swim with surprise.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar


    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    708
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    «Porco Merlino, Stevenson, dove riesci a trovarla questa roba?» La ragazzina poggiò le braccia sulle ginocchia. Seguì con lo sguardo la scia di fumo dolciastra per poi concentrarsi sul giovane Corvonero di fronte a lei. «Ho le mie fonti.» rispose lui esibendo un sorrisino enigmatico. La sapeva più lunga di quanto stesse dicendo, era ovvio. Daphne si lasciò cadere a terra, con le braccia aperte, come se fosse appena stata colpita da un proiettile e ora si preparasse a ricevere l’estrema unzione. In realtà la pace eterna l’aveva ricevuta da un pezzo. Il suo cervello galleggiava in acque sicure e lei si lasciava trasportare senza pensieri. Non le importava se la marea l’avrebbe portata a largo o a riva. Non le importava niente. La moralista perbenino che era in lei era stata uccisa da tempo. Se ne stava sepolta in una parte buia del suo cervello ed ogni tanto andava a portarle dei fiori. Non comandava più e anche se lo avesse fatto la giovane Baker non l’avrebbe presa minimamente in consideraione. E ora, distesa tra l’erba alta a fissare il cielo azzurro, si sentiva come uno di quegli hippie nel musical “Hair”. Si, probabilmente avevano capito tutto, loro. La pace dei sensi non è migliore della guerra? Già. Il musical finiva con una guerra. Ma ora ad Hogwarts la guerra era finita e tutti sembravano volersi godere a tutti i costi un pezzo di quella libertà per la quale tutti avevano lottato e per la quale molti avevano dato la vita. Al contempo, in ogni angolo di quella scuola si respirava ancora la paura. A volte sembrava ancora che le pareti di pietra sudassero sangue. Fece un altro tiro spinta dal desiderio di cancellare quei pensieri il prima possibile. Il problema di quanto lasci vagare la tua mente è che non sai mai dove possa portarti. E questo è il bello. Niente pensieri pesanti, niente problemi a cui dover trovare una soluzione. Tutto sembra incredibilmente semplice, come un problema di seconda elementare. Ma non per un bambino che frequenta quell’anno, no! Semplice come un problema di seconda elementare per uno dell’università. I punti di vista sono importanti. «Oh, cacchio, Josh.. Se tu fossi un ragazzo ti bacerei.» borbottò facendo l’ultimo tiro per poi spegnere il tutto sfregando il filtro sulla terra accanto a lei. Fissò l’ultima nuvoletta di fumo che si disperdeva nell’aria fino a scomparire dipanandosi nel nulla. «Ma io sono un ragazzo!» esclamò il giovane Corvonero lasciandosi cadere a terra accanto a lei, esibendo un tono fintamente offeso.
    tumblr_n4plv2z7SE1qbp7ebo3_250
    «Non per me, Josh. Non per me.» ridacchiò la ragazza chiudendo gli occhi. Bugia. Nonostante Johsua fosse uno di quelli che aveva conosciuto subito appena arrivata da oltre oceano, lo considerava comunque un ragazzo. Si, avete presente, no? Quando un ragazzo dice ad una ragazza “Sei il fratello che ho sempre desiderato!” non va presa come un’offesa! Significa che ormai siete sulla stessa lunghezza d’onda, che nel vostro rapporto non potrà esserci altro che una bella e salda amicizia. Nessuno crede nell’amicizia tra un ragazzo e una ragazza. Tutti pensano che infondo se la facciano segretamente nello sgabuzzino delle scope. Daphne ci credeva. Forse perché aveva più amici maschi che amiche femmine. Forse perché preferiva giocare a Quidditch sotto la pioggia piuttosto che passare la serata a farsi le unghie. Lei le unghie se le mangiava da anni, tra l’altro! Continuava comunque a considerare maschietti come Joshua, e persino Sirius, maschi. Si, insomma. Erano decisamente carini, no? Come faceva a considerarli due ragazze? Naaa, impossibile. Erano i tre moschettieri. Improvvisamente, come capitava almeno una decina di volte al giorno, nella sua mente si materializzarono immagini di un altro universo parallelo. Francia, 1625: un giovane guascone, Daphne de Batz de Castelmore d'Artagnan, va a Parigi per entrare nei moschettieri di re Luigi XIII. In quel momento spuntano fuori Joshua de Sillégue d'Athos d'Autevielle e Sirius de Vannes. Per questa fantasia i due ragazzi indossavano abiti rigorosamente adatti all'epoca ed entrambi avevano un bel paio di baffoni un pò alla Dalì. «Tutti per uno e uno per tutti..» «Daph?» la ragazza grugnì, continuando a tenere gli occhi chiusi, ma facendo capire all’amico che lo stava ascoltando. «Stai di nuovo delirando.» E pensare che ormai doveva essere abituato ai suoi cambi di pianeta improvvisi. «Fa caldo.» Nonostante non fosse ancora primavera il clima ad Hogwarts sembrava decisamente tiepido il che, trovandoci in Inghilterra, era assai strano. «Bella scoperta, Einstein.» Seguirono una manciata di secondi durante i quali nessuno parlò. «Se vai a fare i bagno nuda ti pago due birre.» OH. OH. OH. (Merry Christmas?). Mai sfidare Daphne Baker! Si rimane sempre a bocca asciutta. Le ragazze newyorkesi si sa, sono tipe toste! Avete mai visto quel telefilm babbano? Quello dove Will Smith gioca a basket con gli amici e ad un certo punto la palla decide di andare a finire in testa ad un gorillone di due metri. Lui cosa fa? L’affronta? Cerca di parlarci civilmente? Ooh, no signori miei. Lui se la da a gambe e credetemi, è la cosa migliore che potesse fare. A New York le cose non sono mai facili. A New York tutto è una guerra. Porco Merlino, Joshua! Eppure sembri un ragazzo sveglio! Dovresti aver imparato da un passato di errori! «Due birre e un'altra di quelle canne magiche che sai dove procurarti.» ribattè la giovane, tirandosi su a sedere e passandosi una mano tra la matassa di capelli scompigliati mentre l'altra la porgeva al ragazzo per sigillare la loro scommessa con una bella stretta di mano. «Affare fatto.» le strinse la mano e lei si alzò in piedi velocemente. Si sfilò le scarpe, le calze e la gonna della divisa. Stare in mutande davanti a Joshua non le creava problemi. Era a suo agio con il proprio corpo. Avrebbe desiderato più curve, come quelle modelle delle riviste, ma alla fine si accontentava. E poi, come si dice, la biancheria è come un costume da bagno, no? Sbottonò la camicetta per poi lasciarla cadere a terra sopra gli altri indumenti. Stava per voltarsi e correre verso il Lago quando il Corvonero si schiarì la gola con il chiaro intento di attirare la sua attenzione. «Che c'è?» «Non sei nuda puntualizzò lanciando una fugace occhiata alla sua biancheria. «Girati.» borbottò la ragazzina posandosi le mani sui fianchi in una pessima imitazione di sua madre quando la sgridava. Stevendon alzò le spalle, facendo un sorrisetto che Daphne non riuscì a decifrare. Non se ne preoccupò. Avrebbe pagato poi la sua mancanza. Si tolse la biancheria, lasciandola nel mucchio, si voltò e cominciò a saltellare verso il Lago. Arrivata a riva immerse prima un piede poi l'altro. PORCO SALAZAR ERA GHIACCIATA!!! Ok, Daffy. Non fare la vigliacca. Ti meriti quelle due birre e quella canna. Ormai le hai etichettate come tue. Non puoi perdere. Uno.. Due.. TRE! Facendo ricorso a tutte le sue forze psicologiche la secondogenita dei Baker si immerse completamente per poi riemergere poco più in là, passandosi le mani sul viso per togliere l'acqua e i capelli dagli occhi. «Ce l'ho fatta, Josh! E ora voglio quelle birre!!» Guardò il punto dove lei e il Corvonero erano seduti precedentemente ma vide assolutamente.. Niente! «Joshua?» girò la testa a destra e a sinistra, velocemente. E poi lo vide. Joshua Stevenson che correva via a tutta velocità, ridendo e tenendo stretti a sé i vestiti della ragazza. «SEI UN MALEDETTO BASTARDO! RIPORTAMI I MIEI VESTITI, STRONZO!!» gridò rabbiosa, battendo i pugni sul pelo dell'acqua. QUEL MAGONO' CHE NON ERA ALTRO!! Si guardò intorno disperata, rannicchiandosi su sé stessa meglio che poteva tremendamente imbarazzata dal fatto di essere totalmente nuda. Bell'impiccio, Baker. Complimenti.





    Edited by peppermint. - 15/8/2019, 15:14
     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar

    GRYFFINDOR PRIDE

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    509
    Reputation
    +319
    Location
    Denver, Colorado

    Status
    Waiting!

    Fin dal primo giorno in cui aveva messo piede ad Hogwarts, il lago nero era sempre stato il posto in cui Dean preferiva recarsi quando si trattava di leggere un libro. Ovviamente ciò non gli era sempre permesso, dato l'impietoso clima inglese, ma ogni qual volta un raggio di sole si stagliasse tra le nubi c'era da star certi che nel giro di pochi minuti si sarebbe avvistato un Dean Moses con un libro sottobraccio. Aveva pure il suo posto: un albero vicino alla riva, strategico per le sue ampie fronde calanti a fargli ombra. Appoggiava lo zaino alla corteccia, la schiena allo zaino, stendeva i piedi davanti a sé e si calava in una silenziosa lettura accompagnata dai soli rumori rilassanti del vento tra le foglie e del cinguettio degli uccelli. Con gli anni non aveva mai perso quell'abitudine, nemmeno ora che si trovava al college. Anzi, a maggior ragione ora che si trovava al college. Se durante gli anni di scuola la lettura era sempre stata niente più che un passatempo per lui, ora era diventata la sua mansione principale. A volte si ritrovava persino con pile di libri da leggere in contemporanea, sotto una stretta tempistica che gli impediva di goderseli senza l'ansia da esame. E sa da un lato ciò che faceva lo appassionava più di qualunque altra cosa avesse mai praticato, dall'altro rimpiangeva i tempi in cui leggere non era altro che un piacere privo di regole e forzature. Ma doveva ammetterlo: non c'era nulla di più bello dei discorsi storico-letterari-filosofici che uscivano fuori coi suoi compagni di corso dopo un paio di canne e qualche bicchierino di troppo. A volte lo facevano addirittura per gioco, di prendere un libro o un autore a caso e impostarci su una discussione paradossale su interpretazioni forzatamente profonde e a dir poco eccentriche dei suddetti. Chi la intortava abbastanza bene da riuscire a convincerti senza darti modo di contraddirlo sul serio, vinceva. Tipici studenti di lettere, insomma.
    Ed era proprio in seguito a una nottata passata in questa maniera che Dean, con le occhiaie ancora pesanti, un telo da mare in spalla, una tazza di caffè doppio da asporto e un libro sottobraccio, si era diretto in solitaria al lago nero con tutta la buona intenzione di finirsi quel maledetto mattone che si trascinava dietro da qualche settimana. Mancavano solo cinquanta pagine, ma si sa che le ultime pesano sempre più di tutte le altre che le hanno precedute. Di buona lena si era dunque piazzato al suo posto, stendendo il telo sotto le gambe e aprendo il pesante libro con un sospiro mentre si concedeva un lungo sorso di caffè. Oggi lo devo finire, porco Salazar. Anche solo per non lussarmi una cazzo di spalla ogni volta che me lo devo mettere nello zaino.
    Tuttavia aveva letto sì e no una decina di pagina quando uno schiamazzare poco distante lo distrasse dalle pagine giallognole del vecchio tomo, costringendolo ad alzare lo sguardo ceruleo con un cipiglio curioso. "SEI UN MALEDETTO BASTARDO! RIPORTAMI I MIEI VESTITI, STRONZO!!" Quella ragazza è..
    tumblr_ncnbwt05Ww1tlrapxo4_250
    Abbassò appena il capo, strabuzzando gli occhi da sopra la linea degli occhiali da sole nel rendersi conto della visione che gli si era appena parata davanti - ..cazzo! Quella ragazza è nuda! E nel processare quel pensiero, Dean entrò nel panico, incapace di capire cosa fare o dove guardare. Perché cioè..che fai? Non guardi?! Non è che gli sei entrato in stanza: è nuda in un luogo pubblico. Però di certo a guardare non fai una bella figura. Eh ma mica è colpa mia. E' lei quella nuda. Nel parco di Hogwarts. Così. E dopo aver visto una cosa del genere di certo non puoi tornare a leggere come se niente fosse. In primo luogo perché c'è pur sempre una ragazza nuda che scorrazza in giro - trend che, per i gusti di Dean, dovrebbe prendere piede maggiormente nella sua generazione. E poi perché, a giudicare dal tono poco soave, non è nuda per sua scelta. Tra questi pensieri e il generale mix di divertimento e imbarazzo, ci mise qualche istante a decidere sul da farsi, ma fu piuttosto veloce nello schizzare in piedi, chiudere il libro e raccogliere il telo da terra. Altrettanto veloce fu nel correre incontro alla sconosciuta - una Grifondoro che conosceva solo di vista - facendo il possibile per non sembrare un malintenzionato nel mentre di pararsi alle sue spalle e gettarle il telo addosso con un veloce. "Vengo in pace vengo in pace." Perché chiaramente, l'istinto maschile principale, in situazioni del genere, è quello di provarci e rischiare il tutto per tutto. Ma ci pensa poi la ragione a dirti che, forse, è il momento peggiore in cui fare una cosa del genere. E questo Dean lo capì immediatamente. Tuttavia il Grifondoro non era mai stato un tipo facile a imbarazzarsi; se una situazione simile era sicuramente annoverabile come fuori dal normale, il ragazzo non sembrava sentirsi a disagio - sebbene sulle prime l'imbarazzo fosse stato una reazione più che normale da parte sua. Si limitò quindi a sorridere alla concasata, cercando di infonderle quanto meno un po' di tranquillità. "Suono davvero un sacco falso se ti dico che sono dispiaciuto per i tuoi vestiti, però se vuoi ho una felpa nello zaino. Data la stazza ti dovrebbe arrivare alle ginocchia." Si strinse nelle spalle, come a sottolineare quanto quella soluzione fosse davvero di poco sollievo, ma anche l'unica disponibile per il momento. Col capo, poi, le fece cenno di seguirlo, indicandole il punto in cui aveva lasciato le proprie cose, tanto per farle capire che non la stava portando chissà dove con una scusa. Una volta lì, si chinò sullo zaino, estraendone una grossa felpa grigia che passò alla ragazza. "Sta un po' larga pure a me..a te dovrebbe bastare per mettere una pezza a questo.." sorrise, lanciandole un'occhiata ironica "..disguido tecnico." Detto ciò si voltò dall'altra parte, dandole modo di rivestirsi indisturbata, sebbene a quel punto fosse ormai abbastanza comica la cosa. "Se posso chiedertelo..come ci sei finita a correre nuda per la tenuta?"

     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar


    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    708
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    Sono fottuta! Non riusciva a pensare ad altro, la giovane Daphne Baker, mentre, presa da un improvviso attimo di panico, si guardava intorno realizzando di essere assolutamente sola. Quel maledetto figlio di un Troll l’aveva fregata alla grande! E lei c’era caduta con entrambe le scarpe, come una stupida primina indifesa! Non poteva crederci. Ok, Daffy, ok.. Rilassati. Sgombera la mente e metti in fila due neuroni. Se c’era una cosa per cui la minore di casa Baker era famosa era una grandissima forza di spirito. Per quel che sosteneva, non era ancora nato colui che possedesse la capacità di far perdere le speranze all’ex Grifondoro. Probabilmente era solo nata sotto il segno della botta di culo, perché quando tutti quanti ormai perdevano le speranze, ecco che lei se ne usciva con qualche idea bizzarra, ma che alla fine si rivelava vincente. La verità, ahimè, era che stavolta la sua mente era già abbastanza sgombra grazie all’Erballegra del giovane ladro di biancheria. Era come se la famosa Route 66, la strada che attraversa il Painted Desert, si fosse appena srotolata dentro la sua testa, facendo rotolare via i pensieri come se fossero gigantesche palle di fieno. Strinse forte i pugni soffocando un grido ringhioso e colpendo l’acqua con le mani, desiderando tanto che quella fosse la faccia del Corvonero. Ok, ok.. Sono calma... Sono calma... Si strofinò il viso con le mani, respirando profondamente e tentando di darsi un contegno. Pensa, pensa, pensa... A ragionarci bene, non era poi così male che non ci fosse nessuno. Anzi.. Poteva essere il miglior colpo di fortuna della sua vita! Doveva solo raggiungere il portone d’ingresso, strisciando dietro ad alberi e cespugli, sgattaiolare dentro il castello, farsi sette piani di scale, raggiungere il Dormitorio dei Grifondoro e, hop!, il gioco era fatto! Poteva farcela, ne era certa! Ovviamente c’erano tantissime cose che sarebbero potute andare storte.. Per esempio le sue chiappe potevano venir pubblicate dal giornalino della scuola o, peggio ancora, dallo Shame! Già immaginava i titoli: “Daphne Baker mostre le sue... Pluffe”. Si sarebbe potuta giocare il tirocinio. Oh, dannazione. Sarebbe rimasta lì per sempre. Forse Junie quella sera si sarebbe accorta della sua assenza e sarebbe venuta a cercarla.. Doveva solo resistere qualche ora, raggrinzendosi come un chicco d’uva passa, ma forse alla fine sarebbe stata tratta in salvo.. Se c’era un’unica cosa, in tutta quella storia, di cui era assolutamente certa era che Joshua Stevenson era un uomo morto. Non si sarebbe fatta nessuno scrupolo.. Appena trovo qualcosa da mettermi vado a cercare quel brutto figlio di put.. "Vengo in pace vengo in pace." Avete presente quando il vostro cuore perde un colpo per poi accelerare la corsa come se volesse recuperare il tempo perso? A Daphne accadde proprio questo mentre, voltandosi appena, riconosceva Dean Moses che in sella ad un cavallo bianco galoppava verso di lei con la spada sguaiata al vento. Ok, probabilmente non c’erano ne cavalli ne spade, ma agli occhi della ex Grifondoro la scena apparve all’incirca in quella maniera. Daphne aveva una gigantesca cottarella per lui da quando era al quinto anno. Si era imbucata ad una festa e lui era lì, bello come un dio greco che sorseggiava gintonic. Era una delle cose più sexy che avesse mai visto in tutta la sua vita. E mentre la musica era alta si era detta che ci avrebbe provato. Oh si, si sentiva coraggiosa. Aveva solo bisogno di trangugiare un altro paio di vodka lemon e sarebbe stata pronta per andare. Era un piano a prova di bomba. Se Dean si fosse rifiutato avrebbe incolpato l’alcool e la sua dignità sarebbe rimasta illesa. Ok, Daphne, vai! Non aver paura! E sarebbe andata. Davvero, era lì lì per muovere un passo nella direzione del giovane se non fosse stato per un ubriachissimo Corvonero del quarto anno che, cadendole praticamente addosso, le andò a rovesciare sulla maglietta l’intero contenuto del bicchiere. Poteva bastare, penserete voi. E no. Perché il ragazzino, intento a scusarsi in una biascicante lingua incomprensibile, fu colto da un bellissimo conato di vomito e decise di svuotare l’intero contenuto del suo stomaco nelle scarpe della Grifondoro. Inutile dire che il piano a prova di bomba era appena saltato in aria. Dean non l’aveva neanche degnata di uno sguardo o, se l’aveva fatto, era stato per farsi qualche sana risata. Era dovuta tornare in camera, con la coda tra le gambe, per gettare via per sempre quelle scarpe. "Suono davvero un sacco falso se ti dico che sono dispiaciuto per i tuoi vestiti, però se vuoi ho una felpa nello zaino. Data la stazza ti dovrebbe arrivare alle ginocchia." PORCOMERLINO. Dean Moses stava scherzando con lei. Se esisteva un paradiso doveva essere quello. Forse c’era davvero morta in quella pozza di acqua gelida. Lui le fece cenno di seguirlo, voltandosi dall’altra parte come un vero gentiluomo. Lei lo fece come uno di quei serpentelli che vengono incantati dal suono di un flauto. Uscì dall’acqua a piccoli saltelli, lasciando che i suoi piedi toccassero appena il fondale. Alghe, alghe, alghe.. Porca Morgana, che schifo! L’avrebbe voluto gridare tanto era il disgusto provocato ogni volta che qualcosa sfiorava le sue caviglie. Ma era una signorina! Avrebbe pagato qualsiasi cifra per fare una buona impressione su Dean Moses. Uscì dall’acqua ed il suo corpo fu invaso da piccoli brividi di freddo. Si strinse le braccia intorno al petto, camminando veloce dietro l’ex Grifondoro e stando attenta a dove metteva i piedi. Si era immaginata un sacco di volte di stare nuda in compagnia di Moses “il bellone”. Nei suoi film mentali, però, erano nudi entrambi e non solo lei. Forse potrei chiedergli di togliere anche i suoi.. Oh, ti prego, Baker. Falla finita. Dean si fermò sotto l’albero sotto il quale aveva lasciato la sua roba. Daphne inchiodò, fermandosi anche lei. Adesso con le braccia stava cercando di coprire più pelle possibile. Non che la nudità la imbarazzasse, ad essere sinceri. A dirla tutta non aveva mai avuto problemi con il suo corpo e sapeva di non avere niente in più rispetto alle altre donne che Dean poteva aver già visto. Anzi, forse aveva qualcosa in meno.. Mooolto in meno. Tette microscopiche, se non si fosse capito.. "Sta un po' larga pure a me..a te dovrebbe bastare per mettere una pezza a questo... disguido tecnico." Disguido tecnico. Daphne l’avrebbe definito meglio come “episodio da raccontare al funerale di un certo Joshua”. Il giovane estrasse un enorme felpa grigia dal suo zaino e, senza spiare, la passò alla ragazza nuda come un verme.
    original
    «G-Grazie..» Lo infilò di corsa, mentre il suo corpo veniva scosso da piccoli brividi di freddo. Appena ci infilò la testa chiuse gli occhi, respirando a pieni polmoni quel profumo di cui l’indumento era impregnato. Il suo profumo. Era dolce e fresco allo stesso tempo. Non sapeva a cosa paragonarlo, ma conosceva a chi l’avrebbe sempre collegato da quel momento in avanti. Si tirò su le maniche quel tanto che le consentiva di tirare fuori le mani da quell’enorme felpa. "Se posso chiedertelo..come ci sei finita a correre nuda per la tenuta?" Dean sembrava divertito e ciò, fece sorridere anche lei. Alla fine a Daphne bastava poco per recuperare il buonumore. Era come una bambina che cade e si sbuccia il ginocchio. All’inizio può mettersi a piangere, ma se qualcuno le offre una caramella, ella ritrova subito il sorriso. Improvvisamente si rese conto di aver detto poco niente da quando il suo eroe l’aveva salvata. Una vocina ragionevole nella sua testa le consigliò che forse era meglio se lui pensasse che lei fosse muta, perché era più che certa che se avesse aperto bocca avrebbe tirato fuori una boiata tremenda. «C’era una scommessa in atto.. E delle birre da vincere..» Appunto. Mai ignorare quella vocina piena di buonsenso. Scandì le parole come un bambino che confessa il furto della marmellata. Si sentì lo sguardo del giovane addosso, e oltre ad abbassare immediatamente lo sguardo, realizzò tutto d’un tratto di essere ancora un po’ fatta. «Si, sembra incredibilmente stupido ora che lo dico ad alta voce.» Perché diamine fino a poco fa le era sembrata l’idea più geniale del mondo? L’Erballerga. Ah, già. Rialzò lo sguardo verso il ragazzo ed allargò un enorme sorriso sulla faccia. «E dimmi..» Cominciò a giocherellare con le dita delle mani tenute dietro la schiena, mentre i piedi scalzi continuavano a scambiarsi il peso tra talloni e punta delle dita, facendo oscillare appena la piccola Baker avanti ed indietro. «Come posso ringraziare il mio salvatore?» Dovette metterci tutta la concentrazione psicologica che possedeva per non mettere in quella frase tutta la malizia che avrebbe voluto. Lo farai scappare a gambe levate, genio. Stavolta l’aveva ascoltata. «Giuro che te la faccio riavere il prima possibile.» borbottò toccando l’enorme felpa che indossava. Si sedette a terra, stendendo le gambe nude davanti a se. Le dita dei piedi si muovevano giocherellando con i fili d’erba. «Tanto so dove trovarti.» Un sorrisone. Un sorrisone che rimase come ghiacciato sulla sua faccia, mentre velocemente realizzava quanto fosse stata cretina una cosa del genere. So dove trovarti? Cazzo sei, una stalker? Avrebbe voluto scappare via, tornare al lago ed affogarcisi dentro. Invece rimase lì, immobile, il sorriso in faccia e gli occhi che erano lo specchio di quella consapevolezza che rimbombava nella sua testa.
     
    .
2 replies since 17/3/2019, 15:05   141 views
  Share  
.