Teammate

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1    
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    12,104
    Reputation
    +1,741

    Status
    Anonymes!
    « Complimenti, signorina Stone. Immagino ci vedremo allora settimana prossima per la firma del contratto e un breve tour della struttura. Mi raccomando, ora, si riposi a dovere; sono state giornate intense. » Malia sorride all'uomo stempiato, e nella rapida stretta di mano che si scambiano riesce a riversare tutta l'energia, l'entusiasmo e la vitalità che prova in quegli istanti. Non riesce a rispondergli con parole compiute, e dunque balbetta, confusa, una mezza battuta che dovrebbe avere lo scopo di farlo sorridere, ma a stento riesce a concludere la frase, talmente è scombussolata dagli ultimi avvenimenti. Che gli ultimi giorni siano stati oltremodo faticosi, come ha voluto ribadire l'uomo che l'accompagna alla porta, è indubbio; altrettanto palese è come da qualche ora a questa parte il cervello di Malia abbia smesso di funzionare le modo corretto, mentre la giovane Grifondoro pare essere naufragata nella trepidazione del momento. Attimi su cui fantastica da anni, ormai: da quando per la prima volta si era librata su di una scopa al primo anno di Hogwarts, e da quando aveva scoperto il gioco del Quidditch, già in quegli istanti una parte di lei aveva iniziato a capire che lì sarebbe stato il suo futuro. E poi aveva trascorso anni a fantasticare, prima di addormentarsi, o tra le nuvole ad una qualche lezione, le folle sugli spalti pronte ad acclamarla, le divise ufficiali, le partite professionali, alle quali le partitelle di Hogwarts avrebbero fatto un baffo. Ha trascorso così tanto tempo a pensare a come sarebbe stato in una vera squadra, Malia, impiegando notti insonni e attimi di vitale attenzione, che nel momento in cui questo succede davvero, è del tutto incapace di realizzarlo. Pur essendosi avvicinata sempre più al suo traguardo, un provino dopo l'altro, la vera coscienza di ciò che stava accadendo non l'ha mai davvero acquisita: e ora che ha ricevuto l'ultima, definitiva, conferma, quella che avrebbe dovuto farla saltare in aria e urlare di gioia, non fa altro che sorridere come un'ebete e balbettare da almeno quaranta minuti buoni - tanto da essere stata capace di rendersi ridicola con tutti gli allenatori della sua futura squadra, un paio di manager e perfino qualche addetto alle pulizie.
    Dire che non si aspettava questo risultato sarebbe mentire: già da un paio di giorni era più che convinta della propria superiorità rispetto all'ultimo ragazzo candidato, contro il quale aveva dovuto giocare in campo, sotto gli occhi vigili di tutti gli addetti al recruiting delle nuove leve della squadra. Lanny O'Connell era due anni più grande di lei ma, a dire di Malia, non era in grado nemmeno di volare in una linea retta nemmeno se trainato da qualcun altro. La sua sicurezza e determinazione dovevano essere risultate chiare nelle mosse della giovane durante gli ultimi giorni di prove e di colloqui; eppure, nonostante sentisse già da un paio di giorni di avere la vittoria in pugno - e precisamente da quando Stacey Mulligan, la sua rivale più temibile, si era cimentata in quello sfortunato passaggio che le era costato le selezioni - sentirsi dare proprio quelle notizie a voce alta la destabilizza non poco. Ce l'ha fatta. Tutti gli sforzi fatti gli ultimi mesi, e in generale da un anno a questa parte, hanno raggiunto il loro frutto, e quelle ultime due settimane trascorse con il sedere attaccato alla scopa, a farsi scrutinare ogni mossa dagli esperti del settore, si risolvono adesso con il coronamento del suo sogno più grande.
    Ancora scombussolata da quell'ultima mezz'ora piena di emozioni, si ritrova a camminare a passo quasi lento verso l'uscita dello stadio di Quidditch di Falmouth, senza sapere esattamente dove è diretta. La mossa più saggia - così come le ha consigliato l'allenatore - sarebbe tornare a casa e concedersi un meritato riposo, ma la trepidazione è tale da farle scartare immediatamente l'idea. Troppo stanca per smaterializzarsi, si dirige verso la prima Passaporta disponibile per Londra, e sfrutta i minuti di attesa per controllare il telefono e aggiornare gli amici sull'esito dell'incontro. E proprio mentre una sfilza di cuoricini e festoni iniziano a riempirle lo schermo del cellulare, sente uno strappo allo stomaco, e viene trascinata via dal vecchio asciugacapelli malconcio al quale si era aggrappata. Comincia a vorticare, mentre il sipario di Falmouth si chiude, e
    tumblr_pmkvxieAcL1y3gz1po10_r2_400
    pochi istanti dopo atterra, con poca grazia come al suo solito, sul suo londinese. Non indugia ulteriormente, ed i suoi piedi iniziano a muoversi verso una direzione in modo quasi automatico. Tra le tante persone con cui avrebbe piacere di condividere questo momento, probabilmente James è quello a cui più lo deve. Forse difficilmente riuscirà a ripagare le ore di aiuto con l'allenamento che le ha regalato, per non parlare della pazienza nell'ascoltare le sue lamentele e paturnie quotidiane senza impazzire né mandarla a quel paese - non troppo, per lo meno. Se è riuscita a ottenere questo risultato, sicuramente è anche grazie a lui.
    « JAAAMEEESSS apri apri aprii! » L'incredulità dei primi momenti è stata gradualmente sostituita da un'euforia incontrollabile, che sprigiona del tutto nell'esatto momento in cui si ritrova di fronte alla porta della casa del ragazzo, e inizia a bussare contro di essa con una certa insistenza. Deve attendere un paio di minuti pieni prima che la porta si apra finalmente, rivelando la figura di un James assonnato e probabilmente ancora in tenuta da letto. « Ti ho svegliato? » dice, confusa, facendo il proprio ingresso nell'appartamento, prima di lanciare una rapida occhiata verso l'orologio appeso alla parete. Le undici. Di certo non ha da sentirsi in colpa. Scuote rapidamente la testa, abbandonando la propria borsa sulla prima superficie disponibile, e poi si volta nuovamente verso il ragazzo. « Vabbè, non importa. Questo è comunque un buon motivo per svegliarsi. » Annuisce convinta, prima di allargare un gran sorriso. « Da Settembre sarò una cacciatrice dei Falmouth Falcons. » Fa una mezza smorfia, come se ancora quelle parole le suonassero strane in qualche modo. « E niente, l'ho saputo questa mattina, non ci credo ancora, ma volevo passare a dirtelo. Anche perché ti ho rotto così tanto le palle con questa cosa negli ultimi mesi che mi sembrava il minimo. Questo per dirti che no, caro mio, pensavi di essertene liberato del tutto, e invece gli allenamenti con me non sono ancora finiti. » Ridacchia leggermente. Si stringe nelle spalle, prima di mettersi a sedere, con uno slancio veloce, sul bancone della cucina. Un rapido movimento della bacchetta tira fuori dalla sua borsa un sacchetto di carta, che finisce direttamente tra le mani del giovane Potter. « E ti ho portato anche un croissant. Non so perché ma me lo immaginavo che stessi ancora dormendo. »
     
    .
  2.     +1    
     
    .
    Avatar


    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    509
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    « Gomiti stretti. Schiena dritta Stone! Ho - detto - SCHIENA DRIT-TA! » Emula sulle labbra un giovane James Sirius Potter mentre mostra alla mora la posizione ideale per impugnare la sua nuova Firebolt, gentile concessione di quello Shame di cui non aveva voluto raccontargli assolutamente nulla. James non aveva insistito e piuttosto aveva cercato di ignorare il fiume di segreti che sembrano ormai intercorrere tra lui e la maggior parte dei suoi cari. Sembrava essere completamente fuori dal mondo, James, destino a guardare dall'esterno situazioni che ormai sembravano sfuggirgli di mano come acqua tra le dita. Che cosa ti aspettavi? si disse semplicemente a un certo punto. Non sei più uno di loro. Aveva smesso di esserlo nell'esatto momento in cui aveva deciso di seguire scelte diverse che in un certo qual modo lo avevano allontanato sempre di più dall'ampia comitiva creatasi attorno ai fratelli e cugini minori. Tutto ciò non sarebbe dovuto pesargli, eppure per un certo motivo sembrava disturbarlo. Tra James e gli altri intercorrevano pochi anni di differenza, e lui l'eterno Peter Pan della situazione, sembrava trarre particolare gaudio nel restare a contatto con loro. Le cose erano cambiate irrimediabilmente, fino al punto un cui James si era trovato sempre più fuori. Ciò non gli aveva impedito di seguire Malia Stone con dedizione: si erano recati al campo di Quidditch di Hogwarts più e più volte alla settimana, nonostante le intemperie della capricciosa primavera, trovando a volte persino l'opportunità di incontrarsi direttamente per gli allenamenti sul molto più professionale campo adibito poco fuori Londra, dove i Falcons si allenavano quattro volte a settimana. Nonostante sembrasse un totale sprovveduto, il giovane Potter aveva capito che Malia stava passando un momento particolare. Albus e Sirius parlavano a volte della rottura con Sam, argomento nel quale James si era ben riguardato di entrarci. Tentava di rendere la vita di Malia il più semplice possibile, chiamandola a Londra solo molto dopo la fine dei loro allenamenti. Alle domande insistenti della ragazza sul perchè dovessero vedersi così tardi, James rispondeva a volte in maniera brusca, propinandole una qualunque scusa che si aggirava attorno al suo avere troppo poco tempo per le mani e annessi e connessi. Ci teneva a che si concentrasse; solo in quel modo avrebbe superato le selezioni. In quei mesi era stato estremamente corretto, forse sin troppo per il suo solito tasso malandrino. Ma questo è il futuro. È tutta un'altra cosa. E James a quell'idea di futuro e stabilità sembrava stranamente e sorprendentemente attaccato. Sono andati avanti così per mesi, tra lo strappo di una birra dopo gli allenamenti e risate. Ma qualcosa era cambiato. Una consapevolezza che si aggirava ormai nella testa del maggiore dei Potter con una certa insistenza. Questo è il futuro. Una realizzazione che sembrava aver preso una piega sempre più marcata nella testa di quel perenne bambino sull'orlo di una perpetua esplosione di iperattività. Qualcosa stava cambiando sì; e non era solo una sensazione, un presentimento, qualcosa dettato dal suo naturale superare l'età dell'innocenza. La vita stava bussando alla porta di James assieme a una serie di fantasmi del passato che sembravano voler irrompere nella sua quiete quotidiana con una certa irruenza. Jack e il resto dei Vipers sono tornati e sembravano darsi un gran bel da fare nel tentare di sconvolgere quella piccola fetta di paradiso che il giovane ex battitore dei Falcons si è creato attorno a sé. James ha tentato di sottrarsi; più e più volte. Sapeva che in fondo, per quanto i Vipers siano rappresentati la sua salvezza in tempi non sospetti, non sarebbero risultati un'ottima compagnia per un James che tentava a tutti i costi di remare dritto. « JAAAMEEESSS apri apri aprii! » Aveva fatto tardi, decisamente tardi. Era talmente stanco che un primo momento non percepì neanche il casino che stava sprigionando la piccola Stone. Di certo la signora Jillian, la sua vicina di casa non avrebbe apprezzato poi molto. Si lamentava spesso del fatto che dal suo appartamento proveniva troppo rumore. Quando i compagni di squadra o qualche amica veniva a fargli visita, o quando qualche ragazza sin troppo rumorosa si fermava a dormire da lui, la dolce signora Jillian tentava sempre di farlo sentire estremamente in colpa per non esser riuscita a dormire bene. Gli voleva bene a modo suo; ogni tanto gli permetteva di deliziarsi con una fetta delle sue torte, ma nonostante ciò, erano più le volte che si comportava come una nonna che come una vicina di casa. E James, con le nonne, aveva una grande esperienza. Apre la porta infine, mentre si passa una mano sul volto stanco, colto ancora in post sbornia, ritrovandosi di fronte il volto di una raggiante e iperattiva Malia Stone che penetra nel suo salotto senza troppi rituali. « Ti ho svegliato? » Ancora lento come una lumaca, richiude la porta alle sue spalle, osservandola con occhietti piccoli e assonnati. « Potresti svegliare anche un morto con tutto questo casino. » Commenta mentre si dirige verso la cucina a vista cercando un bicchiere pulito per bere un po' d'acqua nella speranza di svegliarsi più in fretta. Guarda l'orologio appeso al muro. E' tardi, non c'è dubbio, ma con tutte le serrante abbassate, di certo la cognizione del tempo in quel appartamento si è persa molte ore prima. « Vabbè, non importa. Questo è comunque un buon motivo per svegliarsi. Da Settembre sarò una cacciatrice dei Falmouth Falcons. E niente, l'ho saputo questa mattina, non ci credo ancora, ma volevo passare a dirtelo. Anche perché ti ho rotto così tanto le palle con questa cosa negli ultimi mesi che mi sembrava il minimo. Questo per dirti che no, caro mio, pensavi di essertene liberato del tutto, e invece gli allenamenti con me non sono ancora finiti. » Finalmente sgrana gli occhi osservandola con più attenzione mentre si ferma dal rituale di preparazione del caffè che ha iniziato mentre Malia parlava. Conosce a memoria dove si trova ogni cosa, motivo per cui si muove nell'ambiente con una certa naturalezza nonostante sia ancora lento. L'attività cerebrale del vegetale dall'encefalogramma piatto riprende quota, e James sorride scuotendo la testa. Sotto sotto non aveva dubbi che ce l'avrebbe fatta. James era stato presente alle selezioni, e durate i loro allenamenti, sa per certo che uno degli allenatori si era preso più volte la briga di osservarli attraverso le tende del proprio ufficio. Malia era stata brava. Si era giocata egregiamente le sue carte e il suo duro lavoro aveva dato risultati.
    tumblr_inline_o2a96euUuD1s6gg7n_250
    « Su serio? Ero quasi sicuro che ti avrebbero scartato. » Asserisce apparentemente tutto fuorché sorpreso stringendosi nelle spalle prima di osservarla di sottecchi, mostrandole un sorriso sornione. « E ti ho portato anche un croissant. Non so perché ma me lo immaginavo che stessi ancora dormendo. » Dispiega il sacchetto di carta e azzanna il cornetto senza troppi complimenti mentre con un tocco di bacchetta il caffè viene sistemato sui fornelli pronto a uscire bollente e intenso esattamente come piace al giovane Potter. « Ooooh, capisco! » Asserisce allungandosi sul bancone, posando i gomiti sulla superficie in marmo per alzare gli occhi in direzione della mora seduta poco oltre. « E' questa quindi la mia ricompensa per aver scovato la nuova stella nascente dei Falcons. Un croissant. Hanno ragione i miei fratelli a dire che sei una fregatura vivente, Stone. » Le da una leggera gomitata finendo in pochi bocconi il cornetto, prima di preparare due tazze che posa di fronte a lei e a se stesso, versando del caffè in entrambe. Ci aggiunge anche la palla e lo zucchero tra di loro, e anche una confezione di latte quasi terminata, nel caso la ragazza lo preferisse così. Lui dal canto suo ci versa dentro un po' di tutto. « Congratulazione Stone. Alla tua! Te lo meritavi, e ora dovrò sorbirmi la tua fastidiosissima presenza quattro volte a settimana per il resto della mia carriera. » Non lo pensa davvero. James si è sempre trovato estremamente bene con Malia. E' chiaro abbia sviluppato un certo feticcio nel darle perennemente fastidio. « Senti, piuttosto parlando di ricompense - c'è qualcosa che effettivamente potresti fare per il mio magnifico e indispensabile aiuto degli ultimi mesi. » Pausa, e a quel punto le rivolge l'ennesimo sorriso che ha un che di mandrillo. « Visto che mio fratello si sposa, e andare da soli per mia madre non è contemplabile.. ti va se ci andiamo insieme? » Si stringe nelle spalle con una leggera aria che sembra discolparsi già in partenza di quella richiesta. « Almeno tu le piaci e non dovrò sorbirmi rotture di palle per tutta la giornata sulla tipa di riserva di turno. » Regolare. A sua madre non piacevano mai le ragazze che James portava a casa, o con cui usciva. Nonna Molly poi.. era tutta un'altra cosa. Lei avrebbe fatto sentire una spogliarellista anche la migliore delle ragazze. Detto ciò si portò la tazza alle labbra prendendo un lungo sorso di caffè. « Allora quando firmerai il contratto? »


     
    .
  3.     +1    
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    12,104
    Reputation
    +1,741

    Status
    Anonymes!
    La reazione di James a quella novità è composta e pacata: come se si aspettasse già di ricevere quell'informazione, in qualche modo. « Su serio? Ero quasi sicuro che ti avrebbero scartato. » La mora rotea gli occhi al cielo, mentre si accomoda su uno degli sgabelli della cucina e appoggia entrambi i gomiti sul bancone, gli occhi color nocciola che seguono i movimenti del ragazzo. In silenzio lo osserva addentare uno dei due cornetti e riprendere a preparare il caffè in tutta tranquillità.
    « Ti prego, cerca di contenere il tuo entusiasmo, perché così è davvero troppo. » Il suo commento sarcastico è accompagnato da un mezzo sorriso ed uno sbuffo che pare quasi scocciato. Non che abbia davvero ragione di essere delusa dall'apparente carenza di fervore di James, eppure in un certo qual modo s'immaginava di incontrare una contentezza per lo meno simile alla propria - probabilmente senza motivo. Dopo tutto, conosce abbastanza il ragazzo da sapere che non è solito esternare le proprie emozioni con il medesimo rumore e nella stessa forma della ragazza. « Sul serio, Olympia e Albus nemmeno sanno cos'è un boccino, ma scommetto che reagiranno in modo più soddisfacente. Qualcosa mi fa pensare che davvero tu non mi voglia in squadra. » Scherza, prima di recuperare dal piccolo sacchetto di carta il proprio croissant. Rigorosamente al cioccolato, perché se esiste un momento per interrompere la dieta da atleta salutista, è proprio questo. Lo addenta con avidità, e immediatamente un'espressione di puro piacere le appare sul volto. « Mmm, è mesi che mangio praticamente solo frutta e verdure. » Commenta, coprendosi la bocca per parlare mentre mastica, e allungando poi una mano per recuperare la tazza di caffè che James le offre.
    « E' questa quindi la mia ricompensa per aver scovato la nuova stella nascente dei Falcons. Un croissant. Hanno ragione i miei fratelli a dire che sei una fregatura vivente, Stone. »
    Ridacchia, mentre versa un po' di latte e qualche cucchiaio di zucchero nella propria tazza, e infine prende qualche sorso, prima di parlare. « La mia infinita e incommensurabile gratitudine non ti basta? » scherza, portandosi una mano sul petto con fare teatrale. Stacca un altro pezzo del proprio croissant, con la solita poca accuratezza che la contraddistingue, e lasciando cadere un migliaio di briciole sul bancone. « E poi chi è che dice che sono una fregatura? Avrai sentito male. Probabilmente parlavano di te. » Fa spallucce, facendo sparire il proprio viso nell'enorme tazza che ha dinnanzi, e mandando giù il liquido scuro velocemente, tanto da finirlo con pochi sorsi. Gli sorride, dunque, nel sentirlo congratularsi, e scuote la testa lentamente, per poi appoggiare un gomito al bancone in modo da sostenere il capo con il palmo della mano. « Ma smettila. Lo sanno anche i muri ormai che non puoi fare a meno della mia compagnia. Altrimenti dovrei credere che non avevi davvero niente di meglio da fare tutte le Domeniche che ti sei offerto di allenarmi, negli ultimi mesi. » Inarca eloquentemente le sopracciglia, mentre pronuncia quelle parole con sicurezza. In vero, è perfettamente consapevole degli sforzi che l'amico ha dovuto fare per aiutarla a sentirsi più sicura nella sua preparazione, ma è altrettanto conscia di quanto, in fin dei conti, entrambi hanno reso quei momenti piacevoli e spensierati il più possibile. Di certo allenarsi con James è stato meno faticoso e monotono di quanto avrebbe potuto essere farlo con qualcuno verso cui possedeva un minor grado di confidenza.
    « Senti, piuttosto parlando di ricompense - c'è qualcosa che effettivamente potresti fare per il mio magnifico e indispensabile aiuto degli ultimi mesi. » Inarca un sopracciglio mentre si volta a guardarlo, visibilmente scettica, in attesa di sentire l'ennesima stronzata o presa per il culo, entrambi modi d'esprimersi che facilmente lasciano le labbra del giovane Potter. Sentiamo. « Visto che mio fratello si sposa, e andare da soli per mia madre non è contemplabile.. ti va se ci andiamo insieme? Almeno tu le piaci e non dovrò sorbirmi rotture di palle per tutta la giornata sulla tipa di riserva di turno. » Inclina la testa di lato, presa in contropiede da una richiesta che di certo non si aspettava. Prima di tutto perché non immaginava che a James potesse davvero importare una cosa di questo tipo, e poi perché dalla sua ottica personale non ha mai visto un matrimonio come qualcosa alla quale presentarsi necessariamente in compagnia di qualcuno, alla stregua di un ballo della scuola. Davvero sarebbe così tremendo presentarsi da soli?, si domanda, tra sé e sé, mentre lo ascolta parlare.
    Poi ride, di gusto, e scuote piano la testa. « Non ci credo, davvero sei così disperato? » lo prende in giro, spintonandogli leggermente un braccio. In realtà riesce ad individuare la sagacia di questa scelta: se porterà lei come accompagnatrice, è certo che né Ginny né sua nonna Molly gli daranno il classico tormento che riservano a lui e a tutte le nuove ragazze che fa conoscere alla famiglia. « Va bene, basta che tua nonna non comincia a farsi strane idee in testa. Ricordi quando si era fissata che ero la ragazza perfetta per mettere la testa a posto ad Albus? » Ride di gusto, nel far riemergere quel ricordo che sembrava quasi aver dimenticato. Ricorda ancora le numerose preghiere dell'anziana donna perché una ragazza "a modo" come lei mettesse fine ai bollenti spiriti dell'anima senza dubbio più ribelle dei Potter. Lei e Olympia ci ridevano su, trovando particolarmente divertente il fatto che la vecchia signora Weasley si fosse fatta un'idea fin troppo perfetta di Malia, dipingendo nella propria mente l'immagine dorata di una ragazza per bene, lontana da qualsiasi tipo di droga, alcol e altre distrazioni che, a suo dire, avevano portato il nipote alla cattiva strada. Tamburella con le dita sul bancone, distrattamente. « Comunque posso sempre presentarti qualche amica se vuoi, eh. Tanto che faresti colpo non c'è dubbio, ti basta mostrare uno di quei giornaletti per bambine dove ti mettono in copertina. » Le viene da ridere al solo pensiero che, un tempo, proprio lei era esattamente una di quelle ragazzine invaghite del giocatore di Quidditch del momento. Da qualche parte deve ancora conservare lo storico poster in cui Derek Donovan cavalca la sua scopa con un'eleganza inusuale (e dei capelli fin troppo ben pettinati). « Ad ogni modo, te lo dico già da ora: alla prima occasione consona troverò un modo di dileguarmi da quello strazio. Con tutto il bene che le voglio, ma non ho intenzione di assistere ai
    tumblr_inline_pnz7z8N7k31s7rrlb_540
    siparietti ridicoli e stravaganti di Amunet Carrow per più di un paio d'ore, al massimo proprio. Quindi non so se sarò un'accompagnatrice poi così conveniente... »
    Ridacchia, per poi alzarsi dalla propria postazione e attraversare la stanza. Tira fuori la bacchetta e le basta un leggero colpo per tirare su tutte le persiane, cosicché la luce del sole finalmente invada lo spazio di quel soggiorno. Scosta le tende e per qualche istante rimane a spiare, dall'alto, i movimenti per le strade di Diagon Alley, che a quest'ora della mattina brulicano di vita.
    « Allora quando firmerai il contratto? » Si volta in direzione del ragazzo, e compie qualche passo verso il centro della stanza, per poi lasciarsi cadere sul divano con un tonfo pesante. Appoggia una guancia alla spalliera del divano, e pare immergersi nel vuoto per qualche momento, mentre riflette. Si tratta di una domanda estremamente semplice, che richiede una risposta altrettanto banale, eppure proprio quelle parole danno il via ad una serie di ragionamenti, nella testa di Malia, con cui non aveva ancora fatto i conti.
    « Lunedì. » Risponde solo dopo svariati istanti, gli occhi color nocciola ancora persi a fissare un punto imprecisato di fronte a sé. Lunedì prossimo sarà effettivamente parte della squadra. Sancirà un accordo lavorativo che la vedrà collaborare col resto dei membri del team, tra cui James, appunto, e anche Sam. A lui non ha ancora davvero pensato. Ha tentato di allontanare quelle riflessioni il più possibile, nella fase della selezioni, per concentrarsi al massimo sulla propria performance, ma adesso è arrivato il momento di riconoscere l'effettivo problema, e sa di volergli parlare prima di mettere il proprio nome su qualsiasi pezzo di carta. Sempre che sia poi un problema. È probabile che tu la faccia più tragica di quanto non sia. « Se tutto va per il verso giusto, chiaro. » Si concede solo questo breve commento, a voce alta, accompagnato da un sospiro profondo, con il quale cerca di allontanare, almeno per il momento, quei pensieri. Si rivolge a James, piuttosto, al quale regala un sorriso entusiasta. « Allora, c'è qualcosa di particolare che dovrei aspettarmi queste prime settimane? Reporter sotto casa pronti a dubitare delle mie capacità di volo? Commenti scettici su Instagram di complottisti che crederanno che sono una raccomandata? » Qualunque cosa sia, sono sicura di aver già visto di peggio.
     
    .
  4.     +2    
     
    .
    Avatar


    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    509
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    La giornata era proseguita liscia, come al solito. Tra momenti di gaudio e prese in giro avevamo festeggiato in quell'appartamento al centro di Londra con la consapevolezza di aver fatto una cosa buona. Quello squarcio su Diagon Alley, che dal salotto di James offriva uno spettacolo diretto sul via vai delle strade commerciali, aveva fatto loro da sottofondo mentre lentamente il giovane Potter si destava dal profondo sonno. Era la cosa giusta da fare, si era detto ad un certo punto mentre parlavano del più e del meno, e seppur James non fosse pronto a mostrare a Malia tutto l'entusiasmo che si aspettava, probabilmente erano tutti e due consapevoli del fatto che a entrambi avrebbe fatto piacere vedersi così spesso. James avrebbe continuato a prendere in giro Malia, Malia avrebbe continuato a prendere in giro James e tutto sarebbe stato come sempre, solo con appuntamenti più sistematici - così sistematici da stancarsi l'uno dell'altra, ma mai per davvero. Quante volte non aveva alzato gli occhi al cielo, quello zuccone, commentando le sue continue apparizioni con un sonoro ancora qua, Stone; sei proprio una palla al piede. Ma non lo pensava davvero; la Stone era ormai parte della famiglia, anche se non sapeva quanto lei fosse consapevole di ciò. E non era semplicemente perché aveva legato con ciascuno dei fratelli in maniera particolare - Malia si faceva voler bene, anche dai grandi. Questo non poteva essere cambiato. All was well, insomma, se non fosse il non indifferente dettaglio di sapere che i Falcons sarebbero stati scossi dall'ombra di due ex nella stessa squadra. A James non era sfuggita una certa possessività di Sam su Malia in passato, e non gli era sfuggito nemmeno il modo in cui Malia lo guardasse, indipendentemente da ciò che accadeva attorno a lei. C'era stato e probabilmente c'era ancora qualcosa di forte là. Morale della favola, secondo il principio de gli ex non finiranno mai davvero in buoni rapporti - in fondo sono ex per un motivo, una parte di lui immaginava che qualcosa lì da qualche parte si sarebbe incrinata. Non sapeva cosa, né quando, ma le sue stesse esperienze con le ex, dimostravano che in fondo, quando due persone si lasciano, funzionano solo se restano a centinaia di leghe l'uno dall'altro - o comunque lontano l'uno dal centro gravitazionale dell'altro. Qualcosa permane sempre; il risentimento, la rabbia, la nostalgia, a volte anche solo un labile sentimento. Qualcosa resta. Resta sempre. Per quanto solare e apparentemente menefreghista potesse sembrare a un primo sguardo quel James Sirius Potter, se s'impegnava, sapeva essere a modo suo osservatore, specie se era interessato a osservare. Era superficiale per scelta, disinteressato per partito preso, ma non per questo cadeva dalle nuvole. Tutte quelle perplessità se le tenne tuttavia per sè. Nè volle rabbuiare Malia, nè aveva intenzione di cambiare l'umore della conversazione. A lui Malia piace così: serena, spensierata. Gli piaceva quando lo faceva ridere, gli piaceva passare tempo con lei così, vivendo alla giornata. Parlottarono quindi senza seguire un filo logico per tutta la mattinata; James le raccontò degli allenatori e dei giocatori più temibili delle altre squadre, le parlò dei retroscena e di alcune chiacchiere di corridoio sui compagni di squadra ed entrambi si lasciarono alle spalle ciò che sarebbe probabilmente avvenuto, che loro lo volessero o meno.

    Sei ancora intenzionata a pagare il tuo debito? In assenza di matrimoni potresti farmi compagnia per una spedizione punitiva. Vediamoci alla Tana. Vieni a stomaco vuoto. - J.



    L'afa estiva lo sta mettendo K.O. Odia il caldo, e lì al Sud, a Ottery St Catchpole, nella contea di Devon, l'arsura di fine agosto si sente più del dovuto. All'ora di pranzo il sole colpisce violentemente il gazebo nel cortile sul retro della tana, mentre un diligente Jay aiuta la sua amatissima bisnonna a preparare dei biscotti da infornare per la merenda del pomeriggio. La fine dell'estate si sente nell'aria. Pochi giorni e quel tremendo oziare si sarebbe concluso. A James non dispiace. Non vedeva l'ora di tornare a sfrecciare sulla sua Firebolt in attesa di una nuova stagione. Nonna Molly si è lamentata per tutta la mattinata con sua figlia, nonché madre del sopracitato James, dell'irresponsabilità di Albus ad affidare ancora a James il piccolo Jay dopo quanto successo. Ma in fondo, Albus si fidava di James. Saoeva che non avrebbe mai davvero fatto volutamente del male al bambino, e, a ragion veduta, a dirla tutta da quando quel sabato li aveva messi tutti in allerta, persino il più grande dei Potter aveva cambiato atteggiamento in merito. « Non ci si crede! Dopo tutto ciò che è successo! » « Mamma! Smettila! » La incalza velocemente Ginny, mentre posa un bacio tra i capelli di Jay. Posso sentirvi, comunque.. tanto per dire. In famiglia, quella che lo guardava ormai con più sospetto era Mun, che sembrava terrorizzata ogni qual volta il maggiore dei Potter si avvicinasse al biondino. Tranquilla tigre; se proprio dobbiamo essere precisi, quello non è manco tuo figlio. Il veleno che quella diffidenza scaturiva in lui era commisurato alla tensione che poteva percepire nell'aria tra tutti i membri della sua famiglia. Di certo ciò che era successo con lo Shame aveva in un certo qual modo rotto gli equilibri della famiglia Potter Weasley. Ma tutto ciò non toglieva che James voleva bene a Jay e non avrebbe mai fatto nulla che potesse davvero nuocergli; cavolo, era sorprendentemente uno degli esserini umani con cui più andava d'accordo. Qualcuno diceva fosse perché avevano la stessa età mentale, ma la verità era che James sapeva essere anche uno zio responsabile al di là di tutto. Il problema è che il nano è sfuggente. Ti giri un secondo ed è già scappato. Figuriamoci, una volta l'ho trovato dall'altra parte del parco a inseguire una farfalla. Insomma, non scorreva prettamente buon sangue tra i vari componenti della famiglia, e nonostante James avesse tentato di tenersi il più lontano possibile da tutto ciò, la verità era che sua nonna stava facendo di tutto per pestargli i piedi e la coda quel pomeriggio. Con gli occhiali da sole sul naso, prende il sole su una delle sdraio malridotte, mentre osserva Ginny, Molly e Jay intenti a dedicarsi all'antica arte dell'impasto dei biscotti fatti in casa. « Zio James, perché non fai i biscotti con noi? » « Perchè fare i biscotti, Jay, non è una cosa da veri uomini. » Vuole dare sui nervi a sua nonna a tutti i costi. Sa che tutto ciò gli si ritorcerà contro, ma sembra quasi abbia voglia di far polemica; proprio lui che è agli antipodi delle facili provocazioni, si trova ormai in una fase simile a una bomba a orologeria che sta per scoppiare. Disturbare la quiete di nonna Molly, così come lei disturba la sua di continuo, gli sembra in quel momento quasi doveroso. « Ah.. no? » « No. » Taglia corto. Spesso anche lui ha fatto i biscotti con Molly quando era piccolo, e li ha fatti anche quando era più grande. Lui è Albus si sono gettati addosso per anni la pasta frolla in faccia ridendo come due idioti. Finita quell'operazione, ogni estate odoravano così tanto di burro e cioccolata che dovevano saltare dritti nella doccia, sudaticci e sorridenti, mentre si inseguivano dentro casa per accaparrarsi per primi il bagno all'ultimo piano - l'unico che godeva di una specie di antica vasca idromassaggio angolare - per modo di dire - che sembrava aver destato la simpatia di entrambi i fratelli. « Non ascoltarlo, tesoro. Tuo zio si diverte a darci il tormento. » « Una cosa di famiglia a quanto pare.. » Commenta sotto voce, prima di buttare la testa all'indietro continuando a godersi il sole. « James! » « Al tuo posto, giovanotto, e nella tua situazione, io starei zitta. » Se non avesse la certezza che avrebbe solo peggiorato la situazione, James avrebbe riso di fronte a quelle parole. In fondo, nonna Molly era una persona persona discreta, in grado di stare zitta in una qualunque situazione.
    tumblr_inline_pavx23tFZR1vsd11a_250
    « Piuttosto, Ginny cara, vi siete occupati di Balmore Castle.. » Ginevra Potter solleva lo sguardo verso la figura del figlio e sospira scuotendo la testa. « Ce ne stiamo occupando, mamma.. James ha tutto sotto controllo. Vero? » « Andiamo bene allora! Non se ne fa nulla. Se rispetta i tempi di consegna del lavoro come rispetta gli orari dei miei appuntamenti, i soldi non li rivedranno mai. » Quella era solo l'ennesima questione spinosa che James non voleva affrontare, specie con sua nonna, ma ancora di più con sua madre, ad essere sinceri. Si era offerto da sé ad aiutare con lo sgombero dello stabile, forse più per ripulirsi la coscienza che altro, cosciente che almeno così avrebbe in qualche modo ripagato il debito che si sentiva nei confronti del fratello per aver perso Jay quel giorno. Da allora però, molte cose erano cambiate e il me ne occupo io prontamente esalato dal quasi testimone di nozze, si era trasformato in un continuo procrastinare a denti stretti e un'irritazione non indifferente mostrata tanto ai genitori quanto a chiunque portasse alla sua attenzione quella faccenda. « Eccola! » La voce di nonna Molly si addolcisce non appena vede entrare sulla scena del tribunale popolare niente meno che Malia Stone. « Ciao tesoro, come stai. Come sei carina! Ti sei abbronzata? Oh, non ho ancora avuto modo di congratularmi con te di persona per le selezioni. Congratulazioni! Sono certa che sarà una grande stagione. » Si volta per un istante in direzione di James e sorride. « Tieni d'occhio il mio cucciolo. Cerchiamo di evitare gli scontri fuori dallo stadio come l'anno scorso.. » James alza gli occhi al cielo e sorride alla ragazza facendole l'occhiolino. « Bentornata all'Wizengamot Potter- Weasley, Stone. Prendi una sedia.. stavano giusto per concludere l'arringa finale. » Sarcastico scoppia a ridere e torna al suo rituale con un certo disinteresse. Non gli sfugge quel leggero arrossire di Jay che la saluta la ragazza e corre dentro casa forse alla ricerca di Arthur - unica persona ancora sana in tutta quella famiglia di scoppiati. « Spero che tu abbia fame, Malia. Il pasticcio di patate è quasi pronto. » E dopo quel interludio eccola rincarare la dose mentre James si alza dalla sdraio per salutare Malia con un bacio sulla guancia seguito da un leggero spintone. Si siede al tavolo con la solita aria menefreghista quasi certo che il discorso non verrà ripreso ora che hanno ospiti. Ma si sbaglia; Malia è a quanto pare così tanto di famiglia che i panni sporchi si lavano tranquillamente al suo esile cospetto. « Magari tu riuscirai a convincere o spiegare a questo zuccone che quando uno dà la sua parola e si prendere la responsabilità di fare una cosa, la fa! » James scuote la testa gettando uno sguardo seccano alla madre mentre afferra da un cestino sul tavolo alcuni salatini. « Scusala Malia, oggi non ha ancora preso le pasticche per la pressione. » « JAMES PORTA RISPETTO! HAI DETTO CHE L'AVRESTI FATTO! » Lo incalza automaticamente la nonna. E a quel punto, visto che a quanto pare Molly Weasley sembra avere un attacco di amnesia selettiva, James si sente di mettere in chiaro alcune cose. « L'ho detto sì, nonna. Quando pensavo che in questa casa i soldi avessero ancora un valore. Boh, tanto per dirtene una non capisco perché debba spaccarmi la schiena per sgomberare Balmore quando mamma e papà erano pronti a mettere un altro po' una seconda ipoteca sulla casa per accontentare tutti i capricci della Carrow e rimediare alle stronzate di mia sorella! A questo punto avete pure i soldi per sgomberare quel posto, non è vero mamma? » Per fortuna non era stato necessario; quei due dementi sono stati almeno sufficientemente intelligenti da pagare un'assicurazione per tutto quel casino. L'unica cosa che l'assicurazione non copriva era lo sgombero del posto. Ginny sembra profondamente scossa e confusa da quelle affermazioni. « E questa storia da dove esce fuori? » « Dai mà, puoi pure smetterla, su! Ci sta alla fine! Sirius ce lo lasci ancora senza paghetta quando prende un brutto voto, Albus ha passato un anno in riformatorio, e io ho mangiato scatolette di tonno e pane e marmellata per un anno dopo che sono andato via di casa.. » « ..perché non sai amministrare i tuoi averi. Sempre dietro a quella moto. Malia glielo dici che così non se la troverà mai una ragazza.. » « Zitta un po', mà! » Il di Ginny e James, così simile che nessuno avrebbe messo in dubbio di essere di fronte a due teste calde fatte della stessa pasta. « E noooo mà, e lo vedi che sei di coccio! Vieni sempre a dirmi che siamo tutti uguali e altre fuffe, e poi.. A me papà ha detto quando esci da qui, te la sbrighi da solo. Giusto! » E con ciò era d'accordo. Col loro restare fuori dalle sue faccende, Ginny e Harry hanno insegnato a James che la vita fuori di casa non è uno scherzo. Ha rimpianto così tante volte persino il porridge di sua madre - e lui odiava il porridge. Ma alla fine, gli hanno insegnato cosa in fondo fosse la responsabilità. Gli hanno mostrato come stare al mondo. « Nessuno ti ha costretto ad andare via di casa, James. » E a quel punto l'esasperazione è alle stelle. « Però nessuno ha costretto nemmeno Albus e Olympia a sposarsi prima dei vent'anni. Cioè fammi capire, se vado io via di casa, a me non viene passato uno spiccio, perché tutti scommettono che entro tre mesi ritorno dalla mamma con la coda tra le gambe. Se però vai via di casa con un anello sul dito, questa è una carta di uscita di prigione per ogni evenienza e si può continuare a fare i mantenuti. E no, a me questa cosa non va bene. » « Sei un insensibile.! » « E voi avete delle preferenze.. possiamo pure smettere di fare finta che è diversamente. » Ferita forse nell'orgoglio o semplicemente colpita da quelle parole che evidentemente doveva risultare davvero sbagliate per Molly Weasley, quest'ultima si congeda colpendo il tavolo con lo straccio da cucina scuotendo la testa delusa, dirigendosi di buon ora verso la casa, borbottando in sordina parole come ingrato e maleducato e così via. « Ti vuoi calmare per piacere? Nessuno di noi ha passato niente a nessuno. » « Però volevate ripagare la cerimonia perché Olympia l'ha data alle fiamme. » « Ma non è vero! Tuo padre ha detto che se sarà bisogno, contribuiremo come abbiamo detto di fare dall'inizio. A parte il fatto che non gradisco che mi si facciamo i conti in tasca, James! Ma, tanto per essere chiari, in questa casa tutti siete sempre stati uguali. Mi deludono le tue insinuazioni. Credi davvero che passerei soldi di nascosto ai tuoi fratelli, solo perché si sono sposati mentre tu no? Io vi ho educati con il senso di responsabilità. Mia madre - tua nonna - ha fatto così con me e i tuoi zii ed io faccio altrettanto con voi. » Gli punta il dito contro, come quando era ragazzino, e improvvisamente, James abbassa lo sguardo, preda a quel senso di colpa per aver alterato sua madre. « Nessuno vi ha mai buttati fuori di casa - nessuno ti ha chiesto di andare via. Ma una volta fuori, dovete imparare a sbrigarvela da soli. Così ho fatto con te e così sto facendo con i tuoi fratelli. Nessuno ti sta facendo alcun torto, James. Se tuo padre ti ha lasciato intendere altro, beh te lo smentisco ufficialmente. Se avessi voluto che foste un manica di stronzi, vi avrei portati alle cene dell'Astra e vi avrei infiocchettati cospargendovi le tasche di galeoni. Potevamo farlo - sai benissimo da te. Conta ogni tanto fino a dieci prima di dare fiato alla bocca. » E dicendo ciò si tocca la tempia e James capisce. Pensa prima di parlare. Capisce di aver sbagliato e di esser stato troppo affrettato. « Credo di aver perso l'appetito. Con permesso. » ..però in fondo è troppo orgoglioso per ammetterlo.

    « Noooo, non va lì! » Jay giocherella con la sua bacchetta giocattolo inserendo il cubo magico nel giusto foro, mentre un distratto James osserva l'impegno del bambino con frustrazione. Avrebbe quasi voluto avere ragione. Almeno, tutto ciò lo avrebbe tolto dall'imbarazzo di fare una figuraccia con tutti i presenti. Ha giudicato male sua madre, forse persino sua nonna. Li ha giudicati male tutti, chiudendosi nel suo fortino di convinzioni prettamente personali. Tutti hanno le proprie paturnie; a volte sembra che la gente si scordi che anche il maggiore dei Potter può giungere ad averle. Da maggiore della famiglia si è spesso sentito trascurato. Con l'arrivo dei più piccoli attorno al focolare, James ha sempre dovuto fare il fratello maggiore; ora le cose non sembravano essere di molto cambiate. Spesso veniva scambiato per l'irresponsabile di turno, l'incurabile Peter Pan della situazione. Mentre i suoi fratelli facevano passi da gigante, lui in fondo, non ha fatto altro che sistemarsi. Senza infamia e senza lode insomma, rispetto a una sorella che sembrava riuscire a fare i salti mortali, e un fratello minore che oltre a una famiglia propria, dava ai genitori soddisfazioni anche sul piano professionale. Se i fratelli di mezzo sembravano aver avuto alti e basso nel loro passato, James era stato pressoché costante nella sua formazione. Né il migliore della classe, né il peggiore; né il miglior figlio della storia, ma nemmeno il peggiore. Ne combinava sempre di cotte e di crude - ma lo faceva sempre. Anche ora, il suo groviglio di casini sembrava esser rimasto palesemente immutato. Una parte di lui sembrava essere preoccupata; non era poi molto semplice reggere il confronto. Una situazione davvero atipica quello: lui, il maggiore, il punto di riferimento, la roccia dei suoi fratelli-nani, sembrava iniziare a sentire una certa ansia da prestazione rispetto ai loro obiettivi raggiunti. « Zio James? Perché nonna Molly è arrabbiata con te? » « Nonna Molly.. eh, Jay.. nonna Molly è sempre arrabbiata con qualcuno. » « Ma quindi ti ha messo in punizione? » James scoppia a ridere. « Qualcosa del genere.. però, sai che ti dico? Quando sarai un po' più grande, ti insegnerò come scappare dalle sue punizioni. Però.. deve essere un segreto tra me e te, capito? » Di scatto gli occhi blu di Jay si sollevano verso l'uscio della porta. Il giovane Potter si volte istintivamente nella stessa direzione per veder appoggiata lì niente meno che Malia Stone. Nell'ultima mezz'ora si è persino dimenticava di averla invitata lì. Non è quella la spedizione punitiva che si aspettava. Pensava che già avere sua madre e sua nonna come semplici presenze che avevano qualcosa da ridere in merito al suo essere perennemente immaturo, sarebbe stato sufficiente. La cosa era degenerata. Una parte di sé è quasi dispiaciuta di aver avuto torto marcio in quella discussione. Se fosse venuto fuori che i suoi genitori avrebbero davvero pagato per i danni, James avrebbe avuto l'alibi perfetto per sentirsi nuovamente il bimbo trascurato della situazione. Occasione mancata. « Pare proprio che il mio usarti come scudo umano è servito a poco. » Asserisce infine, voltandole nuovamente le spalle mentre seduto in terra di fronte a Jay, infila uno dei cubi magici nello spazio giusto. « Jay, perché non vai di sotto a vedere se i biscotti sono pronti? Magari ce ne porti un po' e ce li mangiamo tutti insieme. » Investito di una simile responsabilità, Jay scatta in piedi, supera Malia ed entrambi lo sentono correre giù per le scale. A quel punto James salta su uno dei letti in quella stanza da letto in cui lui e Albus hanno passato parte della loro infanzia. Nella sua parte di stanza ci sono tutti cimeli relegati al Quidditch, un piccolo poster di un ex modella e cheerleader di cui ormai si sono perse le tracce e tanti biglietti di partite attaccate alla bell'e meglio. La parte di Albus è decisamente.. diversa. Un vero piccolo snob radical chic da sempre. Però la foto di una biondina a loro nota, padroneggia ancora sul suo comodino. « Quando Ginevra Potter e Molly Weasley ci si mettono, non le ferma nemmeno il kraken. » C'è una pattina di amarezza in quelle parole. Nemmeno a James piace fare le figuracce. « Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ai drammi famigliari. » Ma ormai ti sarai abituata. Malia ne ha viste di cose ben più gravi di una lite tra nonna, madre e figlio. « Mia madre dice sempre che nonna Molly non si fa mai gli affari suoi ma uuuuuuuh quando si tratta di darsi man forte, il kraken è un agnellino in confronto. » Si stringe nelle spalle. « Hanno almeno smesso, oppure hanno passato per l'ennesima volta in rassegna il modo spregevole in cui - uno - ho perso Jay per letteralmente cinque minuti, dentro una delle fortezze più sicure al mondo e - due-, mi sono mostrato insensibile non occupandomi di ciò che ho promesso di fare specificamente da un po', ma non mi andava di fare, perché - » Perché James? « Va beh, comunque non mi va più di farlo nemmeno oggi, quindi.. vuoi fare qualcosa? »


     
    .
  5.     +1    
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    12,104
    Reputation
    +1,741

    Status
    Anonymes!
    « Eccola! » Il sorriso della ragazza si allarga visibilmente nell’esatto istante in cui, dopo aver varcato la soglia della tana, nota l’espressione gioviale di Molly Weasley ad attenderla. Tra tutte le spedizioni punitive che James avrebbe potuto inventarsi per lei, un pranzo a casa Potter-Weasley poteva soltanto essere accolto con entusiasmo. È sempre stata incredibilmente a suo agio con quella famiglia, tanto da arrivare quasi a sentirsene parte integrante, il più delle volte. Conosce come il palmo della sua mano ogni angolo della Tana, esplorata in lungo e in largo durante quei lunghi pomeriggi estivi dei primi anni di scuola, quando lei e Olympia si divertivano ancora a rincorrersi in giro e a trovare gli angoli più angusti e impensabili per giocare a nascondino. Ogni luogo di quell’abitazione sembra legato a un ricordo particolare della sua adolescenza: nel salotto che attraversa per raggiungere il retro dell’abitazione, lei e Sirius trascorrevano ore a sfidarsi ai videogiochi babbani, che tanto appassionavano il giovane mago; nella stanza di Olympia, al piano di sopra, con un fil di voce e nel buio della notte, Malia aveva confidato all’amica i suoi segreti, e ascoltato quelli di lei, durante i primi pigiama party insieme; sul terrazzo dell’edificio, in una notte d’insonnia l’estate dei suoi quattordici anni, Albus le aveva offerto la sua prima sigaretta - e in questo modo era riuscita ad aprirsi uno spiraglio anche nella vita del più introverso dei fratelli Potter. Nel grande spazio verde sul retro dell’abitazione, poi, dove i Weasley erano soliti organizzare pranzi e cene estive, con Harry o Ginny a fare da arbitro, per anni ha giocato a Quidditch con James fino allo sfinimento, o all’esasperazione di un’Olympia annoiata. Non c’è nulla, dunque, non appena varca la soglia della Tana, che non la faccia sentire a casa, esattamente al proprio posto.
    Ricambia con calore l’abbraccio materno di Ginny, visibilmente contenta di rivederla. « Ciao tesoro, come stai. Come sei carina! Ti sei abbronzata? » Sorride, un po’ imbarazzata, abbassando lo sguardo sul proprio vestitino leggero e sulla pelle ambrata che il sole di quell’estate le ha regalato. Non che abbia fatto particolari sforzi né si sia impegnata a fare la lucertola sotto il sole, ma quel colore più scuro è semplicemente il risultato degli allenamenti in solitaria che continua a portare avanti per ore nel campo dei Falmouth Falcons. « Oh, non ho ancora avuto modo di congratularmi con te di persona per le selezioni. Congratulazioni! Sono certa che sarà una grande stagione. »
    « Grazie Ginny... Sì, speriamo! Io non vedo davvero l’ora di scendere in campo. » Sorride, fiduciosa, evitando di soffermarsi sulle varie preoccupazioni che l’affliggono riguardo il funzionamento della squadra, alimentate dalla consapevolezza di essere, dopo tutto, l’elemento caotico della situazione. Si conosce fin troppo bene, così come conosce Sam, e sa che nessuno dei due è mai stato in grado di rispondere bene a determinate situazioni: di conseguenza non può nemmeno immaginare quale potrebbe essere il costo per la squadra - ma si concede il beneficio del dubbio, per lo meno fino a Settembre.
    « Tieni d'occhio il mio cucciolo. Cerchiamo di evitare gli scontri fuori dallo stadio come l'anno scorso.. » In quel momento Malia si volta, seguendo l’occhiata della donna, e posa lo sguardo su James, comodamente bivaccato in una delle sedie a sdraio poco distante. Solleva un sopracciglio, nel rivolgergli un'occhiata eloquente. Se lo ricorda benissimo l'incidente avvenuto lo scorso Novembre, proprio a pochi metri dallo stadio di Quidditch dei Falmouth Falcons: niente di particolarmente esagerato, chiaro, ma erano presenti dei reporter e la storia è costata un po' alla reputazione di James.
    « Non so se in questo campo sarò davvero in grado, Ginny. Mi conosci, anch'io sono un po' una testa calda. » Non è un segreto nemmeno per la madre di James quanto la giovane sia rapida ad infervorarsi, e anzi spesso e volentieri proprio la prima era solita raccontarle come quei suoi atteggiamenti le ricordassero un po' se stessa da giovane. Mentre la donna si allontana in direzione della cucina, Malia sposta lo sguardo sul compagno di squadra, che comodamente sdraiato alla propria postazione si diverte a ironizzare sulla propria famiglia. « E tu? Ti stai godendo la vita vero? » scherza, scuotendo piano il capo, per poi rivolgersi alla signora Weasley. « Signora posso dare una mano con qualcosa in cucina? » Fa per avvicinarsi ma il no secco della donna, accompagnato da un'espressione incredibilmente seria ed una mano che si alza, arresta il suo incedere.
    « As-so-lu-ta-men-te NO. Tu sei l'ospite Malia cara, non devi fare altro che accomodarti lì con James e aspettare due minuti precisi. Tanto qui ho praticamente finito, non c'è più niente da fare. »
    La giovane alza le mani, come in segno di resa, e indietreggia, fino a quando non incontra un visino conosciuto che la osserva dal basso con occhi vispi. « JAY! » Allarga le braccia, e fa per abbassarsi alla sua altezza in modo da stritolarlo di coccole, ma il piccolo le concede giusto un rapido saluto con la mano prima di scappare via e nascondersi dietro le gambe del nonno Arthur. La mora sbuffa, e si accomoda alla sedia accanto a James, il quale la saluta con un bacio sulla guancia a cui per qualche momento pare non porre attenzione, ferita da quella carenza d'affetto. Guarda il piccolo ometto, seduto in braccio al proprio nonno, con fare affranto. « Ma neanche un bacino, Jay? Nemmeno quello mi merito? » Mima un finto broncio, che però sortisce un effetto del tutto indesiderato, e il piccolo si copre il viso con le mani, ancora più imbarazzato di prima. Malia e Arthur ridacchiano, scambiandosi un'occhiata complice, appena prima che i loro sguardi vengano completamente rapiti dalle pietanze di nonna Molly. Malia, con gli occhi che quasi le brillano nel vedere tutto il ben di Dio che la donna è in grado di preparare con le sue sole mani, inizia a riempire il proprio piatto di ogni cosa, senza fare troppi complimenti. Dopo tutto, il ringraziamento migliore per una come Molly Weasley è non lasciare nulla nel proprio piatto.
    « Magari tu riuscirai a convincere o spiegare a questo zuccone che quando uno dà la sua parola e si prendere la responsabilità di fare una cosa, la fa! » L'attenzione di Malia viene catturata in quell'istante dalle parole della donna, tuttavia si ritrova a ponderarle per qualche momento, incapace di comprenderne il significato. Ci riflette per qualche secondo ancora ma giunge alla conclusione che no, decisamente non conosce il motivo per cui nonna Molly sta rimproverando James, né perché sia così piccata al riguardo.
    Accenna ad un sorriso vagamente divertito, e molla una gomitata leggera al vicino. « James, che cos'è che hai fatto? Non farmi arrabbiare nonna Molly eh. » Cerca così di stemperare la tensione creatasi, con una mezza risata e una battuta sarcastica - ma, per qualche motivo, il giovane Potter non ha nessuna intenzione di venirle incontro in quel suo tentativo.
    « Scusala Malia, oggi non ha ancora preso le pasticche per la pressione. » Ouch. Forse questa James poteva evitarsela. E a questo punto non è nemmeno particolarmente sorpresa nel sentire Molly Weasley replicare con fervore - ma ciò che viene dopo, ecco, sicuramente per quello non era preparata. La parte peggiore della cosa è probabilmente il trovarsi esattamente nella traiettoria della discussione: se James è alla sua sinistra, Molly e Ginny sono dall'altra parte del tavolo, alla sua destra, togliendole dunque l'opportunità di dileguarsi con discrezione o far finta di non stare ascoltando. James, volutamente o incosciamente, l'ha messa nell'occhio del ciclone, e per quanto il suo unico desiderio al momento sia fingere di far cadere una forchetta sotto il tavolo e rimanere lì a cercarla per i prossimi tre quarti d'ora, è costretta a rimanere a sguardo basso sul proprio piatto (e chiaramente non può nemmeno mangiare nel frattempo, perché che razza di maleducato lo farebbe?) in completo silenzio, in attesa che il litigio si estingua naturalmente. Cosa che non sembra avvenire assolutamente, però. I tre vanno avanti a oltranza, complicando sempre più la discussione, tanto che nonno Arthur ad un certo punto sceglie di allontanarsi con Jay, lasciandola da sola in mezzo a quel casino. Il tutto si conclude solo quando James sceglie di andarsene da tavola, lasciandola lì, senza la più pallida idea di cosa fare o dire. E in quel momento, in silenzio ad ascoltare il continuo sbraitare di nonna Molly - che non pare intimidita dal fatto che il suo interlocutore non è più ad ascoltare - può riconoscere come, a tutti gli effetti, quella fosse una vera e propria spedizione punitiva.

    È appoggiata allo stipite della porta della cameretta, un mezzo sorriso che le incurva le labbra. È rimasta lì, con quel piatto tra le mani, a spiare per qualche momento zio e nipote giocare, in silenzio - almeno fino a quando gli occhi celesti del piccolo non l'hanno sorpresa, attirando così anche l'attenzione di James. « Pare proprio che il mio usarti come scudo umano è servito a poco. » Ridacchia leggermente, entrando nel piccolo ambiente, per poi seguire con lo sguardo Jay correre giù per le scale alla volta del recupero dei biscotti di nonna Molly.
    « No, in effetti no. Dovevi aspettartelo però, che la mia presenza non avrebbe agito da freno inibitorio. Parliamoci chiaro, sono troppo di casa. Credo di aver visto pure tuo padre in mutande un paio di volte. » Insomma, era chiaro che con me non si sarebbero fatti problemi di sorta. « Avresti dovuto puntare su qualcun altro per la missione. » Scuote piano la testa, avanzando di qualche passo nella stanza, che non ricorda del tutto alla perfezione. Trascorreva più tempo in quella di Olympia, mentre invece lì era solita intrufolarsi di nascosto con l'amica per fare qualche scherzo ad Albus
    ad6225e4fdc601aa1b946bfe9e763c0088acb4a7
    nel cuore della notte, oppure spiarvi dentro dal buco della serratura, nelle occasioni in cui James portava a casa qualche ragazza. Poche cose sembrano cambiate da come se la ricorda: i poster di Quidditch di James sono ancora lì, così come i libri un po' pretenziosi di Albus. Decide di sedersi sull'orlo del letto su cui è sdraiato il ragazzo, per poi appoggiare il piatto sul comodino, sotto il suo sguardo. Molly l'ha riempito di due porzioni di pasticcio di patate e contorni di ogni genere. « È ancora arrabbiata, ma non sopporta l'idea che tu abbia saltato il pranzo. » Sorride, quasi intenerita al ricordo dell'apprensione della donna, la quale, ancora tutta corrucciata in viso, ha schiaffato tutto quel cibo in un solo piatto con una certa rabbia.
    « È un testone. Glielo dico sempre io, a sua madre. Non c'è niente da fare. Tieni. Vedi tu se puoi farlo ragionare, tesoro. » Così le aveva detto, porgendole il piatto tra le mani e accarezzando una guancia della ragazza affettuosamente. « Tesoro, dovrebbero farti santa un giorno. SANTA! » E con queste parole l'ha congedata, con una mossa rapida delle mani a indicarle le scale dell'abitazione.
    « Quando Ginevra Potter e Molly Weasley ci si mettono, non le ferma nemmeno il kraken. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere ai drammi famigliari.» Sorride, vagamente divertita nell'udire la battuta del ragazzo, eppure non può non notare quel velo di amara ironia nel suo tono di voce, e che accompagna quel vago accoramento della sua espressione. È abbastanza raro vedere questo lato di James Potter - o meglio, è quasi impossibile incontrarlo indossare qualcosa di diverso da un sorriso sarcastico o un'espressione quanto meno gioviale. E siccome lei non è mai stata in grado di farsi venire a mente le parole giuste per consolare qualcuno, sceglie, come sue solito, di buttarla sul ridere.
    « Scherzi? Io adoro i drammi familiari. » Se hai dei drammi familiari significa che hai una famiglia, quanto meno. Non direbbe mai una cosa del genere ad alta voce, eppure le viene naturale pensarla, quasi come un riflesso. Dei Potter-Weasley ha sempre invidiato, tra le tante cose, anche questo: i battibecchi a tavola, il tirarsi i capelli da bambini e disturbare tutti i commensali, i rimproveri dei nonni e dei genitori. Si sente un po' patetica ogni qualvolta pensa che anche lei avrebbe desiderato un fratello da tormentare, o una madre a darle della maleducata e irrispettosa. « Certo, questa volta ho veramente temuto che gli occhi di tua nonna si trasformassero in laser letali per l'umanità, ma ce la siamo cavata anche oggi. Questo, chiaramente, se finisci di mangiare. » Accenna al piatto di porcellana, sbuffando in una leggera risata.
    « Mia madre dice sempre che nonna Molly non si fa mai gli affari suoi ma uuuuuuuh quando si tratta di darsi man forte, il kraken è un agnellino in confronto. Hanno almeno smesso, oppure hanno passato per l'ennesima volta in rassegna il modo spregevole in cui - uno - ho perso Jay per letteralmente cinque minuti, dentro una delle fortezze più sicure al mondo e - due-, mi sono mostrato insensibile non occupandomi di ciò che ho promesso di fare specificamente da un po', ma non mi andava di fare, perché - Va beh, comunque non mi va più di farlo nemmeno oggi, quindi.. vuoi fare qualcosa?»
    La mora incrocia le braccia al petto, dandosi qualche istante per riflettere. Ha trascorso l'ultima mezz'ora a tentare di calmare sia Molly che Ginny, adducendo le scuse più disparate per provare a spiegare lo "stress" che poteva aver causato quella reazione tanto esplosiva di James. Ma tutto si è rivelato inutile - e d'altra parte chi meglio di una madre conosce qualcuno? Incrocia le dita sulle ginocchia, un sorriso a labbra strette ad aleggiarle in viso. « Diciamo che si sono prese tutte e due un po' di tempo per, ecco, aggiornarmi. Ho provato a difendermi sulla storia di Jay, credimi, ma tua nonna è abbastanza irremovibile. Ha detto che preferirebbe venisse lasciato con me, che sono più responsabile. » Il che è tutto dire. Ridacchia, decisamente divertita a quelle parole, che pronuncia imitando la voce profonda dell'anziana signora. Prende un profondo sospiro, distogliendo per un momento lo sguardo da James, per farlo vagare nella stanza. « Andiamo a Balmore Castle » dice, di punto in bianco dopo qualche momento di silenzio, tornando a guardarlo. Gli assesta una leggera gomitata al fianco. « Io non sono mai stata, e francamente mi sento anche abbastanza in vena di prendere per il culo i resti del matrimonio da sogni della Carrow. E nel frattempo ti do una mano a sgomberarlo: abbiamo anche tutto il pomeriggio. Dai, sarà divertente. » Annuisce, convinta, mentre sente i piccoli passetti di Jay, di ritorno dalla missione biscotti, avvicinarsi su per le scale. « Per di più, oltre ad avere un aiuto importante da parte mia, se riesco davvero a convincerti tua nonna mi amerà per sempre. E mi preparerà quella torta di mele buonissima tutte le volte che voglio. Questo in verità è più un punto a mio favore, però, ecco, sono pronta a condividerla, la torta. » Sorride, smagliante, e lo guarda in attesa di una replica. Nell'istante in cui sente Jay avvicinarsi, però, distoglie l'attenzione per voltarsi in direzione della porta, dove il piccolo ometto sta avanzando con in mano un piatto di biscotti fumanti. « JAY! » Lo apostrofa a voce alta, con un tono di voce ed un'espressione incredibilmente seri. Un colpo veloce di bacchetta e il piatto sfugge dalle mani del bambino, iniziando a fluttuare sopra il suo naso. La mora lo guarda, l'aria fintamente minacciosa. « Vieni a darmi un bacio adesso o quei biscotti faranno una brutta, bruttissima fine. » Scambia una rapida occhiata d'intesa con James. Troppo?
     
    .
  6.     +1    
     
    .
    Avatar


    ★★★★

    Group
    Member
    Posts
    509
    Reputation
    0

    Status
    Anonymes!
    James Sirius Potter osserva con uno sguardo sulla difensiva il piatto che Malia appoggia sul comodino. Oh, sua nonna può accettare qualunque smacco ma non riesce ad accettare un rifiuto in campo culinario. Il suo cibo mette tutti d'accordo, anche i più reticenti. Tutti dovrebbero avere una nonna come Molly Weasley, una di quelle che raduna tutta come calamite attorno al proprio tavolo. . « È ancora arrabbiata, ma non sopporta l'idea che tu abbia saltato il pranzo. » Il ribelle ragazzino che si cela nelle sue ossa si sente vittorioso. Ha fame, sta facendo i capricci, ma oh, far sentire sua nonna in colpa per averlo trattato come uno stolto non ha prezzo. « Lo so. » Asserisce con un sorrisino sghembo. Lo faccio da quando avevo cinque anni. Ma questo, James, se lo tiene per sè, convinto che in questa maniera manterrà ancora un po' della sua dignità da maschio alfa. Gli dispiace di averla fatta assistere a tutti quei drammi. Ad essere onesto, nemmeno lui pensava che potessero andare così lontano. È semplicemente giunta la goccia che fa traboccare il vaso. Anche James ha un limite, seppur sembri un tipo alla mano e pressochè menefreghista anche di fronte alle catastrofi naturali più terribili. Durante l'upside down era il bimbo idiota che si lasciava inseguire dal sopraggiungere di quel grigio spaventoso, prima ancora era il cretino che si era lasciato arruolare da una banda di motociclisti, prima ancora l'idiota quasi auror che non aveva la più pallida idea di cosa i suoi genitori potessero combinare sul fronte della ribellione. Sempre un po' fuori dai giochi per scelta personale - un po' perchè persino per lui che amava la gente e la compagnia, la sua famiglia a volte era un tantino troppo. Che fossero troppo da ogni punto di vista lo dicevano d'altronde tutti loro e ciascuno ogni tanto aveva bisogno di prendersi una meritata pausa dal Potter-Weasley Variety Social Club & Cabaret.
    tumblr_msh9znOg0b1qfhvpzo3_250
    « Scherzi? Io adoro i drammi familiari. Certo, questa volta ho veramente temuto che gli occhi di tua nonna si trasformassero in laser letali per l'umanità, ma ce la siamo cavata anche oggi. Questo, chiaramente, se finisci di mangiare. » Il giovane Potter scoppia a ridere. Quell'immagine dipinta da Malia è così paradossale eppure così vicina alla realtà. Avete presente Terminator? Quella è nonna Molly ora. In tutta risposta, alza gli occhi al cielo e afferra il piatto. Ha fame, c'è poco da fare e in fondo la sua battaglia è già finita. Tra mezz'ora scenderà di sotto e già inizieranno tutti quanti a scherzare nuovamente. Forse quello più permaloso era lo stesso James che, in virtù del suo aver fatto una figuraccia, avrebbe provato un leggero imbarazzo, specie nei confronti di sua madre che si faceva on quattro per tutti loro. Ah, la mamma è pur sempre la mamma. « Domani dirà che le ho quasi fatto venire un infarto. James di questo passo mi porti al cimitero. Ogni due mesi uno di noi la porta al cimitero. Guarda te come alla fine ci seppellisce tutti quanti. » A quel punto si mette a mangiare a grandi bocconi, ascoltando il gentile resoconto di Malia sulla discussione avuta una volta lasciato il giardino. Ogni tanto alza gli occhi al cielo, altre volte sbuffa ma alla fine non fa grandi commenti se non qualche grugnito qua e là. È troppo affamato per per commentare. « Andiamo a Balmore Castle. » Il boccone gli va quasi di traverso per lo stupore, e a quel punto, quasi ripulito il piatto lo mette da parte e la osserva con aria interrogativa. No dai, che palle. « Io non sono mai stata, e francamente mi sento anche abbastanza in vena di prendere per il culo i resti del matrimonio da sogni della Carrow. E nel frattempo ti do una mano a sgomberarlo: abbiamo anche tutto il pomeriggio. Dai, sarà divertente. Per di più, oltre ad avere un aiuto importante da parte mia, se riesco davvero a convincerti tua nonna mi amerà per sempre. E mi preparerà quella torta di mele buonissima tutte le volte che voglio. Questo in verità è più un punto a mio favore, però, ecco, sono pronta a condividerla, la torta. » Solleva un sopracciglio con un accenno di sorrisino malizioso dipinto sul volto mentre si passa un mano tra i capelli appena scompigliati. « E te pareva che era una cosa disinteressata. » Asserisce partendo all'attacco per farle il solletico mentre la colpisce appena in faccia con uno dei cuscini targati Coppa Mondiale 2012. « Oh ceeerto sempre a fare la lecchina, piccola peste! » Asserisce continuando a tormentarla mentre scoppia a ridere molto più ben disposto a completare quel lavoro che in fondo per il fratello avrebbe fatto comunque ad occhi chiusi - solo stando ai suoi tempi. Ed è lì che quando la battaglia si fa più acerrima, sullo stipite della porta compare Jay. « JAY! Vieni a darmi un bacio adesso o quei biscotti faranno una brutta, bruttissima fine. » James sospira e la lascia andare. « Si si vai col tuo nuovo ragazzo, io vado a tirare fuori la moto dal garage. » Un tono fintamente offeso mentre vede Malia inseguire Jay per il suo premio, facendo l'occhiolino al biondino. « Ed ecco una celere manifestazione del DNA Potter. Lui scappa, lei la insegue affranta. » Questo quanto urla giù per le scale prima di scambiarsi una lunga occhiata con nonno Arthur seduto comodamente in una delle poltrone in salotto. Lo fissa lungamente da sotto gli occhiali da lettura e in tutta risposta, il giovane Potter scuote la testa e si stringe nelle spalle. Ma falla finita. Non mi farai sentire in colpa. Di cosa poi! Io non non ho fatto niente. Niente. Appunto.

    « Pronta? » James porge uno dei due caschi a Malia per poi indossare il proprio nello stesso momento in cui passa la gamba destra attorno alla Harley, facendo partire il motore. Oh, il suo piccolo tesoro. Su una cosa nonna Molly non si sbagliava. James tiene così tanto a quello gioiello che ci ha investito sopra migliaia di galeoni. L'ha comprata letteralmente da uno sfascio. L'unica cosa pressoché intatta era la carcassa, tutto il resto aveva dovuto risistemarlo da sé, spesso anche senza ricorrere a un meccanico, semplicemente perché troppo caro. Ora avrebbe sufficienti soldi per comprarsene una nuova, ordinarla su misura direttamente nel concessionario a Diagon Alley o da qualche parte vicino a Edimburgo, ma per lui quel piccolo tesoro è più di un mezzo di trasporto. « Stone? Solo due cose. Primo, non graffiarmi la moto, è delicata. Secondo.. » E a quel punto si volta appena per guardarla da oltre la spalla. « Ora tutti sapranno che hai fatto da donna delle pulizie per la Madama. Aggratis! » E a quel punto parte, prendendo quota dopo una leggera corsa lungo il viale di fronte alla Tana. Il viaggio fu parecchio piacevole. Il sole splende alto nel cielo mentre James perde ogni tanto quota per lasciare che Malia possa godersi un po' del paesaggio lungo la strada. Passano attraverso tanti, tantissimi paesini prima di arrivare Bristol. Lì c'è un punto di smaterializzazione di mezzi pesanti che avrebbe permesso loro di risparmiarsi tante ore di viaggio e giungere in un battito di ciglia direttamente ad Aberdeen. Da lì ci misero non più di una ventina di minuti per iniziare a vedere i primi accenni del Cairngorms National Park. Erano decisamente vicini a Hogsmeade e anche a tutto il resto, alle terre che ormai avevano imparato a conoscere e attraversare con la stessa naturalezza con cui si attraverso il salotto di casa propria. Le Highlands, il nord della Scozia, era stato per molti di loro e per molti mesi casa, addirittura più di quello. Era stato un posto sicuro, un luogo in cui avevano legato e si erano conosciuti, a un livello ulteriore rispetto a prima. Era il luogo in cui avevano scoperto anche i loro limiti, le loro debolezze. Eh sì, persino James e gli scozzesi e il loro accento del cazzo li odiava, doveva ammettere di essere ormai molto legato a quei luoghi. Non fu quindi sorpreso quando Albus gli disse che lui e Mun si sarebbe sposati da quelle parti. Ormai qualunque cosa andasse Glasgow ed Edimburgo e ancor di più qualunque cosa ci fosse in linea d'aria sopra Dundee, era una specie di fortino che per molti era più di un fazzoletto di terre quasi completamente inesplorate. No, quelle terre inesplorate non lo erano quasi per niente. Lì la gente ci aveva sempre vissuto, solo che loro non lo sapevano. Atterrò da qualche parte fuori dalle difese esterne del castello e da lì decide di procedere a terra, lungo una strada pavimentata ma piuttosto di merda. Giunti di fronte all'insegna del castello, sollevò un sopracciglio e lesse. « Benvenuti a Balrmore-al Castle. Hai capito, si chiama Balmoral. I fottuti scozzesi storpiano tutto. Mio fratello sta un po' troppo a contatto con loro. Tutti a pensare si chiamasse Balmore, e invece si chiama Balmor-al. » Aprtosi il cancello si ritrovarono a percorrere un lungo viale alberato che si apriva su un enorme cortile esterno così curato da sembrare esser stato realizzato con squadra e compasso. Il castello era decisamente.. « ..umile, mi dicono. » Ma quanta gente dovevano invitare? A dire la verità James non ha mai approfondito assolutamente nulla. Albus gli aveva chiesto di fargli da testimone, lui era stato così felice che aveva iniziato ad organizzare l'addio al celibato con un mese di anticipo, tranquillizzando erroneamente Mun sulla natura della festa che aveva in mente. Andiamo a caccia, Mun.. e poi faremo quelle cose in montagna da maschi. Boh, se devo invitare Holden Morgenstern per gentilezza a questa cosa, prima bugia, non l'avrebbe mai invitato, secondo te, posso portare froci e puttane sotto il porticato di Inverness? Centodiggiotto? Mai sentito? Mun non ci aveva capito letteralmente nulla di tutto ciò, ma si era lasciata tranquillizzare dalla presenza di Holden. Se c'è Holden allora va bene. E James non aveva potuto fare altro che pensare che la sua futura cognata era una cazzo di mammina pancina psicopatica.
    Spegne il motore della Harley e la mantiene in equilibrio per permettere a Malia di scendere. E' dopo qualche minuto che individua l'area più avariata. A dirla tutta, lungo il percorso verso le sale che sua madre le ha spiegato si trovano oltre il porticato principale, ci sono già parecchi danni. Tende strappate, qualche andato a fuoco e cocci a terra.
    tumblr_nwiw9iPrmu1uxvu3bo7_250
    « Mio dio, ricordarmi di non far mai più incazzare mia sorella. » Ma ha parlato troppo presto James. Presto i due si trovano di fronte alle vere e proprie sale del ricevimento, ancora apparentemente infiocchettate; però infiocchettate di cenere e puzza di bruciato. Sgrana gli occhi e lentamente quella voglia di far festa e prendere per il culo il fratello gli sta passando. Lì sono andati persi un sacco di soldi, un sacco di lavoro. Cioè mi hanno rotto i coglioni con questa cosa per mesi.. ora capisco che era solo la punta dell'iceberg. Come punta dell'iceberg era stato quel pomeriggio passato con Siri e Albus ad assaggiare cento torte diverse sotto impulso della Carrow, per poi scegliere la prima e l'ultima che lei aveva assaggiato. Ma allora sei stronza. Ma io ti faccio male, cazzo! Sì, questo avevano detto i suoi occhi quella volta, e nonostante non avesse ricevuto né l'appoggio di Siri né quello di Albus in quella crociata, lui l'aveva odiata più di tante altre volte. Man mano che cammina attraverso le diverse sale, che possono tranquillamente contenere qualche centinaio di invitati, arriccia il naso piuttosto infastidito. Non sa di preciso cosa dire. Se dice qualcosa di divertente, sembra un testa di cazzo, se dice qualcosa di triste - beh, non è che gli dispiaccia così tanto per la Carrow. Almeno finché non vede il manichino con il vestito da sposa quasi tutto rovinato, così come il grande giardino sul retro con la pista da ballo e altri tavolini anche quelli usciti direttamente da un film sulle calamità naturali. « No va beh. » E' l'unico commento tra il deluso e lo scoraggiato che riesce a fare alla fine, dopo aver visto l'entità del danno. Ci sono pezzi interi di muro crollati in alcune zone, e un pezzo di soffitto completamente andato. Lui pensava si trattasse del solito dramma, perché in fondo si sa, Albus e Mun fanno il dramma per qualunque cosa, però.. « Questo Shame sta fuori come un terrazzo. » Asserisce osservando il buco nel soffitto sopra la sua testa. « Mia madre dice che dovremmo salvare il salvabile, però mi sa che c'è poco da salvare.. Sei ancora sicura di volerlo fare? » Chiede quindi mentre getta su un tavolo sporco lo zaino in cui si è fatto mettere un po' di cibo da sua madre prima di uscire. « Una cosa è certa Stone. Al matrimonio della Carrow ti ci ho portata comunque. » Un sorriso maliziosetto imperla la sua bocca mentre solleva le sopracciglia con fare allusivo, prima di osservare che oltre uno dei muri crollati, in lontananza nel giardino c'è un grosso gazebo - anche quella, sorpresa, arrostito per bene.


     
    .
  7.      
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Maghi Adulti
    Posts
    12,104
    Reputation
    +1,741

    Status
    Anonymes!
    « Stone? Solo due cose. Primo... » La Stone rotea gli occhi al cielo, l'espressione scocciata, figurandosi già la natura di quel monito. Attenta alla moto. È delicata! Quante volte le ha sentite quelle parole? Così tante che anche questa volta non può non spintonarlo con una mano, annoiata, come a volergli dire: Ma stai zitto! Nemmeno gli risponde, s'infila il casco e si sistema meglio a cavalcioni sul mezzo nello spazio del passeggero, aggrappandosi ai fianchi del ragazzo per mantenere l'equilibrio. « Secondo... Ora tutti sapranno che hai fatto da donna delle pulizie per la Madama. Aggratis! » Ride, mentre James fa partire la moto e prende leggermente quota, dirigendosi verso Nord. Gli pizza il fianco, volendolo ammonire a sua volta. « Raccontalo in giro e tutti sapranno di come tua nonna ti comanda a bacchetta! » Sorride, lo sguardo che per qualche secondo cade verso il basso sul panorama. La grande distesa di verde si dilata sotto i suoi occhi, mentre l'agglomerato asimmetrico e grottesco della Tana si fa sempre più piccolo, fino a perdersi completamente tra la nebbia che offusca la vista. « Non che non si sappia già, in effetti... » Ultimo commento che si lascia scappare, in tono di scherno, a voce più alta, perché la senta oltre al rumore del motore e del vento che li colpisce in faccia. Pronuncia quelle parole un po' sovrappensiero, già persa nello spettacolo ai loro piedi. Non è la prima volta che sale sulla moto di James: da piccola capitava spesso che le concedesse il privilegio di salirci, per fare un giro dell'isolato, o anche solo per vedere la casa dall'alto. Per un momento prova compassione per il ragazzo nel ripensare al fastidio che gli doveva provocare quella moretta quattordicenne che aveva un solo pensiero fisso in testa, non appena lo incontrava casualmente in casa. « Allora, James, mi fai fare un giro? » Talvolta la liquidava con qualche scusa banale, prima di rifilarsi nella sua stanza con gli altri ragazzi più grandi, ma quando l'accontentava le urla di gioia della piccola Stone si potevano sentire da tutti gli angoli della Tana. Le è sempre piaciuto, volare. È la cosa più straordinaria e magica di quel mondo ai suoi occhi, più degli incantesimi e delle fatture, più di ogni profezia o strambo oggetto incantato.
    Questo è probabilmente il tragitto più lungo che compie su quella moto: volano per quelle che le sembrano ore tra i cieli della Scozia, ma non c'è un momento in cui la giovane Stone sente di annoiarsi o desidera raggiungere più rapidamente la meta. Resta costantemente meravigliata di quel panorama, quasi come una bambina che scopre il mondo per la prima volta, il viso che si gira a destra e a sinistra mentre indica a James ora uno stormo di uccelli che migrano da qualche parte, poco lontano, ora un aereo babbano. Una volta arrivati, si scopre tuttavia contenta di poter riappoggiare i piedi al terreno e avere l'opportunità di sgranchirsi un po' le gambe. Rende il casco a James e quasi per casualità nota il proprio riflesso sulla superficie lucida della moto, e l'incredibile disordine sulla sua testa. Decide di non curarsene, e piuttosto elimina il problema alla base legando i capelli corvini in una coda assai disordinata, facendo uso dell'elastico che tiene al polso. Guarda James, che nel frattempo sta riponendo i caschi e recuperando le chiavi della moto. « Allora? Andiamo? » Si sente per qualche motivo impaziente, vogliosa di darsi una mossa e rendere quel pomeriggio produttivo. Che poi tutto ciò sia fatto per aiutare Albus ed Amunet non è che una nota positiva, ma non crede sia l'elemento più importante del quadro. A volte le prendono dei momenti così, di pura iperattività, in cui non potrebbe assolutamente starsene con le mani in mano per troppo tempo senza impazzire.
    « Benvenuti a Balrmore-al Castle. Hai capito, si chiama Balmoral. I fottuti scozzesi storpiano tutto. Mio fratello sta un po' troppo a contatto con loro. Tutti a pensare si chiamasse Balmore, e invece si chiama Balmor-al. » Inarca un sopracciglio nel leggere l'insegna all'entrata del castello, senza però dire nulla. Sì, gli scozzesi hanno degli accenti assai particolari. Non le è ancora chiaro perché Amunet e Albus abbiano scelto di celebrare il loro matrimonio proprio lì, così lontano da casa, in un posto così... estraneo. Chissà perché aveva sempre immaginato Albus - da sempre concentrato sulla sostanza più che sull'apparenza - sposarsi in un posto piccolo e ospitale, una cerimonia raccolta e fatta di pochi intimi, con lo stretto necessario. I Potter-Weasley non erano mai stati delle persone eccessivamente frugali, ma non erano nemmeno... così. « ...umile, mi dicono. » Malia si guarda intorno. Già dall'esterno si possono intuire i danni che vi sono all'interno, ma per il momento la mora pare concentrarsi unicamente sulla maestosità del luogo. « È tutto così... » freddo. Non saprebbe trovare altre parole per descrivere quelle mura. Le sembra tutto incredibilmente inespressivo, come appena tirato fuori da uno di quei cataloghi delle nozze perfette che aveva visto la giovane Carrow sfogliare febbrilmente nel corso dei mesi precedenti all'incidente di giugno. « Ma davvero ad Albus piace tutto questo, secondo te? Questo parco immenso, queste sale... Mi sembra tutto fuorché da lui. » Ma in fin dei conti non è nemmeno troppo il suo matrimonio. Qui è la principessa a decidere. Non è nemmeno necessario che James le risponda, perché sa trovare una risposta già da sola. Eppure non può non faticare nell'immaginarsi il giovane Potter vestito di tutto punto, proprio lì, al centro di quella sala distrutta, mentre sorride ad un migliaio di invitati, tre quarti dei quali lo conoscono a stento. Forse in certe cose si cambia davvero. « Comunque qui sembra sia passato l'apocalisse. » È il suo primo commento, mentre avanzano nella grande sala un tempo adibita per la cerimonia, e che al momento sembra poter ospitare piuttosto un raduno di zombie. S'immagina la scena, che forse in un altro momento la farebbe
    4e17433462bc75f4e7231ba4cab22325ef70a3d3
    ridere, ma non adesso. In questo preciso istante, tutto quel caos e quella distruzione, non può che metterle addosso un'incredibile angoscia. « Mio dio, ricordarmi di non far mai più incazzare mia sorella. » Una mezza risata le scappa di bocca, al solo pensiero. Olympia è una tosta, e lo conferma perfettamente la devastazione che li circonda. Se l'immagina per un momento, lì ferma al centro della sala, a ponderare una decisione così dolorosa. Scegliere tra rovinare il matrimonio di suo fratello o qualcos'altro di mille volte più terribile. È così che ragiona lo Shame, non ti dà alternative e ti lascia con il male minore. « La Carrow è ancora incazzata con lei, non è vero? » mormora a denti stretti, mentre con le dita sfiora il tessuto di una tenda quasi del tutto incenerita. Certo che è incazzata. La conosci la Carrow. Immagina come deve aver reagito a tutto questo caos. « Mia madre dice che dovremmo salvare il salvabile, però mi sa che c'è poco da salvare.. Sei ancora sicura di volerlo fare? » La giovane sospira, portando le mani ai fianchi mentre si guarda intorno. Da dove dovrebbero iniziare? « Non c'è proprio niente da salvare, qui. » Rimarca il pensiero di James, e al suo interrogativo risponde tirando fuori dal proprio zainetto i sacchi giganti che le ha dato Molly prima che lasciassero la Tana, non dopo averle regalato un bacio sulla guancia ed un "Santa ragazza!" esclamato con particolare enfasi. Con l'aiuto della bacchetta ne dispiega uno, aprendolo per bene. « Direi di cominciare dal mobilio, che dici? » Se proprio esiste qualcosa da poter recuperare, lì dentro, forse c'è qualche sedia o qualche tavolo che si può riassemblare. « Una cosa è certa Stone. Al matrimonio della Carrow ti ci ho portata comunque. » Ridacchia, arricciando il naso, mentre con la bacchetta si sforza di ricomporre una sedia. « Oh, questo sì che è un appuntamento galante. Non potrei essere più soddisfatta. Sei un vero galantuomo, James Potter. » Lo guarda sottecchi, prima di fare a brandelli uno sgabello che è a tutti gli effetti irrecuperabile. « Tra l'altro fa molto ridere questa cosa che sei stato costretto a invitare me per tenere buona tua nonna - questo riprova la mia teoria che quella donna ti tiene al guinzaglio. » Gli rivolge un sorrisetto beffardo. Come fa d'altronde con tutti gli uomini della famiglia, si ritrova a completare mentalmente la propria frase, ancor più divertita. Quante volte ha visto James, Sirius, Albus, e perfino loro padre Harry scattare ai comandi di Molly? « Da grande voglio essere come lei, è proprio un modello di vita. » Ridacchia, passandogli il sacco trasparente. Cominciano in questo modo, riunendo ciò che è ridotto in pochi pezzi con la magia, riducendolo e conservandolo lì. Poi passano ai brandelli e alla cenere, tutto ciò che è definitivamente irrecuperabile. Trascorrono ore a mettere a posto, incenerire, ridurre, ripulire tutto ciò che riescono, senza sosta; fino a quando non si ritrovano per terra esausti, spalla contro spalla, sporchi di polvere e cenere ovunque, a gustare i buonissimi biscotti di cui nonna Molly li ha provvisti per il viaggio. Sono perfino più buoni dopo quell'immane sforzo fisico. « Dopo questa, la Carrow mi deve mille favori. E anche tuo fratello, s'intende. » Mangiucchia il bordo dell'ennesimo biscotto, gli occhi fissi sull'enorme sala che ha davanti a sé, ancora per metà ricolma di macerie e oggetti vari distrutti. « Qui non basta mica un pomeriggio. Possiamo tornare domani, se vuoi. Ma adesso sono davvero distrutta. » Sospira, leggermente dispiaciuta di non essere riuscita a realizzare le proprie intenzioni, e chiudere la faccenda in poche ore. Ma di certo non si immaginava tutto questo. « Direi che abbiamo imparato una lezione importante oggi: il matrimonio non è solo incredibilmente sopravvalutato, ma porta con sé anche un migliaio di rogne - basta solo guardare com'è finita a Olympia - metaforiche ma anche letterali. Credo di avere la cenere che mi arriva fin dentro alle mutande. » Ride, distendendo le gambe sporche di terra e polvere, e notando lo stato penoso in cui ha ridotto le proprie scarpe da ginnastica. Sono da buttare. La Carrow mi deve anche queste, me lo segno. Si volta verso il ragazzo, anche lui sudato e sporco di cenere perfino in viso. « Sembri una specie di Oliver Twist » se la ride, prima di puntargli la bacchetta contro e ripulirlo di una macchia sulla guancia con un Gratta e Netta non verbale. « Ecco, un po' meglio. Mi accompagni a casa? E magari mi fai guidare la moto? Per favore. » Ed eccoli lì, i classici occhi da cucciolo della Stone, gli stessi che usava a quindici anni, pronti a far furore e incantare il proprio interlocutore, seppur questa volta per un obiettivo assai più ambizioso.
     
    .
6 replies since 10/5/2019, 22:24   168 views
  Share  
.