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« James, tesoro, ma questo non va bene per l'autunno. Il tessuto è troppo leggero! » La figura snella di Ginevra Potter si sposta all'interno del suo appartamento con la solita eleganza. A James piace averla attorno; ogni momento passato con sua madre gli ricorda l'infanzia, i momenti in cui lo abbracciava teneramente baciandogli dolcemente i capelli. Fa roteare il completo blu notte con l'ausilio della bacchetta in tutte le direzioni e continua a osservarlo con aria pensosa. Di tanto in tanto accarezza la stoffa pregiata di cui è fatto e sospira amareggiata. I grandi drammi della famiglia Potter ormai girano attorno a pochi tarli. Matrimoni saltati. Matrimoni alla deriva. L'unico ancora in piedi, è quello dei genitori, che reggono botta di fronte a ogni pasticcio combinato da uno o l'altro figlio. A volte James Sirius Potter si chiede perplesso se sua madre smetterà mai di ficcare il naso negli affari degli altri. Quella mattina in particolare si era recata a casa sua per portargli una teglia del suo pasticcio preferito, cosa che James avrebbe volentieri evitato andando a ritirare il suo premio di consolazione da sè. Tuttavia, quello non era l'unico impegno della giornata in compagnia di Ginevra Potter. Purtroppo, sapeva che la madre non si sarebbe fatta sfuggire l'occasione di verificare come procedesse la vita del figlio, se finalmente avesse deciso di mettere la testa a posto; forse in quei due giorni di lontananza aveva finalmente trovato una ragazza fissa, forse qualcuna da far conoscere a lei e Harry, una creatura bellissima che James avrebbe sfoggiato a breve come sua ragazza ufficiale. Niente di tutto ciò; tuttavia, James si era svegliato di buon ora per mettere la casa in ordine, perché una cosa è farsi fare la ramanzina per essere ancora scapolo, e una ben diversa è sentirsi dire di vivere in un porcile. « Ma' smettila, non sappiamo nemmeno se si sposano in autunno. Per quanto ne sappiamo non si sposano proprio. » Un'evenienza che qualcuno doveva pur mettere nero su bianco all'attenzione di Ginevra Potter che sembrava saperne una più del diavolo su tutto e su tutti. Lei era convinta che Albus e Mun si sarebbero sposati, James non sapeva nemmeno se avrebbero resisto alla tentazione di tagliarsi le vene prima di Natale. Sempre quegli sguardi vacui, la percezione che qualcos'altro attraversava quelle menti labirintiche. Di suo fratello, James, ha sempre ammirato la sua complessità. Anche quando sembrava di averlo capito, non ci aveva capito proprio niente, e questa sì che era una perenne lama a doppio taglio. « Non essere sciocco James, certo che si sposano. E questo completo va restituito, subito! Sia mai che il testimone è sprovvisto dello smoking giusto. » « Ma quindi fammi capire: ora papà e Siri se ne fanno fare altri? Tu cambi vestito? Olympia pure? L'intero mondo riconsidera il confine dell'outfit giusto? » Chiede con aria spazientita osservando la rossa. No, James certe dinamiche non le capisce proprio e per giunta ci fa anche polemica sopra per non farsi mancare proprio niente. « Certo! Un matrimonio in autunno è tutt'altra cosa. » « Ma allora posso usare quello che ho usato l'anno scorso al matrimonio di Olympia, no? » A dirla tutta persino lui arriva a comprendere di aver fatto una domanda davvero stupida. Il matrimonio di Olympia si è tenuto in circostanze non molto favorevoli. Chi come James uno smoking non l'aveva proprio ai tempi, si è trovato ad arrangiarsi e così all'ultimo aveva comprato un vestito di seconda mano in ottime condizioni al mercato di Inverness. Quelli erano tempi in cui le risorse erano decisamente più limitate e tutti si arrangiavano come potevano, ma ora, le convenzioni sociali sembravano richiedere molto di più specie se ommioddio si sposa la Carrow. Alza gli occhi al cielo automaticamente e scuote la testa. « Va beh andrò a vedere quando ho tempo. Magari mi avvisate prima della cerimonia del secolo però eh, sia mai che non ho il completo adatto. Per l'inverno devo chiedere sciarpa e guanti? Il capello lo posso mettere o è vietato per decreto di legge? » La madre lo osserva con aria canzonatoria prima di appendere lo smoking nell'armadio scuotendo la testa con disapprovazione. Il sarcasmo di James non perde mai un colpo, nemmeno quando si tratta dei fratelli - specie perché quest'ultimi hanno un'abitudine piuttosto impellente di mettersi e metterlo indirettamente in situazioni ostiche. Infine esce dal bagno, si sistema il colletto della camicia inamidata e si liscia appena i capelli. Gin lo osserva con ammirazione, gli sistema il fazzoletto nella tasca della giacca e sospira. « Ho fatto proprio un bel lavoro. » James scoppia a ridere e scuote la testa. E così culmina la discussione più dura che hanno avuto nelle ultime settimane.
Lei non è solo mia madre; è anche la mia migliore amica. Su simili statement qualunque giornalista va in un brodo di giuggiole. Così ha presentato James Potter la sua manager agli esordi della sua carriera, e col tempo, l'oppinione pubblica non aveva fatto altro che confermare il fatto che quei due almeno sulla carta erano un'ottima squadra. Ginevra non era solo sua madre nonché incessante rottura di palle; in pubblico era la sua manager onoraria - o quasi, una donna forte, con grandi capacità, che James aveva accettato saggiamente di avere spesso al proprio fianco. Non si occupava certo delle sue questioni legali, né di tutto ciò che aveva a che fare con le trattative di tipo legale e finanziario rispetto alla Lega - sarebbe stato un forte conflitto di interesse, ma agli occhi dell'opinione pubblica quello di James e Ginny era comunque un dinamico duo invidiabile. Diranno comunque di te che sei un raccomando, gli aveva detto Johnny, il suo manager e avvocatouna sera durante una partita di carte a casa del ragazzo; un tipo sveglio e arguto quel Johnny, giovane e dinamico come il suo assistito. L'unica cosa che puoi fare è sfruttare le tue carte e dimostrate di essere un fottuto figlio di puttana in campo. E così aveva fatto. Non poteva negare che avere in famiglia più di un giocatore di Quidditch - sua madre, sua zia Angelina, lo zio Charlie impegnato come allenatore, era stato di grande aiuto - ma in fondo, nella major league, le raccomandazioni non reggono. I tifosi metterebbero su una rivolta tempo cinque secondi. E invece, i tifosi amavano Potter, il mitico numero 10 dei Falcons. Occhiali da sole scuri e camminata fiera, madre e figlio percorrono il corridoio di giornalisti aperto dalle guardie del corpo al centro della della sala stampa della sede principale dei Falcons. E' il giorno della presentazione del nuovo Cercatore. Quell'informazione non era di certo nuova. James aveva sentito il bisogno di sbattere in rete la sua nuova conquista il giorno stesso della firma del suo nuovo contratto. Un accordo che raddoppiava le sue entrate e gli faceva guadagnare ulteriore attenzione e prestigio nella Lega. Quel Potter era un figlio di puttana come battitore, ma ora? Chissà cosa riserverà. Decine di flash li ritraggono, mentre James viene accompagnato sul palchetto. Ginny dal canto suo attende i piedi che le orde di affamati di notizie si calmino. « Ragazzi, buongiorno. Il signor Potter risponderà alle vostre domande per quindici minuti. Conoscete le regole. » Regole che ovviamente non rispetteranno, perché cosa diavolo significa "niente domande personali"; e allora di cosa parliamo?E dicendo ciò si dilegua facendo l'occhiolino a James, mentre dal canto suo, il giovane rampollo di casa Potter si toglie lentamente gli occhiali, sedendosi comodamente sulla propria poltroncina mentre un coro di James, James e domande annesse inizia. Johnny è seduto al suo fianco pronto ad assisterlo semmai si trovasse in difficoltà, anche se ormai, è chiaro che James sembra entrare in una specie di parte che gli è stata cucita e tagliata addosso quando parla coi giornalisti. Li mette a proprio agio, ci scherza, ride assieme a loro e in tanto se li lavora per bene. « ..James, cosa rispondi alle voci secondo cui tu e Kristen Hudson stareste insieme. » Kristen, una bellissima modella con cui James è stato fotografato a un paio di feste. « Beh, Jane » James conosce i nomi di tutti i giornalisti. Johnny gliel'ha fatti imparare tutti a memoria. Crea un coinvolgimento emotivo diverso con gli intervistatori. « ..cosa dovrei rispondere? Kristen è una buona amica. Hai visto la sua nuova campagna per Luxury Wiz? » Product placement: done. « Ha tanto talento. » « James, James, non trovi che sia piuttosto sospetto il fatto che tu sia stato promosso a Cercatore proprio nello stesso momento in cui tuo zio, Charlie Weasley, ha occupato la poltrona di primo allenatore dei Falcons? » James scoppia a ridere. « Ciao anche a te, Rusty » Polemico e palo in culo come sempre. « ..immagino che dovremmo solo attendere l'inizio del campionato per scoprire se si tratta di un conflitto di interesse. » Qualcuno ride. « Quello che dico sempre, ragazzi, è che queste polemiche si risolvono da sé una volta scesi in campo. » « Quindi non hai paura di un'eventuale inchiesta in merito. » « Rusty.. sono figlio di un Auror: ti sembro il genere di persona che si sottrae alle indagini? La legge faccia il suo corso. » Tutte parole che chiaramente aveva preparato a tavolino in anticipo, ma in cui comunque credeva. Charlie non aveva fatto assolutamente nulla per agevolarlo. Quando James aveva tentanto le selezioni per sostituire il Cercatore uscente, una branda di uomo con un record impressionante, Charlie non si occupava neanche delle selezioni. Bastava spolverare qualche atto per rendersi conto di quanto Potter fosse in buona fede. « Che cosa bisogna aspettarsi dalla nuova stagione? I Falcons non hanno ancora comunicato chi sarà il nuovo Capitano con il ritiro di Robert Olsen, il Cercatore uscente. Possiamo aspettarci che tu lo succeda anche in quel ruolo? » E qui vi volevo. Il Quidditch come la politica, come gli affari, si gioca molto sul vedo non vedo, sull'opinione pubblica, su come te la giochi, dentro e fuori dal campo. « No comment » Asserisce con un sorriso d'intensa volgendo un sorriso compiaciuto al suo manager. Il silenzio assenso è più potente di qualunque altra cosa. « Potreste però mettere una buona parola per me. » E dicendo ciò è tempo per le foto di rito. Tra James e fotografi vengono scambiate diverse battute di spirito, prima che il golden boy ringrazi gentilmente per l'accoglienza e fare la sua uscita di scena ancora una volta con gli occhiali da sole sul naso.
..ma non tutte le battaglie erano fatte per essere vinte, e se quella mattina aveva assaporato il retrogusto di una vittoria già in tasca, il pomeriggio gli stava riservando rogne ben più grosse. Qualcuno avrebbe potuto chiedergli senza poi troppi giri di parole, per quale motivo si ostinasse così tanto a restituire quel completo. Era una questione di principio in verità. Seppur ora guadagnasse più di qualche centinaio di migliaio all'anno, James continuava a essere un tipo parecchio parsimonioso. Viveva ancora in un appartamento a Diagon Alley e manteneva il suo tasso di spese parecchio basso. Qualcuno avrebbe potuto dirgli che non faceva affatto girare l'economia, ma la verità era che, lentamente, il giovane Potter metteva soldi da parte per la sua casa dei sogni - quel nuovo contratto gli avrebbe permesso di averla soldi alla mano, senza mutui e rogne varie ed eventuali. Si trattava solo di aspettare un paio di mesi, forse un anno, un anno e mezzo semmai le sue spese avessero subito un repentino incremento, ma il suo attico a Oxford Street l'avrebbe avuto comunque. Non c'era quindi da stupirsi che in quella prospettiva quasi 3000 galeoni di completo esclusivo facevano una gran bella differenza. Sua madre gli aveva consigliato la stoffa più cara, le cuciture più pregiate e chi ne ha più ne metta - e nei 3000 non erano inclusi nemmeno camicia, cravatta, gemelli e via così. Figuriamoci poi aggiungerci le scarpe e il barbiere. Fare da testimone al matrimonio del fratello lo stava costando sin troppo, quindi, ritornato dal press call, volendo togliersi anche quel peso dalle spalle, era sceso dal suo appartamento con la custodia sulla spalla, diretto all'atelier di Mr Turner giù all'emporio. La prospettiva di vedersi restituire il completo non deve essergli piaciuta per niente. La sua espressione sorpresa e a tratti offesa, porta James a chiedersi se rivedrà mai anche solo un quarto dei soldi che lo ha pagato. « ..senta signor Turner, non è che non sono soddisfatto del suo operato, è che proprio non mi è più utile. Sono una taglia piuttosto comune, sono certo che riuscirà a rivenderlo. » Ricorre a tutta la sua educazione e diplomazia, tentando di essere il più delicato possibile nei confronti del sarto. Non vuole certo urtare la sua sensibilità. Il completo è davvero bello. E' che non so nemmeno dove tenerlo. James è un esperto minimalista. Ha pochi vestiti e solo quelli che gli servono. Quel completo di certo, non gli serve, e toglie pure spazio alla sua attrezzatura da Quidditch. « …proprio non è possibile. Il lavoro è già stato finito e personalizzato. Se accettassimo un reso sarebbe praticamente impossibile rivenderlo. Francamente lei mi offende anche. » James sbuffa ormai esasperato. Dovevo andare dal sarto di Mun come mi avevano detto tutti dall'inizio, così almeno ora il completo potevo rifilarlo a lei e togliermi almeno lo sassolino di dirle che ha rotto le palle. Lei e il suo matrimonio. Prima che il giovane Potter possa aggiungere altro, sulla scena compare una terza protagonista. Una creatura dai lunghi capelli ramati e un bel sorriso gioviale - dolce, lo definirebbe lì per lì James. « È un peccato restituirlo. È davvero bello. » Solleva un sopracciglio piuttosto suscettibile mentre la osserva avvicinarsi. Moretta, credo proprio che non mi stai affatto aiutando. Dopo uno scambio veloce tra i due sotto il tamburellare spazientito delle dita di James sul bancone, il sarto decide per giunta di piantarlo lì in asso andando dietro alla sua assistente. Non per dire niente eh, ma per 3000 galeoni dovrebbe pure lucidarmi le scarpe. « Spero di non averti messo in difficoltà. Per quel che vale, penso davvero che sia un bel completo. Nel caso in cui tu sia davvero intenzionato a restituirlo, ti consiglio di approfittare della mia presenza. Credo che il signor… » « Turner. » « …che il sarto fosse piuttosto a disagio. Dubito fortemente che rifiuterà il reso con altri clienti presenti. Dopotutto, il cliente ha sempre ragione, no?» Il cellulare nella tasca dei pantaloni gli squilla proprio in quel momento. « Perdonami.. potrebbe essere importante. » Un messaggio. MA CHE CAZZO HAI FATTO? A scrivergli è Abigail Ulrich, una delle addette stampa dei Falcons. Non si parla delle posizioni aperte prima di un comunicato stampa. Mi hai messo in un gran casino. Istintivamente James sorride e blocca il cellulare ma non prima di digitare poche parole. Ha di fronte a sé la risposta al suo problema. E' tutto fumo negli occhi, tesoro. E dicendo ciò torna a sorridere alla ragazza, appoggiandosi al bancone del salottino di prova. « Credo proprio che hai ragione. » Asserisce rivolgendole un sorriso di intesa. « Il cliente ha sempre ragione. » Pausa. « A proposito. Non credo di aver afferrato il tuo nome. Io sono James. Potter. » E dicendo ciò allunga la mano nella direzione della dolce donzella accarezzandone appena le nocche stringendogliela appena con delicatezza. « Ti chiederò solo un favore.. » Asserisce sottovoce, notando che il signor Turner sta tornando dal retrobottega, con un passo deciso. E' proprio incazzato, poco ma sicuro. « ..metti una buona parola per me. Ti resterò debitore. » E' tutto fumo negli occhi, tesoro. Si ritrova di conseguenza a ripetersi mentalmente con un sorriso mandrillo stampato sul volto. E non appena il sarto e di nuovo dei loro, James intreccia le dita assumendo una posizione più eretta, pronto a entrare in scena. « Signor Turner, ci ho pensato. La signorina qui presente mi ha fatto realizzare una cosa che forse lei non sta tenendo in considerazione. Vede.. » E dicendo ciò si inumidisce appena le labbra indicandola con candore. « ..si dà il caso che il fratello della nostra dolce compagnia, è un grande ammiratore dei Falcons. Stessa stazza del sottoscritto. Pagherebbe anche un prezzo superiore a quello concordato all'idea di indossare uno smoking realizzato per il Cercatore dei Falcons. » Le leggi del mercato parlano chiaro in merito. I giocatori di Quidditch sono tra i più quotati a dettare le tendenze. E seppur James di tendenze non ci capisca niente, l'anno scorso è stato fotografato con uno stupido capellino di un brand indie locale che poi sfondò dal giorno alla notte. Il negozietto gli inviò altri campioni, cercando di corteggiarlo per un eventuale campagna di marketing, ma il suo manager aveva rifiutato categoricamente tutte le offerte, considerandole troppo basse. Il gioco non valeva la candela insomma, ma il messaggio era chiaro: tutti volevano essere come i loro idoli. « Le propongo un accordo che credo possa giovare ad entrambi. Lo esponga; faccia sapere al mondo che un giocatore dei Falcons è ricorso ai suoi pregiatissimi servigi. Se riuscirà a rivenderlo non le chiederò nemmeno una falce in più rispetto al prezzo concordato. Tutto ciò che riuscirà a ottenere in più rispetto alla somma che le ho già versato restarà a lei e.. » Rincariamo la dose, perché magari la prossima volta, nemmeno me lo fai pagare. Sto per renderti ricco, Cristo santo! « ..ha la mia parola che, quando mio fratello si sposerà, io mi rivolgerò sempre a lei. In fondo.. il gusto della sua gentile cliente parla chiaro: lei è un sarto di prima classe ed io sono stato più che soddisfatto del suo operato, mi creda. » E tu James Potter sei un grandissimo figlio di puttana, paraculo fino al midollo. « Lei signorina cosa ne pensa? Il signor Turner dovrebbe accettare questo accordo? »
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