Per combattere l'acne

Roman & Tris - 2017

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    ᗷOYᔕ ᗪO ᑕ(ᕼ)ᖇY(ᔕ)

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    Era stato tutto così veloce da lasciarlo senza fiato. Era notte, una di quelle fredde in cui viene quasi spontaneo sentirsi soli al mondo. Era una di quelle notti in cui la botta era stata così forte da lasciarlo stordito per un po', così fuori di sé da credere di poter ritrovare Pervinca in ogni angolo di quella casa del cazzo, dove il letto ancora sapeva del suo odore tanto era rimasto sfatto così a lungo. Era stato un momento a cambiare drasticamente la sua noiosa e monotona vita. Una sensazione strana lungo la schiena, poi la nausea che inizialmente aveva associato al sapore amarognolo dell'LSD ed il corpo aveva preso a cambiare sotto i suoi stessi occhi. All'inizio ovviamente non aveva creduto possibile potesse accadere a lui qualcosa del genere, non quando aveva passato il resto della settimana in camera sua ad ammazzarsi di seghe e canne. Eppure giorni dopo dovette fare i conti con qualcosa che a fatica riusciva a descrivere a parole proprie. Qualcosa che a differenza della droga riusciva a fargli vedere il mondo sotto uno strano e diverso punto di vista. Allora per giorni aveva finto di ignorare i gufi della professoressa di Divinazione, lasciando che la paranoia l'avesse vinta persino sul bisogno della carne. E la cosa cadde nel silenzio, fino al giorno in cui preso dall'abitudine, non finì per ricercare le braccia di Pervinca come un randagio qualunque. È stato proprio in quel momento che gli era sembrato di percepire un odore diverso sulla sua pelle setosa. Così come diverso era stato il sesso, a tratti più rabbioso ed intenso, forse maturo considerato il venir meno della timidezza che inizialmente lo aveva avvolto, soffocandolo. Con fatica, però, riuscì a raccontarle quanto aveva provato pochi giorni prima e grazie a questo riuscì a raggiungere Inverness.
    Di quel luogo non sapeva nulla, così come ignorava gli avvenimenti che avevano scosso non solo la sua vita ma anche quella degli altri maghi che, come lui, avevano condiviso un importante patrimonio storico. Eppure il non sapere nulla continuava a porlo dinanzi ad una delle sue solite crisi esistenziali, dove risultava assai più facile lasciarsi scivolare verso il dubbio e l'ansia piuttosto che sforzarsi di riflettere con lucidità su ogni eventualità di quelle strane circostanze. Viaggiare da solo, infatti, non aveva giovato alla sua mente fragile, la quale aveva lasciato andare a benedire con volontà e determinazione, come fosse stato sin dall'inizio conscio di aver già perso ogni battaglia. Le parole di lei poi, seppur avesse
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    scandito lettera per lettera come per aiutarlo a tener impresso ogni passaggio, presero a sfumare lungo il cammino, lasciando un fastidioso vuoto incolmabile. Stretto nelle proprie spalle, come pronto a difendersi dalla vita stessa, tenne gli occhi alti verso il paesaggio, come per cercare di orientarsi tramite il soffio del vento o l'odore della vegetazione farsi più lontano. Eppure ogni cosa gli sembrò difficile all'inizio: forse perché era tornato nuovamente da solo dinanzi ad una mostruosa e dubbiosa vastità. Forse perché la mano destra, pronta a sorreggere la bacchetta aveva le dita dolenti. E a fargli male era anche il polso, il quale cercava di muovere passo passo, lasciando che lo scricchiolio dell'osso riempisse quel silenzio che faticava ad accettare. Deglutì più volte quando, fermando i piedi, si ritrovò davanti alla chiesa che Pervinca si era sforzata di descrivergli. E gli sembrò una chiesa qualunque. Si affrettò dunque a rollarsi una sigaretta, che seppur conscio non l'aiutasse più a rilassarsi - perché non è quella una delle capacità della nicotina - sperava avrebbe quietato il suo mal di vita. Perché a quei cambiamenti non ci era abituato, non lui che aveva passato gran parte della adolescenza zitto come un pesce ed immobile, come chi non si accorge del mondo muoverglisi attorno. La stessa fatica l'aveva percepita accettando di provare piacere grazie ad una donna più grande di lui. Una donna che aveva dei figli che mai avrebbe voluto conoscere e che, ignara dei propri segreti, gli aveva strappato via quell'innocenza che, dopo Dana, aveva sperato di poter rendere nuova. Immacolata. Eppure puro non vi sarebbe più stato, non da quando aveva lasciato decadere il proprio fisico e la propria mente, accettando di vedersi mutare sotto i propri occhi increduli. Restando in silenzio. La sigaretta si consumò velocemente tra le dita. Il fumo che l'avvolse sembrò quasi piacevole tanto riusciva a scaldarlo, eppure nulla sembrò poter calmare quella mano invisibile pronta a stringergli la gola. Lasciò quindi scivolare la sigaretta al terreno, la quale schiacciò sotto la sua delle scarpe e fece per aprire la grande porta della chiesa.
     
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