{CHAPTER TWELVE} I just can't wait to be king collegial

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    Che le vicessitudini dell'ultimo anno avessero modificato un trascorrere placido di tradizioni millenarie, era sotto gli occhi di tutti. Tutto si svolgeva come si era sempre svolto da quando Priscilla Corvonero aveva portato all'attenzione degli altri tre fondatori un lunghissimo e dettagliato regolamento che non lasciava assolutamente nulla al caso. Non che ci siano fonti storiche ma, dai, è ovvio che sia andata così! Lei dettava perché sicuro era quella rompipalle del gruppo, Tosca Tassorosso scriveva tutto e gli altri due facevano cose e roba da uomini medievali. In più di mille anni non si era mai visto un gruppo studentesco tanto folto varcare insieme i confini del castello e raggiungere il vicino villaggio di Hogsmeade per qualcosa che non fosse la canonica uscita del fine settimana, motivo di grande gioia per i commercianti locali. Ma se c'era qualcosa di cui si doveva render atto a quel losco figuro di Edmund Kingsley - il loro vecchio e niente affatto compianto preside, mente diabolica dietro il lockdown - era che insieme a tutto il baraccone del regime aveva contribuito a far nascere un mondo nuovo. Non quello che si erano sognati, certo: i babbani continuavano a vivere e purosangue e mezzosangue ancora stavano a braccetto, ma comunque nuovo. Eccoli allora, gli studenti del settimo anno accompagnati da alcuni professori, pronti a stravolgere per sempre il trascorrere placido di tradizioni millenarie: la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e il polo universitario di Hogsmeade avevano infatti indetto la prima di una lunga serie di giornate dell'orientamento, per aiutare gli studenti a compiere la scelta finale in vista del diploma. Hogwarts aveva in realtà già ospitato eventi simili entro le mura del proprio castello ma la nascita di una vera e propria struttura di formazione accademica superiore aveva richiesto un piccolissimo upgrade dello status quo. Sirius era uno di quelli che il campus l'aveva già visitato ampiamente: un po' grazie a Judah da cui passava gran parte dei weekend, un po' per incontrarsi con suo fratello Albus o con Beatrice. L'incontro con la Morgenstern rimarrà negli annali della mia vita come il giorno in cui ho visto il pericolo in faccia e sono sopravvissuto. Sono praticamente Highlander. Altri compagni invece conoscevano il campus solo di passaggio, altri ancora l'avevano solo visto da lontano durante le gite al villaggio, ancora troppo "liceali" per provare a gettarsi in un approccio con i collegiali. Il caposcuola camminava senza guardare lo sterrato, concentrato com'era a inviare un messaggio a Jude in cui gli suggeriva di farsi trovare in qualche posto utile all'ora di pranzo, ma di tanto in tanto alzava gli occhi su un Tommy Prince particolarmente entusiasta nei confronti della giornata. « Oh To', ma quindi andrai allo stand della facoltà di Sport e Giochi Magici? » gli chiese, un po' per evitare di pensare a quale stand avrebbe visitato lui. Sirius Cedric Potter, l'uomo chiamato indecisione. Aveva fatto fumare le orecchie a Jude diverse volte sulle proprie insicurezze circa il futuro, che ancora appariva come nebbia dentro una sfera di cristallo. Ieri ero straconvinto che sarei sfondato nel mondo del rock e fanculo il college! ...poi mi sono ricordato che al massimo so suonare un calderone a testa in giù con la bacchetta. E poi c'era quel pallino, silenzioso e indecifrabile nella mente del più piccolo dei Potter, quella vocina intestina che si rifiutava di ascoltare e che accantonava come un desiderio proibito. Scoprire il mistero più insondabile che si possa immaginare, il segreto più arcano della Loggia Bianca. Un segreto talmente profondo da non poter essere neppure contemplato dall'umana coscienza.. eppure che un ingenuo e ignaro Sirius, o meglio ancora il suo cuore puro, sapeva esistere. Ma era qualcosa che non avrebbe potuto spiegare a parole, né ai suoi affetti né a sé stesso. Tommy, accanto a lui, alzò le spalle con quel suo sorriso bonario nella facciona grande. « Eeeeehm... io ci avrei pensato su un sacco.. forse vado alla presentazione del corso auror. » Lì per lì Sirius non afferrò quanto grande fosse la rivelazione dell'amico, quanto profonda e ponderata fosse la sua scelta: Tommy Prince era forse una delle figure più sottovalutate dell'intero castello, comunemente considerato come lo scemo del villaggio. Ben poche persone avevano saputo superare gli iniziali giudizi e scoprire quanto grande fosse il suo cuore e la voglia di aiutare il prossimo servendo una causa nobile, una causa giusta e superiore. « Dai? Giura! Che fico! Se vuoi ti accompagno.. magari vediamo Albus costretto dal suo boss a fare la presentazione! Io però gioco al cellu, te lo dico, cioè mi basta già papà e un fratello piedipiatti! »

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    Ricordava la piazza principale prima che Hogsmeade divenisse un campus , era una banalissima piazzetta di un villaggio di campagna , e la ricordava dopo che il College aveva piantato radici, un via vai di studenti che pareva avere polvere volante sotto la suola delle scarpe. Qualcuno però in Presidenza doveva avere manie di grandezza - se non la conoscessi direi che Mun ha trovato lavoro come Rettrice! - perché la piazza era stata letteralmente riempita di gazebo, sopra i quali grandissimi simboli di riferimento facevano intuire quale fosse la facoltà ad essi assegnata. Siri digrignò i denti nel vedere, sopra un grosso tendone, due ossa giganti che si spezzavano riempiendo l'ambiente circostante con un "crack" invadente per poi ricomporsi da sole e spezzarsi nuovamente in un loop infinito. Cioè, quindi dobbiamo intuire che Medimagia è tipo una tortura? Attirato da questo o da quello stemma, gli studenti di Hogwarts si radunarono al centro della piazza, dove il rettore - o il prorettore o il viceprorettore addetto alle politiche di accoglienza di stafava messa a testa in giù - fece loro un lungo, prolisso, ammorbante discorso sulla nascita del polo universitario, sul valore fondamentale e liberatorio della cultura, sugli stretti rapporti che la nuova istituzione aveva legato con Hogwarts e di quanto fosse fiera di questo. Ma neanche una parola sul fatto che stiamo qui in piedi ad ascoltarti da quarantacinque minuti zì, cioè, taglia! « ...e qui concludo il mio discorso. Nel pieno rispetto dell'indipendenza nella ricerca del sapere, siete liberi di andare e seguire le presentazioni dei vari corsi di laurea. Sono certo che troverete da soli gli studenti - vostri futuri colleghi - che vi aiuteranno a dissipare ogni vostro dubbio. Buona giornata e, ancora una volta, benvenuti al campus! » Lo stregone, un arzillo vecchietto con una barba ricciuta di uno strano color verde acqua - che i veterani conoscevano come Anakletus McDuff, professore ordinario di magizoologia marina nonché autore del best seller "Dizionario Marino: l'ABC per far colpo in fondo al mar" - pose fine all'incanto Sonorus e si avviò lungo la piazza, solo per poi rimanere incantato ad osservare delle strane carpe che sguazzavano nella piscina centrale. « Ok, hai presente quando dicevamo che Morgenstern è uno svitato? Beeeeh.. that escalated quickly! » bofonchiò sottovoce all'amico Tommy, ridendo sotto i baffi insieme a lui per avviarsi verso i grandi stand. « Ok, vuoi cominciare dagli auror allora? Vediamo... secondo te è quello con un quella torretta che si fa e si disfa da sola o quello con le esplosioni e i fuochi d'artificio? » Domanda a cui uno studente che si fosse leggiucchiato la lista dei corsi avrebbe potuto intuire. Ma la vita è troppo breve per fare lavoro in più, no? Il massimo che riuscì a intuire era lo stand di Sport e Giochi Magici, non fosse altro per i bolidi che rischiavano ogni due secondi di sfuggire all'incantesimo e inseguire gli avventori - ai quali però veniva fornita una mazza in omaggio. « Vie', proviamo di là.. male che vada, siamo vicini alla caffetteria e ci prendiamo una ciambella! » Trascinò l'amico verso il fondo della piazza ma, abbracciando lo spirito di aggregazione forse molto più tipico di Hogwarts che non del college, la cosa più ovvia da fare al ragazzo parve chiedere indicazioni. E a chi, se non a quella ragazza ferma davanti ad uno dei gazebo? Non che fosse proprio ferma.. e a dirla tutta, non era neppure davanti ad uno dei gazebo, ma di lato. Poteva, insomma, essere una comunissima studentessa costretta a passare dalla piazza e diretta chissà dove. Ops. Sirius le si piazzò davanti con un sorriso largo trentadue denti, accompagnato da un titubante Tommy Prince, assai meno espansivo e più timido del compare Potter. « Ehi, ciao! Piaceeere, io sono Sirius e questo è il mio amico Tommy! Senti, abbiamo davvero bisogno del tuo aiuto perché il mio amico qui sogna davvero di diventare auror.. » - « Vabbè non è che "sogno".. cioè.. .. ma.. » - « ..però siamo abbastanza confusi dalle insegne! E' quello lo stand del corso auror? » Indicò un grosso gazebo un po' più in là, sopra il quale uno snaso in versione gigante mimava delle mosse di karate. O forse è quello di Magizoologia? Ok, sono davvero confuso.



    Questa role rientra nel Progetto "Realtà aumentata" che permette la partecipazione alla stessa di chiunque ne voglia far parte nei termini della coerenza on game. Imprevisti possono succedere in qualunque momento. Partecipando, tal imprevisti si accettano implicitamente.




    Edited by {LAST HORCRUX} - 21/2/2021, 12:05
     
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    Non era stata una sua idea ovviamente. No, Shannon Plenty non avrebbe mai e poi mai di propria iniziativa deciso di trascorrere un'intera giornata dietro uno stand messo lì in bella mostra, colorato il tanto necessario a far intuire a tutti quanto fosse oltremodo divertente decidere di intraprendere il percorso di studi che rispondeva al nome di Magisprudenza. Certo, un vero spasso. L'americana assottigliò gli occhi d'ambra, fissando con più astio possibile ogni persona i cui movimenti sembravano smascherare l'intenzione di chiedere informazioni sul corso che, a detta dei depliant, formava uomini e donne capaci di destreggiarsi tra tutti i cavilli della legge. Se solo fosse riuscita a tener su un'espressione abbastanza truce forse sarebbe alla fine riuscita a scoraggiare tutti gli avventori, almeno fino all'ora in cui uno dei suoi compagni di corso fosse gentilmente arrivato a darle il cambio. Era stata incastrata, ecco la triste verità e l'unico motivo che aveva portato la sua figura minuta in quel tumulto di studentelli entusiasti e alla ricerca di uno scopo nella vita. Oltre al freddo tanto intenso da rendere insensibili le gote (a quel punto di un irresistibile color peperone) e l'indicibile voglia di accendere una sigaretta, a darle fastidio era senza ombra di dubbio quel continuo ronzio di sottofondo, quell'euforico chiacchericcio in grado di colpire senza alcuna pietà il sistema nervoso. Per capire il perché di quella divina punizione sarebbe bastato andar indietro di solo un paio di giorni, quando l'americana, ignara ed ancora intontita dal sonno, era stata bloccata appena prima di poter entrare in aula per la prima lezione del giorno. La mano del professor McLand si era posata gentilmente sulla sua spalla, cogliendola del tutto alla sprovvista e portando gli occhioni appannati dalle poche ore di sonno concesse dallo studio intensivo a piantarsi sul volto dell'uomo dalla folta chioma rossa. « Hai sentito parlare della giornata d'orientamento per gli studenti di Hogwarts, Plenty? » A quel punto l'istinto aveva preso ad urlarle contro di trovare un modo per allontanarsi da quella discussione, messo in allarme da la più terribile delle opportunità. « Io non... »
    « Sei nuova, sarebbe un buon modo per ambientarti. Si tratta di gestire lo stand dedicato al corso di Magisprudenza. Che ne dici? »
    Col cazzo.
    In realtà l'unico suono uscito dalle sue labbra era stato qualcosa di vagamente simile ad un sospiro arreso. Aveva chinato per qualche secondo il capo e chiuso gli occhi, trattenendo a stento tra i denti stretti quelle parole che con tanta chiarezza le erano balenate in testa. Il professore aveva sorriso, dandole una bella pacca sulla spalla sinistra. « Allora conto su di te. »
    Ecco come si era ritrovata incastrata, del tutto persa in quel ruolo affatto adatto ad una persona di poche parole come lei, per nulla incline ad abbellire la realtà quanto più a tirarla fuori con prepotenza a suon di frasi taglienti e giudizi lapidari. Se qualcuno fosse alla fine giunto tanto vicino a chiederle quale fossero le gioie della Magisprudenza avrebbe di certo avuto la risposta pronta. Chi ha bisogno di una vita sociale quando si può godere della bellezza di intere settimane con lo stomaco divorato dal nervosismo per gli esami, sfoggiando occhiaie donate dall'ennesima notte passata su libri pesanti quanto la coscienza di un pluriomicida? Oh, lo avrebbe spiegato per filo e per segno quel fantastico mondo che la facoltà di Magisprudenza era, senza lasciare il più piccolo dubbio in quei giovani volti pieni di speranza. Il consiglio finale? Probabilmente un concreto Buttatevi sullo spaccio, soldi facili e niente esami. Le dita presero a tamburellare nervosamente sul bordo del tavolo, seguendo un ritmo troppo frenetico per poter appartenere a una canzone. Era lì da appena un paio d'ore e già rimanere ferma sembrava impossibile, i muscoli tesi come se fosse costantemente pronta alla grande fuga, una corsa abbastanza lunga da condurla in un posto isolato ed il più lontano possibile da quel maledetto stand. Forse almeno una sigaretta le sarebbe stata perdonata. A passi misurati si posizionò su un lato del piccolo gazebo, dando così l'impressione di essere una semplice passante ed allo stesso tempo rimanendo abbastanza nei paraggi da poter tornare nella posizione ufficiale che le competeva, in caso da dietro qualche angolo fosse spuntato un professore. Con finalmente una sigaretta tra le labbra, sospirò di sollievo nel sentire il fumo acre riempirle generosamente i polmoni. Sollievo che durò ben poco, bruscamente interrotto da una voce troppo squillante. « Ehi, ciao! Piaceeere, io sono Sirius e questo è il mio amico Tommy! Senti, abbiamo davvero bisogno del tuo aiuto perché il mio amico qui sogna davvero di diventare auror... però siamo abbastanza confusi dalle insegne! E' quello lo stand del corso auror? » Nel voltarsi si ritrovò davanti due ragazzini dall'aria fin troppo entusiasta. La cosa più fastidiosa era di certo dover guardare quei due bambocci dal basso della sua statura minuta. « Bella idea, dicono che sia il corso ideale per chi non ha alcuna voglia di azionare il cervello. Da quella parte. » Con l'indice indicò lo stand sistemato sul lato opposto della piazza, prima di rivolgere lo sguardo al ragazzo che aveva affermato di chiamarsi Sirius. « E tu Sirius? Non dirmi che sei davvero interessato alla Magisprudenza. Sicuramente troverai più affascinante... qualsiasi altra cosa te lo assicuro. » Bel modo di far pubblicità. Quasi avesse sentito sul collo il fiato di qualche fantasma uscito dalle aule del Wizengamot si prodigò almeno nell'allungare al ragazzino uno dei fogli pieni di scritte e buone motivazioni per iscriversi proprio alla sua stessa facoltà. « Allora? Cos'è quella faccia? »
     
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    « Ricordami un attimo qual è il motivo di questo caos... »
    Lo sguardo di Nathan sembra vagamente assorto, concentrato su un punto imprecisato di fronte a sé, mentre aggrotta le sopracciglia. Al fianco del giovane Montgomery, tenta di farsi strada in mezzo ad una miriade di ragazzi che affollano la piazza principale di Hogsmeade. Nell'avanzare, indica all'amico un po' svogliatamente il grande cartello al limitare della piazza. « C'è l'orientamento per i corsi del college » spiega, con fare spicciolo, mentre rivolge un'occhiata un po' sbieca ad un ragazzino che passa pericolosamente accanto al suo cappotto di cashmere con quello che gli sembra proprio un caffè bollente. « Fai attenzione con quello, oh » lo rimprovera, in un tono un po' brusco, e accenna al candore del suo cappotto grigio chiaro. Costa più della tua vita. Fossi in te farei particolare attenzione. Se c'è una cosa che Nate Douglas detesta, è il contatto fisico indesiderato. E in questo momento, tra ragazzini in preda all'esagitazione, e professori concitati, attraversare la piazza centrale di Hogsmeade significa percorrere uno slalom infinito, onde evitare di andare a scontrarsi con qualcuno. Con una sorta di sbuffo esasperato, si volta allora verso Thomas. « Senti, mica tu vedi lo stand di Magisprudenza, da qui? » Si guarda in giro per un po', intento a non muoversi dal proprio posto fino a quando non avrà individuato con certezza la destinazione. Quando finalmente i suoi occhi chiari trovano il grande gazebo che reca in cima una bilancia dorata, i cui piatti continuano ad oscillare all'infinito, prosegue il suo piccolo calvario personale in mezzo ad adolescenti sudaticci e finanche qualche genitore emozionato.
    « E esattamente da quando ti prodighi per questa roba, tu? Non ti facevo così altruista. » Probabilmente sono tante le cose che Thomas non si aspetterebbe ormai da Nate. Questi mesi l'hanno cambiato, profondamente, e nei modi più imprevisti - e in fin dei conti la medesima cosa sembra essere accaduta al biondo, sebbene il giovane Douglas non abbia ancora avuto modo di appurarlo a pieno.
    Tuttavia, in questo caso in particolare, c'è poco di altruismo nelle azioni del Serpeverde e, anzi, Tom non si sorprenderebbe nello scoprire quanto la sua decisione sia in realtà stata guidata dal solito opportunismo che da sempre contraddistingue il giovane Douglas. Si stringe nelle spalle. « Sai com'è... Questa roba la organizza McLand, quello di Diritto delle Creature. E prendere un voto alto nella sua materia è abbastanza tosto, quindi... » Fa spallucce, senza sentire il bisogno di concludere la frase. Quindi si fa quel che si può per ingraziarselo. Il classico metodo à la Douglas, insomma. Appoggia una mano sulla spalla dell'amico, per poi dargli qualche pacca. « Non dovrei metterci molto, comunque. Dammi dieci minuti: giusto il tempo di farmi vedere attivo e impegnato da McLand, e poi ce ne andiamo. » Così congeda l'amico, prima di voltarsi e dirigersi a passo sicuro verso lo stand della propria facoltà. È già pronto a sfoderare i suoi soliti sorrisi affabili, accompagnati dai complimenti strategici - che funzionerebbero molto meglio se McLand fosse una donna - e comincia a cercare il professore con lo sguardo, per capire come e quando concentrare i propri sforzi di finzione, quando una conversazione in particolare lo distrae.
    « E tu Sirius?
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    Non dirmi che sei davvero interessato alla Magisprudenza. Sicuramente troverai più affascinante... qualsiasi altra cosa te lo assicuro. »

    A questo punto è doveroso sottolineare il fatto che Nate Douglas e Sirius Potter non sono mai stati particolarmente vicini; anzi, sarebbe meglio dire che non sono mai stati niente e basta. Probabilmente l'unico contatto che hanno avuto è stato quel momento in cui, appena qualche settimana fa, il giovane Potter era sul punto di entrare per sbaglio nel bagno personale del Serpeverde, il quale ha reagito non nel migliore dei modi. Tenuto conto di ciò, e prese anche in considerazione le poche volte in cui i grugniti annoiati di Nate hanno sostituito una specie di saluto (e solo quando Jude era nei paraggi e questo era proprio impossibile da evitare), di certo non ci si aspetterebbe di vederlo avvolgere le spalle del Grifondoro con un braccio. Quel gesto, tuttavia, seppur decisamente troppo confidenziale per la loro conoscenza spicciola, viene fatto con grande nonchalance, mentre un sorriso benevolo si distende sulle labbra piene del ragazzo. « Allora, è così? Il giovane Potter è interessato al corso di Magisprudenza? Permettimi di dissentire dall'opinione della mia collega: e dirti, invece, che il nostro corso è ben più interessante di quanto immagineresti. » Un'ultima stretta alle spalle di Sirius, prima di lasciarlo, per girare intorno al piccolo bancone e posizionarvisi dietro. Nel mentre, lancia una rapida occhiata curiosa alla ragazza che pare gestire lo stand: una buona a nulla, a dir poco. Recupera qualche depliant dal tavolo, e li porge a Sirius, al suo amico e ad un paio di altri ragazzi che si sono appena avvicinati. « Nelle brochure trovate tutti i corsi che è possibile, frequentare, così potete farvi un'idea. Se invece volete capire come funzionano le cose nel pratico, la prossima settimana - e qui recupera un'altra serie di volantini, quelli fatti stampare qualche giorno prima insieme a Percy - alcuni di noi terranno una simulazione di dibattito, dove discuteremo della figura controversa di Severus Piton. » Sorride ad un gruppo di ragazze appena arrivate, porgendo anche a loro i volantini in questione. « Sarà una discussione a porte aperte, quindi siete tutti invitati. E, consiglio personale, se siete all'ultimo anno potrebbe anche esservi molto utile per i M.A.G.O. come approfondimento di storia. Ogni anno a Hogwarts non si arriva mai neanche all'ascesa di Voldemort, anche se è nei programmi del Ministero... Insomma, male non può farvi. » Sorride, mentre fa l'occhiolino a due ragazze che sembrano particolarmente interessate. Con la coda dell'occhio, vede la figura di McLand che sta per avvicinarsi a loro. Come attirare altra gente? « Ma prima che andiate, non dimenticate di prendere i nostri... mmh... » Fruga all'interno del cassetto, la fronte corrugata. Andiamo, dovrete aver pensato a qualche gadget. « ...portachiavi-ricordella e le nostre penne prendiappunti! » Meh. Meglio di niente. Li distribuisce in cerchio intorno a sé, ed è proprio in quell'istante che la folla al gazebo sembra raddoppiarsi. Nemmeno distribuissero lingotti d'oro. Gli occhi chiari si posano allora sulla compagna di corso, che se ne sta ancora in disparte, come se la questione non la tangesse minimamente. Le rivolge un'espressione eloquente, seppur accompagnata da un sorriso che pare accomodante. « Che dici, ti va di darmi una mano? Oppure sei qui in castigo? »
     
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    « Non mi serve l'orientamento, quindi ti ringrazio ma per questa volta passo » Il sopracciglio inarcato di Hades sembrava non ammettere repliche di alcun genere mentre gli occhi torbidi tornavano a fossilizzarsi sul manuale di incantesimi due. Con la spilletta da prefetto in bella vista, il serpeverde spiccava particolarmente tra i collegiali, soprattutto perchè aveva scelto di studiare nella biblioteca del loro campus, essendo fin troppo affollata quella di Hogwarts. Questa, era giá l'ennesima volta nel giro di mezz'ora che si ritrovava a battibeccare con qualche matricola vogliosa di raccattare studenti all'ultimo anno, semplicemente per indirizzarli allo sponsorizzatissimo open-day che il college aveva organizzato al fine di raccogliere iscrizioni. « È importante pensare a cosa farai una volta uscito di qui, non credi? Bisogna avere le idee chiare perchè poi... » un grugnito divertito foró le labbra del biondo, il quale, esausto di tante interruzioni, incroció le braccia al petto e tirò indietro il busto, umettandosi le labbra rossastre « Scusa, non è mia intenzione prenderti in giro, sono solo curioso: quindi vorresti dirmi che un anno fa, a quest'ora, mentre cercavi disperatamente di non morire, pensavi a quale facoltá metterti a fare una volta uscito dal lockdown? Magari tra un cadavere e l'altro » Senza preoccuparsi minimamente dell’espressione scandalizzata del compagno, Hades con nonchalance raccolse le proprie cose, borbottando contrariato tra sè e sè « Gli open day sono tanto inutili almeno quanto la tua presenza qui dentro, sei giá il nono che viene a darmi il tormento. » Lo liquidò con una spallata, quando l'altro probabilmente voleva solo essere gentile, ritrovandosi ad attraversare il corridoio principale a larghe falcate in cerca di un posto tranquillo in cui poter continuare le proprie ricerche. Piú si avvicinava al centro nevralgico dell'open day, piú gli studenti fra i piedi aumentavano, cosí come i volantini ed i gadget disseminati lungo il percorso. Hades in realtá sarebbe anche stato interessato a partecipare ad una cosa del genere, ma essendo una persona abituata alla poca confusione, quando sapeva di poter andare incontro ad una probabile crisi di panico a causa del sovraffollamento, lasciava perdere dal principio.
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    E poi, a dirla tutta, Hades già sapeva cosa fare una volta uscito da Hogwarts: se ne sarebbe andato dall'Inghilterra. Un po' per riprendere il controllo sulla sua vita, un po' per evadere dal caos della città; in realtà gli sarebbe anche bastato ritirarsi semplicemente in campagna, ma il giovane serpeverde aveva le idee ben chiare riguardo alla propria formazione, che non si sarebbe di certo fermata al diploma di Hogwarts. Alla faccia tua, Sanders. Si addentrò con una certa riluttanza tra gli stand delle varie facoltà, bloccandosi nell'esatto istante in cui le iridi cristalline andarono a soffermarsi sulla figura di Douglas, poco lontana. Vicino a lui c'era Sirius Potter, un petulate ragazzino che il verde-argento aveva avuto il piacere di conoscere durante le riunioni mensili tra caposcuola e prefetti, ma non gli aveva mai dato troppa confidenza visto che lo considerava un po' troppo appiccicoso e ficcanaso. Un'occhiata veloce scoccò verso l'insegna del banchetto: magisprudenza. Che il grifondoro fosse interessato alla politica? Ti vedevo più ad offrire pasti caldi ai barboni. Incuriosito e divertito, il prefetto scelse di avvicinarsi solo per seguire più da vicino l'evolversi della situazione, ed anche perchè, di fatto, voleva ringraziare personalmente Nate, per il regalo ricevuto a Natale. Già, ancora non ne aveva avuto l'occasione. « Allora, è così? Il giovane Potter è interessato al corso di Magisprudenza? Permettimi di dissentire dall'opinione della mia collega: e dirti, invece, che il nostro corso è ben più interessante di quanto immagineresti. » Cosa c'era d'interessante nelle leggi da imparare a memoria, i diritti ed i processi? Hades scosse il capo, ridacchiandosela silenziosamente mentre afferrava un depliant, in disparte, ascoltando Nate e poi lasciandosi letteralmente sommergere dall'ondata di studenti che si riversò sullo stand non appena vennero distribuiti i gadget. Com'è facile abbindolare i ragazzini con queste cazzate. « Sei un ingordo » Biascicò in direzione del caposcuola, il quale, da ciò che aveva visto, si stava riempiendo le tasche di più gadget possibili « Che ci fai con quattro portachiavi-ricordella? Due ne porti al fidanzatino? Perchè di certo sono sicuro che apprezzerà, magari lo appende alle chiavi della Porsche » Ironicamente gliene sfilò uno dalle mani, lasciandolo penzolare a mezz'aria per poi appropiarsene, posando successivamente entrambe i palmi sul banchetto e sbilanciandosi appena in avanti « Mi spiace interrompere il tuo tentativo di abbordaggio, Nate, volevo solo ringraziarti per la bottiglia ricevuta a Natale eee... » Squadrò la ragazza al suo fianco, attendendo qualche istante per poi sottrarle uno dei moduli d'iscrizione, massaggiandosi il sottile filo di barba nell'intento di leggerlo « certo che per accattivarvi la partecipazione di un tipo come Potter, state davvero messi male in quanto ad iscrizioni; vi danno una percentuale rispetto a quanti studenti riuscite a ipnotizzare con i gadget scadenti che distribuite? Altrimenti non si spiega »

     
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    "Non per farvi pressioni di alcun tipo, ragazzi, ma vorrei ricordarvi che il vostro obiettivo - per questa giornata - è quello di invogliare i ragazzi di Hogwarts ad iscriversi al nostro corso. Per tutti coloro che vivono su un altro pianeta: più iscritti abbiamo, più fondi otteniamo. E il nostro dipartimento è uno di quelli che avrebbe davvero un gran bisogno di qualche finanziamento aggiuntivo, dato che tutte le vostre esercitazioni purtroppo non si pagano da sole e sono frutto di un grandissimo lavoro che gli Auror per primi mettono a disposizione ritagliandolo dal proprio tempo e dai loro compiti già abbastanza onerosi." Era piuttosto evidente che Albus Potter non avesse scelto di essere lì quel pomeriggio, non di sua completa e spontanea volontà quanto meno. Avrebbe decisamente preferito dedicare il proprio tempo libero a tutt'altre attività, ma il Capo e il referente del suo corso di laurea gli avevano gentilmente fatto notare che uno come lui doveva piantonare lo stand un po' per forza di cose. Sei una faccia conosciuta, la gente si fida e hai un nome che di certo non guasta. Questo era stato un po' il succo del loro discorso, al quale Albus aveva avuto ben poca via di scampo, dato che con il numero di assenze che - per ottimi motivi - si era preso nello scorso semestre, di leve a propria disposizione ne aveva poche e lui per primo avrebbe avuto un gran bisogno di crediti extra. Così, sebbene la sua espressione non fosse esattamente gioiosa, si era comunque prestato a tenere il banchetto del corso Auror assieme ad altri suoi compagni.
    "Dovresti postare una storia su Instagram." gli sussurrò all'orecchio Janet Ridley, cercando di non disturbare il silenzio che si era creato intorno al discorso in piazza del Rettore. In tutta risposta Albus abbassò sul naso gli occhiali da sole, sollevando contemporaneamente un sopracciglio per guardare la compagna come a volerle chiedere se per caso stesse scherzando. "Sì, dai, non guardarmi così. Tu hai un sacco di followers. Fatti un selfie col banchetto, mettici un hashtag carino e invia al globo. Uh uh, potremmo pure fare dei live tipo Q&A." Sospirò, togliendo i piedi dal banchetto di legno e levandosi gli occhiali di dosso per poter guardare bene negli occhi la compagna. "Ti sembro per caso un fenomeno da baraccone? Non se ne parla, queste puttanate lasciamole agli influencer spiccioli, per piacere. Anche perché non voglio arrivare a pensare che qualcuno possa scegliere cosa fare nella vita in seguito a una storia su Instagram...crollerebbe quel poco di fiducia nell'umanità che mi è rimasta." E dopo aver visto che qualche genio ha ben pensato di riportare in auge lo Shame, scusami ma quel poco me lo voglio tenere bello stretto.
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    Il banchetto del corso auror fu sin dall'inizio uno dei più frequentati - come c'era da aspettarsi -, non dando tempo ai ragazzi nemmeno di infilare un'altra chiacchiera prima che un capannello di gente si piantasse lì a fare domande non appena il rettore ebbe finito il suo lungo discorso. Domande a cui Albus cercò di rispondere con tutta la gentilezza che aveva in corpo, sfoderando un sorriso che decisamente non gli apparteneva in circostanze simili. Tuttavia i suoi interlocutori sembravano ben più interessati alla scollatura di Janet piuttosto che a lui. Beh, è giusto. La mia demografica di influenza è un po' diversa. Si strinse quindi nelle spalle, racimolando un plico piuttosto alto di volantini e decidendo di andare in missione sul campo. Sorprendentemente non ci volle molto ad identificare tra la folla la figura di suo fratello minore e di niente meno che Tommy Prince. Ah quindi Prince li continua gli studi? Chi l'avrebbe mai detto?! Tuttavia, mano a mano che gli si faceva più prossimo, notò anche il contorno che si era andato a creare attorno a loro: gli sciacalli di magisprudenza. Scosse il capo tra sé e sé, colmando la distanza a lunghe falcate per farsi vicino al fratello, poggiandogli una mano sulla spalla e schiarendosi eloquentemente la gola. "Certo che per accattivarvi la partecipazione di un tipo come Potter, state davvero messi male in quanto ad iscrizioni; vi danno una percentuale rispetto a quanti studenti riuscite a ipnotizzare con i gadget scadenti che distribuite? Altrimenti non si spiega." Si sporse un po' più avanti per osservare con un certo cipiglio divertito i portachiavi e le penne che Douglas sembrava aver distribuito come un vucumprà qualunque. "Wooow, penne e portachiavi. Lasciate un po' di spazio anche a noi Auror, per piacere! Così non abbiamo proprio chances." Si sporse a guardare il banchetto alle loro spalle, analizzando i contenitori di vetro in cui tenevano i loro gadget. "Meh, niente accendini?! Almeno i braccialetti della fortuna li potevate tenere però." Si strinse nelle spalle, mettendosi una sigaretta in mezzo alle labbra e accendendola con un colpo di bacchetta. A quel punto ruotò verso Siri e Tommy. "Magisprudenza, davvero ragazzi? Da voi due questa coltellata alle spalle non me la sarei proprio aspettata. E tutto per dei portachiavi..." sospirò teatralmente con finto sdegno, portandosi una mano alla fronte. "No, seriamente - e lo dico contro il mio interesse, come puoi notare dai volantini - io ti vedrei più a Ricerca e Sviluppo Magici..oppure con noi al Corso Auror, ma la prima ti si addice un po' più a mio parere. Sgobbano come pazzi ma secondo me ti piacerebbe." si interruppe il tanto che bastò a prendere un tiro di sigaretta "Hai già visto qualcosa in giro che ti piace?"

     
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    L'entusiasmo di Sirius per quella giornata si sarebbe detto contagioso, non solo perché ogni occasione era buona per evadere dalle mura al contempo rassicuranti e claustrofobiche di Hogwarts, ma soprattutto perché non aveva la più pallida idea di cosa fare della propria vita da lì a qualche mese. I M.A.G.O. sono davvero dietro l'angolo e io l'unica cosa che so per certo è la strada per correre in bagno quando mi prenderà la cagarella ansiogena. Con lo stesso entusiasmo si era rivolto a quella povera, malcapitata ragazza, con lo stesso sorriso di un bimbo che chiede perché la neve è fredda ma se la scaldi si scioglie. Una tale purezza di sentimenti non poteva contemplare l'esistenza di altre persone incapaci di lasciarsi travolgere, perché anche il Grinch sotto sotto amava il natale. Era solo un po' incompreso, ecco tutto. La risposta affilata della collegiale, quindi, scivolò sulla sofficissima corazza di Siri senza colpo ferire. « Bella idea, dicono che sia il corso ideale per chi non ha alcuna voglia di azionare il cervello. Da quella parte. » Chiamate il San Mungo, qui abbiamo un ustionato! 'mazza se bruciava questa! Tommy d'altro canto non era nuovo a questo tipo di insinuazioni, non gli facevano né caldo né freddo. C'erano due scuole di pensiero, a Hogwarts e dintorni: alcuni pensavano che Tommy Prince fosse diventato resiliente, stoico dalle accuse sulla sua presunta stupidità; altri lo ritenevano talmente stupido da non afferrarle nemmeno, tali accuse. « Te lo dicevo che non era quello con le ossa rotta, dai, quello è 100% medimagia! Mi devi un galeone. » e, istintivamente, cercò lo sguardo di Shannon. Perché è medimagia vero? Dai, non posso fare brutta figura proprio ora! « Ehm.. grazie! » E se il problema Prince era risolto, restava solo un'altra pecorella da riportare all'ovile del suo futuro. Shannon colse la palla al balzo. « E tu Sirius? Non dirmi che sei davvero interessato alla Magisprudenza. Sicuramente troverai più affascinante... qualsiasi altra cosa te lo assicuro. » Cioè, ma tipo non dovresti mezzo convincermi? Corrucciò la fronte e arricciò il nasino, visibilmente confuso. « Allora? Cos'è quella faccia? » Le spalle si alzarono veloci come razzi, la testa scuoteva con la stessa velocità. « Chi, cosa, come, che faccia, è la mia faccia! Che ha che non va, è una faccia normalissima! » Si tirò una guancia, dalla pelle particolarmente elastica, per farle capire di non essere un rettiliano. Anche se questo sarebbe esattamente ciò che farebbe un rettiliano mascherato, no? Mh, sospetto.. Senza volerlo però Shannon aveva scatenato una serie di sfortunati eventi. O per meglio dire, Nate Douglas aveva scatenato una serie di sfortunati eventi. « Allora, è così? Il giovane Potter è interessato al corso di Magisprudenza? Permettimi di dissentire dall'opinione della mia collega: e dirti, invece, che il nostro corso è ben più interessante di quanto immagineresti. » Il braccio del rampollo avvolse le braccia di uno stupefatto Sirius, che lo guardò sbigottito. Avevano condiviso un volo prima classe per la Repubblica Ceca e quasi un bagno ma le loro tangenze erano sempre state minime. Siri ce la metteva tutta per stargli simpatico, non fosse altro per non mettere Judah nell'imbarazzante posizione di dover scegliere tra il suo ragazzo e i suoi migliori amici, ma niente da fare: Potter e Douglas non avevano finora trovato un punto d'incontro. O forse sì? Ho fatto qualcosa da sonnambulo di incredibilmente fico e ora siamo BFF? « Noooo, macché, io... » ma il senior dei Serpeverde, partito in quarta come sfrecciasse su una Nimbus 2018, aveva iniziato a distribuire volantini e portachiavi omaggio. Lo stesso Siri se ne ritrovò una manciata nella mano libera dal depliant. « Sei un ingordo. Che ci fai con quattro portachiavi-ricordella? Due ne porti al fidanzatino? Perchè di certo sono sicuro che apprezzerà, magari lo appende alle chiavi della Porsche. » Puntuale come la pioggia quando dimentichi a casa l'ombrello, Hades Fudge era apparso. Non era che l'ennesima figura che sembrava odiarlo senza un motivo per preciso: probabilmente si considerava uno di quei predatori capaci di fiutare il sangue, uno squalo. E invece sei un pesce-palla. E poi almeno io ce l'ho il fidanzatino, gnè gnè. Però gli venne spontaneo esclamare un sonoro « We we, ladro! Fai la fila! » quando si vide derubato di un prezioso portachiavi-ricordella. Che poi è inutile: se dimentico le chiavi, la ricordella si illumina.. ma se la ricordella è un portachiavi, ho perso anche lei! Ma non posso perdere Fugde invece delle chiavi? Almeno la smette di guardarmi male alle riunioni. Insomma, l'universo sembrava disposto a maltrattarlo ma il karma è un amico giusto e fedele e, per un bravo bambino come Siri, aveva in serbo l'aiuto sperato. Di punto in bianco apparì infatti dalla folla suo fratello Albus. « Magisprudenza, davvero ragazzi? Da voi due questa coltellata alle spalle non me la sarei proprio aspettata. E tutto per dei portachiavi.... » Ooohiii Al, anche tu?! « No, seriamente - e lo dico contro il mio interesse, come puoi notare dai volantini - io ti vedrei più a Ricerca e Sviluppo Magici..oppure con noi al Corso Auror, ma la prima ti si addice un po' più a mio parere. Sgobbano come pazzi ma secondo me ti piacerebbe. Hai già visto qualcosa in giro che ti piace? » Domanda spinosa, molto spinosa. Di cose viste e piaciute ce n'erano a bizzeffe, per uno curioso come lui, che riusciva a trovare il lato curioso e simpatico di ogni faccenda. Ma scegliere il proprio futuro? Tutto un altro sport. Scosse il capo con fare mesto. « Non ancora, per me non ho ancora guardato.. Tommy era interessato agli auror! Ma non trovavamo il vostro gazebo. Sei anche tu qui a sgobbare quindi! A quello di Magisprudenza ci avrei visto bene Mun! » E, ridendo, tornò istintivamente a guardare Shannon. « La conosci Mun?? Siete colleghe! » Della serie: le importantissime e fondamentali domande da fare ad un orientamento, il nuovo best seller di Sirius Potter. Sbirciò il foglietto che Douglas gli aveva rifilato e ci trovò il piano di studi del corso di Magisprudenza. « Che cos'è dritto privato? Cosa significa "12 G.R.A.M.O."? Ma è vero che si fa tirocinio al Wizengamot? E' noioso? Secondo me è un po' noioso dai, ammettetelo! » Una mitraglietta sparò una lista non quantificabile di domande verso i due addetti al banco di Magisprudenza perché, no, non gli interessava affatto ma già che c'era.. « Boh, non lo so, non mi sembra molto movimentato come corso.. poi Jude è sempre depresso. » E di nuovo, verso Shannon. « E Jude, lo conosci Jude?! »

     
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    Non era facile scalare tanto rapidamente la personalissima lista delle persone più odiose sulla faccia del pianeta che Shannon teneva appuntate mentalmente, eppure Nathan Douglas, entrando in scena con un triplo salto mortale di frasi non richieste da nessuno aveva ottenuto un ottimo risultato. Un otto su dieci, sì. Le labbra carnose si strinsero istintivamente in una linea sottile mentre l'inglesino prendeva con il fare di chi ha il controllo di ogni cosa posto dietro allo stand, continuando a far uscire fuori dalle labbra accattivanti parole ancor più ad effetto. Un mucchio di stronzate. Roteando platealmente gli occhi la Plenty finì tuttavia con il farsi da parte, affatto interessata alla gloria di quel ridicolo circo che era la giornata dell'orientamento. Lasciava volentieri le redini a qualcuno che sembrava decisamente più bravo di lei ad accattivare i passanti con... portachiavi-ricordella? Sembrava troppo ridicolo persino a chi, come lei, tendeva a non giudicare mai quello che era gratis. Eppure i gadget sembrarono funzionare immediatamente, portando a raggrupparsi attorno al piccolo gazebo più ragazzini di quanti non ne fossero passati nelle prime due ore. Aveva un che di incredibilmente disturbante, al punto da farle quasi dimenticare il moretto con cui era intenta a parlare fino a qualche minuto prima. Nel riportare lo sguardo sul volto ancora fresco e colmo di entusiasmo si accorse di come fosse stato circondato da altre due figure, una incredibilmente bionda e l'altra incredibilmente... beh, mora. « Che dici, ti va di darmi una mano? Oppure sei qui in castigo? »
    « Mh? Non lo vedi? Tu distribuisci irresistibili portachiavi ed io mi occupo dei volantini. Si chiama lavoro di squadra, Douglas. » Senza preoccuparsi di risultare affatto credibile agli occhi del suo interlocutore afferrò a due mani tutti i volantini disposti sul tavolo, uscendo poi dallo stand per passare in mezzo alla piccola folla venutasi a creare, la sigaretta pigramente abbandonata ad un angolo della bocca e gli occhiali da sole calati a coprire gli occhioni d'ambra dal sole ancora non abbastanza forte da scaldare le ossa, eppure nel cielo alto il necessario a ferire le pupille. Con un secco movimento del braccio arrivò letteralmente a schiaffeggiare un volantino contro lo stomaco del biondo che si era affiancato a Sirius, soffermandosi poi il tanto necessario a sentire le parole dell'altro, Potter se la memoria non le giocava brutti scherzi nell'associare ai nomi dei volti. « Wooow, penne e portachiavi. Lasciate un po' di spazio anche a noi Auror, per piacere! Così non abbiamo proprio chances. »
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    « Magari tortartene al tuo stand sarebbe un buon inizio, Potter. Oppure persino tu ammetti che è difficile spiegare perché bisognerebbe scegliere una facoltà che porta le persone a sapere unicamente come marciare ad ogni comando del capo-auror senza porre domande? » Con un sorriso al vetriolo allungò una mano verso all'aspirante auror, lasciando anche a lui un volantino. Al contrario, per quanto fosse tentata, non riuscì a rivolgere la stessa irritante scontrosità verso il giovane Sirius, ormai simile ad una trottola impazzita, preso nell'impresa di cercare di parlare contemporaneamente con tutti i presenti. « Non ancora, per me non ho ancora guardato.. Tommy era interessato agli auror! Ma non trovavamo il vostro gazebo. Sei anche tu qui a sgobbare quindi! A quello di Magisprudenza ci avrei visto bene Mun! La conosci Mun?? Siete colleghe! »
    « Sì, di vist... »
    « Che cos'è dritto privato? Cosa significa "12 G.R.A.M.O."? Ma è vero che si fa tirocinio al Wizengamot? E' noioso? Secondo me è un po' noioso dai, ammettetelo! Boh, non lo so, non mi sembra molto movimentato come corso.. poi Jude è sempre depresso. E Jude, lo conosci Jude?! »
    « Cristo santo... » C'era da essere spaventati da quel tornado di parole che il ragazzo sembrava in grado di gettare contro chiunque fosse nei paraggi. Con solo un vago cenno del capo si allontanò momentaneamente dallo strano trio, distribuendo qualche altro volantino prima di captare con la coda dell'occhio la figura rossastra del professor McLand appena qualche metro più in là, intento a controllare con aria curiosa non solo il loro stand, ma tutti quelli presenti nello spiazzo. Sembrava non aver fretta di levare le tende. Con un sospiro l'americana tornò al fianco del suo collega, posando i volantini lì dove gli interessati avrebbero potuto raggiungerli in totale autonomia. « Va bene, sembra la cosa andrà per le lunghe... quindi, visto che sei stato tu ad attirare tutta questa gente, ora direi che potresti anche concedermi qualche consiglio su come non farli sparire tutti nel giro dei prossimi dieci secondi. »
     
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    Quasi se n'era dimenticato, un po' come tutte le cose che Sirius Potter faceva: per gioco. Dalla serata di San Valentino organizzata ai Tre Manici di Scopa si era sparsa a scuola la voce su un'applicazione davvero divertente che quando meno te l'aspetti ti lancia delle sfide simpatiche e ti ricompensa se le fai. Aveva sentito con le sue orecchie una Grifondoro del terzo giurare alle amiche di aver ricevuto un biglietto per il prossimo concerto dei Rolling Wands con tanto di pass per il privé e autografo di McDuff. E tutto gratis! Aveva solo dovuto fare un piccolissimo lavoretto. Fico, no? Fichissimo, almeno sulla carta, ma Siri non aveva ancora appurato quanto effettivamente lo fosse perché da quando aveva scaricato l'applicazione "Dare you defy?", quella non aveva squillato. Nulla di nulla. Nada. E così i giorni del Caposcuola erano passati placidi e tranquilli, finché un bel giorno si era recato al Campus di Hogsmeade per le giornate dell'orientamento e nel bel mezzo di esse il suo cellulare aveva vibrato. Avrebbe giurato che fosse Judah che gli dava appuntamento per pranzo, ma un'icona rosso fuoco in alto a sinistra dello schermo lampeggiava, segnalandogli una notifica ben diversa dalla solita di Whatsapp. Non appena sbloccò lo schermo dello smartphone, l'applicazione si aprì da sola rivelandogli un messaggio che Sirius lesse con divertimento. Offri un caffé a Shannon Plenty al carretto poco distante. Accompagnalo con un fiore comprato dalla fioraia che sta per passare. Non puoi parlare con nessuno della tua sfida. [Ricompensa: 15 galeoni] La prima domanda che gli balzò in mente fu naturalmente su chi diamine fosse Shannon Plenty. L'unica sconosciuta a cui potenzialmente avrebbe potuto offrire un caffé era proprio la ragazza che fino a due secondi prima aveva involontariamente assillato di domande e che, col savoir-faire di un Dorsorugoso di Norvegia, l'aveva mollato ai suoi dubbi di liceale confuso e frizzante. Sirius, insomma, aveva capito l'antifona e non sarebbe di certo andato a disturbarla, complice il fatto che Magisprudenza proprio non era un corso adatto a lui. Ma 15 galeoni? Cavolo.. sono davvero spiantatissimo questi giorni, mi farebbero un sacco comodo. Magari per una volta potrei offrire io la cena a Jude! Paga sempre lui, ma che figura ci faccio? Nella più completa ingenuità, il Caposcuola non ci vide nulla di male nel decidere di accettare la sfida: un caffé non si rifiuta mai e un fiore, per quanto possa essere un gesto ambiguo, non gli sembrava qualcosa di così impegnativo, non era una dichiarazione d'intenti. E' solo un fiore, mica le sto chiedendo di uscire. Il pensiero che a Judah potesse urtare venirlo a scoprire non gli passo neanche per l'anticamera del cervello, e come avrebbe potuto? Erano stati così bene a Praga e la loro relazione era nei pensieri di Sirius talmente positiva che niente avrebbe potuto minarla. Non aveva occhi che per lui, l'avrebbe capito anche un cieco.
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    Libero da qualsivoglia dilemma morale, quindi, lasciò Tommy in compagnia degli altri e trotterellò poco lontano, là dove gli stand lasciavano spazio ai venditori ambulanti. Con le ultime monetine trovate sul fondo della tasca dei pantaloni ordinò un bicchiere d'asporto di caffè nero e un girasole, grande e ingombrante, che aveva subito attirato la sua attenzione di bimbo troppo cresciuto quando si era avvicinato alla bancarella della fioraia. Non gli rimase da far altro che avvicinarsi a quella che aveva supposto essere Shannon: stava parlando con Nate.. ovvero il coinquilino e miglior amico del suo ragazzo.. ovvero l'ultimo al mondo che avrebbe dovuto sapere di quella storia e Sirius era là, impalato di fronte ai due magigiuristi, con un bicchiere di caffè in una mano e un fiore gigante nell'altra. Strano, anche per i canoni dei Potter. « Shannon? » Prima ancora che la strega potesse aprir bocca e lasciarsi sfuggire qualcosa di simile a come diavolo fai a sapere il mio nome sottospecie di malattia sessualmente trasmissibile, se sei come la sifilide qualcuno mi inietti della penicillina ora!, l'adolescente schizzò con entrambe le braccia avanti per offrirle i due doni. « Ehm.. volevo.. chiederti scusa per averti rotto le palle anche se Magisprudenza mi fa schifo e non sapevo se fossi.. boh, allergica al lattosio o tipo mezzo diabetica quindi non c'è né latte né zucchero ma magari sei allergica al polline? I girasoli fanno polline? Boh vabbè son per te. » E ora se gentilmente potessi non azzannarmi tipo zombie di Resident Evil, io tornerei in punta di piedi alla mia vita, ecco.



     
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    Non appena il Caposcuola ebbe consegnato il caffè e il fiore a Shannon Plenty, sentì distintamente vibrare il cellulare nella tasca dei jeans. Ancora quell'icona rossa, ancora Dare to Defy? che si faceva sentire. Lo schermo del cellulare di Sirius Potter lampeggiò come se fosse stato ricoperto da fuochi d'artificio, sotto i quali era stato consegnato un messaggio:

    "So riconoscere un gentiluomo quando ne vedo uno e tu, tesoro, sei stato davvero carino nell'esporti in un gesto tanto spontaneo e disinteressato! Vedrai, Jude capirà quanto possa essere impellente una buona azione... forse. Comunque, penso non ci sia niente di meglio che 15 Galeoni per rendere la giornata ancora più raggiante! Li troverai custoditi in una sacca dietro lo stand di Erbologia. Ti ci vedremmo, sai? Pensaci: in fondo, hai dimostrato che coi fiori ci sai fare."

    La sacca era davvero dove il criptico messaggio aveva detto ma le sorprese non erano finite perché, quando il Grifondoro avesse sollevato il malloppo, il fondo del sacco fin troppo fragile si sarebbe spaccato riversando a terra il suo contenuto.
    Quindici galeoni esatti.
    In monete da un zellino.


    psychomachia

    Quando il dito del Serpeverde andò a pigiare il tasto che annunciava la decisione drastica di rifiutare la sfida, tutto parve acqua passata. Non era successo niente. Era solo una sciocca sfida, pareva suggerire l'immobilità degli eventi. Una quiete che annuncia la proverbiale tempesta, la quale investì Albus Potter con l'inconfondibile ritmo di una vibrazione di cellulare. Anche per lui l'app Dare to Defy? aveva destinato un messaggio.

    "Il solito, caro, vecchio Albus Potter. Non ti stanchi mai di fare il superiore, vero? E dire che ti avevo chiesto solamente di essere amichevole e disponibile! E' chiaro che questo non sia un gioco adatto a te, al profondo e riflessivo Albus Potter! Forse non dovrei farlo, forse dovrei essere super partes ma la giustizia non è di questo mondo, lo sappiamo entrambi: io e te abbiamo un trascorso, abbiamo un'amicizia di vecchia data. E so bene quali sono i giochi adatti a te.."

    Nell'esatto secondo che passò dal ricevimento del messaggio, una polifonia di suonerie avvolse la recluta auror. Erano i cellulare di tutti coloro che si trovavano nella piazza, tutti, nessuno escluso: tutti i colleghi, tutti i professori, tutti gli amici. Suo fratello Sirius, il suo "amico" Nate. Tutti, nello stesso momento, avevano ricevuto da un mittente anonimo una foto. Uno screenshot di una chat privata e particolarmente intima tra Albus Potter e Amunet Carrow nella quale si spiegava con dovizia di particolari l'uso non convenzionale dell'incantesimo delle pastoie. Una lettura che andava oltre il bollino rosso.

    "..ora lo sanno anche tutti gli altri. L'incompreso Albus Potter, ora un po' meno incompreso! Magari questo ti darà uno spunto di conversazione per passare sopra le differenze con Nate Douglas. Vogliamo riprovare? Altro giro, stessa sfida. Non deludermi, stavolta."

     
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    Impegnato com'è nell'intrattenere un gruppo di ragazze dell'ultimo anno, rimpinzandole con sorrisi affabili e vane speranze, nel tentativo di trattenerle il più a lungo possibile nei pressi dello stand di Magisprudenza - almeno fino all'arrivo di MacLand - Nate quasi non si accorge dell'avvicinarsi di altri collegiali; e nello specifico di un Albus Potter particolarmente voglioso di sfogare la propria vena scherzosa. Nathan, che in determinate situazioni vede nell'indifferenza l'arma più efficace, lo sente parlare, a qualche passo da sé, ma sceglie di non ascoltarlo, preferendo concentrarsi su ciò che, al momento, ritiene di massima importanza: raccogliere gente il più rapidamente possibile.
    « Che cos'è dritto privato? Cosa significa "12 G.R.A.M.O."? Ma è vero che si fa tirocinio al Wizengamot? E' noioso? Secondo me è un po' noioso dai, ammettetelo! » La raffica di curiosità di Sirius Potter, per quanto affannata e incalzante, non sembra coglierlo impreparato: mentre risponde, alza leggermente la voce, in modo da farsi udire dagli altri presenti - e possibilmente da McLand, che nel frattempo si sta avvicinando.
    « Il tirocinio al Wizengamot non è per nulla noioso. Possiamo assistere alle udienze e ci viene data la possibilità di vedere i documenti di casi reali - e di fotocopiarli fino all'infinito - stare a contatto con i membri della corte - e portare loro il caffè; a meno che tu non sia nelle grazie di Basil Greengrass, e allora puoi fare qualcosa di vagamente più dignitoso - per non parlare del fatto che siamo già proiettati da subito verso il mondo del lavoro, vediamo le dinamiche che ci sono al Ministero e... » Va avanti con
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    la sua orazione per un paio di minuti: sciorina tutte le esperienze che ha fatto negli ultimi mesi, indorandole in maniera esagerata, non senza prendersi del tempo per glorificare un po' se stesso e le proprie capacità. In poche parole, Nathan fa quello che sa fare meglio: mettersi in mostra, tanto iniziare a suscitare nei presenti quel misto di invidia e ammirazione che prima o poi tutti arrivano a provare nei suoi confronti. Il suo continuo far venire l'interlocutore a conoscenza dei propri successi e delle proprie abilità potrebbe quasi far pensare che un tale atteggiamento non possa che suscitare odio negli altri, eppure, per qualche motivo, Nate Douglas riesce a farsi amare da chi lo circonda: forse per i suoi finti complimenti che hanno l'aria di essere estremamente sinceri, forse per quell'aspetto da ragazzo a modo, forse per le buone maniere appositamente esagerate.
    Si distrae dal discorso quando nota la figura di McLand avvicinarsi, e nello stesso istante viene affiancato dalla sua compagna di stand. « Va bene, sembra la cosa andrà per le lunghe... quindi, visto che sei stato tu ad attirare tutta questa gente, ora direi che potresti anche concedermi qualche consiglio su come non farli sparire tutti nel giro dei prossimi dieci secondi. » Nathan sorride, lanciandole una rapida occhiata, mentre recupera qualche volantino dal tavolo e lo distribuisce in giro con una certa nonchalance. Nel frattempo, riesce a cogliere a distanza lo sguardo di McLand, al quale rivolge un ampio sorriso, insieme ad un cenno di saluto. L'uomo ricambia, e mostra un'espressione alquanto sorpresa nel notare la folla che si è venuta a creare intorno allo stand della facoltà di cui è responsabile.
    « Come prima cosa - le suggerisce il ragazzo, abbassando leggermente la voce per non farsi udire dagli altri - direi che se devi sconsigliare ai ragazzi la nostra facoltà, sarà meglio che non parli proprio. E poi ti costa tanto essere un po' più sorridente e disponibile? » Inarca un sopracciglio, rivolgendole uno sguardo eloquente, per poi accennare al prof che si avvicina nella loro direzione. Davvero non ti interessa entrare nelle sue grazie? Sta per aggiungere qualcos'altro, quando sente il proprio telefono vibrare nella tasca dei pantaloni. Convinto si tratti di un messaggio di Thomas, rimane non poco sorpreso quando, una volta abbassato lo sguardo verso lo schermo, si ritrova a leggere un messaggio che, sì, è rivolto a lui, ma il cui mittente non è quello che immaginava. Dare you defy? Che cosa sarebbe? Un'applicazione? E quando mai io l'ho scaricata? Distratto, smanetta per qualche minuto con l'aggeggio, scorrendo a destra e a sinistra, e scoprendo una nuova funzione nel proprio telefono che è abbastanza certo di non aver mai ricercato. Poco esperto com'è con la tecnologia, la novità lo lascia tanto perplesso quanto confuso, specie dopo aver letto il criptico messaggio rivolto verso di lui: Io e te siamo già amici. Sai già quante cose so. Dai il peggio di te, qualunque cosa insolita accada. Un po' smarrito, e tuttavia determinato ad ignorare la cosa, allo scopo di portare avanti la propria missione, ripone il cellulare in tasca e si dedica a questioni più urgenti. Lascia Shannon in compagnia di Sirius - che per qualche motivo ha deciso di regalarle... un fiore? Osserva la scena per qualche istante, un po' corrucciato, ma viene presto distratto dall'arrivo allo stand di Hades Fudge, un Serpeverde dal futuro promettente, che Nathan saluta calorosamente. Ha riflettuto molto insieme agli altri ragazzi, e tutti hanno convenuto quanto il ragazzo sia perfetto per far parte del nuovo Clavis Aurea - se non addirittura di dirigerlo. Per questo, sin da prima di Natale, Nate ha fatto in modo di avvicinarlo un po' di più, così da cominciare a tastare il terreno, e uno dei modi per farlo è stato quello di inviargli un piccolo regalo di Natale.
    « Mi spiace interrompere il tuo tentativo di abbordaggio, Nate, volevo solo ringraziarti per la bottiglia ricevuta a Natale eee... certo che per accattivarvi la partecipazione di un tipo come Potter, state davvero messi male in quanto ad iscrizioni; vi danno una percentuale rispetto a quanti studenti riuscite a ipnotizzare con i gadget scadenti che distribuite? Altrimenti non si spiega » Il giovane ridacchia, divertito, mentre porge un volantino ad una Tassorosso che non le sembra nemmeno lontanamente dell'ultimo anno. Ma, se fa numero, poco importa.
    Si stringe nelle spalle, per poi assestare un'amichevole pacca sulla spalla di Fudge. « Ma che, scherzi? Mi ha fatto piacere augurarti buon Natale. Qualche volta dovresti venire a farti un giro con me e gli altri. Se ti va, chiaramente. » La butta lì, con nonchalance, attento tuttavia alla reazione del ragazzo. Poi si ritrova a sospirare, nel guardare un paio di ragazzine litigare per l'ultimo portachiavi con la bilancia dorata. « Eh, cosa non si fa per un paio di crediti in più? Lo scoprirai presto anche tu Fudge, siamo tutti prontissimi a venderci. » La sua espressione si distende, mentre le sue labbra seguono il profilo di una risata rilassata, almeno fino a quando non sente nuovamente il proprio cellulare vibrare nella tasca: aggrotta la fronte, a quel punto, vagamente infastidito, e porta nuovamente lo schermo sotto gli occhi. « Cristo, il mio cellulare sta impazzendo » dice, al ragazzo di fronte a sé, e scuote leggermente la testa, sempre più confuso. Adesso, non si sa come, gli è comparsa sullo schermo quella che sembra una conversazione particolarmente piccante di qualcun altro. E adesso comincia a sospettare che questo sia l'ennesimo scherzo ridicolo di Fitzwilliam. « Come si fa a cancellare un'applicazione che non hai mai scaricato? » Stringe le labbra, mentre l'indice fa qualche tentativo per eliminare quell'icona, ma non riesce. Stanco, si stringe nelle spalle e, dopo averlo spento, ripone nuovamente il cellulare in tasca. « Io l'ho sempre detto che questa roba babbana non ha senso. »
     
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    "Magari tornartene al tuo stand sarebbe un buon inizio, Potter. Oppure persino tu ammetti che è difficile spiegare perché bisognerebbe scegliere una facoltà che porta le persone a sapere unicamente come marciare ad ogni comando del capo-auror senza porre domande?" Si voltò in direzione della ragazza, una bruna che conosceva solo di vista, ma di cui non avrebbe potuto riportare alla propria memoria il nome. Sorrise con gentilezza affettata, piegando appena il capo di lato. "Certo che è un po' grave, per una studentessa di Magisprudenza, essere completamente ignorante riguardo al funzionamento di un organo così importante del Ministero. Immagino che ciò renda più che mai importante, per me, portare il volantinaggio oltre lo stand degli Auror: l'educazione civica comincia dalle basi." E dicendolo prese un volantino dal mucchio, schiaffandolo in mano alla ragazza. "Nel caso ti venisse mai la tentazione di esprimere un'opinione informata..sai dove trovarci." Le rivolse quindi un occhiolino prima di estrarre prontamente il cellulare dalla tasca, sbloccando lo schermo col codice a quattro numeri per visualizzare il singolare messaggio appena ricevuto. Non ci fece troppo caso, lesse velocemente il contenuto, ridacchiò sommessamente, e si limitò semplicemente a pigiare sullo schermo il tasto di rifiuto della sfida. Amichevole con Douglas? Ma neanche per tutto l'oro del mondo. E fu così che il giovane Potter liquidò la questione, sicuro che non si trattasse di nulla più che una ragazzata priva di conseguenze - tanto che se ne dimenticò non appena ripose il cellulare nella tasca.
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    "Non ancora, per me non ho ancora guardato.. Tommy era interessato agli auror! Ma non trovavamo il vostro gazebo. Sei anche tu qui a sgobbare quindi! A quello di Magisprudenza ci avrei visto bene Mun!" In realtà anche lui avrebbe visto bene Mun in quell'operazione, ma ormai la loro vita era diventata per gran parte una staffetta: al di fuori della loro dimora, era abbastanza difficile vederli insieme, dato il loro tetris di impegni incastrati al prendersi cura dei bambini. L'ora d'aria di uno era il turno di guardia dell'altra. Sorrise quindi a Tommy Prince, sollevando le sopracciglia con un certo fare stupito. Beh, questa sì che è una sorpresa. "Uuuh, non sapevo fossi interessato al settore. Intanto allora ti lascio il volantino, poi se vuoi lo stand sta proprio lì: è quello con le due bacchette che si incrociano. Però se hai domande qui sul momento spara pure." E paradossalmente, di domande, Tommy Prince ne aveva anche troppe. Tutte semplici, tutta roba che si poteva trovare tranquillamente sul volantino o sui libretti-brochure dell'ateneo, ma a cui comunque Albus rispose con tutta l'esaustività del caso, cercando di spiegare al meglio al giovane Prince in cosa consistesse il loro corso e come funzionasse il college in generale. Un'intervista che richiese da lui non poco tempo, e che lo portò ad isolarsi quantomeno mentalmente dal gruppetto originario che si era andato a formare in maniera del tutto casuale e involontaria. "Quindi ecco, i G.R.A.M.O., oltre che per il passaggio dell'anno, vanno anche a confluire in una cosa simile alla Coppa delle Case. Però quella che abbiamo noi non è soltanto un vezzo per vedersi i colori della propria casa nel banchetto di fine anno, no, è anche un modo per ripartire i fondi tra i vari dipartimenti in base a un criterio meritocratico. Quindi ecco, la competizione è portata all'ennesima potenza: sia tra casate, sia tra corsi di laurea e persone specifiche - perché anche i Senior si eleggono in base al merito, ovviamente." E Dio solo sa quanto feroci siano persone come la Morgenstern e Watson quando si tratta di mantenere il proprio titolo. Stava per approfondire ulteriormente quel discorso quando sentì vibrare nuovamente il proprio cellulare, e con il suo, anche quello di Tommy Prince e pressoché di chiunque intorno a sé. Istintivamente aggrottò la fronte, facendo cenno col dito all'interlocutore di scusarlo per un istante mentre prendeva il proprio telefono per controllare velocemente cosa stesse accadendo. Ancora quest'app? Ma non si può tipo silenziare? Sbuffò, andando ad aprire la notifica fatta a suo uso e consumo. « Il solito, caro, vecchio Albus Potter. Non ti stanchi mai di fare il superiore, vero? E dire che ti avevo chiesto solamente di essere amichevole e disponibile! E' chiaro che questo non sia un gioco adatto a te, al profondo e riflessivo Albus Potter! Forse non dovrei farlo, forse dovrei essere super partes ma la giustizia non è di questo mondo, lo sappiamo entrambi: io e te abbiamo un trascorso, abbiamo un'amicizia di vecchia data. E so bene quali sono i giochi adatti a te..ora lo sanno anche tutti gli altri. L'incompreso Albus Potter, ora un po' meno incompreso! Magari questo ti darà uno spunto di conversazione per passare sopra le differenze con Nate Douglas. Vogliamo riprovare? Altro giro, stessa sfida. Non deludermi, stavolta. » "Oh..questo non avrei voluto leggerlo." Lo screen incriminato era quello di una conversazione privata tra lui e Mun, chiaramente a sfondo sessuale. Un qualcosa di incredibilmente innocuo, tipico della vita di coppia di qualunque ragazzo della loro età, ma che non di meno era stato spiattellato in giro senza il loro consenso - oltre che prelevato in maniera del tutto illegale. Strinse la mascella, pigiando forte, ancora una volta, sul tasto atto a declinare la sfida. Perché era questo, in fin dei conti, ciò che lo faceva ribollire: non lo screen (che sì, doveva rimanere privato, ma alla fin dei conti non era certo nulla di male), ma piuttosto il tentativo di obbligarlo a fare un qualcosa che non aveva intenzione di fare. Cocciuto e orgoglioso, Albus aveva ormai preso la cosa come una questione di principio; con ogni probabilità avrebbe declinato persino una sfida che gli richiedeva di mangiare una Tutti Gusti, solo perché di natura impositiva. Alcune teste cominciarono sin da subito a voltarsi verso di lui, chi ridacchiando, chi fischiando, chi addirittura avvicinandosi per dargli pacche sulla spalla o fare gesti/versi strani. La prima reazione di Albus sarebbe stata quella di tirare un pugno in faccia ai simpaticoni di turno, ma dato che lo Shame ormai - suo malgrado - aveva imparato a conoscerlo, decise semplicemente di porgere l'altra guancia. Con il sorriso migliore che riuscì a forzarsi, si prodigò in un profondo inchino rivolto un po' a tutti coloro che potessero vederlo. "Ebbene sì, gente...vado a letto con la mia ragazza. Lo so che nessuno se lo aspettava, lo so che alcuni di voi saranno sconvolti da questa rivelazione shock, e so anche che l'hashtag #immacolataconcezione è spesso abbinato alle foto di Mun con nostra figlia. Ma questa è la realtà: abbiamo insozzato il talamo prima del matrimonio. Di me medesmo meco mi vergogno."

     
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    Ciò che Nate Douglas non poteva sapere, lui così avverso a quella roba babbana, era del sondaggio che era stato indetto in quel preciso momento in una delle stories del profilo Instagram di Shame! Tra i molti voti arrivati c'era anche quello di Shannon Plenty, che gli stava davanti allo stand di Magisprudenza e che aveva votato per la sua liberazione. Così, la maggior parte degli aventi diritto. Il destino di Nate Douglas venne scelto e gli fu confermato da un ultimo messaggio, che fece vibrare il cellulare del mago. Un'ultima volta.

    "Hai più santi in paradiso tu di tutto il calendario gregoriano! Non che ne dubitassi: hai sempre avuto un certo ascendente su chiunque incroci il tuo passo. Te l'ho detto che ho un debole per te, no? Sfida superata, signor Douglas. Chissà se Olivander e Montgomery saranno altrettanto fortunati. Non vedo l'ora di giocare ancora con te. Nel frattempo ricorda: "Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io". E se non esistesse nessun Dio? Cesare era pagano e venne pugnalato alle spalle."



    psychomachia

    La recluta auror aveva fatto la sua decisione e non senza uno spirito guerriero pronto alla battaglia, degno della sua scelta di vita. Con un coraggio da vero Potter si era stagliato ruggente contro le occhiate maliziose, contro le risate nascoste male, contro gli indici puntati ed un continuo, dilagante chiacchiericcio. Non era tuttavia il pubblico ludibrio il suo nemico principale, non era agli astanti che avrebbe dovuto riservare il suo fuoco interiore. Il cellulare di Albus vibrò infatti una terza volta, oramai assodato segno di sfortuna. Un nuovo messaggio troneggiava sotto la tanto odiata icona rosso fuoco.

    "Ti avevo detto di non deludermi e non l'hai fatto. Chapeau, Potter! Un uccellino mi ha cinguettato all'orecchio e mi ha riferito che stai ostentando una triste parodia di vergogna. Forse mi hai frainteso, forse siamo ripartiti col piede sbagliato io e te. Il mio nome ti ha tratto in inganno? Io non ho mai voluto che tu ti "vergognassi", io volevo solo che giocassi un po' con me. Con l'umiltà che non ti ha mai contraddistinto. Ma come ti ho detto, io ti conosco e so come farti ballare."

    E un'altra volta ancora, l'armonia di suonerie di fece udire intorno ad Albus. Un'altra volta ancora, il chiacchiericcio, le occhiate, le indicazioni aumentarono. La causa fu una fotografia decisamente provocante e assolutamente privata che Amunet Carrow aveva inviato ad Albus Potter. L'erede dei Carrow, in un modo che più persone di quante si pensi ha avuto modo di vedere. La platea era stata così aumentata esponenzialmente. In maniera virale.

    "So che tu non ti vergogni, sapevo che non ti saresti mai vergognato. Per questo il mio obbiettivo non sei mai stato tu. Attento a schiacciare quel bottone con così tanta leggerezza: sei un padre di famiglia ora, hai sulle spalle la responsabilità di tutti loro. E' più importante il tuo orgoglio o la dignità di Amunet? Lo stiamo per scoprire. Terzo tentativo, stessa sfida. Ricorda: amichevole e disponibile!"


     
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    Albus era forse tra le persone che con lo Shame aveva avuto più da spartire, uno dei bersagli preferiti di quella degenerata macchinazione sociale che qualcuno doveva aver ben pensato di riportare in auge. Non fu dunque più di tanto sorpreso quando sentì vibrare nuovamente il proprio cellulare e quelli di tutti i presenti in piazza, segnalando la pubblicazione di una foto leggermente osé di Mun. Foto di per sé innocua, di poco differente da quelle che lei stessa pubblicava su Instagram; perché in fin dei conti lei e il giovane Potter non si erano mai mandati nulla di che, preferendo tenere il meglio per il tête-à-tête, lasciando alla comunicazione telematica solo le provocazioni. Fu con la consapevolezza di ciò che il Serpeverde lesse il messaggio privato dello Shame. « Ti avevo detto di non deludermi e non l'hai fatto. Chapeau, Potter! Un uccellino mi ha cinguettato all'orecchio e mi ha riferito che stai ostentando una triste parodia di vergogna. Forse mi hai frainteso, forse siamo ripartiti col piede sbagliato io e te. Il mio nome ti ha tratto in inganno? Io non ho mai voluto che tu ti "vergognassi", io volevo solo che giocassi un po' con me. Con l'umiltà che non ti ha mai contraddistinto. Ma come ti ho detto, io ti conosco e so come farti ballare. So che tu non ti vergogni, sapevo che non ti saresti mai vergognato. Per questo il mio obbiettivo non sei mai stato tu. Attento a schiacciare quel bottone con così tanta leggerezza: sei un padre di famiglia ora, hai sulle spalle la responsabilità di tutti loro. E' più importante il tuo orgoglio o la dignità di Amunet? Lo stiamo per scoprire. Terzo tentativo, stessa sfida. Ricorda: amichevole e disponibile! » Sorrise tra sé e sé, cliccando senza troppi pensieri sul tasto di accettazione della sfida. E sì, avrebbe potuto anche non farlo, perché peggio di ciò che avevano già fatto c'era solo la plateale menzogna, ma se era un divertimento ciò che volevano, Albus non era nessuno per negarglielo. In fin dei conti le istruzioni da seguire erano semplici: chiedere a Douglas di seppellire il passato e allo stesso tempo non parlare della sfida ricevuta. Il resto era di sua gestione. Così, senza troppi indugi, estrasse la bacchetta dalla fondina, alzandola al cielo per sparare alcune scintille - come da prassi nel mondo magico quando si voleva attirare l'attenzione di una folla.
    a1iR3Ms
    "Scusate, scusate, vi chiedo solo pochi minuti di attenzione." Si guardò intorno, alla ricerca di una superficie su cui salire per essere visto anche dai più lontani. Individuata una panca, si mise in piedi su di essa, portandosi la bacchetta alla gola per amplificare la propria voce. "Come avrete potuto notare, ci sta qualche genio tra di noi che ha ben pensato di ridarci lo Shame - contributo sociale richiesto a gran voce, oserei dire. In fin dei conti c'è chi si occupa di sport, chi di letteratura, chi di legge..e poi c'è chi si occupa dei cazzi altrui: è uno sporco lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo. E devo concederglielo: non so se hanno cambiato il direttivo, se sono uno o più di uno, ma queste persone hanno talento! Ma ora vorrei chiedere a tutti coloro che l'anno scorso sono stati presi di mira dallo Shame di alzare la mano." aspettò, ma non ci volle molto prima di trovarsi di fronte a un fiume di mani alzate. Sollevò le sopracciglia con aria stupita, tirando un fischio di apprezzamento. "Ambè..la prima forza politica del paese! Va bene va bene..quindi a occhio e croce la maggioranza sa bene in cosa 'sta baracconata consista. Fortuna vuole che ci troviamo tutti ad un orientamento, nello specifico mirato ai ragazzi di Hogwarts che oggi vorranno farsi un'idea di cosa fare delle proprie vite. Non è semplice..non lo è, a diciotto anni, scegliere che tipo di persone vogliamo essere, quale contributo vogliamo dare alla società. Io mi sono ritrovato a collocarmi nel corso Auror quasi per caso - persino mia nonna mi dava del delinquente, figuriamoci! E arrivare a capire che questa era la mia strada è stato forse il percorso più doloroso e accidentato. Certo..ci sono voluti quattro mesi di reclusione in un castello assassino, una guerra civile e una guerra santa, ma alla fine l'abbiamo schiodata." Sorrise tra sé e sé, inumidendosi le labbra prima di proseguire. "E se adesso siamo qui a ridere e scherzare è solo perché a un certo punto siamo stati costretti a mettere da parte tutte quelle idiozie che ci dividevano dall'interno per costruire qualcosa che ne valesse la pena, qualcosa che facesse la differenza." Si interruppe ancora, giusto il tempo di riordinare le idee, passandosi velocemente una mano tra i capelli. "Lo Shame.." scosse appena il capo, con noncuranza "..è arido. Un fenomeno disgregativo che mira ad abbrutire le proprie vittime. Ma io personalmente, oggi, ho deciso di vederlo come un'opportunità, e invito tutti a fare lo stesso. Non importa quale sfida vi mandi: avete sempre una scelta. Forse non ovvia, forse non semplice, forse scomoda, ma comunque una scelta. E le scelte che facciamo ci definiscono - si tratti del lavoro che vediamo nel nostro futuro o di quelle piccole decisioni quotidiane nei confronti di noi stessi e del prossimo. Io ho scelto di non essere ne' vittima ne' carnefice. Quindi sarò io a lanciarvi una sfida - una che siete liberi di accettare o meno: siate sinceri, restate uniti, e se qui in mezzo c'è qualcuno con cui avete conti in sospeso.." il suo sguardo vagò nella folla, posandosi infine su Nathan Douglas "..stringetegli la mano e chiedetegli di mettere quelle divergenze da parte, perché nelle differenze potreste trovare un'opportunità." Sorrise, scansandosi la bacchetta dal collo per mimare un grazie sulle labbra prima di scendere con un saltello dalla panca. Si prese giusto il tempo di digitare un veloce messaggio nei dm di instagram, diretto alla pagina dello Shame: « Su una cosa hai pienamente ragione: l'umiltà non mi ha mai contraddistinto ;) » E fatto ciò si diresse a passo sicuro verso Nathan Douglas. Con le labbra strette e il mento sollevato, lo fissò per qualche istante prima di allungargli una mano. "Non mi sono dimenticato di ciò che hai fatto per uscire dal lockdown. I motivi per cui l'hai fatto non mi interessano, ma ciò non cambia che oggi siamo tutti qui anche grazie a te."


     
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