{CHAPTER THIRTEEN} WATCHER//PLAYER

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    « Tieni le orecchie aperte e facci sapere se a qualche mente brillante verranno in mente strane idee. » Si porta la mano alla tempia salutando come un leale soldatino, prima di eseguire un inchino di fronte alla ragazza. « Agli ordini comandante. » Dà una leggera gomitata al biondo indicandole Eris con un che di divertito. « Tosta la ragazza. Vecchia volpe! Vi siete proprio scelti bene. Corvonero non poteva chiedere di meglio. » Un adulatore di prima categoria, seppur in fondo, Fitzwilliam quelle parole le pensa davvero. Dopo le ipotesi di un eventuale incarico come Caposcuola dell'anno precedente, che era riuscito a scampare con le dovute precauzioni e un giro infinito di subdole manipolazioni, quest'anno a maggior ragione guardava come ai suoi vecchi compagni e amici come a delle persone estremamente competenti oltre che estremamente agguerrite nell'estenuate e perpetua lotta tra le casate. « Non vedo l'ora di vedervi fare il poliziotto buono e il poliziotto cattivo.. » Anche se non era del tutto certo chi era chi; probabilmente si scambiavano a seconda delle necessità. « Scusaci, non abbiamo potuto adempiere alle nostre otto ore di bellezza. » Ahia, pungente il ragazzo. Se non conoscesse così bene Greg, di fronte a quell'affermazione potrebbe anche stranirsi, ma la verità è che sa bene non deve essere stato facile affrontare quell'ondata rivoluzionaria di Hogwarts. Soprattutto per chi, come Olivander, oltre a pensare a una cosa così irrilevante e del tutto sopravvalutata come i punti delle casate, gestiva anche un affare di famiglia piuttosto impegnativo, oltre che proficuo. « Il mio molto caldo, macchiato, amaro. Come la mia vita. Prendi qualcosa, amore? Non sei nella tua settimana detox vero? La vita è troppo breve per bere tè verde! » Gli occhi ipnotici della giovane Watson compaiono sulla scena del delitto, mettendo Fitz nella condizione di corrispondere quell'apparizione con un altrettanto magnetico sorriso. « L'ho sempre detto che con la fotografia non si possa vivere, rispetto la tua umilissima scelta di abbassarti a fare il cameriere per metterti qualcosa da parte, però facciamo che la mancia te la fai lasciare da Greg perchè al momento non ho spicci » Oh, quel caratterino tutto pepe. Qualcosa che nel duo Olivander-Watson, dava all'afresco generale un'ulteriore nota di colore. Si porta la macchinetta di fronte al viso; uno scatto in direzione di Olivander mentre è distratto a fare altro, un'altro primo piano sullo sguardo di Theo. « Credo che questo mi basta come mancia. » Asserisce piuttosto soddisfatto, convinto che l'illuminazione particolare sotto cui ha ritratto i due soggetti, gli darà grandi soddisfazioni una volta sviluppate le foto nella camera oscura. « Restate sintonizzati. Prometto di tornare.. forse. » E detto ciò si allontana.

    « Amore mio. Io? Mai. Vorrei ricordarti che la corona di re dei ridicoli è ancora mia, Gauthier. Queste cose..senza di me..non hanno proprio anima. » Scoppia a ridere, annuendo piuttosto convinto di quella particolare scelta di parole. Fitz ha una grande stima di Albus, e ce l'ha a maggior ragione di fronte alla scelte coraggiose che sta attualmente compiendo. Non qualcosa che effettivamente comprende o brama per se stesso, ma che in fondo gli rendono onore. « Sì però Fitz mi devi stare al pari con le antialmun, altrimenti qui non si va avanti. La vera relazione è la nostra, tutto il resto è una copertura per..bo..vendere giornaletti di quarta categoria? Non ho capito bene lo scopo che hanno trovato, ma era una cosa del genere. » « Ciò che sento è un libero invito a postare altre foto tue. Non è certo una novità che queste cose mi fanno volare. » Ed è vero. Le ipotesi più aberranti di Instagram, e ora dello Shame, sembrano mettere particolarmente di buon umore il giovane Fitz. Sembra aver riscoperto una nuova energia, voglia di fare, voglia di ridere. Un pizzico di caos, non ha mai ucciso nessuno. « Poi non so se hai letto, ma a quanto pare sto divorziando prima ancora di sposarmi. » « I matrimoni lampo.. mio giovane Potter, se vuoi il modo più veloce per essere al cento per cento uno di noi, non puoi farti scappare l'occasione di un matrimonio lampo, per giunta con una principessa degli alti ranghi. Ottima strategia. Approvo! » E ride di nuovo stringendosi nelle spalle prima di guardarsi attorno apparentemente con fare sospetto. « Facciamo che la smetto altrimenti non esco vivo da questa sala. » Tanto Amunet Carrow il complotto lo fiuta anche quando è complotto per finta. « Bo, è girata di culo da ieri perché ho invitato Fawn a prendere un caffè a casa..valla a capire tu. Prima potevo spiegarmi tutto con gli ormoni della gravidanza, ma ora? Bo, a volte ha queste paranoie che non stanno ne' in cielo ne' in terra. E vivere con una sorella mi ha insegnato a non dire le fatidiche parole: ma che hai il ciclo? » Scuote la testa con un'aria di finta amarezza mentre abbassa lo sguardo. « A me fa male vederti così, lo sai vero? » Come ti sei ridotto.. messo all'angolo da una donna. Mano sul petto con fare platonico mentre scuote la testa. « Si les rues de Paris pouvaient parler.. » Piangerebbero, Albus. Se le strade di Parigi potessero parlare, pingerebbero. Salutato il giovane rampollo di casa Potter, il tipetto occhialuto che aveva precedentemente incaricato con le ordinazioni torna per i suoi giovani amici, torna con un cartone da quattro che contiene diverse bevande a base di caffeina. Torna quindi di conseguenza al tavolo dei Senior, Fitz, e ne consegna una per ciascuno. « Per Mister Lunastorta macchiato amaro.. altrettanto per la sua signora anima gemella, e un terzo per il generale. » Asserisce con un sorriso sornione prima di afferrare il quarto bicchiere di cartone portandoselo alle labbra. « E che non si dica mai che non sono un uomo di parola. » Da una pacca sulla spalla di Greg e saluta nuovamente da bravo soldatino Eris. « In bocca al lupo ragazzi. Non fatevi mettere i piedi in testa. » A quel punto si posiziona alle spalle di Nate poco più in là e posa le mani sulle sue spalle. « Vorrei augurarti buona fortuna amico, ma credo che tu abbia tutto sotto controllo. Tranne.. » E dicendo ciò si allunga un po' per sistemargli il colletto della camicia facendogli l'occhiolino. « Facci sognare.. ed essere orgogliosi. » Si porta di conseguenza la mano su cui porta ancora l'anello del Clavis di fronte al viso in un gesto casuale atto ad accarezzarsi la barbetta incolta. « Com'era? » Chiede di scatto con un che di vago. « Ah si.. per omnia asperrima. » Saluta tanto lui quanto il giovane Watson e alla fine trova il proprio posto tra i Corvonero.

    « Niente, c'è un bel casino eh? » Circonda con naturalezza le spalle della cugina carezzandole dolcemente il braccio mentre le fa posto accanto a sé. « Non più del solito. La fai troppo drammatica. » Asserisce mentre la osserva con un sorriso smagliate. Le sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre spinge sotto il suo naso il libro che sta leggendo. La metamorfosi di Kafka, un libro che Fitz ha letto e riletto già svariate volte, perché in fondo, riprendere gli stessi passi è spesso più evocativo che concedersi il piacere di leggerne di nuovi. « L'ho quasi finito. Te lo presto se vuoi. » Guarda qualche suo compagno che evidentemente gradisce poco la presenza di una Serpeverde al loro tavolo. Fitz dal canto suo fa finta di niente e anzi se possibile, l'attira ancora di più a sé con un che di protettivo, guardando leggermente in cagnesco il solito stronzo di turno che ha commenti acidi da impartire a destra e manca. « E niente Harry, a volte ci svegliamo semplicemente sottosopra, e il mondo tutto deve esserne a conoscenza. » Commenta platealmente in modo tale che i malcapitati possano sentirlo distintamente. « Resti qui vero? A meno che tu non desideri tornare tra i tuoi dolci compagni sibillini. Come vedi, manco di compagnia. Sarebbe crudele da parte tua privare una povera anima in pena della tua adorabile presenza. » Che paraculo. « Ci credi che ti ho cercato per mezz'ora? Ad ogni modo. Sinceramente, mi sto già pentendo di essere venuta: non si respira e sono tutti sul piede di guerra. Mi ricordi perché il college mi fosse sembrato un'idea così geniale? » Alza gli occhi al cielo con fare divertito. « Evelyn, tesoro, ti prego i lamenti no. Il college è un'idea geniale perché fa bene al curriculum da brava futura matrona. » La punzecchia così sollevando le sopracciglia con fare allusivo in direzione di Thomas. Che tra loro avessero quella leggera abitudine di vedere le donne come futuri partiti migliori o peggiori di altri era ormai fatto risaputo. « Et voilà... Si dice così, no? Fitz, ti ho ritrovato la cugina perduta. » « Un'azione così disinteressata, caro Thomas. Oserei dire quasi.. altruista. Ti ringrazio. » Gli sorride e gli indica Harriet alla sua destra. « Perché non resti con noi? Tanto ormai pare proprio che siamo sulla stessa barca. A proposito, te la ricordi Harriet? » Altro ramo della famiglia ma stesse compagnie. Spesso era difficile tenere conto di tutti i cugini e parenti che si incontravano alle ampie feste organizzate dalle loro rispettive famiglie. Le vie - e i conti in banca - dell'Astra sono infinite.
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    Sistemati infine tutti quanti ai rispettivi posti la sala ghermita di gente inizia a sprofondare lentamente in un brusio più silenzioso, fino a diventare quasi completamente assorta nel silenzio, sotto l'effetto del primo intervento. Bla bla bla, collaborazione, bla bla, riflessione. In fondo Fitz non riesce a comprendere dove sia il dramma. I punti probabilmente ricompariranno, e se non dovesse succedere, in fondo, è solo questione di tempo prima che tutte le casate ne guadagnino degli altri. Di certo la situazione su Tassorosso non resterà per sempre così sbilanciata. E anche se fosse.. è davvero così rilevante? Avvicina le labbra all'orecchio di Harriet e attira la sua attenzione parlando sotto voce. « Vuoi vedere come li metto in crisi? » E divertito mentre alza la mano guardando prima Harriet e poi Evelyn. « Guardate e imparate, novelline. » Asserisce sotto voce prima di prendere la parola. « Scusate io avrei una domanda. Ho sentito molte cose davvero terribili nei confronti dei Tassorosso nelle ultime ore.. » E si entra in scena. « ..una cosa che forse ci è sfuggita un po' di mano. Molti di noi conosco personalmente il Prefetto e i Senior Tassorosso. Nel corso del tempo ci hanno dimostrato tutta la loro buona fede tanto come studenti quanto come persone. Additarci a vicenda non è corretto da parte nostra. » Fitzwilliam Claude Gauthier, l'avvocato delle cause perse. « La mia curiosità è piuttosto: l'amministrazione è a conoscenza dell'origine di questa trovata? Sto parlando dello Shame, chiaramente. Sono consapevoli di cosa sta succedendo nel campus? Forse avete qualche notizia su come hanno intenzione di affrontare la questione. » E detto ciò si risiede con un enorme sorriso interiore di fronte alla gloriosa quanto decisamente scomoda e fuori contesto domanda che ha fatto.

    Prima parte: Eris, Greg, Theo
    Seconda parte: Albus, Theo, Greg, Eris, Nate
    Terza parte: Harriet, Evelyn, Thomas + fatto domanda durante l'assemblea

     
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    « Cooomunque mi sono fatta un giretto, prima, e ho sondato un po' il terreno. Marc Philips ha una teoria interessante secondo cui tu hai una relazione segreta con Julian. Avete architettato tutto quanto per far tornare Tassorosso all'antica gloria. Che poi, antica di cosa? Hanno mai vinto una Coppa i Tassoscemi? - OH CIAO ELEANOR! TUTTO BENE? » Si ritrova a scuotere la testa, divertita dalle parole della mora, mentre riprende a disegnare distrattamente sul foglio che ha sotto le dita. Quello delle ennesime rimostranze da parte dei suoi adoratissimi compagni di casata. « Chiaramente in questo scenario i Serpeverde sono affondati perché tu, da grande calcolatrice, sei riuscita a lavorarti per bene Percy - che ovviamente non sospetta nulla del tradimento. Però non ho capito come giustificava la cosa sul fronte Corvonero, mhm. Non ho ascoltato benissimo mi sa. » « Hai sentito Percival? A quanto pare ti sto mettendo le corna - ora tutto si spiega. » Alza gli occhi smeraldini, per incontrare quelli di Malia e Dean, mentre si mordicchia il labbro e scuote la testa, come a chiedere loro di non impicciarsi in quella storia. Non chiedete, che è meglio. Percy ha fatto il passo falso che non doveva proprio fare. Intercetta i fratelli, che prendono posto ai loro tavoli e li saluta con la mano, per poi riservare un sorriso tirato a Landon, che vede portarsi in aiuto di Theo. « Poi magari le scie chimiche c'entrano con l'incantesimo che ha colpito le clessidre, magari. E il MACUSA deve c'entrarci per forza qualcosa, no? E' tutto un piano per infiltrarsi nel mondo magico inglese, è risaputo. Deve essere la Madama Presidente dietro lo Shame, ve lo dico io. » Scrolla la testa, trovando quelle teorie del complottismo decisamente bizzarre e atte, soltanto, a creare ancora più scompiglio e seminare zizzania. Proprio come vuole quel giochino del cavolo. « ..a quanto pare Randall Jones e Susie McDonald si sono lasciati domenica scorsa. Dicono che lei l'ha tradito con un Corvonero che sta al college, ma non si sa chi. C'è stata una scenata davanti a tutta la scuola al Campo di Quidditch, a quanto pare... Ma questo non c'entra molto. » « Ma chi sono questi, scusa? Voi lo sapete? Cioè, come fai ad aver lasciato il college e sapere comunque più di me su cosa succede a scuola. Va beh, sorvoliamo! In ogni caso - detto tra noi, ragazzi - Tassorosso ha mai vinto qualcosa? Dico.. sul serio. » Si stringe nelle spalle, disorientata da quel gossip spicciolo di cui, in tutta sincerità, non conosce i diretti interessati. Scuote la testa, allora, in risposta a Tris. « Non seguo tante queste cose, lo sapete. Magari sa qualcosa di più concreto il Padre Confessore per antonomasia. » Si volta a guardare Dean, con un'occhiata complice e divertita. « Tutti confidano i loro segreti al barista di fiducia, si sa. Comincia a parlare, Moses. »

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    Saluta Mun, prima di sorridere in direzione di Harry e mimare un "Ci vediamo dopo" a Lynn. Poi l'assemblea ha inizio, dopo qualche minuto passato a richiedere il completo silenzio in sala. Tris prende la parola e lei segue il suo discorso, annuendo di tanto in tanto, completamente d'accordo con le sue parole. Decide di affiancarla, poco dopo, per darle manforte e seguire la sua scia. « Aspettando che siate voi a farvi avanti con eventuali problemi da portare alla luce, mi sento in dovere di rendervi partecipi di un piccolo dettaglio. E il mio vuole essere nient'altro che un spunto di riflessione, per ognuno di noi, me compresa. » Sospira, mentre stringe le dita, conficcandosi le unghie nella carne, per l'irritazione che ancora prova per quel messaggio che le è arrivato un paio di giorni prima. « Questi due giorni siamo stati bersagliati da insulti, dalle peggiori insinuazioni, dai commenti partoriti dai vostri peggiori istinti e questo perché lo Shame ha parlato e voi sembrate aver creduto ad ogni sua parola, come fosse oro colato. » Fa una pausa, abbracciando l'intera sala con gli occhi chiari. « Lo Shame scrive che è colpa nostra se le clessidre sono vuote, scrive che ci siamo protetti a vicenda e voi, che ci conoscete da anni, pensate il peggio. Di ognuno di noi. » Guarda uno ad uno i suoi compagni senior, per poi finire su Tris. « Quella che lo Shame ha chiamato "una prova semplice" di fronte la quale ha messo ognuno di noi era raccontare falsità sul conto del lavoro come senior del proprio concasato, facendogli così perdere l'incarico, con l'intervento diretto della Preside. A voi questo sembra giusto? » Chiede, con una smorfia di fastidio e disgusto dipinta sul volto di porcellana. « Perché a me, sinceramente, il dire che Beatrice Morgenstern non sia degna di essere la senior di Grifondoro, ma che anzi dovrebbe essere sollevata dalla carica, dopo tutto il lavoro che fa ogni giorno per cercare di venire incontro alle vostre esigenza, non lo sembra affatto. » Guarda la mora e le sorride, sapendo di poter trovare in lei non solo una degna leader, ma un'alleata senza pari, pronta a spalleggiarla e a sostenerla in ogni occasione. « L'accettare di puntare ingiustamente il dito contro un proprio compagno, solo per la minaccia di un gioco che non vede l'ora di metterci gli uni contro gli altri - missione nella quale ha sicuramente avuto successo, si direbbe -, quello sì che sarebbe stato andare contro ogni principio delle nostre casate. Contro i valori che Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Salazar Serpeverde e Priscilla Corvonero volevano per ognuno degli studenti che avrebbero varcato quella porta. » Scrolla la testa, leggermente sconsolata. « I punti torneranno pure al loro posto, belli, perfetti e precisi come lo erano fino a due giorni fa, ma evidentemente non i nostri pensieri. Quelli no. Pensavo che l'anno scorso ci avesse insegnato perlomeno l'essere coesi contro tutto questo. » Ci siamo già passati ed eccoci qui, pronti ad azzannarci di nuovo per dei cazzo di punti casata. Porta le mani dietro la schiena, a poggiarsi contro il tavolo scuro, mentre un Corvonero, che riconoscere essere Fitz, dopo qualche istante, si fa avanti con una domanda. « La mia curiosità è piuttosto: l'amministrazione è a conoscenza dell'origine di questa trovata? Sto parlando dello Shame, chiaramente. Sono consapevoli di cosa sta succedendo nel campus? Forse avete qualche notizia su come hanno intenzione di affrontare la questione. » Assottiglia lo sguardo, prima di sorridere, piuttosto amabilmente. « Come ha già precisato Beatrice, pochi istanti fa, la preside non è al castello questi giorni e volevamo prima ascoltare l'opinione e le idee di ogni studente e collegiale, per poi riportare tutto all'amministrazione, così da poter fare il nostro lavoro al meglio: farvi da voce, per potervi sempre sentire rappresentati e ascoltati. » Guarda il Corvonero, alzando un sopracciglio, come a volergli chiedere se ha passato il test. « Anche se, in tutta sincerità, credo che la soluzione al problema debba venire da noi, per poi essere presentata ai piani alti bella che confezionata. Siamo noi la generazione di smartphone, computer e internet che prendono piede anche nel mondo magico. Loro si affacciano ad una nuova realtà di cui conoscono a malapena le regole. Il fatto che anche il vecchio Shame, pur giocando alle regole della vecchia scuola, fatta di carta e magia, non sia mai stato davvero debellato è un chiaro indizio del fatto che dobbiamo aiutare a far qualcosa. » Dobbiamo aiutarli ad aiutarci.
    Prima parte: salutati i bros, Landon e interagito con Tris, Dean e Malia.
    Seconda parte: salutate Mun, Harry e Lynn, fatto il pippone, risposto alla domanda di Fitz.


     
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    "Come scusa? No davvero, ma ti senti quando parli Watson? E' stato lui ad aprire il gruppo siamo tutti sulla stessa barca, e poi tira questi ganci mancini. Non ho messo certo io in discussione la compattezza." Aggrottò le sopracciglia, drizzando subito le spalle come se un qualcosa di particolarmente fastidioso l'avesse punto. "Non mi pare che qualcun altro tra noi si è sentito in dovere di postare quella roba, perché si presupponeva che essendo tutti nella stessa merda, fossimo anche automaticamente in una fase di tregua obbligata. Almeno noi otto, si intende." Scosse il capo, furente, stringendo appena i denti. "Il fatto che un Senior abbia sentito il bisogno di comunicare ufficialmente con la propria casata non è di certo uno sgambetto nei confronti di tutte le altre. Mi sembra tu stia solo cercando un pretesto per prendertela con qualcuno, vedendo complotti e ingiustizie dove non ce ne stanno." "E poi non per far polemica ma, i vostri compagni non avevo bisogno proprio di niente. I vostri punti non valgono certo più di quelli degli altri. E per giunta non c'era poi tutta questa differenza tra i nostri punteggi. Quindi fly down, entrambi, altrimenti vi cascano le corone come a quell'altra. In conclusione, Douglas, ti manderemo a fare scuola di politica e leadership da Norwena Zabini di questo passo, perché oltretutto, la tua mossa è stata pure inutile, oltre che inopportuna nei nostri confronti. Non avete rassicurato proprio nessuno, e avete attirato su tutti noi ulteriori insulti." Un sorriso affettato andò a incurvare le labbra di Percy nel mentre di mettersi in mezzo tra Tris e Nate. "Ok, e invece raccontami di come tu, precisamente, hai migliorato la situazione. Avanti, sono tutto orecchie. Ah..nulla, vero? Allora ascolta me. Per quanto sia difficile da digerire come pillola: non puoi sempre incolpare qualcun altro di ogni sventura che ti capita. Così come pretendo che, prima di ricevere critiche su come io e Nate gestiamo la nostra casata, come minimo tu ti possa permettere di ergerti al di sopra di noi con un qualcosa di più concreto del 'mi gira il cazzo e sono convinta che tutti mi vogliano sempre pestare la coda perché sono il centro del mondo'. I nostri punti non valgono più di quelli altrui, è vero, e nessuno ha detto il contrario - ma io e Nate siamo i Seniors di Serpeverde, e se ti dà alle palle il fatto che ci interessi interfacciarci con la gente che andiamo a rappresentare, forse l'esame di coscienza non ce lo dobbiamo fare noi." E detto ciò fece sbattere il plico di fogli sul lungo tavolo che capeggiava la sala, voltando le spalle all'ultima persona che si aspettava lo avrebbe fatto incazzare quel giorno. Ci vuole la tua cazzo di faccia tosta, Morgenstern.
    Fu sollevato dal vedersi arrivare accanto Theo, la quale gli solleticò gentilmente la nuca a mo' di saluto. Chiuse gli occhi sospirando appena prima di passare un braccio attorno alle spalle della gemella e scoccarle un bacio sulla tempia. "Buongiorno. Sempre che lo sia." "...Non credo lo sia, Greg, guarda che facce." Un rumore che doveva essere una sorta di risata a metà tra l'isterico e il sarcastico uscì spontaneamente dalle labbra del Serpeverde, il quale passò lo sguardo tra entrambi gli interlocutori come a mostrare loro quanto di merda fosse quella giornata. "Ed è solo l'inizio!" Sbuffò, allungando una mano verso la propria bottiglietta d'acqua per prenderne un lungo sorso. "Ve lo dico io, oggi ci scappa il morto..e non è detto che il sottoscritto ne esca innocente."

    Stava ripassando alcuni dei punti cardine dell'assemblea con Nate quando una voce ben distinta costrinse entrambi a sollevare lo sguardo. "La prima volta che vi vedo nei panni di Senior e devo dire che fate la vostra porca figura seduti qui sopra. Tesi?" Rivedere Tom, ultimamente, era sempre strano. Non che loro due avessero mai avuto un rapporto particolarmente stretto, ma appartenevano pur sempre alla cerchia del Clavis, dunque erano per definizione compagni. A lungo si era chiesto dove fosse finito, e il suo ritorno non aveva rischiarato di molto quella nube di mistero nella quale, tuttavia, non era voluto entrare, convinto che fosse Nate più di tutti quello a dover fare eventuali domande. Dunque sorrise, facendo appena cenno di sì con la testa. "Di sicuro ho passato momenti migliori. Forse sto diventando troppo vecchio per queste cose." "In tutta sincerità, a me questa storia continua a parere piuttosto surreale. Sappiamo tutti molto bene che se chi di dovere tirasse i fili giusti, le identità dei responsabili verrebbero fuori e provvedimenti seri sarebbero presi." Sorrise, lanciando un'occhiata a Nate come a voler dire 'veh? Non sono l'unico pezzente che lo pensa, allora'. "Avete provato a sollecitare qualche esponente dei piani alti, per questa storia?" Sospirò, stringendosi appena nelle spalle. "Diciamo che l'opinione comune è stata di tenere la cosa nella dimensione della scuola e trattarla come tale. Che per il momento mi sta bene: in fin dei conti si tratta per lo più di bambinate..." però.. "..bambinate fatte però da gente che evidentemente ha dei mezzi un attimo più sofisticati. Quindi ecco, penso che per ora rimarremo sull'allerta, tentando le vie a noi più prossime. Ma se questa cosa comincia a puzzare troppo di bruciato, allora non me ne importa nulla se piace o meno: si va ai piani alti." E non fece in tempo a dire piani alti che ovviamente Amunet Carrow si materializzò tra loro come se fosse stata direttamente convocata. "Ho sentito che rischiate di essere linciati da mezza scuola." "Ma buongiorno anche a te." "Mun, come al solito, la tocca pianissimo. E con queste incoraggianti parole, vi lascio. Ci vediamo dopo." Ridacchiò al commento di Thomas, salutandolo con una pacca sulla spalla e un cenno che doveva sottintendere di rivedersi a breve. "Ma per fortuna io sono una persona magnanima e generosa, quindi.. se doveste aver bisogno di una mano - basterà chiedere.. con gentilezza." Sollevò un sopracciglio, osservando prima Mun e poi Nate, rivolgendo a quest'ultimo uno sguardo dai toni interrogativi. Mi sono perso qualcosa? "Nell'arte del tramare voi due siete davvero bravi. Oserei dire quasi.. dei maestri. Ma io sono una donna. Ho una marcia in più a prescindere. Aspetto la chiamata delle quote rosa per Serpeverde. Prometto di non offendermi - al massimo ve lo farò pesare per qualche giorno." Confuso come non pochi osservò la Carrow andarsene nella stessa maniera in cui era arrivata, voltandosi poi verso Nate, per guardarlo in silenzio qualche istante prima di dire solo due parole. "Ma perché?"

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    "Bene! Credo sia il caso di iniziare." Si schiarì la voce, incrociando le braccia al petto e facendo un passo avanti insieme agli altri mentre Tris prendeva parola per dare ufficialmente inizio all'assemblea. Mentre il suo discorso si dispiegava velocemente, gli occhi di Percy vagavano con un certo fare torvo in lungo e in largo per la Sala Grande, incenerendo di tanto in tanto con lo sguardo quelli che si sentivano in dovere di interrompere. Il primo a intervenire fu, prevedibilmente, Fitz, il quale sembrava non poco divertito dalla situazione generale - non che ne avesse mai fatto mistero, in ogni caso. Stava per aprire bocca e rispondere alla sua domanda, ma Olympia andò a precederlo negli intenti, spiegandosi con calma e chiarezza riguardo la situazione dello Shame e la posizione in cui esso aveva posto i Seniors. Parole alle quali Percy annuì silenziosamente, sebbene la sua fronte aggrottata sembrava non voler ancora lasciar andare quella gravità che lo contraddistingueva. Tuttavia, quando la Potter finì di parlare, Percy aveva ancora qualcosa da aggiungere riguardo le parole pronunciate da Fitz. "Prendo l'opportunità di ciò che ha detto Fitzwilliam per sottolineare che tutti noi siamo compatti -" e qui rivolse uno sguardo a tutti gli altri Seniors "- nel prendere una posizione contro l'ingiusta gogna che la casata di Tassorosso ha subito nelle ultime ore. Come Olympia ha osservato: ciò che è accaduto non ha altri colpevoli se non chiunque si nasconda dietro quest'app. Il fatto che tutti i Seniors, eccezion fatta per quelli di Tassorosso, siano stati sfidati a spodestare il proprio collega con la minaccia del vedersi sottrarre i punti è solo la prova della finalità che questo Shame si pone: creare discordia e alimentare un clima d'odio. I Tassorosso, pur se apparentemente vincenti, sono tanto vittime di ciò quanto chiunque altro." Rimase in silenzio qualche istante, guardando tutta la sala. "Basta una rapida occhiata per capire che nessuno, qui dentro, è contento. E se nessuno ne è uscito vittorioso da questa sfida, forse significa che i colpevoli non sono quelli che è semplice e conveniente vedere come tali." Sospirò, costringendosi a stirare un sorriso. "I vostri punti, come già detto, sono al sicuro: gli spezzaincantesimi risolveranno la cosa nel giro di pochi giorni. Tuttavia voglio scoraggiare l'idea del vedere il ripristino delle clessidre come una soluzione, perché non lo è. Certo, i punti saranno ridati ai loro legittimi proprietari, ma non ho dubbi nel credere che chi ha creato il problema in primo luogo troverà qualche altro tiro mancino da lanciare. Quindi intimo tutti voi a stare con gli occhi aperti e diffidare di ciò che quest'app vi recapita tramite le sue vie. Non siamo stati i primi ad essere messi in difficoltà, e sicuramente non saremo gli ultimi." A quel punto annuì, come a decretare la fine del suo intervento, facendo un passo indietro. "Grazie per l'attenzione."

    Prima parte: Interagito con Tris, Theo e Greg. Citato Nate.
    Seconda parte: Interagito con Nate, Tom e Mun.
    Terza parte: Citati Tris, Fitz e Olympia.


     
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    "Ah, Moses, se non esistessi, dovrebbero inventarti." Si strinse nelle spalle, tirando un sospiro come se si stesse rassegnando a quell'etichetta. "Essere magnifici è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo." "Me ne ricorderò. Hai una colazione pagata da riscattare quanto vuoi." Fece un elegante inchino in direzione della Potter, piegando appena il capo prima di sciogliersi in una breve risata e farle cenno con la mano di lasciar stare. In fin dei conti non voleva essere ripagato per un qualcosa di così semplice. "Tu cioccolato, io marmellata e a lui lasciamo la crema?" Una suddivisione dei pani e dei pesci che a lui decisamente non dispiaceva (ma poi..cosa dispiaceva mai a Dean quando si trattava di cibo?). "E a me niente?" Sorrise in direzione di Malia, stringendola in uno dei suoi classici abbracci capaci di stritolare un rinoceronte. "Long time no see! Come stai?" Annuì, piuttosto convinto. "Direi che me la sto passando piuttosto bene, dai. L'università ha ingranato - cioè..sono tipo uno studente di quelli pro, con la media pure alta..incredibile ma vero. L'unica è che mi sono preso un po' troppi impegni extracurricolari, quindi credo che mi toccherà lasciar andare qualcosa. E, mi ci piange il cuore, ma mi sa che dovrò fare ciao ciao al Quidditch..mi prende troppo tempo." Sospirò, stringendosi nelle spalle prima di scrollarle con noncuranza. "Tu piuttosto, big star? Che ci racconti?" chiese, facendole poi cenno di prendere tranquillamente il cornetto alla crema che sarebbe spettato a lui. "Serviti pu-.." ma una mano estranea andò a batterla sul tempo. "..eeeh no, niente, non servirti." "Che carino, Mosy, hai portato i cornetti?" Scosse il capo con una nota di disapprovazione in direzione di Theo Watson. E chi altri se non la reginetta dell'entitlement? Forzò un sorriso sospettosamente troppo gentile, piegandoci pure la testa di lato. "Solo per lei sua maestà!" E detto ciò, con la Serpeverde che gli dava le spalle, tornò a rivolgersi al gruppetto di amiche, infilando una mano nella tracolla per estrarne due merendine, di cui una venne lanciata a Malia. Dean Moses senza cibo con sé non si è mai visto, d'altronde. "Tipico Watson.." mugugnò a bocca piena "..rubare il pane di bocca ai bambini." Lanciò uno sguardo a Tris. "Senza offesa per l'extreme makeover del tuo boy, sia chiaro." "Serio ragazzi, questa roba della carta igienica sta iniziando a darmi sui nevi. Detto tra noi, sono pronta a deporre questa fottuta spilla in favore di una casa in Alaska - lontana da questi debosciati. Siamo davvero quasi morti per questo? Gossip da primo pomeriggio, epidemie di sifilide, speed date e.. cessi intasati!" Annuì appena, ascoltando interessato quelle parole mentre divorava con pochi altri morsi la propria merendina, accartocciandone poi la plastica e lanciandola nel cestino più prossimo. Si strinse nelle spalle, sorridendo appena. "Bentornata a scuola, Morgy." Ridacchiò, strizzandola leggermente vicina a sé per poi schioccare un bacio sulla nuca tanto a lei quanto a Olympia. "Beh, ragazze, è giunto il tempo per me di prendere posto. Vi auguro tutta la buona fortuna del mondo. E in caso abbiate bisogno di aiuto..bo..fatemi un segnale o qualcosa." Detto ciò iniziò a indietreggiare, scoccando un ultimo sorriso e un occhiolino in direzione delle ragazze. "Mals, io e te ci becchiamo al tavolo."

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    Stava per dirigersi effettivamente verso il tavolo Grifondoro, quando però un'altra presenza a quello dei Corvonero attirò la sua attenzione, facendo incurvare le sue labbra in un sorrisino sardonico. Chi conosceva Dean anche solo un pochino sapeva quanto testardo sapesse essere in certe situazioni, ma soprattutto sapeva quanto si divertisse a punzecchiare le persone attorno a sé. E Cassiopea Partridge era l'esempio perfetto di tutto ciò che non si dovrebbe fare per non finire nel suo mirino. Così, trotterellando con la sua solita inguaribile allegria verso il tavolo blu-argento, si arrestò alle spalle della bionda, chinandosi appena in avanti per mormorare con le labbra accanto al suo orecchio uno svelto. "BU!" Ridacchiò, scavalcando la panca per mettersi a sedere accanto a lei - una persona che con ogni probabilità lo detestava selvaggiamente. Ma Dean Moses, di queste piccolezze, non si è mai fatto cruccio. "Toh, guarda tu: la mia migliore amica!" Sempre in disparte, Partridge? Diamine, posso non piacerti, ma hai più bisogno di me di quanto ne avesse Olympia ai tempi in cui guardava male tutti e non spiccicava parola neanche col muro. Un curriculum, quello di Dean, che gli avrebbe dato modo di entrare in direttissima nella produzione di reality show quali Breaking Amish; un talento naturale, il suo. Prese dunque un sorso dal proprio caffè, rivolgendole un occhiolino prima di sporgersi oltre la tavolata dei Corvi per far cenno a Malia di raggiungerlo lì. "Cassie, questa è Malia Stone - l'unica, la sola, la divina. Mals, lei è Cassiopea Partridge: mi odia e sta sperando non tanto segretamente che io me ne torni al mio dannato tavolo. Lascio a te l'onore di spiegarle che ciò non avverrà." In fin dei conti Dean aveva una storia ormai consolidata nel non sapersene stare troppo a lungo nella propria tavolata.

    Una volta iniziata l'assemblea, Dean sembrò trovare il modo di zittirsi, quanto meno per ascoltare ciò che i Seniors avevano da dire e tenere le orecchie ben dritte nel caso in cui le sue amiche venissero aggredite verbalmente da qualche genio di turno. Fortunatamente, almeno per il momento, l'unico a intervenire fu Gauthier, con una domanda che non mancò di lecita ed esaustiva risposta da parte di Olympia e Percy. A quel punto, sebbene lui stesso nutrisse alcuni dubbi riguardo l'app in circolazione - quella che tra l'altro aveva causato il problema in primo luogo - decise di rimanere in silenzio, reputando che non fosse il caso di rischiare di fare domande che potessero essere distorte per mettere i ragazzi che tenevano l'assemblea in difficoltà. Piuttosto, a bassa voce, si rivolse alle due ragazze sedute accanto a lui. "A voi l'app ha mandato qualche sfida, per caso?"

    Prima parte: Interagito con Olympia, Theo, Tris e Malia.
    Seconda parte: Interagito con Cassie e Malia.
    Terza parte: Come sopra.

     
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    L'unica nota positiva di aver preso posto accanto a Caesar era di certo la quasi totale copertura che l'enorme Serpeverde le concedeva, nascondendola dagli sguardi di tutti i presenti in sala grande. Aveva voglia di una sigaretta, di un po' di aria pulita e persino di quell'imbevibile brodaglia che i chioschetti del campus spacciavano come caffè... come un fastidioso formicolio alla base dello stomaco, sentiva l'impellente bisogno di allontanarsi da quell'ambiente a lei sconosciuto. Tra risatine di sottofondo e chiacchiere, la Plenty pareva un pesce fuor d'acqua. Non le importava dei punti che erano scomparsi dalle clessidre, non le importava di quello scherzo di cattivo gusto che aveva invece smosso tanto gli animi degli altri studenti e l'incapacità di capire il perché di tanta agitazione non poteva che farla sentire, persino più del solito, un'estranea. Lo sguardo ambrato vagò per la sala, soffermandosi senza alcuna ragione sui volti di alcuni studenti. Osservò il disagio di qualche Tassorosso e l'indolenza tra i seduti al tavolo Corvonero, prima di inclinare il capo per poter sussurrare in direzione del gigante dai capelli color carota che era seduto vicino a lei. « Quanto durerà, secondo te? » L'altro, di tutta risposta, le concesse un sorriso divertito ed un'alzata di spalle, del tutto a proprio agio in un ambiente in cui aveva imparato a muoversi con maestria e nel quale aveva trovato un proprio ruolo, seppur si trattasse senza ombra di dubbio di quello del buffone di corte. « Mettiti comoda tesoro, andrà per le lunghe. » Con uno sbuffo a gonfiarle le guance lasciò che le gambe si allungassero sotto la superficie legnosa del tavolo incrociandole poi all'altezza delle caviglie, certa che la schiena avrebbe iniziato a far male ben prima della fine dell'assemblea a causa della panca sprovvista di schienale. Era stata una cazzata lasciarsi convincere ad andare a quell'incontro... di certo esistevano situazioni più tranquille per iniziare ad integrarsi con la realtà collegiale, ma no, quello era un passo decisamente troppo lungo per le sue gambe e per la sua pazienza. Socchiudendo gli occhi cercò di isolarsi per solo qualche minuto da tutto quel frenetico vociare, tagliando fuori dalla coscienza le parole dei senior e quelle degli altri collegiali, fino a quando a prendere parola non fu una delle studentesse sedute a solo qualche posto da lei. « Quindi, per capire... i punti accumulati in questi giorni, mentre le clessidre vengono sistemate, andranno persi? »
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    « Ma fa sul serio? Cioè... a chi cazzo importa di quei punti? » Si era nuovamente rivolta al Serpeverde, le labbra tirate di un fastidio nato da quell'inutile malcontento che aleggiava per la sala, ma la giovane doveva aver captato qualcuna delle parole pronunciate dall'americana. « Cosa hai detto, Plenty? » Qualche testa di voltò a quel punto nella sua direzione, portandola istintivamente ad alzare il mento con aria di sfida. Non era la sua battaglia, non quella per quelle dannate clessidre... ed avrebbe volentieri evitato di esporsi in modo tanto duro, rimanendosene in silenzio per il resto dell'assemblea, se solo non fosse stata messa improvvisamente alle strette. Nessuno avrebbe potuto dire che la Plenty fosse quel genere di persona che tende ad abbassare il capo. « Dico che c'è una fottuta applicazione che pretende di giocare con noi come se fossimo tanti burattini, dispensando ricompense o punizioni a suo piacimento... e che come una massa di idioti siete qui a lamentarvi per una stronzata come quella delle clessidre invece che pensare ad un modo per trovare chi è che si diverte a spiarci e spedirlo lontano da qui a calci in culo. Dico che sembrate una massa di coglioni. » Un sorriso affatto amichevole stirò la bocca carnosa, mentre già qualche epiteto poco simpatico volava nella sua direzione dai più agguerriti tra gli studenti. Sentì, al proprio fianco, Caesar pronto a scattare in sua difesa ed istintivamente strinse la piccola mano contro il braccio di lui, agitando poi il capo. Non c'era bisogno di intervenire. Come entrata in scena nel panorama scolastico le sembrava più che sufficiente.
     
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    « ..ma Jude si è ricordato che le assemblee sono strafiche e importanti e che brontolare da soli non ci porta a nulla quindi meglio brontolare assieme e la Morgenstern non c'entra proprio niente boh non capisco! » Scoppiò a ridere di fronte a quelle parole scuotendo la tesa. « E quuuuuuindi, finalmente ti vedrò all'opera nel tuo ruolo di Caposcuola. Sarà divertente. » Solleva le sopracciglia in direzione del fratello con un che di apertamente sornione, prima di indirizzare il proprio sguardo in direzione del tavolo degli insegnanti dove i Senior si stanno già preparando all'attacco. « Parlerai in pubblico in quanto rappresentate degli studenti e tutto il resto. Uuuuuuh, nessuna pressione, figurati. Noi siamo qui a fare il tifo per te. » Ok, sto gongolando un po' troppo per non trovarmi nella loro scomoda posizione. E infatti il gongolare di Mun dura poco, perché l'ennesimo avviso della sua ormai sopraggiunta mancanza di privacy le ricorda che ha ben pochi motivi per ridere. « Mun, mi dispiace.. ogni giorno ne strappo una e ne ricompaiono due, ne strappo due e ne trovo otto. » Non può fare a meno di riservargli un sorriso intenerito. Non è certo la prima volta che Mun viene sbattuta in pubblico in maniera negativa. Almeno altre volte non è stato in maniera così letterale. Scuote la testa e sospira a fondo. « Non importa.. immagino che prima o poi finirà anche questa. » Si stringe nelle spalle ormai rassegnata. Finirà vero? sembra chiedere al fratello con uno sguardo che sembra ricercare quasi spasmodicamente un suo cenno di supporto da parte sua. C'è un velo di delusione nel constatare la sua indifferenza. E' quasi come se in un certo qual modo hai gettato la spugna con me. Un tempo sarebbe bastato molto meno perché Jude le prestasse il suo supporto. Ora, seppur abbiano fatto pace e nonostante tentino in tutti i modi di andare d'accordo, a volte Mun ha come l'impressione che Jude si comporta come se lei non gli appartenesse più, come se tutto l'ammontare di cose successe nella sua vita, avessero sostituito la figura di lui. « La gente dimentica.. » Asserisce con un sorriso eloquente e piuttosto nostalgico in direzione del fratello, prima di riservare nuovamente le sue attenzioni tutte per Sirius, tornando quasi istantaneamente alla posa indifferente della Carrow intoccabile. « ..a meno che non si tratti del mio vestito del ballo di Halloween. Quello, caro il mio Sirius Potter, entrerà nella storia dei migliori outfit di sempre. E questa è la prima lezione sul come essere immortali.. e iconici.. ed estremamente modesti e oggettivi. » E' sempre meglio liquidare tutto con superficialità. « Tra cent'anni, si ricorderanno quel vestito fatto su misura e poi diranno.. oltre a essere un luminare dello stile, scopava anche da dio. » A quel punto quell'affermazione sembra quasi essere infilata in discorso di proposito col chiaro intento di mettere Jude a disagio. Se a te non frega niente, credo che non fregherà niente nemmeno a me. « La storia la scrivono sempre i vincitori. In fondo, sono quasi contenta che quella roba sia venuta fuori. Nel caso qualcuno avesse dubbi su cosa si è perso. » Non la pensa propriamente così. Anzi, non la pensa affatto così. Si scaverebbe una fossa se potesse, posta di fronte a quegli sguardi, ma mostrarlo sarebbe ancora più patetico che quel esagerato andarne fieri. E detto ciò saluta Siri con un bacio sulla guancia, ignorando di proposito Jude, passando così al prossimo step della missione testa alta e zero vergogna.

    Ci sono giorni in cui tra Mun e Albus va semplicemente così. Non riescono a fare a meno di punzecchiarsi a vicenda. Ma in quel momento, in particolare, Mun non sembrava poi tanto in vena di scherzi. No, quella, secondo il suo modesto parere non era una delle solite liti scatenate ad hoc per il semplice piacere di fare poi la pace. « Certo amore. Tu invece? L'hai già finito il Tour de France? » Lo fulmina con uno sguardo oltraggiato prima di spostare la testa di lato, muovendo lo sguardo ovunque tranne che nella sua direzione. Ti va anche di scherzare, dopo quello che hai fatto? Sei incommentabile. Sbuffa indispettita lasciandosi travolgere da quell'aria snob che la contraddistingue in momenti come quelli. Una Mun capricciosa, è anche una Mun intrattabile, che cerca in vano di nascondere il suo fastidio. Di scatto è obbligata a riportare lo sguardo su di lui. Tenta di sottrarsi dalla sua stretta in vanno mentre sospira alzando gli occhi al cielo. Fai la brava. Dopo facciamo i conti. Le sopracciglia della Carrow si inarcano in un'espressione di puro astio mentre soffia nervosamente sul volto di lui, incrociando le braccia al petto. Deglutisce affondo e si inumidisce le labbra subito dopo il bacio che Albus le stampa con ben poca delicatezza, lasciando trasparire tutte le controverse emozioni che prova. Contrariata ma non così tanto come vorrebbe, di morde istintivamente il labbro inferiore e abbassa lo sguardo, in un gesto che ha tutta l'aria di porla in quel preciso stato docile che Albus possiede magistralmente. « Sono felice di sentirtelo dire. » « Questa storia non finisce così.. » Sussurra sotto voce ancora a sguardo basso, prima tirare fuori dalla borsa la foto che ha appena strappato dalla bacheca. « In tanto queste continuano a circolare. » E dicendo ciò afferra la sua mano porgendogli con ben poca delicatezza la pallottola di carta scostando nuovamente lo sguardo, decisamente a disagio. Non avrebbe senso fingere con Albus. Quella storia non le fa affatto piacere. « CUGINA! » Viene sorpresa alle spalle da quell'improvvisa effusione, accartocciando di nuovo la dannata foto, prima che diventasse nuovamente oggetto di spettacolo. E per buona ragione. E per buona ragione. L'ultima cosa che voleva era mettersi nella condizione di provare imbarazzo persino di fronte al cugino quindicenne. « Finalmente un saluto caloroso. » Anche se un po' troppo strano persino per te, Em. Figuriamoci se quella è una frecciata. « Tutto bene? Che casino questa roba dei punti, eh? Tu guarda un po' le cose della vita.. Ma sono cose che capitano, no? Non è colpa di nessuno, no? » Lo osserva per qualche istante con uno sguardo interrogativo, prima di osservare una scena piuttosto patetica alle sue spalle. Un gruppetto di Grifondoro a loro volta dell'età di Emile, che mimano apertamente gesti di pugni che si infrangono contro i palmi opposti. E allora, finalmente capisce il nervosismo del piccolo cugino. Si schiarisce la voce e si incolla istintivamente al braccio di Albus con una certa platealità. « Ma certo che sono cose che succedono! » Asserisce con un tono di voce più carico del dovuto. « E no, no che non è colpa di nessuno! Sappiamo tutti che i Tassorosso sono persone per bene. Vero micino? » Calcio sotto il tavolo prima di sorridergli con un che di prettamente sardonico. « Comunque, voi non ci conoscete ufficialmente. Albus, questo è Émile Carrow, mio cugino. » Fatte le presentazioni, si premura ad aggiungere con noncuranza e un tono ancora piuttosto imponente. « Ehi, Em, per qualunque cosa non esitare farci un colpo di telefono. Il mio pasticcino ha una certa predisposizione alle azzuffate. Vero, orsacchiotto? » Pizzica appena la guancia di Albus con un po' troppo vigore, prima di sorridere al cugino. I soprannomi peggiori erano d'altronde tipici di una Mun ancora decisamente in vena di dispetti. Oh la fase Carrow-capricciosa; non sarebbe finito bene quel pomeriggio. E poco dopo a salutarla e Lyn a qui sorride bonariamente. « Tu sì che non deludi mai. » Sapessi. « Mi conosci. La moda passa, lo stile resta. » Coco Chanel docet, sempre. « Quanto la vedi nera, al momento? » Scuote la testa sospirando, prima di accoccolarsi nuovamente contro il braccio di Albus, quasi a voler ricordare a tutte le male lingue che loro stavano benissimo, così tanto che probabilmente se fossero stati in una stanza da soli, si sarebbero urlati contro le peggiori cose. Non prettamente per buona ragione, ma in fondo, questi sono Albus e Mun. « Tragica. Davvero, davvero tanto tragica, Lyn. Sono senza parole. Certa gente proprio non ha vergogna, e si è dimenticata il significato della parola decenza.. ma soprattutto - Lyn - ci siamo un po' tutti dimenticati cos'è l'onestà. Tutto questo non è giusto! Quindi la vedo tragica. Un disastro. Personalmente a questo punto non so se.. questa coppa delle case ha davvero senso. Se non riusciamo a tener fede alla sua sacra importanza, che senso ha? » Perché Mun sta parlando delle clessidre chiaramente, ben consapevole che Albus è lì a sentire tutto ciò. « Cioè capisci? Stanno cercando di privarci di ciò che è nostro. Nostro, Lyn! Uno passa i giorni e le notti - soprattutto le notti - a sudare.. sopra ai libri, e poi puff, dal giorno alla notte ti ritrovi a mani vuote. » Scuote la testa. « Guarda non farmi nemmeno parlare. Passerotto, mi passi l'acqua per favore? » Asserisce con ancora più indifferenza sospirando platealmente.

    Thomas le passa accanto, cercando un posto al tavolo dei Serpeverde, ma Mun, con una certa prontezza si fionda sul suo polso frenandolo dall'andare oltre. « Thomas, siediti con noi. » Lancia al ragazzino che ha accanto uno sguardo di sufficienza, invitandolo a farsi più in là prima di fargli posto incollandosi di più ad Albus. Sospira a quel punto con un che di trionfale. « Che ragazza fortunata. In mezzo a due uomini splendidi splendenti. » Che stia superando il limite, Mun lo sa piuttosto bene, ma quanto importanza dia alla questione, è ancora cosa piuttosto dibattuta. « Zuccherino, dovremmo davvero invitare di nuovo Thomas da noi. Siamo stati così bene l'ultima volta. » Sotto la piega dell'astio, Mun è però davvero convinta che Thomas e Albus potrebbero andare davvero d'accordo. Il giovane Montgomery si è sempre un po' dimostrato una specie di ponte tra il piacere narcisista della sregolatezza e un certo rifiuto nei confronti del rango a cui appartenevano. A quel punto l'assemblea comincia, e uno per uno i primi interventi si susseguono velocemente sotto il costante disappunto di Mun che ascolta sia le lamentele dal pubblico che le parole dei primi Senior sbuffando. « Ma fa sul serio? Cioè... a chi cazzo importa di quei punti? » Grazie Annuisce, Mun ad ogni parola di Shannon prima di scattare a sua volta in piedi in suo soccorso non appena sente qualche insulto di troppo nei suoi confronti.
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    « Ha ragione. » Asserisce infine, seguita da un e te pareva anonimo che giunge dal fondo della sala. « Sì, mi pare eccome. Forse voi non siete al corrente di tutto quanto, ma la scuola vi è leggermente sfuggita di mano. » Non li sta accusando. In fondo, lo stesso Shame le aveva chiesto di non parlare della sua sfida, cosa che in verità aveva fatto non appena le era giunta sul cellulare, trovandosi assieme a Thomas. « I punti torneranno pure ai loro legittimi possessori, ma in tanto, nei corridoi di Hogwarts succede questo. » E dicendo ciò dispiega la foto che ha strappato poco fa dalla bacheca. Qualche fischietto di troppo emerge nella sala, assieme a risate e un leggero brusio. I volti in sua prossimità fanno di tutto per mantenere una faccia di bronzo, ma alcuni non ci riescono più di tanto. « Io non voglio puntare il dito contro nessuno, ma è chiaro che nessuno di noi è in grado di contenere questa situazione. Vi state preoccupando per le cazzo di clessidre mentre c'è gente che subisce una vera e propria persecuzione. Ed è chiaro che una discussione o una lavata di testa non basterà perché questa cosa smetta. A meno che non si è vittime di questa roba, ci si ride e ci si scherza sopra. E sappiamo che è così; è già successo l'anno scorso, e mentre di facciata ci scandalizziamo per le disfatte altrui, dietro gli angoli ci ridiamo sopra. » Accartoccia per l'ennesima volta la foto e passa lo sguardo su tutti e otto i senior. « Se la vostra linea è, aspettiamo e vediamo cosa succede, vi do una notizia: sta già accadendo. Ed ha già fatto il passo più lungo della gamba. Io ci credo al fatto che nell'incidente dei punti l'unico responsabile è lo Shame, ma queste qua dubito fortemente che le sta stampando lo Shame. » Ne ho la certezza. « Questa app va chiusa; una volta per tutte, perché senza offesa, ma è chiaro che non siamo tutti brave persone qui in mezzo. » Siamo una manica di stronzi, oggettivamente. Pronti ad accoltellarci alle spalle l'un l'altro. « E' in grado di entrare nei nostri cellulari, nelle nostre vite. L'altro giorno sapeva esattamente dove ero e con chi. E la Byrne può testimoniare che può fare anche di peggio. E non me ne frega niente del fatto che questa roba sta chiedendo di non parlare di ciò che ci viene chiesto di fare. Questa è estorsione. » Asserisce di scatto rivolgendosi direttamente alla ragazza seduta al tavolo dei Grifondoro. « Insomma, di quale altra prova avete bisogno per portare questo problema alle autorità, visto che questi incidenti sono iniziati da molto prima del danno delle clessidre? » Scuote la testa contrariata, prima di sedersi al proprio posto, stanca ormai delle belle parole. « Se non avete voglia di sporcarvi le mani in prima persona.. » « E LA CARROW NE SA QUALCOSA SULLO SPORCARSI LE MANI! » Si leva ancora una volta dal fondo della sala sotto un boato di risate mentre Mun sospira piuttosto spazientita prima di scuotere la testa sedendosi al proprio posto. Coglioni. « Grazie! Avete appena provato il mio punto. Se non volete sporcarvi le mani in prima persona, Seniors, senza offesa ma, ci penserà qualcun altro per voi. » E' davvero fuori di sé, ma sa che rispondere a quelle provocazioni è alquanto inutile. Hogwarts, sul versante Shame, è sempre come impazzita. Il gossip sembrava risvegliare i peggiori istinti di tutti quanti. Un branco di animali. Animali che, poco dopo essersi seduta, trovarono il modo di recapitare a lei ed ad Albus l'ennesimo messaggio. Un pezzo di pergamena si posò leggiadro di fronte ai loro occhi, raffigurando un disegnino piuttosto osceno in movimento, sotto il quale dominava l'appellativo per eccellenza. Potter'slut. « Fantastico.. » Sussurrò seccata, mentre si massaggiava insistentemente il collo, ormai spazientita da tutta quella situazione. Non piangere, fu il mantra che iniziò a ripetere a oltranza a quel punto tra se e se, convinta che mostrare debolezza sarebbe stata la cosa peggiore che potesse fare.

    Prima parte: Interagito con Jude e Siri;
    Seconda parte: Interagito con Albus, Emile e Lyn;
    Terza parte: Interagito con Albus, Thomas, Shannon e Fawn + fatto intervento.


     
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    Il piccolo battibecco che avviene fra Beatrice e Percy riesce a distoglierlo, ameno per qualche minuto, dal disastro annunciato che è quell'assemblea. Gli occhi cerulei di Nate scorrono rapidamente tra i due Senior, e quand'anche si ritrova ad aprire la bocca per controbattere o rincalzare, preso dalla curiosità e spronato da un pizzico di malizia, preferisce lasciare spazio alla coppia, e dar loro modo di portare avanti quell'accesa discussione in autonomia. È solo quando Percival fa sbattere il proprio plico di fogli contro la superficie di legno del tavolo, e si volta nella sua direzione, con aria furente, che l'espressione indecifrabile di Nate si trasforma, ed il giovane è costretto a soffocare una risata. « Meglio tu che io, lo sai. » Commenta così, inarcando entrambe le sopracciglia, in completa onestà. Se non altro, per quanto alterato, il compagno è riuscito a mantenersi sui toni della diplomazia, strappando dalle labbra di Nate, con il proprio tempismo, quella battutaccia infelice sulle grandi capacità politiche che la Morgnerstern doveva aver acquisito gestendo un branco di montanari in un paesino sperduto nel nulla. Non sarebbe stato un buon inizio.
    Assesta un'amichevole pacca sulla spalla del ragazzo, prima di concentrarsi con lui sugli appunti presi nei giorni precedenti: nessuno, a quel tavolo, potrebbe dire che i due Senior di Serpeverde non abbiano fatto la loro parte, in quella piccola emergenza. Da perfetti studenti modello hanno stilato una lista dei problemi, delle possibili soluzioni, delle questioni da attenzionare durante l'assemblea: e, nel farlo - per una volta - l'ottica non è stata quella di far risaltare la propria casata rispetto alle altre, ma di risolvere un problema comune. Lavorare in squadra, prima di tutto. A discapito delle convinzioni altrui. L'avvicinarsi di Thomas al tavolo li distoglie dal loro diligente ripasso. « Tesi? » osa chiedere il biondo, mentre un sorriso beffardo gli incurva le labbra, in quell'invidiabile aria rilassata - e riposata, soprattutto.
    Nate si stringe nelle spalle, per poi accennare ad un gesto della mano, come a voler sottolineare la poca importanza che ha deciso di conferire alla cosa. « Onestamente? » dice, allontanando un poco i fogli da sé, per poi sollevare lo sguardo e incontrare quello del compagno. « Non me ne frega più niente. Dicano quello che vogliono, io la mia parte l'ho fatta - e l'ho fatta anche bene. Ci siamo svenati in questi due giorni, e non l'abbiamo certo fatto per venire a farci insultare da un branco di pecorelle senza opinione né ritegno. » Ci manca solo questo. « Quindi ci devono solo provare. »
    « In tutta sincerità, a me questa storia continua a parere piuttosto surreale. Sappiamo tutti molto bene che se chi di dovere tirasse i fili giusti, le identità dei responsabili verrebbero fuori e provvedimenti seri sarebbero presi. Avete provato a sollecitare qualche esponente dei piani alti, per questa storia? »
    Il moro si morde il labbro inferiore, mentre scuote rapidamente la testa. Chiaramente, lui e Percy hanno già pensato a questa eventualità. Ma hanno preferito posporre il problema, un po' perché la questione delle clessidre era più immediata, un po' perché speravano di poterlo contenere, in qualche modo. « Diciamo che l'opinione comune è stata di tenere la cosa nella dimensione della scuola e trattarla come tale. Che per il momento mi sta bene: in fin dei conti si tratta per lo più di bambinate... bambinate fatte però da gente che evidentemente ha dei mezzi un attimo più sofisticati. Quindi ecco, penso che per ora rimarremo sull'allerta, tentando le vie a noi più prossime. Ma se questa cosa comincia a puzzare troppo di bruciato, allora non me ne importa nulla se piace o meno: si va ai piani alti. » Coglie lo sguardo del giovane Watson, annuendo a sua volta, a conferma delle sue parole. Entrambi sanno che Thomas ha ragione: per quanto le sembianze di questo gioco siano apparentemente innocenti e stupide, i mezzi adoperati fanno comprendere come dietro a quell'applicazione vi sia qualcosa di più serio e preoccupante, e probabilmente qualcuno di davvero malintenzionato.
    « Stavo pensando che potremmo firmare tutti quanti un'istanza per chiedere al corpo auror se- » comincia a dire, ma non riesce nemmeno a finire la frase che l'arrivo di una Amunet Carrow parecchio compiaciuta lo distrae dal proprio discorso. Saluta Thomas, che nel frattempo decide di iniziare ad accomodarsi, e sposta lo sguardo - l'espressione già vagamente stanca - verso l'ex Caposcuola della sua casata.
    « Ma per fortuna io sono una persona magnanima e generosa, quindi.. se doveste aver bisogno di una mano - basterà chiedere.. con gentilezza. » Nate rotea gli occhi al cielo, già conscio di quello a cui la ragazza si riferisce. Ma la voglia di ascoltarla, specie in questo momento, è ben poca. « Nell'arte del tramare voi due siete davvero bravi. Oserei dire quasi.. dei maestri. Ma io sono una donna. Ho una marcia in più a prescindere. Aspetto la chiamata delle quote rosa per Serpeverde. Prometto di non offendermi - al massimo ve lo farò pesare per qualche giorno. » L'ascolta con fare annoiato, e con una certa passività negli occhi, la stessa con la quale la osserva allontanarsi in direzione del tavolo di Serpeverde, per poi ascoltare l'interrogativo - più che lecito - del suo collega. Ma perché? Inutile chiedersi un perché, quando si tratta della giovane Carrow: tutte le volte che Nate ha cercato una spiegazione alle azioni o alle parole della ragazza, si è per lo più ritrovato con il vuoto tra le mani.
    Si stringe nelle spalle, allora, con una certa noncuranza, mentre abbassa nuovamente lo sguardo verso i propri fogli. « È Amunet. Davvero te lo chiedi? »

    In bocca al lupo... prevedo cavallette agguerrite. E di certo Fitzwilliam aveva ragione. Non ha anticipato il fatto che lui per primo si sarebbe unito al gruppo delle cavallette agguerrite, ma in fin dei conti il suo intervento, né per Nate né per Percy, abituati al suo solito voler creare problemi, appare come una gran sorpresa. Rimane in silenzio ad ascoltare gli interventi di tutti, e le risposte pronte e competenti dei suoi compagni, intento ad annotare, di tanto in tanto, qualche appunto sui propri fogli. E mentre i commenti dei presenti si susseguono, il giovane non manca di commentare le parole di chi si espone a bassa voce, in modo da farsi udire solo da Percy, mantenendo pur sempre un'espressione impassibile. « Mi spieghi chi è che ha smistato la Plenty a Serpeverde? » sta commentando, con una certa ironia, mentre la mora si mette a sedere al proprio posto. Un membro della casata di Salazar che non solo non tiene al punteggio delle casate, ma che lo ritiene addirittura una grande stronzata. Non si è mai visto! Sta ancora riflettendo sulla questione, quando Amunet Carrow prende la parola, come al solito causando più danno di quello che ha intenzione di riparare. Inutile dire che, qualunque fosse la sua proposta di aiuto nei loro confronti, suggerita poco prima, deve essersi improvvisamente dissolta nel nulla, vista la sua ampia concentrazione nel sottolineare l'incompetenza riscontrata nel loro lavoro. « Com'è possibile che, ogni volta, capisce fischi per fiaschi? È sempre così » commenta, frustrato, e scambia una rapida occhiata con Percy, prima di passarsi una mano tra i ricci ordinati, e scompigliarseli leggermente. Non esiste proprio un modo per intenderci Carrow, non è vero? Scuote la testa, stanco, determinato a lasciare qualcun altro dei suoi compagni replicare a quella lamentela: o almeno lo è fino a quando, verso la fine del discorso della ragazza, una voce si erge beffarda dal tavolo di Grifondoro, per interromperla sul vivo con un commento pressoché inadeguato. « E LA CARROW NE SA QUALCOSA SULLO SPORCARSI LE MANI! » Lo sguardo di Nate, insieme a quello degli altri Senior, si solleva, alla ricerca del simpaticone di turno - che individua nel giro di qualche istante nella figura di un Serpeverde del quinto seduto in fondo alla sala, circondato da un gruppo di compagni che ridacchiano e grugniscono con fare goliardico.
    Visibilmente spazientito da quella situazione, Nate si alza all'impiedi, e gli basta un gesto della bacchetta perché una delle penne sul tavolo prenda a scrivere rapidamente su uno dei fogli vuoti, il quale, dopo essersi ripiegato un paio di volte su se stesso, vola sulle teste dei presenti, attraversando l'intera sala, dritto tra le mani di Philip Jackson, il giullare di quell'assemblea. « Forse non ci siamo capiti » comincia, secco, spostando lo sguardo dal ragazzo agli altri presenti nella sala. « Non siamo in cortile. Le offese e le battutacce dovete lasciarle lì. Il fatto che il Preside non sia presente a scuola al momento non significa che non avete di fronte delle autorità. Siamo aperti alle critiche, ai vostri suggerimenti - a qualunque cosa. Ma il rispetto e la buona educazione, qui dentro, vengono prima di tutto. » Gli occhi cerulei si posano per un istante sulla figura di Amunet, ora nascosta tra le fila di Serpeverde, e poi tornano su Philip. « Due settimane a spalare il letame dei Thestral e presto saprai dirci anche tu qualcosa circa lo sporcarsi le mani, Jackson. » Chiude così la questione, ed il tono glaciale lascia intendere la sua poca voglia di portare avanti la questione, nonostante le lamentele dal fondo del tavolo dei verde-argento. Mi spiace, ma la disciplina prima di tutto. Sospira, per poi passare in rassegna tutti i presenti, senza guardare nessuno di loro in particolare. « Ragazzi, la situazione è complicata. Così come ve ne siete resi conto voi, noi lo sappiamo già, e non è necessario sottolinearlo. Stiamo facendo il possibile. È chiaro che quest'applicazione è qualcosa di più grave e più pericoloso di quello che pensavamo all'inizio, e si tratta di una cosa che non può essere lasciata correre. Vi chiediamo, però, di avere un minimo di fiducia nei nostri confronti. » Sospira, e compie una breve pausa, mentre pare ascoltare il brusio ai margini della sala. « Abbiamo già intenzione di riportare la cosa a chi di dovere, non preoccupatevi. Nel frattempo, però, vi chiediamo un minimo di giudizio. Se qualcuno di voi dovesse sapere o vedere qualcosa al riguardo, o avere anche il minimo sospetto su chi possa celarsi dietro queste minacce, vi preghiamo di farcelo sapere. E vi farei una preghiera personale. Spegnete quei cellulari. » Scuote la testa, mentre con una mano indica gli arnesi che un paio di ragazzi in prima fila stanno utilizzando per scattarsi una foto, senza minimamente ascoltare quello che i Senior hanno da dire. Molto utile, quest'assemblea. « Mi rendo conto che lo Shame ha altri mezzi per ricattarvi. Ma questo è quello principale, il più immediato, e probabilmente è anche più semplice cadere in tentazione così. Se continuate a stare collegati su quella pagina, a leggere tutto quello che scrive, a commentare i nuovi gossip, date semplicemente più potere a qualcosa che dovrebbe invece essere stroncato sul nascere. » Ed in questo modo non ne usciamo più.


    [spoiler_tag][/spoiler_tag]
    Interagito con Percy, Tom + discorso





    Edited by on the edge‚ - 28/3/2019, 00:14
     
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    « Fawn. Sempre un piacere rivederti. Marion.. la sorella.. ricordi? Facile dimenticarsi visto che non si fa mai sentire - complimenti comunque! » Per la verità, la ragazza non ebbe le forze di far molto altro, se non sorridere ed annuire in direzione della sorella di Erik, e buttare lì un « Ma certo che mi ricordo, ti pare? » Anche se - questo bisognava riconoscerlo - fece almeno lo sforzo di sollevare la testa dalla spalla del biondo e sedersi in quella che si poteva dire una maniera composta. Si sentiva comunque troppo stanca per farsi partecipe di una conversazione, a meno che questo non fosse strettamente necessario, e troppo irritata per fare buon viso a cattivo gioco. L'incontro con Albus, difatti, non aveva portato particolari frutti. Avevano ancora una volta appurato di detestare entrambi lo Shame, ovvio, ma questo non voleva dire che avessero trovato una qualche soluzione al problema, e di certo non era loro intenzione peggiorare una situazione già di per sé pessima. Inoltre la rosso-oro ricordava piuttosto bene che, per quanto ad effetto, la loro trovata dell'anno precedente si fosse rivelata fallimentare e questo senza contare che, in scala, a 'sto giro mi sembri anche più grave. Per cui, chiusa nel suo mutismo contemplativo, interrotto giusto da qualche sorso di caffé qua e là, ascoltò gli interventi delle persone che, una ad una, avevano preso la parola. Ma, ancor più di questi interventi, nelle orecchie aveva il brusio di fondo, un chiaro segnale del fatto che quell'assemblea stesse lentamente degenerando. Chi si preoccupava di dare la colpa ai rappresentanti, chi ad altri studenti, chi era venuto lì con l'idea di fare una scampagnata... insomma, ce n'era per tutti i gusti. In pochi, però - almeno così le sembrava - parevano aver compreso l'effettiva gravità della situazione. Non fare cose azzardate, Fawn, che se parti per la tangente poi non c'è via di ritorno. Sospirò al pensiero, stringendo maggiormente le braccia al petto. Tuttavia, a quanto sembrava, le sue buone intenzioni non erano destinate a compiersi. A segnare il suo allontanamento dalla via del distacco, quella che aveva scelto quel giorno, fu l'intervento di una serpeverde. « Dico che c'è una fottuta applicazione che pretende di giocare con noi come se fossimo tanti burattini, dispensando ricompense o punizioni a suo piacimento... e che come una massa di idioti siete qui a lamentarvi per una stronzata come quella delle clessidre invece che pensare ad un modo per trovare chi è che si diverte a spiarci e spedirlo lontano da qui a calci in culo. Dico che sembrate una massa di coglioni. » Ed eccone una che ha capito il problema. Suo malgrado, nonostante parte di lei sapesse benissimo che fosse il caso di tornare a farsi gli affari propri, diventò esponenzialmente più attenta. E quindi sensibile. Specialmente ai commenti, ormai urlati, di coloro i quali, a quanto sembrava, non si trovavano d'accordo con quanto appena espresso. « Beh, brutalità a parte, non è che abbia proprio tutti i torti, comunque. » Disse ad Erik, lanciandogli un'occhiata per tornare subito a seguire quanto stava accadendo. E di nuovo, avrebbe tanto voluto... no, ma chi stava prendendo in giro? Lei non sapeva essere zen. Non era mai stata zen. Stava covando un'incazzatura dal giorno precedente, o forse addirittura da ancor prima, da quando qualche geniaccio aveva pensato di ficcare il naso nella sua bolla personale. Ed era più o meno da quando aveva messo piede lì dentro, nonostante fosse esausta, e non soltanto dal punto di vista fisico, che si stava mordendo la lingua per non alzarsi in piedi, voltarsi verso un cretino a caso, e dirgli esattamente dove potesse ficcarsi i suoi commenti del cazzo. Tanto, di persone che si sarebbero prestate in maniera eccellente per un tale ruolo, ora che si guardava attorno, ce n'erano fin troppe. « Questa app va chiusa; una volta per tutte, perché senza offesa, ma è chiaro che non siamo tutti brave persone qui in mezzo. E' in grado di entrare nei nostri cellulari, nelle nostre vite. L'altro giorno sapeva esattamente dove ero e con chi. E la Byrne può testimoniare che può fare anche di peggio. E non me ne frega niente del fatto che questa roba sta chiedendo di non parlare di ciò che ci viene chiesto di fare. Questa è estorsione. » Ed ecco che tutti i buoni propositi di fare la persona discreta vanno a farsi benedire. Infatti, non appena Mun fece il suo nome, la Byrne colse la palla al balzo. Balzò in piedi rapida come un fulmine, chiaramente sul piede di guerra, complice anche il fatto che fosse tesa come una corda di violino da giorni, ormai.
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    « Ha ragione. » Esordì, sovrastando il chiacchiericcio. « Ed è proprio per questo che non bisogna stare zitti. I punti, per quanto mi riguarda, sono l'ultimo dei nostri problemi, in questo momento. Senza offesa. » Lanciò un'occhiata al tavolo dei Senior, poi spostò lo sguardo sul resto dei presenti. « Lo sapete perché? Chiunque ci sia dietro, fa quello che vuole. Forse non è importante nemmeno che la sfida che ha portato a questo malinteso sia stata rifiutata, forse ci saremmo trovati nella stessa situazione a prescindere dalla decisione dei nostri Seniors.» Di fronte al boato che si levò a quella dichiarazione, la Byrne si fece ancora più agguerrita, se possibile. Incrociò le braccia al petto e, parlando ancora una volta al di sopra della gente, continuò imperterrita. « Lo dico perché io una sfida l'ho rifiutata, eppure, invece di mettermi di fronte alle conseguenze che io ho scelto, chi c'è dietro l'ha accettata per me. Ed ha in qualche modo parlato per me, usando il mio cellulare. Che potrebbe sembrare una marachella, ma che in realtà significa che questo è un gioco le cui regole sono note soltanto a chi l'ha ideato. Siamo tutti delle pedine. Che ad altri, finora, sia andata bene, è solo un caso fortuito. Inutile sentirsi speciali, perché tanto la ruota gira. » E qui, fatto un cenno ad Amunet, si risedette al proprio posto, se possibile ancor più nervosa di prima. Cominciò, infatti, a battere il piede a terra, cercando di ignorare quanto le stava giungendo alle orecchie dalle file in fondo. « Dio, dammi la pazienza, perché se mi dai la forza è finita per tutti. » Disse a mezza voce, scuotendo la testa. « E LA CARROW NE SA QUALCOSA SULLO SPORCARSI LE MANI! » Lì si voltò, alla palese ricerca del simpaticone di turno. « Tanto per sapere, oltre alla coltura di batteri lì dentro hai anche della materia grigia, o...? » La risposta al suo dubbio amletico, tuttavia, non ebbe modo di riceverla perché a prendere provvedimenti fu Douglas in persona.
    « Forse non ci siamo capiti. Non siamo in cortile. Le offese e le battutacce dovete lasciarle lì. Il fatto che il Preside non sia presente a scuola al momento non significa che non avete di fronte delle autorità. Siamo aperti alle critiche, ai vostri suggerimenti - a qualunque cosa. Ma il rispetto e la buona educazione, qui dentro, vengono prima di tutto.» Fawn, che nel frattempo si era nuovamente voltata verso la postazione dei Seniors, si trattenne dall'alzare gli occhi al cielo. Il rispetto e la buona educazione? Con una campagna di Slut Shaming in corso per colpa dello Shame e metà dei presenti che pensa di stare allo zoo? Che dire, l'ottimismo è il profumo della vita. «[...] Abbiamo già intenzione di riportare la cosa a chi di dovere, non preoccupatevi. Nel frattempo, però, vi chiediamo un minimo di giudizio. Se qualcuno di voi dovesse sapere o vedere qualcosa al riguardo, o avere anche il minimo sospetto su chi possa celarsi dietro queste minacce, vi preghiamo di farcelo sapere. E vi farei una preghiera personale. Spegnete quei cellulari. Mi rendo conto che lo Shame ha altri mezzi per ricattarvi. Ma questo è quello principale, il più immediato, e probabilmente è anche più semplice cadere in tentazione così. Se continuate a stare collegati su quella pagina, a leggere tutto quello che scrive, a commentare i nuovi gossip, date semplicemente più potere a qualcosa che dovrebbe invece essere stroncato sul nascere.» Suo malgrado, prese di nuovo la parola. « Quindi boicottiamo i cellulari fino a nuovo ordine? » Non è realistico. « E nel frattempo? Aspettiamo? » Ci trasferiamo in una caverna ai confini del mondo?


    interagito con: Marion, Erik
    risposto a Mun + intervento e fatta domanda
    citata un po' di gggente


    Edited by lust for life - 30/3/2019, 17:21
     
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  9. The smuggler.
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    Dylan-O-Brien-image-dylan-obrien-36688179-245-250
    Scuoteva il capo e se la ridacchiava dagli ultimi posti delle fila dei grifondoro, Florian Gregorovitch, di tanto in tanto spiaccicandosi un palmo in faccia per quanto trovasse ridicola tutta la faccenda. Se la stava godendo, davvero, con le braccia incrociate al petto in una posizione d'ascolto piuttosto sarcastica ed assolutamente ironica. « Madonna, Chan, è in momenti come questi che invidio la tua cinesità, non puoi capire quante cazzate si stiano dicendo » Tirò una gomitata all'amico che, con lo stesso sguardo attento di un segugio un po' troppo lievitato ed anzianotto, cercava di captare più informazioni possibili sulla questione Shame « sssshh, io cercale di capile, io intelessa » Ma che voi cercà de capì, Chan? Perchè di fatto non c'era nulla da capire. « Te l'ho spiegato prima, cioè, vedi quel gruppo di coglioni laggiù? - indicò con fare vago il tavolo degli insegnanti, dov'erano seduti i Seniors - praticamente si stanno facendo rodere il culo perchè un altro paio di coglioni come loro hanno ben pensato di fare casino, e ci sono riusciti a quanto pare » Schioccando la lingua contro il palato si strinse poi fra le spalle, grattandosi la punta del naso per accostarsi ancora di più a Chan, cercando di sovrastare il chiassoso brusio di sottofondo « E' che pretendono d'avè la botte piena e la moglie ubriaca, s'atteggiano da fighi e poi appena qualcuno inizia a tirà fori gli scheletri dall'armadio succede tutto 'sto bordello. Fanno le cagate e poi nun lo vogliono fa' sapè in giro, e mò se stanno ad attaccà ai punti delle casate ma, senti a me, nun gliene frega assolutamente un cazzo dei liceali e tantomeno della coppa delle case » Stiamo facendo del nostro meglio per risolvere, gnegne, ma dove? Florian pensava che tutta quell'assemblea fosse stata organizzata principalmente per tutelare l'immagine dei soliti noti, ossia quelli che con più frequenza apparivano sulla pagina Instagram dello Shame. Anche perchè, parliamoci chiaro, questo fantomatico hater ha preso di mira solo alcune persone e non riserva a tutti lo stesso trattamento; ed era anche un po' per questo che Florian stava dalla sua parte, gli piaceva l'idea che finalmente ci fosse una bocca della verità disposta a mettere nero su bianco i particolari più scomodi, quelli che dalle stelle ti riportavano su un piano quasi umano. Il collegiale ascoltò i vari interventi, dalla domanda retorica ed alquanto inutile di Fitz - perchè, sarai pure caruccio, ma la mossa di scomodare addirittura i piani alti per difendere la vostra immagine è come correre dal preside non appena ti insultano la mamma -, passando per la risposta scontata di Anna dai capelli rossi, fino ad arrivare alla proposta assurda e completamente fuori luogo di Nate Douglas. Addirittura privarsi della tecnologia per impedire ad un Robin Hood dei giorni nostri di non fare danni. Non appena la Carrow prese parola, Florian roteò gli occhi e sillabò un DRAMAAAA al compagno di stanza, facendo finta di accoltellarsi ripetutamente mentre qualche ragazzino al suo tavolo iniziava a ridersela. « E LA CARROW NE SA QUALCOSA SULLO SPORCARSI LE MANI! » Chi è il genio? Con divertimento si asciugò quasi le lacrime per lo spasso, allungandosi verso Jackson seduto alle proprie spalle giusto per battergli il cinque e tornare al proprio posto. « Devono ringraziare il Signore che sto al college, altrimenti io al posto vostro avrei fatto una rivoluzione, ma lo sentite che si stanno dicendo? Stanno cercando di zittire una app quando la app non è assolutamente il problema » In qualche modo cercò di richiamare l'attenzione di tutti i grifondoro che aveva attorno e che potessero sentirlo e, tra sguardi di puro sdegno, c'era però anche qualcuno che annuiva con convinzione. « Ora che la scuola potrebbe essere vostra, vi fate ancora infinocchiare da questi quattro deficienti, non mi sorprenderei se saltasse fuori che non siano nemmeno stati votati. Perchè i caposcuola non parlano, do stanno i prefetti? Ve fate trattà da mezze seghe in casa vostra. Questa si chiama oligarchia, democrazia un par di palle » Benchè fosse lì da poco, il collegiale aveva potuto constatare quanto fossero sempre i soliti noti a cavalcare la cresta dell'onda, e per dire questo bastava anche solo dare un'occhiata alla sala trofei che si trovava proprio lì, al piano inferiore. Un piccolo scoppio di consensi partì dalla porzione di tavolo che Florian occupava, non era poi così complicato sollevare le masse. A Durmstrang questi non sarebbero durati mezz'ora, ed Olivander era stato uno dei pochi a poterlo constatare sulla propria pelle. Un po' a Gregorovitch mancavano quei tempi andati in cui regnava l'assoluta anarchia, a meno che non spuntasse fuori il tiranno di turno che sapeva mettere tutti in riga. Ma aveva imparato che le tirannie duravano sempre poco, c'era sempre qualcuno capace a farle crollare. « Abbiamo già intenzione di riportare la cosa a chi di dovere, non preoccupatevi. Nel frattempo, però, vi chiediamo un minimo di giudizio. Se qualcuno di voi dovesse sapere o vedere qualcosa al riguardo, o avere anche il minimo sospetto su chi possa celarsi dietro queste minacce, vi preghiamo di farcelo sapere. E vi farei una preghiera personale. Spegnete quei cellulari. » Nate Douglas, poi, era il più ridicolo in assoluto: non solo cercava di fare palesemente lo splendido e tenere la situazione sotto controllo, si prendeva addirittura libertà che non gli erano concesse - come ad esempio dire agli altri cosa dover fare, fare le veci del preside ed imporre punizioni con freddezza che non gli era concessa. Sarai pure il senior, ma fly down, non stamo a Bruxelles a discutere della Brexit; le battutine cattive potevano anche starci ed, anzi, se le meritavano addirittura. Dopotutto ti stai confrontando con dei ragazzini, che pretendi? A Gregorovitch, venne istintivo iniziare a battere le mani ed alzarsi in piedi in un applauso sarcastico e colmo di divertimento, anche lui voleva davvero dire la sua visto che ormai avevano preso parola cani e porci « No, davvero, complimenti, spegnere i cellulari sarebbe la tua linea difensiva, lord?» Allargò appena le braccia per poi mettersi in piedi sulla panca, affinchè fosse visto da chiunque, essendo lontano dal punto nevralgico dell'assemblea. « Mi sorprende il fatto che tu stia anche facendo magisprudenza e, beh, nel caso tu dovessi difendere qualcuno da avvocato m'immagino già in quale direzione potrebbe andare un eventuale processo - vostro onore visto che la vittima è stata uccisa a pugnalate, invece di incastrare il killer, ritiriamo tutti i coltelli dal mercato internazionale» Sospirò impercettibilmente, scrollando la gamba da cui Chan cercava di riportarlo giù, seduto « A parte il fatto che questo teatrino è davvero imbarazzante, vorrei portare all'attenzione dei miei colleghi il fatto che tutta la gente che ha preso parola fin ora, è gente che è stata toccata in prima persona da parte dello Shame, persone che hanno fatto cagate a destra e manca e pretendono di nascondersi dietro ad un dito, continuando a vantarsi della propria bella ed intoccabile vita sui profili instagram da ottocentokappa» e guardò in direzione della Carrow, quella che ha creato un profilo alla figlia ancor prima di sapere d'essere incinta. « Con questa assemblea, oggi, non state cercando di promuovere valori come - l'amicizia, l'amore, la solidarietà, i fiorellini, peace and love, ma state semplicemente depistando tutte le menti di persone giustamente indignate per i punti al fine di seppellire le vostre porcate e di pararvi il culo. Secondo me era ora che qualcuno si facesse sentire e ci rivelasse i veri altarini nascosti dietro ad ognuno di voi...e a dimostrazione di ciò c'è il fatto che non tutti siano stati presi di mira allo stesso modo» Lui, come tanti altri, ne era la dimostrazione « Insomma, tralasciando il profilo social dello Shame, è vero o no che la dannata app di sanvalentino lanci sfide a parecchia gente, dispensando premi ed elargendo punizioni? V'è piaciuta finchè non v'ha tirato in ballo, giusto? Perchè dopotutto funzionano così le cose: il tipo figo e bullo è sexy finchè non tocca tua madre.» Se si trovavano in quella situazione era per colpa di qualcuno che non aveva fatto bene i conti con l'eventualità di finire condannato pubblicamente, e c'avrebbe scommesso la testa, Florian, se quel qualcuno fosse un disgraziato Tassorosso che aveva accettato di giocare con lo Shame ed aveva miseramente perso: così si spiegherebbe tutta la faccenda dei punti ed il perchè i Tassi siano stati messi alla ghigliottina. Ma si trattava semplicemente di supposizioni. « Lasciatevi dire che la state gestendo di merda e state ingigantendo la cosa più del dovuto: io non v'ho votato quest'anno ed altrettanto farò l'anno prossimo, ma che poi chi è che v'ha votati, si può sapere? Magari lo Shame ci illumina al riguardo e scopriamo che state lì senza nemmeno essere stati eletti. Ma che poi perchè cazzo mettete bocca su affari che riguardano solo i liceali? Boh. Prefetti e caposcuola non esistono più? I Seniors c'hanno il monopolio?»



    Florian ed il flame <3
    Cercato di incattivire gli studenti grifondoro, interagito con Nate e tutti i presenti in generale, cià
     
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    « ..sono stati i Tassorosso. Si-cu-ro. » La famigliarità di Jack con il campus era pari a zero. Non aveva mai frequentato Hogwarts, non conosceva molte delle persone che da tempi circolavano su quei corridoi, ma conosceva già le sue vittime. Le aveva studiate, attraverso i giornali, le voci di corridoio, le notizie che ancora circolavano su di loro dallo Shame dell'anno scorso. Per molti le vere star erano i rich kids, l'aristocrazia, di cui, seppur in maniera desolante, apparteneva anche la giovane Jacqueline. Ma per la Lestrange, le vere vittime, i veri odiosissimi della situazione, erano altri. I rich kids nell'anima; i Potter, gli Weasley, i vari Paciock e Scamander, gli Olivander, tutti i figli dell'ex Ordine della Fenice, e i loro affiliati, che nel corso del tempo si erano resi protagonisti della fama riflessa dei genitori. Genitori che, in un modo o nell'altro avevano contribuito alla disfatta della sua famiglia. Jacqueline raccontava ai meeting al CIM di aver abbandonato la strada della vendetta, raccontava loro di essersi lasciata alle spalle tutti i risentimenti, l'astio, la voglia di danzare graziosamente sopra le loro tombe. Se le bevono proprio tutte, mia cara zia Francine, ma proprio tutte. Basta un atteggiamento remissivo, qualche sorriso di circostanza, due citazioni dalla Bibbia, e diventi un redento. « Ma nooooo, io questo non credo. Anche perché, li hai visti i Tassorosso? Dai! » Non c'è bisogno di essere dei profondi conoscitori di Hogwarts per comprendere che non sono i Tassorosso la razza dominante nel castello. « Io credo a quello che dice lo Shame.. » Ma guarda caso. « Anzi.. scommetto che è stato tutto un complotto di Olivander per fregare le altre casate, ma qualcosa è andato storto. » Il Grifondoro annuisce alle sue parole. Ha passato tutta la mattinata a mettere voci strane in giro. Voci piuttosto plausibili, che sembravano riscuotere un certo successo tra le persone con cui attaccava bottone, intromettendosi nei discorsi come se niente fosse. « Ma è chiaro che sia colpa loro! D'altronde hanno promesso di tenere fede alle loro casate ad ogni costo. E invece non fanno altro che spalleggiarsi. Me l'hanno detto anche le rune, sapete? » « Pff, una studentessa di divinazione. Dai su.. ma che ne vuoi sapere tu. » « Ehi ehi! E' vero che l'arte divinatoria è inesatta. Ma, le rune non mentono mai. Puoi dubitare di tanti metodi, ma non delle rune! Hanno un'attendibilità del 90% » Stime inventate di sana pianta, ma che sembravano già convincere un po' di più la sua platea. E via così finché non trova un posto al tavolo dei Corvonero, voltandosi verso una biondina alla non molto lontana. Non molto lontano un'altro tipo che a sua volta sembra assorto in qualunque cosa sta facendo. « Ehi.. ma.. in tutto ciò.. tra tutti quei pagliacci, quali sono i nostri Senior? » Completamente sconnessa dal mondo, ma non per questo pronta ad avere quanto meno la decenza di starsi zitta e ammettere che forse sta facendo il passo più lungo della gamba. Ascolta piuttosto interessata i primi interventi che si susseguono finché non giunge alla sua attenzione la punizione esemplare impartita a al povero Philip Jackson da parte del cosiddetto - per convezioni sociali - cugino Nathan. Alza gli occhi al cielo e attende la fine del suo discorso osservando piuttosto dispiaciuta il giovane Grifondoro, messo così alle strette. Il povero Jackson, costretto a spallare letame nelle stalle solo perché ha osato fare da voce fuori coro apertamente in un'assemblea. Perché in fondo la sua reazione potrà anche essere stata eccessiva, ma nasconde un fondo di verità che la Lestrange riesce a vedere sin troppo bene. In tutta risposta alza la manina con prontezza, scattando in piedi.
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    « Verissimo. Concordo pienamente con.. com'è che ti chiami? » Florian, suggerisce qualcuno dalla platea. « Florian. Florian ha ragione da vendere! » Non che Jack capisse davvero le dinamiche interne di Hogwarts. Aveva studiato per quanto possibile le proprie vittime. In prima persona mentre era costretta a camminare sotto gli occhi vigili delle guardie a Inverness, prima ancora attraverso i giornali, e da quando era uscita dal CIM tramite le voci. La gente era decisamente sin troppo interessata a quei soggetti, e Jack non ne vedeva davvero la ragione ultima. « E' ingiusto prendersela col ragazzo poi; sarà pure stato un po' rude, ma non ha tutti i torti. E' innegabile che molti di noi sono indignati da ciò che sta succedendo qui. E poi, avete davvero l'autorità di impartire punizioni? Ma chi siete, la CIA? » Scusa cugino, ma anche tu mi stai alquanto sul cazzo. Tu e i tuoi privilegi, tu e la tua aura perfetta. « Mi sembra piuttosto comodo tacciare di ignominia un compagno per spalleggiare una tua amica. » Guarda alcuni dei presenti con fare piuttosto scettico stringendosi nelle spalle. « Spezziamo una lancia a favore di questo problema: quanti di voi sono effettivamente stati spottati? No? Nessuno? Come volevasi dimostrare. » Prende il telefono tra le mani e scorre i post con indifferenza. « Mmmm vediamo.. Thomas Montgomery, sorpresa sorpresa Theodora Watson, oh ancora più sorpresa Amunet Carrow, Nate Douglas, Sirius Potter, l'altro Watson, Olivander, Olympia Potter - quanti Potter ho già nominato? - ah ecco, ci mancava l'ultimo della lista. Abbiamo un Albus Potter, un'altra volta la Carrow, storie ancora su Nate Douglas, poi abbiamo Scamander, cose sull'altro Carrow.. bla bla bla. » Qual è il suo punto? Si tratta sempre degli stessi nomi. Nomi noti nel mondo magico. Nomi visti e rivisti sui giornali. Nomi che ha sentito persino un sordo-cieco balbuziente. « Non vi puzza un po' tutta questa faccenda? Sempre i soliti sospetti. » Si stringe nelle spalle con naturalezza. « Florian ha ragione e forse, anche lo Shame ha ragione. Voi vi spalleggiate a vicenda. Di continuo. E fate schifo pure in questo, al momento. Insomma, finché non è stato sollevato questo problema delle clessidre, non vi siete nemmeno scomodati di prendere posizione sulla questione - e chi sta parlando a raffica contro lo Shame, mi pare altrettanto ovvio, non lo stia certo facendo per giustizia sociale, ma perché evidentemente ha la faccia sporca. La cosa più triste è che vi arrampicate così tanto sugli specchi al momento che riuscite persino a liquidarvi a vicenda. Non avete dato una sola soluzione concreta ai problemi. Vi state solo lamentando o ve la suonate e cantate da soli. CHE SORPRESA! » Attende qualche istante, per sentire un leggero brusio di sottofondo ma nessuna risposta concreta. « Ora volete demonizzare una cosa del tutto innocua, solo perché voi vi siete ritrovati in una situazione scomoda. Davvero non lo vedete, gente? È la casta che implode. » Guarda ciascuno dei diretti interessati precedentemente nominati, mentre si sente qualche voce di assenso da diversi angoli della sala. Oh le masse; così facili da conquistare. « Siete fatti della stessa pasta. Io sono pronta a giocarmi la pelle sul fatto che anche questa cosa delle clessidre non è una mossa per mettere le casate l'una contro l'altra. E' un messaggio a voi.. per scrollarvi dal vostro piedistallo.. forse con l'occasione vi farete un bagnetto di umiltà e smetterete di trattare tutti noi stronzi come se ogni parola fuori dalle vostre grazie è necessariamente sbagliata »Si rivolge direttamente al tipo messo in punizione indicandolo con un sorriso sulle labbra. « Ehi tu.. quello delle stalle, tu hai ricevuto qualcosa? No? E tu? Tu quello che sembra strafottersene. Niente? » Indica qualche altra persona nella sala interrogandoli sulla totale assenza di sfide o spot sulla loro persona. « Chissà com'è, le uniche persone a essere bersagliate siete vuoi piccola casta, e chiunque tenti inutilmente di orbitare attorno alle vostre teste sacre. Peccato che questa volta ci siamo andati tutti di mezzo. Forse a questo punto il problema non è lo Shame. Forse il problema siete voi. Forse - e dico solo forse.. è tempo di un cambio di guardia. » Jacqueline Lestrange la rivoluzionaria, contro la casta dell'ordine precostituito. « Siamo davvero io e Florian gli unici a pensarla in questa maniera? Non pensate anche voi, alcuni dei bersagliati, di esservi trovati in mezzo a questo casino, solo perché forse avete scelto le compagnie sbagliate con cui passare del tempo? » A quel punto sospira, scuote la testa e si siede nuovamente, mentre diverse voci più o meno autorevoli, sembrano già aver colto la palla al balzo inveendo contro i diretti interessati.
    « Infatti parliamone! Chi è che ha lasciato la scuola come se niente fosse l'altro anno mentre noi stronzi ci stavamo rompendo le palle al campo estivo? I soliti raccomandati di casa Potter-Weasley e l'amichetta del cuore. »
    « Vogliamo parlare del ballo? Guarda caso il castello si blinda proprio quando questi qua ritornano. »
    « Vai a vedere che Eddy King in realtà non c'entrava niente. »
    « MIA SORELLA HA ANCORA GLI INCUBI PER COLPA DI VOI BESTIE CHE CIRCOLAVATE LIBERI PER IL CASTELLO! PER GIUNTA L'AVETE LASCIATA SENZA CIBO PIU' E PIU' VOLTE!! »
    « ALCUNI DI QUESTI STRONZI RUBAVANO IL PANE DI BOCCA AI BAMBINI INFATTI! »
    « Coincidenza.. erano gli stessi a stare su tutti i cazzo di manifesti a Londra! »
    « HANNO RAGIONE LORO! PENSANO SOLO AI CAZZI LORO MENTRE NOI STIAMO COI CESSI ROTTI E SENZA CARTA IGIENICA! »
    « Eh no eh! E' che loro si ribellavano. Da cosa ancora non l'hanno capito manco loro. Il governo ci stava proteggendo dai terroristi e poi si scoprE che i terroristi sono loro. Sempre coi prosciutti sugli occhi state, gente! Svegliaaaaa!!! »
    « Scommetto che erano tutti in combutta! Quando mai si sono visti Douglas, Watson e Olivander su fronti opposti? Guardali pure ora! »
    « E in tanto ci trattano come se non capissimo un cazzo. »
    « Manco a dire che sono onesti. Si mettono in bocca paroloni poi si scornano a vicenda e chi ne paga il prezzo siamo sempre noi. »
    « Quante corna e quante inculate sono volate! »
    « Mai poi che cazzo me ne frega a me del culo di quella in giro. Mi è già venuto il mal di vivere con la faccia da culo del ragazzo in giro per Londra per mesi. »
    « LO SHAME HA RAGIONE! Li sputtanasse pure, basta che ci ridanno i punti! E io Douglas col cazzo che spallo il letame. Che hai la coda di paglia eh?? C'ha proprio ragione lo Shame. »
    Zia Francine, a mia discolpa io molte di queste cose nemmeno le sapevo. Io non ho mai tirato fuori gli scheletri dall'armadio di nessuno.. potrei averlo intelligentemente puntato, ma questa gente.. ah! E' uno spettacolo di segreti. Sono cattivi! E io li ho scovati! Mamma e papà sarebbero davvero orgogliosi di me.
     
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    « Credo che questo mi basta come mancia. » Theo aveva fatto giusto in tempo a stiracchiare un sorriso fra le labbra quando l'indice di Fitz le scattò una foto a tradimento come parcella per quei caffè che si era offerto di consegnare sia a lei che a Greg. La ragazza faticò decisamente per risparmiarsi un sorriso torvo sparato nella sua direzione ed, anzi, addirittura si atteggiò alla pari di una stupida cheerleader vogliosa di attenzioni - ossia quello che tutti si aspetterebbero dalla sottoscritta. « Spero userai quella foto per qualcosa di costruttivo, e non per diventare cieco » Cinguettò piuttosto allusiva, inarcando le sopracciglia con fare ingenuo e serrando un pugno della mano per alzarlo su e giù, con l'intento di essere il più esplicita possibile. La ragazza aveva sempre avuto un'immagine degli amici di Percy piuttosto inquadrata, credeva fossero poco inclini all'esternazione di atteggiamenti così sciatti dai quali spesso si dissociavano: composti, eleganti, sopraffini; Greg ormai aveva imparato a convivere con la poca finezza di Theo che, senza alcun problema di sorta, sapeva sempre andare dritta al sodo con la più totale assenza di classe. Non che fosse volgare, sia ben chiaro, ma l'idea di mettere a disagio le persone con i propri comportamenti non convenzionali, benchè appartenesse ad una certa cerchia sociale, la divertiva estremamente. Congedati Fitz e Greg, arrivata a pizzicare un Dean Moses piuttosto permissivo - cosa che non credeva assolutamente potesse accadere visto che tra loro non esisteva alcuna forma di simpatia per colpa di vecchi dissapori -, con un cornetto alla crema ficcato fra le labbra, la mora si ritrovò a dover combattere con dei cavi tranciati ed una voglia pari allo zero assoluto di sistemarli. Cioè, in realtà la voglia c'era, ma di sicuro niente di tutto ciò che stava facendo era frutto della sua smisurata carità, o del suo buonismo che si batteva per impedire che ci fossero altri intoppi nel corso della giornata: Theodora voleva solo estraniarsi da tutto il chiacchiericcio che la circondava e quella che le era capitata fra le mani era semplicemente una buona scusa per farlo senza sembrare o sentirsi asociale e poco interessata alla questione punteggi - dopotutto Olivander ci teneva, e lei non poteva essere da meno. « Stavi preparando il palco per il mio spettacolo? Davvero gentile » E' vero, l'intento di Theo non era unicamente quello di allontanarsi momentaneamente dalla confusione, ma in parte sperava che qualche bel ragazzo che non aveva ancora avuto occasione di conoscere si avvicinasse per aiutarla. Quante conoscenze fighe si fanno alle assemblee studentesche, peccato però non avesse messo in conto l'eventualità che potesse raggiungerla un tipo spocchioso alla pari di Landon Eyere che, senza alcuna forma di compassione stampata in volto, se ne stava a fissarla dall'alto con un irritante sorrisetto spiaccicato fra le labbra piene. « Ma dai, hanno davvero deciso di farti fuori? Ghigliottina o impiccagione? » Borbottò, risoluta, accennando ad un falso sorriso che nascondeva una certa nota di compiacimento. Questa volta l'ho messi io i puntini sulle i. « Mi sembra un ottimo inizio per cominciare un dibattito la cui base risiede negli atti meschini di un anonimo gossipparo da due soldi, mh? » A quel punto la giovane Watson si alzò, trattenendo fra le mani due parti lacerate di uno stesso cavo, inclinando appena il capo giusto a dirgli ma fammi il piacere. « Non riesco a capire se tu mi stia accusando di qualcosa oppure avessi bisogno di una frase intelligente da dire solamente per giustificare la tua presenza nei miei paraggi » Si avvicinò a lui, spingendogli i cavi in petto per liberarsi dell'impiccio, ripulendosi successivamente i palmi contro il gonnellino. « Se non mi aiuti, per quanto mi riguarda il meschino gossipparo potresti essere anche tu. Magari stai sabotando l'assemblea, ed effettivamente la faccia da sabotatore non ti manca affatto.» Affondando i denti nel labbro inferiore, Theo non accennò a volergli togliere gli occhi di dosso, sporgendosi verso un suo orecchio giusto per soffiare una risata divertita e roca « ...e stranamente non puzzi nemmeno di distilleria, ed è davvero un peccato perchè se ti avessi beccato con la giusta dose di alcol in circolo, magari avrei potuto renderti questo paio di ore decisamente più interessanti. » Lo provocó semplicemente per il gusto di farlo, benchè in realtà Theo non avesse doppi fini in mente. Aveva avuto modo di apprendere che lei e Landon viaggiassero su due rette fin troppo parallele, e sapeva perfettamente che a rapportarsi con persone che anche solo le assomigliavano vagamente, significava rischiarci qualcosa. Lei si riteneva già abbastanza incasinata cosí, quindi vedeva bene di frappore una certa distanza mentale tra lei ed i soggetti che rischiavano di trascinarla ancora piú giú, verso il fondo. Quando pronunciò le ultime due parole, un po’ il sorriso le si spense, intercettando una mano agitarsi nella sua stessa direzione. Hugo Weasley la stava salutando da lontano, e l’ex serpeverde non potè fare a meno di ricambiare dopo una lieve titubanza: quel ragazzo sapeva renderla terribilmente nervosa. Un po’ le faceva venire la pelle d'oca, forse per il semplice fatto per il quale lui, un perfetto sconosciuto, avesse avuto il potere di vedere piú cose in lei nel giro di dieci minuti di quante lei stessa avesse visto nel giro di interi anni. Un brivido le percorse brevemente la schiena quando, anche lei, forse per riflesso o forse per cortesia, ricambiò il piccolo cenno. Non so cosa succederà nel nostro universo, so solo cosa mi piacerebbe accadesse; un po' quella frase le rimbombava in testa mentre tornava a Landon, improvvisamente pensierosa. « Credo l'assemblea stia per iniziare, mi fai avere un posto d'onore fra i corvi?»

    [...] Theo provava pietà quasi per tutti i Seniors seduti al banco degli imputati, additati e messi sotto accusa da chiunque. In particolare la collegiale passava gli occhi dallo sguardo stanco di Greg a quello del fratello, passando per l'espressione agguerrita di un Nate per cui tifava alla stragrande, segretamente. Non li invidiava affatto: seppur la questione non la toccasse in particolar modo, avrebbe preferito perdere la testa piuttosto che essere al posto loro ora che un'orda di ragazzini arrabbiati reclamava risposte a domande che fondamentalmente una risposta ancora non l'avevano. « Le persone sanno essere davvero crudeli » Biascicò verso Landon, seduto al suo fianco, poggiando il palmo aperto della mano sotto al mento, intercettando nuovamente Hugo seduto pochi posti più avanti. « Faticano proprio ad arrivare a capire che siamo tutti sulla stessa barca e che darci contro non serve assolutamente a niente se non a fare un enorme favore a quel pezzente che si nasconde dietro lo schermo di un cellulare. » Cercò un cenno d'assenso negli occhi del ragazzo, improvvisamente, accavallando le gambe sotto al tavolo. « Spezziamo una lancia a favore di questo problema: quanti di voi sono effettivamente stati spottati? No? Nessuno? Come volevasi dimostrare. Mmmm vediamo.. Thomas Montgomery, sorpresa sorpresa Theodora Watson, oh ancora più sorpresa Amunet Carrow, Nate Douglas, Sirius Potter, l'altro Watson, Olivander, Olympia Potter - quanti Potter ho già nominato? - ah ecco, ci mancava l'ultimo della lista. Abbiamo un Albus Potter, un'altra volta la Carrow, storie ancora su Nate Douglas, poi abbiamo Scamander, cose sull'altro Carrow.. bla bla bla. » Ad udire il proprio nome la ragazza alzò il capo verso la gallinella che aveva preso parola dopo il mezzo matto che era salito sulla panca a dare spettacolo di sè. Detestava le persone che parlavano senza cognizione di causa, ancor di più se vedevano complotti dove non ce ne erano: credevano davvero che lei, come tutti gli altri nominati, fossero in cerca solo della buona visibilità? « Ti prego, trattienimi prima che vada a cavarle i denti dalla bocca.» Primo, chi cazzo ti conosce; secondo, tesoro, si vede che la tua è solo invidia. Arricciò il naso nel sentire levarsi un brusio ancora più insistente del precedente, alternato da urli insoddisfatti a destra e manca.



    prima parte: fitz, landon, hugo
    seconda parte: landon
     
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    "Questa storia non finisce così.." E non ne aveva dubbi, Albus, che non aveva intenzione alcuna di glissare su quella presa di posizione a suo parere del tutto insensata. "In tanto queste continuano a circolare." Dispiegò la pallottola di carta che Mun gli aveva schiaffato in mano, osservando a fronte aggrottata la foto di lei, stampata e probabilmente appesa dove capitava. Strinse appena le labbra, riaccartocciando la fotografia. "A queste ci penso io." disse laconicamente, senza dare ulteriore attenzione alla faccenda. Tutto a tempo. In fin dei conti si ritrovavano pur sempre in un'assemblea che aveva come tema principale quel dannatissimo gioco: un intervento a riguardo non sarebbe stato altro se non pertinente.
    "Tutto bene? Che casino questa roba dei punti, eh? Tu guarda un po' le cose della vita.. Ma sono cose che capitano, no? Non è colpa di nessuno, no?" Si voltò in direzione del ragazzo comparso alle loro spalle, aprendo la bocca per intervenire in merito, senza tuttavia riuscire a dire nulla, preceduto da Mun. "Ma certo che sono cose che succedono! E no, no che non è colpa di nessuno! Sappiamo tutti che i Tassorosso sono persone per bene. Vero micino?" Sollevò un sopracciglio, mostrando un'espressione tra il sarcastico e l'interrogativo. "Comunque, voi non ci conoscete ufficialmente. Albus, questo è Émile Carrow, mio cugino." Sorrise al ragazzo, avanzando una mano in sua direzione. "Piacere di conoscerti, Émile. E tranquillo, qui sei in zona franca: nessun astio verso Tassorosso, promesso." Ridacchiò, rivolgendo un occhiolino al ragazzo nel stringergli la mano. Sembrava piuttosto ansioso, e sebbene non lo conoscesse affatto, gli sembrava un tipo a posto - specialmente per gli standard della famiglia di Mun. "Ehi, Em, per qualunque cosa non esitare farci un colpo di telefono. Il mio pasticcino ha una certa predisposizione alle azzuffate. Vero, orsacchiotto?" Questa volta, il sorriso sulle labbra di Albus si fece un po' più forzato e meno sincero. "Ma certo topolina." E come si dileguò uno, prontamente arrivò un'altra: cugina di Fitz, questa volta. Non la conosceva poi tanto bene, ma abbastanza, e ai tempi delle scorribande non aveva mancato di punzecchiare l'amico su quanto carina fosse o con scherzose richieste di mettere una buona parola per lui. Nulla che poi avesse avuto un seguito, chiaramente. Al gesto di saluto rivolto nei suoi confronti, dunque, Albus rispose con un ampio sorriso e un "Ciao Lyn, sempre in splendida forma anche tu." Parole, quelle ultime, che sottolineò facendo un bello scanner testa-piedi alla ragazza, abbastanza evidente da farsi notare da Mun ma senza sfociare nel creepy. Una tecnica di limite, quella, affinata nel tempo, con la pratica. E fatto ciò rivolse un'occhiata alla propria ragazza, rivolgendole un sorrisino sardonico. "Quanto la vedi nera, al momento?" "Tragica. Davvero, davvero tanto tragica, Lyn. Sono senza parole. Certa gente proprio non ha vergogna, e si è dimenticata il significato della parola decenza.. ma soprattutto - Lyn - ci siamo un po' tutti dimenticati cos'è l'onestà. Tutto questo non è giusto! Quindi la vedo tragica. Un disastro. Personalmente a questo punto non so se.. questa coppa delle case ha davvero senso. Se non riusciamo a tener fede alla sua sacra importanza, che senso ha?" A quelle parole, Albus fu costretto a mordersi il labbro inferiore per soffocare una risata, voltandosi di scatto dalla parte opposta per non mostrare la sua espressione così evidentemente divertita dal discorso poco piccato di Mun. "Cioè capisci? Stanno cercando di privarci di ciò che è nostro. Nostro, Lyn! Uno passa i giorni e le notti - soprattutto le notti - a sudare.. sopra ai libri, e poi puff, dal giorno alla notte ti ritrovi a mani vuote. Guarda non farmi nemmeno parlare. Passerotto, mi passi l'acqua per favore?" Le passò l'acqua senza fare un frizzo, con una serietà simulata ormai acquisita. E, spostando lo sguardo su Lyn, scosse appena il capo. "Perdonala, Lyn. La Coppa delle Case è sempre un argomento delicato per lei. Non lo riesce proprio a capire che i suoi punti non glieli toglie nessuno." Stringendosi nelle spalle, tirò un sospiro. "O tempora, o mores!"

    "Che ragazza fortunata. In mezzo a due uomini splendidi splendenti." Si sporse appena in direzione di Montgomery, rivolgendogli nulla di più che un cenno del mento. Non erano mai stati amici, e a dirla tutta Albus non aveva mai nutrito interesse nel cambiare quella situazione; un giudizio superficiale, il suo, perché basato sul tipo di amicizie che Thomas aveva piuttosto che su una conoscenza della persona. Ma se non sbaglio lui era nel gruppetto di quelli che rubavano il pane ai bambini, no? E così, in materia, Albus si era innalzato a giudice, giuria e boia di quell'intera combriccola, risparmiandone soltanto pochi individui in maniera completamente arbitraria e parziale. "Zuccherino, dovremmo davvero invitare di nuovo Thomas da noi. Siamo stati così bene l'ultima volta." Sì ma Jay e Lily facciamoli mangiare prima, sia mai che gli prenda il cibo dal piatto pure a loro. Stirò un sorriso, conscio di non poter dar voce ai suoi pregiudizi perché in teoria doveva essere acqua passata - quello era il patto non scritto che univa un po' tutti in seguito alle esperienze dell'anno passato. "Certo. Organizziamo un qualcosa con gli amici stretti..tipo sentiamo anche Fawn - con il suo plus one, chiaramente."
    Ma se una parte di Albus era ingenuamente convinta che il suo più grande problema in quella giornata sarebbe stato Mun, presto fu costretto a ricredersi. Inizialmente tutto sembrava andare liscio: l'intervento d'apertura di Tris aveva generato niente più che un paio di voci dissonanti - battute che avevano il tempo che trovavano, nulla di più. Fitz, al suo solito, si era sentito in dovere di punzecchiare un po' - ma nulla che sua sorella e Percy Watson non potessero gestire con calma e diplomazia. Insomma, tutto sembrava procedere in maniera ben più rosea del previsto, se solo l'intervento - giustissimo - di Shannon Plenty non fosse andato a scatenare un imprevisto effetto domino. Alle parole della concasata, infatti, Albus non poté fare a meno di annuire vigorosamente, voltandosi subito verso il tavolo dei Senior per cercare in loro una risposta a proposito. Ahimè, non fu così. Perché a quelle parole, Mun si drizzò subito in piedi come se avesse avuto una molla sotto al sedere, lanciandosi in un'invettiva che tuttavia, ancora una volta, Albus non poteva che condividere. Perché sì, i punti erano un problema, ma non erano il problema. "E LA CARROW NE SA QUALCOSA SULLO SPORCARSI LE MANI!" Istintivamente, Albus si drizzò in piedi furente, portando la mano alla fondina appesa al fianco, lì dove teneva la bacchetta, pronto a scattare contro Philip Jackson senza pensare nemmeno per un istante alle conseguenze che avrebbe potuto avere la sua azione. E probabilmente, Jackson se lo sarebbe beccato e meritato lo schiantesimo che Albus non aveva alcun problema a lanciargli, se solo Douglas non fosse prontamente intervenuto a sedare la situazione, obbligandolo a rimettersi a sedere. Un'ultima occhiata minacciosa venne tuttavia lanciata al ragazzo. Prega che non ti incontri per i corridoi, piccola testa di cazzo. "Due settimane a spalare il letame dei Thestral e presto saprai dirci anche tu qualcosa circa lo sporcarsi le mani, Jackson." Sorrise tra sé e sé, riaggiustandosi meglio a sedere nella convinzione che la parentesi si fosse chiusa lì. Oh, quanto si sbagliava. E quanto si rese conto del suo errore quando Mun passò lui il bigliettino osceno che aveva appena ricevuto. Improvvisamente il Serpeverde divenne rosso in viso dalla rabbia, faticando a mantenere le calma e non interrompere i discorsi di Nate o Fawn. Aspetta il tuo turno, Al. Parole che si ripeteva mentalmente ogni cinque secondi, battendo freneticamente il piede sotto al tavolo e aggrappandosi alla panca fino a farsi diventare le nocche bianche. Rivolse uno sguardo a Mun, e nel farlo, la sua rabbia cominciò a plasmarsi in tristezza, frustrazione. Era evidente - o quanto meno lo era ai suoi occhi - quanto lei si stesse sforzando di trattenere le lacrime dallo scoppiare impietosamente, e quella era una scena che semplicemente lui non sopportava di vedere, a prescindere da quanto potessero litigare o punzecchiarsi. Mettendo quindi da parte almeno per il momento le loro divergenze, avanzò una mano per stringere quella di lei, facendosi più vicino per stamparle un bacio sulla tempia.
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    "Ti prego, non piangere. Ti prometto che risolveremo questa situazione." le sussurrò piano all'orecchio, tentando di stirare un sorriso rassicurante prima che l'intervento di Fawn scemasse, lasciando la parola ai due idioti che seguirono a ruota. Se il primo lo fece quasi ridere, la seconda non fece altro che buttare benzina sul fuoco della sua rabbia, dando adito a tante piccole voci di intervenire l'una sopra l'altra con una serie di constatazioni senza senso, fomentate da un odio di pancia che esulava completamente da un ragionamento ben stanziato. "Ok, basta, questo è troppo." disse dunque tra sé e sé prima di alzarsi in piedi di scatto, voltato direttamente verso la rossa che aveva scatenato quel pandemonio. "Quella che tu stai ignorantemente difendendo, così come tutti i pecoroni che ti belano al seguito, è un'organizzazione criminale. Sì sì, è inutile che alzate gli occhi al cielo. Quelli che lo Shame ha commesso sono veri e propri reati." E qui iniziò a contare sulle dita. "Estorsione, furto di identità, diffamazione, accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, divulgazione di corrispondenza privata, divulgazione di materiale privato, vandalismo e chissà quante altre cose di cui ancora non siamo nemmeno a conoscenza! E questa me la chiamate giustizia sociale? Per cosa, precisamente, eh? E nei confronti di chi? Delle persone che si sono fatte il culo per uscire dal lockdown? Di quelle che vi hanno dato una casa quando c'era in atto una guerra civile? Di quelle che, la guerra civile, hanno aiutato a concluderla? Mi sembra più che mai ipocrita, sputare nei piatti in cui si è mangiato fino a pochi giorni fa. Così come mi sembra estremamente conveniente puntare il dito contro un gruppo di persone ben riconoscibile solo perché si è troppo stupidi o pesaculo per trovare una soluzione reale a un problema concreto." Una risata sarcastica affiorò in un solo colpo secco sulle sue labbra, guardandosi intorno col più totale disgusto. "Fatevelo dire: la vostra memoria è fenomenale quando si tratta di gossip, ma è anche incredibilmente selettiva. Quindi passatevi una mano sulla coscienza prima di dar fiato alla bocca e chiedetevi se voi, in primo luogo, vi siete esposti per cercare di cambiare qualcosa quando ce n'era bisogno piuttosto che cercare difetti in quelli che ci hanno rischiato il culo." Detto ciò, prese il biglietto ricevuto dalle mani di Mun, dispiegandolo e mostrandolo all'intera sala. "Ecco, questa è la sostanza delle vostre parole, delle vostre lamentele. Un disegnino osceno con parole altrettanto oscene, mandato senza nemmeno metterci la faccia. Questo è il vitello d'oro che idolatrate. E ci vuole una bella faccia da culo per andarne fieri. Fieri di sentirvi liberi di mettere alla gogna una ragazza che non fa ne' più ne' meno di ciò che fate voi stessi, ma della cui vita vi sentite proprietari solo perché porta un cognome che la mette un po' più in vista. E' giustizia, questa? E' giustizia credere che una persona debba accettare di essere umiliata perché ha qualche follower in più su instagram?" Fece una pausa, passando il proprio sguardo disgustato su tutta la sala mentre teneva ancora alto il biglietto, solo per poi scrollare il capo e far sbattere sulla tavolata l'infame pezzo di carta. "Se è così, allora spero vivamente che quei cazzo di punti non ci vengano mai restituiti, perché farci belli su un voto scolastico non ha alcun senso se siamo tanto pieni di nozioni quanto siamo disgustosi come esseri umani." E detto ciò si voltò verso il tavolo dei Seniors, sospirando per richiamare a sé una pacatezza maggiore. "Quello che pensavo, e che mi è stato ampiamente provato con gli ultimi interventi, è che ormai sia già passata l'ora dei discorsi e dei temporeggiamenti. Bisogna agire ora, prima che cose più serie accadano. Questo non è più un fattore scolastico, ma legale. Dobbiamo portarlo al Ministero, denunciare, e aprire un'indagine a carico di ignoti affinché persone realmente competenti possano stanare chiunque stia conducendo quest'app. Direi che abbiamo più di un estremo per farlo, e sinceramente aspettare di averne di ulteriori mi sembra assurdo. Grazie." Rivolse quindi un cenno rispettoso del capo ai Seniors, rimettendosi a sedere tra il brusio generale.

    Prima parte: Interagito con Mun, Emi, Lyn. Citato Fitz.
    Seconda parte: Interagito con Mun e Thomas. Citata Fawn, i Seniors, Shannon, Florian e Jack. Intervenuto.

     
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    «Un'azione così disinteressata, caro Thomas. Oserei dire quasi.. altruista. Ti ringrazio.» «Non potrei mai, Fitz, mi conosci.» Le labbra di Tom si incurvarono in un sorriso furbo. «Perché non resti con noi? Tanto ormai pare proprio che siamo sulla stessa barca. A proposito, te la ricordi Harriet?» Strinse le labbra, aggrottando la fronte alla ricerca dell'ennesima cugina della famiglia Gauthier tra i volti conservati nella sua memoria. «Temo di no, ma la memoria non è il mio forte, sono desolato.» Il che era la verità solo in parte: insieme a una quasi totale incapacità a ricordarsi un volto poco noto, era estremamente probabile che contribuisse a renderlo distratto e disattento anche il tasso alcolemico che generalmente superava il limite socialmente consentito alle feste e ai contesti in cui i due avrebbero potuto conoscersi. Si presentò, comunque, stringendole la mano e avvolgendo la stretta con l'altra. Fece decadere l'invito di Fitz, occupato a chiacchierare con la cugina, dileguandosi per prendere posto al tavolo della propria casata.
    Si era rialzato per salutare qualcuno seduto poco più in là quando Mun l'aveva intercettato. «Thomas, siediti con noi» «Oh, ciao Mun» Fece, arrestando il passo e fallendo nel celare un'espressione vagamente sorpresa davanti all'invito ricevuto. Era stato ospite di recente dai Potter, ma non aveva particolare confidenza con Albus, che continuava a dargli l'impressione di non nutrire particolare stima nei suoi confronti. Come biasimarlo. Si strinse nelle spalle con un «Okay» mormorato, prendendo posto accanto ad Amunet. Si sporse a ricambiare il cenno di saluto di Albus, sorridendo per la freddezza del gesto. Avrebbe mai smesso di divertirlo così tanto leggere indifferenza e un pizzico di disprezzo nei suoi confronti negli occhi degli altri? «Zuccherino, dovremmo davvero invitare di nuovo Thomas da noi. Siamo stati così bene l'ultima volta». Thomas soffocò una risata davanti al sorriso stirato di Albus di fronte a quella proposta, voltando il viso nell'altra direzione per celarla meglio. «Certo. Organizziamo un qualcosa con gli amici stretti..tipo sentiamo anche Fawn - con il suo plus one, chiaramente.» «Davvero? Ah, sono lusingato di sapere che mi consideri un amico stretto, Al, io provo lo stesso per te!» Sorrise sarcastico, prendendo un sorso di caffè. L'arte del punzecchiare non lo avrebbe mai annoiato.
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    I toni iniziarono a riscaldarsi molto più rapidamente di quanto Tom non avesse previsto. Contava e sperava avrebbe potuto assistere a qualche scambio interessante e civile prima che si decadesse verso l'inevitabile mercato del pesce del sabato mattina che sapeva avrebbe preso il posto di quell'assemblea, ma qualche giovane talento dell'arte oratoria in fondo alla Sala si premurò che questo accadesse prima del necessario. La testa di Tom rimbalzava come una pallina da tennis, cercando di ricorrere i volti di tutti coloro che erano intervenuti e che fossero degni di attenzione. La strada sembrava una sola: le lamentele arrivavano principalmente da chi rivoleva i punti, contrapposto a chi per lo più pareva preoccupato dall'identità del responsabile del misfatto. Quando Nate impartì una punizione esemplare al simpaticone che aveva insultato Mun, un tale Philip Jackson che lui non conosceva, Tom strinse le labbra, consapevole che, forse, quella non fosse la mossa migliore da compiere in una situazione delicata come quella. Fu come vedere l'amico affondare nelle sabbie mobili quando propose che, almeno per il momento, gli studenti spegnessero i cellulari in modo da privare il gioco del suo principale canale di motivazione; un'idea che a Thomas pareva sinceramente piuttosto pragmatica ed intelligente, ma che fu male accolta dagli studenti più rompicoglioni – perché alla fine della fiera, di questo si trattava, dal suo punto di vista: di voler rompere i coglioni. Restio per natura a gettare benzina sul fuoco e partecipare a quella discussione dai toni sempre più vivaci, si limitò a scuotere la testa o a mormorare commenti qui e lì. «Ma di che cazzo sta parlando Gregorovitch, scusate...» Fu la domanda che spontaneamente gli scappò di bocca, rivolta a nessuno in particolare. Ma il picco della montagna dell'assurdità fu raggiunto da una ragazza dai capelli rossi che saltò in piedi prontamente dando manforte a Florian. Con un'espressione corrucciata e francamente confusa di fronte alla piega che la discussione stesse prendendo, Tom sentì il suo nome venir pronunciato assieme a quello di tanti altri in un discorso che a lui parve accostabile a quelli dei peggiori teorici del complotto nominati in un articolo di cattivo gusto su riviste per fanatici dello sci-fi e quarantenni disoccupati. «Ora volete demonizzare una cosa del tutto innocua, solo perché voi vi siete ritrovati in una situazione scomoda. Davvero non lo vedete, gente? È la casta che implode» A questo punto, Thomas fu genuinamente indeciso sul se la ragazza fosse o meno seria. «Non... Non credo di aver capito... Innocua? Ha usato davvero la parola "casta"?» Rise, scuotendo la testa, più piccato da quelle parole di quanto non avrebbe voluto ammettere. Generalmente, sentire qualcuno rivolgersi a lui e ai suoi amici con quell'irriverenza lo avrebbe divertito non poco; non aveva un ego da proteggere, e probabilmente avrebbe dato man forte a chiunque si fosse messo a ridicolizzarli per quella loro aria da fighetti e figli di papà. Ma qui la situazione era diversa: a Tom parve assurdo l'intero discorso, il fatto stesso che adesso, chissà come, lo Shame fosse stato espiato da qualsiasi colpa, e la frittata rigirata in modo che, alla fine dei giochi, la colpa fosse loro. E, forse, il motivo per cui quell'assurdità gli provocò un tale prurito stava nel fatto che Thomas ce l'avesse a morte con chiunque si nascondesse dietro allo Shame, che lui stesso si sentisse una vittima – per la prima volta in vita sua – e che fosse semplicemente ridicolo cercare di far ricadere la responsabilità per i problemi di quella scuola sulle stesse persone che erano state prese di mira. La logica, dietro a tutto quel discorso, continuava a sfuggirgli, al punto che rimase senza parole, senza sapere da dove cominciare per spiegare quanto tutto sembrasse assurdo. Albus prese parola, dando voce almeno in parte ai pensieri di Tom. Non avrebbe sprecato tempo cercando di spiegare a quella massa di caproni come pensare in maniera razionale e intelligibile, anche perché del consenso generale non avrebbe potuto fregargliene meno. Sospirò, passandosi una mano tra i capelli, e cambiando posizione sulla panca. Che pensino il cazzo che gli pare, sembrava voler dire quell'espressione noncurante, mentre qualcosa, dentro di lui, proprio non riusciva a fargli digerire quelle insinuazioni.

    Interagito con: Fitz, Harriet, Mun, Albus
    Citati: Nate, Florian, Jack
     
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  14. Sleeping sun
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    << BU! >>. Cassie sussultò visibilmente, irrigidendosi nella postura, spiazzata da quella svolta improvvisa. Strinse le mani a pugno, sgranando le palpebre, manifestando tutto il suo sconcerto. Un attacco alle spalle esulava dalle sue previsioni. La testa schizzò immediatamente di lato, adocchiando il responsabile. Dean Moses. Smise di respirare, trattenendo il fiato, immergendosi in un profondo mutismo. Per alcuni, lunghissimi secondi, non fece assolutamente nulla, limitandosi a fissarlo imbambolata. Confusa nell'atteggiamento, disorientata nei lineamenti, totalmente presa alla sprovvista. Senza parole. Un fenomeno raro, reso ancor più eccezionale dal blocco mentale. Esatto, anche i suoi pensieri si erano arrestati, lasciandola in uno stato d’incredibile quiete. Una calma di breve durata, infranta dal corrugarsi della fronte. Pian piano, un po'alla volta, Cassie si stava riprendendo. “Ma sei impazzito?! Che cosa ti dice la testa?!”. Il suo intelletto fu rapidissimo nel tornare in pista, avviando una raffica di lamentele silenziose. Assottigliò lo sguardo, lanciandogli un'occhiata carica di astio, per poi schiudere le labbra e prendere una boccata d'aria. “Resisti! Conta fino a dieci. Non dire nulla. Puoi farcela”, iniziò a ripetersi tacitamente, cercando di placare la crescente ondata di fastidio. Si morse la lingua, fino ad avvertire una punta di dolore, lottando contro il rischio di esplodere e mettersi a urlare. Sul serio? L'assemblea non bastava? Si era sforzata di partecipare, anche se la trovava un'inutile perdita di tempo, imponendosi alcuni semplici paletti. Stare zitta, seduta e ferma. Doveva guardare il suo caffè, ignorare la sala, ascoltare i discorsi e poi andarsene. Il tutto evitando di cedere all’impulso di alzarsi e uscire. Un progetto facilissimo, lineare, privo di grandi pretese. Questo prima che il Grifondoro intervenisse, mandando in frantumi i suoi calcoli. “Uno, due, tre…” . Cassie smise di contare nel vederlo ridacchiare, sciogliendo le braccia dall'intreccio e appoggiandole sul tavolo. << Ma che ti dice il cervello, Moses?! >> la replica affiorò frettolosa, alquanto piccata, pronunciata con una tacca più acuta del normale. Sobbalzò in maniera stizzita, picchiettando le dita contro il bicchiere. “Sempre che tu ce l'abbia un cervello!”, in condizioni diverse, più favorevoli, non avrebbe espresso un simile parere. << Probabilmente nulla, altrimenti non saresti qui a ridere della bambinata che hai fatto >> purtroppo le circostanze erano spiacevoli, Cassie nervosa, il che la spinse ad esternare una parte delle sue riflessioni. << Forse non riesci a capirlo, ma non è divertente! >> aggiunse borbottando, arricciando il naso in una smorfia risentita. Si era mostrata impreparata, con le difese abbassate, e ciò contribuiva ad accrescere il suo scontento. << Toh, guarda tu: la mia migliore amica! >>. Come?! Cosa?! Stava scherzando?! Dilatò le pupille, liberando uno sbuffo esasperato. “Certo, come no! Continua a sognare!”. Sollevò il recipiente, bevendo un piccolo sorso, per poi darsi un'occhiata attorno. << La tua migliore amica? >> domandò dubbiosa, spostando il capo da destra a sinistra e viceversa, evitando di osservarlo. << Io non la vedo. Chissà, forse l'hai spaventata con il tuo giochino ed è scappata. Oppure ha deciso di nascondersi per l’imbarazzo >> sistemò alcune ciocche dietro alle orecchie, soffermandosi di nuovo sul ragazzo. << Voto per la seconda >> giusto per essere trasparenti, non lasciando spazio a sospetti. “Ottimo, ora lo assecondo pure”, la rimbeccò la sua coscienza, facendole contrarre la bocca in un broncio. << E comunque, tanto per essere chiara, noi non siamo amici >> un'altra persona avrebbe potuto risparmiarselo, sorvolando sulla questione, dimostrandosi gentile. Ma non lei, fervente asociale, scarsamente interessata a legare col prossimo. << Quindi perché non torni al tuo tavolo e mi lasci in pace? >> le labbra si stirarono in un sorrisetto palesemente finto, a tratti sarcastico, fugace nella sua breve apparizione. Tese le braccia verso la tracolla, acciuffandola e avvicinandosela indispettita. Scivolò leggermente sulla panca, cercando di mettere qualche centimetro di distanza tra di loro, così da sottolineare la sua posizione. << Sul serio, perché sei qui Moses? Stai cercando d'infastidirmi? Perché ci sei riuscito. Complimenti, ora puoi andartene >> mosse un cenno della testa verso la tavolata occupata dai Grifondoro, con la speranza di vederlo prendere il largo. << Cassie, questa è Malia Stone - l'unica, la sola, la divina. Mals, lei è Cassiopea Partridge: mi odia e sta sperando non tanto segretamente che io me ne torni al mio dannato tavolo. Lascio a te l'onore di spiegarle che ciò non avverrà. >>. Come non detto. Rivolse uno sguardo spazientito al soffitto, spingendosi gli occhiali sul naso. No, non sveva intenzione di levare le tende. Al contrario, sembrava intenzionato a coinvolgere altra gente. Si costrinse a chinare gli occhi, posandoli sulla sagoma di Malia. “Di male in peggio. Lo sapevo che non dovevo uscire. È stata una pessima idea venire a questo incontro!”. << Ciao Malia Cassie è più che sufficiente >> avvertì il bisogno di precisare, obbligandosi a muovere la mano in un gesto di saluto. Perché ogni tanto, quando le garbava, pure Cassie sapeva essere cortese. << Ti prego, non assecondarlo. Anzi, non è che potresti aiutarmi e portarlo via? Mi saresti di grandissimo aiuto. >> d'accordo, il suo piglio cordiale aveva un secondo fine, ovvero quello di trovare un'alleata e togliersi dallo scomodo impiccio in cui era finita. L'ennesima fatica sprecata.

    L'inizio dell'assemblea, in tal senso, ebbe il potere di zittire Dean, permettendole di tirare un silenzioso sospiro di sollievo. Una sensazione di benessere illusoria, subito sostituta da un nuovo attacco di malumore. Riportò le braccia al petto, facendo vagare gli occhi nell'ambiente. Prima sui seniors, poi sui vari interventi. << Ecco, la situazione sta degenerando, confermandosi una grande perdita di tempo >> commentò a bassa voce, scrollando le spalle in un gesto quasi rassegnato. << A voi l'app ha mandato qualche sfida, per caso? >>. Fantastico, ci mancava solo il Grifondoro tornato a parlare. << No, nessuna sfida >> lanciò un'occhiata a Malia, non nascondendo un cipiglio curioso. “Di sicuro non vengo a dirlo a te”. Una stilettata rivolta al ragazzo, che riprese a fissare. << Tu invece? >> insomma, rigirare la domanda era cosa buona e giusta.


    Interagito con Dean e Malia.
     
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    « So che i miei compagni hanno altre comunicazioni di servizio da farvi, ma in conclusione, posso solo invitarvi a guardare a questa assemblea come un momento in cui esporre i vostri problemi e disagi.. » E fu così che Eris si immaginò uno sciame di studenti arrabbiati che confluiva senza sosta verso il loro tavolo, sommergendoli di lamentele e capricci. L'app e lo Shame avevano creato scompiglio e tutti cercavano solamente una scusa per sfogare la propria frustrazione e impotenza. Aveva ascoltato le parole di Olympia e si trovava più che c'accordo, ma nonostante le critiche e le fosse che avevano ricevuto mai una volta aveva pensato di scusarsi. Mettere Greag in cattiva luce e costringerlo a dimettersi sarebbe stata un azione abbietta, infima e assolutamente ingiustificabile. Nemmeno tutti i punti del mondo l'avrebbero convinta ad agire così subdolamente, senza considerare che se lei avesse accettato la sfida e Greag no si sarebbero comunque ritrovati senza punti. Un'ovvietà che non si sentiva in dovere di palesare, nonostante buona parte delle persone sembrava non averci pensato minimamente. Chiunque ci fosse dietro quella sfida aveva il solo obiettivo di togliere i punti e creare malumore e agitazione tra gli studenti. « Quindi intimo tutti voi a stare con gli occhi aperti e diffidare di ciò che quest'app vi recapita tramite le sue vie. Non siamo stati i primi ad essere messi in difficoltà, e sicuramente non saremo gli ultimi. » Il loro non era un incidente isolato e sicuramente prima o poi avrebbero dovuto nuovamente affrontare i problemi che questa app era più che decisa a creare. Per molti rappresentava un gioco divertente, qualcosa per movimentare la monotona vita da studenti...almeno fino a quando non venivano toccati in prima persona. La filippica di Mun in supporto alla teoria di Shannon era per molti versi giusta ma allo stesso tempo fuori luogo. Tutti avevano sicuramente provato a disinstallare quella maledetta applicazioni e sicuramente tutti avevano miseramente fallito. « Se non volete sporcarvi le mani in prima persona, Seniors, senza offesa ma, ci penserà qualcun altro per voi. » Come se fosse così semplice. « Qui non c'entra niente essere o non essere disposti a sporcarsi le mani. Più di uno smanettone ha provato a risalire a chi ha prodotto l'app, ma è stato un vicolo cieco. » Aveva chiesto ad alcuni corvi patiti di tecnologia di provare a capire chi si nascondesse dietro questo gioco contorto, ma nessuno di loro era stato in grado di trovare una risposta decente. « Ragazzi, la situazione è complicata. Così come ve ne siete resi conto voi, noi lo sappiamo già, e non è necessario sottolinearlo. Stiamo facendo il possibile. È chiaro che quest'applicazione è qualcosa di più grave e più pericoloso di quello che pensavamo all'inizio, e si tratta di una cosa che non può essere lasciata correre. Vi chiediamo, però, di avere un minimo di fiducia nei nostri confronti. » Il brusio generale e le facce scocciate degli studenti la spinsero ad arricciare il naso infastidita; per la prima volta le sembrava di aver a che fare con dei ragazzini petulanti che non sapevano fare altro che lamentarsi. Pronti a scaricare la colpa su di loro, un'ipocrisia bella e buona perchè la maggior parte di loro non aspettava altro che un nuovo post dello shame per commentarlo indignato o ricondividerlo con amici e non. « Spegnete quei cellulari. Mi rendo conto che lo Shame ha altri mezzi per ricattarvi. Ma questo è quello principale, il più immediato, e probabilmente è anche più semplice cadere in tentazione così. Se continuate a stare collegati su quella pagina, a leggere tutto quello che scrive, a commentare i nuovi gossip, date semplicemente più potere a qualcosa che dovrebbe invece essere stroncato sul nascere. » Un consiglio che nessuno di loro avrebbe seguito, se solo avesse tirato fuori il suo di cellulare avrebbe trovato almeno un centinaio di post diversi fatti da persone presenti in quella sala che piuttosto che collaborare e dar voce alle proprie idee preferiva twittarle o metterle in evidenza con stupide instagram story corredate da musichette idiote e faccine senza senso. Si avvicinò alle spalle di Nate e gli parlò a bassa voce in modo a poter essere udita solamente dal tavolo dei senior. « Lo sai vero che nessuno di loro spegnerà mai quel maledetto cellulare vero? » E anche se lo facessero dubito che servirebbe a qualcosa. L'anno prima lo Shame aveva seminato il panico senza che ci fosse bisogno di cellulari, spiattellando a tutta la scuola le tresche amorose di ogni studente. « Lasciatevi dire che la state gestendo di merda e state ingigantendo la cosa più del dovuto: io non v'ho votato quest'anno ed altrettanto farò l'anno prossimo, ma che poi chi è che v'ha votati, si può sapere? Magari lo Shame ci illumina al riguardo e scopriamo che state lì senza nemmeno essere stati eletti. Ma che poi perchè cazzo mettete bocca su affari che riguardano solo i liceali? Boh. Prefetti e caposcuola non esistono più? I Seniors c'hanno il monopolio?» « Siamo davvero io e Florian gli unici a pensarla in questa maniera? Non pensate anche voi, alcuni dei bersagliati, di esservi trovati in mezzo a questo casino, solo perché forse avete scelto le compagnie sbagliate con cui passare del tempo? » Ci mancavano solo i rivoluzionari. Eris non capiva per quale motivo avessero deciso di presenziare all'assemblea se il loro unico obiettivo era quello di gettare benzina sul fuoco, era controproducente ed una perdita di tempo bella e buona. « Non avrai votato nessuno di noi, ma siamo ancora in democrazia e siamo stati votati dalla maggioranza. Non ti piace? Libero di fare la tua propaganda politica durante le prossime elezioni. » Era troppo facile riversare la colpa su di loro e millantare quanto senior alternativi sarebbero stati in grado di fare di meglio. « Ed evitiamo il discorso del avete una vita talmente pubblica che ve la siete cercata. Qui qualcuno si è spinto ben oltre la vita pubblica, passino i pettegolezzi, ma sono state sottratte foto private e manomessi strumenti scolastici. Chiunque si nasconde dietro tutto ciò non sta facendo altro che aumentare il tiro...» E chissà fino a dove sono disposti ad arrivare pur di fare il loro stupido gioco. « Quello che pensavo, e che mi è stato ampiamente provato con gli ultimi interventi, è che ormai sia già passata l'ora dei discorsi e dei temporeggiamenti. Bisogna agire ora, prima che cose più serie accadano. Questo non è più un fattore scolastico, ma legale. Dobbiamo portarlo al Ministero, denunciare, e aprire un'indagine a carico di ignoti affinché persone realmente competenti possano stanare chiunque stia conducendo quest'app. Direi che abbiamo più di un estremo per farlo, e sinceramente aspettare di averne di ulteriori mi sembra assurdo. Grazie. » Come se il ministero non avesse altro a cui pensare. Gli studenti guardavano verso di loro assumendo espressioni diverse, c'era chi annuiva, chi scuoteva la testa in segno di diniego e altri che erano troppo occupati a farsi i fatti propri. « Albus posso capire che quello possa sembrare un comportamento logico, ma prova ad immaginare noi studenti che ci presentiamo al ministero....cosa dovremmo dire? Un'app ci sta sfidando a comportarci male e qualcuno diffonde foto tramite un account instagram? Dobbiamo avere qualcosa di più sostanzioso. Minimizzeranno la cosa, incolpando qualche studente troppo audace che si diverte e creare scompiglio... »

    Interagito con Mun, Nate, Florian, Jack e Albus
    Citati Percy e Tris.

     
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