will be a good birthday

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    « Mamma, ti prego, possiamo fare qualcosa che non lo metta in imbarazzo? Non fa mica sei anni, non ha bisogno di una piñata » Come ogni nuovo anno, arriva anche il quindici febbraio e, tralasciando il mai una gioia che trascina con sé – odio san valentino, ma solo perché sono invidiosa di quelli che lo festeggiano - , arriva anche il compleanno di Randy. Diciamoci la verità, Randy non è proprio il tipo che adora i festeggiamenti – soprattutto se organizzati da nostra madre -, ma fin da quando sono piccola, ho sempre percepito il dovere di sorella di non dargliela vinta. In fondo so che apprezza il fatto che io mi ricordi di lui – e che non lasci via libera ai party imbarazzanti di mia madre -. « Un… cosa scusa? I pigiama party si facevano negli anni novanta con lo stereo e Baby one more time a palla, quindi no. Puoi farti venire un’idea meno antiquata? » Visti i recentissimi fatti accaduti, quest’anno il peso di fare qualcosa di bello per lui è ancora più pressante, perché forse, e dico forse, mi sento debitrice nei suoi confronti: dopotutto Randy mi è stato vicino, più di chiunque altro, e se non fosse stato per lui non so se mi sarei mai realmente ripresa dal periodo che tutti abbiamo vissuto. Comunque il fatto che abbia iniziato da un bel po’ di giorni, e ne manchi ancora uno prima del weekend, mi da un bel vantaggio visto che potrò fare le cose per bene e, probabilmente, grazie all’incontro di oggi, sgraffignare qualche dettaglio in più su ciò che gli piacerebbe ricevere o fare. Devo ammettere che la voglia di organizzare qualcosa per oggi, invece che rimandare tutto al weekend e quindi alle rimpatriate familiari, sia stata alta, ma non voglio intromettermi nei suoi piani o rubargli la serata. Magari uscirà con qualche ragazza – della serie: San Valentino è stato ieri, sicuro di voler replicare?-, o andrà a bere con gli amici da qualche parte, non posso saperlo. « …Okey, mamma…mamma! Ascoltami, limitati a preparare la torta e chiamare tutti i cug…sisisi, al cioccolato, fai come vuoi, io adesso devo lasciarti ma al resto lascia fare me, va bene? Ovvio che papà può fare il barbecure » Quando sono al telefono con mia madre so quando inizio a parlarci, ma non so quando smetterò di farlo, a volte devo avere tipo tutta la giornata libera per concludere qualcosa. Riagganciata la chiamata, sistemo meglio la cartella sulle spalle e guardo l’orologio, col naso arricciato: è in ritardo, come sempre. No, nemmeno io sono una persona puntuale, lo ammetto, ma non mi piace aspettare gli altri…e, sì, sarò presuntuosa ma non posso fare a meno di infastidirmi. Però, visto che oggi è il compleanno di Randy potrei anche fare uno strappo alla regola e non fare la girata di culo quando deciderà a presentarsi « Ho capito che sei il festeggiato, ma tre minuti e cinque secondi di ritardo sono intollerabili » ecco, appunto. Con un sorriso indelebile stampato in faccia, non appena Randy mi raggiunge, prima faccio un po’ la sostenuta poi, successivamente, gli butto le braccia al collo e gli salto in braccio. Koala style. « AAAUUUGUUURIIIIIIII! » Sì, sembrerò una pazza, ma non mi interessa. E probabilmente sto sgualcendo la gonna di Prada, ma farò finta che nemmeno questo mi interessi « Non ti senti stramegasuper vecchio? » Battuta vecchissima come mia nonna « Sarei passata questa mattina a darti gli auguri ma mi sono svegliata tardi, come al solito, e sono dovuta correre a lezione sennò mi sarei beccata un altro ritardo. Tipo che adesso con dieci ritardi rischi di finire a pulire le cucine con gli elfi e io sto già a otto. E non siamo nemmeno a metà anno. » Affondati nuovamente i piedi sul manto erboso, mi affretto ad aprire lo zaino e ad estrarne un piccolo pacchettino infiocchettato che, prima di lasciarlo cadere fra le sue mani, tiro indietro « non agitarlo e non schiacciarlo, per favore » Mi umetto le labbra prima di decidermi di affidare il muffin incantato alle sue cure, sperando che mi ascolti e non faccia di testa sua. Beh, in caso contrario peggio per lui, il dolcetto non farà i fuochi d’artificio di “buon compleanno”. Oddio, forse dovrei avvisarlo dei fuochi d’artificio? Ma sono piccolini, non credo lo spaventeranno. « Allora, che mi racconti? Ieri che hai fatto? Sono curiosa, diciamo più di quanto lo sia per quello che farai oggi » Io avevo passato la serata a mettermi lo smalto, con i postumi di un’influenza che mi sono trascinata dietro per una settimana intera, rimpizzandomi di cioccolatini ricevuti da sconosciuti e studiando CDCM, spero a lui sia andata meglio. « Ah, sicuramente mamma o papà te lo avranno detto, sabato e domenica torni a casa, no? »
     
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    La vita è imprevedibile. Ma è anche assolutamente facile da prevedere nella sua imprevedibilità. O almeno questo era ciò che Randy Blackwater aveva scoperto quella mattina, per altro nella più incisiva delle maniere - a proprie spese. Cosa aveva scoperto, si chiederà il gentile pubblico? Beh, sostanzialmente due cose che, se andiamo ad analizzarle nel dettaglio, non fanno altro che rafforzare le due tesi appena esposte, oltre a dare luce ad una terza affermazione ovvero che, sempre detto brevemente, la vita se ne frega. Di cosa? Dei tuoi piani, di te, di cosa vuoi farne della tua giornata, del fatto che vorresti startene tranquillo... di tutto. Ma andiamo ad analizzare nel dettaglio il nostro esemplare di Blackwater, in un ambiente che non si poteva certo definire il suo habitat naturale: la biblioteca. Ebbene sì, la testa bionda del Serpeverde era china sui libri ormai da ore. E già questo sarebbe stato abbastanza strano, se si considerava che per anni, il nostro misterioso ragazzo aveva fatto soltanto il minimo indispensabile - anzi, spesso nemmeno quello - e che adesso, invece, se ne stava con aria insolitamente concentrata, circondato da una serie di pergamene, con una grossa pila di libri alla sua sinistra. In religioso silenzio. Se poi a questo quadretto già di per sé mistico si aggiunge il fatto che proprio Randy Blackwater fosse chino sui libri il giorno del suo compleanno e che stesse diligentemente, ma con una certa fretta, scrivendo qualcosa sul foglio davanti a sé, si potrebbe pensare che la scena arrivi direttamente da un qualche universo parallelo. Ai limiti della fantascienza. Eppure era vero. E c'era di più. Qualcosa di, se possibile, ancor più sconvolgente, in tutto questo: aveva passato così anche la giornata precedente. San Valentino. Una ricorrenza che avrebbe normalmente dedicato alla più nobile delle arti, un qualcosa che aveva avuto modo di perfezionare nel tempo: l'abbordaggio dell'ennesima ragazza dalla quale sarebbe poi fuggito a gambe levate nel qual caso questa avesse anche soltanto accennato all'idea di una relazione. Eppure non era successo. Ed il vecchio Randy, fermo da qualche parte nel suo universo parallelo, scuoteva la testa guardando con disappunto quello nuovo, che invece aveva passato la serata su un saggio di Incantesimi. Saggio che aveva anche quasi portato a termine, tra l'altro. Ed era qui, dal compito di Incantesimi, che la situazione era precipitata. Perché lui, dopo giorni di lavoro, si era reso conto per caso - quando un compagno gli si era avvicinato per chiedergli a che punto fosse - di aver svolto con così tanto zelo il compito sbagliato. Perché quello dalla consegna urgente, a quanto aveva appreso, era quello di DCAO. Ecco, Randy avrebbe creduto impossibile che il pensiero di non fare in tempo a portare a termine un compito potesse scatenargli una tale reazione. Anzi, se qualcuno gli avesse anticipato, qualche anno addietro, che un giorno si sarebbe ridotto ad impallidire e correre a gambe levate in biblioteca allo scopo di reperire tutto il reperibile, francamente gli avrebbe riso in faccia. Di gusto, anche. Ma qualcosa era cambiato, ed il verde- argento, almeno per quell'anno, che poi per lui era quello finale, aveva deciso di darsi da fare. Un po' perché si era detto di non poter restare a scaldare i banchi di scuola per sempre, ed un po' perché - ma di questo ancora non aveva parlato - qualcosa in lui era mutato, tra il Lockdown e quel che ne era seguito. Prima la permanenza forzata ad Hogwarts, poi la particolare esperienza ad Hogsmeade - perché lui, contro ogni previsione, aveva deciso di restare coi ribelli - avevano smosso qualcosa in lui. Per la prima volta nella sua vita, si era trovato a rendersi conto di non poter andare avanti come aveva fatto prima. Voleva fare qualcosa. Della sua vita, ed in generale. Ed era anche per questo che il giorno del suo compleanno, invece di dedicarsi a qualcosa di stupido ma divertente, aveva scelto di fare invece un qualcosa tedioso ma utile - perché gli sarebbe servito a lungo termine.
    Si trovò a passarsi le dita tra i capelli mentre rileggeva l'ultimo paragrafo che aveva scritto. Una, due volte - qualcosa non gli tornava. Lo rilesse una terza, più lentamente, ed individuò una ripetizione che fece per correggere, ma fece appena in tempo a prendere la penna in mano che sentì il cellulare vibrare in tasca. Lo controllò per scrupolo; l'ennesimo messaggio di auguri. Era sul punto di rimetterlo in tasca, quando il suo sguardo cadde sullo schermo, e quindi sull'orologio. Merda. - Un unico pensiero, mentre metteva via le sue cose in fretta e furia - Se faccio tardi, Ruthie mi asfalta. Non "se le do buca", non "se le scrivo che non posso", "se faccio tardi". Ed anche questo, per Randy era un pensiero insolito. Soprattutto in relazione alle ragazze. E questo, in verità, non era mai cambiato. Randy, nonostante l'improvviso desiderio di realizzarsi, era ancora il tipo sfuggente di sempre. Quello che non aveva nessunissima intenzione di impegnarsi e che si era di conseguenza guadagnato la nomea di stronzo, cosa alla quale nemmeno reagiva più, se non con una mezza risata. Il problema era che Ruthie... non fosse una ragazza qualsiasi - era sua sorella. E probabilmente l'unica persona per la quale si sarebbe scapicollato lungo le scale del castello - cosa che stava facendo - pur di non essere in ritardo. O, quantomeno, pur di fare in modo che questo ritardo fosse accettabile.
    « Ho capito che sei il festeggiato, ma tre minuti e cinque secondi di ritardo sono intollerabili » E se ti avessi tirato pacco, invece, mi avresti messo il muso per sempre. Ma tenne per sé questo pensiero, premurandosi invece di avvicinarsi con un mezzo sorriso che voleva essere sarcastico, ma che in fin dei conti esprimeva soltanto affetto. « Così impaziente di vedermi che hai contato pure i secondi? Wow, queste sì che sono dichiarazioni di una certa importanza. » La punzecchiò divertito, approfittando dell'ormai ridotta distanza tra i due per scompigliarle i capelli. Un gesto che avrebbe odiato, ma che lui avrebbe continuato a fare finché qualcuno non gliel'avesse impedito. Tagliandogli le mani. « AAAUUUGUUURIIIIIIII! » Rise, ricambiando l'abbraccio. Normalmente non avrebbe apprezzato simili slanci d'affetto - non da altre persone - ma sua sorella era sua sorella. E per giunta sospettava che cercare di farle capire che tentare di soffocarlo ogni volta non fosse una buona idea, non avrebbe sortito proprio nessun effetto su di lei. Tanto fa comunque come vuole, quindi... « Non ti senti stramegasuper vecchio? Sarei passata questa mattina a darti gli auguri ma mi sono svegliata tardi, come al solito, e sono dovuta correre a lezione sennò mi sarei beccata un altro ritardo. Tipo che adesso con dieci ritardi rischi di finire a pulire le cucine con gli elfi e io sto già a otto. E non siamo nemmeno a metà anno. » Randy, che aveva nel frattempo sciolto l'abbraccio, ridacchiò sommessamente. « E questi otto ritardi li hai fatti perché...? Comunque no, non mi sento vecchio. E stamattina non mi avresti neanche trovato: ho piantato le tende in biblioteca. Prima che tu mi dica che sto diventando noioso e quindi anziano» - sollevò l'indice come per ammonirla - « - è stata questione di sfiga. Ho da consegnare DCAO, ed invece sono stato su Incantesimi fino a ieri. Che bel compleanno, eh? » Sospirò, facendosi curioso quando la ragazza gli porse il pacchetto, che afferrò prontamente. Effettivamente l'avrebbe anche agitato, se solo quella non l'avesse ammonito un attimo prima del disastro, portandolo automaticamente ad alzare un sopracciglio con aria divertita. « E che cos'è, una bomba a mano? » Le chiese quindi. « Perché se lo fosse, Ruthie, ci saresti dentro quanto me, sai? Nella gang alla quale il tuo fratello delinquente darebbe vita, intendo. Chissà come la prenderebbero mamma e papà... » Mentre portava avanti quella sua ironica osservazione, Randy aveva intanto aperto il pacchettino. Il cui contenuto per poco non gli esplose in mano. Ma andiamo per gradi: non appena aprì il dolcetto, quello prese a sfrigolare in modo sospetto. Poi la parte superiore cominciò a pulsare e da questa si librarono delle lucine colorate. Dei fottutissimi fuochi d'artificio. Il mezzo secondo di perplessità, venne subito sostituito da una fragorosa risata. « Ok, questa non me l'aspettavo. Non una bomba a mano, ma quasi. Mi piace. » A quel punto, con la mano libera estrasse la bacchetta e, fatta evanescere la carta da regalo, tagliò il dolcetto in due parti uguali, invitando la sorella a favorire. « Allora, che mi racconti? Ieri che hai fatto? Sono curiosa, diciamo più di quanto lo sia per quello che farai oggi Ah, sicuramente mamma o papà te lo avranno detto, sabato e domenica torni a casa, no? » Si era intanto accomodato sulla panca più vicina, facendo spazio alla Grifondoro perché lo seguisse. Finì di masticare il suo boccone, poi esordì con un: « No? » Ovviamente questa domanda era a sua volta una risposta alla sua, di domanda. « Dopo il terzo "tanti auguri, amore di mamma" ho silenziato la chat. Per sei mesi. » Ammissioni di colpe. Così. Come se nulla fosse. « Che vogliono organizzare questa volta? No, perché ho ancora il trauma del compleanno di qualche anno fa, quello con zia Jane.. » Le ultime due parole le aveva appositamente calcate. Perché certe cose non potevano essere rimosse dalla memoria delle persone tanto facilmente. Specialmente se le suddette "cose" riguardavano anche lontanamente una signora di mezza età che, al compleanno di un povero adolescente - Randy appunto - aveva pensato potesse essere geniale raccontare ai presenti tutti gli aneddoti secondo lei divertenti, nella pratica imbarazzanti, riguardo la sua preadolescenza. Gli sarebbero rimasti per sempre impressi i suoi "oh, ma passava delle ore in bagno!", per dirne una. « Ti prego, dimmi che ci hai pensato tu. O che almeno torni a casa anche tu, perché non posso sopportarli da solo. Non puoi farmi questo, punto e basta. Le lanciò un'occhiata speranzosa. Poi, come ricordandosi della domanda che gli era stata posta prima, alzò gli occhi al cielo, sbuffando. « Ieri ho studiato Incantesimi. Che vita di merda. » Poi riportò lo sguardo sulla sorella, inclinando leggermente la testa di lato, pensieroso. « Prima di questo però ho evitato una tipa. Mi perseguita da settimane, Ruthie, e la cosa più inquietante è che non ho idea di chi sia. Continuo a beccarla a fissarmi e appare nei posti dove vado, solo che non la conosco. Credo sia Grifondoro anche lei? Riccia, capelli castano-chiaro, alta, gli occhi non li ho visti. Chi è? È pazza? Tu la conosci? Mi devo preoccupare? » Pausa. « Tu che hai fatto, invece? »

    Edited by blackwater‚ - 21/2/2019, 15:45
     
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    « Così impaziente di vedermi che hai contato pure i secondi? Wow, queste sì che sono dichiarazioni di una certa importanza. » Non mi toccare i capelli, non mi toccare i capelli, non mi toccare i capelli. Ed invece è la prima cosa che fa, facendomi sbuffare sonoramente: detesto quando i miei capelli vengono toccati da mani che non siano del parrucchiere. Difatti mi sciolgo velocemente dall'abbraccio, superspaventata di ritrovarmi con ciocche fuori posto, spettinata piú che mai. Aaahh, mi serve uno specchio! Appiattisco piú volte le dita sulla testa, allisciando il piú possibile i capelli senza risparmiare una smorfia di sincero rimprovero a mio fratello che, una volta, tempo fa, mi ha confessato che gode davvero nel vedermi sclerare di brutto quando si lascia andare a quello che lui considera un affettuoso gesto tra fratellini. Giá, ma questa volta, caro mio, non te la do vinta: sarò calma, tranquilla ed indifferente. Vedi? So controllarmi. « Adesso non ti montare la testa » Borbotto prima di roteare gli occhi, leggermente stizzita « E questi otto ritardi li hai fatti perché...? Comunque no, non mi sento vecchio. E stamattina non mi avresti neanche trovato: ho piantato le tende in biblioteca. Prima che tu mi dica che sto diventando noioso e quindi anziano è stata questione di sfiga. Ho da consegnare DCAO, ed invece sono stato su Incantesimi fino a ieri. Che bel compleanno, eh? » Perchè, c'è da consegnare DCAO? Aggrottai un attimo la fronte, seguendo per un po’ l'indice della sua mano che volteggiava davanti al mio naso, ipnotizzata. Ho dipinta in faccia la tipica espressione da meme, come quella della donna #scioccobasita con millemila calcoli matematici attorno. Non ho mai trascurato la scuola cosí come sto facendo quest'anno...tralasciando il fatto che stia un paio d'anni indietro. Ma si recupera tutto, vero? Il problema principale è che non voglio passare le mie giornate in biblioteca, peró riflettendoci bene preferisco farlo adesso che trascinarmi esami di recupero da dare a settembre. Anche perchè, chi studia d'estate? Di certo non io, ho giá un viaggio prenotato per l'America. « Li ho fatti perchè vado a letto tardi la sera, ed io ho bisogno di otto ore precise di sonno per non morire durante la giornata...e non farmi venire le rughe» Mi stringo fra le spalle, mettendo su un sorrisetto angelico, di quelli che Randy conosce perfettamente: codice rosso, Ruthie Mavor sta per fare la ruffiana! « mi vuoi bene, vero? » Lascio che mi sfili il pacchetto dalle dita prima di far sporgere il labbro inferiore, ciondolando appena su me stessa « Ti ricordi quattro anni fa? Mi avevi detto che mi dovevi un favore, ed essendo una persona di parola mi presterai il tuo saggio di Difesa, veeerooo? » Ma sí che è vero, me lo devi dopotutto. Attendo con una certa scalpitante foga che Randy apra il muffin, ridacchiando alle sue parole ed afferrando una parte del dolcetto che mi porge. Come fa a non volermi bene se condivide con me anche il suo muffin? Un saggio in meno da fare, YEAH. « Di siiicuuurooo papá la prenderebbe benissimo se entrassi a far parte di una gang, sai com'è, no? Gli piacciono tutte queste cose molto GTA, ed è colpa tua, perchè da quando hai portato la Xbox dentro casa lo hai trasformato. Però no, la mamma non la convinci al cento percento, avrá volantini di scuole cattoliche buttate in soffitta per ogni evenienza: questa sarebbe una di quelle.» Addento la mia parte, lasciando scivolare la tracolla dalla spalla per poi seguirla a terra, sedendomi tra l'erbetta umidiccia -ma non troppo- che inizia a solleticarmi le gambe scoperte. « Dopo il terzo "tanti auguri, amore di mamma" ho silenziato la chat. Per sei mesi. Che vogliono organizzare questa volta? No, perché ho ancora il trauma del compleanno di qualche anno fa, quello con zia Jane.. Ti prego, dimmi che ci hai pensato tu. O che almeno torni a casa anche tu, perché non posso sopportarli da solo. Non puoi farmi questo, punto e basta.» Mi allungo verso di lui solo per trascinarlo verso il basso, tirandolo da un braccio: perchè dobbiamo parlare con i dislivelli? Della serie che credo mi si stia abbassando l'udito, però sono troppo orgogliosa per ammetterlo e fare, appunto, come la zia Jane. SCUSA, PUOI RIPETERE QUELLO CHE HAI DETTO, FIGLIOLO? Mio fratello mi prenderebbe in giro per secoli, e sono sicura che la prossima volta si presenterebbe con un corno cavo per me. Quindi sí, cercherò di fare la vaga. « Vuoi sapere decisamente troppo, queste sono informazioni private e sensibili » Mugugno, ripulendomi le labbra dalle briciole con i polpastrelli delle dita « Potrei esserci anche io, potrei. E potrei anche aver organizzato tutto quanto per non lasciar nulla da programmare alla zia Jane, nè alla mamma» L'unica cosa che dovrá fare la zia sará bere il punch, ed il compito della mamma sará cucinare e controllare che papá non si bruci col barbecue. Ci penso io a te, Rayray. Ed a questo punto ammetto che ci starebbe bene una risata malefica. « Ieri ho studiato Incantesimi. Che vita di merda. Prima di questo però ho evitato una tipa. Mi perseguita da settimane, Ruthie, e la cosa più inquietante è che non ho idea di chi sia. Continuo a beccarla a fissarmi e appare nei posti dove vado, solo che non la conosco. Credo sia Grifondoro anche lei? Riccia, capelli castano-chiaro, alta, gli occhi non li ho visti. Chi è? È pazza? Tu la conosci? Mi devo preoccupare? Tu che hai fatto, invece? » L'ultimo boccone quasi non mi va di traverso, tanto che devo tossicchiare appena per spingerlo giú senza morire soffocata: posso dire di conoscere Randy abbastanza bene ormai - beh, siamo cresciuti insieme -, ma questa forse è la prima volta che mi parla di ragazze. È sempre stato un tipo piuttosto riservato su questo versante, almeno con la sottoscritta...e poi, okey, ammetto che ci sia la remotissima possibilitá che io sia un po’ pettegola e rompicazzo, quindi sarei capace di riempirlo di domande e poi andare a spifferare al mondo quello che mi dice. Magari stavolta sta giocando di psicologia inversa: sapendo che ho la lingua lunga, me lo sta dicendo cosicchè io possa fare passa parola e ZAC, la sconosciuta venga a sapere da terzi che Randy Blackwater si sente piuttosto messo in soggezione dai suoi modi strambi di fare. Cosí forse la smette. « Magari le hai rubato il cuore, poverina, dalle almeno una possibilitá! » il tono della mia voce, senza che possa far nulla per sistemare le cose per tempo, si alza di almeno un ottava. Sto tipo starnazzando? Lo sto facendo. Saró anche pettegola, ma tra una cosa e l'altra provo un certo latente fastidio quando si parla di ragazze e di mio fratello...della serie che forse sono un pochino gelosa e forse dovrei farmi curare « Se ti rapisce e non ti ritrovassimo piú mi lasci qualcosa in ereditá? Qualcosa di bello, però » Mi lascio scuotere da una risata unicamente per alleggerire la tensione - la mia -, tirando una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre lo guardo attentamente, con fare improvvisamente sospettoso « Spero che questa tizia non ti piaccia anche se pare pazza, perchè tu ed i pazzi andate estremamente d'accordo da quanto ricordo » Sí, effettivamente dal mio punto di vista, e per quanto ne so a riguardo, Randy non sa scegliersi ragazze normali « Comunque io ieri non ho fatto nulla, ho avuto la febbre e vabbè, mi ha fatto saltare tuuutti i piani della serata, un vero peccato» Se ve lo state chiedendo, sí, mi sto fingendo una donna impegnata.


    Edited by the soul of morthacci yours. - 11/3/2019, 09:14
     
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