{CHAPTER THIRTEEN} WATCHER//PLAYER

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    "Sono degli incompetenti. Non hanno risolto ancora niente." Digita nervosamente sulla tastiera del cellulare nella chat con gli altri Senior, mentre osserva i due spaesatissimi Spezzaincantesimi destreggiarsi di fronte alle clessidre. Il prossimo passo è vedere di nuovo armature statue impazzite in giro per i corridoi. Alla fine è rimasta a scuola per tutta la notte. I capelli sfatti, ancora i vestiti del giorno prima e la faccia smorta dalla noia e dallo scompenso. « Morgenstern, vattene a casa. Ci pensiamo noi. » A rivolgerlesi è il direttore amministrativo, nuova figura che si è resa necessaria a Hogwarts con l'avvento del college per coordinare tutte le attività. Era a Jenkins che i Senior si rivolgevano per risolvere minuzie quali bagni rotti, docce difettose e mancanza di carta igienica in questo e quell'altro bagno. Il loro lavoro di rappresentanza era tornato a fungere da messaggeri tra una sponda e un altra, come da tradizione. Hogwarts, seppur rinnovata, era tornata a una forma di stabilità che continuava la sua antica tradizione. « A me pare che non ci state pensando più di tanto. » Risponde con un certo acidume. Inizialmente aveva preso tutta quella faccenda sotto gamba, ma man mano che le ore passavano, ricevendo sempre più messaggi indignati da parte di studenti di Hogwarts e universitari, si era resa conto che quella situazione avrebbe dato ai Senior così come ai Caposcuola e ai Prefetti più problemi di quanto si sarebbe immaginata. Tutti pensavano al proprio orticello, finché lo stesso non veniva toccato direttamente. E i punti erano una faccenda comune, qualcosa a cui tutti contribuivano per l'onore della propria casata. « Resta il fatto che a quest'ora non dovresti più essere qui. Non rientra nelle tue responsabilità. » Ah la vuoi mettere così eh? Non c'è cosa peggiore che dire a una Beatrice Morgenstern quali sono o non sono le sue responsabilità. « Beh.. signor direttore amministrativo, con tutto il rispetto ma la mia responsabilità e quella dei miei compagni è assicurarci che tutto procede per il meglio. Questa situazione non procede per il meglio quindi se non le dispiace, credo che resterò qui a supervisionare il lavoro incompetente dei suoi incompetenti collaboratori. » Avere quasi vent'anni e zero peli sulla lingua. Sentirsi in un certo qual modo spodestati e spogliati di un'autorità che fino a pochi mesi fa superava di molto la supervisione di un imprevisto stupido come quello delle clessidre. « Morgenstern, stai un tantino superando il limite. Hogwarts non è il salotto di casa tua o dei tuoi compagni quindi quando torno sarà meglio che non ti trovi più in giro o quei punti non li rivedi più. » Resta di sasso mentre osserva Jenkins girare i tacchi lasciandola lì in mezzo alla sala grande fumante di rabbia e con l'orgoglio ferito. Da mandante della ribellione a ragazzina insubordinata il passo è breve; e Beatrice si sente trattata proprio così: come una ragazzina che punta dispettosamente i piedi quando tutto ciò che vuole è ciò che tutti loro hanno chiesto a gran voce durante i tavoli degli accordi al Ministero a settembre. Che cosa ne è stato della serenità in uno spazio atto a formare giovani menti bla bla bla. Stroncata di netto, afferra la tazzona di caffè che gli elfi in cucina le hanno gentilmente fornito, ed esce dalla sala grande. Passa le prossime ore nell'ufficio di Holden a lamentarsi di quanto poco consono sia quel comportamento. Trattata come una dilettante del quarto anno capisci? Ti pare normale? Non riesce a capire se il fratello prende sin troppo sul serio la sua indignazione o se al contrario le sta dando man forte con un certo scetticismo, ma il punto non è nemmeno quello. Il punto è che in fondo in fondo, forse Beatrice si rende conto di mortificare a sua volta l'orgoglio e l'esperienza di molte persone; la sua giovane età le offre poco credito, e così chiunque pensi di avere un tantino più autorità dovuta all'età quel suo improvviso slancio, così come di tutti gli altri sopravvissuti, tenta di sgonfiarlo ormai da mesi, nella speranza di ristabilire un ordine delle gerarchie simile a quello pre-lockdown.

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    Alla fine, mentre gli Spezzaincantesimi portavano via le clessidre per occuparsene in piena tranquillità in un'altra area del castello, i Senior optarono per un'assemblea aperta per calmare gli spiriti e assicurare tutti che le notizie diffuse in rete durante la notte non erano altro che menzogne. Ciascuno aveva fatto del proprio meglio per diffondere il più possibile la notizia tanto tra i collegiali quanto tra i più piccoli, coinvolgendo anche i docenti responsabili delle casate e tutti i professori che potessero darne notizia. All'ora di pranzo la più vasta platea possibile che aveva in una qualche maniera tangenze con la scuola e il college era stata avvisata dell'assemblea aperta. Tris non aveva potuto fare a meno di notare che nel corso della mattinata nuovi commenti e lamentele si erano diffuse in rete. Tutto era stato ingrandito e sparso fino a diventare virale. Non a caso, più e più volte durante le prime ore del mattino si era sentita dare alle spalle della sporca traditrice. "E' in combutta con Watson.. stanno insieme. E' tutto così logico!" Probabilmente tutti loro si erano trovati in situazioni simili; diverse ipotesi sul perché i Senior avessero tradito le rispettive casate, erano corse di qua e di là, lasciando pochi spazi all'interpretazione di chi potesse aver portato a una simile catastrofe sociale - come definita dallo stesso Shame. A quel punto persino Tris era giunta alla conclusione che si trattava di più di una ragazzata. I suoi compagni Senior l'avevano molto fatta riflettere durante le prime ore del mattino, tanto sulla questione etica che poneva l'esistenza dello Shame, quanto le sue effettive risorse. Quelle clessidre sono magia antica; le parole di Olivander riecheggiano nella sua testa mentre, seduta in disparte al tavolo degli insegnanti beve il suo ennesimo caffè. A quel punto stanno tutti attendendo l'ora di pranzo. L'assemblea è stata fissata per le 12. A quel punto tutti si sono già riuniti in un angoletto e attendono più o meno silenziosamente l'arrivo del popolo affamato. Beatrice sorseggia nervosamente il proprio caffè mentre osserva le prime facce più o meno note, entrare in sala grande. Sorride leggermente a Olympia, mentre rimette sotto i suoi occhi la lista delle ultime lamentele riguardo i dormitori al settimo piano così come quelle degli alloggi.« Giusto nel caso in cui dovessero lamentarsi della nostra inutilità. » Ed era davvero lunga la lista delle richieste. Sembrava proprio che i loro compagni non erano mai sufficientemente contenti. Più manuali di storia in biblioteca, allungare l'orario della caffetteria giù al campus, predisporre un angolo caffetteria nella sala comune per gli studenti prossimi agli esami che volessero restare svegli a studiare fino a tardi e così via. Infine posa la testa contro la spalla di Percy alla sua destra; anche lui sembra intento nel preparare le sue armi migliori. Beatrice dal canto suo vorrebbe solo dormire, ma è consapevole di doversi togliere dalla testa il letto a baldacchino della loro stanza su a Inverness. Si abbandona a un lungo sbadiglio, mentre si stiracchia appena, per poi allungare lo sguardo verso i fogli che il ragazzo ha di fronte. « Spero che quelli non sono gli appunti sul post da fare su Instagram su quanto avanti siano i Serpeverde rispetto a tutti gli altri.. » Solleva un sopracciglio rivolgendo un'occhiata di sdegno in direzione di Douglas poco più in là. « A proposito, gran bella mossa, Douglas. Una frecciata da prima elementare.. » Che ti verrà ripagata con gli interessi. « Hashtag mosse politiche da dilettanti. » Si stringe nelle spalle a quel punto. « Hashtag utilissima. Hashtag la tregua è agli sgoccioli. » Hashtag breve promemoria.

    Benvenuti a tutti!
    Come da regolamento GRAMO, questa è un'assemblea studentessa che dà il diritto a 10 punti GRAMO validi al superamento del primo anno scolastico.
    La role si articolerà in 3 turni che dureranno circa una settimana. [Il primo di arrivo e/o saluti e/o quello che volete - i prossimi due dei problemi che ci hanno portato a riunirci qui]
    Per il conseguimento dei 10 GRAMO ciascun pg dovrà postare in ciascun turno.
    L'assemblea è stata chiesta dai Senior sulla scia di quanto accaduto con i punti delle casate [click]. Tutti sono stati contattati, e avvisati, tramite gufo, con un avviso in sala comune o nei dormitori e anche via whatsapp. La voce è corsa abbastanza in fretta tanto nel castello quanto nel campus. Le clessidre attualmente sono state portate via dagli Spezzaincantesimi quindi non sono presenti in Sala Grande. L'assemblea si svolge alle 12, un'ora prima del canonico pranzo.
    Sono invitati a partecipare tutti i collegiali, gli studenti di Hogwarts, i professori e chiunque ha tangenze di qualsivoglia natura con il college. Agli studenti che volessero partecipare, verranno assegnati a loro volta dieci punti che concorreranno alla coppa delle case, seguendo la stessa regola di almeno un post per ciascun turno.
    Non c'è un effettivo numero di post massimo (potete farne anche più di uno per ciascun turno - se volete farne più di tre, siete liberissimi di farlo)
    SCADENZA: 22 marzo


    Interagito con Olympia, Percy e Nate;
    Nominato Greg e in generale un po' tutta la banda dei #godfathers;




    Edited by {LAST HORCRUX} - 21/2/2021, 12:06
     
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    « Con tutto il rispetto, ma continuo a non capire per quale motivo non si possa trovare una soluzione temporanea per questa cosa. » Jenkins sorseggia il proprio tè con una certa disinvoltura, lo sguardo che scivola oziosamente dalle figure di Nate e Percy ad una serie di scartoffie che tiene sulla propria scrivania, e che senza dubbio non hanno nulla a che fare con la faccenda delle clessidre. Fin'ora l'uomo ha concesso ai due senior probabilmente il minimo dell'attenzione possibile, ascoltando a tratti le loro rimostranze e rispondendo a monosillabi, con aria vagamente annoiata. Alla fine, dopo lunghe giornate di importuni programmati, l'ultimo colloquio con il direttore amministrativo del college è toccato ai due studenti di Magisprudenza: un po' perché i più convincenti del gruppo, un po' perché i più interessati a questo aspetto nello specifico. I Serpeverde, orgogliosi e aggressivi fino alla fine, di certo non hanno intenzione di abbandonare, oltre al loro primato tra le clessidre, l'opportunità di raccogliere altri punti nelle settimane successive.
    Finalmente, dopo l'ennesimo richiamo dei due ragazzi, sebbene visibilmente scocciato, pare prenderli un po' più in considerazione. « Mi spiace, ragazzi. Ho le mani legate. Da regolamento scolastico i punti vengono indicati dalle clessidre. Non esiste un sistema alternativo. » E se anche esistesse, dice il suo sguardo infastidito, non mi prodigherei particolarmente per venirvi incontro. Che lui e gli altri sette Senior abbiano assillato l'uomo, nel corso delle ultime quarantott'ore, è senza dubbio un eufemismo. Ma nessuno di loro sembra ritenere quell'accerchiamento serrato qualcosa di esagerato: non se si considerano le circostanze. E Jenkins, forse perché appartenente ad un'altra generazione di studenti di Hogwarts, meno competitiva e accorata, forse perché Tassorosso, e quindi segretamente compiaciuto dai sorprendenti risvolti degli ultimi avvenimenti, non sembra voler cogliere l'importanza che per tutti loro ha la Coppa delle Case.
    « Gli Spezzaincantesimi hanno portato via le clessidre. » Nathan sospira, sollevando per un istante lo sguardo verso il soffitto della stanza, costretto a ripetere a se stesso di mantenere la calma. « Lasciando perdere il fatto che, per adesso, il punteggio segnato lì non corrisponde al conto effettivo, come dovremmo muoverci nelle prossime settimane? Come verranno assegnati i punti? Dove verranno segnati? » Allarga le braccia, sollevando entrambe le sopracciglia, l'espressione visibilmente esasperata.
    « Ma lei con la Preside ci ha parlato, per lo meno? »
    « Certo. Certo che ci ho parlato. » Nate e Percy, in piedi di fronte alla scrivania dell'uomo, si scambiano uno sguardo d'intesa, senza dire nulla. Poi tornano a guardarlo, in attesa. Incalzanti e assetati di risposte. « E mi ha rassicurato che presto si sistemerà tutto. » E se Nate Douglas e Percy Watson non fossero due ragazzi a modo, beneducati e attenti alle cortesie, probabilmente in questo momento urlerebbero. Un po' per la frustrazione, un po' per la stanchezza di due giorni devastanti, un po' perché sentirsi rassicurare, dalla stessa persona, per la cinquantesima volta in due giorni, che presto si sistemerà tutto, non è per niente rassicurante. Eppure, inspiegabilmente, i due giovani riescono a mantenere il loro contegno e annuire, con aria condiscendente.
    « E quindi? »
    « E quindi cosa? »
    « E quindi con i punti come facciamo? »
    « Aspettate. »
    « Aspettiamo? »
    « Aspettate. »
    « Ma dobbiamo... Segnarli da qualche parte, per lo meno. Gli Spezzaincantesimi potrebbero metterci settimane, se non di più. Non sembrava una questione da nulla. » Jenkins annuisce, convinto, ma questa volta non risponde, e piuttosto abbassa lo sguardo sulle proprie scartoffie. Hanno perso la sua attenzione. Nathan sospira, pesantemente. « Se non esiste un sistema alternativo, come dovremmo muoverci? Non si aspetterà mica che prendiamo carta e penna alla babbana. »
    L'uomo solleva rapidamente lo sguardo, inarcando un sopracciglio. « Ecco, quella potrebbe essere una soluzione. Anche se la questione è ostica. Non c'è modo di sapere se i punti delle prossime settimane verranno poi conteggiati dalle clessidre, che ora sono fuori dal territorio scolastico e non più soggette all'incantesimo. Dipende tutto da quello che segneranno una volta sistemate. »
    « Quindi anche scrivere i punteggi in autonomia potrebbe essere inutile in ogni caso? » L'uomo annuisce, ed il Serpeverde sbuffa in una risata nervosa, guardando Percy. Vallo a dire a quel branco di assatanati. Siamo fottuti. « Meraviglioso. »


    « È stato più facile farsi dare una seconda bacchetta da Edmund Kingsley nel periodo delle confische, piuttosto che cercare di far dire qualcosa di sensato a quest'uomo. » Nate sbuffa pesantemente, cadendo sulla grande sedia del Preside, al tavolo degli insegnanti. Gli occhi chiari vagano per un istante appena sulla Sala Grande, che sta già iniziando ad affollarsi di studenti interessati all'assemblea indetta per la piccola emergenza. Si volta poi verso Greg, alla propria sinistra, e rotea gli occhi al cielo, scuotendo leggermente la testa, come a volergli comunicare la sua esasperazione circa quella situazione. Sono tutti un po' stanchi e annoiati dalle circostanze: hanno fatto il possibile negli ultimi due giorni, unendo le forze, ma nemmeno le loro fatiche sono state in grado di risolvere la questione. Rivolge un rapido cenno di saluto agli altri compagni, e in particolar modo Julian ed Eleanor: per quanto ormai metà della scuola sia convinta che i due siano i veri artefici dello scherzetto dello Shame, agli occhi di Nate è chiaro come ciò sia del tutto impossibile. Prima di tutto, perché non li ritiene capaci di magia così avanzata; e, in secondo luogo, sa perfettamente che questa situazione sta compromettendo la reputazione della casata giallo-nero più di qualunque altra. E, per quanto il giovane Douglas non abbia un'alta stima delle capacità dei Tassorosso, non li ritiene così stupidi da autosabotarsi in questo modo.
    Sta ricontrollando gli appunti presi all'incontro con Jenkins, quando la voce squillante quanto fastidiosa di Beatrice Morgenstern lo distrae.
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    « Spero che quelli non sono gli appunti sul post da fare su Instagram su quanto avanti siano i Serpeverde rispetto a tutti gli altri.. A proposito, gran bella mossa, Douglas. Una frecciata da prima elementare.. Hashtag mosse politiche da dilettanti. Hashtag utilissima. Hashtag la tregua è agli sgoccioli. »
    Nate spalanca gli occhi chiari e aggrotta le sopracciglia, quasi sconcertato da quella reazione, ai suoi occhi decisamente esagerata e fuori misura. Guarda Percy, un accenno di sorriso sulle labbra, come a voler dire "Ma fa sul serio?". Scuote leggermente la testa, tornando a guardare la Grifondoro. « Frecciata? Ma quale frecciata? Ti hanno insegnato a leggere, Morgenstern? Ho scritto che la colpa non è di nessuno di noi, e che ne verremo a capo insieme. Dove la vedresti la coltellata alle spalle? Perché ho ribadito che Serpeverde sta in testa? Scusa se è un dato di fatto. Non mi sembra un delitto voler rassicurare i miei concasata che, in un modo o nell'altro riavremo quei punti. » Si stringe nelle spalle, con semplicità, pronto a lasciar cadere quella discussione. Sono lì per fare qualcosa tutti insieme, e di certo non è quello il momento di alimentare scaramucce da quinta elementare - cosa che chiaramente Beatrice ha voglia di fare. « Cooomunque - dice, allineando i fogli che gli stanno davanti sulla scrivania, e alzando leggermente la voce, per farsi udire dagli altri senior presenti al tavolo, così da catturare l'attenzione di tutti - io e Percy abbiamo finito di parlare con Jenkins poco fa. La questione non è delle più rosee. » Si schiarisce la voce, per poi raccontare il più sinteticamente possibile il contenuto della conversazione avuta con l'uomo: e di come, per le settimane successive, sarà impossibile per tutte le casate tenere il conto dei punti collezionati. In poche parole, una tragedia da riferire ad un branco di studenti arrabbiati e delusi. « ...E questo è quanto. Personalmente, per quando daremo questa notizia, suggerisco di castare un sortilegio scudo tra noi e loro... » indica rapidamente la folla che si sta accalcando oltre il grande tavolo degli insegnanti, alla base dei pochi scalini che li sopraelevano rispetto ai loro compagni. Si stringe nelle spalle, un mezzo sorriso divertito che però lascia le sue labbra piene, mostrando i denti bianchi. « Non si sa mai. »

    [spoiler_tag][/spoiler_tag]
    Interagito con Percy, Greg, Tris





    Edited by on the edge‚ - 15/3/2019, 22:49
     
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    Non appena il gufo lascia sul davanzale della sua finestra l'annuncio dell'assemblea, Fitz alza gli occhi al cielo e sbuffa. Siamo alle solite, conclude mentalmente sentendosi già scocciato da tutta quella situazione. Che non sia mai stato particolarmente interessato dall'andamento dei punti e dal destino della coppa delle case era poco ma sicuro. E' sempre stato così; sin dai tempi della scuola, mentre i suoi compagni si faceva la guerra come cavallette, il giovane Gauthier preferiva di gran lunga pensare ad altro, dedicare il suo tempo a questioni più importanti. Che fosse competitivo a modo suo era poco ma sicuro, ma Fitz era probabilmente la persona che meno al mondo dava soddisfazione alle sue controparti per questioni così futili. Veder fluttuare sopra la sua testa i vessilli blu argento a discapito degli altri alla fine dell'anno, non sembrava cambiargli poi molto. Non sortiva di certo l'effetto che gli stessi fondatori di Hogwarts si sarebbe aspettati. Era mezzucci; ecco perché non vi si piegava. Un modo davvero idiota per tentare di istillare nel prossimo la voglia di fare. Le cose dovrebbero essere fatte perché si ha davvero obbligati di fare, non perché vincolati da una qualunque forma di cieca lealtà verso i propri compagni. O peggio ancora perché intimoriti da cosa quest'ultimi potrebbero farti se dovessi remare contro. Non conformista fino all'ultimo, aveva persino pensato di disertare quell'incontro, ma poi, colto da un'improvvisa ispirazione, si era detto che sarebbe stato un ottimo momento per portarsi a casa qualche scatto particolare. Che l'illuminazione della Sala Grande avesse il suo perché era ormai risaputo. E quindi eccolo varcare la soglia della sala grande, nel brusio di sottofondo, tra voci che istigano alla violenza contro i Senior e altre che invece si indignano per le malefatte dello Shame. Bambini o cavallette? si chiede quasi automaticamente Fitz internamente mentre scatta le prime foto, prima di remare dritto verso il tavolo degli insegnanti. Una stretta di mano a Nate e Percy, ai quali dedica un sorriso sornione. « In bocca al lupo.. prevedo cavallette agguerrite. » E guai alle cavallette di Serpeverde. Infine si dirige verso Eris e Greg. Saluta la mora con due baci sulle guance e il biondo con una stretta di mano. « Se vi serve aiuto potete contare su di me.. » Ma non troppo per piacere. Pura circostanza la sua. Greg ed Eris dovrebbero già aver imparato a conoscere Fitz a sufficienza da sapere che quando si tratta di questioni di quella portata, il giovane Gauthier semplicemente sparisce e se ne lava le mani. « Avete due facce da smorti. Ora mando qualcuno a portarvi dei caffé. Credo proprio che ne avrete bisogno. Ho sentito alcuni noti esponenti della nostra gloriosa casata fuori dalla Sala e hanno tutta l'aria di gente a cui è stata fatta una lobotomia in nottata. » Si stringe nelle spalle e dà una leggera pacca sulla spalla del moro, baciando affettuosamente i capelli di Eris. « Forza e coraggio, adesso arrivano i caffè. » E infatti trova poco dopo un corvo del quarto che schiavizza, mandandolo a uno dei carretti fuori per portare ai due quelle brodaglie a cui ormai gli studenti sono abituati.
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    Riesce a individuare Elizabeth al tavolo dei Tassorosso. Le rivolge un saluto coadiuvato di un largo sorriso prima veder poco più in là niente meno che Albus Potter. « Ed io che pensavo fossi troppo grande ormai per queste cose ridicole. » D'altronde forse lo pensavamo un po' tutti. Una stretta di mano nella direzione del ragazzo prima di abbracciarlo con due pacche sulla schiena tra una battuta e una risata. « Non troppo affettuosi tesoro. Ci tengo a non essere l'ennesimo cuore infranto nel tuo triangolo-quadrato-pentagono. » Scoppia a ridere stringendosi nelle spalle con naturalezza. Ha letto le ultime dallo shame, sbellicandosi dalle risate. « Già in crisi con la signora? Ed io che vi davo almeno sei mesi di matrimonio.. » Va beh. « Ti lascio al tuo harem, però se dopo ci sei, magari andiamo a prenderci una birra giù al campus. » Individua entrare proprio allora entrare nella Sala niente meno che Judah Carrow. Lo saluta con un veloce cenno della testa, decidendo semplicemente di sviare verso il tavolo Corvonero senza parlarci. L'invito a cena del giorno prima gli fa ancora strano. Non capisce che cosa vuole da lui e a dirla tutta una parte di sé è quasi certa di non volerlo scoprire. Scatta altre foto qua e là, sedendosi infine al tavolo dei Corvonero dove aperto un libro di poesie inizia a leggere nel brusio generale, tra cavallette che continuan a sparlare allegramente dello scandalo che sembra aver risvegliato alla vita Hogwarts. Almeno rende tutto meno noioso. Una cosa di cui era ormai certo. Tira fuori il cellulare dalla tasca e digita velocemente un messaggio sul cellulare che invia a Lyanna. "Dove sei? Te lo tengo il posto?" Ed è allora che individua la testolina bionda di Harriet al tavolo del Serpeverde. La saluta con un cenno della testa facendole cenno di avvicinarsi se ne ha voglia, ma senza scomodarsi troppo per alzarsi di nuovo. A quel punto c'è solo da attendere e impegnarsi a non alzare troppo gli occhi al cielo e/o sbuffare troppo platealmente.

    Salutati Nate, Percy, Judah e Harriet;
    Interagito con Greg, Eris e Albus;
    Nominata Betty.
    E ciaone.


     
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    Inviperito, come aggettivo per descrivere lo stato in cui Percy Watson versato, era un vero eufemismo. Vedersi sottrarre tutti i punti dal giorno alla notte era stato un colpo duro da incassare, sicuramente attutito dal fatto che anche le altre casate - con l'eccezione di Tassorosso - lo avessero ricevuto, ma non per questo meno grave. Il Serpeverde, d'altronde, aveva sempre avuto particolarmente a cuore la propria casata, al punto da avergli dato tutto se stesso per diversi anni. E adesso? Adesso tre quarti della gente lo trattava come se fosse il nemico, come se quella Caporetto fosse una responsabilità sua e dei suoi colleghi. Quanto meno nessuno di noi si è tradito a vicenda: già è difficile così, figuriamoci se ci fossimo aizzati pure gli uni contro gli altri. Così, potendo contare solo sul proprio gruppetto, i Senior si erano letteralmente fatti in quattro per cercare di risolvere la situazione nel più breve tempo possibile..solo per trovarsi ostacolati dalla noncuranza di un direttore amministrativo a cui non poteva importare di meno dei loro punti. Al che Watson non aveva potuto fare a meno di fargli gentilmente notare quanto imbarazzante dovesse essere, per lui, riconoscere che dei ragazzini gliel'avevano fatta sotto al naso e che non solo lui non fosse in grado di identificarli, ma nemmeno di risolvere la situazione da loro creata.
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    Era dunque con il fegato amaro e lo sguardo accigliato di chi è pronto a zittire la prima parola scortese che avesse udito, che il giovane Watson si era presentato all'assemblea da loro indetta. Una giornata iniziata decisamente col piede sbagliato..un po' come anche quelle che l'avevano preceduta ultimamente. Si tolse gli occhiali, pulendoli compulsivamente con lo sguardo fisso sulla platea che pian piano cominciava a popolarsi di studenti intenti a chiacchierare tra loro. Quando se li rimise sul naso, spiegò sotto i propri occhi la pergamena su cui lui e Nate avevano stilato i vari punti da trattare riguardanti la loro casata. Ovviamente la questione dei punti era la prima, mentre a seguire venivano le varie lamentele più spicciole raccolte negli ultimi tempi. Per lo più cazzate, perché in fin dei conti tutto si poteva dire tranne che Watson e Douglas non fossero bravi nello svolgere i propri compiti di Senior. Una lista non così lingua, che contava in maggior parte problematiche di semplice risoluzione come il rinnovamento di incantesimi anti-malocchio sulle scope, l'acquisto di qualche calderone in più e la gestione di piccola pratiche personali di singoli studenti. Nulla che non potesse essere messo a posto nel giro di una settimana al massimo. "In bocca al lupo.. prevedo cavallette agguerrite." Strinse la mano di Fitz, sorridendogli con una vena di stanchezza. "Lo spero bene che siano agguerrite..ma nella direzione giusta. Oggi proprio non è giornata, quindi facessero loro.." Una parola storta, una sola, mi basta quella, guarda. A quel punto, quando il capo di Tris andò a poggiarsi sulla sua spalla, il suo sorriso si fece leggermente più tranquillo. Circondò il collo della ragazza con un braccio, carezzandole appena la spalla in un moto tanto di affetto quanto mirato a infonderle un po' di coraggio per ciò che li aspettava. "Spero che quelli non sono gli appunti sul post da fare su Instagram su quanto avanti siano i Serpeverde rispetto a tutti gli altri.." Sollevò gli occhi al cielo, sbuffando appena. Inutile dire che Tris non aveva preso bene il post su instagram di Nate, leggendovi tra le righe una provocazione che forse, anche se ci fosse stata, non era poi così volontaria come si potesse credere. "Direi che ci sono preoccupazioni peggiori oggi, no?" disse, cercando senza successo di interrompere lì il discorso a riguardo. "A proposito, gran bella mossa, Douglas. Una frecciata da prima elementare..Hashtag mosse politiche da dilettanti. Hashtag utilissima. Hashtag la tregua è agli sgoccioli." "Frecciata? Ma quale frecciata? Ti hanno insegnato a leggere, Morgenstern? Ho scritto che la colpa non è di nessuno di noi, e che ne verremo a capo insieme. Dove la vedresti la coltellata alle spalle? Perché ho ribadito che Serpeverde sta in testa? Scusa se è un dato di fatto. Non mi sembra un delitto voler rassicurare i miei concasata che, in un modo o nell'altro riavremo quei punti." Alzò gli occhi al cielo, tirando un sospiro prima di passare lo sguardo da Nate a Tris, facendo scorrere l'indice nello spazio che li divideva. "Ok..questo..questa cosa qua..possiamo piantarla, per piacere? Ora come ora bisogna rimanere compatti, e sì, magari il modo in cui Nate ha messo per iscritto quel messaggio può essere stato percepito male, ma da qui ad alea iacta est ci sta il mare di mezzo. Serpeverde è indubbiamente la casata più incazzata, perché è quella che ci ha rimesso di più - su, è innegabile che fossimo in testa in quanto a punti. I nostri concasati avevano bisogno di sentirsi dire che io e Nate faremo tutto il possibile per Serpeverde, e che questo intoppo non andrà a penalizzare in alcuna maniera il duro lavoro che tutti abbiamo svolto per avere quel risultato che ci hanno tolto. Pensarla altrimenti sarebbe anche un po' ingiusto, a dirla tutta." E Percy, quando si trattava di vedere il proprio lavoro vanificato per niente più che uno scherzo di cattivo gusto, non la prendeva mai sul ridere. Come avrebbe potuto? Se la coppa delle case per alcuni altro non era che un piccolo vanto o pretesto di competizione, per lui era anche il simbolo materiale dell'impegno svolto da un certo gruppo di persone: impegno che Serpeverde ci aveva messo, e il cui premio gli era stato strappato dalle mani e dato a chi meno di tutti se l'era guadagnato. "Cooomunque - io e Percy abbiamo finito di parlare con Jenkins poco fa. La questione non è delle più rosee." annuì con una certa gravità, tirando un sospiro, aggiungendo di tanto in tanto alcuni commenti mentre Nate faceva il resoconto della situazione anche agli altri. "...E questo è quanto. Personalmente, per quando daremo questa notizia, suggerisco di castare un sortilegio scudo tra noi e loro...Non si sa mai." "..scudo da qualsiasi cosa: incantesimi e oggetti, che già ho adocchiato qualcuno con le uova."
    Interagito con Fitz, Nate e Tris


     
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    er bacchetta


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    Che Greg non avesse dormito glielo si leggeva in faccia. I suoi capelli biondi non erano perfettamente ordinati come sempre, la pelle non sprizzava quella sana luce. Al contrario, sembrava appena uscito da una discoteca dopo una notte brava e il suo viso stava iniziando a darne le prime avvisaglie. Solo il suo umore faceva capire al prossimo che stava venendo giù dalla sala comune di Corvonero e non dall'ex Pandemonium. Non che si corra il rischio che qualcuno pensi ci sia stato. Neanche sotto Imperio finirei in una bettola simile. Si era riunito con Theo proprio davanti alla grande scalinata del Salone d'ingresso ed era bastata una semplice occhiata per farle capire che non era proprio giornata. Greg Olivander era conosciuto in ogni angolo del castello per il suo sorriso, che dispensava a chiunque come fosse una benedizione, ma dopo la nottata appena trascorsa il senior non aveva nessuna voglia di ridere. « Sono nero. » si era limitato a dire, secco e tagliente, e Theo aveva capito. Avrebbe capito anche senza quel semplice, lapidario commento. Era nervoso, Olivander, talmente nervoso da aver stratificato il nervosismo su più livelli: un basilare nervosismo dovuto alla perdita delle fatiche compiute, dato che si era visto soffiare i punti che la prima sessione invernale aveva portato nelle casse della casata; un più alto nervosismo dato dalla sfida che era stata lanciata loro e che aveva portato a quella conseguenza, sottovalutata da tutti; un nervosismo quasi metafisico nel constatare che là fuori ci fosse qualcuno abbastanza sapiente da aver giocato con forze potenti. Non aveva ancora escluso del tutto che a manomettere le clessidre fosse stato qualcuno autorizzato ma, se gli Spezzaincantesimi avevano spostato quei grandi artefatti magici, forse gatta ci aveva covato in gran segreto. Ma sotto il naso di tutti. Il suo ego di corvonero era stato intaccato: lui, Olivander purissimo da generazioni, che la magia la sapeva incanalare con le proprie mani e che - non senza una certa nota di saccenza - pretendeva di conoscerla, doveva ammettere a sé stesso che non aveva idea di come qualcuno avesse potuto spostare le gemme. Quando era piccolo si era soffermato molte volte a guardare incantato come le Clessidre funzionavano: bastava un semplice comando verbale di una persona autorizzata e le gemme cadevano o risalivano per sparire dal cumulo. Non è un semplice incanto di trasferimento. Ogni clessidra ha un tipo di gemma diversa e sono vere. I Fondatori non si sono sprecati, né in termini economici né magici, nel creare Hogwarts. Entrarono nella Sala Grande insieme, Theo e Greg, e per un attimo sembrò come se il tempo fosse tornato indietro agli anni della scuola. Camminavano in coppia, vicini ma non troppo, la schiena dritta e la fronte alta, e quasi avessero una Giratempo nascosta nella manica delle tuniche scolastiche, il tempo intorno a loro pareva muoversi più lentamente. Non avevano mai fretta, Theo e Greg, perché la fretta è di chi sa che la festa comincia anche senza di lui. Il trucco è pensare di essere tu, la festa, e non sarai mai in ritardo. L'assemblea convocata a gran voce da più parti, infatti, non era ancora iniziata. C'era una bolgia di studenti di ogni età, collegiali e non, ma ad un'occhiata rapida del Senior la tavolata di Corvonero pareva in ordine e composta. Era stato quello il lavoro che aveva tenuti impegnati Greg e Eris durante le ore notturne: compattare la casata. Sulle prime avevano rischiato una vera e propria sommossa popolare e molti dei loro compagni avevano perso la verve da intellettuali di salotto, pronti ben volentieri a tirare fuori i forconi dal baule del dormitorio. Era servita tanta diplomazia, qualche parola affabile di Greg e le buone maniere di Eris per convincere alla fine i Corvonero, dopo ore di trattative, che non si trovavano affatto allo sbando. Avevano un piano. Non che Greagoir sapesse esattamente quale fosse, quel piano, ma pensare di averne uno poteva fare la differenza tra la quiete e il caos. E infatti i Serpeverde erano in preda al delirio, i Tassorosso rischiavano il linciaggio ogni due secondi e i Corvonero, semplicemente, tacevano. Ma non era un silenzio privo di tensione. Era la quiete prima della tempesta. « Vieni tesoro, oggi hai un posto d'onore nel pantheon del College. » mormorò ironico salendo i gradini della pedana su cui si trovava la tavolata degli insegnanti. I senior di Grifondoro e Serpeverde erano già là e ad essi si aggiunse anche Eris, a cui lanciò uno sguardo d'intesa. Siamo uniti, siamo compatti. E ci riprenderemo quello che è nostro. Poco oltre vide Eleanor e Julian. Molti compagni li guardavano storto, era chiaro che il rasoio di Occam suggeriva che fosse loro la colpa. « Buongiorno. Sempre che lo sia. » Fu un sospiro stanco e spazientito quello che Greagoir rivolse ai colleghi senior, soffermando i grandi occhi di cobalto sul caffè stretto tra le mani di Beatrice. « Suppongo tu non ne abbia in più, vero? Ah, Morgenstern, stratega fino alla fine! Ci vedrai crollare tutti sotto l'estenuante assenza di caffeina e potrai riprenderti indisturbata i punti! » ma non era serio, lo sapeva lui e lo sapeva anche Tris. All'inizio dell'anno era stato proprio a lei che aveva chiesto un armistizio tra casata e tale era rimasto il desiderio di Olivander. Ma senza cedere di un solo passo.
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    Rivolse un saluto anche ai senior che più gli erano cari, le serpi Percy e Nate, la cui voce gli arrivò dallo scranno del preside. « È stato più facile farsi dare una seconda bacchetta da Edmund Kingsley nel periodo delle confische, piuttosto che cercare di far dire qualcosa di sensato a quest'uomo. » Quando Douglas si volse a guardarlo, trovò un Olivander colto da un'espressione stupita. Vi siete fatti dare una bacchetta da chi?! Di certo in quella sala non era la persona più in ansia, probabilmente non lo era neppure tra i senior.. ma quando si parla di bacchette, oh, allora sì che il discorso si faceva serio. « Ah! Questa è bella.. questa è proprio bella! Kingsley non figura nei nostri registri contabili da almeno il 1982. Tsk. Vi pensavo amici e invece avere amoreggiato con la concorrenza! » e ora era serio, lo sapeva lui e lo sapeva anche Nate. Alzò gli occhi al cielo e, con uno schiocco di lingua, lasciò momentaneamente cadere la cosa, complice il fatto che anche Tris aveva qualcosa da ricusare. E ci risiamo con le scaramucce da quarto anno tra Grifondoro e Serpeverde. Solo che ora mi sa che tifo Grifondoro. Traditori. Lasciò che fosse Percy a sedare la questione e si voltò altrove, proprio mentre il viso riposato di Fitzwilliam veniva loro incontro. Eccone un altro, Giuda! Becco anche te. « Avete due facce da smorti. Ora mando qualcuno a portarvi dei caffé. Credo proprio che ne avrete bisogno. Ho sentito alcuni noti esponenti della nostra gloriosa casata fuori dalla Sala e hanno tutta l'aria di gente a cui è stata fatta una lobotomia in nottata. » Socchiuse gli occhi, indeciso. Certo, hai maneggiato bacchette contraffatte ma un caffè ora lo gradirei davvero tanto. « Scusaci, non abbiamo potuto adempiere alle nostre otto ore di bellezza. » Sì, quella era davvero una giornata da luna storta per il senior. Ma le parole di Greg non volevano allontanare una mano amica, tutt'altro. « Il mio molto caldo, macchiato, amaro. Come la mia vita. » Il re del dramma è in città. Si voltò verso Theo. « Prendi qualcosa, amore? Non sei nella tua settimana detox vero? La vita è troppo breve per bere tè verde! » Disse quello che aveva segretamente praticato la dieta del minestrone per ben quattro giorni. I quattro giorni più lunghi di tutta la mia vita.


    Interagito con: Theo, Tris, Nate, Fitz e salutato Percy e Eris!

     
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    Tutto il campus parlava dello Shame - era l'argomento all'ordine del giorno, di ogni giorno. Un argomento al quale Dean si limitava a sollevare le spalle con noncuranza, rispondendo con frasi fatte prive di interesse alcuno per la materia di discussione. In fin dei conti lui aveva ricevuto una sola sfida, e non era stata nulla di catastrofico; per il resto, gli spot lasciavano il tempo che trovavano, perché il gossip becero in una maniera o nell'altra sarebbe sempre esistito. Tuttavia l'ultima trovata non era stata particolarmente ben accolta dal popolo di Hogwarts e del Campus: quando gli studenti si erano svegliati la mattina per trovare tutti i propri punti azzerati e convogliati nella clessidra di Tassorosso, il panico si era scatenato. E c'era poco che la calma stoica di Dean potesse fare per tranquillizzare alcuni degli animi più focosi, i quali erano già pronti a presentarsi sotto le finestre dei Seniors con torce e forconi. In seguito a ciò era prontamente arrivata la notifica dell'assemblea che si sarebbe tenuta all'indomani sull'argomento. Spostando qualche impegno qua e là, il giovane Moses fece spazio nella sua tabella di marcia per esservi presente - non tanto perché gli importasse qualcosa dei punti o di quella stupida app, ma perché ci avrebbe scommesso soldi che a Tris e Olympia avrebbe di certo fatto comodo una faccia (e una voce) amichevole tra il pubblico.
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    Poco prima dell'orario di raccolta il Grifondoro aveva fatto una capatina da Starbucks. "Un caffè nero, un tè verde e tre cornetti." "I cornetti come?" "Crema, cioccolato e marmellata di frutti di bosco." Dieci minuti dopo, Dean era fuori dalla caffetteria con il suo bottino tra le mani, pronto a immergersi nel chaos della Sala Grande, in cui i primi studenti si erano già radunati - pronti a portare avanti le proprie rimostranze a quei poveri cristi dei Seniors. Un piccolo sorriso incurvò le labbra del giovane nell'incontrare con lo sguardo le espressioni sulle facce dei vari rappresentanti, ai quali si avvicinò con passo spedito per raggiungere le due amiche e concasate. "Su con la vita! Abbiamo ancora la salute." disse, con la sua solita allegria indomabile, ridacchiando tra sé e sé prima di scoccare un bacio sulla nuca prima a Tris e poi a Olympia. "Vi ho portato qualcosa. Tris..tu il caffè vedo che ce l'hai già, e non voglio essere responsabile della morte di nessuno, quiiiindi..il tuo me lo prendo io." Le rivolse un occhiolino, prendendo un sorso dal bicchiere che sarebbe stato destinato a lei. "Mini-Potter, per te il solito tè verde - poi vienimi a dire che non ti voglio bene, eh!" Passò quindi a Olympia la sua bevanda, poggiando infine sul tavolo lo scartoccio contenente il cibo. "Ho preso tre cornetti. Crema, cioccolato e marmellata di frutti di bosco. Lascio a voi la scelta, a me va bene qualsiasi cosa." Con un gesto noncurante della mano indicò il pacchetto, portandosi poi nuovamente il bicchiere di caffè alle labbra nel mentre di passare lo sguardo curioso dall'una all'altra. Nelle ultime ventiquattro ore le aveva sentite poco o niente, più che altro perché immaginava fossero state tartassate di messaggi, e dunque non voleva metterci sopra un altro carico. Senza contare che Dean era sempre stato più il tipo da quattro chiacchiere quando ci si becca piuttosto che da messaggi e vocali. "Ok, ditemi..che strategia devo adottare dal pubblico. Giustiziere della notte.." si schiarì la voce, drizzando la schiena e ponendosi minacciosamente l'indice di fronte al viso con espressione accigliata, come a mimare un focoso comizio "Tris e Olympia sono la cosa migliore che ci sia mai capitata, Tizio Caio, e non mi far venire lì per mettertelo meglio in testa!" Sciolse quindi le spalle, rivolgendosi nuovamente a loro per illustrare la seconda opzione. "..oppure Distrattore di Masse -" e di nuovo dentro il personaggio "Seh seh, Morgenstern e Potter..a parlare dello Shame e dei punti per nascondere il VERO problema: la carta igienica nei bagni! - e qui comincerei una filippica di mezz'ora sull'argomento, dandovi eventualmente delle lobbiste." Si strinse quindi nelle spalle come se nulla fosse, mandando giù un altro sorso di caffè con le labbra incurvate in uno dei suoi canonici sorrisi giocosi.

    Interagito con Tris e Olympia




    Edited by Dean supertramp - 19/3/2019, 12:49
     
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    Cammina trafelata, con tremila cose per le mani, pronta a farle cadere tutte da un momento all'altro. Non riesce a controllare l'orologio, ma l'ultima volta che l'ha visto mancavano ancora 30 minuti all'assemblea indetta per parlare del problema "punti." Però era ad Hogsmeade, nel pieno di una riunione del club, per indire l'ennesima manifestazione, questa volta a supportare la campagna contro la violenza, portata avanti dal nuovo sindaco di Godric's Hollow. Si ferma giusto un attimo, cercando di risistemare alla bell'e meglio tutto il materiale che ha tra le mani, prima di salire le ultime scale che portano all'ingresso del castello. « Allora Potter, quand'è che la finisci di lagnarti per i diritti di questo e quell'altro e cominci a combattere per i diritti dei tuoi concasati? » La voce le arriva dalle spalle, costringendola a voltarsi con il capo per riconoscere il volto del suo impavido interlocutore. Era un Corvonero l'anno precedente, non ricorda esattamente il suo nome, ma le sembra che possa c'entrare qualcosa una band rock babbana. Il primo pensiero della rossa, di fronte a quella faccia da schiaffi, è mandarlo a quel paese. Il secondo è chiedergli che vuole lui da lei, quando non fa parte nemmeno di Grifondoro e il terzo è sorridergli, con quel suo solito garbo che tende a nascondere tutto il sarcasmo di cui è intriso. « Sei un collegiale, sbaglio? Dovresti aver letto dell'assemblea che abbiamo organizzato e che comincia proprio tra pochi minuti. » Lo squadra, dall'alto in basso, prima di voltarsi per entrare nel castello. « Sempre se sai leggere. » Mugugna, lasciandosi alle spalle lui e il risolino del suo amichetto. Varca di corsa la porta della Sala Grande, accorgendosi di essere abbastanza in tempo da trovare già presenti solo gli altri Senior e pochi altri studenti. Grazie al cielo! « Ci sono, ci sono, eccomi! » Alza le mani, dopo aver depositato tutta la propria roba dietro il tavolo dei professori, per poi protrarsi verso Tris per un frettoloso bacio sulla guancia. « Giusto nel caso in cui dovessero lamentarsi della nostra inutilità. » Gli occhi verdognoli leggono velocemente i primi punti di quella lista che sembra essere chilometrica. « Ma noi ci siamo mai lamentati così tanto in passato? Abbiamo chiesto mai una Jacuzzi in Sala Comune? Non mi pare. » Scuote la testa, mentre accenna un saluto a Percy e un sorriso a Nate, poco più in là. « Senza considerare poi l'ultima! L'hai sentita? La Brown sta raccogliendo firme per costruire una palestra di Grifondoro. "Perché mens sana in corpore sano." Quando le ho fatto notare che ad Hogsmeade c'è sempre la palestra nuova e anche il campo d'addestramento, non sapeva che rispondermi. No dico, scherziamo? Siamo qui per studiare, mica per stare in villeggiatura pagata. » E' palesemente scocciata, è vero, ma dopo quella filippica, si accorge degli occhi gonfi di Tris e allora le carezza un braccio, con l'espressione che tramuta in apprensiva. « Non hai dormito niente, vero? Non farò l'amica che ti dice che bere caffè fa male, ma farò quella che ti dice che, dopo questo interessante siparietto, sperando di uscirne vivi, devi andare dritta a letto. Posso metterti a disposizione il mio letto. » Le sorride, prima di girarsi verso Julian ed Eleanor, per salutarli. E' certa che, nonostante tutti comincino a pensare il contrario, loro non c'entrino assolutamente niente con la manomissione delle clessidre e lo dimostra anche il fatto di aver ampiamente risposto alla chiamata di presenza a quella assemblea. Non mette bocca alla pungente puntualizzazione di Tris nei confronti di Nate, ma rotea semplicemente gli occhi, salutando i seniors Corvonero che si uniscono a loro, insieme a Theo, alla quale rivolge un sorriso. Ascolta invece interessata il resoconto della conversazione dei due Serpeverde con Jenkins, scuotendo la testa di tanto in tanto. « Ma che felicità. Non vedo l'ora di beccarmi un bell'uovo in faccia. » Commenta, sarcastica, prima di incontrare gli occhi scuri di Dean. "Su con la vita! Abbiamo ancora la salute." Perlomeno c'è qualcuno che non ha perso l'allegria. "Mini-Potter, per te il solito tè verde - poi vienimi a dire che non ti voglio bene, eh!" Incassa il suo saluto stringendosi in un sorriso. « Ah, Moses, se non esistessi, dovrebbero inventarti. » Prende il bicchiere che le sta porgendo,
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    immergendosi in quegli istanti di puro piacere nel buttare giù quel liquido che la scalda nel giro di qualche istante. « Me ne ricorderò. Hai una colazione pagata da riscattare quanto vuoi. » Arriccia il naso, per poi adocchiare la bustina di carta contenente il cibo. Incurva un sopracciglio, prima di guardare Tris. « Tu cioccolato, io marmellata e a lui lasciamo la crema? » Le domanda, sorridendo divertita, prima di fare la divisione dei pani e dei pesci con i due amici. "Ok, ditemi..che strategia devo adottare dal pubblico. Giustiziere della notte..i>Tris e Olympia sono la cosa migliore che ci sia mai capitata, Tizio Caio, e non mi far venire lì per mettertelo meglio in testa! ..oppure Distrattore di Masse. Seh seh, Morgenstern e Potter..a parlare dello Shame e dei punti per nascondere il VERO problema: la carta igienica nei bagni! - e qui comincerei una filippica di mezz'ora sull'argomento, dandovi eventualmente delle lobbiste." Scoppia a ridere, nel vedere le due modalità in cui Dean si cala. E' salutare averlo intorno, prima di cominciare quella che è certa sarà una vera battaglia. « Non so. Credo di aver un debole per il distrattore di masse » prende a dire, prima di portarsi alle labbra un pezzo di cornetto. « Ma il mio ego apprezzerebbe così tanto la tua rivisitazione di Frank Castle. Il nostro Punitore personale. » Continua, prima di accennare alla sedia vicino a sé. « Non è che vuoi cominciare facendoci da guardia del corpo, con un posto in prima fila per quello che si prospetta essere lo spettacolo d'apertura della stagione teatrale primaverile? » Si stringe nelle spalle. « E tanto che ci sei, potresti anche farci da scudo umano per quando diremo che le clessidre sono fuori gioco, fino a data da destinarsi. Così, sempre se vuoi seguire alla lettera il metodo Stanislavskij. »

    Interagito con Tris e Dean, salutati tutti gli altri della tavolata.


     
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    La scuola sembrava essere impazzita, gli studenti si riversavano da una parte all'altra dei corridoi borbottando con più o meno stizza per la storia dei punteggi rubati visto che le clessidre erano state totalmente stravolte dallo Shame. Gli unici a cui era andata bene erano stati i tassi, i quali avevano accumulato i punti racimolati da tutte le altre casate durante il primo semestre e, nonostante tutto, continuavano comunque a rompere le palle: questo non va bene, quello non va bene, seniors e caposcuola quest'anno dormono! Seppur Theo in anni passati fosse sempre stata una di quelle persone in prima linea, di quelle che si adoperavano per far funzionare le cose e che alzavano la voce se c'erano motivi validi per cui farlo, quest'anno aveva semplicemente scelto di distaccarsi dalla vita politica scolastica; sia perchè non aveva voglia di rincorrere i capricci dei suoi compagni, sia perchè effettivamente il suo interesse per la giustizia comune non c'era mai stato. L'unico interesse che la mora aveva avuto e che continuava ad avere riguardava la propria popolarità, e giocare a vestire i panni della paladina della giustizia di turno si era rivelato sicuramente un ottimo modo per rimanere sulla cresta dell'onda ma, da quando era diventata capitano delle Sweet Fairies, non aveva più bisogno di simili mezzucci per mettersi in mostra. Poi c'erano anche Percy e Greg ad aiutarla a dar man forte alla propria posizione sociale, essendo entrambi seniors, quindi perchè avrebbe dovuto continuare a sporcarsi troppo le mani quando non ne aveva assolutamente bisogno? Con la solita calma che la caratterizzava, dopo aver congedato Mun sulla soglia della Sala Grande con un rapido "ci vediamo dentro", si mise ad aspettare Greg con le spalle poggiate contro alla parete, come da manuale: non avrebbe mai fatto il proprio ingresso senza la sua metà. Theo si sorprese che l'amico non fosse già lì ad attenderla, magari picchiettando un indice sull'orologio da polso ed a dirle che fosse terribilmente in ritardo. Quello in ritardo stavolta sei tu, ah. Sapendo che Olivander fosse un tipo piuttosto puntiglioso, la Watson si preparò psicologicamente per fare uno scambio di parti che mai le sarebbe ricapitato fra le mani, cosicchè avrebbe potuto ripagarlo delle sue continue precisazioni: "eh, ma dovevamo vederci dieci minuti fa" « Sono nero. » accidenti, roteando gli occhi Theo dovette rinunciare alla propria rivincita, arricciando le labbra che già si erano schiuse per proferire la ramanzina del secolo. « Sì, però permettimi di raccontare in giro che quelle occhiate sono dovute ad una notte da favola e non ad una paio di coglioni che hanno deciso di complicarti il lavoro » Mugugnò, rifilandogli un sorriso comprensivo prima di alzarsi sulle punte e sistemargli affettuosamente il ciuffo biondo, quasi dovesse prepararlo al red carpet. Impeccabili come sempre, successivamente, i due varcarono l'entrata della Sala Grande come se nulla potesse scalfirli, nè le chiacchiere nè il ritardo che si trascinavano dietro, quasi camminando ad un metro da terra verso la tavola degli insegnanti - dove Theo sarebbe approdata anche senza l'invito ironico dell'amico, ovviamente -. Lei e Greg erano un'entità unica che sfilava in tutto il suo splendore, così eterea ed irraggiungibile che in molti la invidiavano; c'erano davvero poche amicizie come la loro: dov'era Greg c'era sempre Theo, e viceversa. L'uno poteva fare cieco affidamento sull'altro in qualsiasi momento, in qualsiasi situazione, per qualsiasi cosa. L'accoppiata #Greoh era pari ad oro colato. Passando alle spalle di tutti i Seniors già seduti, Theo carezzò la nuca di Percy a mo' di saluto, solleticandola leggermente sotto i polpastrelli delle dita
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    « Buongiorno. Sempre che lo sia. » - « ...Non credo lo sia, Greg, guarda che facce » La mora gli fece eco, piazzandosi seduta direttamente sulla superficie del tavolo ed alzando un elegante dito medio verso il brusio scettico che si levò dai primi posti della sala. Sì, effettivamente questo non è il mio posto, ma effettivamente non mi frega un cazzo. Theo allungò il collo verso i presenti, cercando qualche faccia familiare che non trovò, a parte quelle delle sue compagne di squadra schierate in un angoletto, le quali iniziarono a lanciarle segnali eloquenti nei confronti di Greg. Ne erano innamorate follemente, tanto da chiederle a quasi ogni sacrosanto allenamento di portarselo dietro con la forza e presentarlo a tutte. Ormai era diventata tipo la loro mascotte, l'oggetto del desiderio che Theo, astutamente, prometteva ogni qual volta dovesse dare la giusta carica alle Fairies: " se riuscite a far bene tutta la coreografia giuro che lo porto qui". Dopotutto ad Olivander stava bene, gli piaceva avere ammiratrici così devote, e la mora ne traeva molteplici benefici. « Prendi qualcosa, amore? Non sei nella tua settimana detox vero? La vita è troppo breve per bere tè verde! » Distratta, ciondolando le gambe dal bordo del tavolo, tornò con la concentrazione sull'amico, spostando poi lo sguardo verso Fitz che attendeva alla loro destra « L'ho sempre detto che con la fotografia non si possa vivere, rispetto la tua umilissima scelta di abbassarti a fare il cameriere per metterti qualcosa da parte, però facciamo che la mancia te la fai lasciare da Greg perchè al momento non ho spicci » Ridacchiò, raddoppiando l'ordinazione di Greg con un rapido cenno del capo, mentre in lontananza intravedeva Dean Moses, arrivato con cornetti e caffè. « Cuore, ti faccio vedere che io ed il detox ci siamo ufficialmente unfollowati su instagram» E si alzò, serafica, raggiungendo l'ex grifondoro prima di frapporsi fra Olympia e Tris, interrompendo bruscamente la loro conversazione « Che carino, Mosy, hai portato i cornetti? » Afferrò uno dei due cornetti rimasti, il primo che le capitò sotto mano, addentandolo senza alcun ritegno per poi scoccare un'occhiata divertita verso Greg e fare dietrofront, verso il proprio posto. Posto che non raggiunse visto che la sua attenzione venne catturata da un groviglio di fili tranciati a terra, proprio lí dove c'erano le casse attraverso le quali i Seniors avrebbero parlato e catturato l'attenzione di tutti i presenti. I ragazzini sapevano divertirsi davvero con poco, soprattutto in momenti di panico come quello, facendo perdere tempo prezioso a tutti e creando ancora piú disagi di quanti giá non ce ne fossero. Scesa dal soppalchetto rialzato, la mora si adoperó ad almeno tentare di porre rimedio al danno, benchè non ci capisse assolutamente nulla. Beh, sempre meglio questo che dover sentire ancora storie sullo Shame, sí, perchè effettivamente ne aveva le orecchie davvero piene.

    Interagito con: Greg, Percy, Fitz, il gruppetto Dean/Tris/Potter
    Citato: Mun
    Attualmente Theo sta tentando di sistemare i cavi delle casse in fondo alla sala (?) Sono graditi aiuti se non sapete cosa fare del vostro post.
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    « Davvero, non capisco. » Per prima cosa, le era impossibile capire come Olympia Potter potesse essere così piena di energie, un tornado in miniatura che aveva per qualche assurda ragione deciso di trascinarsi dietro un mezzo cadavere come Shannon. Non era esattamente presto, ma l'americana sembrava portare sulle spalle il peso della notte precedente, trascorsa china sui libri di magisprudenza. Persino con un bel paio di occhiali da sole a coprire gli occhi iniettati di sangue e le profonde occhiaie, il colorito pallido e giallognolo suggeriva come poco il suo fisico fosse preparato ad affrontare quella giornata. Al contrario, la Potter sembrava fresca come una rosa, piena di energie... nonostante stesse letteralmente marciando verso il patibolo. La questione dei punti delle casate era esplosa nel campus come una bomba ad orologeria, rendendo tutti improvvisamente uniti in un unico fronte contro i senior, quelle figure ormai simili a mostri pronti a divorare bambini e sacrificare capretti al chiaro di luna, a sentir parlare gli studenti più agguerriti. Shannon davvero non riusciva a capire perché la questione sembrasse essere così di vitale importanza persino tra chi non era più in gara per la coppa delle case. I collegiali avrebbero dovuto avere cose ben più interessanti a cui prestar attenzione, a meno che qualcosa di estremamente importante non le fosse sfuggito nella complicata spiegazione di come l'orgoglio per la propria casata fosse ben radicato in ogni studente. Si parlava di persone che erano state chiuse nel castello, sottoposti ad un macabro gioco che aveva l'unica ragione di farli fuori uno ad uno... ed avevano trovato necessario titar su un polverone simile per dei dannati punti. No, doveva di certo esserci una spiegazione che era sfuggita alla sua attenzione, magari un qualche bonus in vista degli esami o qualcosa di simile. Non poteva trattarsi di una folla di idioti di tali dimensioni. « Se non è un problema risolvibile non si può semplicemente annullare tutto e ricominciare da zero il prossimo anno? » Mentre tentava di tenere il passo con il figurino dalla chioma infuocata, dal passo decisamente più veloce e sicuro del suo, riuscì solo per miracolo a coordinare al meglio i movimenti per accendersi una sigaretta senza bruciarsi i peli del naso o le sopracciglia. Aveva preso in seria considerazione l'idea di non partecipare all'assemblea, persino quando la ragazza che durante i primi giorni si era occupata di mostrarle ogni angolo del campus le aveva dato appuntamento per recarsi insieme al castello, magari fingendo un'improvvisa influenza. Solo a quel punto le parole di Beatrice le erano tornate in mente, quasi si trattasse del fantasma del Natale passato. “Si fa presto a entrare in una fase di esaurimento precoce a forza di restare lupi solitari.” La realtà era che semplicemente non le importava nulla dei punti, quello era unicamente un tentativo per mettersi alla prova, una sfida contro se stessa. Sarebbe riuscita a non provare l'istinto di strangolare qualcuno a mani nude, prima della fine dell'assemblea? Veloce si premurò di lanciar via il mozzicone di sigaretta che ancora stringeva tra le dita, prima di seguire la Potter all'interno della Sala Grande e fino al tavolo dei professori. « Beatrice, Douglas, altri... » Con un rapido cenno di saluto verso tutti i presenti al tavolo si tolse dall'impiccio delle numerose presentazioni per le quali non sembrava essere il momento adatto, mentre già una voce tonante arrivava a richiamare la sua attenzione, proneniente dal tavolo dei Serpeverde. Voltandosi il tanto necessario ad intercettare la figura mastodontica del compagno di Magisprudenza che agitava il braccio per attirare la sua attenzione, sentì per qualche secondo il desiderio di poter sparire, inghiottita dal pavimento su cui poggiava i piedi. Caesar, del tutto ignaro del suo essere estremamente imbarazzante, spinse via con eccessiva forza un primino serpeverde, così da riservarle un posto al suo fianco.
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    « Ok, meglio che vada, prima che... faccia qualcosa di estremamente imbarazzante. » Con una smorfia a distorcerle i lineamenti del volto rivolse un cenno di saluto alle due grifondoro. « In bocca al lupo. » Ne avrebbero avuto bisogno, a giudicare dal vociare che già animava gli studenti che avevano preso posto lungo i tavoli delle casate. A passo lento, trascinando quasi i piedi, si avvicinò a Caesar e prese posto accanto al gigante dai capelli color carota, tentando di rimanere parzialmente nascosta dietro la sua imponente figura. « Spero finisca in frett... » Non riuscì a finire la frase, bellamente ignorata dal ragazzone che evidentemente aveva piani ben diversi da quelli dell'americana. « Ehy Senior! Dove cazzo sono i nostri punti?! » Prontamente un pugno nel costato arrivò a zittirlo, ma quella prima esternazione di malcontento sembrava aver già dato il via ad un susseguirsi di schiamazzi. « Sono stati i Tassorosso, è l'unico modo che hanno per vincere qualcosa! »
    « Cosa avete fatto? Lo Shame dice che è colpa vostra! »

    Salutato vagamente tutti i presenti al tavolo degli insegnanti.

     
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    « Manca ancora la carta igienica nei bagni? » Appare alle spalle di Dean, gli occhi color nocciola, intrisi d'ilarità ed un certo grado di interesse, passano in rassegna rapidamente il lungo tavolo dei professori. I Senior delle varie casate sono occupati a confabulare tra loro, per lo più in coppia. Malia sposta lo sguardo sui tre Grifondoro, riuniti intorno ad un pacchetto di Starbucks, probabilmente portato da Dean. « E a me niente? » scherza, mettendo su una finta smorfia di delusione, per poi salutare il ragazzo con un bacio sulla guancia ed un rapido abbraccio. « Long time no see! Come stai? » Lei e Dean - per ovvie ragioni - non si sono sentiti molto, ultimamente, ed è assolutamente comprensibile come il giovane Grifondoro non si aspettasse la sua presenza ad un'assemblea in cui, a conti fatti, lei non c'entra più nulla. E in fin dei conti la sua intenzione era proprio quella di non partecipare, ma essersi ritrovata ad assistere, un po' per caso, a quel caos fatto di Spezzaincantesimi incapaci, Senior frustrati e responsabili scolastici inetti, ha fatto in modo che prendesse a cuore la situazione. Oltretutto, vedere la clessidra della sua casata completamente vuota, come mai lo era stata prima, a eccezione del primo di Settembre ogni anno, ha risvegliato in lei l'orgoglio Grifondoro, tanto da farla sentire sempre più coinvolta dai risvolti di quell'assemblea - nonostante, di fatto, quella realtà ormai non la tocchi più minimamente. E poi ci sono i volti stanchi di Tris e Olympia, le quali nell'ultimo giorno hanno fatto la qualunque per risolvere la situazione, insieme agli altri, soltanto per ricevere una quantità esorbitante di insulti e battutacce, senza la benché minima comprensione da parte di nessuno.
    Con un piccolo balzo si mette a sedere sul tavolo, accanto a Olympia, in modo da non dare le spalle a nessuno. « In che senso le clessidre sono fuori gioco?! » ripete le parole della rossa, sconvolta, e forse a voce un po' troppo alta - o almeno così le fa notare un'occhiataccia di Douglas, che, dall'altra parte del tavolo, assume all'improvviso un'aria più minacciosa e
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    meno ridicola del solito. Si tappa la bocca con la mano, spostando lo sguardo da Dean, a Tris e Olympia, e arrossendo leggermente. « Okay, okay, scusate. Parlo piano. » Abbassa la voce, prima di rubare un sorso veloce dal caffè di Dean. « Questa sì che è una roba seria. Ragazze, questi qua vi ammazzano. » Commenta, l'espressione tuttavia vagamente divertita, mentre indica, con la sua solita discrezione, la platea di studenti di fronte a loro. Ormai, per un motivo o per un altro, a molti di loro poco importa della Coppa delle Case: hanno imparato che si tratta solo di uno stupido premio che vale poco e niente, e che di certo non vale tutta quella serietà e impegno. Ma Malia ricorda bene cosa significa essere una ragazzina del quarto o quinto anno, ad Hogwarts, e avere lo sguardo costantemente rivolto verso la propria clessidra di riferimento. Se una cosa del genere fosse successa ai suoi tempi, crede che perfino lei avrebbe reagito come la maggior parte degli studenti, incolpando gli allora Caposcuola senza sentire ragione.
    Si stringe nelle spalle, per poi accavallare le gambe, e perlustrare con lo sguardo la folla che comincia infittirsi di fronte ai loro occhi, mentre il brusio aumenta sempre di più. « Cooomunque - dice, rivolgendosi alle due Senior, in particolar modo - mi sono fatta un giretto, prima, e ho sondato un po' il terreno. Marc Philips ha una teoria interessante secondo cui tu - indica Tris - hai una relazione segreta con Julian. Avete architettato tutto quanto per far tornare Tassorosso all'antica gloria. Che poi, antica di cosa? Hanno mai vinto una Coppa i Tassoscemi? - OH CIAO ELEANOR! TUTTO BENE? » Sventola la mano con veemenza in direzione della Senior giallo-nero, per poi riprendere il proprio discorso. « Chiaramente in questo scenario i Serpeverde sono affondati perché tu, da grande calcolatrice, sei riuscita a lavorarti per bene Percy - che ovviamente non sospetta nulla del tradimento. Però non ho capito come giustificava la cosa sul fronte Corvonero, mhm. Non ho ascoltato benissimo mi sa. » Si gratta il mento, con aria pensierosa, per poi rubare un angolo dal cornetto di Olympia e infilarlo in bocca. « Uuuh! Poi un'altra interessante - s'illumina nello sguardo, e finisce di masticare, prima di riprendere a parlare - è quella di Lavanda Goldstein, Tassorosso. La conoscete? Sta un po' fuori, questa tipa. Comunque lei dice che lo Shame è nato per fare giustizia sociale e per restituire alle persone finalmente ciò che si meritano. E i Tassi finalmente dopo secoli hanno la loro rivincita sulle altre casate. E a quanto pare Randall Jones e Susie McDonald si sono lasciati domenica scorsa. Dicono che lei l'ha tradito con un Corvonero che sta al college, ma non si sa chi. C'è stata una scenata davanti a tutta la scuola al Campo di Quidditch, a quanto pare... Ma questo non c'entra molto. »

    [spoiler_tag][/spoiler_tag]Interagito con Dean, Olympia e Tris


    Edited by on the edge‚ - 18/3/2019, 12:57
     
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  11. crazy&genius
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    Chitarra in mano, finestra aperta e culo sul letto: così Landon se ne stava seduto in contemplazione, pinzando pigramente le corde tese dello strumento con lo sguardo assorto. Accanto a lui una catasta di fogli scribacchiati alla rinfusa, ricoperti di scarabocchi raffiguranti note e sequenze di parole all'apparenza senza alcun tipo di senso logico, frutto di pensieri e riflessioni dettate dall'umore del momento e da ciò che gli evocava il ricordo di persone, luoghi, profumi e suoni. Elementi che si mescolavano tra loro nella sua mente, trovando uscita poi attraverso un quasi impercettibile motivetto canticchiato a bocca chiusa e il battere ritmato della suola della scarpa contro il pavimento pallido.
    Nemmeno l'entrata precipitosa del suo compagno di stanza fu sufficiente a distogliere la sua attenzione: imperterrito continuava il lento movimento delle dita, senza degnarsi di lanciare mezzo sguardo al ragazzo che, ormai abituato dal comportamento del Corvonero, lo fissava con impazienza. « Un secondo, ci sono quasi » mormorò senza smettere di seguire la melodia, in risposta al peso dello sguardo del Tassorosso che gravava su di lui in una silenziosa condanna. Un pallino sul foglio, due paroline scritte a matita e finalmente il giovane guardò negli occhi Jared. « Embè? » sottolineò con un cenno del mento la sua completa maldisposizione. « L'assemblea. In Sala Grande. Dice niente? Alza le chiappe Eyre » ah giusto. L'assemblea. Fuori dal mondo com'era, l'inglese non aveva pressoché dato importanza al trambusto creatosi da quella entità sconosciuta dello Shame: l'unica reazione che aveva avuto nel venire a conoscenza della piattaforma era stata una pallida perplessità nello scoprire che ehi, pure lui c'aveva una cosa strana nel cellulare ma, com'è giusto che sia, aveva seguito la dottrina dell'ignorare beatamente ciò che non si conosce dimenticandosi dopo pochi secondi della sua esistenza.
    Pigramente si alzò dal letto, prendendosi tutta la calma del mondo prima di uscire dalla camera chiudendosi la porta alle spalle e seguire l'amico con aria scettica. « Dio, non so cosa pensare. Cioè siamo in testa, ti rendi conto? Sta cosa non risale dai tempi della seconda guerra dei troll di montagna, credo » Landon annuì con un mezzo sorriso. Lo capiva, il poveraccio: che Tassorosso fosse la casata meno fortunata lo sapeva perfino l'elfo domestico di sua madre, perciò non poteva che accomodare la sensazione di piacere che Jared traduceva in momenti di gioia inaspettata e costante buonumore, tutto sempre bilanciato in suo favore. A lui, personalmente, dei punti non gliene fregava proprio niente. Affatto competitivo, era nato sotto la stella dell'individualità e della soddisfazione unicamente personale; poco gli importava della forza di gruppo e di una vittoria comune. No, Landon provava gratificazione solo dai propri successi e dal raggiungimento degli obiettivi posti da egli stesso, lasciando poco spazio a quello che lui riteneva un soffocante cameratismo utile solo al rinvigorimento di uno sciocco ego collettivo.
    Arrivati in Sala Grande non si stupì di essere rimasto da solo, immaginando il Giallo-Nero intento a condividere le proprie speranze con i concasati. La chioma ramata di una Grifondoro attirò la sua attenzione, e aspettando di poterne incrociare lo sguardo, le sorrise educatamente accennando un incolore saluto con la mano. Facendosi largo tra gli studenti che pian piano si sedevano ai propri tavoli, raggiunse l'angolo dei Corvonero fermandosi un attimo prima di raggiungere le panche con aria interrogativa. Di fronte a lui un esemplare di Theo Watson se ne stava a fare i conti in un habitat naturale sconosciuto, alle prese con pericolosissimi soggetti non della sua specie. « Stavi preparando il palco per il mio spettacolo? Davvero gentile » la raggiunse con il solito sorriso sghembo, guardandola immobile. Avrebbe potuto aiutarla, avrebbe potuto chiederle come stesse ma il divertimento dove sarebbe stato? Si appoggiò al palco inclinando un ginocchio e incrociando le braccia, gli occhi sornioni a seguire ogni suo movimento. « Mi sembra un ottimo inizio per cominciare un dibattito la cui base risiede negli atti meschini di un anonimo gossipparo da due soldi, mh? » la prese in giro bonariamente, in attesa di una sua reazione. Gli piaceva mettere alla prova le persone, e non aspettava altro che un commento saturo di acidità per il comportamento poco cavalleresco che stava dimostrando nei confronti della ex Serpe.

    Salutata Olympia
    Interagito con Theo
     
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    "In che senso sono state azzerate le clessidre?" Cadere dal pero, ormai, era diventata la specialità di Erik. Il medimago in via di formazione passava tutto il suo tempo tra lezioni, San Mungo e casa propria (oppure biblioteca nel caso in cui si sentisse particolarmente incline a mettere il naso fuori); non c'era quindi da stupirsi se tutte le notizie arrivassero a lui sempre a scoppio ritardato, quando ormai erano state già ampiamente sviscerate. Quella volta, tuttavia, sembrava quantomeno essere arrivato in tempo per partecipare all'assemblea a riguardo. Con sguardo spiritato aveva lasciato cadere l'evidenziatore, fissando l'amico come se gli avesse appena detto che qualcuno era morto. "Eh, le hanno azzerate. Grifi, corvi e serpi hanno zero punti, mentre i tassi hanno tutti quelli che gli altri hanno perso." Come se avesse avuto una molla sotto il sedere, il giovane si rizzò in piedi tutto piccato. "Ma i G.R.A.M.O.???" "No no, quelli ce li abbiamo ancora." E qui si rimise a sedere con un po' più di tranquillità, assumendo uno sguardo pensoso mentre rifletteva sulla situazione. Beh, dai, poteva andare peggio. "Ok.." sussurrò tra sé e sé, annuendo appena, lo sguardo puntato nel nulla e le labbra arricciate nell'espressione tipica di quando aveva più pensieri per la testa che parole. "Beh.." esordì infine, dopo qualche istante di silenzio "..penso di potermi permettere di saltare una lezione dell'idoneità per venire all'assemblea." disse, stringendosi nelle spalle con una certa noncuranza. L'idoneità di lingua latina era una a cui ogni corso era sottoposto per forza di cose, dato che ogni incantesimo conosciuto rispondeva a una formula in quella lingua; ma Erik non poteva dire di essere completamente ignorante in materia, e di certo saltare una lezione non lo avrebbe ucciso, soprattutto dato che l'esame finale - per definizione stessa di idoneità - non avrebbe fatto media in ogni caso con i suoi voti.
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    Con le conoscenze sulla materia acquisite circa mezz'ora prima grazie a Nadim, il giovane Marchand si era presentato all'assemblea con tutta l'intenzione di starsene in un angolo ad ascoltare. Il compagno di corso era stato molto neutrale a riguardo, riportando esclusivamente fatti privi di un'opinione personale. Gli aveva tuttavia detto che molti studenti erano convinti fosse colpa dei Senior, mentre altri - che nutrivano poca simpatia per lo Shame - si erano schierati a difenderli. Lui, ovviamente, non aveva la più pallida idea di cosa pensare, ma conosceva i ragazzi chiamati in causa, e aveva dunque tutta l'inclinazione a prendere le loro parti. In fin dei conti con Greg, Nate e Percy aveva condiviso lo spazio del Clavis, con Eris studiava tutti i giorni e infine Tris e Olympia non avevano fatto altro che dare il proprio meglio per la casata - insomma..almeno la fiducia se la meritavano un po' tutti. Per questo, quando entrò in Sala Grande, si diresse in prima istanza verso i Seniors, stringendo le mani ai compagni del Clavis per poi salutare Eris con due baci sulle guance e rivolgerle un sorriso che aveva tutta l'intenzione di essere rassicurante. "Ho saputo tipo mezz'ora fa di quello che è accaduto..devi aver passato due brutte giornate, ecco perché non ti ho vista." Tirò un sospiro, stringendosi appena nelle spalle. "Per quanto può valere, avete tutti il mio appoggio. Conosco la maggior parte di voi abbastanza bene da essere certo che nessuno di voi ne abbia colpa." Si morse il labbro, frenandosi dal chiederle come stessero procedendo i lavori per rimettere a posto la situazione - convinto che, con ogni probabilità, sin troppe persone l'avessero già assillata abbastanza a riguardo. Rivolse uno sguardo di sbieco ai due Seniors di Tassorosso, sollevando un sopracciglio con scetticismo: loro se ne stavano tutti tranquilli, come se fosse tutto in regola. Molto carini..! "Beh, buona fortuna a tutti quanti, ragazzi. Nel caso in cui vi servisse una mano per qualsiasi cosa, sarei felice di aiutarvi." disse infine, battendo le mani tra loro per poi voltarsi verso Tris e Olympia, rivolgendogli un sorriso di incoraggiamento e una veloce stretta di mano ciascuna. Fatto ciò si apprestò a tornare nella platea, prendendo posto in prima fila e poggiando la tracolla sulla sedia accanto a sé per tenerla occupata nel caso in cui Fawn si fosse presentata - cosa su cui, in realtà, non aveva alcun dubbio.

    Interagito in generale con tutti i Seniors e in particolare con Eris. Tenuto il posto per Fawn


     
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    « ..cioè io non voglio farne un dramma, capisci? Lo so che sono tutte cazzate, però resta il fatto che lui non ci vede nulla di male. Non è la risposta che mi aspettavo. Mi ha fatto passare per paranoica.. e gelosa.. e possessiva e.. poi che cosa sono tutti questi messaggiucci cancellati. Crede forse che sono stupida? Guarda amore che si vede quando hai cancellato i messaggi. Tra l'altro l'ho pure beccato mentre ne cancellava uno.. ora non ricordo con precisione che cosa ci aveva scritto ma era qualcosa del tipo.. sei nel torto.. » Scuote la testa incredula. « E in tutto ciò loro si sono visti capisci? Stamattina. E lui ha dato ulteriori motivi allo Shame per questo.. » E dicendo ciò scorre sul cellulare l'ultimo spot che li riguarda. Va avanti così da tutta la mattinata. Il piano iniziale era di passare la giornata col fratello a Cambridge, ma in seguito ai disguidi di Hogwarts avevano dovuto dirottare i piani. Le sarebbe piaciuto tornare a casa; sentiva un bisogno spasmodico di riprendere contatto con una parte di sé che sembrava scivolarle di dosso come acqua tra le dita. Posta di fronte al guaio delle clessidre, i due fratelli avevano dovuto riprogrammare, e così, alla fine si era detta che darsi a qualche ora di studio in biblioteca non le avrebbe fatto altro che bene. Peccato che dopo la prima mezz'ora Mun e Theo avevano abbandonato vergognosamente i pieni iniziali, passando il tempo che le divideva dall'assemblea a oziare sulle sponde del Lago Nero, tra una chiacchiera e l'altra. Ad un certo punto ciascuna immersa nei propri pensieri si era data a cose più personali, ma di tanto in tanto, la Carrow non poteva fare a meno di alzare lo sguardo dal proprio libro, riprendendo il discorso di prima. « E poi ci si e messa pure lei. Finché tutte le parti interessante sanno che fosse una gran puttanata.. beh grazie al cazzo, ci mancava solo che non lo fosse. Ooooooi, si tratta del mio ragazzo - del mio fidanzato - anzi! Boh, ti giuro Theo, mi pare la sagra della ridicolanza questa roba qui. Tra un po' si rimettono a scrivere insieme letterine d'amore allo Shame. » Non sapeva cosa le avesse dato più fastidio in tutta quella equazione; se il fatto che velatamente stava passando per l'inflessibile della situazione o il fatto che lo Shame continuava a giocare con il suo equilibrio precario, nonché con la sua crescente insicurezza e paranoia. Non da ultimo quella stessa mattina ci aveva pensato con l'ennesimo spot, che aveva avuto modo di leggere non appena scesa dall'auto in prossimità di Hogsmeade, rovinandosi completamente l'umore per l'intera giornata. Trascorrere così tanto tempo insieme alla tua vecchia fiamma, messaggiarci costantemente - ti consigliamo di tenere d'occhio il cellulare del tuo fiancée, dolce Mun, non si sa mai cosa potrebbe venir fuori! - e addirittura invitarla in casa tua, Albus, non è un comportamento corretto. Quanto si sentono? E davvero sbocciata nuovamente l'intesa? La fiamma? L'interesse? Mun inizia davvero a dubitare che qualcosa le sta sfuggendo di mano. Potrebbe semplicemente constatare le cose verificandolo da sola, ma se non dovesse trovare nulla, passerebbe per la paranoica di fatto, se invece dovesse scoprire che lo Shame ha ragione, beh.. non voglio davvero saperlo. Non voglio nemmeno immaginarlo. Abbiamo una cazzo di vita insieme. Alza gli occhi al cielo e sbuffa, constatando che manca poco all'orario dell'appuntamento per l'assemblea. « Non voglio minimizzare questo problema dei punti, davvero. Per me è importante, accidenti - è solo che.. ma come faccio a pensare ai punti quando questi disagiati stanno cercando di far saltare il mio matrimonio? » Mentre si dirigono verso il salone di ingresso, controlla ancora una volta lo Shame; seppur si sia costretta più e più volte a vederlo come una scemenza di prima categoria, ormai sembra incollata a quella app, a tal punto da scattare come una scheggia ogni qual volta una nuova notifica illumina il suo schermo. Si preoccupa persino quando gli spot non hanno niente a che fare con lei, convinta che prima o poi qualunque pallottola vagante avrebbe indirettamente sortito effetto anche su di lei. « Sono nero. » Mun annuisce non appena incontra lo sguardo luminoso del giovane Greg Olivander che saluta con un sorriso stirato e un abbraccio amichevole, seguito da due baci su entrambe le guance. « Oh, almeno non sono l'unica. » Anche se è ovvio che il giovane Olivander non è spinto dalle stesse priorità, Mun decide di convincersi del contrario. « Vi lascio ai vostri affari. Io ho un matrimonio da salvare. Il mio, mi pare chiaro. » Amunet Haelena Carrow, la donna meno drammatica mai nata in tutto l'universo.

    Riesce a individuare poco dopo Sirius e Judah in un angolo della sala. Si precipita verso di loro e abbraccia prima il fratello e poi il giovane Potter. E' raggiante nonostante tutto. I capelli perfettamente in ordine, trucco impeccabile, tacco dodici di tutto rispetto e un abbigliamento accademico, ma tutto sommato audace; camicetta leggermente sbottonata, jeans nero e un blazer blu notte di tutto rispetto. Tutto pur di dare l'impressione che è la donna più felice sulla faccia della terra. Perché in fondo lo è; deve solo imparare a fare i conti col fatto che non tutti saranno sempre abbastanza gentili da risparmiarle qualche colpo in canna. « Come siamo carini oggi.. » Asserisce con un grosso sorriso mentre accarezza con affettuosità la spalla di Sirius. « Qualcuno mi aggiorna su come è potuto succedere questo dramma? » Ovviamente non è del tutto alienata. Da che mondo e mondo, la Carrow, alla sacrosanta competizione tra le casate, ci ha sempre tenuto più di quanto sia persino pronta ad ammettere. Che l'anno scorso si fosse trovato come contendente Fred o chiunque altri, Mun l'avrebbe sbranato e fatto a pezzi in ogni caso. C'è chi aveva insinuato che la sua sfrenata competizione fosse guidata non dai più nobili principi, bensì dai suoi isterici istinti femminili, ma se era vero ciò, e con Fred era stata più spietata di quanto lo sia normalmente, non da meno sarebbe stato con chiunque altri. Ex o non ex che si fosse trovata di fronte. « Non sono trapelate poi molte informazioni in merito. » Non che Mun si sia poi molto impegnata per venirne a capo. Era stata occupata con questioni ben più personali, e nessuno in fondo poteva farle una colpa. Rispetto ai bambini, le responsabilità, gli esami e il tentativo di strappare un tirocinio di tutto rispetto, pensare alla coppa delle case, le sembrava quanto mai.. irrilevante. « D'altronde dar credito alle stesse persone che.. » E proprio in quel momento l'occhio cadde su una delle bacheche in cui era ancora esposta la famigerata foto. Mun alza gli occhi al cielo e si sposta di qualche passo per strappare l'immagine e accartocciarla, facendo posto alla pallottola pronta a essere ingoiata dal primo cretino di turno, nella borsa. « ..ecco appunto. Dare credito a questa gente è un po' come credere al villaggio di Babbo Natale. » Indignata sbuffa, rendendosi conto che con quel gesto ha già attirato qualche sguardo su di sé. Finiranno mai con queste cafonate? Infine si stringe nelle spalle e saluta in fretta e furia entrambi. « Vado a salutare un po' di gente. Non sgattaiolate via, come fate sempre. » Un sorriso d'intesa nella direzione di entrambi correlato da un occhiolino, prima di sgusciare tra le persone, ignorando di sana pianta qualche parola decisamente fuori posto che sente lungo il tragitto. Giunta di fronte al tavolo degli insegnanti vi si siede sopra di fronte a Nate e Percy, sorridendo loro con un misto di goduria e apprensione. Non è certa cosa prevalga tra le due, ma che ci stia godendo anche un po' troppo, è poco ma sicuro. Non è tanto Percy il destinatario di quel misto di ambiguità, quanto Nate; oh, ora capisci cosa ci si sente stando dall'altra parte. Vedremo se sei bravo a reggere la corona. « Ho sentito che rischiate di essere linciati da mezza scuola. » Sospira affondo, inumidendosi le labbra. « Ma per fortuna io sono una persona magnanima e generosa, quindi.. se doveste aver bisogno di una mano - basterà chiedere.. con gentilezza. » ..e umiltà. Una cosa che non ha mai contraddistinto nessuno di noi tre vero? « Nell'arte del tramare voi due siete davvero bravi. Oserei dire quasi.. dei maestri. » Asserisce più sottovoce, allungandosi appena sul tavolo, ignorando il brusio di sottofondo e anche gli altri Senior. E' piuttosto certa che siano in grado di sentirla, soprattutto la Morgenstern, lì piantata come una piovra al fianco di Watson. « Ma io sono una donna. Ho una marcia in più a prescindere. » Sbatte le ciglia insistentemente, prima di ritirarsi saltando giù dal tavolo. « Aspetto la chiamata delle quote rosa per Serpeverde. Prometto di non offendermi - al massimo ve lo farò pesare per qualche giorno. » Si stringe nelle spalle e volta loro le spalle, dopo aver salutato Olympia mimando sulle labbra un veloce ci vediamo dopo, più impersonale rispetto al discorso fatto precedentemente. « Attenta alla corona, Carrow! Sia mai che ti cade.. poi ti fai male. » Si sente velocemente alle spalle, ma a quel punto è già tornata in mezzo alla plebe. In fondo ne avrebbe bisogno, si dice. Avere un obiettivo, tornare a tramare.

    Bb70CPC
    Se Albus vuole tramare contro lo Shame con Fawn, io tramerò contro ogni stronzo dentro questa scuola di pezzenti con Douglas e Watson. E' questo ciò che si dice mentre cammina in mezzo alla sala ormai ghermita di persone che sparla, guardando di tanto in tanto il gruppetto dei Senior in fondo alla sala. Alcuni sono arrabbiati, altri sono confusi, Mun dal canto suo si sente semplicemente sciocca, soprattutto quando evita di passare accanto alla tavolata dei Grifondoro, dove individua ad un certo punto seduta in compagnia di Marchand e qualcun altro, niente meno che la Byrne. Al tavolo dei Tassorosso, riesce anche a individuare Betty; evita anche quello come una bambina colta con le mani nel barattolo della marmellata, e rema dritto verso il tavolo della propria casata. Non ha nulla di concreto né contro Fawn, né contro Betty, né contro nessun altra ragazza - a meno che non si chiami Jannifer Monroe; ecco lei sì che è una piovra - ma nonostante ciò, in quel particolare momento il suo stato d'animo oscilla tra il fastidio e l'insicurezza. Le parole lette sullo Shame, sembrano esserle entrate in circolo, alimentando la sua rabbia, la paranoia, la voglia di fare una scenata senza motivo alcuno, e non tanto per quello che lei potrebbe pensare sulla faccenda, quanto per quello che pensa la gente. Che l'oppinione pubblica ha sempre avuto un impatto su Mun, ormai è storia nota. Quello che pensa la gente, influisce sulla piccola Carrow, la condiziona, la rende o propensa a condurre uno stile di vita equilibrato, o al contrario mandare al diavolo ogni sforzo fatto. Se potesse, la piccola Carrow farebbe ben volentieri una lobotomia a ogni essere con cui è entrata in contatto, per assicurarsi che ciascuno di loro pensi il meglio della sua persona. Alla fine lo individua, Albus, e non appena i suoi occhi incontrano i propri sorride andandogli incontro. E arrivato insieme a Fawn? Quanto sono stati insieme? M'interessa? Mi dà fastidio? Oh sì, mi dà decisamente fastidio. Sono quelli i momenti in cui maggiormente le manca la compagnia di Ryuk, il suo giustificare e alimentare i pensieri più ossessivi e malsani di Mun. Sulla scia di quegli stessi pensieri perversi e masochistici, del tutto irrazionali, senza alcun preavviso si alza in punta di piedi non appena è di fronte a lui e gli concede un bacio che consente alla più vasta platea possibile di verificare live, quanto veritiero sia lo screen che ormai circola in tutto il campus. La mano s'insinua nella tasca posteriore dei suoi jeans e si abbandona completamente. Si stacca solo quando qualche fischietto sfreccia nella sala, accompagnato da commenti che di rispettoso hanno solo il tono basso con cui vengono proferiti. « Ciao! » Asserisce infine con sorriso luminoso. Va tutto bene. Va sempre tutto alla stragrande. E' ancora arrabbiatissima, oh eccome se gliela farà pagare tutta la scenata di ieri sera! Ma di certo, non di fronte a tutta quella platea, non di certo quando gli occhi dello Shame potrebbero osservarli proprio in quel momento. « Mi sei mancato. » Continua mentre si siede, carezzandogli dolcemente la nuca, prima di tirargli appena qualche ciocca con un po' troppo vigore. « Ti sei divertito? » Un leggero accenno dispettoso mentre gli carezza la guancia, sistemandogli i capelli sulla fronte con apparente premura. Che la luce nei suoi occhi sia tutto tranne che gioiosa, potrebbero capirli in pochi, e infatti se il suo pungente fastidio e stato d'animo furibondo non fosse abbastanza evidente, mentre si appoggia contro la spalla del ragazzo, l'indice picchetta insistentemente sulla sua gamba. Sei uno stronzo. Non adopera quel modo di comunicare da tempi immemori, motivo per cui ci va piano, tentando di scandire il più possibilmente ciascuna lettera osservando distrattamente la sala, quasi come se tutto andasse alla meraviglia. « Questa giornata è davvero perfetta. Mai avuta una migliore. » Conclude infine con la stessa apparente gioia mentre si carezza dolcemente i capelli. « Nemmeno i punti potrebbero rovinarmela. »

    ]I: Interagito con Theo e Greg;
    II: Interagito con Judie, Siri, Nate e Percy; salutata Olympia;
    III: gnegni that's all for you; nominate Fawn e Betty

    #scusatela #perdonamemadrepormipostlunghissimo


     
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    « Che vuol dire che non vuoi venirci? » La Byrne lanciò un'occhiata eloquente alla propria coinquilina, sbuffando sonoramente. Quella storia stava andando avanti da troppo per i suoi gusti. Era ormai un'ora buona che cercava di convincerla ad abbandonare il loro appartamento per andare a quell'assemblea. Alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa, poi fece un brusco dietro front verso il frigo, dal quale pescò un energy drink. Ne richiuse l'anta con un colpo di fianco e si voltò immediatamente verso la bionda. « E se mi dici di nuovo che è una perdita di tempo, Cass, te lo giuro - ti tiro qualcosa in testa. » Con tutto l'affetto del mondo, s'intende. Perché secondo i suoi calcoli, quello che la sua coinquilina aveva appena etichettato come un qualcosa di inutile, sarebbe poi diventato l'argomento del giorno al rientro dell'americana. Che, francamente, non era dell'umore per trasformarsi nella donna dei riassunti. Né era dell'umore per ricordare i dettagli. Ed una conversazione con Cassie non esisteva, senza dettagli. Io vengo da una notte in giro, non mi sono fermata un attimo oggi e sto diventando il coniglietto della Duracell sotto acidi per la quantità di robe pseudo-energetiche che ho ingerito, e che dovrebbero tenermi in piedi. Per favore, non ti ci mettere anche tu. Già, perché tra lo Shame, le sue personali paranoie e la stanchezza, la Byrne non aveva voglia. Sostanzialmente, si stava trascinando in giro perché doveva, e sospettava che l'unica ragione per cui ci stesse andando, a quell'assemblea, fosse tutta l'irritazione che aveva in corpo.
    Quella mattina, d'altra parte, era arrivato l'ennesimo spot dello Shame. Al quale non avrebbe dato peso, se non ci fosse stato tutto il contorno dei giorni precedenti e la sparizione dei punti, ma che aveva finito per allarmarla ulteriormente. Si prese un attimo per trangugiare qualcosa come un quarto del contenuto di quella povera lattina, soppesò la compagna con lo sguardo... e decise di cambiare tattica. In fondo, se questo doveva essere uno scontro tra titani, non si poteva pensare di adoperare la stessa strategia per sempre. E lo era, considerata la testardaggine di entrambe. « Senti... » Se ne uscì poi, avvicinandosi al divano dove la bionda si era seduta e abbassandosi a sedere sui talloni per una prospettiva migliore. « ... se non altro, se mi accompagni, puoi capire se hanno risolto qualcosa. E se non l'hanno risolta... » Allora siamo un po' nella merda, diciamocelo. « si può provare a capire a quali conclusioni sono giunti. A studiare fai sempre in tempo. » Abbozzò un mezzo sorriso « Giuro che i tuoi libri saranno ancora qui, quando saremo tornate. Su, dai - se non inizi a prepararti, facciamo tardi. Non vorrai perderti le cose importanti. »
    Francamente, Fawn non aveva idea se ci fossero davvero, questi aggiornamenti pseudo - importanti. Ma non era nemmeno dell'umore per farsi troppe domande prima di poter verificare sul campo. E qui, dopo averle fatto il miglior occhiolino del suo repertorio delle espressioni carismatiche, si alzò in piedi. « Anzi, sai che ti dico? Se riesci a non metterci troppo, mi fai un favorissimo. Così passiamo in caffetteria. E se vuoi qualcosa, te lo offro io. » Ma solo perché devo evitare di addormentarmi nel bel mezzo del discorso di qualcuno.Ed eccola, che faceva la sua entrata in Sala Grande con quello che ormai era il suo accessorio fisso. No, non la borsetta come sarebbe convenuto ad ogni signorina - il bicchierone di caffé. Lasciò che lo sguardo vagasse per l'ambiente per qualche secondo, tanto per farsi un'idea di chi c'era e chi no. « Direi che le nostre strade si separano qui. Non scappare a casa alla prima occasione, ok? » Scherzò, dandole un buffetto affettuoso sul braccio.
    Salutò da lontano Albus, che comunque aveva già visto quella mattina - come lo Shame ci aveva tenuto a spottare. Un giro di saluti infinito dopo - composto Malia, Dean, e ovviamente le Senior, giustamente con un diavolo per capello - ebbe la forza psicofisica di individuare Erik nella platea. « Buongiornissimo! » Si annunciò, stampandogli un bacio sulla guancia per spostare poi la sua tracolla e buttarsi a sedere accanto a lui. Non chiedermi a quanti caffè sto, non chiedermi a quanti caffé sto, non chiedermi a quanti caffé sto... « Allora, quali certezze abbiamo, a parte il fatto che secondo me quelli di Tassorosso verranno picchiati malissimo? » Ironizzò a bassa voce, consapevole di essere a portata d'orecchie di troppa gente. Poggiò la testa sulla spalla del povero Erik d senza troppi complimenti - sto dormendo in piedi... vabbé seduta - e si perse a guardare l'andirivieni in Sala. Le ci volle mezzo minuto per rischiare di addormentarsi - letteralmente - e doveva ammettere che il chiacchiericcio di fondo non aiutava. « Nah. » Disse con decisione a nessuno in particolare, se non a Morfeo. Not today, Satan. E si costrinse a sollevare la testa, che pesava come un macigno, e a bere altro caffè. Si poteva sviluppare un'immunità, o...? E fu nel bel mezzo dell'ennesima dose che vide Amunet Carrow fare il suo ingresso. I loro sguardi si incontrarono per forse una frazione di secondo, ma - ovviamente - non ci furono saluti. Fawn, dal canto suo, non tentò di rettificare la cosa. Si limitò a sbuffare una risata ed alzare gli occhi al cielo. Beh, perfetto così. Tornò quindi a guardare Erik, prendendosi un attimo per stiracchiare le braccia. « Devo dire, comunque, che questa non me l'aspettavo. » Commentò, in riferimento alla faccenda dei punti. « Ma dal gossip becero sulla vita privata altrui al far imbestialire letteralmente un intero polo accademico, a quanto pare il passo è brevissimo. Hashtag Simpy Shame. » Scosse di nuovo la testa. « Non ce la posso fare... guarda i Tassorosso che felicità. Nemmeno fosse la prima volta che rischiano di vincere qualcosa...» E crollò di nuovo con la testa sulla sua spalla. Premurandosi, però, di tenere gli occhi bene aperti.

    interagito con: Cassie ed Erik,
    salutati: un po' tutti i Grifonzoli del mio cuor e Al,
    nominata: Mun
     
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    « Quindi ci sei andato alla fine? Alla caffetteria.. quella di cui ti avevo parlato l'altro giorno. » Un sorriso radioso compare sul volto della giovane Marion mentre sorprende Hugo Weasley durante quella che sembra un'intesa sessione di lettura della Gazzetta. « Pagina trentasei.. » Lo intima indicandogli il giornale. C'è un nuovo articolo di Marion Marchand nella rubrica culturale della Gazzetta. Charlie ne va particolarmente fiera. Quella ricerca le ha dato nuova vita. Non sa perché abbia deciso di raggiungere Hugo Weasley non appena intravvisto da lontano. In fondo non ha niente da spartirsi con lui, però, sotto sotto qualcosa l'ha incuriosita sin da quando si sono conosciuti. E' certamente l'esatto contrario delle solite compagnie a cui è abituata, ma forse, proprio per questo motivo ha tanta voglia di coltivarla. E' diverso, come tutta la vita di Marion è diversa dalla sua. « Questa settimana mi sono toccati i cinema di origine magica. Sapevi che i maghi avevano scoperto la magia delle immagini in movimento cent'anni prima dei babbani? D'altronde i precursori dei proiettori erano queste specie di aggeggi stranissimi chiamati lanterne magiche. Che poi sono anche i precursori delle nostre odierne macchinette.. quelle su cui catturiamo le nostre meravigliose fotografie in movimento. » Si stringe nelle spalle con naturalezza Charlie, o Marion oppure entrambe - a questo punto non ha più importanza. Charlie sa solo che quando veste i panni della bionda è improvvisamente più felice, più serena, quasi.. normale. Controlla l'orologio sul polso e constata che è quasi l'ora dell'assemblea. « Tu vieni? » Gli chiede indicandoli l'entrata principale del castello mentre si destreggia nel legarsi i capelli in quello che risulta un disordinatissimo chignon. « A proposito com'è andata allo speed date alla fine? Trovato qualcuno di interessante? Sono certa non fosse la sottoscritta, visto che non ho ricevuto alcun invito da parte tua. » Sorride scuotendo la testa. Non se l'è presa davvero. In fondo lei non cercava davvero un appuntamento, o una storia; aveva solo voglia di conoscere nuova gente. « Il mio tipo comunque è stato un buco nell'acqua. Cioè mi ha scelto e poi non si è più fatto sentire. Non ho la più pallida idea di che fine ha fatto. » Sedotta e abbandonata da un calciatore pare ormai la metafora della mia vita. Sbuffa pensando a quell'evenienza, e alza gli occhi al cielo si dirige affiancando il moro verso la sala. Non sembra particolarmente preoccupata dalla faccenda delle coppe. A dirla tutta non ha nemmeno la più pallida idea del motivo per cui è stata indetta l'assemblea. La deformazione professionale vuole che Charlie sia completamente e assolutamente reticente a qualunque forma di gossip e/o giornale scandalistico. Non c'è da stupirsi che a malapena sappia che cos'è lo Shame. « Tu hai capito cos'è successo? » Gli chiede infine prima di entrare nella sala comune; inizia a guardarsi attorno sovrappensiero alla ricerca di volti noti. Ha tra le mani un bicchiere di carta in cui è contenuta la solita brodaglia che spacciano per caffè ai carretti in giro per la tenuta del castello. Riesce a percepire qualche frase colma di rabbia e indignazione qua e là, mentre lo sguardo si rivolge direttamente verso il punto esatto in cui bazzicano i senior. Elude il contatto visivo non appena riesce a individuare tra i vari Percy e Nate, e sospira. « Uh eccolo.. è quello là. E' con lui che dovevo vedermi. » Indica con un leggero cenno della testa Oliver prima di riservargli un sorriso non poi tanto gentile e un cenno della mano che ha tutta l'aria di un aperto ti aspetto al varco.
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    « Che maleducato mamma mia. Certo che però è mooooolto carino. » Infine si stringe nelle spalle e saluta Hugo con una pacca sulla spalla. « Beh io vado di là. Magari uno di questi giorni riesco a farti compagnia alla caffetteria. Mi farebbe piacere tornarci. Chiacchierata off records, ovviamente. » E con quell'ultima promessa si dirige verso il tavolo dei Grifondoro, posizionandosi di fronte a niente meno che Eirk Marchand. Anche Charlie lo conosce abbastanza bene. Durante il suo sesto anno, Marchand era il Caposcuola dei Grifondoro e uno dei sogni proibiti di mezza scuola. A ben vederlo ora, era solo un esaurito ragazzo sull'orlo di una crisi isterica. Charlie aveva ben presto imparato per via dei forzati contatti che doveva avere regolarmente con lui che studia Medimagia. Non prettamente l'indirizzo più semplice. « Che fratello premuroso. Mi hai tenuto il posto! Così gentile da parte tua. » No che non le aveva tenuto il posto ed era piuttosto evidente dal fatto che Charlie non le aveva mai chiesto di farlo. « Mi leggi nel pensiero. » Continua piuttosto divertita mentre incrocia le braccia al petto osservando la sala ormai sovraffollata. « Buongiornissimo! Allora, quali certezze abbiamo, a parte il fatto che secondo me quelli di Tassorosso verranno picchiati malissimo? » « Fawn. Sempre un piacere rivederti. Marion.. la sorella.. ricordi? Facile dimenticarsi visto che non si fa mai sentire - complimenti comunque! » Asserisce con gentilezza prima di tornare a osservare Erik. « Papà vuole vederci domenica a pranzo. Facciamo che questa volta non usi di nuovo la scusa dello studio; sono stanca di sorbirmi i discorsi da padre apprensivo. Devi aiutarmi a convincerlo che vivere con il tipo losco, non è un dramma di proporzioni bibliche. » Detto ciò saluta entrambi e va infine a sedersi al tavolo dei Tassorosso, continuando a sfogliare la Gazzetta distrattamente, in attesa dell'inizio dell'assemblea. Forse capirò qualcosa sul motivo per cui è successo tutto questo casino. « Ehi! Ehi tu.. senti ma tu hai capito perché siamo qui? »

    Interagito con Hugo, Erik, Fawn + guest star a random alla fine; se qualcuno vuole cogliere l'occasione, interagitemiH tutta
    Nominato Oliver #infame

     
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