{CHAPTER THIRTEEN} WATCHER//PLAYER

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +7    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    1,867
    Reputation
    +2,294

    Status
    Anonymes!

    "Nonna, mi raccomando..non come la scorsa volta." Tutti sanno che nonna Molly ha una maniera molto particolare di dimostrare il proprio affetto: ovvero tramite il cibo. Poco le interessa di quanti anni o patologie abbia la persona in questione, lei troverà sempre il modo di rimpinzare chiunque abbia un posto nel suo cuore. E così aveva fatto anche con Lily, l'ultima volta che l'aveva tenuta d'occhio per conto di Albus e Mun. Chiaramente la nuova arrivata era ancora piccola, e solo da poco aveva iniziato a far intravedere alcune punte bianche che sbucavano dalle gengive, dunque il suo tipo di alimentazione era ben diversa da quella che poteva avere ad esempio un Jay..e questo nonna Molly, ovviamente, lo sapeva benissimo. Tuttavia ciò, almeno per lei, non significava necessariamente il non poter intingere il proprio dito nel vasetto di cioccolata e dare un piccolo assaggino alla bambina. L'ho fatto con tutti i miei figli e nipoti, mi sembra siate cresciuti tutti più che sani! Questo era il modo in cui l'anziana signora aveva ribattuto, noncurante del fatto che Lily avesse tenuto i genitori svegli tutta la notte, piangendo in continuazione perché chiaramente le faceva male la pancia. Tutti i neonati fanno così - aveva dunque detto Molly, liquidando le lamentele dei giovani genitori come inesperienza. Ora, a un mese di distanza dallo spiacevole accaduto, nonna Molly ancora non se la sentiva di lasciare lo scranno della ragione, e al monito di Albus rispose con uno sbuffo e un'alzata di occhi al cielo. "Oh, prima di dire a me come crescere i figli troppe pagnotte dovrai ancora mangiare." Albus assottigliò appena lo sguardo con un sorrisetto di sfida nel passarle la bambina tra le braccia. "Beh, buona fortuna a trovare la cioccolata, allora, questa volta." Modalità papà: attivata. La donna arricciò dunque il naso, guardandolo di sottecchi. "Non mi sottovalutare, ragazzino." Scioltosi in una breve risata, scoccò un bacio sulla guancia della nonna e una sulla fronte della piccolina, uscendo poi di casa in tutta fretta per raggiungere l'area di smaterializzazione.
    Ovviamente Albus, a quell'assemblea non poteva assolutamente mancare. In fin dei conti lo Shame era un argomento che lo toccava piuttosto da vicino, e la sua vena polemica non si era di certo esaurita durante la giornata dell'orientamento. Anzi, se possibile si era alimentata ulteriormente dopo lo scambio di battute poco amichevoli che aveva avuto il giorno prima con Mun e dopo il summit con Fawn conclusosi poco fa. Quando entrò col suo solito passo di marcia in Sala Grande, la prima cosa che fece fu lasciare la tracolla alla tavolata Serpeverde, prenotandosi un posto in prima fila per ciò che sarebbe avvenuto. Fatto ciò raggiunse immediatamente la sorella, salutandola con un forte abbraccio e un bacio schioccato sulla fronte. "Allora tigre, sei carica?" Un tono, il suo, che non poteva definirsi allegro, ma di certo energico. Passò lo sguardo tra lei, Tris, Malia e Moses. "Ho interrotto il summit di strategia Grifa?" chiese guardingo, ma pur sempre con l'impronta dell'ironia a incurvare le sue labbra. "Vabbè, vi lascio alle vostre cospirazioni. Buona fortuna, ragazze." E fa appena in tempo a discostarsi dal gruppetto rosso-oro che viene intercettato da Fitz, che saluta con un largo sorriso, aprendo le braccia platealmente in sua direzione. "Amore mio." "Ed io che pensavo fossi troppo grande ormai per queste cose ridicole." Si portò una mano al petto, mettendo su un finto fare di ferimento. "Io? Mai. Vorrei ricordarti che la corona di re dei ridicoli è ancora mia, Gauthier. Queste cose..senza di me..non hanno proprio anima." Si sciolse quindi in una risata, abbracciando l'amico e assestandogli due pacche sonore sulla schiena. "Non troppo affettuosi tesoro. Ci tengo a non essere l'ennesimo cuore infranto nel tuo triangolo-quadrato-pentagono." Si strinse nelle spalle, sospirando e scuotendo leggermente il capo. "Sì però Fitz mi devi stare al pari con le antialmun, altrimenti qui non si va avanti. La vera relazione è la nostra, tutto il resto è una copertura per..bo..vendere giornaletti di quarta categoria? Non ho capito bene lo scopo che hanno trovato, ma era una cosa del genere." In fin dei conti, alle teorie del complotto, Albus ci si era abituato ben prima di mettersi insieme a Mun. Il suo cognome, nel bene o nel male, portava una certa notorietà, e con quella anche le chiacchiere di persone che avevano una fantasia particolarmente fervida. "Poi non so se hai letto, ma a quanto pare sto divorziando prima ancora di sposarmi." Notizia fresca, di quella mattina, che tuttavia Albus aveva ampiamente previsto nel suo essere scontata come le uova di Pasqua a Maggio. "Già in crisi con la signora? Ed io che vi davo almeno sei mesi di matrimonio.." scrollò appena le spalle, lanciando uno sguardo nella sala per cercare una Mun che ancora non era arrivata. Incontrò tuttavia lo sguardo di Fawn, verso la quale alzò una mano a mo' di saluto, accompagnandolo con un cenno del mento. "Bo, è girata di culo da ieri perché ho invitato Fawn a prendere un caffè a casa..valla a capire tu. Prima potevo spiegarmi tutto con gli ormoni della gravidanza, ma ora? Bo, a volte ha queste paranoie che non stanno ne' in cielo ne' in terra. E vivere con una sorella mi ha insegnato a non dire le fatidiche parole: ma che hai il ciclo?" Se poi la sorella in questione è pure un po' nazi-feminist, allora proprio ti segni la condanna a morte. "Ti lascio al tuo harem, però se dopo ci sei, magari andiamo a prenderci una birra giù al campus." Annuì, leggermente distratto, per poi rivolgere un sorriso all'amico e salutarlo con una seconda pacca sulla spalla. "Anche due!" ..che secondo me ne avrò bisogno.
    tumblr_inline_pgsvrac3uv1vnhqop_400
    Nell'avviarsi verso il tavolo Serpeverde incrociò suo fratello, appena entrato. Nel passargli accanto, tutto serio, puntò lo sguardo aggrottato su una parte imprecisata del suo petto. "Siri, fatti un gratta e netta che sei un po' sporco qua." disse, pigiando l'indice sulla sua camicia, aspettando che il fratello abbassasse lo sguardo per dargli un colpetto al naso e andarsene via ridacchiando solo dopo aver assestato anche a lui un paio di pacche sulla spalla. "Buona fortuna, bro. Falli secchi." Non sapeva, in realtà, se Sirius avrebbe parlato o meno, ma poteva solo immaginare che il suo ruolo lo costringesse un po' a farlo a prescindere. In fin dei conti, le clessidre erano comuni tanto per i punti dei collegiali quanto per quelli degli studenti di Hogwarts. Preso quindi posto lì dove aveva lasciato la propria borsa, estrasse il cellulare per controllare velocemente che non ci fossero aggiornamenti sulla pagina dello Shame, non riguardanti lui o ampie questioni scolastiche, quanto meno. Nulla. Un silenzio decisamente innaturale per quell'app che sembrava far cinguettare tutti i cellulari del campus ogni cinque minuti. "Hey Potter..per caso hai qualche altra foto da mandarci?" proferì uno dei tanti simpaticoni a qualche posto di distanza da lui, sporgendosi insieme ai suoi amichetti in sua direzione, accompagnato da sghignazzi. Sollevò un sopracciglio, fissando il ragazzo in faccia. Ma chi saresti tu, intanto? Tuttavia sorrise, portandosi il cellulare davanti agli occhi e scorrendo col dito sullo schermo come se stesse cercando qualcosa. "Meh..quelle di Mun le ho finite. Però se vuoi ne ho un paio interessanti di tua sorella. Aaah, bei tempi quelli!" Ripose quindi il cellulare, incrociando le braccia al tavolo per voltarsi verso il gruppetto, rivolgendo loro un sorriso sbarazzino. Che poi comunque hai pure già gli occhiali, dai - vuoi sul serio aggravare ulteriormente i tuoi problemi di vista? A distoglierlo dal club delle seghe, tuttavia, fu la stessa Mun, che prendendolo in contropiede nell'esatto momento in cui lui si era alzato per spostarsi un po' più in là, stampò le proprie labbra sulle sue in un bacio che all'immaginazione lasciava davvero poco. E in un primo momento, Albus rimase di sasso, con gli occhi sbarrati e l'espressione confusa, per poi lasciarsi semplicemente trascinare dalla corrente e abbandonarsi al gioco di lei. Perché tutta questa spontaneità, col senno del poi, gli sembrava davvero troppo strana. E infatti, quando si staccarono, la prima reazione del ragazzo fu lanciarle uno sguardo furtivo piuttosto guardingo. Che hai fatto? "Ciao!" "Ma ciao anche a te." rispose, con un sorriso sornione, ma ancora sulla difensiva, nel mentre di mettersi a sedere. "Mi sei mancato. Ti sei divertito?" Sorrise, angelico. Mamma mia, sottile come un baobab, tesoro. "Certo amore. Tu invece? L'hai già finito il Tour de France?" Perché in fin dei conti, Albus era pur sempre rimasto indispettito dai messaggi che si erano scambiati la sera prima. Non per nulla, ma che dopo tutto quel tempo, una figlia e una proposta di matrimonio lei ancora avesse dubbi sulla serietà del suo impegno gli faceva girare la palle e non poco. Come gli faceva girare le palle anche la menzione - accuratamente cancellata - di Fred e Nate, un qualcosa che nel momento in cui era stato digitato lei aveva concepito come un qualcosa per infastidirlo apertamente. "Questa giornata è davvero perfetta. Mai avuta una migliore. Nemmeno i punti potrebbero rovinarmela." E al sei uno stronzo che lei ci tenne a comunicargli tramite l'uso del morse, Albus non esitò a replicare in identica maniera. Prese il mento di lei tra due dita, obbligandola a voltarsi in sua direzione per fissarla negli occhi - dandole modo di leggere il suo stato d'animo mentre picchiettava sulla sua gamba. Fai la brava. Dopo facciamo i conti. Quasi con violenza spinse le labbra nuovamente contro le sue, mordendole appena quello inferiore. "Sono felice di sentirtelo dire." disse quindi, quasi in un sibilo, quando si scostò.

    Salutata Fawn. Interagito con Olympia, Tris, Malia, Fitz, Sirius e Mun.


     
    .
  2.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Collegiali
    Posts
    322
    Reputation
    +982

    Status
    Anonymes!
    «Sono stati i Tassorosso! È l'unico modo che hanno di vincere qualcosa!»
    «Allora, quali certezze abbiamo, a parte il fatto che secondo me quelli di Tassorosso verranno picchiati malissimo?»
    Lo sapevo che sarebbe stato meglio non venire. Nonostante lui e i suoi compagni di Casata non avessero proprio nulla di cui vergognarsi, e nonostante la leggera stizza che continuava a causargli l'idea comune per cui i Tassorosso siano perdenti di natura – occorre ricordare al mondo l'esistenza di illustri compagni di casata come Newt Scamander? E Grogan Stump, Ministro della Magia? Senza contare poi Artemesia Lufkin, Dugald McPhail, anche loro eccellenti ministri? – Otis proprio non riusciva a gestire il pensiero di buttarsi nella mischia. Infatti il piano non era quello: sarebbe rimasto seduto, ad ascoltare l'assemblea, probabilmente arrossendo di rabbia davanti a ciò che già sapeva sarebbe stato detto sul conto della sua casata.
    E, di fatti, non aveva varcato da molto la soglia della Sala Grande quando arrivarono alle sue orecchie i primi commenti. A testa bassa, raggiunse il tavolo della sua casata, e si mise a sedere con un sospiro. Lasciò scorrere lo sguardo sui suoi compagni, che al suo contrario sembravano entusiasti, emozionati di trovarsi in cima alle altre casate per la Coppa delle Case. E a giudicare dalle espressioni contrariate e dalle occhiate che giungevano alla sua tavolata da Grifondoro, Serpeverde e Corvonero, tutta quella felicità doveva essere fastidiosa. La tensione che si respirava nell'aria un po' lo preoccupava.
    tumblr_inline_o53gesuZWC1t4prg6_250

    «Io lo so perché tutto questo sta succedendo.» Lavanda Goldstein, 3° anno. Otis le rivolse un'occhiata rapida, senza muovere la testa, e un sorriso a labbra strette. La giovane bionda non aveva la reputazione di essere totalmente a posto con il cervello. Come completamente immune alle lettura del linguaggio del corpo, Lavanda si fece più vicina, attorcigliando una ciocca di riccioli dorati con l'indice e masticando una chewingum rumorosamente. Otis, invece, rimase immobile. Se non ti muovi, non ti vede. O forse quello era il Basilisco. «Già, hai sentito bene. So tutto. Ho parlato direttamente con lo Shame. Mi hanno rivelato ogni cosa, ogni piano. Capisci? Sono tipo la prescelta del XXI secolo. Io, Lavanda Goldstein.» Il sorriso ebete di Otis a questo punto iniziò a fargli formicolare le guance, gli occhi fissi sul ragazzo seduto di fronte a lui, che quando si accorse di essere fissato aggrottò la fronte in un'espressione stranita. La ragazza gli sussurrava all'orecchio, mentre Otis tratteneva il fiato, il colorito della sua pelle sempre più tendente al verdolino. «Hai capito? Mi hanno detto tutto. È finalmente arrivato il nostro momento. Il momento di riscatto dell'intera umanità. Tutto questo è epocale, Branwell. Biblico. Stiamo parlando di fare piazza pulita» Mio Dio, Lavanda Golstein è una nazista. La ragazza fece una pausa drammatica, mettendosi poi in piedi, sulla panca. Lui finalmente riprese a respirare, ansimando debolmente, e guardandosi attorno temendo che li stessero osservando. I festeggiamenti degli altri loro compagni di casata, però, che continuavano a far suonare trombette e esplodere coriandoli, distolsero l'attenzione dal profetico ed ispirato messaggio del nuovo Messia del 2019. «Finalmente gli ultimi saranno i primi!» Qualcuno, seduto poco distante da loro, al sentir pronunciare quelle parole risposte con un ululato, amplificato dalle mani messe a coppa attorno alla bocca. Seguirono altri esulti di quel tipo, e fu allora che Otis colse l'antifona e decise di passare qualche posto più di là.
    Al riparo da inopportuni festeggiamenti e individui con deliri mistici, Otis estrasse dallo zaino la console portatile su cui aveva installato una 40ina di giochi diversi. Avevano da poco rilasciato l'ultima versione di Aingingein, il gioco irlandese del XII secolo reso virtuale. Continuava a bloccarsi al settimo livello: non riusciva a non farsi incendiare dalle botti. «Ehi!» La lingua fra i denti, lo sguardo completamente catturato dal videogioco mentre compiva manovre strane e difficili, non riuscì a sentire la voce della ragazza accanto a lui. «Ehi tu» Distolse lo sguardo dallo schermo per qualche secondo, per voltarsi verso la voce che lo chiamava. Il familiare gingle del Game Over risuonò pochi secondi dopo, e Otis sbuffò, lasciando cadere la console sul tavolo. «Senti ma tu hai capito perché siamo qui?» Si strinse nelle spalle, incerto. «Credo che i Senior abbiano cercato di rimediare a questa storia dei punti, e suppongo vogliano discutere della cosa con gli studenti. Non so a quanto serva, ma vabbè...» Si versò del succo di zucca nel bicchiere, scrollando nuovamente le spalle. «In realtà non ci ho capito molto neanche io. Soltanto che adesso ci odiano tutti.»
    Interagito con Charlie Marion. Sorry per la gaffe, sistemato tutto u.u


    Edited by the educator - 20/3/2019, 12:47
     
    .
  3.     +7    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    29
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « S-scusa, dovrei...ecco » Con i libri stretti al petto e lo sguardo basso, Vladlen Sokolov penetrò nella Sala Grande con una certa fatica vista la massa di gente che si accalcava davanti all'entrata: alcuni lo facevano semplicemente per creare confusione, altri, quelli che andavano contro il comitato Seniors, cercavano di caricare gli studenti il più possibile come se dovessero mettere su una rivolta.
    tumblr_odrgcbSrzv1ql59afo1_r1_250
    Dobbiamo farci sentire, non è possibile che facciano i loro comodi senza pensare a noi! Vlad, sinceramente, non sapeva nemmeno di cosa si parlasse e del perchè lui, come tutti gli altri, avesse ricevuto una lettera riguardo l'assemblea a cui partecipava unicamente per rispetto a chiunque l'avesse organizzata. Come aveva potuto constatare diverse volte nel corso dell'anno, in altre occasioni, gli studenti della facoltà di Storia dell'Arte non erano molto graditi, erano considerati quasi le nullità del college e, proprio per questo, venivano più volte scansati, derisi o addirittura esclusi dalla normale vita scolastica. Loro erano sempre gli ultimi a sapere le cose, ed avevano la nomea di essere persone piuttosto strane: finti maghi che fanno schifo con la magia e quindi ripiegano su una facoltà dove non si usa. Vlad in particolare godeva di una cattiva fama, sin da quando si vociferava del caso Jenna Davis, ossia di una grifondoro del sesto anno che giurava di aver visto Sokolov nello spogliatoio femminile dei campetti di quidditch, durante un allenamento. Mi scattava foto mentre mi vestivo, è un maniaco pervertito. Che fosse vero o no, nessuno l'avrebbe mai saputo con certezza, ma il preside di Hogwarts era arrivato a convocare Vladlen unicamente per vietargli l'uso della macchinetta fotografica all'interno delle mura scolastiche, e per minacciarlo di gravi conseguenze semmai si fosse avvicinato nuovamente alla povera malcapitata. Di suo, l'ex corvonero non negò mai d'aver importunato la grifondoro, tantomeno affermò d'averlo fatto; era rimasto di un'indifferenza tale da mettere i brividi. Con il ciuffo calato sul volto ed un impaccio che gli infagottava i movimenti poco fluidi, il ragazzo si incamminò verso il proprio tavolo, dove prese posto silenziosamente, isolato da tutti gli altri. Gli occhi languidi si mossero da una parte all'altra della sala, mentre le dita andarono a giocherellare con un elastico per capelli che gli stringeva il polso, sotto la manica del maglione nero. Non era suo, no, difatti il motivo per il quale allungò il collo, alzando il capo più di quanto facesse normalmente, era per cercare la proprietaria che rimase a fissare intensamente non appena la incrociò. Malia Stone se ne stava seduta sul tavolo degli insegnanti, impegnata in una conversazione con alcuni amici, a quanto sembrava; le lunghe gambe le penzolavano oltre il bordo del tavolo, il vitino sottile quasi si perdeva fra i vestiti che indossava. L'ex corvo si perse nel guardarla, concentrato, minuzioso, indisturbato dalla confusione quasi nella Sala Grande non ci fosse nessun altro se non lei e lui « Strambo, tu che pensi delle clessidre? » Preso alla sprovvista, sobbalzò appena, voltandosi verso l'interlocutore che lo aveva interpellato, rimanendo imbambolato per una frazione di secondo prima di scuotere il capo « Io non so cosa sia...cioè faccio storia dell'arte, non so niente, quindi è successo qualcosa alle clessidre? » Ed in effetti, spostando poi la concentrazione, si accorse che queste non erano più al loro posto, erano sparite. Che le avessero rubate? Erano lì per quello? Quando fece per aprire nuovamente bocca verso il compagno, Vlad dovette rimanere in silenzio, con la voce spezzata perchè quest'ultimo già aveva cambiato posto, allontanandosi da lui. Così, incuriosito, girò sulla panca alla volta del tavolo dei tassorosso, bussando sulle spalle di una ragazza che tratteneva la gazzetta fra le dita. Magari lì sopra c'è scritto qualcosa « Puoi prestarmi il giornale? Non riesco a capire cosa sia successo, ma visto che le clessidre non sono più al loro posto posso immaginarlo...Per caso, non so, c'è qualche articolo che ne parla? » Come se la Gazzetta del Profeta trattasse di stupidate come quella, con tanti problemi che c'erano al mondo.


    Citata malia
    Interagito con Marion
     
    .
  4.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    352
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    mlGtH7g
    Non appena era girata voce che i punti erano spariti era letteralmente scoppiato un putiferio, gruppetti di studenti sul piede di guerra assetati di vendetta nei confronti di chiunque avesse ordito quello scherzo per niente divertente. Aveva perso il conto delle lamentele scritte che i suoi compagni avevano cercato di somministrare ai professori e alla preside, alla ricerca di una sorta di giustizia sociale che era stata loro negata. Erano iniziate le rappresaglie nei confronti dei tassi, a rigor di logica il colpevole doveva essere tra loro, ma Eris dubitava fortemente che fosse opera di qualche ingenuo studente. Aveva dovuto richiamare all'ordine più e più volte i corvi, per fortuna l'autorità di Greag era più che sufficiente per mettere tutti sull'attenti. Le mancavano i giorni in cui doveva barcamenarsi solamente tra lezioni e tirocinio, nell'ultima settimana non avevano fatto altro che riunioni su riunioni, mettendosi a disposizione di tutti gli studenti; prosciugando così quel poco tempo libero che le rimaneva. « Quando ci risveglieremo da questo incubo? Quando manca alle vacanze di primavera? Una settimana di dolce far niente, lontana da tutti questi problemi. » Non sapeva ancora dove sarebbe andata, ma avrebbe colto la palla al balzo per riposarsi e allontanarsi da tutto quel caos che sembrava aver scosso le due scuole. « Se vi serve aiuto potete contare su di me.. » Attento che potrei prenderti in parola Fitz. Ma in realtà c'era ben poco da fare, il meglio che lei e Greag potevano fare era tenere i compagni sotto controllo ed evitare che iniziasse una sorta di vendetta nei confronti dei tassorosso. « Tieni le orecchie aperte e facci sapere se a qualche mente brillante verranno in mente strane idee. » Più occhi e orecchie avevano a loro disposizione, meglio avrebbero potuto svolgere il loro lavoro. « Avete due facce da smorti. Ora mando qualcuno a portarvi dei caffé. Credo proprio che ne avrete bisogno. Ho sentito alcuni noti esponenti della nostra gloriosa casata fuori dalla Sala e hanno tutta l'aria di gente a cui è stata fatta una lobotomia in nottata. » Nettare degli dei, quanto è soave il tuo nome. Eris aveva sempre preferito té e tisane, ma sa quando aveva iniziato il college il caffè era diventato il punto focale della sua esistenza; era impossibile arrivare a fine giornata senza il suo sostegno. L'unica cosa che gradiva più di quest'ultimo era una bella doccia calda. Accettò di buon grado il dono del compagno e lo strinse tra le mani, spaventata dall'idea che qualcuno potesse portarglielo via. "Ho saputo tipo mezz'ora fa di quello che è accaduto..devi aver passato due brutte giornate, ecco perché non ti ho vista." Si appoggiò a Erik, alla ricerca di un sostegno che le impedisse di crollare. Erano soliti incontrarsi nel suo appartamento o in biblioteca per studiare, altrimenti condividevano le pause al san mungo sgranocchiando schifezze e lamentandosi della crudeltà del responsabile di turno. « Salvati finché sei in tempo e scappa da questa follia generale... » Se solo lei avesse potuto si sarebbe lasciata tutto alle spalle in cambio di un po' di riposo, ma la posizione di senior implicava doveri che non poteva ignorare. "Beh, buona fortuna a tutti quanti, ragazzi. Nel caso in cui vi servisse una mano per qualsiasi cosa, sarei felice di aiutarvi." Sorrise al ragazzo, grata del suo supporto; si trattenne dal dire che purtroppo perfino loro stavano brancolando nel buio, quel tiro mancino era stato lanciato per creare un po' di scompiglio e tutti gli studenti si erano lasciati trasportare. « Cooomunque io e Percy abbiamo finito di parlare con Jenkins poco fa. La questione non è delle più rosee. [...] E questo è quanto. Personalmente, per quando daremo questa notizia, suggerisco di castare un sortilegio scudo tra noi e loro... Non si sa mai. » Spostò lo sguardo da Nate e guardò quasi risentita la massa di studenti, si era resa disponibile e molti di loro non si era risparmiati dal bussare alla sua porta ad ogni ora del giorno, ha interromperla mentre studiava, a lanciarle bigliettini durante le lezioni; ci mancava solo che si scagliassero nei loro confronti. «..scudo da qualsiasi cosa: incantesimi e oggetti, che già ho adocchiato qualcuno con le uova. » Eris iniziava a valutare seriamente l'idea di mettere in pratica le lezioni di anatomia a cui aveva assistito qualche giorno prima nell'obitorio del san mungo, il medimao era stato particolarmente accurato mentre descriveva loro come dissezionare un cadavere. « Alcuni non aspettano altro che il momento opportuno per scagliarsi l'uno contro l'altro e quando noi non avremo risposte concrete da dar loro ci ritroveremo con un nido di vespe arrabbiate tra le mani. » Disse agli altri senior, tutti avevano capito che chiunque ci fosse dietro quell'app si stava divertendo a seminare zizzania; ma per ora nessuno aveva idea di chi stesse manovrando il gioco. I nomi che circolavano non era altro che supposizioni e l'ultima cosa che potevano fare era accusare qualcuno sulla base di un semplice sentito dire.

    Interagito con Fitz, Erik, i senior in generale.
    Citati Nate e Percy.

     
    .
  5.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    752
    Reputation
    +1,013

    Status
    Anonymes!
    mlGtH7g
    « Betty, Betty. Alcune tasse del secondo si sono chiuse in camera, sono perseguitate da uno stormo di uccelli di carta che non le lascia stare. » Scene di ordinaria follia che si ripetevano spesso negli ultimi giorni. Molti tassi del primo anno si rifiutavano di lasciare la sala comune senza la scorta degli studenti più grandi, spaventati dall'idea di ritrovarsi faccia a faccia con i loro aguzzini. Seguì la ragazzina fino alla camera delle compagne, dall'interno provenivano urletti e piagnucolii che la spingevano a maledire chiunque fosse la mente bacata dietro quello stupido scherzo nei confronti di quelle che erano poco più che bambine. « Finite Incantatem. » I pigolanti uccellini di carta si schiantarono al suolo, dissolvendosi in piccolissimi pezzi di carta. Bussò alla porta cercando di rassicurare le piccole tasse. « Forza ragazze era uno stupido incantesimo, dobbiamo andare all'assemblea. Non vorrete mica rimanere qua tutte sole... » Di fronte alla prospettiva di rimanere senza il resto del gruppo non si fecero attendere oltre, uscirono tutte e quattro cautamente, guardando sdegnate i coriandoli che rimanevano degli uccellini che le avevano perseguitate. « Betty è così tutti i giorni, ci tirano le palline di carte o le trecce. Ci nascondono i libri o ci fanno inseguire da uccellini ovunque...non è giusto. » Imparerai presto che la vita non è sempre giusta. Pensiero che tenne per sé perchè non le sembrava il caso di infierire ulteriormente su di loro. « Andiamo dai, vedrete che presto quegli sciocchi si stancheranno di fare i bulletti. » A meno che non avranno la fortuna di passare sotto le mie di mani. La sala comune era letteralmente stipata di studenti, oltre le nuove leghe che si erano aggiunte quell'anno c'erano anche i suoi vecchi compagni; l'assemblea sarebbe stata infatti guidata dai senior. Betty aveva preferito rimanere tra i tassi e occuparsi degli studenti più piccoli; temeva che nel momento in cui avessero iniziato a parlare dei punti trafugati sarebbe scoppiato un vero e proprio putiferio. Vide Fitz in compagni dei senior e gli lanciò un breve saluto, distratta poi dall'insistente e onnipresente voce di Lavanda. « Io lo so perché tutto questo sta succedendo. Già, hai sentito bene. So tutto. Ho parlato direttamente con lo Shame. Mi hanno rivelato ogni cosa, ogni piano. Capisci? Sono tipo la prescelta del XXI secolo. Io, Lavanda Goldstein. » Sì prescelta per dire stronzate. Non aveva mai conosciuto una persona così smaniosa di mettersi al centro dell'attenzione; la trovava asfissiante e prima di uscire dalla sua stanza aveva imparato a guardarsi intorno per non ritrovarsela davanti all'improvviso. « Finalmente gli ultimi saranno i primi! » Betty era più che convinta che prima o poi qualcuno le avrebbe strappato tutti i capelli che aveva in testa, se fosse andata in giro a dire che lei sapeva tutto gli altri studenti avrebbero davvero iniziato a pensare che dietro tutto quel caos ci fosse qualche tassorosso smanioso di rivincita. « Ciao Lavanda. » Posò una mano sulla spalla della ragazza sorridendole innocentemente. « Ho visto Palla di Neve che gironzolava per sala comune, non vorrei che scappi fuori poverino... » Anche se forse sarebbe meglio per lui. Era un gatto bianco che Lavanda amava ingozzare e riempire di fiocchetti, se solo avesse avuto il dono della parole molto probabilmente si sarebbe ribellato alla sua padrona. « Il mio povero Pallino. » Scappò via facendo svolazzare i capelli alle sue spalle, per sua fortuna pallino ronfava nelle stanza della ragazza e fato piacendo non se ne sarebbe accorta fino alla fine di quell'assemblea. Si sistemò vicino al gruppetto di tassorosso tra cui c'era anche Otis, faceva fatica a considerarlo suo nipote, ma fino a prova contraria era sua zia a tutti gli effetti. Sapeva che tutti si stavano chiedendo per quale motivo fossero raccolti lì e anche Betty era curiosa di sapere se avesse a che fare solamente con la questione dei punti scomparsi o con i tumulti che lo Shame stava nuovamente gettando tra gli studenti. Tumulti che sembravano toccare un po' tutti, aveva letto gli ultimi spot su Mun, Albus e Fawn, ma aveva preferito non mettere bocca sulla questione; relegando il tutto alle solite sciocchezze che lasciavano il tempo che trovavano. «In realtà non ci ho capito molto neanche io. Soltanto che adesso ci odiano tutti.» « Beh non è che ci odiano....pensano soltanto che ci siamo rubati tutti i loro punti. Penso che i Senior spiegheranno tutto a breve... » Spero prima che questa assemblea diventi una carneficina.

    Interagito con Otis e il gruppetto di tassi lì vicino.
    citati Fitz, Mun, Albus e Fawn (brevemente)

     
    .
  6.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Collegiali
    Posts
    521
    Reputation
    +896

    Status
    Anonymes!
    Cammina a passo lento, percorrendo gli ombrosi corridoi di Hogwarts - resi ancora più stretti e angusti dalla calca di gente che li affolla - con lo stesso entusiasmo in volto di chi si sta dirigendo verso la propria lapidazione pubblica. Striscia a sguardo basso per le ampie scale di pietra che ruotano cambiando direzione ad ogni istante, e perfino il contorto percorso a cui è costretto dagli sbalzi d'umore del castello gli pare troppo breve. La Sala Grande si staglia in tutta la sua minacciosa grandezza su di lui ancor prima che abbia completato il suo rituale di preparazione mentale e fisica. Una volta dinnanzi alle porte deglutisce, mentre vede gli studenti che lo superano a destra e a sinistra dirigersi senza indugiare in quella che, per lui, è a tutti gli effetti la bocca del leone.
    Nelle ultime ventiquattr'ore, una tragedia ha colpito le mura del castello: i suoi concasata hanno gioito, vedendosi improvvisamente in cima alla classifica della Coppa delle Case, ma Émile, sempre prudente e ben accorto di ciò che lo circonda, non ha perso tempo a sondare gli animi degli altri abitanti del castello, e a scoprire che, no, quello non era un miracolo di primavera, ma la più grande sciagura abbattutasi su Hogwarts dai tempi del Lockdown. La notte passata, consapevole dell'assemblea indetta dai Senior, il sonno del piccolo Carrow non è stato dei migliori - al contrario, ha difficilmente chiuso occhio, disturbando il povero Otis, di tanto in tanto, con le proprie congetture decantate al soffitto della loro stanza nel bel mezzo della notte. « Sono stati Eleanor e Julian, mi sembra chiaro. Come fanno a non capire che non è così che si sopravvive? Non hanno paura dei Serpeverde? », « Ci interrogheranno tutti. Ci faranno bere il Veritaserum », « Non troveranno il colpevole, e finiranno per espellerci tutti quanti. Posso venire a vivere con te, Otis? Mio papà non mi farà tornare a casa dopo questa. » Di questo genere erano i pensieri del moro, che si rigirava da una parte all'altra del letto, ingarbugliandosi in quelle dannatissime coperte giallo-oro, in quello stupidissimo dormitorio dei Sotterranei con le porte tonde. Non è la prima volta che avrebbe voluto essere stato assegnato ad un'altra casata: quando lo pensa, finisce per pentirsene subito, perché sa che altrimenti non avrebbe conosciuto il suo migliore amico - eppure quale altro bene può derivare dall'essere membro della casa più sfigata del castello? A quanto pare, non solo si è sempre inosservati e sopravvalutati da tutti, ma adesso essere un Tassorosso significa anche avere delle rogne non indifferenti.
    Dopo una serie di profondi respiri, volti a calmare quello stato d'animo inquieto che l'ha governato per tutta la mattina, Émile si fa coraggio e fa il proprio ingresso nella Sala. Si allarga il colletto della camicia, sbottonandosi anche il primo bottone. Mentre si vestiva, questa mattina, ha deciso (casualmente) di lasciare in stanza la cravatta - così come tutti gli altri elementi ornamentali della divisa giallo-oro: niente mantello, niente sciarpa, nulla che rechi i colori del tradimento. Codardamente, è diventato per oggi un piccolo apolide, nella speranza che nessuno, arrivato il momento
    tumblr_inline_oet13vRedc1u0tvtz_250
    del giudizio, rammenti la sua appartenenza al gruppo incriminato. In lontananza, intravede già i Senior riuniti al tavolo degli insegnanti, ed un brivido gli attraversa la schiena nell'incrociare la figura di Beatrice Morgenstern, che discute con altre persone, probabilmente del modo migliore per sterminare tutti i Tassorosso da Hogwarts. Scruta la sua figura qualche istante, domandandosi da che parte possa tenere i suoi coltelli, fino a quando il suo sguardo non incontra quello di sua cugina Amunet, seduta in disparte accanto ad Albus Potter. Sorride ad entrambi, decidendo di trotterellare nella loro direzione, prima di recarsi insieme ai suoi compagni. Tutti amano Amunet e Albus Potter: per questo, quando si avvicina ai due, con estrema noncuranza per qualunque tipo di conversazione stessero intrattenendo, si fionda sulla cugina per stringerla in un lungo - lunghissimo - abbraccio. « CUGINA! » urla, lanciando un'occhiata rapida nei dintorni, nella speranza che almeno qualcuno stia cogliendo quello scambio. Sii la mia ancora di salvezza, Mun. « Tutto bene? Che casino questa roba dei punti, eh? Tu guarda un po' le cose della vita... » Ridacchia, un po' a disagio, prima di grattarsi la nuca. « Ma sono cose che capitano, no? Non è colpa di nessuno, no? » Inarca le sopracciglia, lo sguardo che si sposta da lei ad Albus, con fare eloquente. « No? » Albus Potter, figlio del prescelto, idolo delle ragazzine in calore, dovesse arrivare il momento del giudizio, metterai una buona parola per il tuo cugino acquisito? « Vabbè, vi saluto ragazzi. Buon... divertimento. Mi sa che vado a cercare Judah. » Alza volutamente la voce sull'ultima parola, mentre inizia a guardarsi intorno, alla ricerca del secondo cugino popolare e benvoluto nella scuola.
    Dopo una serie di vane ricerche, tuttavia, decide di lasciar perdere e raggiungere il proprio posto accanto al suo amico Otis, tristemente seduto al tavolo dei Tassorosso. « Sarà un bagno di sangue. Un bagno di sangue, ti dico. » Queste le prime parole che pronuncia, in tono grave e serio, non appena si accomoda, lo sguardo fisso in direzione del tavolo dei Senior. Si riesce a distinguere una nota di addolorata rassegnazione nei suoi occhi scuri, mentre sospira piano e poggia il palmo della mano sulla spalla dell'amico. « Se non dovessi sopravvivere a questa giornata, O', ti lascio in eredità tutte le action figures dei giocatori di Quidditch. Pure Donovan. »


    [spoiler_tag][/spoiler_tag]Interagito con Mun & Albus e Otis
     
    .
  7.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    135
    Reputation
    +223

    Status
    Anonymes!
    tumblr_inline_owaucvUjkH1qlt39u_250
    « Intanto smettila con questa scena madre. » Interruppe con una certa decisione il rant di Mavis, compagna di corso e concasata, che aveva sentito il bruciante bisogno di presentarsi a casa sua senza preavviso alcuno e lanciarsi in un rapido quanto esagitato a dir poco, aggiornamento in tempo reale sulla sparizione dei punti e sul fatto che, da quel che aveva capito tra una parola smangiata e l'altra, fosse stata indetta un'assemblea studentesca per discutere della questione. « Perché ti garantisco che strapparti i capelli, per quanto drammatico, non risolverà il problema. Buon dio, Mavis, ma quanti anni hai? » Si voltò quindi verso lo specchio sul tavolino, finendo di tracciare la linea d'eyeliner lasciata a metà. « L'unica tragedia che vedo io in questo momento, se vuoi proprio saperlo, sono le tue scarpe. » Le lanciò un'occhiata attraverso la superficie riflettente, ben conscia del fatto che la rossa fosse alle sue spalle. « Se vuoi davvero che ti accompagni, allora fammi il piacere di cambiarle. Dovresti aver lasciato da me quel paio nero. Grazie. E ricordati che innervosirsi non serve a niente.» Bisognava dire che la Gauthier, quella faccenda delle clessidre l'avesse presa con una certa filosofia. Non soltanto perché non aveva ancora avuto modo di formarsi un'effettiva opinione in proposito, ma anche perché, in generale, non era il tipo da andar facilmente in escandescenza. Le cose che aveva avuto modo di apprendere erano tutte alquanto nebulose, provenivano da fonti piuttosto dubbie, e finivano spesso per cozzare l'una con l'altra. Perciò, per quanto avrebbe di gran lunga preferito avere un po' di tempo libero da impiegare in altra maniera, aveva infine ceduto alla richiesta dell'amica di accompagnarla a quella che si prospettava come una specie di riunione di condominio, dove gli inquilini erano i suoi compagni di college e gli studenti di Hogwarts. Per la canadese era piuttosto difficile empatizzare col marasma generale: era stata lontano dai banchi di scuola per qualche anno, e a lei un malinteso non sembrava tutta questa tragedia. Era però interessata a comprenderne le dinamiche, e a capire cosa c'entrasse lo Shame. Anche quello, per quanto lontano dalla sua comprensione, a giudicare da alcune delle fonti, giocava un ruolo piuttosto importante in tutta quella faccenda. Lei, quel profilo, l'aveva sempre giudicato come una pagina di gossip e basta, ne aveva letto i post per ridere, ma per lei era sempre stata una cosa stupida come un'altra. L'unico modo, perciò, di capire cosa stesse succedendo di preciso, era buttarsi nella mischia e partecipare all'assemblea « Ce l'hai fatta o posso considerarti la prima persona morta di nervosismo? »
    Un quarto d'ora dopo, una bionda ed una rossa a braccetto facevano il loro ingresso nella Sala Grande di Hogwarts. Nel breve tragitto che separava la casa della canadese dal castello, l'altra si era premurata di aggiornarla ulteriormente su quelle che Lynn non aveva potuto definire diversamente da "teorie complottiste". « Ma quella non è la tua amica? Anne, o qualcosa del genere? » Le chiese alla fine, lasciando andare il suo braccio ed indicando una testa ricciuta nella folla. Approfittò del momento di distrazione della ragazza per sgusciare via a sua volta, tornando indietro sui suoi passi per passare direttamente in mezzo ad un gruppetto di studenti di Hogwarts. Missione compiuta. Resasi conto di aver finalmente seminato il suo personale mal di testa, la bionda si prese un attimo per setacciare l'ambiente, cercando di individuare un qualche volto noto. Che, possibilmente, parlasse meno di Mavis, e ad un volume umano. Fu nel mezzo delle sue ricerche che intravide qualcuno di familiare. «Ehi, Carrow, ti vedo in forma! » Fece un mezzo sorriso al gemello di Mun, in compagnia di quello che doveva essere il più piccolo dei Potter. « Irrompo solo per un attimo - » Un cenno del capo in direzione di Sirius. « Non ci conosciamo, credo - Evelynn Gauthier. » Gli sorrise, poi spostò nuovamente lo sguardo su Jude. « Hai idea di dove siano tua sorella o mio cugino? Ho bisogno di fonti attendibili e non ho ancora trovato qualcuno in grado di spiegarmi cosa sia successo in maniera coerente. » A parte, ovviamente, che fosse un bruttissimo giorno per essere un Tassorosso. Si trattenne in compagnia dei due per qualche minuto appena, muovendosi poi oltre. Si avvicinò quindi al tavolo dei verde - argento, individuando subito Amunet, seduta insieme ad Albus Potter. Si avvicinò per salutarli: lui con un gesto della mano, lei con due baci sulle guance. « Tu sì che non deludi mai. » Commentò, in riferimento all'outfit della giovane Carrow. « Quanto la vedi nera, al momento? » Le chiese, sperando con tutta sé stessa che l'altra la sapesse più lunga di lei.
    Certo che tentare di trovare qualcuno in mezzo a questo mercato è impossibile - pensò, mentre ancora cercava il cugino con lo sguardo. E trovava di nuovo qualcun altro. Certo, sarebbe stato più semplice se si fosse ricordata di portare con sé il cellulare, ma ovviamente l'aveva lasciato a casa. Sul tavolino nell'ingresso. Per l'ennesima volta, si sciolse in un sorriso smagliante. « Sono molto sorpresa, non mi aspettavo avessi la passione delle carneficine... » Esordì nell'avvicinarsi a nientedimeno che Thomas Montgomery. « Non ti preoccupare - il tuo segreto è al sicuro con me. Ma solo se mi dici dove si è cacciato mio cugino perché con questa calca non lo vedo. » Se poi mi ci accompagni anche, ti devo un favore.
    Quando finalmente raggiunse il tavolo di Corvonero, dove aveva dovuto letteralmente lottare per un posto a sedere, si sporse verso il cugino. « Ci credi che ti ho cercato per mezz'ora? Ad ogni modo - » Alzò gli occhi al cielo, con un'aria che stava a metà tra il contrariato e, per quanto fosse assurdo, il divertito. « Sinceramente, mi sto già pentendo di essere venuta: non si respira e sono tutti sul piede di guerra. Mi ricordi perché il college mi fosse sembrato un'idea così geniale? »

    interagito con: Judah e Sirius, Mun, Thomas, Fitz
    Salutato Albus

    perdonate la tristezza di post
     
    .
  8. Sleeping sun
        +6    
     
    .

    User deleted


    tumblr_okd4ilFdhm1vmjs6wo4_250

    << Che vuol dire che non vuoi venirci? >>. Cassie sbuffò esasperata, rivolgendo lo sguardo al soffitto. La situazione era davvero assurda. Un’ora. A tanto ammontava la durata della conversazione in cui lei e Fawn si erano ingarbugliate. Una discussione ripetitiva, fatta di un costante botta e risposta, che ogni volta le riportava al punto di partenza. Argomento della controversia? L’assemblea studentesca per la questione dei punti. “Non voglio andarci, vuol dire che non voglio andarci”, protestò per l’ennesima volta il suo cervello. Sul serio? Era così difficile da capire? Si trattava di un concetto piuttosto basilare, di semplice comprensione. Anche un bambino l’avrebbe afferrato. Almeno in teoria, nella sua mente, dove ogni cosa era limpida e cristallina. Purtroppo, la pratica era una storia diversa. << Non voglio venire, significa che non voglio venire >> diede fiato ai suoi pensieri, con una nota piccata, scoccandole un’occhiata critica. Fece alcuni passi, avvicinandosi al divano, reggendo un paio di fogli tra le dita. Appunti, logico. Che altro avrebbero potuto essere? << È la quarantunesima volta che lo ripeto e continua a non sembrarmi così difficile da capire. No, vuol dire no. Fine del discorso >> sicuro, Cassie aveva tenuto il conto delle ripetizioni, illustrandole ad ogni giro. Tanto per sottolineare la stupidità della vicenda. << E se mi dici di nuovo che è una perdita di tempo, Cass, te lo giuro - ti tiro qualcosa in testa. >>. Ecco, si ricominciava da capo. “Certo, come no! Sto tremando di paura!”, borbottò silenziosamente, affatto turbata dalla minaccia. Arricciò il naso, guardandola prendere una bevanda energetica, per poi darle le spalle. Sprofondò sul morbido sofà, lasciandosi cadere di getto, sobbalzando leggermente. << Un’altra bevanda energetica, magari? L’ultima volta non è andata a buon fine. Se non ricordo male, hai colpito la felce ornamentale di mia madre. E abbiamo dovuto buttarla >> replicò immediata, scrollando delicatamente le spalle. Sì, lanciarsi oggetti faceva parte della loro routine. Così come gli estenuanti confronti, una gara per avere l’ultima parola. Tutto con affetto, s’intende, poiché la convivenza sembrava funzionare bene. Insomma, non si erano ancora uccise a vicenda, il che rappresentava un traguardo. << In realtà, ricordo molto bene quell'episodio. Mi è toccato sistemare tutto il disordine che hai provocato >> non riuscì a resistere all'impulso di difendere la sua incredibile memoria, approfittando dell’occasione per vantarsene. << Quindi scusa se non prendo sul serio la tua minaccia e torno a ribadire la mia opinione. Si tratta di un enorme perdita di tempo >> annuì per avvalorare il concetto, spingendosi le lenti sul naso. “Quante volte dovrò ripeterlo ancora?!”, ebbe la decenza di contenere le lamentele, tenendo la testa fissa sulle sue annotazioni. Non aveva intenzione di uscire per recarsi a quell’inutile riunione. Non quando l’aveva già etichettata come un fallimento assicurato. Certo, era abbastanza irritata dalla faccenda, ma non ne faceva una tragedia. Dopotutto giocava singolarmente, per essere la migliore, non per fare squadra e conoscenza. Lo spirito delle Case non l'aveva mai toccata veramente, idem per la competizione di gruppo. Tuttavia, stare su una barca che affonda, rischiava di danneggiarla. E non poteva permetterselo, non per colpa di altri. Piegò le labbra in una smorfia nel sentire la Grifondoro avvicinarsi, preparandosi ad un altro scontro. << ... se non altro, se mi accompagni, puoi capire se hanno risolto qualcosa. E se non l'hanno risolta... >>. Non attese neppure il resto della frase, scoppiando in una piccola risata divertita. Un fenomeno rarissimo, dato che ridere esulava dagli standard della Corvonero. Al massimo sorrideva, sempre dei minuscoli sorrisi, poiché era il broncio indispettito ad avere il monopolio della sua bocca. << Scusa Fawn, a volte sai essere davvero divertente! >> spostò gli occhi nella sua direzione, fissandola accucciata lì accanto, liberando l'ultimo rimasuglio di quella breve risatina a sorpresa. << Tu hai troppa fiducia nella gente. Sul serio, pensi che abbiano risolto qualcosa? O che siano giunti a qualche conclusione? Ma per favore! >> emise un sospiro ironico, abbassando lo sguardo sul suo lavoro. “Figurati se riescono a risolvere qualcosa! Questa è davvero bella!”. Esatto, Cassie non nutriva alcuna fiducia nei confronti del prossimo, perché il prossimo non era lei, quindi tendeva a sbagliare per principio. D'accordo, era giusto un pizzico prevenuta, ma non poteva farci nulla. E nemmeno lo voleva. << Vuoi sapere come andrà a finire? Sarà un incontro inutile, se non si contano i Tassorosso e i senior aggrediti >> lo disse con assoluta convinzione, quasi fosse scontato, rifilandole una nuova e lunga occhiata. Corrugò la fronte, assumendo uno slancio pensieroso. << Sai che ti dico? >> raccolse accuratamente le sue paginei, per poi darsi una spintarella e alzarsi in piedi. << Ci vengo alla riunione, solo per vedere di persona quanto sarà ridicola. E per ricordarti, nei prossimi giorni, che io te l'avevo detto >> abbozzò un sorrisetto soddisfatto, incamminandosi spedita verso la sua camera. Sicuro, non si sarebbe fatta scappare l'opportunità di rinfacciarle che aveva avuto ragione. << Inoltre i tuoi racconti sono abbastanza discutibili. Ok, vado a cambiarmi e andiamo. Così puoi offrirmi un caffè! >> sparì nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
    “Che pessima idea! Me ne sono già pentita!”. S'irrigidì sulla soglia della Sala Grande, assottigliando le palpebre nel guardare all'interno. Troppa gente, troppo casino, troppo rumore. Strinse il suo bicchiere di caffè, mordicchiandosi la lingua. << Non ti prometto niente. Ci vediamo >> ricambiò il saluto di Fawn, per poi avviarsi spedita e impettita verso il tavolo dei Corvonero. Nuca fissa davanti a sé, sguardo rivolto alla sua meta, evitando di osservarsi attorno. “Su Cassie, puoi ancora andartene. Nessuno ti obbliga a stare in mezzo a questa confusione. Tanto non porterà da nessuna parte. È una perdita di tempo, soltanto una perdita di tempo. E lo sai benissimo”. Quando s'impegnava, il suo intelletto sapeva essere proprio perfido, rigirando il coltello nella piaga. Arrivata a destinazione, fu rapidissima nell'accomodarsi al primo posto disponibile, adagiando la bevanda sulla dura superficie. Si tolse la tracolla, sistemandola al suo fianco, nella speranza di non dover cedere lo spazio a nessuno. Sì, Cassie non era molto socievole, e faceva del suo meglio per ricordarlo costantemente. Secondo i suoi progetti, se ne sarebbe stata ferma e zitta per l'intera durata di quella sceneggiata, sperando che terminasse alla svelta. Incrociò le braccia al petto, evidenziando il suo pessimo stato d'animo. << Speriamo che questa farsa finisca presto >> ok, prima di chiudersi nel mutismo, assecondò il bisogno di esprimere chiaramente il suo parere.


    Interagito con Fawn.
    Perdoniamola, Cassie è una brutta asociale e fa del suo meglio per cercare di non parlare con nessuno
    .
     
    .
  9.     +5    
     
    .
    Avatar

    Ravenclaw pride
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    214
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    La Gazzetta era arrivata alle otto del mattino in punto, puntuale come sempre. Se l'era portata dietro nella spola che aveva fatto dalla camera allo studentato fino alla caffetteria e poi giù a Hogwarts. Là, appollaiato su uno dei muretti del cortile interno, se ne stava a leggerla ma non la leggeva davvero. I suoi occhi nocciola, appena socchiusi, cercavano tra le righe della pagina locale un qualsiasi indizio su una qualche attività anomala che potesse portare l'invisibile firma di Shame. Non faceva che pensarci, da quando si era palesato il primo post sull'account ufficiale di Witzagram e sull'app ad esso dedicata, che come uno sciocco aveva scaricato per partecipare allo speed date di San Valentino.
    tumblr_p0d5tvUuWY1ttgy4oo4_400
    E a proposito di Speed Date.. « Quindi ci sei andato alla fine? Alla caffetteria.. quella di cui ti avevo parlato l'altro giorno. » Con un secco movimento delle dita, piegò la Gazzetta per dare un volto a quella voce già sentita ma non abbastanza familiare: un viso sorridente e raggiante. « E tradire i beveroni dei carretti? Sei matta? Nulla come il caffè al sapor di petrolio ti risveglia i sensi! » E indicò con aria fintamente colpevole un grande bicchiere di triplo espresso senza zucchero che teneva accanto a sé. Per le occasioni speciali. Al consiglio di Marion, voltò le pagine del quotidiano per ritrovarsi alla pagina della cultura, là dove un articolo portava la firma di.. Marion Marchand. Marchand? Come il bastardo che, a quanto mi dicono, ha braccato metà delle mie conoscenze e che ora si aggira nel corpo docenti del College come se nulla fosse, come se potesse insegnare alle nuove generazioni qualunque cosa che non sia "Fondamenti di Faccia di Culo 1"? Inarcò un sopracciglio, quella sì che era una sorpresa. Ricollegare questa nuova informazione al momento di imbarazzo che era caduto tra loro durante lo speed date fu inevitabile. E' per questo che odi il gossip? Perché sei figlia di infame? Non ti biasimerei, al posto tuo mi farei cambiare nome dal Wizengamot. Ma non lo disse. Non disse nemmeno che per i M.A.G.O. aveva studiato tutto il programma di Babbanologia, tutto, perfino quello che a lezione non si riusciva mai a fare e che sapevano tutti non avrebbero mai chiesto agli esami di diploma. Come il cinematografo e le sue correlazioni con le invenzioni magiche. « Davvero?! Proprio no! Magari andrò anche al museo di storia magica, prima di far tappa a quella caffetteria. » Magari potresti accompagnarmici tu, avrebbe detto un qualunque marpione. Non Hugo che, al "tu vieni?" di Marion annuì arrotolando la gazzetta e riacciuffando il caffè che finì di bere. « Un aspirante auror che non si presenta sulla scena di un crimine sarebbe da radiare, ti pare? » E là sperava di trovare altri tasselli, altre briciole di pane da seguire. Era un cammino lento, era un procedere a tentoni nel buio: Shame non lasciava tracce di sé, pur essendo diventato così spudoratamente social. Ma solo un intervento divino concede ad un crimine di essere perfetto. Se c'è dietro la mano di un burlone, un indizio arriverà.. prima o poi. « A proposito com'è andata allo speed date alla fine? Trovato qualcuno di interessante? Sono certa non fosse la sottoscritta, visto che non ho ricevuto alcun invito da parte tua. » Scacco. « Il mio tipo comunque è stato un buco nell'acqua. Cioè mi ha scelto e poi non si è più fatto sentire. Non ho la più pallida idea di che fine ha fatto. » Le rivolse una smorfia che diceva silenziosamente alla ragazza "ti sei trovata un gentiluomo, ah?" Si cacciò le mani in tasca, camminandole accanto verso il portone d'ingresso di Hogwarts. « Lo speed date alla fine è andato che non ho scelto nessuno. » Neanche te. Le avrebbe voluto inviare un messaggio, così come aveva fatto con Theo, ma era quasi sicuro che di "Marion" in giro per il Regno Unito ce ne fossero parecchie. Il gufo, senza un cognome, le sarebbe arrivato fra due anni. « Ti stavo per scegliere, lo sai? E non lo dico per fare il ruffiano. Ti stavo davvero per scegliere.. ma in un certo senso, sarebbe stata una scelta egoista. Avevo visto qualcosa in te e.. ecco, è proprio quello il problema. Avevo visto qualcosa in te. » E non avrei mollato l'osso finché non avessi scoperto di cosa si trattasse. Forse, ora che sei una Marchand, ho capito. Forse avevo paura di incappare in chissà quale segreto. « Ti ho voluto risparmiare un paio d'ore di velato interrogatorio mascherato da serata in cui, ne sono certo, mi sarei divertito molto. » E con un'alzata di spalle, accantonò per sempre la discussione. Arrivarono alla Sala Grande oramai gremita di persone che invasero le loro orecchie, tanto che dovette sporgersi verso Marion per sentirla. « Tu hai capito cos'è successo? » E si sporse nuovamente per risponderle, così da non dover urlare. « Hai presente i nostri discorsi sul gossip? Bene, a quanto pare è più pericoloso di quanto pensassimo. Le clessidre sono state manomesse, a quanto mi è giunto, e tutti i punti sono andati a Tassorosso. » Lanciò un'occhiata ad Oliver Baker, il suo collega di speed date e giocatore di quidditch di cui non avrebbe dovuto saper niente ma di cui, di tanto in tanto e sempre con fare assolutamente innocente, aveva sbirciato il profilo Witzagram. Solo qualche foto, ovviamente. All'incirca qualche foto fino a quelle di tre anni fa. « Che maleducato mamma mia. Certo che però è mooooolto carino. » E fu così che Hugo Weasley venne ufficialmente friendzonato. Non che si aspettasse altrimenti ma l'onore di un uomo soffre sempre nell'entrare in quella zona nera dei rapporti umani. « Beh io vado di là. Magari uno di questi giorni riesco a farti compagnia alla caffetteria. Mi farebbe piacere tornarci. Chiacchierata off records, ovviamente. » Annuì con un sorriso tirato. « Mano sul cuore, l'unica cosa che tenterò di scoprire sarà l'esatta natura delle lanterne magiche. » e la lasciò volare via, così com'era arrivata. Raggiante.

    Tris spiccava fra tutte con la sua massiccia presenza dal tavolo degli insegnanti pieno di senior, in cui individuò il profilo familiare di Malia, i capelli biondissimi di Olivander, l'espressione seria di Eris e.. Theo. A lei sì che era arrivata la lettera, alla quale aveva perfino trovato il tempo di rispondere. Stava parlando con un ragazzo che non conosceva - Theo Watson parla sempre con un ragazzo che non conosco, è una legge scolpita nella pietra da che mondo è mondo - e non volle avvicinarsi a lei. Se sarà destino, si erano detti, si sarebbero incontrati di nuovo e forse destino lo era davvero. Non avrebbe forzato la mano. Si limitò, quando l'ex serpeverde incrociò il suo sguardo, ad alzare una mano verso di lei. In quella bolgia trovare Albus sarebbe stato difficile, così decise di recuperare un posto alla tavolata dei Corvonero dove trovò un Paciock pronto a sentire cos'avevano da dire i senior. « Pare che qui ci sia un mistero da risolvere e sta aspettando solo noi, fido Watson! » lo salutò, con quella complicità sviluppata in anni insieme. Louis non era la sua spalla: era stato l'amico che gli stava accanto quando, a Corvonero, si sentiva solo perché Malia e Albus erano lontani nelle loro sale comuni e Ben.. faceva il Ben. Non avrebbe potuto risolvere alcunché senza il supporto di Louis. « Il mistero delle clessidre però è su un altro livello. Dovremo usare tutte le nostre doti investigative per far trionfare la verità! » Era un gioco, il loro. Ma per me è più che un gioco. E' una promessa. E' una sfida.


    Prima parte inaspettatamente lunga per Charion e nominato Oliver
    Seconda vista e nominata tanta gente bella, salutata Theo e stalkerato Louis scusami amo anche se non ci sei, ci sei nel mio cuore


     
    .
  10.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    556
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Andiamo, che ci frega?» Mugugnò con un sospiro appena sbuffato dalle labbra, appendendosi ai fianchi di Sirius quasi a trattenerlo e trascinarlo dalla parte opposta del corridoio vuoto. « Possiamo sfruttare questo tempo per stare insieme invece di andare a sentire quella roba, è tipo l'unico momento libero che posso godermi senza lezioni nè tirocinio, ti prego, fuggiamo da qui » Come un diavolo tentatore, Jude cercava di corrompere il proprio ragazzo a non partecipare all'assemblea che lui stesso, in primis, riteneva inutile e stupida. A prescindere dal fatto che il collegiale non fosse più interessato alle questioni che riguardavano Hogwarts, a partire proprio dai punti delle casate, pensava che andare a fare addirittura una riunione d'istituto per discutere di una questione che si sarebbe risolta da sola fosse quasi abbassarsi ai voleri dello Shame, dandogli più importanza di quanto effettivamente meritasse. Parliamo di qualche ragazzino che cerca solo di attirare l'attenzione su di sè, per quale motivo dovremmo farla tanto lunga? Il piccolo Sirius Potter, però, non sembrava essere dello stesso avviso dell'ex serpeverde « Guarda che mi lego al dito il fatto che stai mettendo i voleri della Morgenstern davanti al sottoscritto, quando poi te la farò pagare - con gli interessi - non dirmi che non ti avevo avvisato. » E se Judah Carrow prometteva una cosa simile, state sicuri che avrebbe mantenuto cieca fede alle proprie parole: c'erano solo due variabili, il quando ed il come. « ...anche perchè, se proprio vogliamo dirla tutta, entrambi sappiamo che nemmeno quest'anno vincerete la coppa delle case, visto che stavamo nettamente in testa prima di tutto questo casino. Non è che l'assemblea risolverà la vostra incapacità di racimolare più punti delle serpi, mio caro. » Lo provocò, ciondolando appena dietro di lui per poi pizzicargli beffardamente una natica e sorpassarlo, sistemandosi la casacca della divisa sulle spalle e facendo quasi finta di nulla. Jude era a conoscenza del fatto che Sirius ci tenesse particolarmente a far risplendere i grifondoro, soprattutto perchè quello era il suo ultimo anno e, benchè fosse un po' restio ad ammetterlo, sicuramente voleva che qualcuno si ricordasse di lui come il miglior caposcuola tra tutti i caposcuola avuti. Almeno questo era quello che pensava il ragazzo, benchè Siri non avesse mai palesato tali smanie, rimanendo sempre piuttosto umile - umilissimo come quando seguiva le partite di quidditch ed iniziava a saltare sugli spalti come una belva del tifo perchè DOBBIAMO VINCEREEEH STRACCIAMOLIII!!. Del resto, Carrow adorava sfidarlo e, ancor di più, adorava osservare come il grifondoro arricciasse il naso in modo contrariato prima di proferire un "maquestononèvero" a velocità astronomica, col tono di voce alzato di un'ottava. Entrato in sala grande, l'ex serpe non s'incamminò verso il tavolo degli insegnanti, lì dove c'era tutto il Clavis, di cui salutò Nate con un rapido cenno del capo, bensì si voltò indietro ad aspettare che Sirius lo raggiungesse: si sarebbe seduto vicino al ragazzo, nonostante una parte di lui fosse restia all'idea di esporsi così tanto, con tanta gente presente. Qualcuno avrebbe sicuramente riso di loro, qualcun altro li avrebbe additati, ma tanto prima o poi, presto o tardi, sarebbe stata una realtà con cui JJ avrebbe dovuto fare i conti: meglio affrontare la cosa subito che aspettare. Ormai non era più un segreto che tra lui e Sirius ci fosse qualcosa di più che una semplice amicizia però, finchè si trattava solamente di voci, il collegiale aveva ancora modo di sviare conversazioni scomode, cosa che non avrebbe più potuto fare se davvero avesse scelto di dare una netta conferma all'interrogativo di molti. « Come siamo carini oggi... Qualcuno mi aggiorna su come è potuto succedere questo dramma? Non sono trapelate poi molte informazioni in merito.» Accennò mezzo sorriso verso Mun, soffermandosi involontariamente sulla carezza che la mano della sorella lasciò sulla spalla di Sirius, avvertendo un leggero torpore in petto. Non lo faceva di proposito, quella gelosia latente che il giovane Carrow provava nei confronti della sua paperella era un qualcosa che non poteva davvero controllare. Ogni tanto gli saltava un battito, quando vedeva certe cose: un complimento, una carezza, un sorriso di troppo; anche se si trattava di attenzioni che arrivavano da persone evidentemente insospettabili, che fossero Amunet o addirittura la stessa madre di Sirius, nella testa di JJ scattava un allarme. « ...Già, sei davvero carino oggi. » Mugugnò quasi a recuperare un complimento che non era stato lui a fargli, prima di passare alla sorella a cui sorrise « Credo di saperne quanto te al riguardo, c'è la coppa delle case di mezzo se ho capito bene.
    tumblr_ozmz9zkWXw1s6udhqo5_250
    Però, per quale motivo coinvolgere anche noi? Sai quanto può fregarmene? La Morgenstern crede di stare ancora al settimo anno, avrei davvero fatto a meno di venire ma... »
    e con una breve quanto eloquente smorfia, indicò Siri alla propria sinistra, lasciandole largamente intendere di essere stato trascinato fin lì e non esserci arrivato volontariamente. « D'altronde dar credito alle stesse persone che ...ecco appunto. Dare credito a questa gente è un po' come credere al villaggio di Babbo Natale. Vado a salutare un po' di gente. Non sgattaiolate via, come fate sempre. » Era inutile specificare che Jude convenisse con la gemella, a cui rifilò uno sguardo appena un po' più scettico nel momento in cui intercettò il foglio che strappò dalla bacheca. Ancora va in giro questa roba? In parte l'ex serpeverde si sentiva in qualche modo d'essere stato graziato rispetto alla punizione che era toccata ad Amunet, quasi poteva sentire i brividi arrampicarsi lungo la schiena al solo pensiero che, al posto suo, poteva esserci lui. A rincorrere screen di chat piccanti tra lui e Sirius. Lasciata andare la sorella, il giovane Carrow fece in modo di riacchiappare l'attenzione di Sirius, ma con scarsi risultati visto che una testa bionda che conosceva quasi benissimo, volteggiò verso di lui, a passo sicuro. «Ehi, Carrow, ti vedo in forma! » Evelynn Gauthier, la cugina di Fitz, adesso se ne stava davanti a loro due con quella sua solita aria da spocchiosetta figlia di papà. « Beh, mi tengo in allenamento come sempre, sai che mi piace andare a correre la mattina » Mugugnò in risposta, umettandosi le labbra sottili prima di rivolgere una rapida occhiata a Sirius, a chiedersi silenziosamente se avesse dovuto iniziare con le presentazioni: fortunatamente la Gauthier ci pensò da sè. « Hai idea di dove siano tua sorella o mio cugino? Ho bisogno di fonti attendibili e non ho ancora trovato qualcuno in grado di spiegarmi cosa sia successo in maniera coerente. » Jude si strinse nella spalle, allungando il collo prima di accennare al fondo della sala, incrociando successivamente le braccia al petto « Oddio, davvero conti su mia sorella per la coerenza? Comunque Mun dovrebbe essere andata da quella parte, e per tuo cugino basta cercare il gruppo di cheerleader, visto che gli sbavano dietro: vedi loro e trovi lui...ed anche Nate e Greg. » Non fece in tempo a dirlo che la ragazza si perse nella folla, e Jude tornò finalmente solo col piccolo Potter « Io sto solo aspettando che tu decida dove sederti, a meno che non vogliamo rimanere in piedi qui in mezzo »


    Interagito con Siri, Mun, Evelyn
     
    .
  11.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member
    ★★★

    Group
    Member
    Posts
    151
    Reputation
    0

    Status
    Waiting!

    Brutte giornate, quelle, per essere un Tasossorosso - o forse, più precisamente, per essere uno studente di una casata qualsiasi. Se Grifondoro, Corvonero e Serpeverde si erano visti togliere tutti i punti, Tassorosso se li era visti regalare, pagando tuttavia il pegno di un forte disprezzo da parte delle altre casate. Negli ultimi due giorni non si parlava d'altro, e il giovane Paciock aveva saggiamente deciso di non mettere troppo bocca sulla questione, non avendone ancora i dettagli precisi. Le sue uniche uscite a riguardo si contavano sulle dita di una mano, restringendosi al campo di quelle occasioni in cui a qualcuno veniva la brutta idea di prendersela con lui o con un qualche concasato nei suoi paraggi. Perché in fin dei conti, Quentin non poteva sapere con certezza se i Tassorosso fossero davvero puliti a riguardo, ma poteva mettere la mano sul fuoco nel dire che l'eventuale operato di un paio di imbecilli non avrebbe dovuto scatenare una caccia alle streghe contro l'intera casata. Anche perché fosse così, non è che voialtri abbiate il culo tanto pulito - si fa per dire.
    tumblr_n2t1auNPM71qkjxoao8_r2_250
    Ovviamente la notifica dell'assemblea non si era fatta attendere, e Quentin non aveva alcuna intenzione di perdersi quell'evento. Insomma, vedere l'onore della propria casata trascinato per la Sala Grande come il cadavere di Ettore da parte di Achille, quello era un qualcosa che il ragazzo si rifiutava di accettare. E così aveva dato appuntamento a tutta la squadra di Quidditch Tassorosso, chiedendo loro il piacere di incontrarsi nel chiostro pochi minuti prima dell'orario di raccolta ed entrare in Sala Grande tutti insieme come simbolo di compattezza. Come gli spartani alle Termopili - aveva sottolineato uno dei suoi compagni, verso il quale Quentin aveva sollevato le spalle con un sorriso. Una volta entrati, ognuno prese il proprio posto alla tavolata, cominciando a parlottare animatamente con gli altri concasati o con ragazzi dei diversi tavoli, mentre Quentin cercava di allungarsi per scorgere Louis tra i Corvonero. Quando lo vide, assieme a Hugo, sollevò una mano per salutare entrambi, rivolgendo loro un ampio sorriso prima di tornare agli affari della propria casata. "Finalmente gli ultimi saranno i primi!" Alzò gli occhi al cielo, tanto alle parole della Goldstein, quanto alle voci di consenso che esse suscitarono. "Ma stai zitta, Goldstein, che ci fai più bella figura." asserì con uno sbuffo mentre si metteva a sedere, sorridendo in direzione di Betty quando questa riuscì ad epurare la tavolata dalla presenza di Lavanda con l'insinuazione della fuga del suo amato gatto. "Credo che i Senior abbiano cercato di rimediare a questa storia dei punti, e suppongo vogliano discutere della cosa con gli studenti. Non so a quanto serva, ma vabbè...In realtà non ci ho capito molto neanche io. Soltanto che adesso ci odiano tutti." Si voltò verso Otis, seguendo le sue parole nello spiegare all'ex Tassorosso Marion Marchand cosa stesse accadendo. "Beh non è che ci odiano....pensano soltanto che ci siamo rubati tutti i loro punti. Penso che i Senior spiegheranno tutto a breve..." In risposta a quelle parole, Quentin voltò lo sguardo in direzione del punto in cui si erano radunati tutti i Senior, scrutando con attenzione le loro facce. A quel punto scioccò la lingua sul palato e, con aria scettica, si voltò nuovamente verso i due Branwell. "Non per fare l'uccello del malaugurio, ma quelli hanno le facce di chi sta andando letteralmente al patibolo. Dubito che ne sappiano molto più di noi." Sospirò, storcendo il naso. "E ho paura che il loro non saperne granché possa nuocere di riflesso a noi Tassorosso." Parole, le sue, echeggiate da una spiegazione ben più onesta di Emi, che andò ad unirsi a loro in quel preciso momento. "Sarà un bagno di sangue. Un bagno di sangue, ti dico. Se non dovessi sopravvivere a questa giornata, O', ti lascio in eredità tutte le action figures dei giocatori di Quidditch. Pure Donovan." Ridacchiò, sporgendosi in direzione dell'amico per assestargli una pacca sulla schiena a mo' di saluto. "Oi, e a me non ne lasci neanche una, infame?" chiese scherzosamente, scompigliandogli poi i capelli con fare giocoso prima di tornare alla propria posizione, guardando tutti i partecipanti di quel piccolo gruppetto negli occhi. "Comunque..sul serio: da quello che ho sentito dire in giro è molto probabile che un bel po' di gente si scagli contro di noi. L'importante è rimanere compatti, e se dovesse venire fuori - facciamo le corna! - che ci sta qualche mela marcia in Tassorosso, collaborare al nostro meglio per fare giustizia." Un piccolo sorriso dai tratti incoraggianti si andò a dipingere sulle labbra del Capitano di Quidditch, il quale scrollò in seguito le spalle. "Comunque sono convinto che nessuno di noi c'entri nulla. Questo è un palese tiro mancino dello Shame. Quindi..mi raccomando: carichi e combattivi."

    Salutati Louis e Hugo. Citata Marion. Interagito con Otis, Betty ed Emi.


     
    .
  12.     +6    
     
    .
    Avatar

    🦆


    ★★★★★

    Group
    Member
    Posts
    2,616
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    La verità era evidente: se non ci fosse stata Tris a gironzolare da quelle parti, la notte passata sarebbe stata molto diversa e la torre di Grifondoro avrebbe assomigliato più alla battaglia del Fosso di Helm. Sirius aveva fatto dei passi avanti, grazie ai saggi consigli della Morgenstern, ma neanche la sua guida spirituale avrebbe potuto preparare il piccolo Potter ad un'intera casata in rivolta. Perché Grifondoro all'onore ci teneva e forse avrebbe potuto perdere la Coppa delle Case, era giù successo in passato, ma non con vili trucchetti. E di certo non dietro Tassorosso, questa è proprio una questione di principio! L'aria che si respirava al castello di Hogwarts era elettrica, per non dire isterica, e Sirius era uno dei pochi che non aveva preso troppo sul serio la questione punti. Era certo che fosse un altro divertente giochetto di Shame, al quale aveva mandato un bel dito medio virtuale, e come tutti i giochetti di Shame aveva un suo tempo e poi passava. Sarebbe passato anche quello. No, ciò che lo preoccupava di più era il comportamento dei suoi compagni e la paura costante che potessero ribellarsi e andare a chiedere lo scalpo dei Tassorosso con torce e forconi. Come avrebbe fatto a controllare un branco di leoni impazziti? Posso gonfiare il petto, posso ruggire come loro ma non posso domarli tutti da solo. Per quello aveva bisogno di Beatrice Morgenstern. Per quello aveva accettato di partecipare all'assemblea che lei e i suoi colleghi senior avevano indetto. Grazie al mio rinnovato spirito demoKratico e di collettività, oggi mi salto una doppia ora di Aritmanzia e l'esercitazione di Pozioni. Grazie Shame! E già che c'era, aveva coinvolto anche Judah nel suo piano. Perché non prendere due piccioncini con una fava? « Andiamo, che ci frega? Possiamo sfruttare questo tempo per stare insieme invece di andare a sentire quella roba, è tipo l'unico momento libero che posso godermi senza lezioni nè tirocinio, ti prego, fuggiamo da qui » Le mani di Jude sui suoi fianchi erano più tentatrici delle sue parole; il suo lato trasgressivo aveva messo ben in conto il fatto che quasi tutti sarebbero stati stipati in Sala Grande. Ovvero, i dormitori vuoti. Tutti per noi. Cavoli, se aveva voglia di saltare l'assemblea! Approfittò del corridoio deserto per appendersi con le braccia al collo dell'ex serpe, facendo sporgere il labbro inferiore in un'espressione di puro contrasto interiore. « Lo sooo ma che figura ci faccio se il Caposcuola non si presenta alla mega-riunione? Sembra che me ne infischio! Non posso mica dire che uno strafico pazzesco in camicia sbottonata mi ha rapito! » bofonchiò, passando la punta dell'indice sul collo e quella parte di petto che la camicia di Judah lasciava intravedere. Anche gli occhi ci cascarono e uno sbuffo decisamente marcato e frustrato irruppe dalla bocca del grifondoro. Ma chi me l'ha fatto fare!! Non potevo fare la sega che all'ultimo anno si fa gli affari suoi? A quest'ora altro che Shame! Insomma, Judah Carrow capì l'antifona: la sua paperella, come al solito, trovava dentro di sé una forza del tutto inaspettata e riusciva suo malgrado a resistere alle tentazioni, per quanto belle e allettanti fossero. « Guarda che mi lego al dito il fatto che stai mettendo i voleri della Morgenstern davanti al sottoscritto, quando poi te la farò pagare - con gli interessi - non dirmi che non ti avevo avvisato. » La testolina di Siri già faceva su e giù, annuendo felice, mentre pian piano si avvicinava a lui. Il naso sfiorò il suo.
    tumblr_inline_p9obkgOeOC1rx9asg_540
    La bocca lambì le sue labbra. « Lo so.. lo so. Mi faccio perdonare. » Glielo diceva sempre e forse ci riusciva davvero. Forse era solo un linguaggio tutto loro, forse era solo l'ennesimo compromesso che trovavano a metà strada e che li avrebbe fatti andare avanti. Un passo alla volta. « ...anche perchè, se proprio vogliamo dirla tutta, entrambi sappiamo che nemmeno quest'anno vincerete la coppa delle case, visto che stavamo nettamente in testa prima di tutto questo casino. Non è che l'assemblea risolverà la vostra incapacità di racimolare più punti delle serpi, mio caro. » I polmoni si riempirono d'aria in un moto di sorpresa estrema, le labbra spalancate. Questo tradimento c'è stato! « MA QUESTO NON E' VERO! » gli abbaiò in faccia allontanandolo con una spintarella per poi rifilargli sotto il naso una coppia di diti medi che facevano avanti e indietro, come delle mitragliette. Tiè, tiè, tiè e ancora tiè! Era già pronto a dichiarare parità e palla al centro ma, con un movimento lesto, Judah gli pizzicò una natica prendendosi ufficialmente la vittoria morale del loro ennesimo scontro affettuoso. E allora via a seguirlo per il corridoio, con un finto broncio sul musetto e tanta serenità nel cuore. Dei punti persi si ricordava a stento.

    « Emminchia! » Sir Sirius era arrivato a corte. Una corte bella piena, a giudicare dal pullulare di studenti che andavano e venivano. Un'occasione ghiottissima per Judah, per potersi lamentare a tutto spiano e dire che la sua idea di bigiare e rintanarsi chissà dove era mille volte migliore. Lo era davvero, ma aveva comunque un'assemblea a cui presenziare. Un gran vociare li accolse e una miriade di visi conosciuti a cui regalava una sventagliata di mano in segno di saluto. Uno dei primi che incontrò fu suo fratello Albus, a cui rivolse un gran sorriso. Al non mi ha ancora visto in veste ufficiale! Devo fare bella figura. Marciò verso di lui col petto in fuori e un fare baldanzoso. Albus sapeva esattamente cosa fare. « Siri, fatti un gratta e netta che sei un po' sporco qua. » Cos? L'ho presa pulita la divisa! Ma, caduto nel trucco più vecchio del mondo, abbassò il naso e ricevette la pappina del suo fratello maggiore. « Buona fortuna, bro. Falli secchi. » No vabbè, sono cascato nella burla del naso che mi faceva zio George a tipo due anni? Che fine ha fatto il mio lato Weasley? Disonore, disonorissimo! « We weee sono ca-po-scuo-la!!! » sbraitò in direzione di un Albus che già se la filava, con le guance gonfie e un pugno alzato. Si voltò di scatto verso un Judah particolarmente divertito. « Tu non hai visto niente. Come la scimmietta di Whatsapp. » Certo, come no. JJ si sarebbe rivenduto quell'aneddoto alla prima occasione utile, solo perché aveva una "carta vendetta" da utilizzare a suo piacimento. Gliel'aveva promessa e sarebbe arrivata, eccome se sarebbe arrivata! Si fermarono in un punto qualunque, cercando di orientarsi un minimo e decidere dove mettersi, e fu in quel momento che la seconda ondata gnegni li investì. Ma in modo più delicato rispetto alla prima. « Come siamo carini oggi.. » Gongolò, il piccolo Potter, rivolgendo un sorrisino a Judah come per vantarsi. Hai sentito? Sono proprio carino! Alla domanda di Mun, mentre Jude diceva la sua, Siri si limitò ad alzare le spalle con fare innocente, prima di mollare una spallata elegantissima alla sua destra, contro il braccio del moro. « ..ma Jude si è ricordato che le assemblee sono strafiche e importanti e che brontolare da soli non ci porta a nulla quindi meglio brontolare assieme e la Morgenstern non c'entra proprio niente boh non capisco! » Ed eccoli là, a litigare come due vecchietti di fronte alla sorella-cognata. Avevano davvero fatto un salto di qualità. Su una cosa però erano tutti d'accordo: Shame era una merda. Le sue guance avvamparono quando vide la foto che Mun aveva strappato dalla bacheca, uguale alle decine di foto che aveva già strappato lui stesso e che aveva detto di far strappare a tutti quelli che incontrava. Avvampò di imbarazzo, sì, ma soprattutto di rabbia.Nessuno, neanche la Madama, si merita una cosa simile. « Mun, mi dispiace.. ogni giorno ne strappo una e ne ricompaiono due, ne strappo due e ne trovo otto. » Era quello il potere di Shame: la viralità. Avrebbe voluto davvero far qualcosa per lei, che oramai era come una sorella, ma contro un nemico invisibile si sentiva impotente. E chissà come si sente lei. Ma Amunet Carrow era una vincente e della sua sofferenza non ne faceva bandiera: tra i tre, quello più triste sembrava proprio lui. Lo rincuorò il fatto che Mun fosse tanto tranquilla, apparentemente, e con un sorriso mesto salutò Mun prima di vederla andar via. « Io sarei andato a dormire sotto il Platano Picchiatore, se fosse successo a me.. » mormorò a bassa voce verso Jude, che ripuliva a sua volta la bacheca. Un moto di sincera ammirazione nasceva dal suo cuore nei confronti di Amunet, che così forte non l'aveva mai vista. Aveva visto tantissime sfaccettature di lei e già da tempo la stimava, a modo suo. Il modo in cui riusciva a camminare a testa alta nonostante quella pubblica umiliazione la faceva sembrare come una Valchiria, una guerriera invincibile.

    Ohcazzo. L'avrebbe urlato in un moto di pura sorpresa ma riuscì a trattenersi. Non aveva visto subito la ragazza che si era avvicinata a Judah per salutarlo ma quando si voltò, un tuffo al cuore lo colse impreparato. Cazzo è identica a Daphne! Rimase con gli occhi sgranati e le labbra appena dischiuse mentre la biondissima sconosciuta parlava col suo ragazzo per poi rivolgersi a lui tenendogli la mano. Se non fosse stato per la voce diversa e i diversi atteggiamenti, l'avrebbe potuta scambiare davvero per la sua ex stronza. « Non ci conosciamo, credo - Evelynn Gauthier. » Evelyn? Sicura? Giurin giurello? Hai una gemella? Rimase come uno stoccafisso di fronte alla bionda, prima di stringerle la mano ma sempre in maniera sospettosa. Quasi la sconosciuta fosse una rettiliana sotto mentite spoglie. « Si-siri. Cioè Siri. Sirius. Con un solo "si". Sì. » Ok. Li lasciò finire di parlare, senza smettere di squadrare la ragazza da capo a piedi, e quando Jude tornò da lui proponendogli di mettersi a sedere da qualche parte, il grifondoro accettò ma arpionandosi al suo braccio per sporgersi al suo orecchio, come volesse rivelargli un segreto pazzesco. « No vabbè, non hai capito.. quella tipa.. è spiccicata identica sputata alla mia ex! Ti giuro, gemelle! Cioè tu e Mun levatevi proprio! Mado Bu', m'ha fatto saltare, stavo per farmi il segno della croce! » Gliene aveva parlato qualche volta, di quella stronza della sua ex e di come avrebbe volentieri sparso acqua santa sulla terra dove lei camminava. Chissà che fine aveva fatto Daphne? Forse era partita per chissà dove. Forse è tornata all'inferno. Con un sospirone, prese a farsi largo tra la folla e si accaparrò un posto in prima fila nel tavolo dei Grifondoro, a suon di "scusate - permesso - caposcuola on board". Non si avviò al tavolo degli insegnanti colonizzato dai senior. Era più giusto, lui credeva, che stesse tra gli studenti di Hogwarts perché a quelli apparteneva. Non voleva distacco tra loro. C'era solo un problema: l'orgoglio di un serpeverde è come una mina nel deserto. « Che dici, ti schifi a stare al tavolo dei Grifondoro? Magari ti tirano le uova! Volendo possiamo incontrarci a metà strada e ci sediamo a quello dei corvi! ...ma non dai tassi. » Gli sfiorò distrattamente la mano, per un secondo. « O se no, tribuna VIP! » Con tutta la scuola a guardarti! Senza pressione.


    Prima parte, interagito con Judah
    Seconda, con Albus e Mun
    Terza, con Evelyn
    Salutato qua e là ciau

     
    .
  13.     +4    
     
    .
    Avatar


    Group
    Member
    Posts
    32
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Una settimana d'inferno, quella della giovane Faulkner. Insieme agli allenamenti da cheerleader che le avevano occupato ben quattro serate, si erano moltiplicati i turni al Serraglio Stregato che, aggiunti alle lezioni di ripetizione che stava prendendo con Olympia in vista dei M.A.G.O., non le avevano dato il tempo nemmeno per farsi la settimanale maschera per il viso all'essenza di cavolo carnivoro cinese. E la sua faccia non ne era rimasta illesa: be', la sua pelle fresca di adolescente non poteva certamente essere definita grinzosa, ma le gote della bionda Serpeverde si erano accese di una tonalità cremisi particolarmente infuocata , in reazione all'assenza delle particelle della pianta che normalmente diminuivano l'afflusso nei capillari sanguigni facendole ottenere la pallida sembianza di una nobile del Seicento. O almeno era quello che aveva imparato dalla senior Grifondoro quando, tutta esaltata, le aveva mostrato il nuovo acquisto comprato in erboristeria. Il risultato di quella pecca di noncuranza si era fatta sentire quasi nell'immediato: Harry si era alzata dal letto il giorno prima con un colorito vagamente porcellesco, a metà tra il rossetto ciclamino di sua madre e i capelli bordeaux smorto di una delle sue compagne di stanza. Non era del suo umore migliore la Verde-Argento, soprattutto dal momento che la voce acuta e penetrante di Suzanne, quella dalla tinta color pomodoro andato a male, le stava trapanando i timpani scuotendola a più non posso. Inspirò profondamente ancora con gli occhi chiusi, la ragazza, cercando di dominare l'incontenibile voglia di far fuori la concasata a suon di smalti per unghie in testa. « Sai che oggi avevo il mattino libero, vero? » aveva poi domandato con gli occhi di ghiaccio fiammeggianti, ancora più in risalto dalle sfumature purpuree della faccia. « C'è l'assemblea studentesca, è successa una roba coi punti. Ma la tua faccia? Sembra ti abbiano strofinato un peperoncino addosso. Va be' mi spieghi dopo, -OHI VOI TRE, VENITE QUA UN ATTIMO » e di fatto, Harriet si era ritrovata circondata dalle altre ragazze che, mezze vestite, venivano aggiornate sulle ultime news, pugni stretti sui fianchi e cipiglio perplesso. « In sostanza, le nostre clessidre sono vuote insieme a quelle di tutti gli altri tranne, sorpresadellesorprese, quella dei Tassofessi » « Avranno voluto prendersi una fetta di luce dei riflettori pure loro, poracci- »« -mah, mi puzza la cosa, davvero sarebbero abbastanza intelligenti da inventarsi una cosa così? Io dico che li stiamo sopravvalutando » commenti velenosi, mormorati tra una spennellata di mascara e un espressione disdegnosa. Harry intanto, che ancora le fissava da sotto le coperte, si sentiva morire dentro. Più che essere arrabbiata, provava un sentimento cocente, come se qualcuno l'avesse ustionata con un ferro incandescente alla bocca dello stomaco. Tutti i suoi sforzi, i compiti in più, le esercitazioni extra, il suo comportamento impeccabile andati in fumo sotto forma di gemme dorate; a cosa le era servito essere una studentessa modello? « Se non ci fanno riapparire immediatamente gli smeraldi, dò di matto porca morgana » asserì lanciando di lato le coperte, iniziando a percepire ben più della semplice delusione. « Fonderò un'associazione anarchica, in cui tutti faranno ciò che vorranno e saremo uomini-cane! » pestò il pavimento con un piede stizzito, mentre le sue parole giungevano soffocate dal collo del pigiama che si stava sfilando. E al diavolo le utopiche ore di sonno e il desiderio di non farsi vedere da nessuno fino all'ottenimento del suo solito incarnato (o una nuova faccia). Sconsolata sospirò dopo aver lanciato un'occhiata allo specchio, avendo troppo a cuore il destino della Coppa delle Case per poter rinunciare ad un'umiliazione pubblica.

    Entrata in Sala Grande a sguardo basso, salutò Olympia a mezza voce, certa che la Rosso-Oro non avrebbe impiegato più di mezzo secondo per capire la situazione disastrosa della sua pelle e farsi una bella risata. L'aveva avvertita? L'aveva avvertita. L'aveva ascoltata? Eh...
    Planò al tavolo delle Serpi senza guardare negli occhi nessuno, aggiustandosi con una mano i capelli per coprirsi i lati del viso alla bell'e meglio. In fondo mica doveva parlare con i collegiali. Oh, Fitz. Sbatté le palpebre vedendo il cugino farle cenno, indecisa se raggiungerlo o meno. Lui era sempre a stretto contatto con i senior, e probabilmente aveva a disposizione qualche informazione in più della completa assenza di clessidre e del mormorio concitato che la circondava ovunque si girasse. Si alzò camminando rasente le panche cercando di non scontrarsi con nessuno, fino ad arrivare al tavolo dei Corvonero ancor più violacea di prima. Accarezzò una spalla del ragazzo con un sorriso timido, prima di guardare sbigottita i suoi compagni. « Sì be'... Io sono Harry? Piacere » il giorno più brutto della mia vita. Si sedette sul bordo in legno, incollata al cugino sperando di essere assorbita da lui per grazia di una qualche malattia magica fulminante. « Niente, c'è un bel casino eh? » domandò a Fitzwilliam aggrappandosi al suo braccio, implorando la morte con la mente di essere rapida e indolore.

    Interagito con Fitz, salutata Olympia e presentata al tavolo dei Corvi u_u




    Edited by breezeblock - 22/3/2019, 20:38
     
    .
  14.     +8    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Ricercati
    Posts
    1,984
    Reputation
    +1,337
    Location
    highway to hell;

    Status
    Anonymes!
    L'arrivo di Olympia la rincuora. In mezzo alle serpi in seno si sente già un po' a disagio e sente che potrebbe già mettersi ad aprire una lunga polemica con Douglas da un momento all'altro. « Ma noi ci siamo mai lamentati così tanto in passato? Abbiamo chiesto mai una Jacuzzi in Sala Comune? Non mi pare. Senza considerare poi l'ultima! L'hai sentita? La Brown sta raccogliendo firme per costruire una palestra di Grifondoro. "Perché mens sana in corpore sano." Quando le ho fatto notare che ad Hogsmeade c'è sempre la palestra nuova e anche il campo d'addestramento, non sapeva che rispondermi. No dico, scherziamo? Siamo qui per studiare, mica per stare in villeggiatura pagata. » Aggrotta la fronte con fare scandalizzato. « Ma stiamo scherzando! Ma una palestra de che poi! » Si fionda sul suo caffè prima di massaggiarsi insistentemente le tempie. « Non hai dormito niente, vero? Non farò l'amica che ti dice che bere caffè fa male, ma farò quella che ti dice che, dopo questo interessante siparietto, sperando di uscirne vivi, devi andare dritta a letto. Posso metterti a disposizione il mio letto. » « Grazie! Purtroppo questo pomeriggio abbiamo anche lezione, quindi figurati.. » Stasera crollo come un sasso. « E comunque non mi preoccupo del nostro uscirne vivi o meno. Mi preoccupa più la loro sopravvivenza.. » Un sorriso sornione prima di stringersi nelle spalle. Oh sì, a Beatrice Morgenstern manca chiaramente sfoderare gli artigli. « Suppongo tu non ne abbia in più, vero? Ah, Morgenstern, stratega fino alla fine! Ci vedrai crollare tutti sotto l'estenuante assenza di caffeina e potrai riprenderti indisturbata i punti! » Scoppia a ridere Tris, scuotendo la testa. « Mi hai scoperta! Il mio piano malefico è sostituire l'espresso di Starbucks con la brodaglia che vendono di sotto ai carretti. La leadership si conquista a piccoli passi, con interventi quasi provvidenziali. » Amen. Rivolge un'occhiolino divertito a Greg, prima di tornare per qualche istante nella sua palese condizione sonnecchiante, ma in realtà dura poco. « Beatrice, Douglas, altri... » Risoluta e sempre estremamente discreta, Shannon rinnovava ancora una volta la simpatia che la Morgenstern aveva percepito già in precedenza nei suoi confronti. Alza il bicchiere nella sua direzione e la saluta con un cenno della testa, prima di volgere lo sguardo verso la pietosa scenetta ad uso e consumo della giovane Plenty. « Oooooh, abbiamo già fatto colpo vedo. E non ce lo presenti il tuo ragazzo? » Non sa se sia il suo tipo, ma dall'atteggiamento decisamente indifferente che riserva a tutta quella sceneggiata, è abbastanza chiaro che Shannon non gradisce molto quei gesti eclatanti. « Ok, meglio che vada, prima che... faccia qualcosa di estremamente imbarazzante. In bocca al lupo. » « Fallo secco, tigre. » Risponde di conseguenza con un che di divertito. Che Beatrice stesse prendendo tutta quella faccenda sottogamba era ormai di dominio pubblico. Trovava ci fosse sin troppo dramma attorno a un incidente che in ogni caso si sarebbe risolto da sé. Anche perché, fino a prova contraria, oltre al fare pressione sulla Preside, ci resta ben poco da fare. Non era mancanza di voglia sua, piuttosto la convinzione che si trattasse di uno spreco incredibile di energie. Era chiaro si trattasse solo di uno scherzo. L'atteggiamento di Douglas tuttavia non l'aveva minimamente gradito. A quel punto il non per far polemica ma, giunge, di fronte alla solita supponenza di Douglas che sente il bisogno di sentirsi il re del mondo a tutti i costi. « Frecciata? Ma quale frecciata? Ti hanno insegnato a leggere, Morgenstern? Ho scritto che la colpa non è di nessuno di noi, e che ne verremo a capo insieme. Dove la vedresti la coltellata alle spalle? Perché ho ribadito che Serpeverde sta in testa? Scusa se è un dato di fatto. Non mi sembra un delitto voler rassicurare i miei concasata che, in un modo o nell'altro riavremo quei punti. » Non fu un caso che in quel preciso istante sprofondò il volto contro il braccio di Percy, nel chiaro intento di trattenersi dal riempire di botte quella bocca larga di Douglas. Non è questo il punto, porco Godric! Era così snervante che tagliare corto il contatto visivo era la cosa migliore in quel momento. Dopo una nottata senza chiudere occhio, ci mancavi solo tu Douglas che mi dai lezioni di lessico e leadership. « Ok..questo..questa cosa qua..possiamo piantarla, per piacere? Ora come ora bisogna rimanere compatti, e sì, magari il modo in cui Nate ha messo per iscritto quel messaggio può essere stato percepito male, ma da qui ad alea iacta est ci sta il mare di mezzo. Serpeverde è indubbiamente la casata più incazzata, perché è quella che ci ha rimesso di più - su, è innegabile che fossimo in testa in quanto a punti. I nostri concasati avevano bisogno di sentirsi dire che io e Nate faremo tutto il possibile per Serpeverde, e che questo intoppo non andrà a penalizzare in alcuna maniera il duro lavoro che tutti abbiamo svolto per avere quel risultato che ci hanno tolto. Pensarla altrimenti sarebbe anche un po' ingiusto, a dirla tutta. » Lo sguardo della Morgestern scattò come quello di una iena inferocita prima ancora che Percy finisse il discorso. I Serpeverde - per giunta giuristi - e i loro lunghi discorsi senza senso.
    tumblr_inline_pdr87v0HcL1tw2m0e_250
    « Come scusa? No davvero, ma ti senti quando parli Watson? » Si libera dalla sua stretta rimettendosi a sedere con compostezza. Da piccioncini a ex Caposcuola e attuali Senior, per Percy e Tris il passo è sempre piccolo. « E' stato lui ad aprire il gruppo siamo tutti sulla stessa barca, e poi tira questi ganci mancini. Non ho messo certo io in discussione la compattezza. » Se possibile poi, il discorso di Percy la faceva imbestialire più delle parole di Nathan. « Non mi pare che qualcun altro tra noi si è sentito in dovere di postare quella roba, perché si presupponeva che essendo tutti nella stessa merda, fossimo anche automaticamente in una fase di tregua obbligata. Almeno noi otto, si intende. » Scuote la testa con veemenza, osservando Greg, Eris e Olympia. Un piccolo aiutino qui? Non che ne avesse davvero bisogno. « E poi non per far polemica ma, i vostri compagni non avevo bisogno proprio di niente. I vostri punti non valgono certo più di quelli degli altri. E per giunta non c'era poi tutta questa differenza tra i nostri punteggi. Quindi fly down, entrambi, altrimenti vi cascano le corone come a quell'altra. » Bonjour finesse. Ma no, evidentemente Tris non ha finito. « In conclusione, Douglas, ti manderemo a fare scuola di politica e leadership da Norwena Zabini di questo passo, perché oltretutto, la tua mossa è stata pure inutile, oltre che inopportuna nei nostri confronti. Non avete rassicurato proprio nessuno, e avete attirato su tutti noi ulteriori insulti. » Un plurale che Percy ha chiesto, difendendo a spada tratta il suo amichetto. Quanto agli insulti, Tris li aveva liquidati con un sorriso sulle labbra e un paio di commenti sarcastici, ma non per questo aveva intenzione di non farli valere per mettere in chiaro il suo punto. Hai fatto la merda, Douglas, ed è pure schizzata.

    A quel punto è talmente innervosita tanto da quella coesione tra i Senior Serpeverde, che abbandona il fianco di Percy e si siede in disparte sopra il tavolo degli insegnanti andando incontro ai suoi amici. « Su con la vita! Abbiamo ancora la salute. Vi ho portato qualcosa. Tris..tu il caffè vedo che ce l'hai già, e non voglio essere responsabile della morte di nessuno, quiiiindi..il tuo me lo prendo io. » « Di questo passo più di qualcuno crepa prima che l'assemblea inizi. » Asserisce gettando un veloce sguardo nella direzione dei Senior Serpeverde. Questo si che le è mancato. La vecchia guardia Grifondoro al completo. « In che senso le clessidre sono fuori gioco?! » « Grazie Mals, ora lo sa anche il custode al quarto piano. » « Okay, okay, scusate. Parlo piano. Questa sì che è una roba seria. Ragazze, questi qua vi ammazzano. » Afferra il cornetto al cioccolato e lo addenta senza troppi rituali mentre ascolta basita ma al contempo ben disposta a distrarsi dal battibecco precedente il piano infallibile di Dean Moses. Certo che tu non cambi mai eh, ma proprio mai! « Serio ragazzi, questa roba della carta igienica sta iniziando a darmi sui nevi. Detto tra noi, sono pronta a deporre questa fottuta spilla in favore di una casa in Alaska - lontana da questi debosciati. Siamo davvero quasi morti per questo? Gossip da primo pomeriggio, epidemie di sifilide, speed date e.. cessi intasati! » Mai dimenticare i fottuti cessi intasati. Getta di conseguenza uno sguardo esasperato in direzione di Olympia. A quel punto parte una lungo elenco di gossip targati Malia Stone che la fanno a tratti sorridere, a tratti alzare gli occhi al cielo. Ma davvero? commenta ogni tanto, tra un boccone e l'altro, mentre per un po' si scorda persino di dover mantenere il muso duro. Malia Stone, sempre pronta a colpire il suo punto debole, distraendola dalle responsabilità. « Chiaramente in questo scenario i Serpeverde sono affondati perché tu, da grande calcolatrice, sei riuscita a lavorarti per bene Percy - che ovviamente non sospetta nulla del tradimento. Però non ho capito come giustificava la cosa sul fronte Corvonero, mhm. Non ho ascoltato benissimo mi sa. » E lì non può fare a meno di scoppiare a ridere, rivolgendosi verso l'altro lato della tavolata. « Hai sentito Percival? A quanto pare ti sto mettendo le corna - ora tutto si spiega. » Alza il bicchiere di caffè nella sua direzione stringendosi nelle spalle con indifferenza, prima di continuare ad ascoltare il resto dei gossip raccolti in platea. « ..a quanto pare Randall Jones e Susie McDonald si sono lasciati domenica scorsa. Dicono che lei l'ha tradito con un Corvonero che sta al college, ma non si sa chi. C'è stata una scenata davanti a tutta la scuola al Campo di Quidditch, a quanto pare... Ma questo non c'entra molto. » Cos? « Ma chi sono questi, scusa? Voi lo sapete? Cioè, come fai ad aver lasciato il college e sapere comunque più di me su cosa succede a scuola. Va beh, sorvoliamo! In ogni caso - detto tra noi, ragazzi - Tassorosso ha mai vinto qualcosa? Dico.. sul serio. »

    Inizia a gettare uno sguardo attorno constatando che la sala è ormai quasi piena. C'è addirittura gente ormai seduta in piedi. Non li smuovi per le guerre di principio, ma quando si tratta dei fottuti punti, tutta Hogwarts si stringe nel dolore. Alza gli occhi al cielo e sbatte la forte contro la spalla di Dean per qualche istante prima di invitare sia lui che Malia a prendere posto da qualche parte. « Meglio iniziare. » Asserisce sedendosi sul tavolo degli insegnanti più vicina al resto del gruppo dei Senior. Batte le mani un paio di volte, in attesa che il brusio di sottofondo inizi a calmarsi. Attira l'attenzione delle prime file, che lentamente iniziano a dare gomitate a destra e sinistra per attirare l'attenzione dei compagni. Nel giro di qualche minuto la sala è pressoché in silenzio, se non si considera il fondo dove alcuni gruppetti armeggiando, scambiandosi risate e chissà quant'altro. Beatrice sospira e alza gli occhi al cielo. Non abbiamo più l'età, pensa tra se e se, osservando i piccoli spaccini, di cui certamente dovrebbero occuparsi Prefetti e Caposcuola. « Bene! Credo sia il caso di iniziare. » Asserisce esalando più aria possibile per fare in modo che la sua voce giunga a tutti. Non ha voglia di impiegare la magia per farsi sentire; si presuppone che quello debba essere un dialogo alla pari. « A questo punto tutti quanti siete probabilmente al corrente del motivo che ci ha spinti a richiedere questa assemblea. Durante la notte un malintenzionato ha alterato i punteggi di tutte le casate. » « RIVOGLIAMO I NOSTRI PUNTI, MORGENSTERN! » « NON FATE I FINTI TONTI, TRADITORI!!! » « INCOMPETENTI!! » Si sente dal fondo della sala, seguito da altri urli altrettanto incazzati e decisamente maleducati. Dov'è finito il lecito uso della violenza? Sospira affondo incenerendo con lo sguardo i colpevoli, prima di saltare giù dal tavolo. « Vorrei fosse chiaro che tutti quanti stiamo lavorando per risolvere il problema; per adesso come potete notare, le clessidre sono state portate via dagli Spezzaincantesimi che se ne stanno occupando. Purtroppo al momento la Preside non è a scuola, motivo per cui dovrete forse pazientare per qualche giorno, fermo restando che ogni cosa tornerà alla normalità. » Sospira a quel punto, osservando la sala con la solita sicurezza che la contraddistingue. « Ci sembrava comunque giusto prenderci questo momento di comune riflessione, per parlare di vostri eventuali problemi in merito all'amministrazione accademica attuale e anche in merito ai disagio che sembra causare una certa nota app in questi ultimi tempi. » Pausa. « So che i miei compagni hanno altre comunicazioni di servizio da farvi, ma in conclusione, posso solo invitarvi a guardare a questa assemblea come un momento in cui esporre i vostri problemi e disagi.. » Soprattutto disagi; siete una cazzo di massa di disagiati cronici. « ..così da poter trovarne una soluzione comune. Se questa app o altre questioni, diventano un comune impedimento al normale svolgimento delle nostre singole attività, è giusto tentare di trovarne una soluzione comune attraverso il dialogo collettivo. » A voi la parola. E possa la mia pazienza sorbirsi tutti gli sfondoni che sentirò nella prossima ora. Si volta verso i propri compagni Senior intimandoli a prendere la parola.

    Ok, e si ricomincia. Non c'è un ordine prestabilito dei post; potete postare quante volte volete (fermo restando che per i 10 punti GRAMO dovrete comunque postare al prossimo giro) e quando volete rendendo il dialogo il più fluido possibile. Boh, cerchiamo di tirare fuori qualcosa di carino e pieno di #dramma.
    SCADENZA: 30 marzo.

    Prima parte. Interagito con Olympia, Shannon, Greg, Nate e Percy;
    Seconda parte. Interagito con Dean, Malia e Olympia;
    Terza parte. Inizio dell'assemblea.




     
    .
  15.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    162
    Reputation
    +433

    Status
    Anonymes!
    «Ci vieni all'assemblea?» Tom seppellì la testa bionda sotto al cuscino. «Dài, che farai tardi» Le dita affusolate di un corpo senza nome preciso – Dolly? Debby? – gli accarezzarono i capelli arruffati, e a lui quel gesto così dolce provocò un fastidio tale da obbligarlo a tirarsi su pur di sfuggirgli. La mano di lei cadde sul materasso morbido, mentre Thomas infilava i pantaloni e spariva nel bagno. «Pensavo di farci un salto, giusto per capire di cosa si tratta. Se dovesse finire in caciara, però, è chiaro che giro i tacchi. Ti va di fare colazione?» Si sporse dalla porta del bagno, mentre si lavava i denti. La ragazza annuì distrattamente, intenta ad applicare il mascara, le labbra semiaperte.

    tumblr_inline_nxmemgTVez1to4gd2_250
    Entrò nella Sala Grande con il braccio ciondolante avvolto attorno alle spalle della ragazza il cui nome proprio non riusciva a tornargli in mente. «Wow. Ci sono proprio tutti.» Sorseggiò il caffè lungo nel bicchiere di carta, lasciando scorrere lo sguardo sui presenti alla ricerca di volti noti. «Ci vediamo dopo» le sussurrò all'orecchio, liberandosi il braccio. Rimase ancora qualche secondo in piedi, vagamente sopraffatto dalla quantità di persone che popolavano la Sala. Sicuramente sarebbe finita in caciara. C'era Beatrice Morgenstern tra i Senior, e sembrava già incazzata di prima mattina, il che significava che potevi scommetterci che si sarebbe degenerati in uno spettacolino da mercato del pesce. La questione, con la Grifondoro, era che a lui continuava a non piacere; del resto, quella era forse la prima volta che la rivedeva dallo scorso anno. Attese che la mora si allontanasse, dopo aver intrattenuto quello che a Tom da lontano parve un battibecco tipicamente alla Tris, per avvicinarsi a Nate e a Percy, i quali salutò con una stretta di mano e una pacca sulla spalla. «La prima volta che vi vedo nei panni di Senior e devo dire che fate la vostra porca figura seduti qui sopra. Tesi?» I rapporti strani e irrequieti tra lui e Nate e quelli piuttosto sporadici con Percy gli rendevano incredibilmente difficili e faticose le loro conversazioni, e Tom aveva perso la sua spontaneità, con loro due come con chiunque altro, già da un po'. Notò anche Greg, seduto poco più in là, e gli sorrise serrando le labbra, e fece un cenno della testa verso Eris. «In tutta sincerità, a me questa storia continua a parere piuttosto surreale. Sappiamo tutti molto bene che se chi di dovere tirasse i fili giusti, le identità dei responsabili verrebbero fuori e provvedimenti seri sarebbero presi.» Bevve altro caffè, seduto solo per metà sul tavolo dei professori. «È una scelta ignorare la faccenda. È chiaro che viene deliberatamente messa da parte, così come molte altre faccende, ultimamente.» Fece poi, allusivo. «Avete provato a sollecitare qualche esponente dei piani alti, per questa storia?» «Ho sentito che rischiate di essere linciati da mezza scuola.» «Mun, come al solito, la tocca pianissimo. E con queste incoraggianti parole, vi lascio. Ci vediamo dopo.»
    «Sono molto sorpresa, non mi aspettavo avessi la passione delle carneficine...» «Evelynn Gauthier! Ti trovo benissimo.» Tom la salutò con un plateale baciamano. «Le trovo vagamente affascinanti per gli istinti primitivi che riportano a galla.» fece Tom, ridendo. «Non ti preoccupare - il tuo segreto è al sicuro con me. Ma solo se mi dici dove si è cacciato mio cugino perché con questa calca non lo vedo.» Il ragazzo schioccò la lingua. «Mi spiace deluderti, ma non ho visto Fitz. Però se vuoi lo cerchiamo insieme» Le porse il braccio, con fare plateale, e condusse la sua dama in giro per la Sala, passando tra i mormorii e gli schiamazzi dei e contro i Tassorosso. «Che ne pensi?» Le chiese, con un cenno del capo verso la tavolata rosso nera. Era sinceramente interessato a farsi un'idea del parere generale su questa storia dei punti, visto che lui, come per molte altre cose, non aveva una posizione ben chiara, in buona parte perché non gli importava abbastanza, di queste cose, da prenderne una. Finalmente scorse la testa riccia di Fitzwilliam. «Et voilà... Si dice così, no? Fitz, ti ho ritrovato la cugina perduta» Lasciò andare il braccio di Evelynn, quindi salutò il compagno e prese finalmente posto al tavolo dei Serpeverde.

    Si sedette a gambe divaricate, in modo da avere il busto rivolto verso il tavolo dei professori, quando Tris iniziò a parlare. Sapeva già che la sua partecipazione all'assemblea sarebbe stata piuttosto di tipo passivo e osservativo, ma si sentiva sinceramente incuriosito dalla piega che la faccenda avrebbe preso. Si mise comodo, dunque, poggiando l'avambraccio sul tavolo e tenendosi la testa.
    Interagito con: Nate, Percy, Evelynn, Mun e Fitz
    Citato Tris, salutati Greg e Eris
    E scusatemi tanto per il ritardo!
     
    .
66 replies since 15/3/2019, 16:56   3881 views
  Share  
.