TAVOLO NUMERO 3 - Hugo Weasley

Speed Date 2019

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    Non dovevi essere quello intelligente, Hugo Isaac Weasley? Com'è che sei finito in questa scomoda posizione? La domanda più che lecita che stava ronzando nella sua testolina da ben dieci minuti, quando un cameriere addetto alla gestione della sala dello speed date l'aveva fatto accomodate ad un tavolino. La sorte aveva deciso che l'ex corvonero sarebbe diventato per una sera un tronista, pronto ad accogliere al proprio tavolo una vagonata di sconosciuti dei quali avrebbe dovuto ascoltare storie e aneddoti accattivanti. E raccontarli io a loro. Diavolo, cosa posso raccontare?! Si sentì improvvisamente la persona meno interessante sulla faccia della terra. Perfino l'accozzaglia di nosense che aveva rappresentato la sua vita nell'ultimo anno, a conti fatti, non gli sembrava un micidiale argomento di discussione per far colpo. Ed ecco, signore e signori, perché sono finito in questa scomoda situazione. Perché un tipo interessante, Hugo Weasley non lo era mai stato.. ma sebbene le ferite del lockdown fossero guarite lasciandosi dietro un ragazzo ripulito, "nuovo di zecca", quello stesso ragazzo aveva dimenticato come si vive una vita sana, pacifica e normale. Come se poi l'avessi sempre saputo, ero uno sfigato anche prima. Siccome mi piace essere coerente, ho semplicemente continuato ad esserlo. Oramai tutto era pronto intorno a lui e agli altri sorteggiati che avevano preso posto ai tavoli e, quando con la coda nell'occhio vide una figura pararglisi davanti, si alzò in piedi istintivamente solo per trovarsi di fronte a due occhi folgoranti. « Theo Watson? » Non riuscì neppure a nascondere la sorpresa nel trovarsi di fronte la gemella di Percy nonché ragazza bellissima e assolutamente off limits, quella che meno avrebbe avuto bisogno di uno speed date. Chiaro come il sole che Hugo non avesse mai incrociato il sentiero di Theodora, la quale era stata ai tempi di Hogwarts a dir poco popolare. La si vedeva sfilare per i corridoi del castello, accanto a Greg Olivander, e insieme il tempo intorno a loro pareva rallentare in modo tale che tutti potessero ammirarli. Una specie di coppia di divinità greche scese dall'Olimpo solo per deliziare il popolino della loro presenza. Hugo, al contrario, era solo un Weasley, uno dei mille. « ...Greagoir mi ha parlato molto di te. Benissimo, ovviamente. » Così, per non fare la figura dello stalker. Attese che la ragazza si fosse seduta per accomodarsi a sua volta e dare inizio a quell'imbarazzante sfilza di silenzi che Hugo era solito inaugurare di fronte a sconosciuti. Ma l'occasione per rompere un po' il ghiaccio gli venne servita quando vide che il cameriere iniziava a prendere degli ordini. Gli ordini, già. Cosa prendo? E cosa prende lei? La fissò per qualche secondo, sfregandosi un poco il mento. « Facciamo un gioco? Io ordino per te e tu ordini per me. Se riesci a indovinare i miei gusti, vinci e sarò io a descrivermi e dire cosa c'è di interessantissimo in me. Se io indovino i tuoi, invece.. suppongo che tutto continuerà come previsto. » Per Hugo non c'era niente di meglio per smorzare l'attenzione e passare il tempo come i giochi di società e tutti quelli che richiedono ragionamento, intuito, deduzione. Non che Theo Watson fosse così semplice da "leggere": sia Greg che i pettegolezzi la descrivevano come una tempesta tropicale. So random. Ordinare "bollicine" sarebbe stato facile e un po' troppo scontato, come pure ordinare un cocktail. Wow, una giovane ragazza ricca e bellissima che beve champagne e cocktail alla frutta? Coosì inaspettato! Naaaah. Non aveva abbastanza elementi per dedurre chissà che ma gli piaceva pensare che Theo Watson non fosse la classica ragazzetta a rischio di anoressia nervosa. O magari lo era ma in superficie, lasciando il resto delle cose belle come sorpresa finale. O forse è solo una basic bitch e mi sto facendo le pippe mentali come sempre. Quando il cameriere arrivò, Hugo aveva già fatto la sua scelta. « Io ordino.. un frozen yogurt. Con frutta fresca - voglio.. pesca e qualcosa di esotico, come.. non so, frutto della passione? o mango magari - e una spolverata finale di granella di nocciole. » Il cameriere rimase stranito di fronte a quell'ordinazione tanto particolare e dettagliata. La sua faccia sembrava urlare: "Ecco, l'ho trovato. Il primo cliente cagacazzo della serata. Insieme allo yogurt gradisce anche una fetta di..?"


     
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    Si trascinava dietro un profumo piuttosto esotico, dolciastro, di quelli che richiamavano facilmente l’attenzione; difatti, durante il rituale incontro del giovedì pomeriggio al gruppo di sostegno, Theodora si era sentita oggetto di piú sguardi del solito. Occhiate invidiose, per di piú, visto che per l’occasione si era preparata a dovere, prima di varcare la soglia di casa e proseguire verso la serata frizzante che aveva programmato per quel San Valentino: aveva rifiutato l’invito ad un paio di appuntamenti sicuri per tuffarsi, dopo l'incontro, in un’avventura dal retrogusto amarognolo che non le apparteneva particolarmente. Quella di partecipare ad uno speed date, a detta dei suoi amici più fidati, era da sfigati, ancor di più se si sceglieva di partecipare ad uno di questi il quattordici febbraio. Praticamente stai facendo di tutto per ritrovarti davanti ad un ciccione pieno di feticismi, per giunta pelato, nerd e con qualche mania di persecuzione.Probabile avessero ragione, probabile di no, ma Theo si sentiva eccitata alla pari di una diciassettenne: percepiva gli appuntamenti al buio come una sorta di trasgressione, un qualcosa che non avrebbe mai attirato l’interesse di una persona come lei, del suo rango, perché effettivamente Theo non era così disperata al punto da ricorrere ad un metodo così banale per conoscere persone nuove. All’entrata dei tre manici, la mora venne condotta verso il primo tavolo, quello che avrebbe aperto ufficialmente le danze e, alla vista del primo ragazzo che avrebbe avuto la fortuna di parlare con lei, Theodora arricciò il naso con una sorta di velato disappunto. Benchè la lusingasse essere riconosciuta, non seppe bene come interpretare lo stupore del giovane che scattò in piedi come un soldatino, pensando subito al peggio. Purtroppo era vero, su Theo Watson non giravano delle belle voci, ed il fatto che lui l'avesse riconosciuta con quella rapiditá, e con quella sorpresa, le diede da riflettere sulla possibilitá di aver giá bruciato il primo appuntamento. O forse no, forse cercherá semplicemente di portarmi a letto per togliersi la soddisfazione ed avere qualcosa di entusiasmante da raccontare agli amici. Piú probabile. « ...Greagoir mi ha parlato molto di te. Benissimo, ovviamente. » Inutile specificare che Theo fosse giá sul piede di guerra, pronta a tirare un sonoro schiaffone semmai le fosse giunta esplicitamente una qualche richiesta sconcia o, peggio ancora, lo sconosciuto si fosse preso la libertá di riportarle qualche simpatico aneddoto raccontato sul suo conto - tipo: ”ma è vero che hai morso lo scroto del tuo ex per vendicarti?” -; per cui non appena il nome di Greg raggiunse le sue orecchie, i muscoli del volto tornarono distesi, cosí come la mano giá pronta a paletta, lungo il fianco. « Sempre nei suoi pensieri » Cinguettó con un sorriso alleggerito, prendendo finalmente posto di fronte a lui. « ...E tu invece sei? Mi spiace ma Greg non mi ha mai parlato di te » Doveva ammettere che il ragazzo avesse una faccia conosciuta, ma nonostante ciò Theo non aveva la benchè minima idea di chi fosse. Inarcò le sopracciglia, quindi, affondando successivamente i denti nel labbro inferiore, mentre in testa le balenava l'idea che, forse, avrebbe dovuto essere un po’ meno pungente negli atteggiamenti. Dopotutto è anche abbastanza carino, e tu con quelli carini non fai la stronza. Riprenditi. « Facciamo un gioco? Io ordino per te e tu ordini per me. Se riesci a indovinare i miei gusti, vinci e sarò io a descrivermi e dire cosa c'è di interessantissimo in me. Se io indovino i tuoi, invece.. suppongo che tutto continuerà come previsto. » L'imbarazzo era palpabile, almeno da parte di Hugo Weasley, e Theo apprezzó particolarmente il suo tentativo -per quanto banale - di creare una conversazione che, per adesso, si limitava al silenzio da parte di entrambi. L'ex serpeverde lo stava mettendo alla prova, in realtá, tolto il fatto che le piacesse terribilmente mettere in difficoltá le persone, e questo perchè voleva vedere di cosa fosse capace. « Allora buona fortuna, anche se dubito che tu possa riuscire ad estrapolare qualche informazione in piú sul mio conto, semmai vincessi. Dovresti giá sapere tutto visto come mi hai accolta» Ticchettando le dita contro il tavolo, attese, riflettendo su cosa avrebbe preso il ragazzo in altre occasioni: no, sicuramente non è un tipo da alcol o shortini. Oppure potrebbe esserlo, ma lontano dagli occhi di chi potrebbe rimproverarlo; ha proprio la faccia di uno che si fa ancora rimproverare dalla mamma. Gli occhioni blu di Theo non si mossero dal proprio obiettivo, e quando Hugo finalmente iniziò ad ordinare per lei, la ragazza non potè fare a meno di apparire sorpresa. In modo positivo, di nuovo. Quindi conosci Greg, mi offri uno yogurt magro come si fa con i bambini di dieci anni e nemmeno un po’ di alcol pur sicuramente conoscendo i miei vizi che non sono mai passati inosservati a nessuno. A meno che il tuo non sia stato un tentativo di farmi capire che conosci i miei problemi, ma sai anche che sto cercando di risolverli e quindi vai sul semplice, senza mettermi in difficoltá o tentarmi piú del dovuto . Il fatto che Hugo però avesse fatto esplicitamente richiesta di uno yogurt light, un po’ la stizzí: mi stai dando della grassa? Benchè la Watson fosse una persona spropositatamente sicura di sè, ci voleva ben poco a far vacillare le sue convinzioni. Sapeva di essere uno spillo - nel vero senso del termine -, ma la paura di prendere qualche chilo e quindi minare al proprio posto di leader nelle Sweet Fairies, ossia l'unica cosa che riusciva a distrarla, era sempre dietro l'angolo. Adesso, come minimo, si sarebbe messa davanti ad uno specchio per fare la conta del grasso in piú che aveva accumulato sui fianchi. « Invece io prendo una cioccolata calda, con latte e rum. Ed ovviamente con una generosa spruzzata di panna sulla cima...ah, e voglio sei marshmallow: tre immersi nella cioccolata e tre in un piattino a parte» Vogliamo andare sulle cose semplici? Cosí sia. Distrarre il cameriere dalla richiesta tanto puntigliosa di Weasley fu semplice, rifilandogli una richiesta altrettanto dettagliata e da scassacazzo. Sperava che cosí facendo avrebbe alleggerito quella sorta di palpabile imbarazzo. « I marshmallow a parte sono per me » Soffió non appena il cameriere sgusciò via, borbottando sotto i baffi. « Comunque il verdetto per ció che hai ordinato è...ci hai preso. » no, per niente « da ciò posso dedurre che tu sia un grande conquistatore, è come il film con Mel Gilbson...come si chiamava? Quello che le donne vogliono? Mi hai letto nella mente » Theo ammiccò, tirando dietro all'orecchio una ciocca corvina di capelli. « Mi piace il cinema, comunque...anche tu hai di uno a cui piace il cinema. Mmmh, non cose d'amore o commedie, piú...hai piú la faccia da gialli. E cosí? Secondo me sí. » Si strinse nelle spalle, allungando la mano verso il cartellino del tavolo per giocherellarci distrattamente, abbassando lo sguardo « devi ancora dirmi se ti piace ciò che ho ordinato, e prima di dirmelo sappi che piú ai tuoi gusti, ho puntato a descrivermi con quello che ho preso. Hai mai bevuto il rum? Sembra dolce, ma appena scende giú per la gola, brucia. »


    Edited by the soul of morthacci yours. - 13/2/2019, 19:28
     
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    La verità era che Hugo un po' strano lo era sempre stato: il suo cervello trottava come una locomotiva su rotaie ben oliate e faceva prendere il volo ai suoi pensieri. E volavano, i pensieri e le reazioni, a velocità tale da lasciarsi indietro l'ovvio.. come il presentarsi ad un appuntamento al buio. Mancanza che gli aveva fatto arrossare le gote pallide, che a onor del vero si arrossavano molto facilmente. Quando aveva troppo caldo, quando perdeva, quando faceva una figura barbina come di fronte a Theo Watson. « Oh sì, sì, certo. Naturale che non ti abbia parlato di me.. » In fondo abbiamo solo condiviso una situazione traumatica, potenzialmente mortale, e ti ho salvato la pellaccia. Grazie Olivander. « ..mi chiamo Hugo. Hugo Weasley. » Non gli restò che sedersi un po' meglio sulla sedia e sperare che essa prendesse vita e lo mangiasse vivo, sottraendolo da tutto quello. Sì, perché a parole l'ex corvonero non se la cavava affatto male e avrebbe saputo tener testa ad una stronza qualunque - merito probabilmente del gene Granger. Ma c'era una particolare categoria di stronze che avevano quello che Hugo chiamava "l'Atteggiamento". Contro l'Atteggiamento non esisteva logica o parole abbastanza efficaci, perché le stronze atteggiate ti avrebbero comunque rivoltato come un calzino semplicemente arricciando il naso e sparandoti contro un'uscita particolarmente sassy. « Allora buona fortuna, anche se dubito che tu possa riuscire ad estrapolare qualche informazione in piú sul mio conto, semmai vincessi. Dovresti giá sapere tutto visto come mi hai accolta » Ecco, Theo Watson aveva l'Atteggiamento. Il brutto delle stronze come lei, poi, era che sembravano averlo brevettato loro, l'Atteggiamento, divenendone padrone indiscusse. Hugo, dal canto suo, fece assolutamente finta di non aver colto l'ultima frecciata che lo dipingeva come un pettegolo ficcanaso e, piuttosto, ascoltò con attenzione l'ordine di Theo. Una cioccolata corretta. Wow, ho la faccia di un tipo da cioccolata? Beh, non che mi aspettassi una birra doppio malto. Hugo Weasley, emblema della prevedibilità e della totale mancanza di virilità. « I marshmallow a parte sono per me » puntualizzò la serpeverde e Hugo annuì con le labbra appena schiuse, come a volerle dire in silenzio un semplice "ah." Però, fu inevitabile, il sorriso ritornò raggiante sul suo viso quando l'altra pronunciò il suo verdetto e assegnò la vittoria al detective in erba, senza che neanche attendesse il suo responso. « da ciò posso dedurre che tu sia un grande conquistatore, è come il film con Mel Gilbson...come si chiamava? Quello che le donne vogliono? Mi hai letto nella mente » Oh sì, talmente tanto che guardacaso sono ad uno speed date a San Valentino! Un Casanova! ...ma questo non lo dirò, perché allo speed date ci sei anche tu e ho come la vaga sensazione che tu sia un po' permalosa. Alzò le spalle, lascandosi sfuggire una risata un filino nervosa. « Giuro che non ho barato e non ho usato le mie formidabili abilità di Legilimens! Quelle le ho usate solamente quando stavi arrivando, per quello sapevo il tuo nome! » Sarcastico sì, ma vagamente inquietante. E' peggio uno stalker o un legilmante che invade il pensiero altrui senza permesso? Ma perché non chiudo il becco? « ...scherzavo, non sono un legilmante. » Magari se la cioccolata è abbastanza calda, posso ustionarmici la lingua e non dover parlare! Ottimo spunto di riflessione. « Mi piace il cinema, comunque...anche tu hai di uno a cui piace il cinema. Mmmh, non cose d'amore o commedie, piú...hai piú la faccia da gialli. E cosí? Secondo me sí. » Altro sorriso, altro grande assenso. « Beccato! Mi piacciono molto i thriller, soprattutto quelli psicologici! Hai mai visto quello dove un agente dell'FBI va in un manicomio per investigare sulla scomparsa di una paziente e alla fine di scopre che non solo il matto era lui, ma la scomparsa era sua moglie che lui aveva ucciso solo per poi dimenticare tutto e inventarsi una realtà fittizia? » Spero che quel movimento della mano voglia dire "sì" nella lingua dei segni, altrimenti mi sono appena accorto di averti spoilerato tutto il film. Però era carino dai. Sospirò, guardandosi intorno alla ricerca disperata del loro ordine. « devi ancora dirmi se ti piace ciò che ho ordinato, e prima di dirmelo sappi che piú ai tuoi gusti, ho puntato a descrivermi con quello che ho preso. Hai mai bevuto il rum? Sembra dolce, ma appena scende giú per la gola, brucia. » Socchiuse appena gli occhi, cercando di capire esattamente dove Theo volesse andare a parare. Gli stava forse dicendo che è una tipa tutto zucchero e cioccolata ma nasconde una gradazione alcolica superiore alla norma? Sembri dolce ma bruci? O forse l'unica risposta era che di fronte all'Atteggiamento non esistevano risposte. « Ci sei andata quasi vicino. Mi piace molto la cioccolata, meglio se fondente.. ma sono praticamente astemio. Bevo solo qualche volta, durante le feste o giù di lì. Diciamo che mi piace mantenermi lucido. » Il cameriere non tardò ad arrivare, posando sotto il loro naso le ordinazioni. Hugo si rigirò la grande tazza tra le mani, bollente al tatto. « Quindi vediamo: piaci a tutti, proprio a tutti - perché il cioccolato piace a tutti, chi dice di no mente - e quando sei nei paraggi, non passi inosservata. Come la panna, impossibile scansarla. Ma è al primo assaggio che si capisce tutto. » Quando la cioccolata ti sembra dolce, ma inizia a bruciare. Acciuffò con la punta delle dita un marshmellow che faceva capolino e lo alzò per frapporlo tra loro, prima di farlo sparire in bocca. « ...però hai un lato tenero! » Rise ancora, divertito. « Il rum vuole prendere il sopravvento ma qua dentro c'è molta più dolcezza, in proporzione. Alla fine, forse, potrebbe piacermi la tua scelta. Vuoi assaggiare? »
     
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    I Weasley erano come i funghi: li trovavi ovunque. Theo ne aveva conosciuti un paio in tutta la sua vita, ed uno di questi continuava ad incontrarlo al gruppo di sostegno, ogni giovedí. Non sapeva dirsi se Hugo e Ben Weasley fossero fratelli, o semplicemente cugini, ma non le interessava nemmeno scoprirlo, di certo non se ne sarebbe uscita con un: ”uh, allora conosci Ben?”, ed in parte perchè provava una sorta di vergogna nel palesare il fatto che, in un modo o nell'altro, stesse cercando una forma di aiuto per riprendersi dagli incubi del Lockdown. Quindi tu e Ben vi conoscete? Dove vi siete conosciuti? No. Una curiosità chiama l'altra, e Theo non poteva permettersi di svelare troppo poichè a volte le persone sapevano prenderti per pazzo, semmai venivano a conoscenza delle tue debolezze. Alla mora fu sufficiente scrutare attentamente il giovane che aveva davanti per decretare, alla fine, non rilevando somiglianze lampanti, che i due potessero essere semplicemente cugini e niente di piú. Per quanto avesse trattato poco con Ben, in Hugo stava emergendo una particolaritá che nell'altro Weasley non era riuscita ad estrapolare bene: il sarcasmo. Una qualitá per pochi a detta di Theo, che riconosceva gli sforzi di Hugo benchè questo navigasse ancora in un impaccio serrato e fastidioso. Allora parliamo la stessa lingua, sei pieno di sorprese, Hug. Posso chiamarti Hug? Oh, sí che posso. « Giuro che non ho barato e non ho usato le mie formidabili abilità di Legilimens! Quelle le ho usate solamente quando stavi arrivando, per quello sapevo il tuo nome! » A dire la sincera veritá, per un attimo Theodora tentennò a quella che sembró una confessione piú che una frase ironica. Difatti sentí un brivido percorrerle rapidamente la schiena, e la sensazione che percepí non le piacque particolarmente. La Watson aveva un castello di maschere attorno, se ne costruiva una ad ogni evenienza, e la incideva adattandole alle necessitá: semmai Hugo le avesse letto davvero nella mente, non ne avrebbe tirato fuori nulla di bello, a partire dal semplice fatto che Theo considerasse il proprio interlocutore uno che ancora si faceva sgridare dalla mamma. « ...scherzavo, non sono un legilmante. » fortunatamente per me « Sicuramente questo va a tuo favore, non deve essere bello poter leggere nella testa delle persone, non è mai bello farsi carico di troppe verità. Quelle sanno ucciderti. » Si strinse nelle spalle, fugace, grattando via la cera della candela sul tavolo, sfoggiando un sorrisetto divertito « ...e poi con le ragazze ti fa sicuramente guadagnare punti: meglio grandi osservatori che ladri di pensieri.» Sto cercando di esaltarti, so perfettamente che non esci con una ragazza da anni, nelle migliori delle ipotesi. Un'altra ipotesi è che tu non abbia mai visto una ragazza in vita tua . Come immaginava l'ex serpeverde - perchè dopotutto le piaceva vincere facile -, Hugo si interessava di thriller, e a quale ragazzo non piacevano cose come queste? Bingo. Erano rimasti pochi romantici nel mondo, pochi ragazzi da “film drammatico” e quasi sicuramente questi non si sarebbero mai ritrovati ad un tavolo di uno speed date in una serata come quella. D'altronde Theo aveva conosciuto cosí tanti ragazzi in vita sua che sapeva perfettamente catalogare i gusti analizzando i soli contesti. Basta poco, siete tutti uguali « Hai mai visto quello dove un agente dell'FBI va in un manicomio per investigare sulla scomparsa di una paziente e alla fine di scopre che non solo il matto era lui, ma la scomparsa era sua moglie che lui aveva ucciso solo per poi dimenticare tutto e inventarsi una realtà fittizia? » Noooo, non l'ho visto, e se volevo vederlo adesso mi hai spoilerato tutto «...e tu hai mai visto quello del ragazzo a cui cadde la lingua perchè non sapeva raccontare le cose senza fare spoiler? Piuttosto educativo, insegna a rispettare i limiti dello spoiler» Rise, divertita, ponendo il mento contro una mano, sempre piú accattivata e meno interessata allo scorrere del tempo. Non credeva potesse essere cosí piacevole « Ci sei andata quasi vicino. Mi piace molto la cioccolata, meglio se fondente.. ma sono praticamente astemio. Bevo solo qualche volta, durante le feste o giù di lì. Diciamo che mi piace mantenermi lucido. » Quasi piacevole. Non si era mai ritenuta una persona permalosa, Theo, eppure dovette ammettere che la sinceritá di Hugo, quando lei aveva mentito sul verdetto per metterlo a proprio agio, le fece bruciare un po’ le meningi. Ci sono andata quasi vicino. Quasi. Vorresti dire che non sono brava a riconoscere i gusti delle persone? Oltre ad essere grassa, ovviamente. « Ti piace mantenerti lucido o qualcuno te lo ha imposto dall'alto? Secondo me se scoprissi qualcuno dei miei magici cocktail potresti ricrederti, ne berresti fino a sentirti male » un invito velato? Forse. Inarcò le sopracciglia « Ogni tanto perdere il controllo fa bene, e se non fai adesso queste esperienze, quando? Rischi di perderti il meglio dei vent'anni.» Theo rapí il piattino di marshmallow prima che questo potesse anche solo essere appoggiato al fianco della tazza di cioccolata, trascinandolo verso di sè. Lo yogurt intanto sostava davanti a lei, col cucchiaino rosa ben ritto nel mezzo, affondato tra la frutta. Un dito andò a giocare con la plastica, distrattamente, lasciando vibrare la stecchetta a mezz'aria. « Quindi vediamo: piaci a tutti, proprio a tutti - perché il cioccolato piace a tutti, chi dice di no mente - e quando sei nei paraggi, non passi inosservata. Come la panna, impossibile scansarla. Ma è al primo assaggio che si capisce tutto. » Piaccio a tutti? Mi faccio piacere, il che è leggermente diverso. « ...però hai un lato tenero! Il rum vuole prendere il sopravvento ma qua dentro c'è molta più dolcezza, in proporzione. Alla fine, forse, potrebbe piacermi la tua scelta. Vuoi assaggiare? » Osservò le sue dita sospese, e colse il gesto come una provocazione, e le provocazioni le piacevano. «...Alla fine potrebbe piacerti, quindi devo aspettare ancora il verdetto definitivo; allora ti diverte tenere le persone sulle spine ed è piuttosto meschino, ma alquanto comprensibile visto che detieni un tavolo in uno speed date. Hai tanta gente da conoscere e non vuoi sbilanciarti, ed è anche una forma di lealtá che potrei apprezzare particolarmente, ma farò finta di mostrarmi delusa» Senza chiedere il permesso, Theo affondò il proprio cucchiaino dentro la cioccolata di Hugo, portandoselo alle labbra per assaporarlo, passando poi al proprio yogurt. « Sai, credo che anche tu abbia associato ciò che hai ordinato a qualche lato del tuo carattere: tipo che sai essere pungente come lo yogurt, ma non fastidioso. Piacevole come il contrasto che crea il mango o pieno di sorprese, come la granella di nocciole che sa deliziarti quando non ti aspetti di trovarla, eppure c'è.» Ne prese un altro boccone, umettandosi successivamente le labbra, soffermandosi negli angoli, lí dove lo yogurt era piú dolce. « Allora, mi dici perchè sei capitato qui? Cos'è che ti ha spinto ad iscriverti?» Accavalló le gambe, pensierosa, mentre slacciava i bottoni della giacca per mettersi piú comoda. « Credo nessuno dei tuoi amici sappia che tu sei qui, stasera. Magari ti credono a studiare, oppure a guardare la tv. Frequenti il campus? Oh, che domande...Certo che lo frequenti. Magari fai il corso auror visto il tuo interesse per i thriller, ma potrei sbagliarmi, magari sei solo un noiosissimo studente di storia dell'arte. » Rise « Escluderei a priori Difesa contro le arti oscure, visto che non ti ho mai beccato a lezione. Poi medimagia non fa per te, non hai una faccia seria, cosí come magisprudenza eee...fa vedere le mani» Theo attese che gliele mostrasse per afferarne una fra le proprie, rigirandosi il palmo fra le dita, solleticandone la pelle calda. No, niente erbologia, nemmeno quidditch visto che non vedo abbastanza muscoli, nè ferite particolari da "caduta": nessun livido, nessun graffio. « Sicuramente fai il corso Auror, e probabilmente sei anche uno di quelli che gioca a scacchi per tenere impegnata la testa. L'ozio è il padre dei vizi, mi sembri proprio il tipo che potrebbe pensare una cosa simile, dopotutto conosci Greg e ciò mi fa dedurre che tu sia un ex corvonero, o un grifo fin troppo dedito allo studio, che poi fra parentesi sarebbero quelli della peggior specie» Dopo averne accarezzato il dorso, la giovane molló la presa, passando successivamente ai suoi capelli che portò su una spalla « ...Io difesa contro le arti oscure, tu il corso auror, potremmo diventare i futuri Batman e Joker. Un giorno mi arresterai per i miei crimini, e mentre mi ammanetterai mi ricorderai questa serata chiedendomi dove sia finita la ragazza del cioccolato e rum. Eccitante, non credi?»

     
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    Le parole di Hugo erano osservazioni scaturite di fronte alla ragazza e alla sua bella tazza di cioccolata calda corretta, ma al tempo stesso avevano l'effetto di un magnete. Attiravano all'attenzione del detective nuovi spunti, nuove riflessioni, nuovi corridoi da percorrere. Arrivò a capire che Theodora Watson era molto più della svampitella ragazza d'alto rango a cui piaceva folleggiare, come per anni si era malignato per i corridoi del castello di Hogwarts. Già, perché Hugo non era solo un attento osservatore ma anche un attento ascoltatore. Gli parve di riuscire a leggere, tra le sottili righe del suo sarcasmo, un animo complesso e forse perfino tormentato. Theo Watson, la ragazza che non deve chiedere mai, quella che avrebbe avuto con uno schiocco di dita meta Sala Grande ai suoi piedi - perché l'altra metà era femmina - ha sofferto come noi comuni mortali. La fece apparire ai suoi occhi molto più umana e, se possibile, molto più bella. Quanto alle sue continue provocazioni, era indeciso se far ricorso al proprio orgoglio e prenderle di petto una alla volta o lasciarsele scivolare addosso per non sprecare preziosi minuti che sarebbero volati, prima della fatidica campanella che avrebbe obbligato la Watson a passare oltre. Un altro giro, un altro tavolo, un'altra cioccolata con rum per descriversi un po'. « Ti piace mantenerti lucido o qualcuno te lo ha imposto dall'alto? Secondo me se scoprissi qualcuno dei miei magici cocktail potresti ricrederti, ne berresti fino a sentirti male » Si sporse un po' più avanti sulla sedia per mettersi con le braccia conserte sopra il tavolo, in attesa che la cioccolata si freddasse un po'. « Secondo me no. » le fece eco Hugo, con un ghignetto di sfida che Theo parve cogliere al volo. « Ogni tanto perdere il controllo fa bene, e se non fai adesso queste esperienze, quando? Rischi di perderti il meglio dei vent'anni.» e in una certa misura concordava con lei. L'unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi. Ma fino a che punto? « Sai, mi ha sempre stranito come i sostenitori della baldoria facessero passare il vomito e la confusione mentale indotta dall'alcol come esperienza. E' un'esperienza anche romperti una gamba ma spero tu non abbia in programma di gettarti giù dalle scale. » Prese il lungo cucchiaino immerso nella cioccolata e lo fece girare un poco. « E poi c'è questa cosa del tutto o nulla. Se non ti spacchi il fegato, non hai fatto esperienza. Stasera assaggerò il rum dentro questa cioccolata e comunque non avrò fatto esperienza perché non ho perso il controllo. Come se non esistesse una scala di grigi ma fosse tutto bianco o nero, senza sfumature. Riduttivo, se me lo chiedi. » Lentamente lo alzò e se lo portò alle labbra, gustandone il sapore dolce e intenso ma molto diverso da quello di una cioccolata normale. L'alcolico ne aveva completamente alterato il sapore. Ma lo mandò giù, per poi fare spallucce come a voler passare oltre. Forse rischio davvero di perdermi il bello dei miei migliori anni. O forse li sto arricchendo con esperienze diverse. Punti di vista. Alla fine, decretò che la cioccolata non era poi così male e anche Theo parve gradire. Quella e non solo. «...Alla fine potrebbe piacerti, quindi devo aspettare ancora il verdetto definitivo; allora ti diverte tenere le persone sulle spine ed è piuttosto meschino, ma alquanto comprensibile visto che detieni un tavolo in uno speed date. Hai tanta gente da conoscere e non vuoi sbilanciarti, ed è anche una forma di lealtá che potrei apprezzare particolarmente, ma farò finta di mostrarmi delusa » Una valutazione interessante e non troppo lontana dal vero. Hugo, leale, lo era eccome. Una delusione che però non riuscirò proprio a risanare nei.. quattro minuti che ci restano? Cavolo, se sta volando il tempo. Non avrebbe scommesso un solo zellino su quella serata ma Theo Watson l'aveva e continuava a intrigarlo, per il modo con cui riusciva a stuzzicare i suoi appetiti finemente intellettuali. Le sue doti da osservatrice, ad esempio, erano qualcosa che stava intrigando particolarmente il detective in erba. « Sai, credo che anche tu abbia associato ciò che hai ordinato a qualche lato del tuo carattere: tipo che sai essere pungente come lo yogurt, ma non fastidioso. Piacevole come il contrasto che crea il mango o pieno di sorprese, come la granella di nocciole che sa deliziarti quando non ti aspetti di trovarla, eppure c'è.» La verità era che Hugo non aveva avuto la minima intenzione di descriversi, con la propria scelta, ma inavvertitamente l'aveva fatto. O forse è come l'oroscopo, che dice cose vaghe appositamente perché tu ti ci possa sentire rispecchiato. O forse ancora, io e te siamo più simili di quanto pensassi. « Wow, se fossi meno disilluso lo potrei prendere come un complimento! » cinguettò divertito il corvonero. Potrei davvero farlo. « Allora, mi dici perchè sei capitato qui? Cos'è che ti ha spinto ad iscriverti? » No, dai, proprio ora che iniziavo a divertirmi! Il ghiaccio si era sciolto e l'iniziale timidezza del ragazzo aveva lasciato spazio ad una certa scioltezza, merito anche di Theo che - strano ma vero - toccando le corde giuste era riuscita a metterlo a suo agio. Se per agio si intende quest'aria elettrica. E' di sfida ma è.. di più. Non so. Però appaga il mio cervello e mi piace. « Dai, no! Stavi andando forte con le intuizioni.. » perché secondo me hai intuito, non hai dedotto. « ..forza, lancio ufficialmente il guanto di sfida! Secondo te, perché sono capitato qui? » Voleva vedere fin dove la Watson fosse riuscita a sorprendere una mente come quella di Hugo che, a conti fatti, si sorprendeva di ben poche cose. « Credo nessuno dei tuoi amici sappia che tu sei qui, stasera. Magari ti credono a studiare, oppure a guardare la tv. Frequenti il campus? Oh, che domande...Certo che lo frequenti. Magari fai il corso auror visto il tuo interesse per i thriller, ma potrei sbagliarmi, magari sei solo un noiosissimo studente di storia dell'arte. » Lei rise e lui, accompagnandola nella risata, fece spallucce per non sbilanciarsi troppo. Le mostrò diligentemente le mani, che la ragazza prese tra le sue esaminandole. Mani dalle dita lunghe e affusolate, mani di uno studioso che non ha ancora veramente assaggiato il campo su cui si è gettato: le esercitazioni pratiche a cui ha partecipato gli hanno procurato qualche ginocchio sbucciato e una spalla dolorante per qualche settimana ma le mani erano ancora intonse. Ascoltò quindi interessato le sue congetture finali, abbassando le iridi color nocciola là dove i polpastrelli di Theo avevano percorso un sentiero invisibile sul dorso della sua mano. « ...Io difesa contro le arti oscure, tu il corso auror, potremmo diventare i futuri Batman e Joker. Un giorno mi arresterai per i miei crimini, e mentre mi ammanetterai mi ricorderai questa serata chiedendomi dove sia finita la ragazza del cioccolato e rum. Eccitante, non credi? » Preferirei non farlo. Le sorrise con una certa, malinconica dolcezza. « Che talento sprecato sarebbe, il tuo, se dovessi passare i tuoi giorni ad Arkham! Hai un occhio talmente fino che, più che Batman e Joker, potremmo diventare Sherlock e Watson! Il cognome dopotutto c'è.. » e l'ho notato. Mi piace parecchio. « Purtroppo però il posto è già preso e sono sicuro che "il mio Watson" si offenderebbe a morte se sapesse di essere stato rimpiazzato da.. beh, una Watson! Ma qualcosa mi dice che staresti stretta nel ruolo della spalla. » Sei una stronza con l'Atteggiamento, dopotutto. Il Sole è una stella ma non accetta di essere in nessun altro luogo se non al centro. Sorseggiò la sua cioccolata, comodo sulla sua sedia, prima di sciogliere quella suspence che - Theo aveva notato - a Hugo non dispiaceva. « Recluta auror Weasley Hugo al suo servizio. » mormorò ufficiale, per dirle che sì, ci aveva visto giusto. « Sono qui perché.. un anno fa avevo delle certezze. Il mondo aveva una logica.. finché ha smesso di averne. Hogsmeade, gli studi, questo speed date: sto finalizzando tutto al ritrovamento di un senso, non so se mi spiego. Ci ho riflettuto a lungo e sono arrivato alla conclusione che lo troverò nelle piccole cose e più piccole sono, più senso ci troverò. Come una fisica quantistica applicata su larga scala. » Aveva senso? No, a meno che non si fossero vissute le brutture che il lockdown aveva inflitto loro. Hugo sapeva che Theo avrebbe potuto capire, anche se non era sicuro che lei si trovasse là per lo stesso motivo. « Tu l'hai trovato un senso? » Si pentì di averglielo chiesto nel momento stesso in cui lo fece. E' stato egoista. Non avrei dovuto riportare a galla dei fantasmi. Io sono riuscito a esorcizzarli, e neppure per merito mio ma per un qualche divino intervento che ha gettato un colpo di spugna. Altri non sono stati così fortunati. Scosse la testa. « Non rispondermi. Se accadrà.. quando accadrà, ce lo diremo e torneremo qui a brindare. La ragazza del cioccolato e rum e il tipo che parlava troppo. »

     
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    « Secondo me no. » C'è una corrente di pensiero che sostiene che l'imbarazzo iniziale nelle conversazioni sia solo sintomo di qualcosa di positivo. Le persone che si parlano senza imbarazzo, invece non andranno lontane, perché non le lega nessun interesse reciproco. Tu questo lo sapevi, Weasley? Te lo chiederei se solo non sembrasse troppo patetico. Prima di lanciarmi questa sfida avevi paura di cosa avrei pensato sul tuo conto, non ti sei sbilanciato, poi hai visto che piú o meno viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda e hai deciso di lasciarti andare. Mi piace, davvero; mi piace il fatto che sembri arguto e, ancor di più, mi piace il fatto che tu non mi stia trattando come chiunque altro al posto tuo avrebbe fatto. Sufficienza, forse riluttanza o, peggio ancora, in modo viscido e malizioso. Mi piace, ma mi spaventa anche, perchè sono proprio le persone come te che vedono più di quanto dovrebbero e non si fermano al superficiale. Chissà quante congetture tu abbia già fatto in questi, quanti? Sei minuti? Magari ti sono bastati per vedere quello che cerco di nascondere. E, no, questo non lo gradisco affatto. « Dubiti delle mie capacità da barlady? Peggio per te, non sai cosa ti perdi » Io sono convinta che abbiamo qualcosa in comune, ed è quel qualcosa che temo. So che stiamo parlando di tutt'altro, ma ho questa sensazione che mi dice: "vedrai, Theo, finirete per parlare di quello". Perchè lo penso? Perchè tutti ne parlano, perchè è una ferita ancora aperta per molti che, increduli, ancora cercano conferma reciproca per ciò che è accaduto. Una certezza che innesca una scintilla nelle loro teste e quasi li eleva ad una sorta di riduttivo e meschino senso di potenza, supremazia: io c'ero, ho visto, ho sofferto e sono sopravvissuto. Narcisismo inconscio, ma la realtà è che qualcuno di noi non è del tutto tornato indietro. Ed ecco infatti che, tra una risata e l'altra, il gusto dolce del mango fra le labbra di Theo, lasciò posto all'amarezza. Si ricompose sulla sedia, l'ex serpeverde, abbassò lo sguardo e si fece lentamente seria « Sono qui perché.. un anno fa avevo delle certezze. Il mondo aveva una logica.. finché ha smesso di averne. Hogsmeade, gli studi, questo speed date: sto finalizzando tutto al ritrovamento di un senso, non so se mi spiego. Ci ho riflettuto a lungo e sono arrivato alla conclusione che lo troverò nelle piccole cose e più piccole sono, più senso ci troverò. Come una fisica quantistica applicata su larga scala. » Un senso lo aveva per tutti, gli avrebbe voluto rispondere se non fosse stato per la lingua improvvisamente annodata. E la verità che entrambi fossero lì per lo stesso motivo, per ritrovare un senso alla realtà che li circondava, se possibile, le diede la sensazione di avere meno tatto con la realtà di quanto già effettivamente ne avesse. Magari questo incontro non è frutto di una coincidenza « Tu l'hai trovato un senso? » L'unico senso che Theo aveva trovato a tutto nell'arco di mesi, era che probabilmente un senso non c'era ed era ridicolo anche cercarne uno: la gente che era morta durante il lockdown era morta davvero, ed era altamente probabile che, quello che stessero vivendo, fosse solo frutto di un torpore temporaneo. Tipo un sogno che presto o tardi sarebbe finito, ritrascinando tutti nell'abbisso. Theo, aveva trovato rifugi ridicoli per scappare al pensiero di risvegliarsi, come l'alcol o qualunque altro mezzo avesse potuto distoglierla da una verità troppo pesante da poter sopportare soli. « Non rispondermi. Se accadrà.. quando accadrà, ce lo diremo e torneremo qui a brindare. La ragazza del cioccolato e rum e il tipo che parlava troppo. » Le labbra si contorsero in una smorfia invisibile, e gli occhi iniziarono a guizzare attentamente da una parte all'altra dell'locale, osservando gli sguardi felici degli altri partecipanti che chiacchieravano come se attorno a loro non ci fosse nulla capace a distrarli. « Non accadrà » mormorò, prendendo un respiro profondo e riportando il proprio cucchiaino sul tovagliolo « ...perchè un senso non c'è, ed io ho smesso di cercarlo. » Se si era arresa? Lo aveva fatto, lo stava facendo. Stava toccando con mano la difficoltà di risollevarsi, benchè frequentasse il gruppo di sostegno. « a volte è come se quello che mi sta attorno sia solo una scenografia, qualcosa che resta invariato qualunque cosa io faccia, o dica. Come se...fosse tutto robotizzato, non umano. » Riportò gli occhi su Hugo, cercando i suoi. « Anche tu potresti non essere umano, o io potrei non esserlo per te. Chi mi dice con certezza che tu non sia solo frutto della mia immaginazione...che tutto questo lo sia. Magari sono finita in coma, magari nella vera realtà sono su un letto d' ospedale o sono morta e finita in questo limbo. Chi può dirlo? » Si umettò le labbra, prendendo una pausa ed aspettando in silenzio, senza smettere di guardarlo, sporgendosi solo per alzare due dita della mano ed accarezzargli il volto. Leggera e senza malizia, nè con alcuna altra forma di persuasione che avrebbe contraddistinto la natura ammaliatrice di Theo. I polpastrelli sfiorarono appena la pelle di Hugo, si lasciarono pungere dal sottile strato di barba prima di tornare al loro posto « Oppure sei l'unica cosa reale qui dentro, o lo siamo entrambi e forse non siamo due incognite capitate ad uno stesso tavolo per caso. Può darsi che facciamo parte di una stessa equazione, e che potremmo essere destinati a incontrarci un'altra volta, e di nuovo ancora finchè non saremo in grado di capirlo. » sorrise, continuando a tenere la voce bassa, come una bambina che si divertiva a raccontare segreti « Anche perchè, ammettiamolo, in un'eventuale realtà io e te non ci saremmo mai incontrati: io non sono un tipo da speed date, e mi pare di aver capito che nemmeno tu lo sia. Entrambi siamo qui per lo stesso motivo e no, sono convinta che non sia un caso; forse siamo destinati a salvarci a vicenda. » Sospirò, ricomponendosi e dando un'occhiata veloce agli orologi incantati che penzolavano sulle loro teste, recuperando la borsetta ed il proprio cappotto dalla sedia, che posò sulle ginocchia. Allo stesso modo, il volto di Theo tornò spensierato, privo di qualunque preoccupazione. « Allora, signor Holmes, a quanto pare è rimasto poco tempo a disposizione » Allo scoccare dei dieci minuti, sia Hugo che Theodora sarebbero tornati alla loro serata, avrebbero guardato negli occhi di altre persone ed avrebbero cercato altre conferme. Si sarebbero separati, forse per non rivedersi mai più, ed era strano come universi tanto diversi si scontrassero, alle volte. « Puoi fare una cosa per me? Promettimi che per stasera, semmai avessi in programma di continuare col gioco del "io ordino per te, tu ordini per me", non offrirai a nessun altro lo yogurt. » Perchè è l'unico vero contatto con la realtà che ho avuto fin ora. « Chiederò a Greg di parlare più spesso di te. »

     
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    Fine PRIMO TURNO (12/02-15/02)
    Inizio SECONDO TURNO (16/02-19/02)

     
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    Il cambio della guardia scattò in fretta e furia. Davvero pochi dieci minuti per conoscersi; tuttavia, Charlie doveva ammettere di non aver passato male i primi dieci minuti. L'incontro con Lyanna era stato certamente poco traumatico e persino piacevole, le aveva fatto una buona impressione, e così con un grosso sorriso la salutò, dirigendosi in fretta e furia verso il proprio tavolo in quel groviglio del cambio che fece sollevare l'intera sala in un boato di improvviso vociare più alto. Gli occhi della bionda Tassorosso incontrarono poco dopo lo sguardo curioso del suo nuovo appuntamento. Lieta di avere finalmente il piacere di conoscere qualcuno di nuovo, si sedette allungo istintivamente la mano nella sua direzione.
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    « Marion! Piacere. » Sorrise già più a proprio agio, all'idea di trovarsi di fronte a una persona nuova sospirando con un rinnovato senso di curiosità. « Com'è andata la tua serata fino a questo momento? Incontrato qualcuno di interessate? » Il cameriere viene loro incontro prima che il ragazzo possa rispondere, pronto ad aiutare la nuova coppia e Charlie salta all'istante sul carro del vincitore pronta a sfruttare quel nuovo incontro nella maniera migliore. « Allora, per me una tisana ai fiori di arancio e per te? » Una leggera pausa tempo in cui attende che il ragazzo ordini a sua volta qualcosa da bere. « Pooooi.. » Si rivolge direttamente al giovane con uno sguardo eloquente e un sorriso solare. « - che ne dici di una degustazione di cioccolatini? E' pur sempre San Valentino. Sì - ce ne porti un po'. Quelli con le scontatissime frasi che ha fatto Gilderoy Allock quest'anno. » Incredibile quanto quest'uomo riesca ancora a cavalcare l'onda, nonostante sia una cariatide. Le loro ordinazioni arrivano poco dopo, e a quel punto Charlie può contrarsi completamente sul suo interlocutore. « Credo di averti già visto nel campus. Sei anche tu del primo anno vero? A meno che non sei uno di quelli del settimo che fanno finta di essere già al college per agganciare ragazze più grandi. » Scoppia a ridere tra se e se stringendosi nelle spalle. Esperienza già provata. « Io sono del dipartimento di giornalismo. Tu cosa studi? »


     
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    Così com'era venuta, Theo Watson se ne andò. Leggera e libera, perfino effimera, come solo un'idea sa essere. Chiederò a Greg di parlare più spesso di te. Preso alla sprovvista, non aveva fatto in tempo a rivolgerle altro che un sorriso lusingato e confuso, prima d vederla sparire nel turbinio danzante di pretendenti. Dopo Theo si susseguirono altre ragazze e altri ragazzi con cui Hugo cercò di attaccare bottone ma, come la lingua non riesce ad assaporare al meglio due gusti contrastanti uno dopo l'altro, così la mente del giovane Weasley non aveva tratto piacere da quelle conversazioni superficiali e insipide. Per nessuno di loro aveva più ordinato dello yogurt. Il ticchettare degli orologi sopra le loro teste si fece sentire nuovamente, con gran sollievo di Hugo che accolse con un sorriso tirato la nuova arrivata. Una ragazza dall'aria solare, di nome Marion. « Hugo, piacere mio. » L'aveva ripetuto così tante volte che, sulla punta della lingua, aveva quasi perso di significato. Lo scoprirò fra dieci minuti se è stato davvero un piacere. « Com'è andata la tua serata fino a questo momento? Incontrato qualcuno di interessate? » Abbassò per qualche istantele iridi nocciola verso la tazza ormai vuota di cioccolata corretta. Non aveva più ordinato altro, dall'incontro con Theo. « Ah, fai spionaggio industriale dunque! Mi spiace ma sono informazioni riservate, non posso parlaredella concorrenza. Sarebbe sleale, non trovi? » Ma, col fine di allentare la tensione, si sporse un po' per andarle incontro, facendole segno di avvicinarsi. « ...ma, che resti fra noi, ho appena finito un appuntamento con un tizio che mi ha confessato di "lucidare i bolidi", come ama chamare i propri muscoli, ogni mattina. Capito? Lui non è che si lava, lui lucida i bolidi. Grottesco. » Allentare la tensione, sì, ma sotto sotto comunicarle qualcosa. Cerco sostanza dietro la forma. Cerco un cervello, dei muscoli e delle belle forme non me ne faccio niente. Quando il cameriere arrivò, si limitò ad ordinare un caffè doppio - i precedenti incontri l'aveva annoiato a tal punto - e accolse con un sorriso propositivo la proposta di Marion di ordinare i classici cioccolatini di San Valentino che non tardarono ad arrivare, insieme alle consumazioni. Non poté quindi che afferrarne uno e, scartatolo, arrivare alla succosa perla firmata Gilderoy Allock. Si schiarì la voce, pronto alla declamazione: « "Mi mancheresti anche se fossimo stati obliviati." - Magicamente Io, 1992 » Se la rise di gusto, facendo sparire tra le labbra il cioccolatino e avvicinando a sé la tazza di caffè. « Credo di averti già visto nel campus. Sei anche tu del primo anno vero? A meno che non sei uno di quelli del settimo che fanno finta di essere già al college per agganciare ragazze più grandi. » Con il sorriso ancora sulle labbra, scosse la testa serafico. Brutte esperienze ah? « Io sono del dipartimento di giornalismo. Tu cosa studi? » Le lanciò un'occhiata, mentre zuccherava la tazzina. Giornalismo? Non l'avrei detto. Chissà perché, forse per la naturale estrosità che gli aveva comunicato, l'aveva immaginata dentro il corso di Medimagia. Ma dopotutto, io vengo immaginato dentro quello dei topi da biblioteca quindi ci sta. « Io sono una recluta auror, ebbene sì. Ti do ufficialmente il benvenuto al tavolo degli interrogatori! Non abbiamo il faretto da puntarti dritto in faccia ma sai.. basso budget. » Fece spallucce, divertito. « Giornalismo, quindi. Interessante. Giornalismo alla Rita Skeeter o alla Erin Brockovich? » Gossip o inchiesta? Sei forma o sostanza?

     
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    « Ah, fai spionaggio industriale dunque! Mi spiace ma sono informazioni riservate, non posso parlare della concorrenza. Sarebbe sleale, non trovi? ...ma, che resti fra noi, ho appena finito un appuntamento con un tizio che mi ha confessato di "lucidare i bolidi", come ama chamare i propri muscoli, ogni mattina. Capito? Lui non è che si lava, lui lucida i bolidi. Grottesco. » E' proprio questo il punto. Sentirsi normali. Non sentirsi giudicare. Poter semplicemente sedersi a un tavolo e discorrere con una persona senza sentirsi addosso il pregiudizio di una serie di articoli scandalistici che predeterminano la tua personalità. « Mmmm, un amante del Quidditch.. che novità il loro dimostrarsi una profonda delusione. Per esperienza personale, scartalo a prescindere. Piuttosto esci con uno dei camerieri che dare l'appuntamento all'amante dei bolidi. » E infatti, come previsto, Charlie scoppiò a ridere con un che prettamente spontaneo, qualcosa che nella sua posizione di futura sovrana non avrebbe mai avuto l'occasione di fare, semplicemente perché non le sarebbe stato concesso da qualunque controparte si fosse trovata di fronte. Si guarda attorno, restando a quella vicinanza col ragazzo, per poi indicargli con fare complice un ragazzo che si intrattiene con una rossa pochi tavoli più in là alla loro destra.
    « Lo vedi quello? Si chiama Bob. Studia Pozioni, e per tutto il nostro incontro si è scaccolato.. oh.. eccolo di nuovo. » E dicendo ciò osserva con un che di incantato Bob che tenta di scaccolarsi mentre la rossa si ferma da qualunque discorso portasse avanti per osservarlo con occhi colmi di un risentimento che ha dello scabroso. « Devo ammettere che tutta questa faccenda del campus mi fa riconsiderare molto i miei ex compagni. Ce ne stanno di tipi strani oltre i confini del Regno Unito. » Ed era anche la parte più interessante dell'accademia. Quell'atmosfera cosmopolita del tutto nuova che chiamava a raccolta giovani maghi e streghe dei posti più disparati del pianeta. Vissuti diversi, esperienze diverse, persino modi di apprendimento completamente differenti dai loro. Seppur inizialmente quell'avventura era iniziato come un semplice atto segreto di ribellione alla corona, ora come ora, Charlie doveva ammettere che vestire i panni di Marion si dimostrava per lei un riscoprirsi, rivalutarsi, e soprattutto un rivalutare il mondo quotidiano che la circondava. A quel punto aspetta che il ragazzo scelga un cioccolatino e altrettanto fa lei. « "Mi mancheresti anche se fossimo stati obliviati." - Magicamente Io, 1992 » La ragazza fa scivolare tra le labbra il proprio cioccolatino, carezzando tra le dita il proprio bigliettino mentre sta già ridendo di gusto. « Profondo quanto una pozzanghera ad agosto. Senti qua - "Sei la mia qualità preferita di Confundus" - Anonimo. » A quel punto si porta la manina al petto con fare drammatica prima di scuotere la testa e incrociare le braccia sul tavolo tornando a concentrarsi sul ragazzo. « Io sono una recluta auror, ebbene sì. Ti do ufficialmente il benvenuto al tavolo degli interrogatori! Non abbiamo il faretto da puntarti dritto in faccia ma sai.. basso budget. Giornalismo, quindi. Interessante. Giornalismo alla Rita Skeeter o alla Erin Brockovich? » Gli lanciò a sua volta un'occhiata colma di sfida alzando un sopracciglio. « Un futuro Auror. Hai praticamente scritto in fronte buon partito. » E sei anche carino. Bei lineamenti, non certo stupido, forse uno sguardo troppo da cucciolo smarrito, ma ci si può lavorare. « Sul serio Hugo, Rita Skeeter è ancora il modello di vita di qualcuno? » A ben pensare ad alcune sue compagne di corso, probabilmente sì. E infatti, resasi conto di aver fatto una domanda decisamente stupida si stringe nelle spalle scuotendo la testa. « No, non rispondere. Ho fatto una domanda davvero ridicola. Certo che lo è ancora! Ma ecco, ad essere onesta.. tra la Skeeter e la Brockovich c'è di mezzo un oceano - e tanti altri tipi di giornalismo. Non so se sono tagliata per l'inchiesta per dirti - ma odio il gossip. Credimi lo detesto è -» Mi ha reso la vita un inferno. Da sempre. Si interrompe infatti a quel punto leggermente rossa in viso, passandosi una mano tra i capelli. « Fermo restando che l'attualità e la politica sono un importante motore della società civile, a me piacerebbe fare un tipo di giornalismo socialmente utile. Qualcosa di utile al quotidiano. Cultura, intrattenimento, perché no - critica. » Sospira appena. « Questa settimana per esempio, ho scritto un pezzo sulle migliori librerie vintage a Londra - ho ricevuto tanti feedback positivi. La gente vuole essere informata anche su questioni più quotidiane e non solo sulle ultime porcate fatte dal Primo Ministro. » Pausa. « Per esempio, tu sei un futuro Auror. Farai lo stage al Ministero. Lo sapevi che due strade più avanti rispetto alla cabina telefonica in strada da cui si accede all'atrio, c'è un'enorme caffè letterario sotterraneo, costruito sulle spoglie di una vecchia stazione dismessa della metropolitana? » Nemmeno io lo sapevo, e Londra dovrebbe essere letteralmente il salotto di casa mia. « Fallo sapere ai tuoi colleghi. Scommetto che voi lì al Quartier Generale bevete un sacco di caffè. Perché non farlo in un posto bello? » E poi ho promesso a Ernie che gli avrei fatto un po' di pubblicità. Il posto infatti non era particolarmente pubblicizzato e davvero poco frequentato. Ma nonostante questo era estremamente curato, pieno zeppo di libri e postazioni dove studiare e godersi in pace qualche ora di relax o semplicemente fare un pranzo leggero. « Dimmi.. come mai hai scelto la strada del faretto puntato dritto in faccia? Oltre al voler essere un buon partito, mi pare ovvio - quello l'abbiamo già appurato. »

     
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    « Un futuro Auror. Hai praticamente scritto in fronte buon partito. » Le lanciò una delle sue proverbiali occhiate laconiche e sarcastiche, a quelle parole. Forse mi son perso qualcosa? « Oh, non ti dico la fatica per presenziare all'evento, infatti! Tra un appuntamento il 13, uno il 15, un altro stamattina.. davvero, non ho respiro! Non ho mai avuto tanto appeal! » Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa in un'aria fintamente sconsolata e c'est la vie, la dura vita degli auror. La verità era che suo padre Ron e suo zio Harry erano già belli che ammogliati prima ancora di diventare auror - anche se zio Harry è IL buon partito per eccellenza, andiamo, il prescelto? - e non aveva grandi metri di giudizio. « Sul serio Hugo, Rita Skeeter è ancora il modello di vita di qualcuno? » Vivi su questo pianeta o mi sono immaginato io le schiere di poracci che ambiscono a diventare influencer? Pretendere che il gossip non sia il motore del mondo moderno è quantomeno naive. « No, non rispondere. Ho fatto una domanda davvero ridicola. Certo che lo è ancora! Ma ecco, ad essere onesta.. tra la Skeeter e la Brockovich c'è di mezzo un oceano - e tanti altri tipi di giornalismo. Non so se sono tagliata per l'inchiesta per dirti - ma odio il gossip. Credimi lo detesto è -» Serrò appena gli occhi, incuriosito da tanta veemenza nell'asserire qualcosa di così banale. Io stesso non ne vado matto ma non mi infervoro parlandone. Sei appassionata di giornalismo a tal punto? Ascoltò dunque con maggiore attenzione ciò che Marion aveva da dire circa il giornalismo e la sua visione del presente e del futuro. Qualcosa di utile al quotidiano. Si ritrovò inavvertitamente a sorridere con una punta di dolcezza a quelle parole: non era forse il motivo per cui lui stesso aveva deciso di diventare auror? Per essere utile ed esserlo tutti i santi giorni, non all'arrivo di un lampo di genio utile a qualcosa. Utile nel concreto, coi fatti. « Per esempio, tu sei un futuro Auror. Farai lo stage al Ministero. Lo sapevi che due strade più avanti rispetto alla cabina telefonica in strada da cui si accede all'atrio, c'è un'enorme caffè letterario sotterraneo, costruito sulle spoglie di una vecchia stazione dismessa della metropolitana? » In effetti fare merenda alla Fontana dei Magici Fratelli è simpatico la prima settimana ma al terzo venditore di meridiane magiche inizi un po' a stancarti. « Fallo sapere ai tuoi colleghi. Scommetto che voi lì al Quartier Generale bevete un sacco di caffè. Perché non farlo in un posto bello? » "Un sacco" è riduttivo. Penso che insieme al distintivo ci regaleranno anche un thermos incantato con un incantesimo di rabbocco per tenerlo sempre pieno. « Sai che potresti avermi rigirato un'informazione davvero utile? Le volte in cui io e il mio gruppo di studio riusciamo a conciliare gli impegni, è una gran seccatura viaggiare fino al campus. » L'informazione, ne era certo, avrebbe fatto gola soprattutto a Tris: era una maniaca dell'efficienza ad ogni costo e della strategia, sebbene l'avesse vista più di una volta perdere la concentrazione e rileggere la stessa pagina una decina di volte. Anche per Albus, poi, perdere meno tempo possibile sarebbe stato tutto di guadagnato, una figlia sapeva essere più esigente di uno stato estero da governare. « Dimmi.. come mai hai scelto la strada del faretto puntato dritto in faccia? Oltre al voler essere un buon partito, mi pare ovvio - quello l'abbiamo già appurato. » Non ripeterlo una terza volta o potrei davvero autoconvincermi che tu ci stia provando.. che poi sarebbe il fine ultimo di questo baraccone. Coerente, te ne do atto. "Aiutare il prossimo" era davvero una risposta banale, per quanto veritiera, e se c'era qualcosa che aveva carpito di Marion era che non era tipa da persone e risposte profonde come una pozzanghera ad Agosto. Una risposta simile, poi, non sarebbe riuscita a descrivere Hugo che era d'indole buona, sì, ma non certo caritatevole e santa. Non avrebbe scelto di fare l'auror se non l'avesse trovato intellettualmente stimolante, con o senza aiutare il prossimo. Un cervello come il suo, cinico e analitico, si ritrovava spesso ad avere fame. « Diciamo che non sono un grande fan della gente.. ma mi piace osservarla. Ti dice tanto di sé senza neppure parlare o parlando d'altro. » E sì, se te lo stessi chiedendo, sono un po' ficcanaso. « Ma a me non bastava osservarla, volevo scoprirne i segreti quando questo si fosse rivelato giusto. Come un grande, continuo, laborioso rompicapo. Un gioco di società elaborato. Hai mai giocato a Cluedo? » Le lasciò il tempo di riflettere alla moltitudine di giochi che i babbani avevano inventato. Cluedo era naturalmente il suo preferito. « Un numero variabile di estranei sono chiusi in una villa, diversi tra loro, accomunati solamente da un legame con la vittima di un efferato omicidio. Ognuno di loro ti fornisce un alibi ma qualcuno sta mentendo. Chi? Sono tutti signori rispettabilissimi! E' là che devi cercare una sfumatura, un segno, anche solo un tono di voce più tremulo o alto del normale e riflettere. E' una prova? Cosa mi dice questo di chi ho davanti?» Non sapeva se avesse reso l'idea.. e se non l'avesse fatto, forse avrebbe fatto centro. Hugo Weasley aveva una mentalità complessa, svelta e scattante. Descriverla era difficile perfino per lui. Azzardò dunque un esempio. « Per esempio, prima hai arrossito per un qualcosa di banalissimo, apparentemente senza motivo. Non si scampa, o era imbarazzo o foga. Tutto mi sembri fuorché una persona imbarazzata, sei anzi.. piacevolmente loquace. » E' un complimento, tranquilla. Mi piace non essere l'unico logorroico nella stanza. « Non mi sembri neppure una ragazza iraconda. Devo quindi dedurre che il gossip per te sia un argomento scottante. » E qui mi fermo o rischio di sembrare davvero invadente. Forse non era Hugo ad aver scelta la via del faretto puntato in faccia ma era stata lei a sceglierlo. Non ci si può sottrarre al destino.



     
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    « Diciamo che non sono un grande fan della gente.. ma mi piace osservarla. Ti dice tanto di sé senza neppure parlare o parlando d'altro. Ma a me non bastava osservarla, volevo scoprirne i segreti quando questo si fosse rivelato giusto. Come un grande, continuo, laborioso rompicapo. Un gioco di società elaborato. Hai mai giocato a Cluedo? » Mentirebbe se dicesse di avere una grande esperienza con i giochi da tavolo. Secondo il protocollo i piccolo principi e principesse possono giocare solo ed esclusivamente a giochi di società tipicamente inglesi. Fu tuttavia fortunata. Cluedo è il gioco da tavolo per antonomasia, e Charlie afferrò di conseguenza al volo l'antifona. « Un numero variabile di estranei sono chiusi in una villa, diversi tra loro, accomunati solamente da un legame con la vittima di un efferato omicidio. Ognuno di loro ti fornisce un alibi ma qualcuno sta mentendo. Chi? Sono tutti signori rispettabilissimi! E' là che devi cercare una sfumatura, un segno, anche solo un tono di voce più tremulo o alto del normale e riflettere. E' una prova? Cosa mi dice questo di chi ho davanti? » A Hugo piacciono i rompicapo, e questo stona alquanto con il gioco scivoloso a cui sta giocando Charlie praticamente da settembre a questa parte. La mia gran fortuna è che almeno, Marion era più grande. E anche se non lo fosse stata, era talmente invisibile che quasi sembrava passare inosservata. Un'insignificante Tassorosso che sotto gli sguardi sorpresi di alcuni ex compagni aveva cominciato miracolosamente a sbocciare letteralmente dal giorno alla notte. « Per esempio, prima hai arrossito per un qualcosa di banalissimo, apparentemente senza motivo. Non si scampa, o era imbarazzo o foga. Tutto mi sembri fuorché una persona imbarazzata, sei anzi.. piacevolmente loquace. Non mi sembri neppure una ragazza iraconda. Devo quindi dedurre che il gossip per te sia un argomento scottante. » Ed è lì che per un istante qualcosa sembra spezzarsi negli occhi della bionda. Un crack potente. Un tasto dolente quello del gossip che ha tormentato i suoi giorni più felici. Là dove tutti potevano fare qualunque cosa volessero senza preoccuparsi delle conseguenze, Charlie ha dovuto compiere una scelta tra l'essere se stessa e accettare gli sguardi di delusione di chiunque la conoscesse, oppure semplicemente limitarsi, frenarsi, e mettere un chiaro paletto da sola alla sua personalità. Ma in fondo, i giovani sono davvero bravi a frenarsi? A dire basta? Se gli adulti che li controllano sono i primi a guardare impassibili mentre si rovinano la vita - cosa che la madre aveva fatto con Charlie per anni, perché avrebbe dovuto farlo lei?
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    Sospira affondo annuendo con un che di sconsolato. Improvvisamente Charlie sembra stare sulle spine. Si sente a disagio. « Non mi piacciono i ficcanaso. » Asserisce con una certa dose di freddezza. « Hai presente? Quelli là che non possono fare a meno di.. » Sospira affondo mentre un leggero suono gutturale proviene dalle sue labbra. « ..scavare e scavare e scavare, come se negli altri ci fosse necessariamente qualcosa di sbagliato.. nascosto.. » Abbassa lo sguardo colta da un'improvviso velo di melanconia. « ..disfunzionale. Paradossalmente ti rendono disfunzionale a forza di invadere la tua privacy. Le rubriche di gossip non sono in grado di comprendere che le loro vittime non sono altro che un prodotto dell'ambiente che gli stessi giornali creano - oppure ne sono perfettamente consapevoli e ci contano. Goya diceva che il sonno della ragione genera mostri. E su questo puntano.. » Sull'assenza di discernimento dei lettori di serie B che comprano quelle testate alla ricerca della spettacolarizzazione della vita di individui né più, né meno importanti di loro. « Non è un argomento scottante.. è solo che.. lo trovo squallido, stupido.. uno spreco di energie. Stanno educando la popolazione a interessarsi a vite fittizie, a personaggi che hanno tutto il sapore di essere usciti da un romanzetto rosa di bassa lega. Credi davvero che quella gente viva delle vite così diverse ed entusiasmanti rispetto alle nostre? » Te lo dico io: no. E' una merda. « Potrebbero impegnare le loro risorse per parlare di cultura, di attualità.. potrebbero usarle per fare divulgazione scientifica e invece sembra che la vita dei principi, delle rock star e delle influencer risulti un fattore a impatto maggiore sul medio cittadino. » E forse a questo punto ha parlato anche troppo. Si frena infatti, di scatto, portandosi alle labbra con regale eleganza la tazza di té, coadiuvata del tipico mignolino così british da far piangere il cuore. « Per concludere il discorso gossip, io non credo che la cultura di massa sia qualcosa di orientato attorno ai gusti, credo che i gusti e la cultura di massa vengano orientate punto. Ci nutrono di merda. » Bonjour finesse. Si stringe nelle spalle a quel punto e trova la forza per sciogliersi in un sorriso, cosciente che si è lasciata infervorare troppo dall'argomento, al punto da pensare per un istante di aver indirettamente offeso anche Hugo, cosa non certo nelle sue intenzioni. « Nemmeno io sono una grande fan della gente - l'unica differenza tra noi due è che io ci perdo le speranze in partenza. Solitamente le persone sono semplicemente destinate a deluderti. » Deglutisce riportando finalmente gli occhi in quegli di lui. « E noi siamo fortunati.. il nostro tempo è quasi scaduto.. se ne avessimo avuto di più probabilmente anche tu saresti rimasto piuttosto deluso di dove ti avrebbero portato le tue deduzioni, James Bond. » E proprio in quel momento il suo cellulare squilla. Ma non è l'unico. Di scatto c'è un boato di sonerie e vibrazioni in tutta la sala. Charlie corruga la fronte e afferra il proprio dispositivo solo per sollevare lo sguardo pochi istanti dopo, allungando lo schermo in direzione del ragazzo. « A proposito di ficcanaso.. » Le storie su quello Shame le ha sentite, e al solo pensiero, uno sconforto non indifferente si insinua nel suo cuore. Tutto ciò è.. « ..stomachevole! »

     
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    Quella sera si rivela essere la più strana, ma allo stesso, più divertente e stimolante della sua vita. Il che è tutto un dire, ne conviene lui stesso. Continua a girare, di tavolo in tavolo, lasciando sfilare di fronte a sé quella lista di volti diversi, dai lineamenti diversi, dal colore degli occhi diverso, dal sesso diverso. Crede di aver trovato qualcosa di bello e peculiare nell'esteriorità di ognuno di loro, potendo già immaginare come uscirebbe una foto di quel particolare dettaglio. E' forse una sua deformazione professionale, o un semplice OCD, ma è proprio quella sua capacità di fissarsi su un puntino che sul quadro generale che l'ha fatto avvicinare alla fotografia...e probabilmente anche il portarlo ad iscriversi ad un evento del genere. Rimugina sopra i passati "pretendenti" cercando di tirare le somme su chi e con chi si è trovato effettivamente in sintonia, prima di arrivare all'ultimo tavolo. Inclina la testa di lato, osservando il ragazzo, man mano che si sta avvicinando. Lo conosce di nomea. E' uno dei Weasley, uno di coloro che è rimasto bloccato nel lockdown. Se solo cominciassero a parlare di quell'argomento specifico, è certo che avrebbero più cose in comune di quanto si possano aspettare entrambi. In fondo, Seb ha perso la ragazza per colpa del lockdown e ha perso anche suo fratello, per un breve periodo. Ma scrolla la testa. No, non comincerà a filosofeggiare come suo solito, ammorbando di noia il suo interlocutore tanto da farlo scappare. Pensa a come approcciarsi, in maniera originale, per fare un po' colpo, senza essere l'ennesimo volto che gli scorre davanti, come un fermo immagine veloce e distratto di un film. « Rave party, con musica elettronica di sottofondo, o pizza, patatine e Netflix? » Gli domanda allora, rimanendo in piedi di fronte a lui, con quel suo tipico sorriso stampato sulle labbra. Solo dopo qualche istante si scioglie, mettendosi seduto davanti a lui, per poi allungare la mano, con fare amichevole. « Sebastian, scusa il primo impatto non convenzionale, ma le giuste domande vanno fatte subito, per capire se questo incontro di dieci minuti sarà uno starci a fissare, aspettando che gli organizzatori dichiarino lo stop alla gara, oppure c'è qualche possibilità futura. No? » Adotta l'estrema sincerità, sua arma da sempre. Un'arma che è cosciente essere assolutamente a doppio taglio, ma con la quale è certo di voler cominciare con il giusto piede un qualsiasi rapporto. « Non so te, ma non ho fatto altro che bere stasera e vorrei concludere con qualcosa di calmo questa particolare esperienza. » Gli sorride, per poi buttare un occhio verso il menù delle bevande. « C'è qualcosa che potrebbe interessarti? Non so, io andrei proprio sul classico con una Coca Cola media. » Gli domanda poi, girando il plico verso di lui, affinché vi possa dare un'occhiata a sua volta. Quando entrambi hanno ordinato e il cameriere li lascia da soli, Sebastian si fissa sul ragazzo. « Dato che questo è l'ultimo giro, ti va di tirare le somme? » Gli chiede, poggiando entrambi i gomiti sul tavolo, andando poi ad incrociare le braccia. « Conosciuto qualcuno d'interessante? » Domanda con un sorriso di traverso, prima di alzare le mani, come a volersi difendere in anticipo. « Giuro che non è spionaggio sulla concorrenza. Solo semplice curiosità. »

     
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    « Non mi piacciono i ficcanaso. » Colpito e affondato. E' cambiato qualcosa in lei, Hugo riesce ad avvertirlo. E' impercettibile, come quando i muscoli s'irrigidiscono poco prima del tremore quando fa troppo freddo. Non li vedi ma li puoi quasi sentire. Una parte di sé seppe di essersi spinto troppo oltre, prima ancora che Marion continuasse a parlare. « Hai presente? Quelli là che non possono fare a meno di.. scavare e scavare e scavare, come se negli altri ci fosse necessariamente qualcosa di sbagliato.. nascosto ..disfunzionale. Paradossalmente ti rendono disfunzionale a forza di invadere la tua privacy. » Serrò appena gli occhi, come a voler cambiare il fuoco del proprio sguardo e cercare così di capire meglio una situazione che gli era sfuggita di mano. Il discorso di Marion era giusto e condivisibile, era vero perché lo stesso Hugo si era ritrovato ad essere dall'altra parte: un feroce mastino che non trova sazietà se non con la verità tra i denti. Ma c'è qualcosa nella tua voce, come.. malinconia. Come se avessi provato sulla tua pelle ciò che dici. Chi sei, Marion? « Non è un argomento scottante.. è solo che.. lo trovo squallido, stupido.. uno spreco di energie. Stanno educando la popolazione a interessarsi a vite fittizie, a personaggi che hanno tutto il sapore di essere usciti da un romanzetto rosa di bassa lega. Credi davvero che quella gente viva delle vite così diverse ed entusiasmanti rispetto alle nostre? » Una domanda retorica a cui Hugo avrebbe dovuto non rispondere, fosse anche per delicatezza. Ma stiamo sempre parlando di massimi sistemi, io e te. Parliamo per astratto. « No, ma hanno qualcosa che fa gola al popolino, sia esso potere o ricchezza o talento. Credo sia nella natura umana, la morbosa ricerca di qualcosa o qualcuno di superiore da seguire. Come una sindrome di Stoccolma ma totalmente unilaterale. » Era il motivo per cui Hugo credeva poco agli idoli e al fanatismo a tutti i costi. Quante persone vanno ai concerti per il puro gusto di ascoltare della buona musica e quanti invece per sentirsi più vicino agli artisti, fisicamente, in una maniera del tutto nuova e irripetibile? Non dico che sia giusto, dico che è umano. Com'è umano errare. Hugo pareva prendere con una certa filosofia questo perpetuo errare, come se avesse metabolizzato la fallibilità dell'uomo. Marion, al contrario, trasudava una malinconica, amara disillusione e della ragazza tutta sole dei primi istanti non rimase più nulla. « E noi siamo fortunati.. il nostro tempo è quasi scaduto.. se ne avessimo avuto di più probabilmente anche tu saresti rimasto piuttosto deluso di dove ti avrebbero portato le tue deduzioni, James Bond. » Una chiara dichiarazione di guerra per la vorace mente deduttiva di Hugo, che si sentì lanciare contro una dichiarazione a tutto tondo: ehi, tu, qui c'è qualcosa da scoprire e deluderà la tua irritante diplomazia! Forse avrebbe rincarato la dose se i cellulari intorno a loro non avessero squillato all'unisono. Compreso il suo, in vibrazione nella tasca dei pantaloni. « A proposito di ficcanaso.. ..stomachevole! » Non gli piacque. Non gli piacque il tempismo, non gli piacque l'espressione di Marion né il suo commento. Non poté quindi che farsi forza e sollevare il cellulare, solo per ritrovarsi di fronte una notifica verso un profilo che non seguiva. Pensavate di esservi liberati di me, non è vero? Un brivido lo investì in pieno, facendogli gelare il sangue e gli occhi caldi, abbastanza a lungo perché il tempo terminasse costringendo Marion ad alzarsi. « Marion? » la bloccò, il cellulare momentaneamente posato sul tavolino. Scusami se ti ho offeso. Scusa se ho scavato troppo dove non avrei dovuto. « James Bond era una spia, non un detective. » Le sorrise con una benevolenza che non le aveva rivolto prima, troppo impegnato a seguire intuizioni come un segugio. Spero di rivederti, un giorno o l'altro.

    Lasciò andare la tassorosso e, mentre si ripeteva intorno a lui l'ennesimo vorticare di suoni e voci, il giovane Weasley non prestava attenzione se non allo schermo del cellulare e, nello specifico, al messaggio che era stato inviato a tutti loro. Shame, un nome che riusciva a far rimontare in lui antichi ardori. Ti avevo lanciato una sfida, prima che la campanella ti salvasse. Pensi che me ne sia dimenticato? Una voce sconosciuta lo costrinse ad alzare gli occhi, per ritrovarsi di fronte un ragazzo che, piantato in piedi come un baccalà, lo fissava. Se anche gli aveva parlato, non aveva sentito. « Sebastian, scusa il primo impatto non convenzionale, ma le giuste domande vanno fatte subito, per capire se questo incontro di dieci minuti sarà uno starci a fissare, aspettando che gli organizzatori dichiarino lo stop alla gara, oppure c'è qualche possibilità futura. No? » Possibilità futura? Ah. Lo Speed date. Aveva passato gli ultimi minuti a cercare una risposta al messaggio dello Shame e soprattutto al perché gli fosse arrivato. « Hugo. » mormorò, pensieroso. Non è arrivato solo a me ma a tutti noi, nessuno escluso. Prima d'ora non si erano spinti fino a tanto, era uno stupido giochetto scolastico per mettere zizzania.. ma lo era davvero? Quel che è certo è che non era mai uscito fuori dalla scuola. Ora si è espanso, come un epidemia. Un brutto virus. « Quello che ha preso lui. » tagliò corto rivolto al cameriere per non essere interrotto nel proprio flusso di pensieri. Purtroppo, a farlo ci pensò Sebastian che voleva far fruttare i minuti a loro disposizione. « Dato che questo è l'ultimo giro, ti va di tirare le somme? Conosciuto qualcuno d'interessante? Giuro che non è spionaggio sulla concorrenza. Solo semplice curiosità. » Lanciò un'ultima occhiata alla schermata del cellulare ancora accesa e al messaggio. Non finisce qui, pezzi di merda. Stavolta deve tornare Kingsley dal regno dei morti per togliervi la maschera. Spense allora lo schermo e tornò a fissare il ragazzo. « Sei la terza.. no, la quarta persona che me lo chiede e finora non ho mai tradito il segreto professionale. Sono eticamente vincolato al silenzio. » Alzò le spalle. « Certo, la statistica non è dalla tua: ho conosciuto molte persone e la probabilità che fossero interessanti è alta. 95% per l'esattezza, se volessi raggruppare tutto sotto una campana gaussiana. Il problema quindi è capire dove ti poni tu. Dentro o fuori la campana? » Le labbra del nerd si curvarono appena, in uno sguardo quasi mefistofelico. Una sfinge. « Preferisci stare dentro e quindi essere come tutti gli altri, o stare fuori? » Domanda banale, vero? Ma stare fuori è pericoloso. Potresti essere più interessante della media.. o esserlo molto, molto meno.
     
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