteggiamento talmente impeccabile ed esagerato da dover essere ricordato per anni nella memoria del castello. Di volta in volta tirava fuori qualunque cosa gli venisse in mente tra le più schifosamente sdolcinate, buttando lì dichiarazioni d'amore accorate che prevedevano il coinvolgimento del coro della scuola, delle cheerleader e di un centinaio di puffele pigmee di diversi colore. Mai avrebbe creduto, Quentin, di possedere un'immaginazione tanto fervida quanto quella che dimostrò nel suo tentare disperatamente di distrarre Frankie per tutto il tempo necessario ad arrivare all'aula di Pozioni.
    Una volta giunto a destinazione si premurò immediatamente di far scattare la serratura della porta, tirando un pesante sospiro di sollievo in contrapposizione alle proteste di Frank. "Perché hai chiuso? LO SAPEVO! MI HAI INGANNATO...E TU!" qui puntò il dito contro Sophie "Tu sei in combutta con lui." "Frank..mi dispiace, ma ti hanno fatto uno scherzo. Quei cioccolatini non te li ha mandati Camille e tu non sei innamorato di lei. Era una pozione Tumistreghi. Ora hai due scelte: rimanere chiuso qui dentro per 24 ore in attesa che ti passi oppure metterti il cuore in pace e lasciarci preparare l'antidoto." Al resto degli improperi del concasato, Quentin prestò poca attenzione se non nulla, raggiungendo piuttosto Sophie. "Dici che sono una brutta persona se lo silenzio anche adesso?" disse scherzoso, rivolgendole un sorriso tra lo stanco e il divertito. "Come stiamo messi? Abbiamo tutti gli ingredienti? Ti prego, dimmi che non devo passare l'intera giornata chiuso qui dentro con lui a fargli da balia."
     
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  2. Ðiamønd
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    Sophia Evans - Tassorosso
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    La colazione con la squadra oramai era una routine più che apprezzata. Sophia conosceva l'importanza di conoscere i propri compagni anche al di fuori del contesto sportivo, per formare un gruppo più unito e compatto. Appena alzata, dopo essersi lavata per bene e vestita con i colori Tassorosso, la biondina scese in Sala grande in fretta e furia; un po' perché stava letteralmente morendo di fame, un po' perché non aveva intenzione di arrivare tardi a quell'incontro con gli altri membri della squadra. Aprì quindi le grosse porte in legno e si fiondò al tavolo giallo nero, trovando posto accanto a Quentin, intento a parlare. Cavolo, con tutti i compiti che i professori le avevano dato si era completamente dimenticata della partita contro i Corvonero! Quasi, il succo di zucca, le andò di traverso. Annullare ogni impegno per oggi pomeriggio. Ripeto: annullare ogni impegno nella sua testa, doveva dire addio al ripasso di Storia della Magia, a finire gli esercizi di Aritmanzia e... Non poteva andare meglio di così! Aveva la scusa servita su un piatto d'argneto (o forse d'oro). Non che Sophia non si impegnasse a scuola, anzi: aveva davvero voglia di imparare e prendere bei voti ma ciò non comprendeva di sicuro Aritmanzia, considerata la Bestia Nera della sua vita.
    Fu però Jonas a riportarla alla realtà. Subito lo sguardo si ritrovò a cercare Frankie e il tavolo dei Serpeverde. Si dovette impegnare per non sputare in faccia al compagno il pezzo di uovo che ancora stava masticando. Allarme, panico totale. Che cosa ci faceva con un mazzo di prezzemolo in mano, mentre sembrava muoversi leggiadro verso quell'arpia di Camille Delacroix?
    Lei doveva fare qualcosa. Frankie era un ragazzo cicciottello, abbastanza conosiuto per l'odore che emanava; anche Sophia doveva ammettere che non si trattasse proprio di un profumo come Chanel n° 5, ma questo non l'aveva mai portata a prenderlo in giro, non come facevano i Serpreverde, sempre pronti a giudicare e spettegolare. Sophia inspirò l'aria chiudendo gli occhi. Non sono tutti così si ripeteva spesso, ma ancora, in sette anni, non era facile trovare un Serpeverde gentile, simpatico e dolce. «Certo!» rispose prontamente a Quentin, alzandosi di scatto e seguendolo in direzione di Frankie. Il capitano aveva ragione: era ingiusto lasciarlo umiliarsi davanti a tutti, davanti a quelle arpie che già, ridevano sotto i baffi. «Oh Frankie grazie! Ora sì che potrò andare avanti con il compito di Erbologia! » un sorriso solare rivolto al concasato, mentre rapida prendeva il prezzemolo (molto romantico, Frankie!) con dolcezza, ma determinata a non lasciargli in mano nemmeno una foglia. Lo sguardo andò a fulminare tutti coloro che stavano assistendo alla ridicola scenetta. Mentalmente ringraziò Quentin e la pronta scusa che apparentemente stava funzionando. Una volta che il trio era lontano, Frankie poté tornare a parlare e beh, il mistero era svelato. Sophia intercettò lo sguardo del Paciok, aveva inteso cosa potesse essere capitato al compagno e, a quanto pare, anche lui. Annuì silenziosamente correndo in fretta e furia verso l'aula di pozioni, fortunatamente vuota. Appoggiò il mazzo di prezzemolo sul ripiano iniziando a far passare tutte le piccole provette in vetro che contenevano liquidi dai più svariati colori. «Bene, l'unica cosa che devo evitare é quella di far esplodere l'aula. Posso farcela!» e, come faceva tutte le volte in cui una situazione la stressava, si rimboccò le maniche della tunica scura, e si legò i capelli in una lunga coda bionda.
    Ricapitolando: Frankie era stato ingannato dalla pozione Tumistreghi e lei doveva trovare un modo per riportarlo alla ragione. Amortentia... un moto di rabbia nel cuore gentile della Tassorosso; come solo si poteva pensare di poter giocare con i sentimenti altrui? Nella più quiete iniziò a mescolare diversi ingredienti, fino a quando la porta spalancata la fece sobbalzare. Un alterato Frankie (tutto rosso fino alle orecchie) la additò come complice del malefico Quentin. Sophia sbuffò un pò d'aria dalle labbra. «Frankie sei stato ingannato, ma vedrai che tra poco passerà tutto.» rispose distrattamente, tornando a lavorare sulla pozione.
    Quando il moro si avvicinò a lei, le diede un giusto pretesto per sbuffare una risata divertita. «Ne avresti tutto il diritto Quentin.. » mormorò appena in maniera tale che l'altro (già abbastanza nervoso) non sentisse. I ragazzi sotto effetti di filtri d'amore erano particolarmente intrattabili. «Passami quella e abbiamo finito.» indicò una provetta con un liquido scuro che sarebbe andato a mischiarsi con quello che lei stringeva nella mancina: un becher con all'interno una sostanza rosa. «Spero solo che funzioni...» mormorò più a se stessa che al ragazzo accanto a lei. Non era una frana per quanto riguardava Pozioni (o, almeno, non del tutto) ma quella situazione improvvisa le stava facendo iniziare a dubitare delle sue capacità.

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    Edited by Ðiamønd - 8/2/2019, 16:48
     
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    "Passami quella e abbiamo finito." passò a Sophie la provetta da lei indicata, sporgendosi col viso sopra al calderone per osservarvi ribollire all'interno il liquido che sperava avrebbe liberato Frankie dall'imbarazzante situazione in cui era andato a capitare. Chi potrebbe essere abbastanza infame da fargli una cosa del genere? Si interrogò tra sé e sé, dandosi ipotesi diverse ma scollandole via con un cenno del capo, convinto che in ogni caso mettersi a fare il detective non lo avrebbe portato a nulla. C'era più di un bullo tra le aule di Hogwarts, e di certo una lavata di capo da parte di Quentin Paciock non avrebbe risolto un bel nulla - anzi, forse avrebbe addirittura peggiorato le cose. Lanciò quindi un'occhiata al compagno, il quale tra un improperio e un altro cercava ancora invano di aprire il pesante portone dell'aula. Un piccolo sorriso non poté fare a meno di affiorare sulle sua labbra a quella scena, costringendolo a reprimere una risata sotto i baffi. "Non sto dicendo che questa situazione sia divertente.." iniziò, sottovoce per farsi sentire solo da Sophie, rivolgendole uno sguardo piuttosto eloquente "..però devo ammettere che il modo in cui si comporta le gente sotto filtro d'amore fa un po' ridere. Cioè, guardalo, sta cercando di sfonda-" si interruppe, sgranando gli occhi nel processare mentalmente ciò che stava accadendo. "Cazzo! Sta cercando di sfondare la porta." E la porta, molto probabilmente, non si muoverà. Ma è molto più plausibile che sia Frankie a farsi del male da solo. Corse quindi in aiuto del compagno, avvolgendo le braccia intorno al suo busto per trascinarlo via di lì con la forza, sebbene quello scalciasse e si dimenasse in tutte le direzioni come un indemoniato. "Frankie, mi dispiace, davvero, mi dispiace, ma non mi dai altra scelta.." mormorò seriamente dispiaciuto prima di costringerlo a prendere posto su una delle sedie, puntandogli poi velocemente la bacchetta contro "Incarceramus." Alcune corde robuste andarono ad avvolgersi intorno al corpo del ragazzo, legandolo alla sedia in modo tale che non potesse muoversi di lì. E sul viso di Quentin si poteva facilmente leggere quanto in colpa si sentisse per essere ricordo a quell'espediente, ma se l'alternativa era lasciare che si rompesse un braccio contro il portone dell'aula, allora c'era ben poco altro da fare. Sospirò, passandosi stancamente una mano sul viso e tra i capelli prima di raggiungere nuovamente Sophie. Gettò uno sguardo al calderone. "Ok, dovremmo esserci." asserì, sondando la consistenza della pozione con un mestolo di legno e chinandosi appena sopra di essa per annusarne l'odore. "Io lo tengo fermo e tu gliela fai bere, va bene? Potrebbe essere uno spettacolo poco carino ma a questo punto penso di averle viste un po' tutte." Stirò un mezzo sorriso in direzione della bionda prima di farle cenno col capo di seguirlo. A quel punto, posizionatosi dietro a Frank e avvolte le mani intorno alla sua testa in modo tale da tenergli la fronte ferma con una e la bocca aperta con l'altra, intimò la concasata a versare velocemente il liquido prima che il ragazzo potesse liberarsi. "Frankie..questa pozione potrebbe darti un po' di sonnolenza, ma tranquillo, staremo qui con te per assicurarci che non ti capiti nu-.....eeee si è addormentato." Più veloce della luce, Frank. Ridacchiò tra sé e sé, lasciando la presa e tirando un sospiro di sollievo prima di alzare le mani al cielo vittorioso. "Ce l'abbiamo fatta. Tassorosso for the win." Disse divertito, avanzando una mano verso Sophie per darle il cinque. E a quel punto, con null'altro da fare se non aspettare, si issò agilmente su uno dei banconi dell'aula, tuffando le mani nella tracolla per tirarne fuori un paio di muffin, di cui uno lo offrì alla compagna. "Serviti pure. Ho pensato di sgraffignarne alcuni dal tavolo Serpeverde quando ho capito che la cosa sarebbe andata per le lunghe." Le sorrise, rivolgendole un occhiolino giocoso prima di addentare velocemente il proprio.

     
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  4. Ðiamønd
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    Sophia Evans - Tassorosso
    Cacciatrice -7°anno - Narrato - Pensato - parlato © Hoperus
    Quando la provetta le arrivò trale mani, esitò per qualche secondo. Tutti i pensieri più cupi sembrarono essersi messi d'accordo per vorticarle in testa in quel preciso momento. Scosse la testa rassegnata; ormai era tardi per ripensarci. Alzò leggermente gli occhi all'insù, definendo il profilo di Quentin intento ad osservare la pozione.«Le persone che giocano con i sentinenti altrui sono le più spregevoli...» ma (perché c'é sempre un ma in queste occasioni)«Frankie sembra cotto a puntino ormai.» e avrebbe riso, insieme al capitano, se questo non fosse dovuto intervenire in fretta e furia per impedire al concasato di cercare di sfondare la porta. Anche Sophia si girò, rischiando di far cadere la preziosa boccetta. L'Incarceramus di Quentin gli aveva dato quel prezioso tempo in più, e la pozione ormai, doveva essere pronta. Annuì quindi, aspettando che l'altro arrivasse dietro a Frankie. L'alito amaragnolo la investì, prima che le potesse rovesciargli il liquido giù per la gola. Non mostrò comunque il proprio disappunto - Frankie laviamoci i denti la prossima volta, grazie- anche perché non ne ebbe il tempo: il compagno si addormentò a metà della spiegazione di Quentin. Speriamo di non averlo ucciso pensò lei, riponendo il vetro sul piano di lavoro. «Come sempre!» esclamò con estremo patriottismo (?), mentre gli diede il cinque, sorridente e felice. Non si aspettava di certo che la colazione si trasformasse in un salvate il soldato Frankie, però sia lei che Quentin erano riusciti a mettere una toppa a quella situazione creata chissà da chi. Gli occhi azzurri osservavano bonariamente il cadavere corpo del povero tassorosso ancora una volta.
    Sospirò.
    Quando però il capitano tirò fuori un muffin, Soohia lo agguantò in tempo zero, come se non mangiasse da settimane e settimane.
    «Lo accetto molto volentieri... » specialmente perché erano muffin in meno per i serpeverde. Sophia sapeva di non dover fare di tutta l'erba un fascio, eppure di Seroeverde simpatici ve ne erano davvero molto, molto pochi.
    «Shei stato un genio Quentin. Queshti muffin sono la fine del mondo.» fu un miracolo che metà del dolce non volò dalla sua bocca alla faccia del Paciok, ma in qualche modo Sophia doveva esternare la sua gioia per essere riuscita nella missione Frankie in più quei muffin rubati eranola colazione migliore del mondo. «Dici che si sveglierà prima o poi? Quentin... E se ho sbagliato pozione e solo il bacio del vero amore lo potrà svegliare?» bloccò quindi il braccio del concasato a mezz'aria. Muffin o meno la cosa era davvero seria. Troppi cartoni animati babbani per questa Tassorosso. Il sorriso si aprì divertito, affacciandosi sul suo volto. Scoccò la lingua prima di aggiungere uno scherzoso «Lo baci tu, in caso.» che fu soffiato appena dalle labbra, per impedire che un Frankie appena svegliato potesse sentire quell'innocente battuta fatta all'orecchio di Quent. Addentò un altro pezzo di Muffin ridacchiando ancora. Rischiando di strozzarsi, ma ridacchiando ancora.

    10qd
     
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    "Shei stato un genio Quentin. Queshti muffin sono la fine del mondo." Rise di gusto alla maniera in cui le parole della ragazza venivano leggermente distorte dal fatto di avere la bocca ancora piena di quei deliziosi muffin. C'era poco da fare: gli elfi delle cucine sapevano davvero il fatto loro sul conto, e Quentin avrebbe messo mani e braccia sul fuoco nel giurare che non esistessero muffin migliori di quelli che si potevano mangiare ai tavoli di Hogwarts. "Dici che si sveglierà prima o poi? Quentin... E se ho sbagliato pozione e solo il bacio del vero amore lo potrà svegliare? Lo baci tu, in caso." Per un momento il terrore si dipinse negli occhi del Tassorosso, facendolo voltare in direzione del concasato, che russava rumorosamente alle loro spalle mentre un rivolo di saliva gli scendeva da una parte della bocca. Deglutì pesantemente, riportando lo sguardo a Sophia e scuotendo la testa con un certo disgusto. "Ah mi dispiace, in quel caso penso proprio che farà come la Bella addormentata nel bosco..dormirà per cent'anni." Ridacchiò appena, divorando in un sol boccone quel che rimaneva del proprio muffin, per poi pulirsi le mani delle briciole residue e cercare nella tracolla la bottiglietta d'acqua che portava sempre appresso, bevendone un generoso sorso. "Ehi, comunque grazie mille per l'aiuto.." le disse, poggiandole una mano sulla spalla e rivolgendole un sorriso di limpida gratitudine. "..da solo non ce l'avrai fatta a risparmiarlo da un'umiliazione sicura." E purtroppo ultimamente se ne vedono sin troppe in giro. Un pensiero che gli fece appena storcere il naso, ma che scansò velocemente, con un cenno del capo, perché in fin dei conti Quentin era una persona ottimista e non si sarebbe mai scrollato di dosso la convinzione che tutto sarebbe andato per il meglio. Schioccò dunque la lingua sul palato, come a voler segnalare il cambio di argomento. "Piuttosto..io so poco o nulla di te, tolte le cose del Quidditch e quello che si vede in classe. Dimmi..cosa c'è dietro Sophia Evans oltre alla bravissima Cacciatrice e alla donna che porta salvezza nei momenti di emergenza?" Ridacchiò a quelle parole, prendendo un altro sorso di acqua mentre le faceva cenno con la mano di prendere parola. In fin dei conti, quando si sta nella stessa casata e addirittura nella stessa squadra di Quidditch, conoscersi è forse una delle cose più importanti. Lo spirito, quello dell'amicizia, che spesso da alcuni viene ampiamente sottovalutato, ma in cui i Tassorosso erano sempre stati capi indiscussi. Li si poteva battere su tutto, ma quegli ossi duri non si sarebbero mai buttati giù, perché alla fine della giornata erano sempre uniti tra loro nella buona e nella cattiva sorte. Questo era uno dei tanti motivi per cui il giovane Paciock era fiero di essere stato smistato nella casata di Tosca, sebbene i primi anni non fosse stato facile digerire il trattamento che essa riceveva dalle altre case. Ma abbiamo la pellaccia dura, noi Tassi. Non saremo sempre i protagonisti, ma metterci fuori dai giochi è dura.



     
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