Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio

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    Ottobre

    A Basil Greengrass la teatralità delle fiamme smeraldo che lo avvolgevano nell'arrivare al Ministero avevano sempre deliziato in modo particolare. Col tempo l'eccitamento per quella pratica così sontuosa si era fatto sempre più flebile, e adesso neanche più ci faceva caso; eppure, quando si coglieva a camminare disinvolto nell'enorme atrio affollato degli Uffici Ministeriali, dopo essere emerso da quelle lingue chartreuse, un pizzico di piacevole autocompiacimento non falliva di avvolgerlo. Gli piaceva anche che, al suo arrivo, capitasse di cogliere un'occhiata o due di vaga ammirazione o curiosità. Da qualche tempo, suo malgrado, quegli sguardi indagatori si erano mutati in qualcosa di diverso, ma lui non aveva prestato troppa attenzione ai silenzi improvvisi che calavano al suo ingresso in una stanza, alle domande circospette, alle insinuazioni e ai volti sfuggevoli che non più sorridevano nella sua direzione per salutarlo. A Basil non feriva la mutabile natura delle relazioni umane, men che meno quelle tra colleghi che conosceva solo superficialmente. Che fosse ben voluto o meno, in seguito allo scandalo che egli stesso sembrava aver ampiamente lasciato alle proprie spalle, a Basil non importava più di tanto. Il primo giorno di ritorno al Ministero era comparso a testa alta, il cappotto antracite a doppio petto lasciato sbottonato a gonfiarsi appena al suo passaggio, un sorriso cortese per tutti, anche coloro che non lo avrebbero meritato.
    Un diplomatico, l'avrebbe definito la moglie Julie; relazionarsi con individui spiacevoli e situazioni intricate non costituiva per lui un problema. Per questo era con spirito neutrale e fondamentalmente benevolo che quella mattina si era recato negli Uffici del Ministero. Eurus Flamel non gli era mai piaciuta particolarmente. Non la conosceva personalmente, nonostante avessero lavorato per un periodo di tempo parallelo al Ministero. Si era però ampiamente dedicato alla lettura di alcuni degli articoli e saggi da lei pubblicati, e poche altre opere erano riuscite a provocargli una simile contrazione alla fronte, che era rimasta aggrottata dall'inizio alla fine dello scritto. Non sarebbe rimasto stupito, in tal senso, se quell'incontro non fosse riuscito a sortire i frutti auspicati, e cioè quelli di una sana e quantomeno positiva collaborazione lavorativa. Una visita assolutamente superflua la sua, avrebbero detto alcuni, e possibilmente mal interpretata, ma fu con un antico e pesante tomo sotto il braccio che Basil Greengrass si recò al Primo Livello, incamminandosi verso l'Ufficio del Ministro della Magia. Un'accoppiata assolutamente improbabile, se ne rendeva conto, ma non stava facendo niente di male presentandosi per darle un cortese benvenuto, e complimentarsi per la posizione così prestigiosa che era riuscita a raggiungere – contro ogni sua previsione e auspicio. Di Eurus pensava, differenze personali a parte, che fosse una donna estremamente intelligente, magnetica, ed evidentemente capace, se era stata chiamata apposta per ricoprire il seggio vacante. La Restaurazione e i metodi adottati per ristabilire l'ordine lo lasciavano generalmente perplesso e preoccupato. Farsi un'idea in merito era quantomeno doveroso, a quel punto.
    Con un cenno del capo salutò il sottosegretario. «Buongiorno, la Ministra è già arrivata?» L'uomo lo guardò a lungo, per poi bisbigliare un «No, può aspettarla dentro» poco convinto. Entrò nell'ufficio, dunque, lasciando vagare lo sguardo. La stanza apparve sontuosamente decorata, due pesanti poltrone poste di fronte alla barocca scrivania, le vetrate in fondo che malamente illuminavano lo spazio così pesantemente decorato. A lui l'Ufficio del Ministro della Magia non era mai piaciuto un granché.
    Poggiò il tomo che portava con sé sul tavolo di legno massiccio, per poi curiosare per la stanza sfiorando i libri che la nuova Ministra aveva portato con sé nel nuovo ufficio. Non sembrò apprezzarne neanche uno. Uno dei quadri appesi alla parete lo fissava insistentemente.
    Fu colto di sorpresa dall'arrivo della donna, alle sue spalle, proprio mentre stava per sfilare uno dei saggi posti sugli scaffali laterali, tirandolo via con delicatezza dal dorso. «Oh» fece, sussultando appena, respingendo con l'indice il tomo nella fila compatta. «Stavo solo curiosando, perdonami» Si voltò verso di lei con tutto il corpo, quindi, sorridendo gentilmente. «Spero di non starti sottraendo a qualche importante faccenda ministeriale. Volevo soltanto presentarmi ufficialmente; non ne abbiamo ancora avuto modo, temo» si avvicinò, accarezzando con le dita lo schienale di una delle due poltroncine di fronte al tavolo. Quindi le strinse la mano, serrando la stretta con l'altra, senza però dire il suo nome, consapevole che dopotutto non fosse necessario. « E congratulazioni vivissime per l'elezione, immagino sia stata una sorpresa incredibilmente piacevole. Sarei voluto passare prima, ma sono stato terribilmente occupato» Bugia? Chi può dirlo. Si voltò verso la scrivania, recuperando il volume antico che aveva portato con sé. «Un piccolo omaggio che mi auguro tu non abbia letto già, ma che non può mancare nell'arsenale di un politico degno di tale nome» fece. Quel tono paternalistico da dove era saltato fuori? «In ogni caso, reputo sarai a tuo agio con l'italiano del 1500. In caso contrario fammelo sapere e provvederò a mettere le mani sulla versione inglese». Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio gli era parso un regalo assolutamente azzeccato, e, come ogni libro che Basil regalava, con un messaggio ben chiaro all'interno che intendeva far arrivare al destinatario.


    Edited by flâneur - 30/10/2019, 18:32
     
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    Thompson, capo del Dipartimento delle Catastrofi e Incidenti Magici, le mostra un punto rosso sulla cartina del Regno Unito. Uno dei tanti problemi che il Ministero aveva lasciato in sospeso erano le tracce magiche rimaste illese dal momento della ribellione. Con il rientro alla normalità la maggior parte delle barriere magiche poste in essere da Norwena Zabini per delimitare i cosiddetti Distretti dell'oro dai Distretti di Piombo erano state abbattute. Tuttavia, maghi di un certo prestigio ne avevano erette altre, al di fuori del controllo e la sorveglianza del Ministero per proteggersi da qualunque cosa stesse arrivando da lì a poco. Poco più lontano rispetto a Cherry Island, vi è una macchia grigia. Il nulla. Inverness. Di macchie grigie come quelle ne sono comparse sulle cartine di sorveglianza dei Ministeri della Magia di tutto il mondo. Da quando il Credo è uscito allo scoperto, pur restando se possibilmente più nell'ombra di prima, il messaggio alle sovranità nazionali era stato piuttosto chiaro: esistiamo, ma restiamo indipendenti. Un messaggio che Eurus aveva trovato antipatico sin dai primi giorni del suo governo, ma con cui aveva dovuto fare i conti, per evitare ulteriori tensioni. « Posso mandare una squadra di Spezzaincanteaimi entro una settimana. Ho solo bisogno della sua approvazione. » Quelle barriere stanno mandando in tilt i sistemi di sorveglianza del Dipartimento di Catastrofi Magiche. Un puntino rosso così maledettamente fastidioso, come fastidiosa è la contesa di quel territorio che Eurus sa di aver dovuto cedere in favore di una pace duratura. In fondo, le Highlands non interessavano pressochè a nessuno. Erano territori selvaggi, privi di insediamenti magici - se non si considerava la suddetta società del Credo - e con una concentrazione babbana quasi inesistente. Terre in parte inesplorate, ostili e fredde. « È una violazione dei trattati di pace. » « Questa interferenza però ci crea problemi. » Eurus annuisce. Sa a cosa si riferisce. Quelle tracce magiche devono essere state collegate necessariamente a quelle di Hogsmeade. Interferiscono con i sistemi anti-babbano poste sul campus. Un piccolo gap potrebbe compromettere l'intera area, qualcosa di assolutamente grave, specie ora che il villaggio si sta espandendo, divenendo una nuova culla della nuova civiltà magiche. Hogsmeade è troppo importante. È il simbolo della nuova era. Il punto di incontro per antonomasia di diverse culture e sistemi di pensiero; è il polo in cui sta sorgendo la nuova ricerca magica e in cui vengono allevate le nuove brillanti menti di un domani. « Convocherò chi di dovere. Offrirò loro tutta la disponibilità dei suoi Spezzaincantesimi nella risoluzione del problema. Le assicuro che la questione verrà chiusa il prima possibile. Quanto all'altra questione, vorrei un rapporto completo su ciò che è successo all'Ufficio Misteri sulla mia scrivania entro domani mattina. » Thompson annuisce e la donna gli sorride con aria rassicurante, prima di lasciare la sede del Quartier Generale degli Spezza incantesimi. I tacchi a spillo si muovono con confidenza lungo la strada maestra che porta al suo ufficio. Liscio. Liscio come l'olio. Così definisce Eurus Flamel il suo ritorno nei ranghi del Ministero. È stata chiama come Commissario Straordinario Tecnico subito dopo la chiusa dell'Upside Down per sorvegliare sull'ordinaria amministrazione e sul decorso naturale dei trattati di pace tra le varie fazioni che si erano scontrate in quella lunga quanto dolorosa battaglia setacciata da molte perdite ed errori di valutazione di ogni sorta. Poi erano giunte le elezioni, e la Flamel si era aggiudicata il benestare degli elettori con una campagna che contava tanto su un curriculum a dir poco brillante quanto su un impeccabile lavoro di giudice imparziale in quella lunga contesa di richieste e compromessi che aveva dovuto necessariamente mettere d'accordo sensibilità ed esigenze decisamente complicate e difficili da accontentare. Scendere a patti con i sopravvissuti di Hogwarts, con gli ex Ribelli, con le famiglie più potenti d'Inghilterra e le associazioni a loro affiliate, nonché con una serie di attori terzi di cui gli stessi maghi avevano ignorato l'esistenza fino a poco tempo prima era stato un lavoro decisamente delicato, che Eurus aveva svolto con disciplina e pazienza, dialogando e ascoltando le richieste di tutti tanto in interrogazioni individuali quanto in sedi collettive di difficile gestione. Giunta a quel punto, seppur il suo operato in vesti così officiali contava poco più di un anno di mandato complessivo, si reputava all'altezza delle aspettative. A lungo andare, stava iniziando a imporsi non solo come giudice del popolo, come alcuni giornalisti l'avevano definita nelle prime timidi fasi delle trattative, ma anche come un vero leader. Conclusasi la prima fase, quella di rientro all'ordinaria amministrazione, iniziava la vera sfida. Prese are il suo potere e l'indice di gradimento conquistato fino a quel momento. Celine, la sua assistente si mantiene a qualche passo dietro di lei. Ha tra le mani un agenda e le elenca di seguito tutti gli appuntamenti della giornata. Una non prettamente libera. Herb Turner, uno dei Sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Direttivo, la informa infatti che, ad attenderla nel suo ufficio c'è niente di meno che Basil Greengrass. Eurus osserva l'uomo lapidaria per qualche istante per poi rivolgere uno sguardo veloce a Cecile. « Non ricordo di aver sentito il nome del Inquisitore tra gli appuntamenti di oggi, Cecile. » La ragazza osserva Herb con aria apprensiva, lui fa altrettanto con lei. « Que-questo per-perchè non c'è, Madama Ministra. » Eurus le abbandona la borsa e il cappotto in tutta risposta e annuisce. « La prossima volta gradirei che rendeste chiaro che, - salvo questioni urgenti - questo è l'ufficio della Ministra della Magia, non il helpdesk del campus universitario. » Asserisce in direzione dei due con una punta di freddezza, mentre si sistema i capelli d'ebeno su una spalla lisciandosi la giacca del completo color borgogna. Sa bene che quando l'Inquisitore va a far visita al Ministro non lo si può rifiutare indipendentemente dai propri impegni. Essere tuttavia avvisata con un po' di anticipo è quanto meno doveroso oltre che rispettoso. A meno che non è crollata la maggioranza all'Wizengamot, come minimo farà la figura del cafone, e il mio staff sembrerà altrettanto incompetente. Ci voleva chiaramente parecchia pazienza. Il Ministero era stato scosso da parecchi cambiamenti. Troppi leader si erano susseguiti in quell'ufficio negli ultimi anni, ciascuno pronto a operare cambiamenti piuttosto drastici. Ciò di cui tutti avevano bisogno ora come ora era parecchia stabilità, un governo equilibrato in grado di seguire una ratio degna di quel nome, e un progetto che avesse un inizio e una fine, senza essere preferibilmente troncato di netto. Peggio delle cattive decisioni politiche c'era solo la perenne fase di stagno di una campagna elettorale in cui tutti, invece di preoccuparsi di fare il proprio lavoro, agivano all'insegna di un non molto lontano periodo di nuove elezioni, o di totale caos politico. Nessun piano a lungo termine e tante promesse sulla scia di un vivere la giornata. L'economia però, non si costruisce alla giornata.
    Le unghie smaltate di nero brillano sul pomello della porta mentre sul volto della donna si dipinge un ampio sorriso affabile mentre incontra lo sguardo di Basil Greengrass. « Onorevole Greengrass. » Lo saluta elegantemente avvicinandosi per stringergli la mano, prima di gettare uno sguardo più attento al punto in cui l'uomo si trovava nella stanza, focalizzato con una certa temerarietà su alcuni scaffali della sua libreria. Dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei.
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    « Spero di non averti fatto attendere troppo. » Cosa che non sarebbe di certo accaduta se avessi saputo del tuo arrivo. Un sorriso smagliante si dipinge sul suo volto, prima di abbandonare sulla propria scrivania l'agenda personale. « Stavo solo curiosando, perdonami. Spero di non starti sottraendo a qualche importante faccenda ministeriale. Volevo soltanto presentarmi ufficialmente; non ne abbiamo ancora avuto modo, temo. » Qualcosa che Eurus poteva intuire Basil Greengrass aveva fatto esattamente nel momento in cui desiderava farlo. Né troppo al ridosso del suo incarico, né troppo tardi. Qualcosa nel mezzo che potesse in un certo qual modo esprimere né troppo entusiasmo, né ostilità. Eurus tuttavia sapeva che non tutti all'interno del Ministero erano suoi sostenitori. Una donna con un curriculum impeccabile, rimasta fuori dalle scene istituzionali, così come dal palcoscenico della mondanità per diversi anni era di certo un incognita. Poteva essere una grande spina nel fianco, o una stolta - o nessuna delle due, e questa era l'ipotesi più temibile. « So bene che come coordinatore dell'Wizengamot, il tuo tempo è estremamente prezioso. » Nessuna accusa in quelle parole, eppure, qualcosa è quasi possibile percepirlo. Una sorta di ironia di fondo, qualcosa che Eurus non si impegna di celare più del dovuto. « E congratulazioni vivissime per l'elezione, immagino sia stata una sorpresa incredibilmente piacevole. Sarei voluto passare prima, ma sono stato terribilmente occupato. » Lo invita ad accomodarsi su una delle poltrone di fronte alla scrivania mentre ne fa il giro. « Oh, nessuna sorpresa, credimi. Ero molto consapevole del vantaggio che mi ha dato il lavoro svolto durante i negoziati. » Un lavoro che era stato necessariamente conferito a un soggetto terzo, poiché i vecchi vertici del Ministero erano considerati.. troppo schierati. O troppo legati a interessi personali o relegati a una parte piuttosto che a un'altra. Lo stesso Basil Greengrass che ora sedeva di fronte a lei ne era un esempio. Presidente dell'Astra, schierato piuttosto attivamente nelle scelte della dittatura militare instaurata dalla Squadra d'Inquisizione. Paradossalmente l'unico motivo per cui a lui è toccato una sorte diversa da altri, è quel malore, di cui in molti parlano, e che l'hanno allontanato dalla scena politica prima che il tutto degenerasse più del dovuto. « Un piccolo omaggio che mi auguro tu non abbia letto già, ma che non può mancare nell'arsenale di un politico degno di tale nome. In ogni caso, reputo sarai a tuo agio con l'italiano del 1500. In caso contrario fammelo sapere e provvederò a mettere le mani sulla versione inglese. » Eurus avvicinò il libro con un sorriso compiaciuto sulle labbra sfogliandolo appena, senza soffermarsi su alcun capitolo. Un regalo che, per le modalità con cui era stato recapitato, aveva un sottofondo raffinatamente intimidatorio. Che Basil fosse un intellettuale di cui il Ministero non poteva privarsene, era poco ma sicuro. La mia domanda è, Oneravole, cosa ne farai di quell'immenso intelletto? « Ti ringrazio. L'edizione è davvero magnifica. Sarà utile per rispolverare un po' di cose. » Con una laurea in lettere classiche, targata Harvard, classe 1972, e un'altra in filosofia, tuttavia, Eurus non può dirsi estranea né al linguaggio che Basil tenta di propinarle per affermare la sua superiorità intellettuale, né coi concetti filosofici nel testo contenuti. Mentre ne accarezza la pregiata copertina, gli occhi di ghiaccio della Flamel si sollevano di colpo. « "Ex ferocibus universis singuli metu suo obedientes fuere" [...] dice Tito Livio nelle soprascritte parole che tutti insieme sono gagliardi, e, quando ciascuno poi comincia a pensare al proprio pericolo, diventa vile e debole. » Le folle e il rapporto di sudditanza; una frase che sembra puntare in una certa direzione, e che pure, decontestualizzata, posta in essere col giusto tono, può significare tante altre cose. « Mi hai dato un ottimo spunto per le prossime riletture. Ovviamente, non esiterò a cercarti, semmai qualche passaggio dovesse risultarmi.. ostico. » A quel punto si adagia sulla sedia, accavallando le gambe e posando il libro alla sua destra. « Gradiresti qualcosa da bere? » Chiede da ottima padrona di casa, indicandogli il minibar dove sono esposte alcune costose bottiglie e una teiera magica che mantiene l'ottima qualità di té che Eurus predilige sempre alla temperatura ottimale. « Visto che sei qui, mi piacerebbe parlarti di alcune questioni che avevo comunque intenzione di sottoporti. Stavo analizzando le proiezioni sulla coordinazione tra Wizengamot, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, Quartier Generale degli Auror e Azkaban. Dovremmo istituire un canale più diretto di comunicazione tra questi dipartimenti che operano attorno alla sicurezza, specie in questo momento - l'Intelligence dei paesi del Patto Scandinavo è ancora in piena riorganizzazione dopo quanto accaduto, quindi dobbiamo operare quasi completamente in autonomia nazionale, almeno finché le istituzioni sovranazionali non dovessero trovare la propria stabilità. Ho notato che il servizio pubblico non offre sufficiente tutela legale gratuita per chi ne ha necessità e manca ancora un sistema di consulenza legale e psicologica specializzata presso Azkaban. E' necessario individuare delle figure adatte in merito, in virtù del diritto inviolabile del giusto processo e del rispetto della dignità della persona. » Abbiamo a che fare sì con delinquenti, ma hanno comunque il diritto di ricevere tutto il supporto necessario per difendersi. « Sono intenzionata a parlare con il Preside Yaxley di ciò. I futuri tirocinanti più brillanti potrebbero essere delle ottime risorse in questo senso - ovviamente sotto la supervisione dei nostri ottimi avvocati e operatori dei CIM. »



     
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    Gli occhietti opachi di Cornelius Fudge continuavano a osservarlo. Basil ne sostenne lo sguardo per qualche secondo, sistemandosi gli occhiali con il pollice, più come gesto nervoso che necessario. Dall'espressione dell'ex Ministro Basil avrebbe giurato trapelare una vena di disgusto, ma era altrettanto probabile che quella fosse solo causata dall'infortunato aspetto sgradevole dell'uomo. Non aveva chiarissimi ricordi di Fudge, se doveva essere onesto.
    «Oh, nessuna sorpresa, credimi. Ero molto consapevole del vantaggio che mi ha dato il lavoro svolto durante i negoziati.» Basil lavorava per il Ministero da circa 25 anni, anno più, anno meno, anche se durante il governo di Fudge non era stato altro che un portacarte o borse, all'occorrenza, di Amelia Bones, fino al suo assassinio nel '96. Sembrava una vita fa. Lui c'era quando era caduto il governo ed era passato nelle mani del Signore Oscuro. Lavorava all'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia quando era passato nelle mani di Yaxley. Aveva percorso i corridoi del Ministero giorno dopo giorno, dovendo assistere alla deportazione degli impiegati mezzosangue o nati babbani – o anche solo sospettati tali, senza poter alzare un dito senza rischiare di perderlo, non contando niente, tutelato dal solo fatto di essere nato da genitori maghi, appartenenti a loro volta ad una delle stirpi più pure. La stessa famiglia che sapeva sposare gli ideali di supremazia emersi dalla Seconda Guerra, la stessa alla quale non si era mai sentito di appartenere, la stessa che però, inevitabilmente, lo aveva salvato. Era per questo che Basil Greengrass quella tempesta, la seconda volta che li aveva travolti, l'aveva vista arrivare. Riconosceva nelle frasi lanciate così, con disinvoltura, lo stesso tono sprezzante che riempiva quelle della sua famiglia; e così erano ritornate le Politche Anti-impuri, i controlli più serrati, le squadre inquisitorie, a quel modo che a Basil suonava fin troppo familiare, e contro il quale avrebbe cercato di battersi come possibile. Ma per quanto lui fosse un idealista, e per quanto cercasse solo di fare la cosa giusta, rimaneva un impiegato del Ministero, e come tale doveva ubbidire, seguire gli ordini, processare i colpevoli. Era stata, quella, una violenza indicibile, ma mai il suo intelletto aveva vacillato, mai aveva dubitato di quale fosse la cosa giusta da fare. D'altro canto, non si poteva dire che Basil avesse abbracciato la causa dei Ribelli. La morte di Edmund Kinglsey aveva portato con sé una delle più feroci e devastanti stragi di cui lui avesse memoria, e non ci sarebbe stato verso, per lui, di giustificare quanto accaduto. Come spesso accade in queste situazioni, la ragione non era di nessuno, se di “ragione” si poteva parlare. Quei giorni erano stati riempiti dallo sgomento, dall'impotenza, e dall'ignoranza. E la cosa che Basil Greengrass non riusciva a sopportare era proprio quella: sentirsi ignorante. La verità era che era stato troppo debole per far fronte alle proprie responsabilità. Troppo debole per poter prendere in mano la situazione, una volta risolta, e mettere insieme i pezzi. Troppo rotto lui stesso per poter svolgere il suo lavoro, e nient'altro che il suo dovere. Si odiava per questo, odiava l'uomo che si era dimostrato essere. Credeva fortemente che il valore di una persona si misuri da come reagisca alle difficoltà, da come risponda alle proprie responsabilità. E lui ne era venuto meno, e proprio quando avrebbe potuto fare un passo avanti, finalmente contando qualcosa, era scappato via, come un codardo. Si chiedeva come avrebbe fatto a ritrovare rispetto per se stesso.
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    E il commento della Ministra, la menzione dei negoziati, altro non fece che riaccendere in lui quella fiamma dalle lunghe lingue verdi: la vergogna. Lui dov'era? Durante la Restaurazione, quando finalmente il Governo aveva potuto fare qualcosa, dov'era finito il Capo Inquisitore? Era via, col cuore spezzato e un esaurimento nervoso. Aveva avuto un crollo. Cercava di non farsene una colpa, ma la verità era che non se lo sarebbe mai perdonato, e che, adesso, avrebbe cercato come possibile di partecipare, fare un passo avanti, e uscire da quella bolla di intellettualismo superiore e distaccato nella quale aveva vissuto fino a quel momento, guidato dal desiderio di mantenersi neutrale, giusto, equo, moderato, di fatti, però, prendendo le parti del carnefice. Non schierarsi, in tempi di Guerra – Basil lo sapeva bene – equivaleva a prendere le parti dell'oppressore. Non l'avrebbe fatto più, per quanto possibile, nel limite del giusto, perché forse iniziava a pensare che ciò che l'avesse guidato fino a quel momento a mantenersi nel mezzo fosse stata una sorta di diplomazia, di intelligente oculatezza, che non disprezzava, ma di cui aveva pagato le conseguenze a caro prezzo. Quando non sei tu a parlare, qualcun altro lo farà per te. E così era stato, suo malgrado. Non era certo di che cosa Eurus Flamel pensasse sul suo conto, viste le voci che sapeva essere circolate. E non le biasimava, sebbene non desse loro particolare importanza. Poteva essere sembraya una mossa politica piuttosto astuta – sebbene, francamente, vagamente rozza – quella di scomparire dal Mondo Magico proprio nel momento in cui c'era stato il rischio che ci rimettesse il posto. Il fatto di non aver mai fatto pubblicamente trasparire il proprio schieramento politico durante gli accadimenti del Lockdown era stata chiaramente una scelta, ma, Basil lo capeva bene, ciò si era prestato a interpretazioni, e le sue azioni avrebbero parlato più forte di qualsiasi dichiarazione, se mai ce ne fossero state di marcatamente oppositive; e Basil aveva detto di no, aveva combattuto, ma entro certi limiti. Si assumeva totale responsabilità di cosa aveva o non aveva fatto. Sperava solo che il prezzo pagato, che era pronto venisse riscosso, non fosse poi troppo alto. E che non avrebbe più commesso gli stessi errori. E forse, in fondo, il motivo di quella visita non era altro che quello: fare un passo avanti, esporsi. Cominciare col piede giusto, in un'ottica di collaborazione positiva – ma che fosse collaborazione, in cui si premurasse di far sentire la propria voce, invece di avere la sensazione, che ormai da qualche tempo lo perseguitava, di star parlando con quella di qualcun altro, o di non starlo facendo affatto.
    «Ti ringrazio. L'edizione è davvero magnifica. Sarà utile per rispolverare un po' di cose». Era certo che Eurus fosse familiare con il testo. Del resto, l'obiettivo del suo regalo non era certo quello di pavoneggiarsi o metterla alla prova. Non sottostimava lo spessore della persona che aveva di fronte. Di fatti, quello era un testo fatto per venire letto e riletto, interpretato a vari diversi livelli, non di certo da sfogliare a tempo perso o da regalare come una sorta di grezzo pavoneggiarsi. Era lo studio quello che si addiceva al volume regalatole. Il fatto di sceglierne uno che fosse in lingua originale era stato senz'altro un vezzo che aggiungeva valore al presente, ma niente di più. Conosceva le abilità di Eurus e il motivo della sua visita non era certo di metterle alla prova. Piuttosto, Basil era curioso di cosa lei, con idee così differenti dalle proprie, almeno basandosi su ciò che aveva potuto dedurre dal leggere i suoi scritti, avrebbe tratto dalla filosofia machiavellica. Un sorriso di compiacimento comparve sul suo volto quando la donna non perse occasione di rimarcare la propria familiarità con il testo, nel citarlo a memoria. Neanche lui ne sarebbe stato capace, ma quella non era certo una gara. «Hai citato uno dei passi più interessanti, in effetti. L'avrò riletto non meno di 5 volte da cima a fondo. Quasi ti rapisce, Machiavelli, non trovi?», chiese retoricamente, inclinando appena il capo. «Mi hai dato un ottimo spunto per le prossime riletture. Ovviamente, non esiterò a cercarti, semmai qualche passaggio dovesse risultarmi...ostico» «Oh, sono certo che vista la tua familiarità con il testo tu sia perfettamente a tuo agio da sola. Sono curioso rispetto alle tue riflessioni in merito, piuttosto. Approfondire il discorso, magari in un'altra sede, mi farebbe molto piacere» commentò sinceramente, accavallando le gambe a sua volta, seduto sulla poltroncina.
    Seguendo l'indicazione di Eurus, poi, si alzò per versarsi del tè in una delle graziose tazzine di porcellana appoggiate sul mobiletto. «Mi fai compagnia?» chiese voltandosi, prima di servirsi. Tornò a sedere, infine, soffiando delicatamente e tenendo il piattino tra l'indice e il pollice. «Visto che sei qui, mi piacerebbe parlarti di alcune questioni che avevo comunque intenzione di sottoporti. Stavo analizzando le proiezioni sulla coordinazione tra Wizengamot, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, Quartier Generale degli Auror e Azkaban. Dovremmo istituire un canale più diretto di comunicazione tra questi dipartimenti che operano attorno alla sicurezza, specie in questo momento - l'Intelligence dei paesi del Patto Scandinavo è ancora in piena riorganizzazione dopo quanto accaduto, quindi dobbiamo operare quasi completamente in autonomia nazionale, almeno finché le istituzioni sovranazionali non dovessero trovare la propria stabilità. Ho notato che il servizio pubblico non offre sufficiente tutela legale gratuita per chi ne ha necessità e manca ancora un sistema di consulenza legale e psicologica specializzata presso Azkaban. E' necessario individuare delle figure adatte in merito, in virtù del diritto inviolabile del giusto processo e del rispetto della dignità della persona. Sono intenzionata a parlare con il Preside Yaxley di ciò. I futuri tirocinanti più brillanti potrebbero essere delle ottime risorse in questo senso - ovviamente sotto la supervisione dei nostri ottimi avvocati e operatori dei CIM. » Sorseggiò un po' di tè, annuendo. Anche lui avrebbe voluto parlare di alcuni argomenti, «Uhm... Mi trovi perfettamente d'accordo con te. Ho avuto modo di lavorare a contatto con alcuni studenti che ho scelto personalmente, e anche se mi pare chiaro che parlare di competenze sia prematuro, e ci siano diversi aspetti da smussare, non credo sia impossibile utilizzarli per riempire alcune di queste lacune. Bisognerebbe forse pensare a lungo termine, però.» Prese un altro sorso, poggiando la tazzina sul palmo della mano sinistra. «Chiaramente non sono compiti che possono svolgere solo i tirocinanti, e comunque venendo supervisionati delle cariche apposte vanno istituite. Ma sì, mi pare sia più che necessario». Annuì ancora per qualche secondo, per poi posare la tazza sulla scrivania, e farsi più vicino. «C'è un'altra questione di cui mi preme discutere con te». Che sia chiaro: Basil Greengrass era sempre stato uno che diceva la sua – ma nei contesti più privati, come quello, e sempre e comunque senza cadere negli eccessi. Non era per lui strano ritrovarsi a discutere così a tu per tu con il Ministro della Magia. Ma ciò che in lui era diverso, adesso, era forse la determinazione che cresceva in lui a caderci, in quegli eccessi, quando necessario; per i giusti argomenti, era chiaro, per le giuste cause, scegliendo con attenzione le proprie battaglie. Ma intraprendendole. «Hai sentito parlare dell'orribile storia dello...» - estrasse dal taschino interno della giacca un foglietto di pergamena sul quale, la sera prima, si era appuntato quel nome, prima di dimenticarlo - «...Shame Piegò la testa in avanti, per poi riporre il foglietto al suo posto. Non era certo di se o meno quella fosse una delle nuove eccezioni che stava creando per se stesso, ma avrebbe cercato di rendersi utile, di dare ascolto. «Mi è stato brevemente accennato da alcuni ragazzi che frequentano il Club di cui sono presidente», aggiunse, scuotendo la testa lievemente. «Sai niente al riguardo?»
     
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    « Hai citato uno dei passi più interessanti, in effetti. L'avrò riletto non meno di 5 volte da cima a fondo. Quasi ti rapisce, Machiavelli, non trovi? » Eurus non è altrettanto meravigliata dagli scritti di Machiavelli e un po' se ne dispiace anche. Vorrebbe ritrovare negli scritti la stessa capacità di meraviglia che sembra leggere tra le righe nel discorso di Basil Greengrass. È triste non riuscire a provare più le stesse emozioni di un tempo di fronte alla impressionante capacità di creare dei grandi pensatori del passato. Eurus è certa di aver vissuto troppo, di aver visto troppo, di aver colto troppo, tanto che in fondo, ormai non prova più alcun gusto in quella vita. Non ci sono cose che sembrano davvero ridestarla dalla noia, dall'infinito peso di una quotidianità che si dipana sempre uguale a se stessa. Annuisce tuttavia, con un ampio sorriso stampato sulle labbra vellutate, mentre osserva il suo interlocutore con attenzione. Una parte di sé resta rapita da quella dialettica; l'altra sembra persino perdersi in domande sciocche. Chi è più grande tra i due. Chi ne sa di più? Sono io a primeggiare in quanto a esperienza o è Basil? Domande che, di fronte a una perpetua esistenza trascorsa nel fior fiore dei suoi vent'anni che sta solo ora sbiadendo lentamente dopo molti decenni di immobilismo, si pone solo ora.« Oh, sono certo che vista la tua familiarità con il testo tu sia perfettamente a tuo agio da sola. Sono curioso rispetto alle tue riflessioni in merito, piuttosto. Approfondire il discorso, magari in un'altra sede, mi farebbe molto piacere » Ho avuto molto tempo, si ritrova a pensare so rape siero prima di sciogliersi ancora una volta in un sorriso cordiale, inclina do appena la testa di lato per osservarlo da una prospettiva leggermente diversa. « Ne sarei onorata. Non si smette mai di imparare in fondo, ed è sempre lo scontro di idee a creare le riflessioni più profonde e sconvolgenti. » Asserisce infine con una certa serietà mentre accetta di fargli compagnia per una tazza di té. Eurus lo beve rigorosamente amaro con un goccio di latte e uno spruzzo di cannella. E così iniziò in breve tempo una lunga disquisizione in cui la Ministra non mancò di osservare tenacemente ogni mutamento sul volto del Capo dell'Wizengamot. Era interessata alle sue idee, non solo perché la sua legislatura era legata a doppio filo alla propria, ma anche e soprattutto perché voleva tentare di carpire cosa si classe oltre l'uomo di potere. Sarai un alleato o un oppositore? La posizione di Eurus in fondo, in tutta quella equazione era una lama a doppio taglio. Se il suo gradimento rispetto al popolo si quota a abbastanza in alto, in base alla sua relativa verginità in quanto a cariche politiche di spicco, non era altrettanto certa della soglia di gradimento riscossa all'interno del Ministero. Gli iter erano funzionato in un determinato modo per molto tempo, l'organo di punta della società britannica era passata attraverso una serie di riti di passaggio sufficientemente sgradevoli da seminare il dubbio anche nei più fiduciosi, e per questo, lei a sua volta teneva i piedi ben saldi per terra rispetto a quelli che si supponevano dovessero essere i suoi collaboratori. « Uhm... Mi trovi perfettamente d'accordo con te. Ho avuto modo di lavorare a contatto con alcuni studenti che ho scelto personalmente, e anche se mi pare chiaro che parlare di competenze sia prematuro, e ci siano diversi aspetti da smussare, non credo sia impossibile utilizzarli per riempire alcune di queste lacune. Bisognerebbe forse pensare a lungo termine, però. Chiaramente non sono compiti che possono svolgere solo i tirocinanti, e comunque venendo supervisionati delle cariche apposte vanno istituite. Ma sì, mi pare sia più che necessario » Eurus annuì, e una parte di sé si sentì di aggiungere in merito altre personali riflessini. In fondo ci teneva che, se l'Inquisitore Capo fosse al corrente delle sue mosse in merito.
    « Ne so qualcosa in merito. Mi dispiace tra l'altro di averti privato dei tuoi ragazzi per il momento, ma, consultando la Commissione, siamo giunti alla conclusione che era necessario utilizzare un criterio di selezione meritocratico, prima di spedirli negli uffici di spicco. » Oltre al fatto che mi rifiuto di lasciare che Yaxley sforni un branco di bambini con la puzza sotto il naso. Ed è così che li vedeva Eurus allo stato attuale e in seguito ai tavoli di trattative che li avevamo coinvolti. Un branco di lattanti lagnosi che, per far valere le loro posizioni si erano abbandonati a un sentito vittimismo che ruotava attorno alle traumatiche esperienze che avevano subito. « Durante la fase di compilazione delle domande, molti di loro hanno fatto affidamento sui loro voti, sulle loro attività extracurricolari piuttosto discutibili. Sono certa che tra le ultime promozioni ci sono dei ragazzi brillanti, ma, il più delle volte non sono quelli che ci aspettiamo - oppure oltre a quelli ci sono altri. » Si stringe nelle spalle con un gesto quasi sbarazzino. Ed Eurus ne sa qualcosa; non si è mai laureata con il massimo dei voti, i suoi voti alla Beauxbuttons erano stati nella media, eppure aveva fatto la gavetta, si era data da fare, aveva studiato e si era dedicata a ciò che le interessava davvero, lavorando per i suoi obiettivi. Eurus è stata Prefetto o Caposcuola, non è stata una piccola eroina dei suoi tempi, non ha partecipato a club scolastici o associazioni studentesche. Tutt'ora non fa parte di club esclusivi o società segrete, frequenta un mondo e una società alla luce del sole. Eppure, nonostante ciò sugli scaffali in alto sopra la sua scrivania ci sono comunque diversi premi vinti per le sue pubblicazioni, vi dominano lauree in diverse discipline babbane conseguite negli anni, e lei può contare su una cultura sopra la media seppur non completa perchè appunto, in fondo, non si smette mai di imparare. « Alla fine del mio mandato - dopo il quale non intendo ricandidarmi - vorrei avere la presunzione di pensare che, indipendentemente da chi verrà in seguito, il Ministero avrà già sviluppato nuovi anticorpi tali da contrastare qualunque forma di eventuale.. nuovo dispotismo. » Forse non dovrebbe parlare di ciò in presenza di Basil. In fondo non sa fino in fondo quale sia la posizione di Greengrass Senior. Sa che è esponente di un certo tipo di mondo, di una certa mentalità, di un certo modo di fare, ma in fondo, Eurus non ne teme le conseguenze. Potete sempre tentare l'impeachment.. e scatenare possibilmente un'altra guerra. « Voglio i migliori. » Ma i migliori per davvero. E in merito, Eurus non si è fatta ancora alcuna idea. Le prime settimane di tirocinio avevano portato solo tante lamentele e giri di un leggero vociare di sottofondo. « C'è un'altra questione di cui mi preme discutere con te » A quel punto Eurus si porta la tazza di té alle labbra annuendo, facendogli cenno di continuare. « Hai sentito parlare dell'orribile storia dello... Shame? Mi è stato brevemente accennato da alcuni ragazzi che frequentano il Club di cui sono presidente. Sai niente al riguardo? » Eurus si ritrova per qualche istante leggermente confusa di fronte a quella domande ma decide nonostante tutto di dargli il beneficio del dubbio cercando di scavare nella propria memoria al riguardo. È sicura di aver già sentito qualcosa al riguardo. Shame.. Shame... Shame.. Che cosa diavolo è Shame? « Oh, forse ho capito. Stai parlando di quel giochino stupido. Agnès, mia figlia, me ne ha brevemente parlato quest'estate, ma per l'amor del cielo, mi sembra una stupidaggine da adolescenti. » I gossip spiccioli nelle scuole erano sempre esistiti, e per quanto la figlia si fosse dimostrata a tratti indignata a tratti esaltata, e per quanto l'avesse persino sentita parlare con qualche amica di questa e quell'altra cosa comparsa su quella diavoleria di schermo, Eurus aveva deciso di restarne fuori. « Ha sedici anni, povera creatura - a quell'età sentire che il ragazzino dell'amica ha dato un bacio sulla guancia di un'altra Grifondoro è il dramma per antonomasia. » Che carini! « Non credo sia competenza del Ministero in ogni caso. Non ci sono vere violazioni di privacy in fondo.. mi sembra tanto una sciocchezza tra ragazzini smanettoni. Nella peggiore delle ipotesi posso mandare un richiamo a Derek affinché trovi il colpevole, ma credo che abbiamo problemi più gravi di un po' di gossip a scuola di cui occuparci. »



     
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    «Ne so qualcosa in merito. Mi dispiace tra l'altro di averti privato dei tuoi ragazzi per il momento, ma, consultando la Commissione, siamo giunti alla conclusione che era necessario utilizzare un criterio di selezione meritocratico, prima di spedirli negli uffici di spicco» Basil annuì, mentre l'ombra di un breve sorriso gli compariva sul volto. La clessidra incantata sulla scrivania di Eurus compì un'allegra capovolta, una volta scivolato l'ultimo dei chicchi di sabbia a segnare lo scadere dell'ora. «Oh, ma assolutamente: l'unica strada per questo genere di cose è quella della meritocrazia, se si vuole davvero arrivare da qualche parte». E di fatti era sulla base del merito che aveva selezionato, l'anno precedente, due giovani studenti di Hogwarts come tirocinanti al Wizengamot. Nate Douglas e Fawn Byrne si erano presentati come due studenti assolutamente degni delle mansioni che avevano svolto presso gli uffici del Tribunale, e della fiducia che aveva anche solo in minima misura riposto in loro. Il fatto che Nate fosse figlio di amici e che i due avessero avuto modo di vedersi al di fuori del contesto scolastico e lavorativo era stato del tutto irrilevante nella sua scelta come tirocinante; e se pure conoscenze pregresse avessero giocato un ruolo, questo sarebbe stato quello di favorire la loro comunicazione e collaborazione, o tutt'al più di garantirgli una migliore conoscenza del candidato sulla cui base poter scegliere con maggiore cognizione di causa, ma di certo non gli era stata garantita una corsia preferenziale. D'altro canto, notava che la visione di Eurus sull'argomento, seppur abbastanza vicina alla sua, fosse piuttosto dissonante rispetto a quella della maggioranza dell'alta società, in merito. Basil era ben consapevole dell'esistenza di dinamiche di nepotismo e favoritismo e, sebbene personalmente non prendesse parte né promuovesse quel particolare modus operandi, ne riconosceva l'irrinunciabile funzione sociale, il loro efficiente oliare quella complicata macchina fatta di ingranaggi e metaforiche rotelle. Era un male necessario, per lui – quello, esattamente come tanti altri, e per quanto fosse un uomo votato alla giustizia, Basil Greengrass non era uno sprovveduto, e capiva quanto alcuni importanti capisaldi alla base del funzionamento dell'alta società fosse imprescindibile rimanessero intatti: le cose venivano fatte in quel modo da sempre, e così avevano continuato, giusto o sbagliato che fosse; i favoritismi sono sempre esistiti, e il sempiterno "una mano lava l'altra" era stata la filosofia che aveva dettato come alcune cose dovessero venire fatte praticamente da sempre. Eurus Flamel, però, gli parve appartenere ad un'altra scuola di pensiero. «Durante la fase di compilazione delle domande, molti di loro hanno fatto affidamento sui loro voti, sulle loro attività extracurricolari piuttosto discutibili. Sono certa che tra le ultime promozioni ci sono dei ragazzi brillanti, ma, il più delle volte non sono quelli che ci aspettiamo - oppure oltre a quelli ci sono altri. Alla fine del mio mandato - dopo il quale non intendo ricandidarmi - vorrei avere la presunzione di pensare che, indipendentemente da chi verrà in seguito, il Ministero avrà già sviluppato nuovi anticorpi tali da contrastare qualunque forma di eventuale.. nuovo dispotismo. Voglio i migliori». Già, decisamente una posizione scomoda, quella; non avrebbe saputo dire se lo fosse di più per la Ministra o per alcuni dei gentlemen con cui giocava a golf, al Club. E di fatti le prime lamentele non avevano tardato ad arrivargli, dal momento che la scelta di non coinvolgere il Wizengamot nei tirocini curriculari per gli studenti del college aveva lasciato non pochi genitori piuttosto perplessi – chiaramente, genitori che avevano più volte offerto a Basil svariati favori e salde strette di mano, speranzosi che ciò sarebbe bastato per garantire ai figli una posizione da tirocinante al Tribunale, assieme alla propria
    privilegiata posizione all'interno della società. Vane speranze, appunto, davanti alla scelta del Ministero sugli enti da coinvolgere, e lo stesso Basil doveva ammettere di esserne rimasto piuttosto sorpreso. Cambiò posizione sulla sedia, accavallando le gambe. «Tutto ciò mi sembra più che giusto. Certo, tra il reputare corretta l'assenza di favoritismi e il privare i ragazzi della possibilità, qualora meritevoli, di avere un assaggio del lavoro che potrebbero svolgere un domani più o meno distante in un ufficio di maggiore prestigio, a mio parere esiste una sostanziale differenza. Come hai detto tu stessa esistono studenti più che meritevoli, che spesso non godono degli stessi privilegi di altri più fortunati. Certo, lungi da me mettere in discussione ciò che la Commissione ha deciso...» – aggiunse, alzando le mani con un breve sorriso – «ma devo confessarti che mi ha sorpreso apprendere che tra gli enti coinvolti non ci fosse il Wizengamot ma piuttosto realtà come quella di Azkaban – che invece, devo dire, non mi sarei mai aspettato di vedere incluso». Non l'aveva infastidito, di certo questa era stata l'ultima delle sue preoccupazioni – se di preoccupazione si poteva parlare. Faticava soltanto a comprendere il criterio dietro quella decisione, che la Ministra aveva descritto come fondato sulla meritocrazia, ma che, forse, a suo giudizio fosse stato in effetti poco meritocratico, peccando per difetto, piuttosto che per eccesso. Come poi una questione come quella di banali favoritismi che da sempre erano accaduti, più o meno alla luce del sole, aprisse a future possibilità di nuovi despotismi, doveva ammetterlo, gli risultò di difficile comprensione. Ma questi erano suoi personali pareri, e non gli parve il caso di soffermarcisi ulteriormente, avendo questioni più importanti e pressanti di cui discutere.
    «Oh, forse ho capito. Stai parlando di quel giochino stupido. Agnès, mia figlia, me ne ha brevemente parlato quest'estate, ma per l'amor del cielo, mi sembra una stupidaggine da adolescenti. Ha sedici anni, povera creatura - a quell'età sentire che il ragazzino dell'amica ha dato un bacio sulla guancia di un'altra Grifondoro è il dramma per antonomasia. Non credo sia competenza del Ministero in ogni caso. Non ci sono vere violazioni di privacy in fondo.. mi sembra tanto una sciocchezza tra ragazzini smanettoni. Nella peggiore delle ipotesi posso mandare un richiamo a Derek affinché trovi il colpevole, ma credo che abbiamo problemi più gravi di un po' di gossip a scuola di cui occuparci.» Basil strinse le labbra, incerto. Messa così, era chiaro, lui stesso faceva fatica a spiegare la gravità della cosa. Del resto non sapeva più cosa fosse normale e cosa no per queste nuove generazioni e per i loro bizzarri metodi di comunicazione. Tuttavia qualcosa, di quell'intera faccenda, l'aveva profondamente turbato da quando gli era stato fatto presente da due studenti del College. Non voleva risultare allarmista, però, per cui annuì, stringendosi appena nelle spalle. «Certo, hai ragione, per questo non ho ulteriormente investigato o proceduto a segnalare la cosa per conto mio; ero solo curioso di sapere se o meno il Ministero ne fosse al corrente. A me la questione risultava del tutto nuova, e quando ho sentito parlare delle minacce, dei ricatti e delle oscenità che questa – cos'è? Un programma? Non ne sono sicuro, diciamo "cosa" – andava diffondendo in giro, manipolando e obbligando i ragazzi ad ubbidire... Capirai bene che non l'ho reputata una semplice faccenda da adolescenti. Non credo debba intervenire il Ministero, no, ma ci tenevo che ne fossi al corrente, qualsiasi siano i risvolti che questa cosa possa prendere in futuro ed eventualmente le misure che riterrai necessarie adottare per proteggere quei poveri ragazzi». Poggiò la testa sul palmo della mano, sorretto dal bracciolo della poltrona. «Insomma, se una cosa del genere capitasse a mia figlia non so cosa farei per capire chi è il mascalzone che si nasconde dietro l'anonimato. Le persone che non mostrano la faccia sono sempre quelle che spaventano di più.» Fece infine, sospirando. Si rese conto di aver ridotto parzialmente un problema che invece l'aveva preoccupato per più di qualche settimana, da quando ne era venuto a conoscenza. Nate Douglas e Thomas Montgomery – i cui nomi non ritenne necessario far presente alla Ministra – si erano rivolti a lui come in un disperato grido di aiuto, e ora cominciava a chiedersi se non fosse stato particolarmente sensibile ai drammatismi dell'età adolescenziale, preso dalla foga di rendersi utile e ascoltare il più possibile. Eurus non aveva torto a banalizzare la faccenda, da un certo punto di vista, trattandosi alla fine della fiera di mere minacce verbali, ma il problema avrebbe potuto espandersi sempre di più, se nessuno fosse intervenuto per fermare lo spargersi della macchia d'olio. «Contenere i danni, se non altro, credo sia una precauzione necessaria. Magari si potrebbe parlare con il Preside, richiedere una maggiore sorveglianza al Castello. Nessuno vuole un'altra tragedia che colpisca quei ragazzi così sventurati». Forse era venuta da lì, tutta quella apprensione. Forse Basil temeva un'altra tragedia, forse stava esagerando, proiettando, forse era di parte e quella era un'altra manifestazione del fantasma del giovane Morgan Zabini, che probabilmente per sempre l'avrebbe perseguitato. Ma di certo non poteva star sbagliando, suggerendo di prendere la questione con più serietà. O no?
     
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    « Tutto ciò mi sembra più che giusto. Certo, tra il reputare corretta l'assenza di favoritismi e il privare i ragazzi della possibilità, qualora meritevoli, di avere un assaggio del lavoro che potrebbero svolgere un domani più o meno distante in un ufficio di maggiore prestigio, a mio parere esiste una sostanziale differenza. Come hai detto tu stessa esistono studenti più che meritevoli, che spesso non godono degli stessi privilegi di altri più fortunati. Certo, lungi da me mettere in discussione ciò che la Commissione ha deciso.. ma devo confessarti che mi ha sorpreso apprendere che tra gli enti coinvolti non ci fosse il Wizengamot ma piuttosto realtà come quella di Azkaban – che invece, devo dire, non mi sarei mai aspettato di vedere incluso » Eurus assottigliò appena lo sguardo portandosi la tazzina di tè alle labbra, sorseggiando elegantemente dalla stessa mentre ascoltava pazientemente le parole dello Stregone Capo dell'Wizengamot. Una posizione piuttosto ambigua la sua, decisamente diplomatica, ma non per questo meno fumosa per la qualità delle sue implicite accuse. Qualcosa che portò Eurus a ritrarsi in se stessa, convinta di trovarsi di fronte a una personalità che di certo non doveva fidarsi molto né delle sue capacità, né tanto meno del suo giudizio. Non aveva mai avuto dubbi sul fatto che i suoi metodi potessero risultare sinonimo di una qualche forma di incomprensione, ancora di più che non incontrassero i gusti di tutti i vecchi addetti del Ministero, eppure, sperava almeno nel beneficio del dubbio. Lamentele ci sono sempre state, ma sperava che almeno ai vertici potessero mantenere quanto meno la parvenza di essere sulla stessa lunghezza d'onda. Non aveva nemmeno dubbi sul fatto che in molti avrebbero visto le sue azioni come sovversive e non sufficientemente lungimiranti, ma Eurus lo era, lo era sin troppo. Forse il mondo non è ancora sufficientemente pronto per essere altrettanto lungimirante. In fondo al Ministero le cose dovevano cambiare affinché nulla cambiasse; era andata per molto tempo così in seguito alla seconda guerra dei maghi. Per oltre vent'anni, le politiche si erano evolute, solo per giungere poi allo stesso fondamentale risultato: il regno di Norwena Zabini, le cui decisioni estremiste avevano portato il mondo magico inglese a forti posizioni polarizzate, dando origine a una nuova guerra, conflitti d'interesse e tanto rancore. Uomini potenti sono diventati ancora più potenti, i deboli dall'altra sono diventati ancora più deboli. Eurus dal canto suo non aveva interesse a sovvertire il potere, a sovvertire le tradizioni o il perpetuo vorticare alla stessa maniera di quanto accadesse all'interno del Ministero, ma avrebbe fatto quanto in suo potere per tentare quanto meno di mantenere un'apparenza di cambiamento. In seguito alla ribellione, le richieste si erano fatte più pressanti, il mondo che era stata chiamata a guidare giaceva ancora in un equilibrio precario. Sarebbe bastata una scintilla per riaccendere gli scompensi e le mortificazioni dei nostalgici, portandoli a ritentare la strada dello stato nello stato. La Guerra Santa, non aveva di certo spento del tutto le pretese di chi, prima ancora che ci fosse una guerra santa in atto, era pronto a far scoppiare un conflitto civile. « I ragazzi hanno tutto il tempo per mettersi alla prova negli eventuali ruoli che ambiscono per il loro futuro. Un po' di gavetta non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, credo sia un'ottima opportunità tanto per forgiarsi quanto per dimostrare di essere all'altezza di ciò che desidera. Non abbiamo certo acconsentito al loro desiderio di inaugurare un'accademia altamente specializzante per sfornare una futura classe dirigente di.. smidollati. Chi è meritevole, ci metterà ben poco a dimostrare di esserlo. Di certo non era mia intenzione tenerli inchiodati a un ufficio per l'eternità quando ho proposto a Yaxley di permettere al Ministero di occuparsi dell'assegnazione dei tirocini. Io la vado piuttosto come un.. allargare i le loro prospettive. I tirocini muteranno in ogni caso di continuo. Mi prospetto già che tanti di loro non siano propriamente tagliati per determinate posizioni. Ma questo, dovrai concordare con me, è sintomo di poca flessibilità e capacità di adattamento. » Di persone così, ne abbiamo sin troppi nella classe attuale. In questo entrambi probabilmente concordavano. Il mondo ministeriale era costituito da tanti ottimi professionisti, ma era composto da altrettanti elementi pressoché incompetenti. Gli anticorpi del Ministero in merito erano deboli - la legge si disfà difficilmente degli impiegati statali. Una volta entrati di ruolo, si ha quasi una carta di uscita di prigione a vita. Licenziare qualcuno per incompetenza è pressoché impossibile, altrimenti lo Stato non lo avrebbe assunto già in prima battuta, e dimostrarne le effettive mancanze è altrettanto ostico; il più delle volte la burocrazia si scrolla di dosso il problema, riassegnando i rispettivi individui ad altri uffici, così, in un continuo lavarsene le mani fino alla pensione. « Quanto ai luoghi - tolto il fatto che trovo Azkaban un ottimo banco di prova, specie per i futuri tirocinanti dell'Wizengamot e del Quartier Generale degli Auror - credo che tanto il tuo reparto quanto quello di RJ e il mio, così come l'Intelligence per esempio, abbiano di meglio da fare in questo momento storico che occuparsi di ragazzini. Di questa scelta mi assumo personalmente la responsabilità. A noi verranno mandati solo coloro che si dimostreranno non dei completi sprovveduti. Tutto l'iter legislativo, giudiziario e di sicurezza, non devono subire l'aggiunta di ulteriori disagi. » Conclude il discorso con un sorriso rassicurante. « Avrai delle ottime future leve presto - te lo assicuro. » Compie una leggera pausa tempo in cui si umetta appena le labbra. « Però gradirei che tu fossi più sincero e diretto con me in merito. Non ho paura di qualche critica, e non ho problemi nemmeno a discutere apertamente di qualcosa su cui potresti dissentire. Ci tengo all'oppinione dei miei collaboratori più stretti, e apprezzo molto la schiettezza. »
    Il discorso si sposta in fretta, ed Eurus è nuovamente pronta ad ascoltare quanto Basil ha da riferirle. Lo fa all'inizio con un'espressione leggermente divertita, pensando a tutte quelle piccole sciocchezze di cui sua figlia le parola spesso. Man mano che il discorso va avanti, tuttavia, Eurus si fa leggermente più seria. Certe cose non le sapeva, forse perché - grazie al cielo - la stessa Agnés è forse troppo piccola per cacciarsi ancora in certi guai, o forse semplicemente perché ne è stata tenuta fuori volutamente. « Certo, hai ragione, per questo non ho ulteriormente investigato o proceduto a segnalare la cosa per conto mio; ero solo curioso di sapere se o meno il Ministero ne fosse al corrente. A me la questione risultava del tutto nuova, e quando ho sentito parlare delle minacce, dei ricatti e delle oscenità che questa – cos'è? Un programma? Non ne sono sicuro, diciamo "cosa" – andava diffondendo in giro, manipolando e obbligando i ragazzi ad ubbidire... Capirai bene che non l'ho reputata una semplice faccenda da adolescenti. Non credo debba intervenire il Ministero, no, ma ci tenevo che ne fossi al corrente, qualsiasi siano i risvolti che questa cosa possa prendere in futuro ed eventualmente le misure che riterrai necessarie adottare per proteggere quei poveri ragazzi. Insomma, se una cosa del genere capitasse a mia figlia non so cosa farei per capire chi è il mascalzone che si nasconde dietro l'anonimato. Le persone che non mostrano la faccia sono sempre quelle che spaventano di più. » Eurus appare piuttosto confusa. C'è qualche informazione nuova. Qualcosa che in realtà la mette leggermente sugli attenti. Minacce? Sospira appena lasciando saettare lo sguardo attento e leggermente allarmanto in quello di Basil. Il Ministero di certo non può permettersi altri scandali, tanto meno può farlo Hogwarts. La loro posizione è già precaria rispetto alla diffidenza delle famiglie.
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    « Dimmelo tu se il Ministero ne sa qualcosa. » Asserisce con un leggero tono canzonatorio. Anche tu, Basil, sei parte integrante del Ministero, e anche del più alto degli uffici, dopo questo in cui ci troviamo. « Qui non è arrivato niente. Non ci sono né segnalazioni da Hogwarts, né autorizzazioni a procedere richieste dal Quartier Generale. » Si stringe nelle spalle con fare piuttosto perplesso e anche un po' più sospettoso. Di certo non può ignorare la leggera apprensione di Basil, tanto meno il fatto che ha usato parole specifiche per parlare di quella faccenda. E di certo lo Stregone Capo dell'Wizegamot non getta parole al vento. Sa forse qualcosa? Ha un qualche sentore? Che cosa non è chiaro di questa storia ancora? Si passa una mano tra i capelli e chiude per un istante gli occhi, mentre ascolta il resto del suo discorso. « Contenere i danni, se non altro, credo sia una precauzione necessaria. Magari si potrebbe parlare con il Preside, richiedere una maggiore sorveglianza al Castello. Nessuno vuole un'altra tragedia che colpisca quei ragazzi così sventurati. » La Flamel annuisce e in questo sono completamente d'accordo. L'ultima cosa che desidera è un altro scandalo. I genitori sarebbero contrariati, e questa volta per una motivazione forse più valida di un tirocinio in un ufficio di bassa lega. « Hai parlato di minacce.. e.. ricatti? Personalmente non ero al corrente di niente di tutto ciò. Evidentemente potrebbe trattarsi di una pista falsa, o dei soliti drammi adolescenziali - ma una minaccia rispetto a un semplice gioco, è.. qualcos'altro.» Le sembra quasi assurdo; sente di quelle questioni per la prima volta.. e per la prima volta questo Shame le si dipinge in maniera un po' diversa da come l'ha visto dipingere da sua figlia. Un gioco in cui vieni sfidato a fare cose stupide, tipo versare della pozione soporifera nel succo di zucca del compagno.. così l'ha definito Agnès, qualcosa che fino a quel momento aveva reputato del tutto innocente. Scherzi tra ragazzi: così ha liquidato il tutto. Scherzi tra ragazzi ad Hogwarts ci sono sempre stati. D'altronde non aveva visto la quiete della figlia minimamente alterata dall'esistenza di quello scherzo da ragazzi fino a quel momento. Le minacce e i ricatti erano però una cosa ben diversa; si ricade facilmente nel penale - nella violazione del diritto inalienabile di libertà personale. « Credo che tu abbia ragione. Quanto meno per precauzione, dovremmo accertarci che sia tutto unicamente bambinata - cosa che credo sia. Chiederemo un po' di supporto ad RJ - lo convocherò appena possibile. E sarebbe opportuno parlare con Derek. Credo tu possa essere più indicato farlo anche subito, se la tua agenda te lo permette. Probabilmente hai più elementi quanto meno per consultarti in merito con lui e probabilmente hai anche più esperienza nel gestire dal punto di vista legale una situazione del genere, aiutandolo eventualmente a compiere le giuste scelte. Potremmo indire una riunione informale, uno di questi giorni - per puro scrupolo. » Fa una leggera pausa tempo in cui pensa a come essere il più scrupolosa possibile. « Vorrei anche parlare personalmente con i ragazzi che ti hanno contattato. Credi possa essere possibile segnalarmi i loro nomi per un breve colloquio? Mi piacerebbe sentire cosa hanno da dire. Se volessi lasciarmi i suoi nomi, chiederò ai miei collaboratori di fissare un appuntamento il prima possibile, in base ai loro impegni accademici e lavorativi. » E questo era il massimo che potessero fare per essere certi si tratti solo di una sciocchezzuola. Su una cosa Basil non si sbagliava: dopo il Lockdown, non si era mai sufficientemente cauti sulla salvaguardia e il benessere dei più piccoli. « C'è per caso dell'altro che devo sapere? O hai altri suggerimenti in merito? »


     
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    Se a un pittore o a un compositore fosse stato assegnato il compito bizzarro di rappresentare in musica o in figure l'incontro di quel pomeriggio tra Basil ed Eurus, probabilmente l'opera finale li avrebbe visti ritratti con gli sguardi assottigliati, la tazzina di té fumante accostata alle labbra, a celare metà del viso, le posture ritte e solenni sulle poltrone, e una sinfonia di stridori e note acute seguite da altre più armoniose, unite in un Andantino susseguito da un Allegretto che avrebbe fatto da emblematica colonna sonora alla scena. Basil, dal canto suo, non poteva fare a meno di notare quanto fosse difficile comunicare con la persona che gli sedeva di fronte senza venire tristemente frainteso, senza avere la percezione di star venendo meticolosamente scrutinato. E di questo non si sorprendeva, perché riconosceva l'intelligenza di Eurus Flamel, e comprendeva che non fosse un'ingenua; che era una donna in politica, e che questo comportasse forse una ancor maggiore dose di cautela e circospezione qualora un uomo più vecchio, come lui, piombasse nel suo ufficio senza che una ragione particolarmente specifica ne provocasse la presenza. L'ostilità che sembrava trasudare dalla sua gestualità, dal suo linguaggio del corpo, che lui inevitabilmente registrava durante quella loro conversazione – più perché Eurus forse non si sforzava particolarmente di celarla, piuttosto che per qualche sua speciale dote interpretativa – continuava a turbarlo, in qualche misura, a infastidirlo persino, appesantendo quello scambio che lui sinceramente sperava potesse essere propizio per una loro necessaria collaborazione. E così incassò l'ennesimo sguardo diffidente, lasciato trapelare per qualche secondo, mentre cambiava posizione sulla poltrona. «I ragazzi hanno tutto il tempo per mettersi alla prova negli eventuali ruoli che ambiscono per il loro futuro. Un po' di gavetta non ha mai fatto male a nessuno. Anzi, credo sia un'ottima opportunità tanto per forgiarsi quanto per dimostrare di essere all'altezza di ciò che desidera. Non abbiamo certo acconsentito al loro desiderio di inaugurare un'accademia altamente specializzante per sfornare una futura classe dirigente di...smidollati. Chi è meritevole, ci metterà ben poco a dimostrare di esserlo. Di certo non era mia intenzione tenerli inchiodati a un ufficio per l'eternità quando ho proposto a Yaxley di permettere al Ministero di occuparsi dell'assegnazione dei tirocini. Io la vado piuttosto come un..allargare i le loro prospettive. I tirocini muteranno in ogni caso di continuo. Mi prospetto già che tanto di loro non siano propriamente tagliati per determinate posizioni. Ma questo, dovrai concordare con me, è sintomo di poca flessibilità, e capacità di adattamento. Quanto ai luoghi - tolto il fatto che trovo Azkaban un ottimo banco di prova, specie per i futuri tirocinanti dell'Wizengamot e del Quartier Generale degli Auror - credo che tanto il tuo reparto quanto quello di RJ e il mio, così come l'Intelligence per esempio, abbiano di meglio da fare in questo momento storico che occuparsi di ragazzini. Di questa scelta mi assumo personalmente la responsabilità. A noi verranno mandati solo coloro che si dimostreranno non dei completi sprovveduti. Tutto l'iter legislativo, giudiziario e di sicurezza, non devono subire l'aggiunta di ulteriori disagi. Avrai delle ottime future leve presto - te lo assicuro. Però gradirei che tu fossi più sincero e diretto con me in merito. Non ho paura di qualche critica, e non ho problemi nemmeno a discutere apertamente di qualcosa su cui potresti dissentire. Ci tengo all'oppinione dei miei collaboratori più stretti, e apprezzo molto la schiettezza». E invece, paradossalmente, durante tutto quel discorso Basil ebbe la sempre più crescente sensazione che alla Ministra sentirsi contraddetta non facesse particolarmente piacere. Era rimasto ad ascoltarla mentre ciò che aveva suggerito veniva travisato e restituitogli in una modalità che a lui, doveva confessarlo, non era piaciuta un granché. Del resto, gli parve quasi che quello a cui la donna desse priorità, ancor prima dell'affabilità o della diplomazia – dote a cui lui invece riservava una posizione quasi privilegiata nell'arte della conversazione – fosse la sensazione di avere in mano le redini della situazione, di stabilire, quasi come in una verbale e metaforica lotta, il proprio dominio sull'altro. E, era chiaro, lavorativamente e dunque gerarchicamente Eurus era il Ministro della magia, ma questo dato di fatto sembrava non essere abbastanza, al punto che aveva sentito il bisogno di rimproverarlo quasi, gli parve, per quel suo commento in merito all'assegnazione dei tirocini. Dal canto suo, era chiaro, le intenzioni dietro a quel garbato appunto erano tutt'altro che polemiche, e, in ogni caso, sicuramente non miravano a puntare il dito contro la decisione presa o a esprimere risentimento per il mancato coinvolgimento del Tribunale. Com'era ovvio per lui la differenza tra l'avere dei tirocinanti di cui occuparsi e non era chiaramente irrisoria, anzi, proprio come aveva fatto notare la Ministra c'era davvero tanto di cui occuparsi in quell'ultimo periodo, e lui stesso, in prima persona, era rimasto emotivamente e fisicamente coinvolto in ulteriori approfondimenti sulla questione dello Shame, che era giunta alla sua attenzione qualche mese prima, per cui di certo non era andato lì per lamentarsi. Per questo ebbe la percezione che Eurus Flamel semplicemente non cercasse, forse, quello scambio franco che adesso pareva richiedergli; sentì che probabilmente l'avrebbe frainteso, forse per differenze temperamentali tra i due, forse per evidenti incongruenze nei modi che i due conoscevano e prediligevano per fare politica. Forse la conversazione aperta, priva di agende e piani e sottotesti a cui aspirava lui non sarebbe stata possibile con Eurus, e acconsentì a tale condizione privatamente, accavallando le gambe e, impercettibilmente, irrigidendo di più le spalle. Non si preoccupò di spiegarsi o rettificare quanto delle sue parole la Ministra gli aveva appena restituito. Spiegarsi era una cosa che Basil faceva molto poco, e forse era da lì che nascevano i principali fraintendimenti che avevano costellato la sua vita lavorativa nell'ultimo periodo, ma da qualche parte dentro di sé trovava l'idea di farlo incredibilmente... bassa. L'intesa è qualcosa che c'è o non c'è, e un po' a malincuore, iniziò a pensare che tra di loro semplicemente non ci fosse, esattamente come non c'era stata con i Ministri precedenti. Una disdetta quella, senz'altro, viste le speranze nutrite dall'uomo in quell'incontro. Strinse le labbra, piuttosto, annuendo. Oh, non è di certo mio desiderio aggiungere altra carne al fuoco, o lamentarmi delle scelte ministeriali, devo essermi espresso male» si limitò a ribattere. Stava forse ricadendo in vecchi errori? Stava forse ripercorrendo la strada che tante volte aveva calpestato in passato, quella che lo conduceva a quell'atteggiamento remissivo e poco combattivo che l'aveva condotto fin lì e dalla quale tanto strenuamente era deciso a divincolarsi? Non era deciso invece a cambiare rotta, a far sentire la propria voce? Eppure qualcosa, che fosse la diplomazia, che fosse l'età, semplicemente gli fece passare la voglia di provarci così intensamente. Era tutta lì, la voglia di riscattarsi e di far valere i propri ideali?

    «Dimmelo tu se il Ministero ne sa qualcosa», lo interruppe la Ministra. A questo punto Basil inclinò la testa. «Qui non è arrivato niente. Non ci sono né segnalazioni da Hogwarts, né autorizzazioni a procedere richieste dal Quartier Generale». «Cara, di grazia, non penserai che al sentir parlare di una cosa del genere da due soli ragazzini, per giunta senza prove e senza altre testimonianze, io mi rechi direttamente a denunciare o a procedere per vie istituzionali»,, ribatté, sinceramente sorpreso che neanche su questo i due riuscissero ad intendersi. Possibile che stesse sinceramente cercando di rimproverarlo per quella sua manovra, così chiaramente innocente e in buona fede? «Te ne sto parlando adesso perché, per quanto possa essere banale – come tu stessa hai fatto notare poco fa – credo sia giusto metterti al corrente della questione e avviarci di conseguenza, pur non possedendo alcuna prova e rischiando di fare un buco nell'acqua. Ma capirai bene che prima di intraprendere questo tipo di iter fosse mia premura e priorità comprendere l'estensione e l'entità della cosa» Mi pare una banalità doverlo spiegare, ma a questo punto è chiaro che operiamo lavorativamente in maniera completamente diversa. Basil era un gentleman, allevato in una famiglia dell'alta borghesia ben attenta a cosa trapelasse dalle mura che ascoltavano marmoree i loro segreti, ben istruito all'arte del contenimento degli scandali, all'addomesticamento dei pettegolezzi più scabrosi e accorto a svolgere quanto possibile del proprio lavoro a porte chiuse, prima di coinvolgere il pubblico e le più generali istituzioni. Era esattamente questa la filosofia sottesa a quell'incontro, il motivo per cui si trovava lì, a sorseggiare Earl Grey con l'entrante Ministra della Magia, regalandole preziosi volumi di letteratura italiana. Questioni come quelle era abitudine e quasi etichetta che venissero affrontate, secondo il suo M.O., dapprima con la calma e il raziocinio di un'indagine privata, una sorta di ricognizione attenta e una discussione a porte chiuse delle migliori manovre di intervento. Poi, solo in seconda battuta, richieste e autorizzazioni, qualora reputate necessarie, sarebbero state da lui formalmente compilate. «Mi pare scontato ma forse è necessario specificarti che non ho alcun interesse a tenere nascoste informazioni potenzialmente importanti al Ministero. La mia unica motivazione è il contenimento degli allarmismi e l'utilizzo privilegiato degli organi istituzionali per questioni che veramente lo richiedono. Per altro, ero convinto che qualche sorta di informazione in più, in qualunque forma, fosse giunta al Ministero. A quanto ne so una denuncia formale era stata sottoposta da Nate Douglas. Chiedevo proprio per questo se foste al corrente della questione.» A quanto pare sì, era necessario spiegarsi, per quanto degradante questo fosse ai suoi occhi; forse era necessario comprendere che partecipare attivamente ed esporsi a quel modo implicasse una dose di spiegazioni e chiarimenti, che quasi lo offendevano, ma non quanto l'idea di venire canzonato a quel modo. E non era infantile orgoglio, quello, anzi; era forse proprio la sua matura età, il fatto che iter di quel tipo fossero in lui e nel suo modo di lavorare così fortemente radicati, e che venissero fraintesi a quel modo, visti con diffidenza e utilizzati come appigli per tessere una trama narrativa che semplicemente non gli apparteneva, a ferirlo di più.
    «Hai parlato di minacce.. e.. ricatti? Personalmente non ero al corrente di niente di tutto ciò. Evidentemente potrebbe trattarsi di una pista falsa, o dei soliti drammi adolescenziali - ma una minaccia rispetto a un semplice gioco, è.. qualcos'altro.» Annuì, serio. «Tutto sembra essere molto celato, molto poco chiaro e chiaramente il responsabile è ben attento a non lasciare tracce».
    «Credo che tu abbia ragione. Quanto meno per precauzione, dovremmo accertarci che sia tutto unicamente bambinata - cosa che credo sia. Chiederemo un po' di supporto ad RJ - lo convocherò appena possibile. E sarebbe opportuno parlare con Derek. Credo tu possa essere più indicato farlo anche subito, se la tua agenda te lo permette. Probabilmente hai più elementi quanto meno per consultarti in merito con lui e probabilmente hai anche più esperienza nel gestire dal punto di vista legale una situazione del genere, aiutandolo eventualmente a compiere le giuste scelte. Potremmo indire una riunione informale, uno di questi giorni - per puro scrupolo. Vorrei anche parlare personalmente con i ragazzi che ti hanno contattato. Credi possa essere possibile segnalarmi i loro nomi per un breve colloquio? Mi piacerebbe sentire cosa hanno da dire. Se volessi lasciarmi i suoi nomi, chiederò ai miei collaboratori di fissare un appuntamento il prima possibile, in base ai loro impegni accademici e lavorativi.» Annuì, trascrivendo i nomi di Nate Douglas e Thomas Montgomery su una pagina del taccuino che portava nella tasca della giacca, sui cui fogli campeggiavano orgogliose le iniziali BG. Strappò il foglio, punteggiando con la penna la fine della y, per poi lasciar scivolare la pagina ripiegata sulla scrivania. «Non capisco ancora come mai solo loro due, tra tutte le persone che ragionevolmente dovrebbero essere coinvolte in questa faccenda. Solo due», pensò ad alta voce. «Ad ogni modo, è tutto. Gradirei essere tenuto al corrente degli sviluppi della questione, se possibile; qualsiasi cosa sia, anche minuscola. Provvederò a contattare Yaxley e ti invierò un gufo riportandoti quanto sarà discusso, se lo preferisci a un incontro tête à tête. Per la riunione, sono disponibile a partire dalla prossima settimana, ma ad ogni modo non credo sia una faccenda di assoluta priorità – o mi sbaglio?» Finì la bevanda ormai tiepida, e riposò garbatamente la tazzina sul piattino. Si alzò, abbottonandosi il blazer in tartan. «Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato, Eurus. Ci aggiorniamo prossimamente» si congedò, tendendo la mano.
     
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