Mimbulus Mimbletonia

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    Un rumoroso trambusto giù per le scale segnalò all'intera casa che Hugo aveva finalmente deciso cosa fare della propria mattina. Non che non lo sapesse dal giorno prima ma, come accadeva spesso, Hugo si era ritrovato a perdere tempo in questa o quell'attività., in un mirabolante tornado multitasking. Ecco allora che, non appena finito di fare colazione, era risalito in camera propria e aveva iniziato a spulciare ancora una volta il sito del college alla ricerca di informazioni sui restanti corsi che avrebbe seguito al primo semestre, ma aveva anche studiato il bando del regolamento tasse alla ricerca di modificazioni rispetto all'anno precedente. Non contento, si era anche messo ad aggiornare le playlist di cui si cibava quando usciva di casa inforcando le cuffiette nere mentre, con youtube aperto, andava in sottofondo un video che parlava della difficile situazione britannica dopo le dimissioni di Theresa May e l'entrata in gioco di quel fac simile mal riuscito di Donald Trump che era Boris Johnson. Di tanto in tanto, appuntava qualche pensiero su un post-it, che avrebbe fatto avere a Charlotte il prima possibile. E tutto questo, prima di un appuntamento. Genio. Ecco perché si era catapultato giù per le scale di gran fretta, beccando Ron comodamente seduto sul divano del salotto. « Pa', sto uscendo! » Come un piccolo uragano moro, piroettò su sé stesso alla ricerca di tutto ciò che gli serviva. Tracolla? In spalla. Cuffiette? In tasca, pronte per essere tirate fuori non appena varcato l'uscio. Chiavi di casa? Nel portaoggetti all'ingresso. Acqua? Andò a riempirsi la nuova borraccia metallica che si era procurato, in linea con la nuova svolta ecologista che dava guerra alla plastica. Ron alzò gli occhi chiari dalla pagina sportiva della Gazzetta del Profeta: Hugo notò nel suo visto un'espressione distesa. Oggi è lunedì, ieri era giornata di partita. Quel sorriso significa che i Cannoni di Chudley hanno vinto, il che cade a pennello con la gioia di una giornata di riposo. Con il riposo a lavoro ed Hermione al ministero a sgobbare a chissà quale pratica, Ronald Weasley si sentiva un re. Come ai bei vecchi tempi. « Ci sei a pranzo? » Se ci fosse stata sua madre al posto suo, Hugo si sarebbe sorbito un interrogatorio degno della vecchia squadra d'Inquisizione, con tanto di "con chi ti vedi?" e un "non fare tardi" a condire il tutto. Non che non amasse, in fondo, le attenzioni di sua madre: il loro legame si era saldato parecchio dopo gli avvenimenti dell'anno precedente. Semplicemente, sua madre sapeva essere troppo soffocante. Troppo.. mamma. « Naaaa, tranquillo, mangio qualcosa fuori. » e si fermò, per lanciare un'occhiata complice al padre. « Il che significa che puoi rimanere in pigiama tutto il giorno, mangiare a pranzo quella pizza surgelata su cui hai messo gli occhi da un paio di giorni e ascoltare la telecronaca di ieri senza essere disturbato. I Cannoni hanno vinto vero? » In buona sostanza, Hugo aveva descritto esattamente la giornata che suo padre si era immaginato, e questo lo fece sorridere. A volte sembrava che Hugo fosse un veggente ma, proprio come sua madre, non possedeva nessun occhio interiore; aveva semplicemente un'intelligenza finemente sviluppata e capacità deduttive fuori dal comune. Cosa che aveva sempre dato sui nervi a sua sorella Rose e a metà della sua famiglia, le volte in cui gli volevano tenere nascosta qualcosa. Hugo e i segreti avevano un rapporto complicato: tendeva ad investigare un po' troppo. « Vero. » Lanciò quindi un'occhiata al grande orologio a pendolo. « Tua madre sarà a casa per le diciannove. Pensi di riuscire a tornare per quell'ora? » Hugo ripescò l'agenda mentale e gli diede un'occhiata. H. 11.00 incontri Peter Paciock al Paiolo Magico, Diagon Alley. H. 15.00 incontri "Marion" al café. Sessione di lavoro finché dura. Annuì al padre. « Per le diciotto e cinquantanove sarò a casa, promesso. » Il suo caratterino poteva dissimulare parecchio la natura del suo animo ma, a conti fatti, anche Hugo rimaneva un Weasley, pur senza capelli rossi.

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    Gli auricolari erano stati inforcati e uno dei soliti acuti di Ariana Grande gli stava perforando le orecchie quando il Nottetempo si fermò con uno schianto di fronte al giovane mago, che ancora aveva la bacchetta puntata verso la strada. Il pop becero, ormai ne aveva la certezza, lo aiutava a schiarirsi i pensieri e a ragionare lucidamente: era il suo grosso problema, pensare continuamente a qualcosa. Fortuna che, almeno per quella mattinata, contava di non dover far fronte a nessun problema che non fosse reggere l'enorme esuberanza di Peter Paciock. « Uno per Diagon Alley. » fece al bigliettaio, rifilandogli dieci falci e tre zellini, per poi trovare posto poco dietro ad una corpulenta strega con un lungo serpente avvolto al collo come fosse uno scialle. Da quanto tempo non vedeva Peter? Praticamente dal natale scorso, che i Paciock al gran completo avevano passato a casa di Albus a Inverness insieme al resto della ciurmaglia Potter-Weasley. Si conoscevano pressoché da quand'erano dei marmocchi, sebbene Hugo fosse più piccolo di una manciata d'anni: questo, e il suo carattere molto più schivo e introverso, l'aveva fatto legare maggiormente con Louis mentre Peter bisbocciava con altri fratelli e cugini molto più loquaci. Durante le estati che avevano passato tutti insieme in campeggio, gli altri giocavano a partitelle di quidditch mentre Hugo e Louis preferivano gli scacchi magici o le gobbiglie. E poi sono entrato anch'io in squadra, al mio ultimo anno di scuola. Portiere Corvonero! I miei cugini mi hanno preso in giro per mesi e mio padre è letteralmente schizzato in cielo dalla gioia. Weasley is our king 2.0 E ora faccio lo sbirro wannabe. Non si era affatto stupito nel sapere che quello zuccone di Peter si era infine iscritto a Erbologia, degno erede di suo padre! Aveva imparato un mucchio di aneddoti divertenti da "zio" Neville, riguardo le piante. A chi, più che al figlio di Neville Paciock, si sarebbe potuto affidare per ottenere le tanto bramate informazioni su un corso che non aveva la benché minima voglia di seguire? Croce e delizia dell'aver concluso gli esami del primo anno alla sessione estiva, aveva molto tempo da perdere. Salto giù dal bus magico proprio mentre Miley Cyrus gli cantava di palle da demolizione, e si introdusse nel quartiere magico nel cuore di Londra da una delle entrare secondarie, passando per un viottolo tra due alti palazzi fino ad un'alta staccionata marcia, che picchiettò con la punta della bacchetta. Si rivelò ai suoi occhi un passaggio che lo portò poco distante da Main Street, all'altezza del Serraglio Stregato. Mentre si incamminava, facendo lo slalom tra maghi e streghe indaffarati a scortare i loro piccoli pargoli alla ricerca del materiale per Hogwarts, Hugo ne approfittò per inviare un vocale a Charlotte. « Confermato per stasera? » Ecco, un altro dei grandi paradossi in cui era incappato senza neanche volerlo: lui, che a scuola era lo sfigato per antonomasia e che non aveva mai avuto una ragazza neanche a pagarla, ora aveva il numero nientemeno che di Charlotte Windsor, nipote della Regina e considerata da molti da scuola tanta roba. Certo, il loro era un legame meramente lavorativo, ma perché non crogiolarsi nella dolce convinzione di essersi preso una piccola rivincita nei confronti della vita, una volta tanto? Pensarlo, in fondo, era lecito.. chissà se avrebbe continuato a pensarlo anche di lì a qualche minuto quando, arrivato nei pressi del Paiolo Magico, si sarebbe appostato in attesa dell'arrivo di Peter proprio pochi passi accanto alla carcassa di un grande mago, ubriaco fradicio di buon mattino. Il gradevole aroma di Whiskey Incendiario Ogden Stravecchio riusciva a pungere le narici di Hugo e convinceva i passanti a scegliere l'altro lato del marciapiede. Forse dovrei accertarmi che stia bene. Morto, non è morto: russa come una betoniera in azione. Buttò fuori un lungo, affranto sospiro e si avvicinò con passo felpato al signore riverso sul marciapiede. « Ehm... signore.. tutto bene? Le serve un medimago? » Si chinò sulle ginocchia ma ricadde all'indietro quando il grosso mago scattò verso il muro, urlando a piedi polmoni con voce impastata: « UN DRAGO? DOVE! AIUTOOOO CHIAMATE GLI AUROOOOOOR!!!! AL DRAGOOOOOO! » Eccola, la rivincita di Hugo Weasley nei confronti della vita: riverso a terra, con un vecchio mago alcolizzato che stava dando di matto e mezza Diagon Alley girata a guardarli. Grazie mamma. La prossima volta non li aiuto i tizi stramazzati a terra!


     
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    Tutto si può dire di Peter, ma che sia l'incarnazione dell'affidabilità... Sarebbe come credere che un giorno verrà la pace nel mondo. E' un tipo incasinatissimo dalla testa ai piedi, della serie che al posto di ingranaggi ben oleati gli ronzano zanzare nel cervello. Quando consumano il loro pasto, che sostanzialmente è una bella dose di sparatorie online o altre cose che non staremo qui a precisare, finalmente liberano il nostro beniamino dal torpore. Si risveglia in uno stato post comatoso, ricordando che esiste un mondo là fuori. Fatto di cazzate da evitare e di soddisfazioni da portare a casa. Anche se, puntualmente, si verifica l'esatto contrario: l'antipasto è servito con qualche bignè al gusto di battuta spiritosa, il primo piatto è a base di orecchiette alle cime di scemo, il secondo - un po' scondito - è una fetta di carne che sembra darti speranze, del tipo che vedi una luce in fondo al tunnel, e infine il dessert. Niente, il dessert è Peter che si diverte a fare accendi e spegni solo per darti noia - e per testare se è vero che chi soffre di epilessia, in questo modo, sviluppa l'attacco. E quindi la famosa luce in fondo al tunnel si prende una bella lezione da parte dell'inclemenza della vita. Ma quel giorno Peter non aveva fatto i conti con il disturbo ossessivo compulsivo che il suo cellulare aveva improvvisamente contratto, non smettendola di vibrare neanche fosse indemoniato. Accio, mormora nel sonno più bello del mondo, proprio mentre si stiracchia, convinto che forse non ci sarà bisogno di quel massaggio che si è fatto prenotare. Poi si ricorda che, insomma, l'estetista potrebbe non essere contenta della sua cancellazione. E chi è lui per turbare una povera fanciulla bisognosa di lavoro? Ovviamente nessuno.
    Il cellulare gli finisce in testa senza troppe scuse, la vibrazione esercitata direttamente sulla fronte risveglia tutti i Santi magici conosciuti e non, la conseguenza è un bel lancio degno da ex Cacciatore Grifondoro, con destinazione il punto della camera più distante possibile da lui. Vale a dire che ha evocato l'incantesimo di appello per non concludere nulla, ma siccome sta ancora mezzo dormicchiando, nonostante la sensazione di non-sense, decide che se ne preoccuperà dopo. E l'antipasto è servito.
    Si risveglia che sono le undici ed undici, sorride perché i giochi di numeri gli piacciono, così come quelli di lettere. Ad esempio "Peter Paciock", "P-P". Quanto ne va fiero, lo sa solo lui. E ci mancherebbe altro! Si rifiuta di comunicarlo a Zip, altrimenti lo stronzetto punterebbe il coltello nella piaga. La prossima volta, se lo ricorda, gli mette la mano in una bacinella d'acqua calda mentre dorme, così vediamo se fa ancora lo scucivolo. «Cazzo.», ormai tutte le sue giornate iniziano così. E vi sorprendete? Con la testa in aria che ha, c'è da meravigliarsi che non inizino col suono della tromba che sveglia i militari. No perché magari Zip potrebbe fargli compilare un modulo di arruolamento sotto effetto di cannabis, e quindi il nostro Peter potrebbe risvegliarsi con l'obbligo, la missione di salvare il paese da non si sa quali demoni. Beh, quanto meno in caserma lo terrebbero sotto controllo, combinerebbe meno pasticci. Forse. «No un attimo, magari batto il mio record di ritardi questa volta.», nel senso che, sì, avrebbe dovuto essere al Paiolo Magico dieci minuti fa. Ma in fondo, dieci minuti è decisamente poco per i suoi standard. Bravo Peter! Dai che ce la fai.
    Hugo non sarebbe stato contento di quel record, però. Lui è un tipo preciso, un po' come sua madre. Probabilmente è già lì che si chiede dove diavolo sia finito il suo amico. Perché per Peter, ovviamente, sono amici per la pelle - lui ha la tendenza a prendersi un po' troppa confidenza, anche quando magari non dovrebbe. Non lo fa per malizia, semplicemente crede che la conversazione possa essere meno imbarazzante per tutti. T'immagini una situazione in cui il tipo che hai di fronte non ti spiaccica nemmeno due parole in croce? Beh, allora tu, per contrattacco, devi essere pronto a riempire tutti i vuoti, i silenzi. Devi parlare a macchinetta, finché hai fiato... «Draghi?!?!», ecco, imprevisto numero uno della giornata. Mentre Peter elenca a memoria incantesimi di Difesa, pregando di uscirsene con un'ustione superficiale, il suo cuore, scollegato dalla mente impegnata, decide di dare un'occhiata su nel cielo. Non si sa mai.
    Niente draghi in vista.
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    Sollevato all'idea di potersi fumare un'ultima sigaretta, tira fuori l'accendino e aspira finché il tabacco non inizia a bruciare. E' ancora vivo! Ed ha vinto la sua sfida personale contro il ritardo cronico - adesso è soltanto subacuto. La giornata inizia in maniera propositiva. «Buongiorno, straniero! E voi che avete da guardare? Circolareeeee, circolare! La festa è da quella parte!», esclama il nostro anti-eroe, mentre sventola il braccio sinistro verso una direzione sconosciuta. «Signore, le prenotiamo una visitina al San Mungo, che dice?», chiede, più rivolto in direzione del Weasley-non-rosso, in realtà. «Naaaah, offrimi una sigaretta.», sostiene lui. «Devo insistere, amico. Comunque il fumo uccide i polmoni! C'è scritto qua.», ribatte il poco credibile Peter, mentre continua a consumare la sua preziosa Lucky Strike. «Dai, ti giuro che sarà breve ed indolore.», continua, cercando di assumere un'espressione convincente. In teoria è la stessa di quando ci prova con la tipa che gli piace, ma forse con lui non funziona. Nel frattempo, porge il braccio ad Hugo, aiutandolo ad alzarsi. «Noi dobbiamo andare. Tie'-», gli allunga una sigaretta, «- offre la casa. Ma non ti voglio trovare qua a terra più tardi. Vai in ospedale, le dottoresse sono davvero gentili. Tanta roba. Ciao.», infine, si allontana a braccetto del giovane. Ha servito il secondo piatto, quello in cui dà al mondo la speranza di essere un ragazzo modello, dunque non resta che il dessert. Che equivale a completo disastro.

     
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    « Buongiorno, straniero! » Come in una scena degna di un film western, il povero Hugo riverso sul marciapiede alzò lo sguardo per vedere la sagoma di un cowboy in controluce. Eccolo il suo salvatore! Avrebbe fatto piazza pulita dei cattivi fuori dal saloon con una revolver gigante in pugno e sarebbe ripartito in sella al suo destriero verso il tramonto. Verso un nuovo villaggio nascosto nel deserto del far west, verso nuovi amori con donne poco morigerate che ballavano con gonne ampie e colorate e provocanti giarrettiere. O almeno credo, non sono poi così tanto esperto di Sergio Leone e Clint Eastwood! « E voi che avete da guardare? Circolareeeee, circolare! La festa è da quella parte! » Hugo si alzò meglio sui gomiti, l'ombra del Paiolo Magico riuscì a levargli il sole dagli occhi e il cowboy si palesò. Era solo Peter. Nessuna giarrettiera per lui, quest'oggi. Non in mattinata almeno, di pomeriggio probabilmente avrebbe avuto impegni più divertenti! Aveva in bocca una sigaretta, che poi era la versione mignon dell'iconico sigaro dei film, e quella criniera di capelli folti e selvaggi come lui. Il divertimento è ufficialmente arrivato a Diagon Alley! Riuscì a recuperare la posizione eretta, grazie all'ultimo aiuto del suo cavaliere improvvisato, e allo stesso tempo a godersi il teatrino mentre la folla di astanti si disperdeva con un pugno di mosche e tanto amaro in bocca. Erano i primi giorni di Settembre e questo, a Diagon Alley, significa solo una cosa: il pienone. E pienone uguale famiglie di neostudenti, ovvero maghi di mezza età che riversano tutti i loro sogni e le loro aspettative sui pargoli, vuoi per retaggio vuoi per un clamoroso fallimento delle loro vite. Significa dunque che per loro vogliono il meglio ma, guess what, il meglio prima o poi tende a scarseggiare. Dunque è molto probabile che troveremo una famiglia o due che si prende a gomitate per l'ultima edizione di prima mano di "Mille erbe e funghi magici" o l'ultimo manico di scopa Thunderbolt 360. Avrebbero dunque trovato di che cibarsi in fondo alla strada, a lenire le ferite di uno spettacolino che non era andato in porto. Ah, Peter Paciock, che guastafeste!! « Noi dobbiamo andare. Tie', offre la casa. Ma non ti voglio trovare qua a terra più tardi. Vai in ospedale, le dottoresse sono davvero gentili. Tanta roba. Ciao. » e chissà come, si ritrovò a braccetto di quello stravagante amichetto d'infanzia, a marciare a passo spedito verso il cuore del quartiere magico. Le gote dell'ex corvonero si imporporarono appena, vuoi per l'essere stato ancora una volta un completo disastro in fatto di gestione di situazioni particolari e di problem solving, vuoi per quel contatto inaspettato col ragazzo. Non che non ci avesse già dormito spalla a spalla, in tenda, nei campeggi estivi che spesso le loro famiglie organizzavano insieme: giusto una settimana di svago e relax, per stare insieme e recuperare quel che il resto dell'anno e della vita lavorativa toglieva loro. Ma, si sa, quando qualcosa ti prende in contropiede, la reazione è inaspettata. « Sicuro di non essere tu l'aspirante auror? » Avanzarono ancora di qualche metro a braccetto, prima che Hugo si liberasse con dolcezza da quella presa gentile. « E quindi siamo a due "grazie" che ti devo! Il che fanno.. due set di fiale in regalo?! » Frugò in tasca alla ricerca dello smartphone, cui diede un'occhiata veloce. « O un set e un pranzo, se ti trattieni! Io ho comunque un impegno nel pomeriggio, quindi conto già di barboneggiare da qualche parte. » La verità era che si era già immaginato ad aprire il libro fiammante di Tossicologia pozionistica durante la pausa pranzo e iniziarne una lettura sommaria. Così, giusto per arrivare preparato all'inizio delle lezioni! Non escludeva che avrebbe potuto farlo anche con Peter, ma non voleva sconvolgerlo troppo. « Comunque, sono davvero contento di averti al college, Pete! Mancavate davvero soltanto tu e Louis! E a giudicare dalla tua scelta, almeno uno di voi ha voluto sfruttare quel bendiddio nozionistico che avete a casa! » Neville Paciock era stato uno dei migliori insegnanti di Erbologia che Hogwarts avesse avuto da parecchi anni, dicevano le voci, prima che scegliesse un'altra strada professionale. Una cattedra di scuola non era abbastanza per un luminare come lui. « Cosa sta facendo ora Neville? Insegna ancora? » L'idea di passare a trovarlo, in maniera del tutto disinteressava, e chiedergli casualmente del materiale di tossicologia, che certamente egli possedeva, era stata una vera e propria tentazione e ancora non l'aveva scartata del tutto. Chissà, se magari avessero davvero studiato insieme, lui e Peter, le occasioni di incontrare Neville ci sarebbero state. Se programmiamo l'esame per la sessione invernale, potremmo sfruttare l'appello di Gennaio, il che significa studio durante le vacanze, ovvero studio a casa. Potrei casualmente passare da casa loro e fare quattro chiacchiere con il professor Paciock! Che male ci sarebbe? Nessuno, assolutamente nessuno. Nel frattempo che procedevano per la via, Diagon Alley si dispiegava in tutta la sua sovrapopolazione: sembrava di stare in una qualsiasi strada di Nuova Delhi. Non che Hugo ci fosse andato, ma dai documentari pareva incasinata almeno quanto il quartiere magico per eccellenza. Un folto gruppo di persone attirò la sua attenzione e l'insegna poco più avanti non fece altro che confermare i sospetti. « Beh, che dire, abbiamo scelto proprio il giorno giusto per venire! C'è la fila fino a fuori. » Lanciò un'occhiata all'amico, con un timido sorriso. « Ci vorrebbe una delle caccabombe che Fred portava sempre d'estate! Aiuterebbero. Non ne hai una, vero? » Non che Hugo parlasse sul serio, come quasi sempre accadeva: il sarcasmo era pressoché la sua seconda lingua. E poi, quanto caos avrebbe creato una caccabomba in pieno Settembre in un negozio affollato? Avrebbero gridato all'allarme terroristico chiamando gli auror? Ma sì, una bella accusa di bioterrorismo ci sta prima del semestre! Così, per passare il tempo.
     
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    Prima missione della giornata compiuta. Di norma dovrebbe ricevere una ricompensa tipo Galeoni finti per comprare nuove armi alla play, o magari anche solo un cioccolatino che decide di rubare dalla dispensa perché sente gli zuccheri cadere precipitosamente. D'altronde, le missioni online sono complicatissime. Mica come la vita reale... Quella, a confronto, è uno scherzetto! Giusto? «Nah, l'onore è tuo, amico. Sembro autoritario solo perché al club di teatro hanno lasciato il compitino di fingersi paladini della giustizia. E niente, ho preso a modello zio Harry. Che poi lo sai che mi sono travestito da lui, lo scorso Carnevale? No vabbè che ridere... E comunque, no, ma quale Auror??? Ci tengo alle chiappe. Meglio il caro vecchio metodo del veleno, arma delle donne. L'ho sempre detto che sono un passo avanti, loro.», risponde, mentre inforca il mento tra pollice ed indice, assumendo un'aria da intellettuale. O almeno, recitandola, perché l'unica cosa che in lui potrebbe apparire intellettuale è il modello di occhiali tondo che ha scelto. Alla... Harry Potter, insomma. «Se proprio devi, la mia lista 'regali eventuali da ammiratori occasionali' prevede anche un viaggio nei Paesi Scandinavi - mamma ha trasmesso 'sta fissa alla famiglia -, un cane o di taglia piccola, tipo Carlino - li adoro perché sembrano dei porcellini, rido troppo quando corrono verso l'infinito ed oltre -, o di taglia media ma con pelo lungo - tipo Chow Chow, insomma, quelle specie di orsacchiotti da abbracciare quando hai paura del buio e, per inciso, non ho paura del buio, giuro, oppure... Oppure anche un bel completo per le occasioni. O una Giratempo, ne ho sempre desiderata una. Non è che mamma tua l'ha conservata, vero?», scherza, Peter, anche se sotto sotto c'è sempre un fondo di verità. Un po' come quando si butta una frase lì per caso, ma... Chi sputerebbe, alla fin fine, su un viaggio in Finlandia? Non Peter, appunto. «Bro, non mi devi proprio niente. Al massimo mi aiuti a completare un livello a Super Mario Bros che sono bloccato da due mesi. No perché praticamente non capisco come oltrepassare una porta, ci vuole la chiave ma cazzo non si trova da nessuna parte e...», smette di blaterare, ricordando il motivo del suo incontro con Hugo Weasley. Studio. Libri. E ancora studio. Non di certo stupidate cui Peter ha dato dignità di funzioni vitali della massima importanza. «Ma sì, tornando al college, mamma... Io, io ho deciso fosse il momento di mettere la testa a posto.», conclude, dandosi qualche colpetto sulla zucca. Piuttosto che mangiarsela, da buongustaio che è. «Il mini», continua, riferendosi a Louis, «è invece diventato grande per davvero. Caposcuola! Guarda, fosse per me avrei messo festoni per tutta Diagon Alley e Hogsmeade. Però mi rendo conto sarebbe un po'... Esagerato, ecco. Il big boss, invece, crede di esser diventato un paladino della giustizia anche lui, un po' stile Harry. Una sorta di fusione mistica con Greta Thunberg, però, perché adesso è un Ricercatore che si occupa di preservare la flora acquatica del mondo intero. Ce la mette tutta per farci tirare avanti oltre il duemilaventicinque, insomma. A casa non c'è più neanche lo spazzolino di plastica, credimi. Usiamo quelli in bambù ecologici.», conclude Peter, roteando gli occhi verso l'alto. Sa quanto sia importante questa battaglia, ma lui continua ad essere, purtroppo, un sedentario di prima categoria. Solo che poi gli tirano le orecchie, quindi se non vuole perdere quel poco di cartilagine rimasta, deve adeguarsi ai tempi che corrono. Per forza.
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    Tra le chiacchiere, Peter non si avvede del gran casino che Diagon Alley è diventata nel giro di poco. Ma da dove sbucano tutti questi funghi? E soprattutto, come estirparli per avere accesso alla libreria prima del duemilamai? Le sue orecchie si drizzano al sol pensiero di una bella Caccabomba, come ironicamente proposto da Hugo. Ci vorrebbe, eccome. Ma non ne ha una, o l'avrebbe già usata. Che una scorreggia possa sortire un effetto simile? No, troppo da maleducati. Quasi scoppia a ridere, ma non sarebbe professionale comunicare il perché. E lui, oggi, è un paladino della giustizia, non dimentichiamocelo! Per cui non può scavalcare la fila come se niente fosse, inventandosi un qualche problema impellente che lo obblighi a rientrare nel giro di dieci minuti, e quindi a calpestare il diritto di genitori ben più organizzati e puntuali di lui, posizionatisi all'ingresso della libreria almeno mezz'ora fa. «Bro, temo di dover salvare il mondo un'altra volta. Vado a prendere una bella porzione di patatine fritte!», lo informa, mentre si avvicina a lui per sussurrargli alcune raccomandazioni all'orecchio, nascondendo il labiale con la mano per non farsi beccare: «non socializzare col nemico!!!», intima, perché già se lo vede che si lascia oltrepassare da qualche vecchietta, dato il buon cuore che si ritrova. E no, caro Hugo, la vita non funziona così! La tua battaglia, oggi, è cogliere l'attimo ed impossessarti del manuale di Tossicologia.
    Comunque Peter non perde più di cinque minuti, riconquistando il suo posto accanto al Weasley con un vassoietto il cui profumo è in grado, addirittura, di accecare. Cioè, la sua potenza è tale che non solo desensibilizza le vie respiratorie, ti blocca proprio tutto. Poi, quella salsa yogurt opportunamente spalmata sopra... La fine del mondo. Adesso sì che possono fare le belle statuine mentre attendono il loro turno. «Tornando alle questioni di fondamentale importanza. Tu? Che mi racconti? E Rose, tua sorella? Mamma, papà, cugini? Nonni?», prende un boccone di tre patatine insieme, sbrodolandosi un po' con la salsa. Pazienza. «Qualche scoop indimenticabile per un povero Peter rimasto fuori dal mondo?»

     
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