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    Slytherin pride

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    La caccia ai GRAMO era cominciata ormai da tempo, e Mun, in questo doveva dirsi spesso e volentieri indietro rispetto ai propri compagni. Così, per recuperare, aveva deciso di offrire le sue competenze per il tutoraggio. I suoi Mago eccelsi in pozioni si erano rivelati un ottimo alleato; seppur fosse fuori dal suo campo di studio, il professore di Pozioni le aveva permesso di perpetrare le sue conoscenze ai più piccoli. Aveva attirato la furia di non pochi studenti, tra cui alcuni di dipartimenti decisamente più affini. Ma in fondo, fino a pochi giorni prima, gli incriminati avevano avuto ben poche leve contro la piccola Carrow che, come tutti gli altri aveva partecipato al bando aggiudicandosi il posto dopo un compito scritto e pratico di tutto rispetto. Pozioni era sempre stata una delle sue materie preferite; sin dai tempi della scuola, Mun tendeva a essere in anticipo di molto con le lezioni rispetto ai suoi compagni, cosa che le aveva dato modo di aggiudicarsi già ai tempi il ruolo di tutor dei propri compagni. In fondo era così che la sua sfera di interesse era anche andata a collidere nuovamente con quella del suo attuale futuro marito. Le faceva ancora strano, attraversare quei corridoi, lasciarsi coinvolgere dai mille ricordi di tempo non poi così lontani e realizzare contemporaneamente di essere ormai a uno stadio decisamente diverso della propria vita. Uno che molti dei suoi amici e compagni non riuscivano nemmeno a concepire. Quel giorno tuttavia, Mun avrebbe scoperto quanto poco erano in fondo cambiate le cose. Giunta di fronte all'aula leggermente in ritardo dopo l'inizio della lezione del corso avanzato per i ragazzi del settimo, la Serpeverde si ritrovò di fronte a uno spettacolo osceno. Nella bacheca di pozioni, sopra tutti gli annunci che il professore solleva inserire, c'era un'enorme foto in bianco e nero. La sua foto. Quella che ormai circolava per il campus da un paio di giorni. La scia di pergamene tuttavia sembra perpatrarsi oltre, fino a giungere all'entrata nella sala comune Serpeverde la cui entrata è stata completamente tappezzata della stessa. In uno scatto di rabbia Mun inizia a strappare tutti quei fogli dandoli alle fiamme con un controllato incendio prima di seguire al ritroso la scia di foto fino alla porta dell'aula. Chissà quanti nelle ultime ore l'hanno vista. Persino ai ragazzi che dovrei insegnare. Come farò a guadagnarmi il loro rispetto. Ma entrando nell'aula si rende conto di trovarsi di fronte a uno scenario ben diverso da quello prospettato. Non ci sono gli studenti dell'ultimo anno bensì tre collegiali che l'attendono con un ampio sorriso sulla faccia. « Ragazzi.. » Asserisce col solito gelo stringendo i pugni. A Mun non serve molto per comprendere come vanno quelle cose. Lo ha visti durante l'esame di assegnazione del bando. Questa vergogna è opera vostra. « Ti è piaciuta la nostra sorpresa Carrow? Sai, sei davvero carina. Non me ne ero mai accorto di quanto tu fossi.. » Da burlone a viscido il passo e breve, e con quell'espressione, l'ex Serpeverde sorpassa la linea con una facilità inedita. « Ho visto mosse decisamente più.. intelligenti? » A quel punto si guarda attorno con una nota di indifferenza. Mun è nota per non dare soddisfazione, a maggior ragione in situazioni di quel tipo che la mettono a nudo - letteralmente.« Ora siete soddisfatti? Vi fa sentire almeno un po' più forti? » « No. Non proprio. Vogliamo che tu e Potter rinunciate al tutoraggio. » A questo punto Mun scoppia a ridere. « Mi pare che avete già esaurito i colpi in canna per costringermi a indietreggiare. E comunque io non decido per Potter. Parlatene con lui. » Si stringe nelle spalle con naturalezza sorridendo loro con un che di affilato. « Eh no, ormai è chiaro che è lui a decidere per te. » « Lo chiamavano il femminista padre padrone. » Un boato di risate prima che l'unica ragazza nel gruppo faccia un passo avanti. « Lo sai che il meglio deve ancora venire, vero? Stai in campana Carrow. Lo Shame non è l'unica cosa da cui devi guardarti le spalle. Quelli come me sono abbastanza stanchi di voi celebrità; sempre pronti a soffiare a chiunque ogni opportunità solo perché.. beh.. Potter e la Carrow sono degni di trattamenti speciali. » Pausa. « Le gerarchie stanno cambiando Amunet, e tu non sei più nessuno - dalle stelle alle stalle, principessa, per te il passo è breve. » Fu l'ultima battuta prima che i tre abbandonassero l'aula sotto lo sguardo incredulo e a tratti divertito di Mun.
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    Non siamo più a scuola, cazzo. Vorrebbe dirlo a voce alta ma Mun sa bene che la vendetta è un piatto che va servito freddo. E quindi, con il tipico ghiaccio negli occhi che la contraddistingue li lascia abbandonare l'aula tra risate e sghignazzi. Non le sfugge nemmeno l'ultima occhiata che uno dei tre le riserva, analizzando dalla testa ai piedi come carne da macello. Esiste un ufficio apposito contro questo tipo di situazioni, esiste lo psicologo. Hogwarts offre tante possibilità per denunciare simili spiacevoli eventi, ma Mun sui bulli si è affatto le ossa a sufficienza da sapere che fare la spia non servirà a nulla. Deve riaffermare se stessa. Ricorda loro che una Carrow non piega mai la testa di fronte a nulla e riesce a uscirsene vincente persino dalle situazioni più sconveniente. A quel punto nota sulla cattedra un foglio di pergamena a lei indirizzato. Cita a caratteri eleganti: "Gentile signorina Carrow, per cause di forza maggiore sono stato costretto ad annullare la lezione di oggi pomeriggio. Tuttavia ho conato lei e il signor Eyre lasciandovi i materiali necessari per occuparci della prossima lezione. Buon lavoro! Cordialmente" eccetera eccetera. A quel punto sbuffa piuttosto infastidita; passare una serata a compilare schede e preparare materiali per una lezione che avrebbe già dovuto svolgere, non era nei suoi piani. Alza infine gli occhi al cielo e controlla l'orologio al polso, constatando che ne avrà per le lunghe. Decide quindi di non aspettare il compagni e sedendosi al solito posto tra i primi banchi che occupava ai tempi della scuola, attirando a sé le schede sugli ingredienti delle pozioni da assegnare ai ragazzi. Solleva lo sguardo solo quando una seconda presenza nell'aula attira la sua attenzione. Sei in ritardo. Vorrebbe dire, ma a dirla tutta, che una persona in meno ha assistito allo spettacolo di prima, può solo che renderla lieta. « Sei Landon.. Eyre? » Gli chiede abbandonando la piuma sul banco incrociando le braccia al peto per un istante. « Oggi il professore non c'è; ci ha chiesto di lavorare sulla prossima lezione. » Gli indica la pergamena a loro indirizzata rimasta sulla cattedra, con ancora un'aria insofferente. A quel punto vorrebbe solo essere a casa, con Albus e i bambini, non in mezzo a una scuola piena di serpi in seno. Una parte di sé prova vergogna, e una certa nota di disappunto verso il suo stesso sentirsi così schifosamente colpevole. Non ho fatto nulla di male, nulla di innaturale. E' solo che alcune cose dovrebbero restare private. Eppure, in quel caso, private non lo erano rimaste, e l'intero campus, attorno al quale era girata la notizia del suo avere una vita sessuale, con un ragazza che oltretutto stava per sposare, ora sentiva il bisogno di farglielo notare. Si sentivano in diritto di sindacare su qualcosa che in fondo tutti facevano, o che tutti avrebbero voluto e dovuto fare. Ecco qual era il vero scandalo; il vero scandalo è che ci si sente ancora in dovere di sentirsi scandalizzati. « Sempre che tu non preferisca fare altro. » Pausa. « Lo capirei. » In fondo non si sa mai quando lo Shame colpirà di nuovo, e a quanto pare ama tenermi d'occhio. Non aggiunge altro. Non ha intenzione di mostrarsi ferita oppure oltraggiata di fronte a un completo estraneo. « Che cosa studi? »



     
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  2. crazy&genius
         
     
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    « Non ce la posso fare » sdraiato supino a braccia spalancate sul pavimento, Landon si sentiva il tessuto muscolare pari a quello di un insetto calpestato più volte dalla suola prepotente della scarpa di una qualche ragazza disgustata alla sua vista. Non era stata un'ottima idea quella di passare la nottata al bar a buttare giù drink come se fossero acqua naturale delle Alpi svizzere, ma diavolo, di weekend ce n'era solo uno, giusto? Be', nella settimana, si intende. Così l'ex-Corvonero aveva preferito uccidersi stomaco e fegato a suon di shottini di tequila bum bum e mal di testa mattiniero da post-sbronza ultra potente tipo clava conficcata nel lobo frontale, pur di godersi appieno le gioie che solo uno studente del college nel fiore degli anni poteva permettersi di fare nel fine settimana. « Bevi questo che ti passa » Jared poggiò un bicchiere accanto al corpo inerte del giovane Eyre con un ghigno, mentre quest'ultimo rimaneva immobile a fissare il vuoto. « Devo imboccarti? » e dicevano che i Tassi erano quelli gentili. Con la fatica di un centonovant'enne, Landon si alzò sui gomiti scrutando diffidente l'intruglio verdastro, indeciso. « Sembra tu abbia frullato bubotuberi e bruchi là dentro » constatò tornando a sdraiarsi dopo essersi avvicinato la bevanda al naso. « Non avevi da fare una cosa per Pozioni? » ed eccola lì, la formulina magica. Come percorso da una scossa elettrica, il ragazzo si rizzò dolorante afferrando il bicchiere e portandoselo alle labbra con gli occhi serrati, per poi ingurgitare il liquido con gemiti lamentosi. « Un bruco sarebbe stato meglio » brontolò massaggiandosi le tempie prima di sollevarsi e barcollare qualche istante sulle gambe malferme. « Su, puzzi da far schifo, vatti a lavare e vedrai che starai 'na meraviglia dopo » camminando a passi strascicati, il Bronzo-Blu si chiuse la porta del bagno alle spalle, non prima di mormorare un « Grazie, mami » al compagno di stanza che ancora lo fissava con sguardo beffardo. Non lo avrebbe mai ammesso, ma senza il Tassorosso probabilmente sarebbe finito nel cestino dei rifiuti di Notturn Alley o nella stiva di un aereo di sola andata diretto in Messico, o a fare da gerente di battaglie clandestine tra snasi. Non era una persona che amava particolarmente sentirsi grata delle persone che lo circondavano ed evitava di precludersi ironiche critiche nei confronti del compagno, verso la sua Casata o in direzione dei suoi studi -storia dell'arte, puah!- ma sotto sotto Landon era riconoscente delle attenzioni e delle premuore che il Giallo-Nero gli offriva senza fargli mai pesare i suoi comportamenti, rappresentando una sorta di angelo custode/nonna affettuosa che gestiva il lato più irresponsabile del Corvo tappando i buchi e cucendo gli strappi provocati dalla sua personalità burrascosa e a tratti infantile. Era una delle rare persone che aveva imparato a non farsi aspettative su di lui o attendere ricompense di qualsiasi genere, restando una presenza fissa a cui attingere come ad una fonte inestinguibile di bontà gratuita.
    Cosa che, come già esplicitato, non avrebbe in nessun caso riconosciuto al benevolo Tasso: « Quel coso lascia un gusto di marcio in bocca » fu tutto ciò che disse uscito dalla doccia, senza far cenno alla sparizione del dolore lancinante alla testa o del rinvigorimento dei muscoli delle gambe. « Ti faccio vedere io come si fa dalle nostre parti » bottiglia di bourbon in mano, tappo svitato con un colpo di pollice e giù un sorso a fiato, terminato con un occhiolino in direzione del compagno. « Creperai per colpa di quella roba » gli rispose l'altro, senza più il luccichio scherzoso ad illuminargli gli occhi. « Forse, ma ne sarà valsa la pena » prese la borsa con gli appunti e il materiale di Pozioni dopo aver fatto spallucce con noncuranza. L'insegnante gli aveva inviato un gufo qualche ora prima annunciandogli che non ci sarebbe stata alcuna lezione, ma che in ogni caso avrebbe dovuto preparare quella successiva in compagnia di un'altra studentessa. Meglio così: per quanto la bevanda magica di Jared avesse avuto effetti miracolosi, la sua reattività non era nel suo stato migliore, e affrontare due classi del settimo anno sarebbe stata un'impresa a dir poco titanica.

    Camminando a passo di lumaca, scese le rampe di scale -quante sono? Seicento? Duemila?- fino a penetrare nelle profondità dei sotterranei di Hogwarts, contento di essersi proposto per una lezione svolta in un luogo essenzialmente buio e non all'aria aperta sotto il sole accecante. Entrato nell'aula, lanciò un'occhiata in direzione della compagna, senza scusarsi per il ritardo. « Cia-oh. » davanti a lui Amunet Carrow, una ragazza tanto sconosciuta da lui quanto ben popolare per il suo cellulare. Ricordava perfettamente quando, seduto dietro il bancone del Ghirigoro, l'oggetto si era illuminato annunciando una notifica da parte di quella stramberia del DYD, che con pigra svogliatezza aveva aperto e poi subito nascosto sotto il mobile per non far vedere il contenuto ad un eventuale cliente situato magari dietro di lui. Una fotografia non proprio innocente quella che il Corvonero si era premurato di eliminare nell'immediato con attonito stupore, domandandosi come diavolo fosse giunta a lui prima di archiviare l'accaduto nel dimenticatoio. In fin dei conti non erano fatti suoi, e il darsi al gossip sfrenato non era certamente parte della sua natura. Per questo motivo, dopo l'iniziale sorpresa, il suo sguardo sorvolò la sua figura ritornando alla classica apatia. « Sei Landon.. Eyre? » purtroppo per te, sì. « Il solo » le rispose con semplicità, disponendo sul banco i fogli e i libri, senza ancora guardarla. « Oggi il professore non c'è; ci ha chiesto di lavorare sulla prossima lezione. » be' sarebbe potuto essere peggio. In fondo, meglio starsene chiusi in un luogo silenzioso piuttosto che raccattare merda di vermicoli con un rastrello, no? « Sì, mi è arrivato il gufo » mormorò, estraendo questa volta una piuma ammaccata e la boccetta d'inchiostro del Tassorosso, presa chiaramente senza chiedergli il permesso. « Sempre che tu non preferisca fare altro. » per quanto passare la giornata a letto in hangover fosse allettante, il Bronzo-Blu non sarebbe mai venuto meno ai suoi doveri; in effetti questo era probabilmente l'unico lato positivo in quello che di norma sarebbe un comportamento totalmente da ragazzino irresponsabile. « Lo capirei. » fu in quel momento che gli occhi corvini del giovane Eyre si sollevarono posandosi in quelli di Amunet con fermezza, certo che la collegiale non alludesse semplicemente al dover lavorare in un buco umidiccio su lezioni per pivelli dell'ultimo anno. Impassibile, continuò ad osservarla, aprendo le labbra per fare il primo ed ultimo commento su quella storia scabrosa, giusto per metterle il cuore in pace. « Sinceramente, non me ne frega un accidente di quello che fa la gente, quindi va bene così » tu, il tuo ragazzo, lo Shame. E doveva credergli, perché per lui i problemi scivolavano sulla pelle come olio; niente resta irrisolto, tutto passa.
    « Che cosa studi? » tornò a fissare le venature del banco in legno, sedendosi poco aggraziatamente. « Ricerca e sviluppo magici. Hai in mente, nuovi incantesimi e pozioni, robe così... E tu? »


    Edited by crazy&genius - 23/3/2019, 14:05
     
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