If I bleed you'll be the last to know

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  1. Shrine of lies*
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    Era chiaro che Scorpius non aspettasse quella presa di posizione da parte di Archie: in fondo, si erano lasciati in buoni rapporti e non aveva motivo di credere che Princie ce l’avesse con lui. Infatti, non era esattamente una questione di rancore personale ad averlo spinto a parlare in quel modo in pubblico: per lo più, trovava che tutta quella faccenda fosse una pagliacciata bella e buona e che in più non avesse davvero ragione di esistere, dal momento che quando Scorpius sarebbe voluto entrare realmente in politica gli sarebbe bastata una spintarella di papino; in più, era tornato a Londra quando ormai tutto il pericolo era passato, e pretendeva di saperne qualcosa di cosa avessero bisogno di studenti. Si era già accomodato in mezzo alla platea quando sentì il rampollo affermare « Certo, penso sarebbe piaciuto a tutti noi che un senior spendesse qualche parola in più per farsi portavoce dei problemi di persone con cui ha già condiviso un anno intero.. ma dopotutto, si è appena insediato. Come si dice? Facciamolo lavorare. I Giovani Merlini ti augurano il meglio. »
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    Archie sorrise, sinceramente divertito. Davvero, c’era qualcuno che pensava che potesse avere senso condividere qualcosa con quella massa di buffoni? Che indicare loro i problemi da risolvere avrebbe portato dei benefici? Archie era convinto di no, e a giudicare dal brusio che sentiva alle sue spalle, la maggior parte degli stanti era della stessa opinione. E non era certo con gli attacchi personali a lui che avrebbe spazzato via quel sentimento di scetticismo. « Mentre il nostro Archie si conquistava con le unghie e con i denti il suo - meritatissimo - ruolo, sì, io ero fuori dal paese per un periodo di formazione.» Di cosa avesse fatto Archie per guadagnarsi il suo posto, ovviamente Scorpius non aveva idea. Anche perché non aveva ricevuto spintarelle da nessuno e aveva davvero dovuto lottare con le unghie e con i denti. Prima di tutto per sopravvivere, e poi per ottenere il tanto agognato riconoscimento. Ma non erano certo aspetti che un Malfoy potesse capire, dal momento che erano realtà che non li toccavano nemmeno minimamente. Ed era inutile dirlo, Archie avrebbe tanto voluto godere degli stessi privilegi. Purtroppo, non gli spettavano e nemmeno in un milione di anni sarebbe stato in grado di sfoderare quella faccia da culo e dire una tale quantità di pagliacciate in pubblico, con la consapevolezza che in ogni caso sarebbe cascato in piedi. Nonostante questo, dovette ammettere di essere piacevolmente stupido dell’abilità di Scorpius nel rigirare la frittata a suo favore: sicuramente era una qualità apprezzabile in un futuro politico. Anzi, a pensarci bene era proprio il genere di elemento che i suoi genitori avrebbero votato volentieri. Se non fossero stati troppo ubriachi il giorno delle votazioni, naturalmente. « Questa è una mia piccola speranza per il futuro. Far sì che la voce dei giovani venga portata davanti ai funzionari del Wizengamot deve diventare la prassi e non una mera iniziativa dei singoli! Un parlamento dentro il parlamento, fatto di giovani donne e uomini che nella società ci vivono eccome!, ma che ad oggi hanno ben poca voce in merito. E a proposito… A scanso di equivoci sì, lo stregone capo Basil Greengrass è mio cugino di secondo grado e no, come potete leggere non gli ho scritto direttamente per appellarmi a presunti favoritismi. Il Gufo presenta il nome del nostro circolo politico e i canali utilizzati sono stati quelli istituzionali, gli unici in cui valga la pena parlare. Forse qualcuno si è abituato ai discorsi da salotto.. ma i salotti non sono luoghi Costituzionalmente riconosciuti. »
    Bella scenetta, doveva ammetterlo. Forse non solo gli idioti come i suoi genitori avrebbero potuto abboccare a quella recita. Perché di una recita si trattava, era chiaro: Scorpius non credeva a una parola di quello che diceva o se anche ci credeva sarebbe stato qualcosa di facilmente negoziabile, o smentibile, o ritrattabile. Se conosceva bene il tipo, non era coerenza che gli interessava, ma la visibilità e il potere. E quello era un aspetto che Archie poteva apprezzare. In ogni caso, non fu tanto quello a considerare di farlo restare fino alla fine del comizio, quanto l’intervento di Nate Douglas. Non si era minimamente accorto della presenza del suo vecchio compagno del Clavis a quell’evento finché non era salito sul palco e a quel punto il sorriso di Archie gli si era congelato sulla faccia, totalmente impietrito. Dannazione. Aveva sicuramente assistito a quel siparietto tra lui e Scorpius e già poteva sentire il biasimo che gli avrebbe riservato se mai si fossero trovati a parlare dell’argomento. Ed Archie non voleva farsi nemico Nate. In realtà, non voleva nemmeno farsi nemico Scorpius. Con il senno di poi, la sua era stata una mossa piuttosto stupida ed era strano che se ne rendesse conto solo in quel momento: negli anni della scuola era stato prudente fino alla paranoia, innocuo alla stregua del servilismo, e questo gli aveva procurato, se non la stima del gruppo, quanto meno la protezione di alcune delle famiglia più potenti del Mondo Magico. Perché adesso non riusciva più a tenersi quello che si era faticosamente costruito negli anni? In fondo, non era arrivato da nessuna parte, essere Senior non voleva dire automaticamente che sarebbe arrivato da qualche parte nella vita, ma mantenere amicizie altolocate si, era praticamente garanzia di successo.
    Archie aveva molte fiducia nelle sue qualità personali, ma d’altro canto Scorpius Malfoy era la prova vivente che i meriti servissero a ben poco, se paragonati ai mezzi e alle conoscenze. Si passò la mano davanti alla bocca, fingendo di ascoltare, pensieroso, l’andamento del dibattito. In realtà smise di sentire qualsiasi cosa venisse dal palco da dopo l’intervento di Nate: più che altro, si trovò a valutare le sue opzioni per le mosse successive.
    In realtà, a convegno finito non aveva un piano preciso in mente. Si limitò ad avvicinarsi a Scorpius, quando la piccola folla intorno a lui si fu dipanata, con un sorriso amichevole e le mani alzate. «Vengo in pace.» annunciò. «Mi hai davvero distrutto, complimenti.» disse, senza il minimo tono di rancore nella voce. Questo perché, a dire il vero, non si sentiva affatto distrutto, cercava solo di accarezzare l'ego del biondo. «Spero che il vincitore voglia accettare un’offerta di pace dal vinto. Posso offrirti qualcosa da bere, o sei molto indaffarato?.»
     
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    Quel piccolo comizio, nato letteralmente da nulla, era stato un piccolo successo, ben oltre le sue più rosee aspettative! Arrivando a Hogsmeade, Scorpius si era già immaginato a discutere di problematiche ridicole come il dissesto idrogeologico di cui s'era andato a lamentarsi via gufo al ministero, oppure sul cambiamento climatico. Era un tema scottante che pure non sembrava essere centrale nell'agenda del Ministero, stando alle ultime dichiarazioni. Eurus Flamel e i suoi capi dipartimento avrebbero voluto diminuire le emissioni? Il polo industriale ne fabbricava a tonnellate, specie per quel tipo di industria che non prevede la realizzazione con "Metodo Mundungus" - la creazione tramite incanto Geminio di grandi quantità di prodotto, per lo più scadente. Alcuni dicono che quello che viene realizzato così a volte sparisce, perfino! Per questo dovremmo puntare tutto sulla manifatturiera magica. Prodotti di alta qualità, esportabili in tutto il mondo, sicuri e nostrani. Mai si sarebbe aspettato tuttavia di veder scendere in campo una palla tanto pesante quanto quella di questo cosìddetto "Shame". Sarebbe stato impossibile per Scorpius venirne a conoscenza se non attraverso fonti dirette e tutti i suoi amici, che pure erano stati colpiti in lungo e in largo, non gliene mai avevano fatto menzione. E certo, quello era un argomento difficile da inserire in un discorso, specie con un amico rimasto lontano per ben due anni. Ehi, ciao Scorpius! Come ti sono andate le vacanze? A me tutto bene, ho iniziato con qualche settimana di minacce, mi sono rilassato svolgendo delle piacevoli attività sotto ricatto e ultimamente sono stato perfino rapito! E tu? Era bella la Toscana? Sì, fosse stato in loro neanche Scorpius sarebbe andato in giro nella sua cerchia di conoscenze a raccontare tali fatti, per una miriade di motivi diversi: per orgoglio, per vergogna, per paura e timore di chi potersi fidare. Nate era stato molto chiaro a riguardo, chiunque fosse a capo di tali movimenti sapeva tutto di loro ed era più sfuggente di un boccino d'oro in una giornata di pioggia. « Ti ringrazio ancora per essere venuto, amico mio.. e per ciò che hai detto. Se ti va, vorrei parlarne ancora.. a quattrocchi, magari. » aveva detto a Nate stringendogli la mano, quando la loro piccola assemblea a cielo aperto era stata dichiarata conclusa e sia il pubblico che chi era intervenuto si accingeva a diradarsi. Ne era stato davvero compiaciuto, a prescindere da quali fossero le reali intenzioni di Douglas. Scorpius conosceva la sua ambizione, paragonabile alla propria, ma era pur vero che l'essere diventato un bersaglio sapeva ben alimentare gli istinti più altruistici. Anche per questo, aveva deciso, si sarebbe certamente occupato del problema: perché era un ottimo trampolino di lancio per gettarsi nel discorso pubblico e non poteva esistere occasione più ghiotta per un animale da agorà qual era Scorpius Malfoy! Una parte di sé tuttavia voleva realmente aiutare Nathan Douglas. Gli era amico e, sì, forse avrebbe potuto vendere l'anima di suo padre per un posto ai piani dirigenziali del Ministero ma un pizzico di lealtà sapeva coltivarla anche Scorpius. Lasciò andare l'amico quando vide arrivare in picchiata Ippolito, armato di uno smartphone che stava chiedendo pietà attaccato ad un power bank di fortuna. « Solo due parole: completo-successo. Per essere stato il primo incontro, abbiamo avuto un riscontro superiore alle aspettative! Circa 47 foto pubblicate su Witzagram, ad occhio sui 99 commenti di cui la maggior parte derisori. » Ma entrambi sapevano che il mantra di un politico resta comunque: "purché se ne parli". « Durante l'intervento di Nathan Douglas, abbiamo contato qualcosa come sette stories. La sua fama di ex senior e il suo nome devono aver attirato una fetta di elettorato universitario. » Annuì, l'ex serpeverde. Sì, concordava, Nate era stato un motore per il loro pomeriggio di chiacchiere e non gli sarebbe dispiaciuto averlo nel team. Almeno qualcuno di cui potermi fidare. Il graffio infertogli da Archie dopotutto continuava a prudere un po'.
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    In effetti Scorpius non era così sciocco da pensare che gli sarebbe stato steso il tappeto rosso al suo arrivo e già aveva calcolato eventuali contestatori, anche di opposti versanti politici. Semplicemente, non si era aspettato un'azione tanto subdola da parte sua. Non che durante le loro precedenti frequentazioni fossero diventati amici per la pelle, niente affatto: Archer Prince non era il tipo di persona che Scorpius lasciava avvicinare nel proprio passato, l'aveva sempre trovato.. servile, almeno durante la scuola. Non era il genere di ragazzo che potesse migliorarlo, non vi trovava stimoli sufficienti per stringerci legami. Il caso, tuttavia, aveva fatto in modo che due persone tanto diverse si incrociassero dentro il Clavis Aurea; entrambi avevano stretto un Voto Infrangibile. In qualche modo, due esseri tanti diversi erano diventati più vicini di due fratelli. E poi il diploma era arrivato, gli anni erano passati ed entrambi erano diventati due persone diverse: Scorpius era sceso dal suo piedistallo dorato, si era tolto la puzza da sotto il naso - perché così lontano da casa, "suo padre non sarebbe venuto a sapere" un bel niente e si era dovuto rimboccare le maniche - e aveva imparato ad apprezzare le persone, perfino quelle più lontane da lui. Archer, al contrario, pareva essersi alzato finalmente in piedi, era diventato qualcuno e questo gli aveva fatto gonfiare il petto. Ma con la persona sbagliata. Lo vide avvicinarsi quando Ippolito e altri due ragazzi dello staff si allontanarono verso il gazebo, dove una manciata di iscrizioni era stata raccolta. Pochissime, a dire il vero, ma meglio di niente. « Vengo in pace. Mi hai davvero distrutto, complimenti. » Un tempo lo avrebbe squadrato dalla testa ai piedi, facendogli capire che aveva fatto un errore a riavvicinarsi. Al contrario dei ragni, molti scorpioni non sono velenosi. E sai perché, Archie? Perché non ne hanno bisogno. La loro puntura fa male. Se ti riavvicini, ti pungerà di nuovo e ti farà ancora più male. Ecco perché. Ma quel tempo era passato e il nuovo Scorpius puntò dritto i suoi occhi color smeraldo in quelli del senior. Sarebbe stato molto facile minacciarlo, sarebbe stato ancora di più scontato e prevedibile: era quel che facevano i ricchi figli di papà a cui è stato rubato il giocattolo. Fanno minacce che spesso non sanno neppure mantenere. Sarebbe stato semplicissimo promettere ad Archer che la sua figura pubblica di rappresentante degli studenti, ma prima ancora la sua immagine personale, sarebbe stata macchiata da una serie di infamie talmente gravi da farlo scappare in un altro campus.. ma sarebbero stati minacce vane, ingigantite dall'ego e soprattutto impossibili. Entrambi avevano giurato, se non di spalleggiarsi, quantomeno di non nuocere all'altro. Scorpius era convinto che vi fossero delle clausole al Voto che avevano stretto, dei piccolissimi cavilli per poter direttamente ferire i propri fratelli come aveva fatto quel Sanders, ma non ne vedeva il motivo. « Avrei preferito non farlo, se devo essere onesto. » Ciò non toglie che l'ho fatto. Hai fatto una stronzata e io ho risposto. Rifallo e io risponderò ancora. Possiamo continuare all'infinito. Ciò nonostante, gli sorrise anche lui, quale segno di non belligeranza. « Spero che il vincitore voglia accettare un’offerta di pace dal vinto. Posso offrirti qualcosa da bere, o sei molto indaffarato? » Era davvero curioso di scoprire fino a che punto era cambiato Archer. Del buon vino o una semplice birra, che aveva imparato ad apprezzare durante il semestre a Zurigo, gli sembrarono l'occasione propizia. « Ho un'agenda fitta di impegni.. - falso, ma è importante darsi un tono in affari e nelle relazioni tra pari. - ..ma seppellire le asce di guerra è sempre qualcosa che merita la priorità. Fammi strada, senior. » Non il mio, ma un'amicizia con un senior qualunque può essere vantaggiosa. E non aveva intenzione di diventare amico di Albus Potter tanto velocemente. Affiancò quindi Archie, allontanandosi insieme dal palco, dalla parte opposta rispetto all'isolato lontano in cui aveva parcheggiato. « E quindi, Archie.. » Come sono andati questi due anni? Ti trovo bene! « ..è un generale ribrezzo verso la politica, quello che senti, o un generale ribrezzo verso di me? » Perché da qualcosa dev'essere pur scaturito, tutto questo. Non hai più tredici anni. Si voltò verso di lui ma non c'era traccia di offesa o rancore, niente affatto. Una banalissima domanda in una altrettanto banalissima conversazione. Che stesse bene, dopotutto, lo vedeva: stava alla grande, molto più di quanto ricordasse. Era cresciuto, era bello e, ora, perfino importante. Archer Prince gli sembrava stesse bene.. eppure, aveva sputato veleno. « Se vogliamo davvero berci un'offerta di pace e seppellirla, quest'ascia, non mi dispiacerebbe sapere almeno il perché adesso non ci troviamo in un'allegra rimpatriata di vecchi commilitoni. Offerta che, sia chiaro, accetterò anche se pensi io sia un coglione. »
     
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  3. Shrine of lies*
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    Comprensibilmente, Scorpius fu piuttosto diffidente quando Archie si avvicinò a lui. Non poteva biasimarlo, in fondo era stato piuttosto scorretto nei suoi confronti, ed era chiaro che l’altro si aspettasse un altro colpo di coda. Ma Archie aveva davvero lasciato perdere il piede di guerra, in favore di un approccio più costruttivo. Onestamente, era stato un imprudente, per non dire un idiota. Aveva ancora bisogno di gente come Scorpius Malfoy nella sua vita, anche se non con la stessa urgenza di quando era entrato nel Mondo Magico. Diciamo che al momento poteva camminare benissimo sulle sue gambe, ma tra il camminare e prendere un passaggio da una Ferrari… beh, c’era una certa differenza. « Avrei preferito non farlo, se devo essere onesto. » Quando sentì quel commento, fu Archie a sfoderare un’espressione scettica.
    Davvero, Scorpy? Da quel che ricordava, Scorpius aveva sempre avuto un certo gusto per l’eliminazione sistematica del nemico, con tanto di umiliazione e basilare annullamento della vita sociale del suddetto. O quanto meno, gli era sempre piaciuto minacciare tali conseguenze, anche se nei fatti Archie non aveva mai assistito ad una tale dimostrazione di potere. Probabilmente era perché, come buona parte dei suoi vecchi compagni di casata, era più propenso a dare aria alla bocca che a fare qualcosa concretamente. Ma anche questa, era una cosa di cui Archie si era reso conto solo con la fine della scuola: non erano gli spocchiosi Serpeverde a cui si era legato a contare davvero qualcosa nel Mondo Magico, nonostante piacesse loro credere il contrario.
    «Davvero?» incalzò infatti Archie. «Credevo che saresti stato impaziente di dimostrare le tue abilità in un dibattito vero. Non è un dibattito molto interessante, quando tutti ti danno manforte» ovviamente, quella frase non implicava che il suo intervento fosse stato solo un modo per far fare bella figura a Scorpius, anzi. Onestamente Archie si aspettava che davanti alle sue parole il biondo avrebbe battuto i piedi come un ragazzino indignato, che si rendeva conto per la prima volta che il confronto con il mondo reale non prevedeva che tutti pendessero dalle sue labbra, pronti a scattare per soddisfare qualsiasi suo capriccio. Ma dal momento che non era andata così, alla fin fine gli aveva lanciato una buona palla, che Scorpius aveva colpito egregiamente. Non esattamente un fuori campo, ma comunque non aveva fatto una figura canina, che per il tenore di quel dibattito era già tanto. In fondo, le obiezioni di Archie erano state piuttosto deboli, volutamente, perché non aveva alcun interesse a porsi come reale avversario di Scorpius. A quello ci avrebbe pensato qualcun altro, magari qualcuno a cui sarebbe importato davvero del bene del paese.
    « Ho un'agenda fitta di impegni…ma seppellire le asce di guerra è sempre qualcosa che merita la priorità. Fammi strada, senior. » Il giovane Prince sorrise. Beh, non ci era voluto molto. Scesero del palco e Archie pensava di portare Scorpius in qualche locale da quelle parti. Nulla di impegnativo, sarebbe stata una bevuta tranquilla e poi se ne sarebbero andati per la loro strada, ognuno con la consapevolezza che l’altro, da quel momento in poi, lo avrebbe guardato sempre con diffidenza. Il che andava bene ad Archie, fintanto che non si trasformavano in nemici dichiarati. Diamine, gli bastava già Carrow per quello.
    Ma poi, appena usciti dall’Hope’s Place, Scorpius parlò di nuovo. « E quindi, Archie...è un generale ribrezzo verso la politica, quello che senti, o un generale ribrezzo verso di me? Se vogliamo davvero berci un'offerta di pace e seppellirla, quest'ascia, non mi dispiacerebbe sapere almeno il perché adesso non ci troviamo in un'allegra rimpatriata di vecchi commilitoni. Offerta che, sia chiaro, accetterò anche se pensi io sia un coglione. »
    Oh, bene, quindi il piano di Scorpius non era fare finta di niente. Archie prese una sigaretta dal pacchetto che teneva sempre nel taschino della giacca e, ne accese una, prima di rispondere. Doveva ammettere che non si aspettava una domanda così diretta da quella strisciante piccola serpe, ma evidentemente le persone cambiavano. Ma visto che ad Archie non piaceva rimanere spiazzato, decise di contraccambiare il colpo: «Ribrezzo per te? Oddio, dovrei essere cieco. No, tu mi piaci, Scorpius. Credevo sapessi che avevo una cotta per te ai tempi della scuola» e per Jude, a tratti per Nate. Anche per il preside, a pensarci, ma in effetti la fissazione per gli uomini più grandi in posizione di potere non gli era ancora passata. La tendenza ad innamorarsi di qualsiasi ragazzino ricco e viziato, fantasticando sul fatto che lo avrebbe salvato dalla sua misera esistenza, invece si. Ma questo non voleva dire che non potesse apprezzare Scorpius, specie se era così vicino da poter ammirare meglio quanto fosse bello, e sopratutto non era intento a sparare cazzate da sopra un pulpito.
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    Inspirò una profonda boccata di fumo, prima di continuare: «Ti considererei un coglione solo se tu credessi veramente alle puttanate che hai sparato su quel palco, ma non credo che sia questo il caso.» O almeno così sperava. Se così non fosse stato, lo aveva appena insultato di nuovo, e tanti saluti ai buoni propositi. «Ascolta, vuoi la verità? Ho parlato per invidia. Avrei voluto essere io in giro per l’Europa a godermi la vita, invece di essere incastrato in quel casino. Ma questo non vuol dire che quello che ho detto su quel palco non ti verrà rinfacciato anche da qualcuno che vuole metterti davvero i bastoni tra le ruote.» Disse onestamente. Non aveva senso fingere che si fosse trattato di una questione di principio, sarebbe stato poco credibile perfino per lui. Finì di fumare e poi gettò la sigaretta a terra, calpestandola con il piede. Ma proprio mentre faceva quel gesto, delle gocce di pioggia iniziarono a scendere sulle loro teste. Archie prese la bacchetta e lanciò un incantesimo di protezione, che aleggiava su di loro come una sorta di ombrello.
    «Senti, il pub sarà una bolgia con questo tempo» riflettè, pensando a tutti gli studenti che si sarebbero rintanati in quel buco per ripararsi dal mal tempo. « Che ne dici se andiamo a casa mia? Non sto cercando di adescarti!» si affrettò a precisare, con un sorriso innocuo stampato in faccia. «È che mi sto per trasferire al dormitorio e non penso che mi faranno portare tutte le bottiglie che ho nell’appartamento, quindi piuttosto che metterle in un magazzino sto cercando di svuotarle. » spiegò «Sicuramente il mio whisky è meglio di quello del pub universitario, e bere da solo mi deprime. Ma se la cosa ti mette a disagio possiamo salutarci qui e rimandare a un momento migliore.»
     
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    Forse Archie non si aspettava un approccio tanto diretto da parte sua, che di approcci diretti non ne usava quasi mai. Scorpius Malfoy era cambiato molto ma in fondo il suo modus operandi nell'approcciarsi alla vita era sempre lo stesso: girarci intorno fino a trovare un varco sicuro. Era stato così da sempre, da quando aveva raggiunto la consapevolezza che per stupire suo padre avrebbe dovuto vincere, sempre, a qualunque costo. Barando, perfino. Vincere sempre significa, a conti fatti, non perdere mai.. e non perdere mai significa fare un passo solo quando si ha l'assoluta convinzione che non ci siano pericoli immediati. Ecco come Scorpius era riuscito ad evitare tutti gli sgambetti tipici della vita, semplicemente aggirandoli. Col tempo era diventato più forte, questo è vero, e alcune situazioni potevano essere affrontate di petto senza la paura del sé stesso adolescente ma ciò non lo rendeva un toro che avanza a testa bassa, col rosso negli occhi. Semplicemente, Archie non gli era sembrato una minaccia. Non ancora. « Ribrezzo per te? Oddio, dovrei essere cieco. No, tu mi piaci, Scorpius. Credevo sapessi che avevo una cotta per te ai tempi della scuola. » Un brivido gli corse silenzioso lungo la schiena. Gli succedeva sempre quando gli capitava di imbattersi in certi argomenti. Se sapeva che Archer Prince avesse avuto una cotta per lui? Sì e no. Era stato consapevole degli sguardi che si erano lanciati di tanto in tanto e che, pur con tutta la sudditanza del mondo, Archie non aveva mai avuto paura di dimostrare: ecco perché, tra i due, era sempre stato Prince il più coraggioso. Tutti loro avevano sempre saputo dell'orientamento sessuale del loro compagno ma, tralasciate alcune inevitabili battute sfrontate di tanto in tanto, l'avevano comunque accettato tra loro. E' solo Archer Prince, si dicevano. Lui se lo può permettere. Cosa sarebbe successo se anche un Malfoy avesse ceduto alla tentazione di vivere nella più limpida trasparenza e raccogliere per sé il coraggio di indugiare un po' di più con gli occhi, di appartarsi in un angolo del castello come faceva qualunque coppia da che mondo è mondo? Cosa sarebbe successo se avesse avuto le palle di essere semplicemente sé stesso? Non lo avrebbe mai scoperto. Il suo Io adolescente non avrebbe neppure voluto scoprirlo, tanto aveva vissuto in una bolla di repressione totale che l'aveva portato ad affiancarsi ad una ragazza diversa ogni due mesi. Il primo mese era quello della conoscenza, del corteggiamento galante e senza impegno, dei weekend a Hogsmeade senza colpo ferire. Il secondo era quello in cui sarebbe dovuto giungere ad un dunque ed immancabilmente la bellissima corteggiata di turno si scopriva piena di difetti. Non degna. « Non me l'hai mai detto, come avrei potuto? » Vero, ma falso. Perché quando terminavano le lezioni di Volo che avevano condiviso seppur fossero di anni diversi, quando arrivavano agli spogliatoi stanchi e sudati, Scorpius intimamente sapeva che anche Archer riusciva ad avvertire una tensione palpabile. Gli ormoni, avrebbero detto in molti. La stanchezza, si giustificava il serpeverde con un'alzata di spalle interiore. Faceva finta di nulla, proprio come fece finta di nulla di fronte alla confessione dell'amico. Non me l'hai detto, dunque non sapevo nulla. Fine della storia. Indugiò con gli occhi sulle sue labbra mentre si accendeva una sigaretta. Scorpius era davvero un maestro nel fare orecchie da mercante - non era forse ciò che voleva fare nella vita? - ma a volte era semplicemente difficile. « Ti considererei un coglione solo se tu credessi veramente alle puttanate che hai sparato su quel palco, ma non credo che sia questo il caso. » Fortunatamente, Archie parlò e ruppe l'incanto. Se credeva alle puttanate che aveva sparato su quel palco? Credeva che fossero uno strumento efficace per consolidare una posizione vacante, il che era tutto ciò a cui auspicava; il resto era ininfluente. « Sarei un coglione se ti dicessi che non ci credo! » commentò sarcastico Scorpius. Un illusionista non spiega mai i propri segreti e un politico o aspirante tale non può permettersi il lusso di far crollare il proprio castello di carte. Farlo poi con un ragazzo che soltanto qualche ora prima aveva cercato di fargli lo sgambetto? Sarebbe stata una mossa semplicemente stupida. Ma, come al solito, il Malfoy aveva girato intorno alla questione: non aveva né confermato né smentito. Un atteggiamento ambiguo era da sempre il modo migliore per attizzare la curiosità altrui.. e in fondo, su cosa si basa la politica se non su fiducia e curiosità? « Ascolta, vuoi la verità? Ho parlato per invidia. Avrei voluto essere io in giro per l’Europa a godermi la vita, invece di essere incastrato in quel casino. Ma questo non vuol dire che quello che ho detto su quel palco non ti verrà rinfacciato anche da qualcuno che vuole metterti davvero i bastoni tra le ruote. » Annuì, erano parole giuste. Giuste, almeno, dal punto di vista di Archie. Forse l'ex compagno aveva potuto vedere sui social il trionfo di benessere e leggerezza che Scorpius amava mostrare, pur senza vantarsi granché, e da questo aveva tratto le sue conclusioni: non gliene si poteva fare una colpa! La verità tuttavia stava nel mezzo. « E tu la vuoi la mia verità? Sono stato solo bravo a mostrare il lato bello dei miei ultimi due anni. La verità è che ho cambiato tre collegi diversi in tre nazioni diverse, lautamente finanziati da mio padre che forse avrebbe dato pure un rene pur di non avermi tra i piedi. Tanto ne ho due, si sarà detto. » Non era stata una questione di convenienza o di sicurezza, tant'è che Lyra era rimasta in Gran Bretagna tra apocalissi e regimi militari. « E' vero che non ci sono stato durante gli anni peggiori ma, col senno del poi, posso dire che è stata solo una fortunata coincidenza, non un piano strategico per vivere al sicuro. » Un sorriso amaro passò sul viso di Scorpius. La sfacciata consapevolezza di non essere il figlio prediletto gli bruciava dentro, insieme al resto dei propri demoni. Forse aveva accettato i due anni lontano con la stessa compiacenza di suo padre, stargli lontano aveva fatto bene a entrambi. Quando era tornato, era come se non si fossero mai lasciati - nel senso più negativo dei termini - e Scorpius aveva ripreso a urlargli contro.
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    « Grazie del pensiero.. premuroso, comunque. Hai mai pensato di buttarti in politica?! » Non che gli stesse realmente proponendo di iscriversi al circolo. Ma un tesserato in più non avrebbe fatto male e Archer aveva risaputamente la lingua biforcuta, ovvero un talento naturale. Se solo avesse saputo contenere meglio il proprio temperamento e fare sempre buon viso a cattivo gioco, sarebbe stato un alleato importante. O un avversario temibile. Stavano camminando tranquilli quando il cielo, già fosco, iniziò a buttar giù le prime gocce di pioggia; istintivamente, si portò più vicino a Prince mentre castava l'incantesimo. « Senti, il pub sarà una bolgia con questo tempo. Che ne dici se andiamo a casa mia? Non sto cercando di adescarti! » Un altro brivido, insolente, si fece sentire. Io e lui, soli nel suo appartamento. Un incredibile deja-vu gli schiaffeggiò la mente. Quand'è l'ultima volta che.. « No, certo che no.. » mormorò appena, un filo di voce fu sufficiente data la loro vicinanza. Ma se così fosse, mi dispiacerebbe davvero? « È che mi sto per trasferire al dormitorio e non penso che mi faranno portare tutte le bottiglie che ho nell’appartamento, quindi piuttosto che metterle in un magazzino sto cercando di svuotarle. Sicuramente il mio whisky è meglio di quello del pub universitario, e bere da solo mi deprime. Ma se la cosa ti mette a disagio possiamo salutarci qui e rimandare a un momento migliore. » Sì, la cosa lo metteva incredibilmente a disagio, come tutto ciò che una vocina nella sua testa gli diceva sarebbe stato compromettente fare. Ma la cosa lo metteva incredibilmente in eccitazione, come tutto ciò che avrebbe voluto fare pur non potendo. Lo guardò dritto negli occhi, senza trovarvi la minima traccia di una trappola. Saremo solo io e lui. Non c'è pericolo, Scorpius. Si lasciò volontariamente scappare una risata impostata. « A disagio? Suvvia, ho tanti amici gay!! Te compreso. Abiti lontano? Volendo, ho l'auto.. l'ho lasciata qualche isolato più in là. Sai, i soliti problemi di ZTL. » Bugie, tutte bugie, confezionate con la stessa premura che concedeva ai regali di Natale. Una parte di sé, odiava ammetterlo, se la stava facendo sotto.
     
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    Ovviamente, Archie sapeva bene che l’affermazione sul suo passato interesse per Scorpius avrebbe messo il ragazzo in difficoltà, ma d’altronde era proprio quello il suo intento: quando qualcuno si metteva sulla difensiva, lo poneva inevitabilmente in una posizione di vantaggio. Vide Malfoy irrigidire le spalle, distogliere leggermente lo sguardo, sfoderare un sorriso tirato e capì di avere fatto centro. Era chiaro che si sentisse in una posizione scomoda, ma era una di quelle da cui non potevi toglierti senza rischiare una brutta figura: Malfoy si sentiva a disagio con i gay? Che brutta pubblicità per la sua piccola avventura politica. E che il ragazzo si sentisse a disagio, era una cosa che Archie aveva sempre notato, anche se solo una volta finita la scuola il pensiero aveva iniziato a divertirlo: il modo in cui distoglieva lo sguardo quando scopriva Archie ad osservarlo, come scappava dagli spogliatoi quando entrava lui, le risatine di imbarazzo quando Prince accennava a qualcosa riguardante la sua sfera sessuale. Al tempo, si era sentito quasi mortificato dal provocare in Scorpius tanto imbarazzo, cosa che inevitabilmente aveva messo un muro tra loro, al punto che non erano mai riusciti ad instaurare un rapporto particolarmente stretto, rispetto agli altri membri del Clavis. Era uno dei pochi con cui Archie non aveva passato l’estate, ad esempio, quando invece non si era mai fatto problemi ad abusare dell’ospitalità di Nate. La cosa era resa ancora più imbarazzante dal fatto che davvero ad Archie piaceva Scorpius. Era stata la sua cotta infantile basata sul niente se non sull’aspetto e su una conoscenza davvero superficiale; quelle di cui si riempivano i quaderni con scritte piene di cuoricini, per intenderci, anche se di fatto Archie non poteva permettersi di sprecare pergamene, quindi per lo più fantasticava quando lo incrociava nei corridoi, o vedendolo giocare a quidditch. Cielo, se pensava a quante noiose partite aveva guardato solo perché giocava lui, mentre Archie nemmeno capiva le regole di quel gioco.
    Archie, da adolescente, riusciva a fissarsi su quelle persone con quasi la stessa dedizione che riservava alla sue ambizioni, ma una volta iniziato il lockdown aveva compreso chiaramente che non ci sarebbe stato nessun principe azzurro nella sua vita, e che se voleva davvero ottenere qualcosa nella vita era meglio iniziare a fare un’attenta selezione delle persone che potevano essergli utili o meno. Ed era unicamente in base a quel criterio, adesso, che sceglieva i suoi amici, i suoi amanti, le persone di cui fidarsi. « Non me l'hai mai detto, come avrei potuto? » Archie sorrise sghembo. Quella di Scorpius era una bugia facile da confutare: insomma, probabilmente anche gli spettri avevano intuito, al tempo, quanto Archie fosse impacciato e patetico davanti a lui. Ma non aveva comunque interesse a confutare quel bluff, così si limitò a scrollare le spalle. Giocare con Scorpius era divertente, ma non voleva realmente metterlo in imbarazzo, o almeno non al punto da costringerlo a cambiare strada se mai si fossero incrociati al college. Ma, se in quel contesto Archie stava giocando d’astuzia, cercando di calcolare attentamente ogni mossa, lo stesso non poteva dirsi di Scorpius. « E tu la vuoi la mia verità? Sono stato solo bravo a mostrare il lato bello dei miei ultimi due anni. La verità è che ho cambiato tre collegi diversi in tre nazioni diverse, lautamente finanziati da mio padre che forse avrebbe dato pure un rene pur di non avermi tra i piedi. Tanto ne ho due, si sarà detto. E' vero che non ci sono stato durante gli anni peggiori ma, col senno del poi, posso dire che è stata solo una fortunata coincidenza, non un piano strategico per vivere al sicuro. » Archie alzò il sopracciglio, onestamente confuso da quella dichiarazione. Sembrava che Scorpius si sentisse abbastanza in confidenza con lui da presentargli quel quadro non proprio lusinghiero della sua situazione familiare. Che, oltretutto, era davvero sorprendente: Draco Malfoy aveva allontanato il suo unico figlio maschio con il solo intento di averlo fuori dai piedi? Archie non poteva crederci. Gli sembrava una lagna da ragazzino viziato, ma d’altronde quelle dinamiche erano completamente estranee alla sua storia personale: quando il preside Kingsley era andato a parlare con i suoi genitori per fargli presente che Archie era un mago e che per tanto aveva diritto ad accedere all’istruzione che Hogwarts aveva da offrirgli, sua madre era troppo ubriaca per capire cosa quell’uomo stesse dicendo e suo padre era agli arresti domiciliari da mesi, così nervoso che aveva iniziato a sbraitare imprecazioni irripetibili contro il mago. Almeno finché l’uomo non chiarì che non avrebbero avuto alcuna spesa e allora fu più ben disposto: si trattava di una bocca in meno da sfamare, non gli occorreva sapere altro. Se Kinglsey fosse stato un trafficante di esseri umani, Archie sarebbe comunque stato accompagnato alla porta con altrettanta convinzione. Tanto di figli ne ho altri otto.. Si, quella era di certo una cosa che avrebbe potuto dire Brian Prince, ma non sembrava una cosa da Draco Malfoy.
    «Curioso, a quel tempo avrei venduto un rene per poter passare più tempo con te.» disse allora, con il solito sorrisetto ironico, prima di buttare la sigaretta a terra e schiacciarla con il piede. «Sto scherzando. Davvero, non ti voglio mettere a disagio.» Precisò nuovamente, anche se non era del tutto vero. Infatti, quando Scorpius gli disse: « Grazie del pensiero.. premuroso, comunque. Hai mai pensato di buttarti in politica?! », la risposta di Archie fu comunque decisamente provocatoria: «No, mai pensato. L’unica cosa che mi interessi meno del bene comune sono le donne.» Non era che Archie avesse realmente bisogno di sottolineare così tanto il fatto di essere gay, ma la sua natura dispettosa gli impediva di smettere di provocare Scorpius. Le persone a disagio con la sessualità erano davvero i più divertenti da mettere in difficoltà, specie quando si sforzavano di fingere il contrario. Infatti, immaginava che il suo invito sarebbe stato raccolto da Scorpius: per il ragazzo doveva essere stata una sfida soprattutto con sé stesso. « A disagio? Suvvia, ho tanti amici gay!! Te compreso. Abiti lontano? Volendo, ho l'auto.. l'ho lasciata qualche isolato più in là. Sai, i soliti problemi di ZTL. » Doveva ammetterlo, il commento sui “tanti amici gay” non lo sentiva da qualche anno, ma probabilmente era una quelle cose che non passava mai di moda. «Non ne dubito.» commentò infatti, con tono indulgente, per poi aggiungere: «No direi che un viaggio di sei o sette ore con la macchina non è molto pratico. Il mio appartamento è a Soho, conviene spostarci con la smaterializzazione. Permetti?» chiese, ma non attese la risposta di Scorpius prima di avvicinarsi abbastanza da potergli cingere la schiena con il braccio. Si soffermò un secondo ad osservare quanto fossero vicini in quel momento: poteva vedere le guance dell’altro arrossarsi leggermente, i riccioli biondi cadere sulla sua fronte, i suoi occhi grigi fissarsi inevitabilmente su quelli di Archie. Quel ragazzo era davvero perfetto. Archie aveva indubbiamente buon gusto, anche a quindici anni. Si smaterializzò prima di avere la tentazione di approfondire ulteriormente quel contatto. Ovviamente, casa sua aveva un incantesimo di protezione, quindi era impossibile smaterializzarsi proprio al suo interno. Inoltre, essendo un attico, l’unico modo per accedervi era tramite un ascensore, che saliva direttamente sul suo salone: niente pianerottolo, dunque. Ma essendo Soho un quartiere prevalentemente babbano, Archie preferiva non smaterializzarsi sotto il suo palazzo o nelle immediate vicinanze, per evitare di essere visto, così apparvero sul suo balcone. A Londra non smetteva di diluviare da giorni e fu inevitabile bagnarsi, anche se Archie aprì velocemente la porta del balcone e trascinò dentro casa Scorpius. «Maledetto tempaccio. Ti sei bagnato?» chiese, mentre si toglieva la giacca e si posava una mano sui capelli, umidi dopo soli pochi secondi sotto la pioggia. La camicia bianca era abbastanza bagnata da aderire sulle spalle e sul petto e se non ci fosse stato un ospite probabilmente se la sarebbe tolta subito. Dall'appartamento aveva già tolto gran parte dei soprammobili, dei quadri e dei libri che aveva intenzione di portare al dormitorio ma, come aveva accennato a Scorpius, il mobile dei liquori, che teneva sotto il bancone della cucina, era ancora piuttosto pieno. Prese due bicchieri da whisky e tirò fuori una bottiglia di Glen Mckenna di venticinque anni. Si, sarebbe stato davvero un peccato non approfittare di quella bottiglia e lasciarla a impolverare in qualche magazzino della Gringott. «Allora, Scorpius: felice di essere tornato? Hai già incontrato qualcuno dei nostri vecchi amici? Oltre me e Nate, intendo.» chiese distrattamente, porgendogli il bicchiere pieno.


    Edited by Shrine of lies* - 18/10/2019, 10:17
     
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    « Non ne dubito. » Chissà perché, aveva la netta sensazione che Archer non se la fosse bevuta. Che non si fosse bevuta una sola parola di ciò che aveva detto, dall'inizio del comizio fino al momento in cui si erano ritrovati vicini sotto un ombrello magico. Né le demagogie, né le verità. Archie era più disilluso di quanto lo ricordasse, era maturato davvero tanto. Da un certo punto di vista, era molto più di mondo di uno Scorpius che pure aveva viaggiato tanto e aveva conosciuto molte persone, perché gli sembrava sapesse vedere oltre il velo delle patine che diamo alle parole. Con quella stessa disillusione aveva risposto ad ognuna delle sue parole, con un certo cinismo che l'aveva fatto sorridere; non che Scorpius fosse un sognatore ma, come ogni bravo politicante, gli piaceva apparire come tale. Archie invece aveva i piedi ben piantati per terra, così gli sembrava, e non si faceva scrupoli a sbattergli la verità in faccia: il fatto che non ci fosse stato per due anni, ad esempio, o l'attrazione che aveva sempre sentito nei suoi confronti. Non immaginavo fosse così profonda. Avrebbe cambiato qualcosa, saperlo? Forse no, non allora. Ai tempi di Hogwarts, Scorpius non era così spregiudicato da lasciarsi andare ai propri voluttuosi piaceri; il castello gli era sempre sembrato troppo piccolo, troppo pieno di occhi e orecchie. Quando anche un quadro o un fantasma possono sbugiardarti, non esiste angolo sicuro. Concedersi, poi, avrebbe significato consegnare nelle mani di qualcun altro un segreto troppo grande. E anche se così fosse, quel qualcuno non sarebbe stato Archer Prince. Era bello, era intrigante ma non abbastanza. Entrambi però si erano lasciati Hogwarts alle spalle: nel mondo reale non ci sono quadri e fantasmi annoiati a spiare le tristi vicende di ragazzini con gli ormoni in subbuglio. Nel mondo reale, siamo animali soli. Non era di certo una motivazione valida perché Archie potesse diventare una persona degna del segreto principe, ma almeno poté valutare quella confessione con maggiore serenità, senza negarla per partito preso. In un certo qual modo si sentiva lusingato, uno dei sentimenti preferiti di anime narcisiste come quella di Scorpius Malfoy. « No direi che un viaggio di sei o sette ore con la macchina non è molto pratico. Il mio appartamento è a Soho, conviene spostarci con la smaterializzazione. Permetti? » Non ebbe neppure il tempo di metabolizzare che, sì, forse un viaggio in auto Scozia - Inghilterra non era il massimo, ma perché no? Per riscoprirsi. Archer divorò la già esigua distanza che li separava e lo cinse a sé con un braccio: i suoi occhi sembravano più azzurri del solito, come il cielo d'estate; le sue labbra carnose come non le aveva mai notate. Si ritrovò imbarazzato da quell'improvviso contatto, che l'aveva trovato sguarnito, vulnerabile. Ma non ebbe poi molto tempo per rimuginarci su: quando la familiare sensazione di appiglio all'ombelico della smaterializzazione si fece sentire, istintivamente abbracciò a sua volta il corpo dell'amico con un braccio. E' come mettere la cintura in auto, la sicurezza prima di tutto. E' solo questo il motivo. Una smaterializzazione di centinaia di kilometri poteva risultare complicata, voleva davvero mettere la propria integrità fisica - nel senso letterale del termine - nelle mani di Archer Prince? No, certo che no. Un po' di contatto fisico in più varrà pure la mia incolumità! Svanirono così nel nulla, per riapparire sotto la pioggia torrenziale che aveva aperto il cielo di Londra. « Cazzo! » fu la prima, totalmente fortuita imprecazione che gli venne in mente, nel ritrovarsi bagnato fino al midollo dopo una sola manciata di secondi sotto l'acqua, giusto il tempo per Archie di trafficare con la porta del balcone e fargli strada. « Maledetto tempaccio. Ti sei bagnato? » Domanda retorica, quella di Archie. Non indossando il cappotto, oramai nulla più che un grosso pezzo di tessuto bagnato tra le sue mani, la camicia che indossava era diventata solo un velo trasparente sopra la pelle appena abbronzata dalle ultime vacanze in Francia con la famiglia. I pantaloni aderivano ai muscoli tonici delle gambe e lasciavano ben poco all'immaginazione.. una contingenza molto pericolosa, se sommata al fatto che Archie versava in condizioni pressoché uguali. Questo voleva dire poter ammirare ciò che la natura aveva donato ad Archer in due anni, un corpo da uomo, ciò che aveva furtivamente cercato nelle app di incontri, dove gli era concesso non essere nessuno. Ed essere sé stesso. Ma doveva pensare ad altro, e doveva farlo in fretta. « Quando diventerò ministro, un punto programmatico sarà una normativa sull'impermeabilità obbligatoria. Ma adesso, colpa dei governi precedenti, ecco il risultato. » mormorò, vagamente melodrammatico, aprendo le braccia. L'autoironia poteva fare al caso suo, se non fosse stato per Archie: anche lui aveva due occhi funzionanti e una oramai dichiarata attrazione per Scorpius. Uno Scorpius decisamente esposto. Per questo, quando l'amico si mise a trafficare con le bottiglie di liquore, l'ex serpeverde recuperò la bacchetta dalla tasca interna del cappotto e si asciugò magicamente i vestiti, i quali smisero di evidenziale in maniera tanto arrogante le sue forme. Si fece quindi più vicino al padrone di casa, intento a porgergli un bicchiere pieno. « Allora, Scorpius: felice di essere tornato? Hai già incontrato qualcuno dei nostri vecchi amici? Oltre me e Nate, intendo. » Sì, e nessuno mi ha fatto provare tanto imbarazzo quanto te. Prese il bicchiere e, per contro, puntò la bacchetta contro Archie, il quale venne investito da un gentile getto d'aria calda che asciugò anche il suo vestiario. Molto meglio.. a seconda dei punti di vista. Gli sorrise serafico: « Non sarà certo in mia presenza che ti farai venire una congestione. » e anche quell'ennesimo stallo era stato abilmente superato. Si concedette quindi il lusso di prendersi i propri spazi con qualche passo entro il salotto nel quale si trovava. « Felice.. e no. Non mentivo quando ho detto, là sul palco, di aver conosciuto molte persone. Ad alcune mi ci sono legato e la separazione è stata triste. Ma Dio benedica la digitalizzazione, no? Con un colpo di skype non sembreranno così lontani e amen. » alzò il bicchiere, come a voler proporre silenziosamente un brindisi, prima di umettarsi le labbra con un sorso di ottimo whiskey. « Niente male. Niente male davvero, amico mio. » Fece schioccare appena la lingua sul palato inebriato dal sapore forte del superalcolico: eppure, la prima volta che l'aveva assaggiato rubandone un sorsetto dalle riserve di suo padre, gli era sembrato di bere lucido per scarpe. Guardatemi ora, a far roteare del whiskey come un vero borghesuccio da manuale. Siamo un cliché vivente. Si sedette sul bracciolo di un divano, sguardo fisso su Archer. « Ho rivisto Thomas, l'altra sera insieme a Nate. Detto fra noi, credo sia giunto il momento che facciano coming out e ci informino sulla data delle nozze. » il che non voleva essere un commento negativo, anzi, ma vedendo il quadro completo delle cose sarebbe stato assai divertente constatare come il bue dica sempre "cornuto" all'asino. « E ho visto Percy al Ministero, il giorno dell'annuncio dei tirocini. Ma giusto un fugace incontro. Era troppo interessato a Lyra. E tu? Sei sempre in contatto con tutta la vecchia gang? » Di Judah, sapeva per vie trasverse - le chiacchiere da salotto che giravano di bocca in bocca nell'alta società - che si era dato alla pazza gioia con una relazione omoerotica con un Potter. Jackpot! Quanto a Fitzwilliam, l'aveva perso completamente di vista. Buttò giù l'intero bicchiere e dovette concedersi una strizzata d'occhi nel farlo tanto bruciava l'alcolico in gola, una sensazione piacevolissima, prima di allungare il bicchiere verso l'altro. « Secondo giro? » Vacci piano campione, sei arrivato solo da un quarto d'ora! Si guardò intorno nell'attesa. « Quindi.. sei di trasloco? Come mai, se posso? Questo attico è davvero bello! Non regge certo il confronto con lo studentato.. salvo sul lato sociale. » Forse anche Archie aveva deciso di scendere dal suo personalissimo piedistallo e immergersi nel volgo. Dopotutto, da purosangue ricchissimo qual era, pur essendo sempre stato un esemplare raro di quella specie, un contatto con la realtà gli avrebbe giovato. Perché andare a rifugiarsi alla casa dello studente, se non per quel motivo? A meno che i Prince non avessero dichiarato bancarotta fraudolenta e la Gringott fosse venuta a pignorargli casa. Perché questa è sicuramente casa sua, ne sono certo. Alzò le mani. « Non fraintendermi, non voglio sfociare nel classico discorso classista! E' solo che.. concedimelo, è una scelta curiosa no? Ti sei stancato di stare qui tutto solo? » Perché immagino tu sia solo. Non lo sapeva con sicurezza.. anzi, di fatto era come se stesse tastando un po' il terreno. Per capire se Archie fosse libero, ma ancor di più per capire se quell'appartamento fosse libero. Da testimoni scomodi.
     
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