Draught of Living Death

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    1. Sminuzzare il fagiolo sopoforoso.
    2.Versare in 250 fl.oz. di acqua e aggiungere 5 once di sale marino africano nel becker. Mettere il bicchiere da parte dopo che tutta l'acqua è stata aggiunta. Fare molta attenzione a non scuotere o spostare il bicchiere.
    3. Lasciare l'acqua e sale a riposare per cinque minuti.


    Non era mai stata particolarmente attratta dalla maggior parte delle materie presenti nelle scuole di magia frequentate nella sua breve vita, ma se c'era una branca che le piaceva particolarmente, era quella della pozionistica. A Beauxbatons, la scuola delle fate -così come amava definirla lei- Pozioni non aveva una gran rilevanza nel curriculum degli studenti -neanche a dirlo!- motivo per cui una volta giunta a Hogwarts non fu facile per Morgana mettersi in pari.
    Le prime lezioni si rivelarono essere praticamente un disastro, tant'è che fu costretta a cambiare ben due calderoni a distanza di soli tre mesi dall'inizio del suo quinto anno; ci sarebbe da mensionare quella volta in cui, intenta a preparare il Distillato della Pace, la brodaglia verde bottiglia che si trovava all'interno del calderone decise di scoppiare, creando un baccano tale da far accorrere in aula persino i fantasmi e inondando tutti coloro che si trovavano a un raggio di un metro da lei. In quell'occasione Morgana si limitò a guardarsi attorno sperando di trovare qualcuno a cui attribuire la colpa, ma neppure lei era in grado di negare un'evidenza tanto palese.
    A dirla tutta, però, per quanti difetti potesse avere, la Serpeverde era piuttosto testarda e difficilmente si accontentava di un insuccesso, soprattutto in quella che sarebbe divenuta presto una delle sue materie preferite; si impegnò talmente tanto che, a distanza di pochi giorni, riuscì a riprodurre un Distillato della Pace a dir poco perfetto, ottenendo la meritatissima E cui da tempo agognava.
    Quell'anno, fortunatamente, le cose andarono in maniera diversa: dopo aver colmato le lacune createsi a Beauxbatons nei quattro anni precedenti, la figlia di Salazar riuscì a tenere facilmente il passo con la classe di Pozioni e, ottenuto un discreto risultato agli esami G.U.F.O., si era preparata ad affrontare al meglio il suo sesto anno.
    Non era raro, infatti, trovarla nel tardo pomeriggio all'interno dell'aula di Pozioni, intenta ad esercitarsi nel preparare una delle soluzioni affrontate a lezione in quei giorni. In quell'occasione, in particolare, era alle prese con una delle Pozioni che lei trovava più affascinanti oltre che intuitive: il Distillato della Morte Vivente.
    Controllò l'orologio da parete e attese l'attimo prima che scattasse il sesto minuto, per poi seguire le istruzioni successive.

    4. Versare lentamente tutta l'acqua nel calderone.
    5. Con la mano sinistra usare il cilindro graduato per ottenere 40 fl.oz. di essenza di assenzio.
    6. Con la mano destra tenere la caldaia con una leggera angolazione e versare dieci gocce (20 fl. oz.) di essenza di assenzio.


    Ciò che più le piaceva di quella materia era riuscire in essa senza dover dare spettacolo. Morgana, invero, non era un'esibizionista e a un plateale Schiantesimo -che tutto sommato apprezzava moltissimo- preferiva un veleno letale. C'era astuzia nel realizzare una pozione, una precisione addirittura millimetrica, si necessitava di calma, silenzio e pazienza, molta pazienza che a lei, solo in quel caso, pareva non mancare affatto.
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    Sentì l'ormai familiare sensazione del sudore che le imperlava la fronte, a causa dell'alta temperatura a cui era sottoposta quando stava nei pressi del calderone. Fece finta di nulla, calibrando le gocce di essenza di assenzio e schiudendo la bocca nel tentativo di seguire quella conta silenziosa.
    Continuò a lavorare immersa nella quiete del laboratorio, ignorando i vocii di altri Serpeverde che, incuranti o ignari della sua presenza, passavano davanti all'aula senza preoccuparsi di tener basso il volume della voce.
    In altre circostanze si sarebbe limitata a lanciare contro di loro una Fattura Orcovolante o chissà cos'altro, ma in quel momento la sua attenzione era tutta per il Distillato.
    Seguì le istruzioni passo dopo passo, si morse il labbro quando pensò di aver sbagliato a regolare la fiamma del calderone e assaporò il retrogusto salato della pelle lievemente sudata prima di rassicurarsi: la soluzione aveva colore e consistenza di ciò che era riportato sul libro di testo.
    Mescolò la pozione in senso orario per dieci volte, poi la vide assumere la tonalità lilla così come richiesto; continuò a mescolare e ad aggiungere ingredienti fino ad arrivare quasi al termine della preparazione, lasciando cadere al suo interno un pezzo di radice di valeriana.
    Poi si portò al fianco del tavolo da lavoro, con le braccia conserte e lo sguardo rivolto al contenuto del calderone, mentre il ticchiettio dell'orologio scandiva chiaramente i due minuti e mezzo che avrebbero decretato il risultato del suo lavoro.
     
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    « I fiocchi dei centrotavola devono essere blu notte, non color pastello. » La vocina esagitata di Amunet Haelena Carrow rimbomba sui corridoi mentre cammina a passo felpato spostandosi dall'aula in cui ha appena seguito Diritto Amministrativo Magico verso i sotterranei. La sua vita è un vortice di responsabilità e impegni. Un matrimonio da organizzare, due bambini da tenere a bada, un rapporto solido da mantenere sempre nelle migliori condizioni, esami da preparare, una casa da tenere in sesto e anche una vita sociale da sostenere al massimo delle aspettative. Lei e il suo fidanzato, in quel gioco decisamente sporco, sembravano essere piuttosto bravi, sempre estremamente organizzati, in grado di stare al passo con ogni imprevisto. Tranne uno. La variabile che non avevano considerato e che ora sembrava scrollare le loro vite dalle fondamenta, rendendoli estremamente agitati, a tratti nervosi, spesso e volentieri tesi e il più delle volte irritati. Lo Shame aveva costretto la piccola futura famiglia Potter a giocare in difesa, a tornare a quell'antico moto di orbitare ovunque andassero e qualsiasi cosa facessero con sospetto che spesso sfociava nella paranoia. Ma nonostante ciò, Mun non aveva intenzioni di rinunciare al suo progetto della stagione: l'organizzazione del matrimonio perfetto. Un evento che la piccola Carrow, appena diciannovenne sognava praticamente da quando era bambina. Si dirige verso i sotterranei, mentre continua a dare disposizioni su disposizioni al telefono, lasciando intendere al suo planner che non aveva intenzioni di accettare un solo capello fuori posto durante il giorno più impostante della sua vita. Seppur il lavoro di quel team fosse quello di rassicurarla e fare in modo che la sua vita continuasse nel più normale dei modi, mentre loro si occupavano di ogni crisi possibile e immaginabile, la piccola Carrow non sembrava poi molto in vena di lasciar loro troppo spazio di manovra. Maniaca del controllo fino al midollo, voleva essere coinvolta in tutto, essere costantemente informata di ogni minimo cambiamento. A delegare non era brava; forse per questo motivo non aveva ancora scelto le damigelle. L'idea di sentirsi dire che determinati compiti all'interno di quel matrimonio spettava loro, era l'ultima cosa che avrebbe voluto sentirsi dire. Mai come in quel momento rimpiangeva la scomparsa della sorella; Jo l'avrebbe capita. Ed è a lei che pensa mentre osserva con una certa melanconia l'anello posto il proprio dito, che in passato era appartenuto alla stessa. « Tenetemi aggiornata. » E' l'ultima cosa che dice loro prima di imboccare il solito tragitto verso l'aula di pozioni. Il professore le aveva chiesto di organizzare i materiali per la lezione del giorno seguente e lei si era premurata di assicurarsi quel compito in modo tale da strappare qualche altro credito extra. Quando si è madri, future mogli e costantemente sull'orlo di una crisi di nervi, sapere di poter svolgere delle mansioni alquanto banali e avere qualche credito in più, è quasi una benedizione dal cielo. Rimette il cellulare in tasca solo per poi accorgersi di trovarsi di fronte a un'aula non del tutto vuota. Si ferma di conseguenza sull'uscio dell'aula, osservando la ragazza che ha di fronte. Divisa Serpeverde e un leggero luccichio sulla fronte, che la costringe a sorridere.
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    I suoi compagni sono sempre stati dei grandi lavorati; forse non ai pari dei Corvonero, ma di certo con una marcia in più rispetto a quest'ultimi. Forse per questo Mun ha sempre nutrito sotto sotto un grande orgoglio nei confronti della casata verde argento, al punto da sentirsi pervadere da una soddisfazione senza precedenti dopo la sua nomina a Caposcuola l'anno precedente. Non può dire di conoscerla; in fondo, non è mai stata così socialmente impegnata come le piacerebbe pensare. « Oh, ciao.. non mi aspettavo di trovare qualcuno. » Asserisce mentre posa la propria borsa sulla cattedra liberandosi del cappotto, per poi iniziare a ordinare il casino sui banchi, con un semplice tocco di bacchetta che rimette in ordine calderoni non utilizzati e ingredienti rimasti un po' alla bell'e meglio dopo l'ultima lezione della giornata. « Spero di non aver interrotto niente. Mi hanno chiesto di preparare la lezione di domani e.. » Si avvicina alla mora con un grosso sorriso. Quando si trova di fronte ai compagni più piccoli, Mun tende a diventare più gentile. Le piace continuare a sentirsi parte del mondo della scuola, seppur ormai il college sia un'esperienza completamente diversa. Allunga una mano in direzione della giovane. « Sono Amunet.. Carrow. E tu sei? » Inclina la testa di lato osservandola con un che di indagatore come se cercasse di associare un nome al volto che ha di fronte. C'è una sorprendente somiglianza con qualcuno che Mun ha conosciuto in passato sin troppo bene. Ma la ragazza che ha di fronte non è di certo lei. Tra le pieghe del suo sorriso sembra annidarsi un leggero velo di melanconia che scaccia tuttavia in fretta e furia inumidendosi le labbra. « E' sempre una grande soddisfazione vedere che qualcuno trova ancora il tempo e la voglia di esercitarsi anche fuori orario. Posso dare un'occhiata? » Asserisce infine indicandole la pozione. A giudicare dall'odore e il colore, è di fronte a una pozione piuttosto avanzata. Distillato della Morte Vivente. Preparazione complicatissima, ma non di certo impossibile. Ci vuole tuttavia davvero poco perché la si sbagli. Un solo errore e si può rovinare la vita di qualcuno per sempre.




     
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    Risultare tanto coinvolta nella preparazione di una pozione aveva i suoi lati positivi, come assicurarsi un risultato per lo meno decente e un voto più alto nel caso in cui l'insegnante avesse avuto l'ardire di coinvolgerla durante la lezione; tuttavia, l'essere troppo coinvolta aveva anche i suoi svantaggi: non appena la nuova arrivata fece capolino nell'aula e parlò, Morgana si ritrovò a sobbalzare e a voltare il capo, sorpresa, verso la fonte di quel rumore.
    Non si aspettava che qualcun altro avesse intenzione di dedicarsi alle pozioni, non a quell'ora, motivo per cui l'entrata in scena della ragazza la prese alla sprovvista.
    Si rilassò subito dopo averla riconosciuta, nonostante non potesse affermare di averci mai parlato. La Carrow era, naturalmente, tutt'altro che un volto ignoto all'interno del castello, come tutti coloro che avevano ricoperto cariche di una certa rilevanza. Morgana non poteva dire di nutrire qualsivoglia sentimento nei confronti dell'ex Caposcuola, in fondo non la conosceva e seppur facesse in fretta a farsi un'idea delle persone con cui aveva a che fare, quanto meno doveva parlarci un paio di volte.

    Ciao.
    Non preoccuparti, nessuna interruzione, ho quasi finito.


    Rispose semplicemente la figlia di Salazar, ancora poggiata con il fianco contro il tavolo da lavoro e le braccia conserte sotto il seno. La osservò muoversi all'interno dell'aula, la vide abbandonare la borsa e il cappotto, poi dedicarsi al riordino della stanza, cosa che rendeva piuttosto palese il suo ruolo lì dentro; Morgana non era certa di come funzionassero le lezioni per i ragazzi che frequentavano i corsi successivi all'ottenimento dei M.A.G.O., eppure non era difficile immaginare che alcuni docenti scegliessero i più meritevoli come assistenti; i primi guadagnavano un aiuto utile, i secondi crediti extra.
    La verde-argento abbassò lo sguardo sulla pozione dopo averlo distolto dalla ragazza e dato un'occhiata all'orologio: mancava ancora un po' di tempo. Vide il colore della pozione cambiare tonalità o le parve di notarlo, d'altro canto il cambiamento era talmente lieve da non poterne avere la certezza.
    Sentì il ticchettio dei passi della Carrow sempre più vicino, fino a quando non vide una pallida mano frapporsi fra loro e si costrinse a osservare la ragazza direttamente negli occhi dalle iridi scure.

    Sì, so chi sei... difficile non saperlo, non trovi?

    Morgana le sorrise come per smorzare la tensione che sentiva non tanto per quella presentazione, quanto per le ultime ore trascorse in quel sotterraneo. Aveva bisogno di aria fresca.
    Allungò la mano verso quella della giovane e gliela strinse, percependo una temperatura ben più alta rispetto alla propria; era quasi un toccasana.

    Morgana Evans, piacere.

    Lasciò che Amunet la osservasse, restando però in silenzio e sostenendo quello sguardo, tanto intenso da farla quasi arretrare. Gli occhi scuri le erano sempre piaciuti, nonostante ciò che la maggior parte della gente potesse dire; le mettevano addosso una certa inquietudine ma li trovava molto più sinceri e veri del più bel paio di occhi cerulei esistenti.
    In verità non le piaceva essere osservata con tanta insistenza, ma di certo non lo avrebbe fatto notare a una ragazza che non conosceva e che, un attimo dopo, si propose di studiare ciò che lei aveva prodotto in quelle ore.
    Distogliendo l'attenzione dalla mora, la Serpeverde si scostò una ciocca di capelli dal viso e tornò con lo sguardo sul Distillato.

    Più che di voglia parlerei di necessità. A Beauxbatons non sono certo famosi per l'abilità dei loro pozionisti e ho dovuto recuperare a modo mio.

    Ammise con molta franchezza stringendosi tra le spalle, mentre afferrava una piuma poggiata alla destra del calderone. Si fece da parte per permettere ad Amunet di osservare il lavoro appena compiuto, poi le passò la piuma e se lei l'avesse afferrata avrebbe constatato da sé la riuscita o meno della pozione.

    C'è qualcosa che non mi convince, eppure sono stata attenta: ho schiacciato il fagiolo soporifero invece che tagliarlo e ho mescolato quanto e come indicato dalla ricetta ma... c'è qualcosa che non va.

    Lo percepiva dalla tonalità della pozione: non era troppo dissimile da quella che aveva osservato durante la lezione, ma non era perfettamente uguale.
    Ad ogni modo, non aveva alcuna voglia di annoiare la ragazza più grande con quelle questioni, motivo per cui si limitò a sospirare lievemente prima di iniziare a conservare il proprio materiale nella borsa.

    Come mai da queste parti? Attività extracurricolari?
     
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    « Ciao. Non preoccuparti, nessuna interruzione, ho quasi finito. Sì, so chi sei... difficile non saperlo, non trovi? » Sto appena il naso la giovane Carrow, trovando tuttavia la forza di rivolgere alla giovane studentessa un ampio sorriso colmo di gentilezza mentre si avvicina con un paio di pergamene lasciate alla bell'e meglio sul tavolo da qualche studente delle ultime ore segnate sul registro. A giudicare dal casino rimasto dietro l'orda, deve essere il corso del terzo anno. Quando iniziano con i vari tipi di pozioni restringenti, il casino sembra moltiplicarsi. Quel pensiero viene da lei espresso mentalmente con una scia di melanconia. Le manca, in fondo la scuola. Seppur l'infanzia non sia stato il periodo più felice della sua vita, a quei tempi non poteva nemmeno immaginare di quanto sarebbero ulteriormente più incasinati i suoi anni da giovane adulto. Non scambierebbe mai le sue conquiste con quel periodo stretto nel caldo abbraccio dell'infanzia, ma in fondo, non può non ammettere che gli anni a Hogwarts esercitano su di lei un certo fascino che non riesce a scrollarsi di dosso. « Una parte di me spera sempre che qualcuno se ne dimentichi. » A dirla tutta non sa se il commento della giovane Serpeverde sia dovuto al suo essere l'ex Caposcuola della sua stessa casata, oppure se deve quell'onore alle nuove dicerie dello Shame. In fondo quell'aggeggio ha ben pensato di far umiliarla nuovamente di fronte a tutta la scuola. Quegli stamp, delle sue conversioni con Albus, continuavano a circolare un po' ovunque nel campus, e quando sembrava aver debellato la questione, una nuova foto compariva alla sprovvista moltiplicandosi come i pesci di Gesù. « Più che di voglia parlerei di necessità. A Beauxbatons non sono certo famosi per l'abilità dei loro pozionisti e ho dovuto recuperare a modo mio. C'è qualcosa che non mi convince, eppure sono stata attenta: ho schiacciato il fagiolo soporifero invece che tagliarlo e ho mescolato quanto e come indicato dalla ricetta ma... c'è qualcosa che non va. » Non appena la ragazza le cede il posto per accertarsi della riuscita della pozione, Amunet si posiziona di fronte al calderone afferrando la piuma che Morgan le porge. La giovane Carrow lascia cadere la piuma all'interno del calderone che galleggia, scomparendo lentamente all'interno dell'infuso. Controlla di conseguenza i tempi di scomposizione della piuma all'interno del calderone constatando che tutto sommato i tempi, seppur leggermente troppo stringenti, la pozione dovrebbe essere apposto. Afferra di conseguenza una piccola fialetta e ne versa una piccola quantità per osservarne il colore sotto la luce delle candele. Infine la invita ad affiancarla per poter osservare a sua volta ciò che Mun vede.
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    Pozioni è sempre stata una delle sue materie preferite, non solo perché, il professore di Pozioni è sempre stato per tradizione il direttore della sua casata, ma anche perché trovava l'arte delle pozioni una delle più precise e difficile da realizzare. Non c'era talento naturale che tenesse di fronte all'accortezza e alla minuzia che necessitava l'antica arte delle pozionistica. « Il colore è quasi perfetto. » Sotto la luce delle candele infatti, seppur mantenesse una leggera nota lilla, tendeva quasi al trasparente, limpida come l'acqua come dovrebbe essere. « Vedi quei piccoli detriti? Potrebbero essere resti di fagiolo sopoforoso o di valeriana. Significa che devi sminuzzare di più uno degli ingredienti. Oppure, ipotizzo che non hai lasciato il sale marino riposare sufficientemente. Acqua e sale devono diventare una soluzione satura, perfettamente amalgamata. Se soluto solido non si è disciolto nel solvente liquido ciò porta a una pozione non perfettamente limpida. Il che potrebbe compromettere la buona riuscita della pozione. » Sospira osservando infine la ragazza mentre riversa il contenuto della pozione nel calderone. « La soluzione salina in questo caso è importantissima, perché neutralizza l'acidità della pozione. Dovreste aver parlato del PH delle pozioni all'inizio dell'anno. Con un composto troppo basico o troppo acido, la pozione potrebbe risultare corrosiva - » Ti brucia lo stomaco. Letteralmente. Tutti pensano che il più grande danno che si possa commettere con un Distillato della Morte Vivente è sbagliare la perfetta quantità di Valeriana, rischiando di mettere a dormire per sempre chiunque la ingerisca. La verità è che ci sono tante altre variabili. « Io usavo sempre le Cartine al Tornasole per accertarmi di aver fatto un buon lavoro. Se non possiedi un libro base di pozioni, ne troverai parecchi negli armadietti. Al capitolo tre spiega esattamente come funzionano. Molti pozionisti lo trovano un metodo alquanto antiquato, ma a dirla tutta, non hanno mai sbagliato un colpo. » E dicendo ciò le sorride, continuando il suo giro tra i banchi ordinando il bacano della classe. « Come mai da queste parti? Attività extracurricolari? » Una domanda più che lecita, di fronte alla quale Amunet sorrise. Molti le avevano chiesto per quale ragione avesse deciso di continuare quel percorso con Pozioni, specialmente vista la mancanza di affinità tra il suo percorso di studi e quella branca della magia. La verità è che i GRAMO non erano mai sufficienti, e inoltre, pozioni restava ancora una delle sue materie preferite. « Pozioni non piace a molte persone. Anche al college, il corso ha raccolto davvero poche iscrizioni. Quelli che le studiano, preferiscono tenere i segreti del mestiere per se stessi - sai, per il futuro. Nessuno vuole vendere i propri segreti al mondo, specie se si aspira a diventare liberi professionisti una volta completato il percorso di studi. » Morale della favola, di futuri pozionisti bravi ce ne erano tra quelle mura, ma molti, semplicemente avevano troppo da perdere se avessero deciso di spargere le loro conoscenze al prossimo. La settorialità voleva che ciascuno tenesse i segreti del mestiere per se stesso, se voleva essere minimamente competitivo. Una strategia che a dirla tutta, anche Mun avrebbe ben volentieri tenuto nel proprio campo di studi. « Io invece sono una giurista, ho tanto bisogno di crediti extra, e si dà il caso che sono una E+ ai MAGO. Quindi sì.. ho dato la mia disponibilità per il tutoraggio. » Sempre meglio di niente. Il professore oltretutto la adorava, quindi il lavoro risultava davvero piacevole e gratificante. « Beauxbatons eh? Ti sei trasferita quest'anno oppure ci sei già da un po'? » Una curiosità più che lecita. « Deve essere un bel cambiamento per te - è vero che durante la cena le ninfe dei boschi cantano per gli studenti? » Le chiede con un tono divertito. Le voci che corrono su tutte le altre scuole a Hogwarts, hanno un che di buffo. E' ovvio d'altronde; gli studenti di Hogwarts sono convinti di studiare nell'accademia migliore del mondo, specie ora che è diventato anche il primo istituto superiore universitario, a livello internazionale.




     
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  5. _evans_
         
     
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    Morgana non era il tipo di persona che dava retta ai gossip, tanto meno si faceva coinvolgere in faccende che non la riguardavano personalmente, a meno che non potesse avere un tornaconto di qualche valore. Non era una persona cattiva, aveva troppo della sua nonna paterna per potersi definire anche solo in parte "crudele" o "maligna", ma fin dal suo primo anno si era convinta che, per essere finita tra i Serpeverde, qualcosa di non troppo puro -a differenza del sangue- dovesse averlo anche lei.
    Nonostante tutto, non era sorda e neppure asociale, motivo per cui conoscere la precedente Caposcuola di Hogwarts era piuttosto normale, persino per una persona riservata come lei.
    E' così terribile? Intendo, essere Caposcuola e al centro dell'attenzione.
    Non era un'esibizionista l'irlandese, ma neppure qualcuno che desiderava restare nell'ombra di altri. Se fosse stata abbastanza sportiva si sarebbe iscritta nella squadra di Quidditch -cosa a cui stava ancora pensando, in fondo aveva l'ultimo anno a disposizione per tentare l'impossibile- e se avesse dedicato allo studio il tempo necessario avrebbe potuto sperare in qualche spilla, ma la verità era che per stare al centro dell'attenzione, sotto i riflettori per così dire, non serviva solo eccellere in qualcosa, ma tanta dedizione e altrettanto sacrificio. E Morgana non era certa di desiderare tutto ciò fino a tal punto.
    Quando poi il discorso e l'attenzione si spostarono sulla sua pozione, la serpe rimase nel più completo silenzio, mentre lo sguardo svettava dal proprio composto alla ragazza, intenta a studiare con attenzione ciò che lei aveva realizzato in quell'ultima ora.
    Era stata attenta a ogni dettaglio, ma era abbastanza preparata in materia di Pozioni da sapere che a volte seguire il libro alla lettera non garantiva necessariamente un risultato perfetto, al contrario, delle volte era utile un'esperienza che andava al di là del semplice studio o del blando impegno scolastico. Era per quel motivo che aveva scelto di esercitarsi di tanto in tanto nel pomeriggio, quando l'insegnante glielo permetteva e i sotterranei del castello erano liberi dalla presenza di studenti fastidiosi e rumorosi.
    La osservò riempire una provetta e studiarla con attenzione, poi le si avvicinò e ascoltò ciò che aveva da dire. A quanto pareva, la soluzione era piuttosto buona ma la mora non aveva dato abbastanza peso alla preparazione del sale. Diede voce -piuttosto basta, fortunatamente- a un'imprecazione mentre batteva un piede contro il suolo in pietra a causa della frustrazione: sapeva di aver sbagliato qualcosa e seppur fosse consapevole di non poter raggiungere la perfezione, voleva per lo meno tentare di avvicinarvisi.

    Cartine al Tornasole.
    Non aveva idea di ciò che la ragazza stesse dicendo, ma per nessun motivo al mondo lo avrebbe ammesso. Si limitò invece ad annuire convinta, prendendo un appunto sul proprio quaderno e preparandosi a rimettere tutto in ordine, ma non prima di aver raccolto una provetta di pozione da portare all'insegnante. Che potesse scapparci qualche punto extra? Tanto valeva provare.
    Ascoltò la risposta della Carrow e annuì senza chiedere altro. Come già anticipato, Morgana non amava farsi i fatti altrui e non era una persona che chiedeva delucidazioni a riguardo; un po' perché il più delle volte non le interessava approfondire l'argomento, altre perché non intendeva mettere a disagio chi aveva di fronte. Era da sempre convinta che se alcune cose venivano taciute, era perché non se ne volesse parlare, non per semplice dimenticanza.
    Una giurista che ama le pozioni. Campo umanistico contro quello scientifico, non male.
    Non la stava giudicando, solo esprimendo una semplice quanto banale constatazione. Era evidente quanto fosse facile giudicare senza conoscere e la presenza di due sfaccettature tanto diverse in una stessa persona non era sempre scontata, al contrario.
    Quanto a lei, non avrebbe saputo dire cosa avrebbe scelto una volta terminato il percorso a Hogwarts, non aveva affatto le idee chiare.
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    Sono arrivata all'inizio di quest'anno, anche se, fosse stato per me, sarei stata qui fin dal primo. Merito di mia madre e delle sue convinzioni secondo cui tutto ciò che è francese sia raffinato, elegante ed appropriato a una signorina del mio calibro.
    Disse il tutto con una vena di sarcasmo che avrebbe reso difficile credere alla veridicità di quelle parole, principalmente perché Morgana considerava stupide, insignificanti, barbare e medievali le considerazioni sul sangue puro o "sporco" dei maghi e delle streghe e, cosa ancora più importante, detestava i suoi genitori.
    D'altro canto, doveva sopportarli ancora per un annetto o due.
    A volte mi sembra di non avere il controllo su ciò che faccio e ciò che sono ed è... frustrante, ecco. Sai cosa voglio dire?
    Lo disse con semplicità, con un sorriso stranamente sincero sulle labbra dopo che un sospiro aveva accompagnato le mani ad abbandonare un paio di fogli di pergamena nella borsa.
    Alle parole di Amunet circa le ninfe che cantavano a cena, la serpe non poté fare a meno di ridere puntando gli occhi al cielo; esistevano moltissime dicerie sulla scuola delle fate, così come ne esistevano su tutte le altre scuole di magia. Persino lei, amante di Hogwarts, aveva finito per credere ad alcune di esse sull'istituto scozzese.
    Rivolse così lo sguardo alla mora e, senza smettere di sorridere, non riuscì a trattenersi nel dire: Assolutamente sì e, credimi, dopo lo stupore e la meraviglia iniziali, cominceresti a sentire la mancanza dei fantasmi di Hogwarts, persino del tizio con la testa penzolante di Grifondoro.
    Non riusciva proprio a ricordare il nome di quello strano fantasma.
    Non fraintendermi, è una scuola affascinante da un certo punto di vista, ma è piena di regole, di imposizioni... è impossibile essere se stessi.
    Se c'era una cosa che si era capita dal discorso fatto da Morgana, era che la ragazzina non aveva alcuna la voglia di essere controllata; voleva esprimersi, voleva poter essere la persona che era senza il timore di risultare imperfetta o inadeguata, voleva semplicemente sbagliare e imparare dai propri errori, scegliere la propria strada ed affrontarne le conseguenze.
    E sarebbe stata ben lieta di imparare.
     
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